Hegel: La Giustificazione Filosofica Della Guerra

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Hegel: la giustificazione filosofica della guerra La storicità è il tratto essenziale della filosofia hegeliana. Dopo la morte di Hegel (1831) i suoi allievi pubblicano il materiale dei suoi corsi, fra cui vi è il componimento intitolato Lezioni sulla filosofia della storia. In questi scritti apprendiamo come per Hegel lo Spirito oggettivo è la realizzazione dello Spirito ,nella storia, come diritto, come moralità e come eticità. L'Eticità si articola al suo interno in: famiglia, società civile e Stato . Quest'ultimo si distingue a sua volta- in diritto statale interno, diritto statale esterno e concezione della storia. E' proprio nel secondo momento di questa tripartizione, quello cioè che concerne le relazioni tra gli stati, che si individua la posizione di Hegel nei confronti della guerra, Hegel dichiara che non esiste un organismo superiore in grado di regolare i rapporti interstatali e di risolvere i loro conflitti. In altri termini, non esiste alcun giudice o pretore che possa esaminare le pretese degli stati. Il solo giudice o arbitro è lo Stato universale, cioè la Storia, la quale ha come suo momento strutturale,la guerra. Hegel attribuisce alla guerra non solo un carattere di necessità ed inevitabilità ma anche un alto valore morale,. Infatti come "il movimento dei venti preserva il mare dalla putredine,nella quale sarebbe ridotto da una quiete durevole",così la guerra preserva i popoli dalla fossilizzazione alla quale li ridurrebbe una pace durevole o perpetua. Questa concezione presuppone un divenire storico razionale e necessario in cui i veri protagonisti sono i popoli,come espressione dell'oggettivazione dello Spirito. Della finalità della storia gli individui non sono consapevoli, essi sono strumenti dell'agire universale dello Spirito: Hegel definisce questa dinamica "astuzia della ragione".

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