Droghe

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GLI STATI ALTERATI DI COSCIENZA: DROGHE E FARMACI 1. DROGHE Qualunque sostanza, cibo escluso, che alteri le nostre funzioni fisiche o mentali è una droga. Sono droghe alcuni alcaloidi tratti dai vegetali, sono droghe quelle sostanze che danno dipendenza e assuefazione, sono droghe alcuni prodotti di sintesi farmaceutica. L'alcol, la caffeina, la nicotina sono droghe. La nostra società occidentale considera accettabile l'uso di molte droghe: un'aspirina per far passare il mal di testa, un po' di vino o di alcol per essere più socievoli, un caffè per svegliarsi al mattino, un tranquillante per addormentarsi la sera. L'hashish veniva usato per ridurre la paura nei guerrieri persiani, ma anche la guerra nel VietNam non ha visto interventi della polizia militare per ridurre l'uso di droghe da parte dei soldati americani, i contadini peruviani e colombiani masticavano la scorza e le foglie di coca per ridurre la sensazione di fatica e quindi lavorare di più, nella prima guerra mondiale, prima dell'assalto fuori della trincea si distribuivano alcolici. Il fumo si è diffuso anche perché i grandi monopoli del tabacco hanno taciuto il fatto che la nicotina dia dipendenza. Alcuni sociologi non hanno mancato di far notare un singolare fenomeno accaduto agli ultimi campionati di calcio del Duemila, in Europa: gli hooligans inglesi e non, hanno fatto violenza in tutti i paesi dove potevano acquistare alcolici, solo ad Amsterdam, non hanno fatto violenze: avevano consumato notevoli quantità di marijuana, in quella città in libera vendita. Si può prevedere la vendita di droghe leggere come provvedimento di ordine pubblico? Lo stato italiano incassa tasse su alcolici e tabacco. Non si può dire che gli stati occidentali abbiamo dimostrato molta coerenza nel modo di affrontare l'uso delle droghe. Non entriamo qui nel dibattito su quali siano le motivazioni per cui una persona diventi alcol-dipendente o nicotina-dipendente, ricordiamo solo il singolare fatto che alcolici e fumo, le prime volte non sono certo più piacevoli di un pezzo di cioccolato o di un bacio, anzi. E' necessario insistere in una cosa non gradevole, per farla diventare un'abitudine gradevole. Alcuni autori sostengono che esistano sia una dipendenza fisica che una dipendenza psicologica da certe sostanze. La dipendenza fisica è senza dubbio la più difficile a combattere poiché dà origine alla sindrome da astinenza. Chi dipende dall'eroina ha il terrore di cadere in sindrome d'astinenza; questa si manifesta in modo progressivo, con sudore, forti dolori muscolari, crampi, attacchi d'ansia, e in alcuni casi con collasso, morte. La dipendenza fisica da una sostanza è contraddistinta anche dall'aumento della tolleranza, il che vuol dire che per ottenere lo stesso effetto occorre una quantità di sostanza sempre maggiore. Le droghe o sostanze psicoattive influenzano il sistema nervoso centrale, alterano la percezione, l'umore, il comportamento, la comunicazione. Le sostanze psicoattive sono classificate di solito in stimolanti, depressivi e allucinogeni. Le sostanze stimolanti intensificano, almeno all'inizio, l'attività del sistema nervoso centrale. Vi è però una complicazione poiché alcune sostanze stimolanti possono attivare anche una parte del sistema nervoso centrale che inibisce o deprime l'attività di un'altra sua parte. Le sostanze deprimenti rallentano, almeno all'inizio, l'attività del sistema nervoso centrale. Anche queste possono avere un effetto boomerang deprimendo un inibitore. Le sostanze allucinogene interessano principalmente la percezione, distorcendola in parecchi modi, ivi compresa l'allucinazione. Alcune sostanze non rientrano in nessuna di queste tre categorie e sono la marijuana e gli altri derivati della Cannabis e il PCP (polvere degli angeli). L'opinione pubblica sulle

droghe è condizionata da molti errori: molti ritengono infatti che la nicotina sia un depressivo (che leva ansia e dà sollievo) mentre è un eccitante, molti ritengono che l'alcol sia uno stimolante ed invece è un depressivo. 2. CLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZE PSICOATTIVE NICOTINA CAFFEINA STIMOLANTI

COCAINA (crack) AMFETAMINA (benzedrina) AMFETAMINE

DESTROAMFETAMINA (dexedrina) METAMFETAMINA (metedrina) ALCOL OPPIO MORFINA

DEPRESSIVI

OPPIACEI

EROINA

(NARCOTICI)

CODEINA METADONE BARBITURICI

SEDATIVI

BENZODIAZEPINE (tranquillanti minori)

IPNOTICI

DIAZEPAM (valium) CLORODIAZEPOSSIDO (librium)

DIETILAMIDE DELL'ACIDO LISERGICO (LSD) ALLUCINOGENI

MESCALINA (peyote) DOM (STP) DIMETILTRIPTINA (DMT)

MARIJUANA FENCICLIDINA

3. GLI STIMOLANTI

O ALTRE FORME (PCP) O POLVERE

DI CANAPA INDIANA DEGLI ANGELI

Gli stimolanti eccitano il sistema nervoso centrale, anche se la nicotina delle sigarette o la caffeina, hanno nelle dosi di comune uso, un'azione piuttosto blanda. Amfetamine e cocaina producono un alto livello di dipendenza psicologica, ma vengono ritenute, nel complesso meno pericolose della nicotina. Questo è dovuto al fatto che la dipendenza da cocaina è pericolosa ma riguarda una minoranza della società, mentre la dipendenza da nicotina è pericolosa a lunga scadenza ma riguarda una parte consistente delle società occidentali. Ogni nazione che abbia un sistema sanitario statale ha un saldo mostruosamente negativo tra quanto incassa per tasse sul fumo e quanto spende per tumori al polmone. In dosi moderate gli stimolanti aumentano la vigilanza e riducono la sensazione di fatica, in dosi forti possono produrre ansia, irritabilità, tachicardia. Chi prende stimolanti come cocaina e amfetamine prova, a breve termine, una sensazione di energia inesauribile, eccitazione ed euforia: le pupille si dilatano, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna aumentano, l'appetito scompare a causa dell'aumento dello zucchero nel sangue. Quando l'effetto dello stimolante viene meno si ha un tipo di rilassamento negativo con depressione, ansia e fatica. 4. LA COCAINA Fin dai tempi preistorici le popolazioni del Perù e della Bolivia usavano masticare foglie e scorza della pianta della coca per trarne vigore, o meglio, per non sentire la stanchezza. Il principio attivo, la cocaina, venne estratto per la prima volta nel 1865. La cocaina è una polvere bianca, finissima, inodore. Viene usata da milioni di persone nonostante sia illegale. E' forse lo stimolante naturale più potente che sia stato estratto. Viene assunta per aspirazione dal naso, da dove, attraverso le mucose, passa nel sangue. Altri consumatori preferiscono gli effetti più potenti che si ottengono iniettando la sostanza per via endovenosa o fumandola in forma concentrata. L'effetto iniziale della cocaina consiste in un'ondata di piacere e di benessere che ha luogo quando la droga comincia a stimolare il sistema nervoso centrale. Il consumatore si sente eccitato, loquace e pieno di energia. La cocaina blocca la disgregazione della norepinefrina, un neurotrasmettitore, quindi le sinapsi che utilizzano la norepinefrina diventano più attive. Un'ulteriore assunzione di cocaina interessa talamo, ipotalamo: il cuore batte più in fretta, la pressione sanguigna aumenta, la respirazione diventa più veloce e più profonda, la persona si sente più vigile e pronta. La intossicazione da cocaina è caratterizzata da confusione, ansia, disturbi del linguaggio, paranoia e allucinazioni. Dopo un forte consumo di cocaina c'è una fase di rilassamento negativo, mal di testa, vertigini, svenimenti, sonno profondo e prolungato. Di solito la persona si sveglia entro le 24 ore con pochi o nessun effetto residuo. E' estremamente pericoloso mescolare la cocaina con altre droghe come l'alcol o l'eroina, in questi casi si può passare dal sonno al coma e alla morte. Da qualche anno si è diffusa, a partire dagli USA, una forma di cocaina concentrata, nota col nome crack. E' più potente e suscita una forte dipendenza. E' in forma cristallizzata e viene fumata. Il basso prezzo (pochi dollari) e la sensazione di piacere più immediata ed intensa della cocaina ne ha favorito la diffusione in alcuni stati occidentali. Gli effetti del crack durano pochi minuti e il consumatore ha subito bisogno di una nuova dose. Il crack inoltre è contraddistinto dall'aumento della tolleranza, è cioè necessaria una dose sempre più alta e più spesso. I tossicodipendenti da crack arrivano presto a non avere altra scelta che violare la legge per procurarsi soldi per far fronte ad una spesa che può solo aumentare.

5. LE AMFETAMINE Le amfetamine sono degli stimolanti sintetici, prodotti in laboratorio. Le più comuni sono l'amfetamina (Benzedrina), la destroamfetamina (Dexedrina), la metamfetamina (Metedrina). Queste sostanze sono assunte sotto forma di pillole, ma alcuni consumatori preferiscono iniettarsi tali sostanze. Pochi anni fa è comparsa sul mercato nordamericano una forma di metamfetamina, chiamata ice, sotto forma di cristalli (quindi fumabile) con effetto più intenso ed immediato. L'impatto sulla società dell'ice è simile a quello del crack. Le amfetamine producono gli stessi effetti della cocaina, ma con un meccanismo rovesciato: la cocaina blocca la disgregazione della norepinefrina, le amfetamine aumentano la liberazione della norepinefrina. Le amfetamine sono state utilizzate per un certo tempo sia come stimolanti in occasioni particolari (esami, colloqui di lavoro, ecc.) sia nella cura dell'obesità, in quanto riducono l'appetito. Dipendenza, tolleranza ed effetti negativi sulla pressione arteriosa ne hanno notevolmente diminuito l'uso. L'aumento della tolleranza è particolarmente evidente, un consumatore cronico può arrivare a dosi 200 volte più grandi della dose iniziale. Come per la cocaina, dopo che l'effetto dell'amfetamina è passato, si ha stanchezza e depressione. L'uso eccessivo produce un'intossicazione caratterizzata da paranoia, confusione mentale, allucinazioni. L'aumento della tolleranza porta al sovradosaggio che ha due conseguenze mortali, insufficienza respiratoria e sbalzi della temperatura corporea. 6. I DEPRESSIVI I depressivi riducono l'attività del sistema nervoso centrale, hanno effetti simili agli stimolanti solo perché bloccando alcuni meccanismi inibitori, danno sensazione di libertà e benessere. Le sostanze depressive sono numerose, ne prendiamo in esame solo tre, l'alcol, gli oppiacei e le sostanze sedativo-ipnotiche. 7. L'ALCOL L'uomo consuma sostanze alcoliche almeno da 8.000 anni. Le più diffuse sostanze alcoliche sono la birra, il vino, i cosiddetti superalcolici (dai 40 gradi in su). L'uomo ha tratto sostanze alcoliche da decine e decine di prodotti agricoli, dalle ciliege alle patate, dall'uva ai cactus, dalle prugne al grano. Quando si parla di alcol si intende alcol etilico. Se per caso, in un processo di distillazione insieme all'alcol etilico si estrae l'alcol metilico, si ottiene un prodotto tossico e pericoloso. Per misurare gli effetti dell'alcol si deve prendere in esame la percentuale di alcol presente nel sangue. Le bevande alcoliche portano al sangue il 20% dell'alcol attraverso le pareti dello stomaco, e l'80% viene portato attraverso l'intestino tenue. Il flusso sanguigno porta poi l'alcol al sistema nervoso centrale e qui deprime i centri deputati al controllo di giudizi ed inibizioni. Le prime conseguenze dell'alcol sono quindi la diminuzione delle inibizioni sociali, la loquacità, l'estroversione. Gli effetti dell'alcol sull'organismo e sul comportamento dipendono dalla percentuale di alcol nel sangue. La stessa dose di alcol che può portare all'ubriachezza una persona che pesi cinquanta chili, può dare solo una leggera ebbrezza ad una persona che ne pesi cento. L'alcol non viene digerito, non viene scomposto durante la digestione, è il fegato che assolve al compito di convertirlo in diossido di carbonio e acqua. Il fegato converte il 90% dell'alcol presente nell'organismo, mentre il 10% viene eliminato attraverso

respirazione, traspirazione ed urina. Il fegato può metabolizzare circa 10/15 grammi di alcol all'ora (60 grammi di un superalcolico, 200 grammi di vino o 400 grammi di birra). Quando l'assunzione di alcol supera questi valori si ha un danno immediato sul fegato che va in fase di superlavoro. Alzando le percentuali di alcol nel sangue la depressione sul sistema nervoso centrale provoca effetti negativi: si perde la coordinazione dei movimenti, le sensazioni di caldo, freddo e dolore si attenuano (quindi perdiamo utili campanelli d'allarme), il linguaggio diventa confuso, il pensiero è scoordinato, si hanno problemi anche alla vista. Dosi ancora superiori provocano sonno, coma e perfino la morte. percentuale di alcol nel sangue

EFFETTI SUL COMPORTAMENTO E SULL'ORGANISMO

0,05

si attenua la vigilanza, si ha una sensazione di benessere, si allentano le inibizioni, diminuisce il giudizio

0,10

i tempi di reazione cominciano ad allentarsi e le capacità motorie diminuiscono

0,15

comincia a risultare evidente un rallentamento nei tempi di reazione, il parlare è lievemente danneggiato (bocca impastata)

0,20

ubriachezza manifesta, non si cammina con sicurezza, si hanno sbalzi di umore

0,25

gravi disturbi motori, la persona dall'ambiente sono quasi nulle

0,30

la persona è stordita, ma cosciente, nel senso che sa di esserci ma non sa cosa accade intorno, può entrare in coma etilico

0,35

l'organismo è allo stesso livello di un'anestesia chirurgica, a questo livello cominciano ad esserci alcuni casi di morte

barcolla,

le

percezioni

I parametri riportati dalla tabella sono, ovviamente, dati medi, riferiti ad una corporatura media. Vanno però in esame anche altri fattori quali l'abitudine all'alcol, il tempo che intercorre dall'ultima assunzione di alcol, ecc. L'abuso cronico di alcol può provocare l'ingrossamento e la sclerosi (cirrosi) del fegato, difficilmente curabile. La cirrosi del fegato è stata spesso associata a tumori del fegato. Gli alcolisti sono spesso denutriti e vittime di altre malattie. Dati del 1972 dimostrano che il 70% dei maschi statunitensi morti in incidenti stradali erano ubriachi (in senso legale), e dati del 1975 dimostrano che la metà degli omicidi e degli stupri commessi negli USA avvengono sotto l'influsso dell'alcol. Sempre dal punto di vista delle statistiche, dei dati numerici e della spesa indotta, l'alcol è la droga più pericolosa degli USA. 8. GLI OPPIACEI L'oppio è usato da migliaia di anni: è il lattice dalle capsule dei semi di papavero da oppio, secreto e coagulato dopo incisione della capsula. Fumato provoca un intenso benessere ed un'impressione piacevole di distacco dal corpo. Nelle società orientali era usato come

una vera e propria droga da consumarsi anche in locali adibiti al suo uso, più o meno sociale. I medici occidentali cominciarono ad usarlo per ridurre i crampi allo stomaco e per diminuire disturbi fisici e psichici dei pazienti. Fu subito chiaro che dava dipendenza e che molti pazienti correvano il rischio di essere oppio-dipendenti. Venne usato anche dal alcuni occidentali semplicemente come droga. Nel 1804, dall'oppio, sostanza naturale e grezza, venne estratta la morfina. Si ritenne, in modo errato che questa sostanza avesse tutte le capacità analgesiche dell'oppio, ma che non desse dipendenza. Fu largamente usata durante la Guerra di Secessione, per alleviare il dolore delle ferite. Proprio quel massiccio uso di stato dimostrò poi che la morfina dava dipendenza proprio come l'oppio. Alla fine dell'Ottocento, sempre dall'oppio, si estrasse una nuova sostanza, l'eroina che si riteneva non desse dipendenza. La pratica dimostrò al contrario che dava dipendenza e nel 1917 si giunse alla conclusione che non esisteva nessun derivato dall'oppio che non desse dipendenza. Un altro derivato dell'oppio è la codeina. E' stato possibile creare degli oppiacei anche per sintesi artificiale, il più noto di questi è il metadone, utilizzato in Italia, presso le strutture ospedaliere, come surrogato dell'eroina per tossicodipendenti allo stato cronico. Tutte le sostanze derivate dall'oppio appartengono alla categoria dei narcotici e sono oggi dichiarate illegali e se ne consente solo l'uso medico. La tossicodipendenza da eroina è una delle realtà più devastanti. Fumata, inalata, iniettata sotto pelle o direttamente in vena dà qualche ora di benessere in quanto deprime i centri dell'emozione del sistema nervoso centrale. Il consumatore è in stato di totale rilassamento, le pupille sono ridotte a piccoli puntini, dolore ed ansia scompaiono totalmente, non vi è nessun interesse per cibo e sesso. La fase di benessere è seguita subito dopo da una vera e propria sindrome d'astinenza, aumenta l'ansia, aumenta la sudorazione, la respirazione si fa più frequente, si manifestano tutta una serie di sintomi simili ad un forte raffreddore. E' opportuno chiarire a questo punto tutta una serie di questioni. L'eroina come sostanza non uccide e non dà vera e propria dipendenza fisica. L'eroina dà invece un forte aumento della tolleranza, per cui se qualcuno ne fa un uso abituale, la quantità da eroina da assumere aumenta inesorabilmente. La vita diventa quindi una sequenza di benessere e depressione, quest'ultima aggravata dalla continua ossessione di procurarsi una nuova dose, o i soldi per una nuova e più potente dose. E' in questa catena la vera e propria dipendenza. La dipendenza da eroina porta alla criminalità (prostituzione e furto) per tutte quelle persone che non vivono di rendita. E' difficile che un eroina-dipendente possa mantenere il proprio lavoro. L'ansia per procurarsi una nuova dose porta alla sottovalutazione del cibo e della salute. L'uso promiscuo e quasi rituale della stessa siringa ha poi portato, negli anni '70 del secolo scorso da una strage per AIDS tra gli eroinomani. L'eroina uccide solo per sovradosaggio e questa situazione si verifica, di solito, in due casi: quando il tossicodipendente, dopo un periodo di cura o di astinenza ricomincia, o quando sul mercato circola eroina insolitamente pura, poco tagliata (mescolata con altre sostanze). La dose eccessiva di eroina deprime i centri respiratori del sistema nervoso centrale fino ad interrompere la respirazione. Se il consumatore è sveglio, pensa e decide di respirare, se si addormenta, smette di respirare e muore. Negli USA si è sperimentata una nuova terapia nella cura della dipendenza da eroina: il nataltraxone. Questa sostanza, assunta al mattino, sotto sorveglianza medica, si unisce ai recettori delle sostanze oppiacee e blocca l'assorbimento dell'eroina, senza produrre né benessere, né sindrome da astinenza.

9. LE SOSTANZE SEDATIVO-IPNOTICHE Le sostanze sedativo-ipnotiche provocano uno stato di rilassamento e sonnolenza. A basse dosi sono sedativi che calmano una persona, a forti dosi provocano il sonno e sono chiamate ipnotici. I sedativo-ipnotici usati più a lungo sono stati i barbiturici, usati sia come blandi sedativi sia come sonniferi ipnotici. Presi in forma di pillola o capsula essi deprimono i centri del sistema nervoso centrale, esattamente come l'alcol. Verso il 1950 i medici hanno messo sotto accusa i barbiturici per tre motivi: • l'uso continuato, anche sotto controllo medico, alzava la soglia di tolleranza, e spingeva all'uso di dosaggi superiori; • presi in dosi eccessive potevano causare la morte: furono utilizzati spesso anche da chi tentava un suicidio); • provocavano una vera e propria dipendenza fisica con conseguente crisi di astinenza. Intorno agli anni '80 del XX secolo, negli USA vi erano 5000 morti all'anno, attribuiti all'uso di barbiturici (suicidi, sovradosaggi, incidenti automobilistici). A partire dagli anni '50 comincia la produzione di una nuova serie di tranquillanti minori, le benzodiazepine. Queste sono commercializzate col nome di Valium (diazepam) e col nome di Librium (clorodiazepossido), e sembrano offrire alcuni vantaggi, se confrontati con i barbiturici: • riducono l'ansia senza intontire le persone, • agiscono a dosaggi molto bassi ed in teoria non dovrebbero dare dipendenza, • hanno un effetto meno marcato sui centri della respirazione, • agiscono su siti del sistema nervoso centrale non interessati dai barbiturici. Vi sono però almeno due aspetti negativi: • provocano una dipendenza almeno psicologica • agiscono anche sui siti del sistema centrale interessati dai barbiturici. 10. GLI ALLUCINOGENI Vi sono delle sostanze in grado di produrre allucinazioni e di alterare sostanzialmente i nostri rapporti col mondo esterno, sono gli allucinogeni. Vi sono allucinogeni di origine naturale e allucinogeni di origine sintetica. Per secoli gli indiani del Messico e degli Stati Uniti sud-occidentali hanno masticato un cactus, il peyote (mescalina), durante le loro cerimonie religiose, per avere le allucinazioni. Anche alcuni funghi sono usati come droghe religiose presso indiani dell'america latina, specialmente nello stato di Oaxaca, nel Messico del sud. Il più noto di questi funghi è il psilocybe messicano, il cui principio attivo è la psilocibina, non ancora studiata e i cui effetti assomigliano a quelli dell'LSD. Anche l'amanita muscaria è un fungo con proprietà allucinogene ed era usato in oriente per una bevanda rituale presso gli antichi indù e presso i seguaci di Zoroastro. L'ammannita muscaria è un fungo estremamente velenoso ed ha anche la fama di non far sentire dolore o stanchezza. La segale è una graminacea, di origine asiatica, coltivata per foraggio e dal cui chicco si estrae una farina usata anche nell'alimentazione umana. La segale veniva colpita da un fungo parassita (claviceps purpurea) che danneggiava il fiore creando dei corpi a forma 1

1

peyote: le cime del cactus peyote (Lophophora williamsii) vengono essiccate per formare i cosiddetti bottoni-mescal (per distinguerli dai fagioli-mescal un'altra pianta, molto velenosa, che contiene principi psicoattivi) che contengono l'alcaloide mescalina.

di cornetti, dannosi per animali ed uomini. La segale colpita da questo parassita veniva chiamata segale cornuta. Dalla segale cornuta si estrae un alcaloide, l'ergotina, che ha un'azione eccitante sulle fibre muscolari lisce e può essere usato come vasocostrittore. L'ergotismo era un'intossicazione dovuta all'alimentazione con segale cornuta e dava vertigini, allucinazioni e convulsioni. L'allucinogeno sintetico più usato e più famoso è l'LSD (dietilamide dell'acido lisergico), scoperto nel 1938 dal chimico Albert Hoffman. Ogni tanto, a partire dagli anni '50, l'acido lisergico torna alla ribalta della cronaca, per qualche caso isolato, ma di fatto l'uso dell'LSD non è mai stato un fenomeno di massa. Basta già un decimo di milligrammo di questo allucinogeno per alterare la coscienza. Nel giro di un'ora, dall'ingestione della sostanza, i colori cominciano a sembrare più intensi e più vivi, alcuni oggetti sembrano mutare forma e muoversi, i dettagli sono più importanti dell'oggetto, appaiono forme geometriche colorate e poi scompaiono. Il consumatore prova strane sensazioni di caldo e freddo, avverte suoni nuovi o totalmente immaginati, avvengono poi le sinestesie, incroci di sensazioni diverse: vedere suoni e udire colori. Capita anche che la percezione del tempo sia rallentata o accelerata. Uno degli aspetti più pericolosi dell'LSD è il fatto che alcune esperienze di assunzione sono tutt'altro che piacevoli e possono avere conseguenze negative: alcuni ricordano con disagio la sensazione di perdita del proprio io, altri hanno attacchi di ansia o di panico. Alcune persone in preda all'LSD lottano contro cose inesistenti, o fuggono da esse, con gravi pericoli per un'attività fisica non controllata. Vi sono stati anche casi di drammatici tentativi di volo dalla finestra. Non è ancora ben chiaro quali centri nervosi siano colpiti dall'LSD. Su questa droga si sono avuti schieramenti contrapposti, da Timothy Leary, profeta della cultura controcorrente che affermava che LSD potesse aprire nuove vie dell'io verso l'inconscio, a studiosi che affermavano che l'LSD potesse avere conseguenze anche nello stato di normalità e che procurasse danni genetici. Vi sono poi due allucinogeni il DOM (dimetossi-4-metilamfetamina) il cui effetto dura dodici ore e il DMT (dimetiltriptina) i cui effetti durano meno di un'ora. Risulta oggi chiaro che gli allucinogeni hanno un luogo specifico d'azione: le cellule recettrici cui normalmente si lega un neurotrasmettitore, la serotonina. I neuroni che liberano la seratonina partono dal tronco cerebrale e raggiungono tutte le aree del cervello. Gli allucinogeni creano un singolare effetto, la tolleranza incrociata (l'uso di un allucinogeno A riduce gli effetti dell'allucinogeno B). Tutti gli allucinogeni possono essere bloccati dalle sostanze che bloccano gli effetti della seratonina. 11. LA CANNABIS SATIVA Un tipo di canapa, la cannabis sativa, è all'origine di due sostanze psicoattive, la marijuana (foglie e infiorescenze tritate) e il più potente hashish (la resina più o meno pura della pianta). In entrambe le forme, più o meno concentrata, la sostanza psicoattiva è il THC (tetraidrocannabinolo). Hashish e marijuana sono collocate in una categoria a parte perché i loro effetti sono diversi da quelli ottenuti con gli altri psicoattivi: danno benessere e disibinizione, come l'alcol, rilassamento, come i sedativi, distorsioni nella percezione di luci, colori, come dei blandi allucinogeni. La marijuana e l'hashish vengono fumati in pipa o in sigarette. E' possibile anche mangiarla sotto forma di dolci o pasticcini. A basse dosi la canapa dà benessere, rilassamento, socievolezza. A basse dosi è anche possibile che su alcune persone non abbia effetti sensibili. A dosi un po' più intense colori e suoni sembrano più intensi e ricchi, il tempo rallenta, alcuni oggetti possono sembrare

deformati, il linguaggio appare un po' confuso, si ride per niente, poi ci si addormenta. Vi sono anche degli effetti fisici: gli occhi si arrossano per dilatazione dei vasi sanguigni, la salivazione si blocca e la bocca si secca, il cuore batte più rapidamente, l'appetito aumenta. Per molti secoli, in Asia, la canapa è stata usata come anestetico nella cura di insonnia e reumatismi. Verso la metà del XIX secolo alcuni medici dell'Europa occidentale cominciarono a prescriverla nella cura di nevralgie, emicranie e dolori mestruali. Agli inizi del Novecento la canapa venne usata come farmaco negli USA, ma verso il 1930 i medici si spostarono verso morfina, aspirina e barbiturici. La marijuana e l'hashish sono proibite, in modi diversi, (proibito il commercio ma non la singola dose) nella maggioranza dei paesi occidentali. In molti paesi sono proibiti solo in teoria, ma nella pratica tollerati. In Olanda si possono consumare in locali pubblici appositi o comprare in dosi controllate. Oggi la canapa è ancora usata come terapia per ridurre la pressione sul globo oculare in chi ha il glaucoma, e per evitare nausea e vomito in chi è in chemioterapia. Si può sostenere che la marijuana sia una droga leggera e quindi praticamente innocua? Sì e no. Paragonata ad eroina, cocaina, crack e LSD è senza dubbio una droga leggera. Lo stesso uso cronico provoca un aumento della tolleranza (non paragonabile, per esempio al crack), può provocare malattie polmonari e ridurre la fertilità. Si può verificare anche una specie di sindrome da astinenza caratterizzata da mancanza di appetito, naso gocciolante, diarrea e sudorazione. E' una droga leggera ma non innocua poiché, proprio come l'alcol, è alla base di numerosi incidenti automobilistici, nei paesi nei quali è largamente diffusa. 12. IL PCP O POLVERE DEGLI ANGELI Nel 1959 è stata sintetizzata una sostanza chiamata PCP (fenciclidina) da usare come analgesico al posto degli oppiacei, che davano dipendenza. Essa sembrava ridurre il dolore non tanto eliminandolo quando producendo invece un distacco dalle sensazioni corporee. Il PCP è chimicamente diverso dalle altre droghe e provoca effetti singolari, per cui è considerato un psicoattivo a sé stante. Nel 1967, a quattro anni dalla sua commercializzazione farmaceutica, l'uso del PCP venne dichiarato illegale. Come tutti gli altri psicoattivi entrò subito nel commercio illegale, anche perché è di facile produzione ed ha un basso prezzo. Oggi viene spesso aggiunto a droghe più leggere. Il PCP ha effetti diversi sulle persone che lo assumono, alcuni raggiungono uno stato di benessere e sicurezza, altri diventano nervosi e timorosi. La comprensione del tempo subisce distorsioni. La capacità di giudizio crolla e l'individuo può diventare aggressivo e violento. Singolari sono poi le alterazioni fisiche: non si sente più il dolore, gli occhi si muovono in modo incontrollato, aumenta la pressione sanguigna e la frequenza del battito cardiaco, si perde il controllo dei muscoli. Con dosi maggiori si hanno anche allucinazioni, paranoia e scoppi di violenza. Uno degli effetti più strani della polvere degli angeli è che paranoia ed esplosioni di violenza possono accadere diversi giorni dopo, quando la persona sembra essere tornata normale. L'insensibilità al dolore, la paranoia e gli scoppi di violenza hanno portato ad un gran numero di feriti, suicidi e morti accidentali, (spesso incidenti automobilistici). 13. IL SECOLO FINISCE CON LE PILLOLE: ECSTASY, ECC.

Negli anni Novanta l'Europa viene investita da un nuovo fenomeno, la forte diffusione tra le masse giovanili di nuovi psicoattivi, quali l'ecstasy. Anche l'ecstasy, il cui primo nome era sympatogen, è un derivato delle amfetamine. Veniva usato da alcuni psicanalisti per rendere più estroversi e comunicativi i propri pazienti (ed anche ben disposti a pagare laute parcelle). L'ecstasy provoca l'aumento della produzione della serotonina, aumenta la temperatura corporea e il battito cardiaco. Da un'indagine del Corriere della Sera del 1999, risultava che il 5% dei ragazzi italiani tra i 15 e i 16 anni aveva provato l'ecstasy almeno una volta, che i consumatori abituali erano almeno 85.000, che i consumatori occasionali e potenziali erano 350.000. In Svezia il 38% di chi si rivolge alle strutture sanitarie per disintossicarsi, lo fa a causa da dipendenza psicologica dalle amfetamine. Il 35% degli abitanti di Stccolma ha provato le droghe sintetiche. Il 14% degli inglesi tra i 14 e i 29 anni ammette di aver fatto uso di ecstasy. In Slovacchia il 20% dei giovani usa le droghe sintetiche. Nonostante anche in Italia vi siano state alcune morti attribuite all'ecstasy, l'evento è molto raro. Ciò che invece è più preoccupante, in caso di assunzione continua, è il danno che provoca ad alcune parti del sistema nervoso centrale. Alcuni neuroni serotoninergici smettono di funzionare e ciò può provocare danni all'ippocampo, la zona del cervello che sovraintende a memoria e apprendimento. Per rigenerare nell'uomo questi neuroni sono necessari ben cinque anni. Vi sono in atto alcuni studi sul rapporto tra assunzione prolungata dell'ecstasy e caduta della libido e rischio del morbo di Parkinson. L'ecstasy dà dipendenza psicologica, l'uso è rafforzato dal consumo sociale o di gruppo, e i fattori di maggior pericolo sono l'indeterminatezza delle dosi, il mescolamento di sostanze diverse, l'associazione ecstasy ed alcol. Dopo l'ecstasy sono arrivati nuovi psicoattivi di origine chimica, spesso più potenti dell'ecstasy, quali la metiltioamfetamina o 4-MTA chiamata in gergo flatliner. Nel novembre del 1999 il ministero della sanità italiano, metteva fuori legge, per decreto, quattro nuove sostanze: • l'acido gammaidrobutirrico (GHB), un liquido giallo o rosa, venduto nei sex-shop e contrabbandato come "filtro d'amore" • il GBL o gammabutirrolattone • il 2C-B derivato della fenetilamina soprannominato nexus o erox • e la stessa metiltioamfetamina o 4-MTA.

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