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il Giornale di Licata Mensile di Politica, Cultura, Economia e Sport Supplemento di BAZAR SICILIA - Anno I - Numero 1 - Marzo 2009 - Reg. Trib. di Agrigento n° 282 del 28-01-2009 - Direttore Responsabile: Francesco Pira
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Editoriale
“La nostra piccola guerra quotidiana”
TURISMO? FA RIMA CON IMMOBILISMO
di Francesco Pira Qualche giorno fa ho chiamato a Gerusalemme Claudio Pagliara, il corrispondente della Rai, che nei giorni più terribili della guerra sulla Striscia di Gaza è stato lì a raccontare a noi, seduti in poltrona, come morivano anziani, donne e bambini. Dovendo fare un'intervista per la Web Radio dell'Università di Udine, che ho l'onore di dirigere ,ho cercato di farlo parlare su come un inviato vive l'incredibile alternarsi tra vita e morte, tra speranza e rassegnazione, tra il silenzio ed il frastuono. Ho ripensato alle parole di Gandhi: la non violenza è la più alta qualità del cuore. La ricchezza non vale a conseguirla, la collera la svia, l'orgoglio la divora, la gola e la lussuria la offuscano, la menzogna la svuota, ogni fretta ingiustificata la compromette. Le parole del bravo Claudio Pagliara incredibilmente si sovrapponevano nella mia mente a quelle di una mia amica dirigente pubblica (si, anche loro hanno un'anima) che mi confessava a cuore aperto: “secondo me questa crisi economica ha fatto diventare tutti più cattivi, riflettici”. Da quando me lo ha detto ho cercato di fare piccole verifiche quotidiane su quanto sappiamo essere non violenti. Su quanto ogni giorno pur definendoci pacifisti non avviamo piccole grandi guerre per affermare quanto abbiamo ragione. O subiamo quasi atterriti violenze verbali da parte di chi pensa di avere sempre il coltello dalla parte del manico. Di essere vincente, di aver capito tutto dalla vita. Certo ripensando a quanto scrive Herman Hess: soltanto in guerra è permesso uccidere, perchè in guerra nessuno uccide per odio, per invidia o per proprio tornaconto, ma perchè è richiesto dalla comunità. Ecco noi è come se avessimo una richiesta precisa dell'umanità e forse anche il fatto di non arrivare nemmeno alla seconda settimana con lo stipendio ci rende per forza più cattivi. Entriamo in guerra anche per le piccole cose. Ed il Medioriente ci sembra lontano. “Gerusalemme è una città santa -mi ha detto Pagliara e chi ha tentato di conquistarla ha dovuto cambiare idea”. Si ma ci ha anche narrato immagini incredibili di morte e di sofferenza di questa guerra inutile, come del resto tutte le guerre. La sensazione che viviamo in questi giorni sovverte l'idea di Aristotele che facciamo la guerra per poter vivere in pace. E' lontano questo concetto. Facciamo la guerra per sopravvivere, per aver ragione sull'altro, per non essere solidali. Del resto Hesse ha sottolineato che la pace non è una condizione paradisiaca né una forma di vita in comune, frutto di accordo. E' qualcosa che non conosciamo, che soltanto cerchiamo, e a cui aspiriamo; la pace è un ideale. Già un ideale che forse non abbiamo tutti. Basta guardare
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La scomparsa del cantante licatese d’adozione
CIRO, NOI NON TI DIMENTICHEREMO il silenzio colpevole del Comune
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I PASSI DEL GAMBERO Il Sindaco Graci ha “cancellato” Licata dalla Bit di Milano
di Giuseppe Patti Sul turismo abbiamo fatto un grande passo…indietro. Nel 2007 e nel 2008 Licata ha visto crescere a dismisura il numero di posti letti disponibili e dopo la partecipazione alle fiere di Milano, Lugano, Genova, Dussendorlf, si alimentava la speranza che finalmente il turismo per il nostro territorio sarebbe divenuto presto realtà, ma all'improvviso ecco la scellerata decisione dell'Amministrazione Comunale in carica di non partecipare alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano. L'evento di promozione turistica più importante d'Italia, ha confermato i numeri record dello scorso anno. Le presenze complessive sono state 153.800, di cui 101.000 operatori professionali (81.500 italiani e 19.500 esteri). La Sicilia ha presentato uno spazio espositivo di grande impatto scenico. Licata….e l'intera Provincia di Agrigento? sparite come per incanto, dal panorama turistico internazionale. L'Assessore al Turismo Claudio Morello, fino a quando è rimasto in carica non
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La nostra città piena di barriere di Viviana Giglia “Licata città di mare” questa è ciò che ci salta agli occhi non appena ci imbattiamo nelle segnaletiche agli ingressi della nostra cittadina. Forse è una cittadina che sta provando ad emergere, se pur tra le infinite difficoltà, la strada è veramente ancora molto lunga. Ma, di fatto, cosa si sta facendo? E' pur vero che si stanno realizzando nuove strutture per accogliere i turisti, sono iniziati i lavori del porto turistico, ma una domanda credo sia lecita: Licata è pronta ad accogliere tante persone? Beh! credo che prima di rispondere dobbiamo fare un po' il punto della situazione. Lo scorso anno, abbiamo assistito a mesi di campagna elettorale scandita da tante belle parole, promesse che spaziavano dal turismo, sanità, pesca, e tanto altro ma, quante volte è pronunciata la parola “disabili”? Ecco il punto. Ci sono dei cittadini, che pur appartenendo all'elettorato attivo, nessuno pensa. Mi riferisco ai
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- Edizione Marzo 2009
Interventi - lettere - mail - sms
A proposito di società, liquida di Germana Peritore Caro Direttore, mentre leggevo il tuo scritto Amore e sesso nella società liquida, mi venivano in mente tante cose, più o meno recenti. Una di queste è Sex and city, seguito con interesse, attenzione e divertimento da un notevole pubblico femminile. Ho detto femminile, con qualche eccezione maschile. Infatti, tutte le volte che ho avuto occasione di conversare sul fortunato serial, sul meritato successo di quel prodotto televisivo ben realizzato e focalizzato al femminile, con intelligenza, dialoghi frizzanti e disinibiti, con una buona dose di ironia e, soprattutto, di autoironia, ho avuto sempre lo stesso risultato: le donne erano d'accordo con me, gli uomini no, anzi, questi mi rispondevano con sufficienza, aggiungendo che quella era robetta e che non valeva la pena guardarla. Ma io, anziché infierire insistendo, e sarebbe stato facile, ero affascinata dal problema. Perché quasi tutti gli uomini mi rispondevano infastiditi? E perché i pochi che facevano eccezione erano uomini dotati di sense of humour? Insomma in Sex and city i personaggi maschili generalmente non fanno una bella figura o, meglio, sono filtrati attraverso il punto di vista delle donne. Tutto ciò risultava spiazzante per la maggior parte degli spettatori maschi? Perché? Sex and…è un prodotto emblematico di una società dove il femminile e il maschile si manifestano attraverso nuovi modelli? L'amicizia fra donne disinvolte sessualmente e disincantate, spietatamente sincere ma solidali fra loro dava fastidio a chi preferisce donne rivali di altre donne e attribuisce l'idea dell'amicizia esclusivamente al mondo maschile? E dunque ripensavo alla tua società liquida, all'eros, al matrimonio, al sesso, all'amore, ritornando alle tre giovani donne di cui tu parli. Tre donne che parlando tra loro tracciano situazioni amorose assai diverse, ma certamente se fossero state sei o sette avrebbero complicato ulteriormente il quadro. Ma io mi chiedo: la complicazione nel definire il rapporto amoroso appartiene al presente oppure è nata quando si è presentato un nuovo modello culturale e comportamentale nella società occidentale? Nella mia professione ho frequentato la letteratura, in particolare quella europea e dunque cerco di trovare qualche risposta là dove mi muovo con maggiore familiarità. Tre sistemi o convenzioni vi si sono costituiti e ciascuno prevedeva specifiche situazioni sociali, concezioni del mondo e peculiari forme di
espressione. Gli studiosi li hanno definiti amore cortese, amore petrarchesco, amore romantico, in un arco temporale che va dal medioevo alla rivoluzione industriale. Ma quei modelli letterari, e questa è la cosa più interessante, erano anche modelli di comportamento. I primi due erano più semplici e rivelavano una poesia d'amore dove il matrimonio non era previsto e l'amore, idealizzato o no, adultero o no, era fuori dal patto sancito dal matrimonio. Il terzo, più recente, è invece il più complicato da descrivere perché rappresenta la concezione dell'amore più diffusa e nella quale siamo immersi. In parole semplici è la nostra. E qui salta fuori la complicazione: l'amore romantico nasce come realizzazione, finalmente autorizzata, nel matrimonio e quindi nella famiglia, dell'amorepassione. Senza dimenticare che questa concezione dell'amore era stata resa possibile dalla nuova organizzazione della famiglia, quella nucleare borghese. Non più una famiglia allargata, ma un nucleo costituito dalla coppia. Esistenza a due. Ma paradossalmente ciò che favorisce si rivela ostacolo e la famiglia respinge l'amore-passione nella forma di esistenza a due. Caro Direttore, sarebbe interessante poter parlare di quante complicazioni tutto ciò abbia determinato e nel mondo letterario e nei modelli comportamentali, ma non vorrei annoiare i lettori. Sinteticamente mi fermo all'evidenza letteraria dove i processi possono essere: l'amore passione viene ulteriormente sublimato o nel sogno o nella morte; oppure conduce all'autodistruzione o alla distruzione (dell'uno a causa dell'altra e viceversa); o al compromesso ( conciliare l'amorepassione con gli istituti sociali e la famiglia assume un volto ambiguo dell'isola felice all'interno di una società minacciosa, oppure di un teatro di tensioni e frustrazioni, di vizi privati e di pubbliche virtù). Quanto a sesso, eros, amore, credo che spesso si faccia confusione e che quanto al primo ce ne sia tanto, del secondo ci sia poco, in una società dove manca il de-siderio, e infine che l'amore appartenga all'enigma. Caro Direttore, il discorso a questo punto preferirei interromperlo, per non allargarmi troppo, ma se tu lo riterrai opportuno, si potrebbe riprendere sul Morelli pensiero e magari Platone o Baudrillard e tornare alle tue tre giovani donne e anche Sex and city. Parliamone.
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA “LA NOSTRA PICCOLA ...” cosa accade a Lampedusa, a Guidonia, a Roma, nel nostro piccolo o grande centro. Sono piccole guerre in tempo di pace. E queste le abbiamo vicine. Poi ci sono le altre che ogni tanto Amnesty o altri ci ricordano. O che i media ci fanno rivedere Scontri cruenti, morti, feriti, immagini di dolore e di pianto. Ed anche a Licata, pensate al clima che si è venuto a creare per l'assenza totale di un governo credibile. Un sindaco, Angelo Graci, che ripete da mesi che vuole azzerare la giunta, promette assessorati, e poi non appare per giorni interi. Fuori dalla porta della sua stanze decine di persone che non hanno cosa mangiare che non sanno come fare. Non c'è progettualità, non c'è un programma di governo preciso. Gli assessori vivono alla giornata non sapendo se realmente tra qualche tempo il sindaco azzera o invece no. Il Carnevale è stata una vera tragedia e persino la vicina Canicattì ci ha dato lezione. Mancano i servizi fondamentali. Su acqua e immondizia ci sono contenziosi aperti. Sul porto turistico il Consigliere Giovambattista Platamone, in una interrogazione, ha spiegato che
potrebbe essere un nuovo lodo Saiseb. E' soltanto una riflessione sulle nostre battaglie quotidiane. E' un modo per non illuderci che la guerra non è soltanto quella in medioriente o negli altri focolai più o meno ricordati. E' un modo, come dice l'uomo più potente del mondo, Barack Obama, per promuovere la causa della pace. Noi nel frattempo dobbiamo iniziare le nostre piccole cause di pace. Tutti i giorni nel nostro piccolo, difendendo i nostri diritti, quello di amare, di esseri umani che devono essere rispettati e rispettare, che devono provare ad essere meno cattivi anche se non guadagnano quanto vorrebbero. Per questo non rispondiamo ad attacchi di nessun tipo. Siamo sereni del nostro lavoro,della nostra professionalità e della nostra onestà. O forse dovremmo replicare quanto teorizzato da Oscar Wilde: fino a quando la guerra sarà vista come una cosa crudele, avrà sempre un suo fascino. Quando sarà considerata come volgare, cesserà di essere popolare. Francesco Pira
il Giornale di Licata
Immondizia, anche io sono indignato Caro Direttore Pira, prima di entrare al centro del discorso, mi permetta di farLe i complimenti per la sua iniziativa editoriale. Come Lei, anche io sono indignato per "l'affaire" immondizia che periodicamente si presenta nella nostra città. I rimedi ci sarebbero, potremmo anche essere autosufficienti con la raccolta differenziata porta a porta, conferendo alla discarica di Siculiana (o a quella di Campobello quando e se la riapriranno) abbattendo notevolmente i costi. Ma Lei è convinto che il Licatese medio sia pronto per una raccolta differenziata porta a porta? Io, purtroppo e molto realisticamente, sono convinto di no. Apro una piccola parentesi a mo' di paragone. Mio padre è nativo di Salerno, spesso mi capita di andare a trovare i parenti che abitano a Pontecagnano (piccolo comune a circa 20 km da Salerno). Lì la raccolta differenziata (umido, carta, plastica, alluminio, vetro, indifferenziabile) si fa dal 2001. Inizialmente i cittadini hanno avuto difficoltà e qualche malumore (come è ovvio). Adesso la fanno tutti, indistintamente. Tutta la provincia di Salerno oramai effettua il riciclo. Risultato: provincia pulitissima e mai visto un sacchetto per strada come nella vicina Napoli. Ritorno alla domanda di qualche rigo sopra: secondo Lei, Licata e i suoi cittadini potrebbero essere ai livelli di civiltà di Pontecagnano? Ribadisco il mio no. Io già vedo, e purtroppo conosco, persone che non divideranno l'umido dall'indifferenziabile, la carta dalla plastica. Triplo lavoro quindi per gli operatori ecologici che nei giorni di ritiro di una materia si trovano sacchetti con tutt' altro materiali. Per non parlare dei bidoncini che si dovrebbero mettere davanti ogni abitazione o condominio. Conoscendo la gioventù perlopiù sbandata del nostro paese, quanti saranno avvolti dalle fiamme il sabato sera? Io credo non meno di una decina (quindi con altri costi per la sostituzione). Come si potrebbe "educare" il Licatese a una cultura più civilizzata? Caro direttore, le linko un articolo apparso qualche giorno fa sul blog di Beppe grillo riguardante idee per una migliore gestione dei rifiuti. Magari lo ritiene interessante e lo potrà inserire in una successiva edizione del suo giornale. Magari qualche nostro governante lo potrà leggere e potrà così avere un'illuminazione per migliorare questo nostro paese. http://www.beppegrillo.it/2009/02/comuni_a_cinque_stelle_sviluppo.html Mi scusi se mi sono dilungato troppo. Le invio i miei più cari saluti. Luigi Quaranta
Io casalinga disperata per la “monnezza” Caro Direttore Francesco, scusa se ti chiamo Francesco ma ti conosco da quando eri piccolino. Chi ti scrive è una casalinga "quasi disperata", quasi disperata non per la sua vita familiare, bensì per la "monnezza". Un giorno buttando i miei rifiuti negli appositi "cassonetti" e guardando un pò in giro, ho visto quanta plastica ed altro ci fosse qua e là. Sono tornata a casa con il buon proposito di fare la differenziata. Detto fatto, ho incominciato: sacco per la plastica, sacco per il vetro, sacco per la carta, sacco per le lattine e così via. Abitando sulla bellissima collina licatese non posso smaltire i rifiuti di casa mia ogni giorno, anche perchè il primo cassonetto per la raccolta si trova a più di un chilometro ed essendo uno solo, senza la compagnia di quelli così ben colorati per la differenziata, capirai che per me, piena di buona volontà, sono iniziati i problemi per lo smaltimento. Ma non ho desistito dal mio proposito. Mi sono detta, quando saranno pieni li conferirò presso i punti di raccolta". Intanto ho potuto constatare, che tra bottiglie per l'acqua, contenitori per i vari detersivi, per le uova e plastica di tutti i tipi ho riempito un sacco nero per i rifiuti in una settimana. E così nel giro di poco tempo mi sono ritrovata davanti casa una bella raccolta di rifiuti non smaltiti. Tu mi chiederai, perchè non smaltiti? Non smaltiti tutti! Perchè una parte li ho conferiti presso i punti di raccolta, ma poi ho desistito dal farlo perchè troppo lontani da casa mia e perchè per arrivarci dovevo sobbarcarmi tutto il traffico cittadino e la mancanza di una sosta adeguata presso i CAM. Ma perchè la "Dedalo" non ci aiuta? Pochi giorni fa mi è capitato di vedere su Rai3 un servizio sulla raccolta differenziata in provincia di Trapani Trapani? In Sicilia? Gibellina? Gibellina! Ma Gibellina è così vicina a noi che mi sembrava facesse parte della provincia di Agrigento (confesso la mia ignoranza). Tutto funziona alla perfezione tanto che il WWF ha premiato la provincia. Ai cittadini vengono dati i contenitori per la raccolta e nei giorni stabiliti viene fatta la raccolta porta a porta. Vorrei fare tramite il tuo giornale una domanda al presidente della Dedalo Ambiente "Presidente: le sembra un sistema pratico per le famiglie che vogliono fare la differenziata, conferire personalmente i sacchi pieni di plastica ed altro presso i CAM? prima o poi si stancheranno e non servirà a niente la tessera raccogli punti per premiare i volenterosi. Caro presidente abbiamo bisogno di un sistema più semplice.”. Io personalmente, e con me un'altra decina di famiglie che abitano nella mia zona, mi accontenterei ( non dico dei sacchi neri, quelli continuerò a comprarli), ma che almeno fossero messi i cassonetti adeguati. Mi auguro che la mia quasi disperazione per la mancanza di questi cassonetti possa passare presto, altrimenti per farmela passare sarò costretta a fare come prima: Cioè tutto insieme tristemente. "Povera terra mia", cari saluti e tanti auguri per il tuo giornale. Maria Antonietta D.
La Città
il Giornale di Licata
Edizione Marzo 2009 -
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Che Licata sarebbe “invasa” di pale?
Il vento spazzerà via la crisi
di Angela Amoroso
di Achille Furioso
Tema: Una giornata al mare. Svolgimento: immaginate una bella spiaggia, provate, nonostante il clima rigido e freddo di questi ultimi mesi, a vedervi distesi in costume a prendere il sole su un telo da mare, magari con un gelato o a bere una bibita rinfrescante, e poi per combattere l'arsura fare un bel bagno. Alzando gli occhi verso l'orizzonte, non troppo lontano, vedere delle pale… no, non avete letto male, potreste vedere delle pale, eoliche; e non una decina, ma ben 109 pale, alte più di cento metri, posizionate a 3 a 5 miglia dalla costa che potrebbe andare tra Licata, Gela e Butera. Un panorama dagli intenti ecologici sicuramente, ma mostruoso e inquietante per tutto il resto. In primis tra gli aspetti negativi bisogna porre l'effetto contrario sul settore turistico: più che incentivare gli imprenditori ad investire nella nostra città il loro denaro in special modo nelle zone marittime, si produrrebbe un “Si salvi chi può” da Licata e dalle sue “pale sul mare”. E poi ancora cosa dire delle strutture alberghiere, ristorative e turistiche recentemente apparse? Cosa inserire nelle loro brochure volte ad attirare i turisti: camere con vista “parco eolico”? Ma oltre al settore turistico un'altra attività altrettanto importante non trarrebbe nessun beneficio: stiamo parlando della pesca. Le barche dei pescatori per poter gettare le reti devono trovarsi a una distanza minima di circa 5
miglia dalla costa. Ciò significa che se il progetto dell'off shore dovesse realizzarsi i barcaioli dovrebbero barcamenarsi tra le pale, fare una sorta di slalom, e poi magari superati tutti gli ostacoli il rischio di non prendere nessun pesciolino, perché gli abitanti del mare possono decidere di spostarsi in altre zone e sottofondi, visto che ogni pala sarà ancorata a 30 metri di profondità. Quello del fondale marino è un problema da non sottovalutare non solo per ciò che riguarda la pesca, ma anche per evitare che tutto ciò che si trova nei nostri fondali, risalente ai conflitti bellici passati, non sia completamente distrutto e deturpato, e perduto per sempre. E infine punto da non trascurare, bisogna anche aggiungere che le royalties, cioè le quote spettanti per l'energia prodotta dalle pale eoliche, non andrebbero al comune di Licata, e neanche ai vicini Gela e Butera, ma sarebbero indirizzate esclusivamente allo Stato. Il progetto del parco eolico off shore che dovrebbe sorgere nei litorali tra Licata, Gela e Butera balla ormai da un anno, da quando l'Enel e la ditta costruzioni Moncada di Agrigento hanno proposto di costruire questa struttura. A dire no al parco eolico off-shore le tre Amministrazioni dei Comuni interessati, e anche gruppi spontanei di cittadini e di associazioni che dicono no. Ma importante da sottolineare: il loro no, non è tanto al progetto che riguarda l'impianto eolico, quanto
alla seconda parte del suo nome, che ne indica la localizzazione. Off Shore, sul mare. Ciò che si contesta, infatti, è la localizzazione scelta. Ed è proprio per questo che i pareri negativi non sono mancati e non mancano attualmente. L'Amministrazione comunale licatese ha già incontrato più volte i colleghi di Gela e Butera, e il loro fronte
comune del no continua e persiste. Da alcuni mesi è sorto anche un comitato spontaneo cittadino per dire no all'eolico, chiamato “Difendi Licata”. E poi ancora, per ultimo ma non meno importante, l'impegno mostrato dalla neo associazione “Movimento Giovani Licatesi” che si interessa dei problemi della città e cerca di apportare il proprio contributo. Che dire, dopo questo excursus la realizzazione del parco eolico appenderebbe Licata… al palo, non quello dell'eolico bensì quello dell'ennesima sconfitta.
Tanti dolci per un grande messaggio d’amore La Scuola Media “G. De Pasquali” contribuisce alla causa Pro Ellison con una fiera del dolce
di Silvia Antona Anche gli alunni della Scuola Media “G. De Pasquale” hanno dato il loro contributo a quella che ormai da mesi si è tramutata in una vera e propria maratona di solidarietà a favore della piccola Ellison. Ellison è una bambina licatese di cinque anni che, affetta da una grave malattia sin dalla nascita, necessita di cospicui fondi (almeno 80.000 euro) per sottoporsi ad un costoso ciclo di cure in Florida che potrebbero migliorare sensibilmente le sue condizioni di salute. Gli alunni delle classi II e III A, coordinati dalle Prof. sse Giovanna La Rocca e Anna Ardente, lo scorso 21 Febbraio hanno allestito una bellissima sagra del dolce lungo i corridoi dell'istituto, che per l'occasione sono stati addobbati con
ghirlande colorate e festoni di ben curata fattura. Oltre cinquanta le varietà di leccornie proposte, tra torte alla
frutta, ciambelle al cioccolato, crostate di mele e dolcetti a pasta fritta. Alla sagra sono stati invitati tutti gli alunni dell'Istituto Comprensivo “F. Giorgio”. Ospite indiscussa dell'evento è stata proprio lei, la piccola Ellison che ha partecipato alla festa accompagnata dalla
mamma, la sig.ra Maria Nicosia. Dalla vendita dei dolci sono stati ricavati ben 1220 euro, una somma strepitosa che nessuno tra i ragazzi e gli insegnanti si sarebbe mai aspettato. “Evidentemente dichiara Maria Nicosia il caso è riuscito a smuovere le coscienze di tutti, anche quelle dei più piccoli. Sono contenta che si manifesti cosi tanto amore nei confronti di mia figlia. Ogni contributo, piccolo o grande che sia, è come un piccolo anello che va ad aggiungersi a quella lunga catena che un giorno mi permetterà di agganciarmi direttamente alla Florida e quindi ad una speranza più concreta per la vita di mia figlia”.
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA “I PASSI DEL GAMBERO” ha mai speso una parola ( una sola) per il nostro turismo, non ha convocato gli imprenditori, non ha programmato con loro iniziative promozionali, non ha discusso della prossima stagione estiva. Adesso Morello si è dimesso e il Sindaco non ha provveduto ad assegnare la delega del turismo ad uno dei suoi Assessori. Alla faccia di quegli imprenditori che realizzano Bed and Breakfast, Camping, Alberghi e Villaggi. Il 2009 sarà l'anno del Gambero per il turismo cittadino, anche la prossima estate i turisti del Serenusa Village scenderanno al capolinea di Piazza Progresso spaesati, non troveranno informazioni turistiche, non sapranno come raggiungere Castel Sant'Angelo e non visiteranno mai le splendide spiagge ad ovest della città. Andranno via da Licata portando con se un ricordo anonimo della nostra città. Gli imprenditori dovranno arrangiarsi come potranno, senza nessun supporto da parte del Comune di Licata che, “Motu Proprio”, non risponde mai al telefono e ha deciso di cancellare tutti gli appuntamenti promozionali. C'è la crisi si dirà, ma al Sindaco che non risponde mai al telefono, che si nega ai cittadini e agli operatori dell'informazione, che non ha mai convocato una conferenza stampa e che non è mai andato in tv per dirci cosa ha fatto da sette mesi a questa parte per fare crescere la nostra città chiediamo: ”DICCI COME VUOI FARE CRESCERE IL SISTEMA TURISTICO LOCALE”. E' l'unico modo che abbiamo per comunicare con il Primo Cittadino, saremo felici di ospitare un suo intervento di risposta in merito. Giuseppe Patti
Diversi comparti dell'industria mondiale procedono al ridimensionamento di stabilimenti ed organici. L'auto va male; FIAT prepara le valigie da Termini Imerese; record di cassaintegrati in Sicilia; sono dati che scoraggerebbero anche i più ottimisti. A far sperare in bene in questo periodo nero è un comparto che non conosce crisi e che anzi proprio in questi anni si è sviluppato tantissimo, è il settore delle energie rinnovabili; eolico in testa.
Lo sviluppo è avvenuto maggiormente nel sud Italia, Sicilia compresa. Attualmente sono attivi sul suolo siciliano 28 impianti eolici, 6 solo nella provincia di Agrigento per una potenza totale di 725 MW( megawatt). La costruzione di almeno altri 19 impianti, per una potenza di 1350MW è rimasta bloccata in fase di autorizzazione, poiché da due anni la regione Sicilia non convoca la conferenza di servizi, organo che rilascia le autorizzazioni V.I.A. (Valutazione impatto ambientale) indispensabile per procedere alla costruzione di un impianto eolico. Lo stallo è stato superato con il varo, da parte della giunta regionale, del piano energetico regionale stilato dall'assessore regionale all'industria Pippo Gianni. Stabilite norme più severe per le aziende che vogliono investire nel settore delle energie rinnovabili, per evitare che le opere iniziate restino degli incompiuti. Saranno favorite le aziende che sposteranno sede legale e fiscale in Sicilia, permettendo alla regione di incassare direttamente tasse, che altrimenti sarebbero destinate allo stato. Zone costiere, altopiani e colline sono i maggiori candidati ad ospitare le pale eoliche, grandi strutture formate da una torre che può raggiungere i 100 metri di altezza alla cui sommità è posta un'elica che fatta ruotare dal vento mette in moto un generatore di corrente elettrica. Licata, che già ospita sul proprio territorio un parco eolico quello di monte Durrà visibile già da Torre di Gaffe, è candidata ad ospitarne un altro, questa volta non su di una collina, ma in mare. Sarebbe il primo parco eolico marino d'Italia; tra i più grandi del mondo. Il progetto prevede l'istallazione di 115 pale, alte 100 metri con eliche di 110 metri di diametro, nelle acque del Golfo di Gela ad una distanza minima di 3 miglia marine(5 KM) dalla costa dove da poco sono in attività strutture turistiche. Per Angelo Biondi (MPA) ex sindaco di Licata “Un siffatto progetto metterebbe in crisi le iniziative turistiche in atto funzionanti”. Infatti, se il progetto andasse a termine, il panorama che si offrirebbe ai turisti non sarebbe più quello di un mare incontaminato, quello che tutti noi conosciamo, perciò continua Biondi “è inaccettabile pensare di collocare un impianto di tale impatto ambientale in contrasto con il modello di sviluppo che le amministrazioni locali si sono date, ma ci tiene a precisare Angelo Biondi che il suo dissenso non è immobilismo: “Il mio non è un NO all'eolico in generale, si può incrementare l'eolico con impianti meno invasivi e in luoghi dove non si comprometta il modello di sviluppo basato sul turismo”. Anche in questo caso internet si presenta come mezzo fondamentale per la comunicazione politica, infatti, dalle pagine virtuali del social network “Facebook”: (http://www.facebook.com/profile.php?id=1004739035&ref=profile#/group.php ?gid=46132757067) Biondi da vita al “Comitato del No al parco eolico off shore a Licata”. Gli iscritti sono già molti, giovani licatesi ma anche chi licatese non è, ma che durante l'estate si trova a Licata e conta di ritornarci e ritrovarla così come l'aveva lasciata. É con questo tipo di parchi, costruiti sul mare, che l'EWEA, European Wind Energy Association conta di far superare la crisi economica che attanaglia tutti i paesi dell'unione europea. Secondo le stime dell'EWEA, il settore dell'eolico e l'indotto che si verrebbe a creare garantirebbe 325 mila posti di lavoro entro il 2020 con una produzione di energia verde attorno al 12/14% del fabbisogno generale, ottenendo un doppio guadagno; in salute per il pianeta ed in ricchezza per le economie del continente.
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA “LA NOSTRA CITTÀ PIENA ...” diversamente Abili, sì proprio le persone che rubano lo sguardo dei passanti perché “diverse” ( fatto discutibile ). Vi chiedo di fermarvi un attimo a guardarvi attorno: strade disastrate, scivoli dei marciapiedi( c/so Umberto,c/so Roma,c/so Serrovira ) un vero pericolo per chi , come me, deve percorrerli in carrozzina, sempre se le persone gentilmente non occupano il passaggio parcheggiandovi( nessuno dice niente) o non vengono occupati da vasi con piante ( c/so Serrovira), poi ancora: tante le barriere architettoniche di negozi, chiese e uffici comunali, a tal proposito devo evidenziare un grande errore o orrore, dipende da come lo si interpreta, mi riferisco all'ubicazione del dipartimento servizi sociali in particolar modo dell'ufficio assistenza, è al primo piano senza ascensore. Da anni è lì e mai nessuno ha fatto qualcosa. Altro orrore: tempo fa dovevo rinnovare la carta d'identità e indovinate? L'ufficio di Piazza GONDOR è inaccessibile. Però a tutto questo chi ci pensa? E potremmo andare avanti ad elencare molto altro, perché a Licata alcuni cittadini non sono tenuti in considerazione da nessuno e su questi esistono ancora, nel 2009, un'infinità di pregiudizi. Tornando all'inizio “Licata città di mare”, ma per chi? Quindi è pronta Licata ad accogliere i turisti? Una grande pedagoga riconosciuta a livello mondiale fu Maria Montessori che sosteneva la teoria per la quale una nazione priva della capacità di istruire ed investire sui suoi bambini è una nazione che non sa progettare e tutelare il proprio futuro. Io sostengo che un paese, nel nostro caso, incapace di risolvere almeno i problemi risolvibili dei Disabili è un paese debole nei confronti della nostra categoria, ma altresì incapace di progettare soluzioni per tutti visto che per molti la sola vecchiaia è fonte di riduzione delle capacità quindi di disabilità. Viviana Giglia
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La Città
- Edizione Marzo 2009
il Giornale di Licata
LICATA, PERDE UN AMICO: È MORTO CIRO SEBASTIANELLI Un silenzio inspiegabile del Comune
Un “nostro” figlio adottivo di Francesco Pira
di Gennaro De Marco Né un fiore, né un gesto, né un telegramma di cordoglio alla famiglia. Il Comune di Licata ha fatto una vera e propria figuraccia con la famiglia Sebastianelli. Nonostante le nostre sollecitazioni e quelle di Luciano Russo, amico di Ciro, il Sindaco Graci, l'assessore alla cultura, Mulè, quello dimissionario allo spettacolo, Morello, non si sono degnati di scrivere due parole per ricordare quest' uomo che ha sempre portato alto il nome di Licata. Lui che prima di morire aveva espresso il grande desiderio di cantare al Teatro Re, di esibirsi in piazza per incontrare le persone che aveva conosciuto tanti anni fa. E neppure l'appello lanciato dal Direttore de "il Giornale di Licata", Francesco Pira, di far erigere un busto all'interno del teatro ha trovato una benché minima risposta. Dopo Rosa Balistreri c'è una nuova vittima della mancanza di memoria, della mancanza di cultura e di sensibilità. Ci dispiace davvero per questa caduta di stile del nostro Comune. I licatesi, li abbiamo sentiti, non sono sicuramente d'accordo con il silenzio inspiegabile del Sindaco Graci e dei suoi collaboratori. Certo non ci è rimasta bene la moglie Patrizia Lo Iacono, i tre figli, i suoi amici del cuore come il grande pittore Paolo De Caro, o tanti altri che come noi lo hanno stimato e voluto bene. No, Ciro Sebastianelli non meritava questo assordante silenzio. E' una vergogna Signor Sindaco Graci. Una vera vergogna.
L'ultima volta che ci siamo incontrati mi ha abbracciato e subito con il suo spiccato accento napoletano mi ha detto: “ho proprio desiderio di cantare in Sicilia, anzi nel Teatro Re di Licata. Ci verrei a piedi ti giuro”. A Licata erano legati i momenti più importanti della sua vita:il primo lavoro in trasferta, l'incontro con la donna della sua vita Patrizia che l'ha seguito ovunque nel mondo. Questo cantante arrivato secondo a Sanremo nel 1978 dietro Rino Gaetano, lo avevo conosciuto quando da ragazzo, a 16 anni, per la prima volta lo avevo intervistato in una radio locale a Licata città dove Ciro lavorava come impiegato dell'allora società dei telefoni Sip. Simpaticcissimo, con tanti ricci, nato a Napoli nel Rione Sanità, il quartiere reso famoso da Totò, il principe De Curtis, aveva stabilito negli ultimi anni la sua residenza a Nola, sempre vicino al capoluogo partenopeo. Proprio a Licata aveva iniziato la sua carriera di cantante esibendosi al Cinema Teatro Corallo e nei locali, prima di arrivare sui palcoscenici nazionali ricevendo consensi e premi. Ma Ciro era rimasto sempre se stesso. Qualche mese fa, quando la polemica nacque su qualche radio nazionale perchè la canzone di Giusi Ferreri Novembre sembrava molto simile alla sua Marta, mi aveva confessato “Figuriamoci se voglio far polemica faccio tanti auguri a questa cantante di successo”. Lui che aveva vinto premi e riconoscimenti con Vattenne, Laura, non cercava mai, neppure per un attimo di essere antipatico. A nessuno. Da vero signore partenopeo aveva glissato e neppure per un attimo aveva, seppure sollecitato, cercato la polemica. Quello a cui teneva tantissimo era portare portare in giro per l'Italia il suo ultimo lavoro Ciro Sebastianelli con Roberto Murolo intitolato “Il mio amico Roberto Murolo” Un CD ed un Dvd che fanno rivivere Roberto Murolo con tre brani inediti in esso contenuti: l'emozionante “E Canto“, brano di punta, supportato da un videoclip e composto proprio da Ciro
Sebastianelli, che lo interpreta insieme a Murolo, “Ave Maria Dolce Maria”, un inno religioso di Giovanna Pucciarelli, ”O Viento”, una poesia del padre Ernesto Murolo, poeta ed autore dell'epoca d'oro della canzone napoletana, con un sottofondo musicale inedito di Sebastianelli e Spagnol. “E' un lavoro mi ha spiegato Ciro nato grazie alla mia caparbietà e fedeltà al mio Amico e Maestro Murolo in cui ho superato i limiti del live. Deve essere considerato un album da collezione oltre che un testamento artistico”. E la morte, arrivata inattesa, gli ha impedito di poter godere di questo nuovo successo e di riuscire anche a realizzare un altro sogno: incidere una raccolta con tutti i brani che furono negli anni ottanta dischi ascoltatissimi. Quasi come se sapesse che non ci saremmo più rivisti mi regalò un cd con tutte le sue canzoni più belle e con la sua telecamerina filmò tutti i momenti del nostro incontro, registrando i ricordi della Sicilia, le battute, i racconti sul nostro passato, i programmi sul nostro futuro. E' stato un marito esemplare sempre impeccabile con Patrizia Lo Iacono (figlia dell'allora veterinario di Licata) e padre attento con i figli Valentina (laurea in sociologia, studia jazz al conservatorio), Alessandro (ingegnere meccanico all'Alenia) e Laura (Operatrice turistica). Amico di big della canzone italiana e napoletana come Roberto Murolo, Massimo Ranieri o Loredana Bertè, mai aveva vantato conoscenze per accreditare il suo lavoro. Oggi che Ciro ci ha lasciato, a soli 68 anni, rimane dentro un grande vuoto. Sarebbe bellissimo che fosse ricordato anche solo per un attimo a Sanremo. Che qualcuno dei suoi colleghi trovasse il modo per celebrare non soltanto la grandezza dell'artista ma anche la sua splendida umanità. “Sai quella volta che arrivai secondo a Sanremo mi confidò Rino Gaetano venne nel mio camerino e mi disse: Ciro secondo me vinci tu. Di sicuro non io. Invece poi arrivò primo ed io fui felice perchè per me era già un trionfo arrivare secondo”. Nessuno avrebbe mai immaginato che anche tra le braccia della morte Ciro sarebbe arrivato secondo dopo Rino Gaetano. Due ragazzi ribelli, cantautori di un'altra epoca, quando tutti pensavano che erano solo canzonette, invece si riusciva a cantare l'amore vero, senza fronzoli e volgarità. Addio Ciro.
ARTISTA, UOMO BUONO E CARO AMICO CI HA LASCIATI PROPRIO IL GIORNO DI SAN VALENTINO DOPO AVER CANTATO PER 50 ANNI L'AMORE
di Lorenzo Peritore Non avrei mai voluto scrivere di Ciro Sebastianelli per ricordarlo dopo la sua morte. Mi legano a lui ricordi incancellabili e straordinariamente belli e quando Francesco Pira mi ha informato per telefono dell'accaduto, sono rimasto stravolto e incredulo. Ho conosciuto Ciro, quando aveva poco più di vent'anni ed io ne avevo circa 16. Questo straordinario napoletano, brillante, allegro, disponibile e artista dalle grandi doti umane, arrivò a Licata come dipendente dell'Azienda dei Telefoni che allora si chiamava SIP e di Licata si innamorò immediatamente. A Licata Ciro si innamorò anche di Patrizia, nostra concittadina, attuale moglie e mamma dei suoi figli. I ricordi più belli ed intensi che ho di Ciro sono quelli sul palcoscenico del Cinema Corallo e nei locali dell'allora Circolo Petrella, sopra il Teatro Comunale Re, dove andavamo a fare le prove per i nostri spettacoli. Facevo parte di una storica compagnia teatrale composta oltre che da me dagli amici: Enzo Marrali, Lillo Ortugno, Gaetano Lo Presti, Gino
Chianta, Lillo Gangherossa, Enrico e Maurizio Lo Destro, Roberto Ortensi, Augusto Sorriso, tutti attori e cantanti, e Carmelo De Caro e Filippo De Marco scenografi. Le nostre rappresentazioni teatrali erano un susseguirsi di commedie e parodie musicali, sketch e stornellate, e Ciro Sebastianelli musicalmente era il nostro faro, l'astro che ci illuminava, l'arrangiatore di tutti pezzi e il nostro supervisore. Con la sua chitarra, che suonava già da giovanissimo con eccezionale bravura, era davvero una sicurezza per tutta la compagnia. Ricordo un suo assolo con il famosissimo brano “Apache” eseguito con la chitarra dietro le spalle, che gli procurò un applauso interminabile delle centinaia di spettatori che affollavano il Corallo. Ciro a Licata aveva anche messo su un complesso musicale che portava proprio il suo nome: “ I Ciros”. Nell'ottobre del 1968 Ciro sposò la sua Patrizia e qualche anno dopo andò via da Licata per intraprendere la carriera artistica che tante soddisfazioni poi gli diede. Da allora ci siamo persi completamente di vista, ma ci siamo
AGESCI Licata 2: vent’anni di impegno nell’educazione di Giuseppe La Rocca “Cercate di lasciare il mondo un po' migliore di come l'avete trovato”, questo sono le parole di un famoso discorso di Baden Pawell, fondatore degli scout; parole profonde pronunciate ai suoi scout. E sicuramente sono queste le parole che vent'anni fa, il 12 febbraio del 1989, hanno ispirato Andrea Mulè ed Anna Alesci (i primi capi gruppo) ed altri educatori a fondare il gruppo scout Licata 2. La storia di questi anni è stata costruita con fondamenta solide: l'impegno nell'educazione e l'attivismo nel sociale con l'intento di contribuire alla crescita di buoni cittadini e buoni cristiani. Un metodo educativo, quindi, che ha visto protagonisti centinaia di giovani, secondo una visione cristiana del mondo. La settimana appena trascorsa è stata quella dei festeggiamenti, attraverso una celebrazione eucaristica alla quale hanno partecipato i genitori dei giovani scout, una mostra fotografica, ed il momento solenne del rinnovo della Promessa. Un altro evento importante nel programma dei festeggiamenti per il ventennale dalla nascita
del gruppo, come ci spiegano Padre Totino Licata, Assistente Spirituale, ed i capi gruppo Annalisa Spadaro e Andrea Mulè, sarà l'organizzazione di un convegno sul valore educativo dello scoutismo, il prossimo 13 marzo a Licata, al quale parteciperà anche l'Assistente Spirituale nazionale dell'AGESCI don Francesco Marconato. Le attività di questi anni che hanno visto il gruppo essere presente con campi in molte parti d'Italia e d'Europa, come ci ha illustrato la Comunità Capi del Licata 2, continueranno con rinnovato entusiasmo ed immutato impegno nell'educazione dei giovani, attraverso quel metodo educativo dello scoutismo che si realizza in attività concrete proposte ai ragazzi, che sono incoraggiati ad “imparare facendo”.
risentiti per telefono la scorsa primavera, quando il nostro Direttore Francesco Pira, allora direttore de “La Campana”, fece su quel quindicinale un ritratto della carriera artistica di Ciro. Quella telefonata fu motivo di grande commozione, poiché parlammo dei tanti ricordi comuni e dell'amore che ancora Lui nutriva per Licata e i Licatesi. In quella occasione confidò anche a me che gli sarebbe piaciuto tanto venire a fare un concerto nella nostra città. Carissimo Ciro, non ce n'è stato il tempo, ma sappi che i tantissimi licatesi che ti vogliamo bene non ti dimenticheremo mai. Forse è un segno del destino il fatto che un artista che ha dedicato la sua vita a cantare l'amore, se ne sia andato proprio il giorno della festa degli innamorati. Caro Ciro, sono certo che l'amore e l'armonia delle tue canzoni, la tua inseparabile chitarra e l'incancellabile ricordo di tutti coloro che ti vogliamo bene e ti stimiamo, ti accompagneranno anche in quest'ultimo viaggio che hai intrapreso!! Buon proseguimento Ciro.
E' DECEDUTO GIUSEPPE LI PUMA, IL DECANO DEI MECCANICI LICATESI Il 5 febbraio scorso, mentre il precedente numero del nostro giornale iniziava ad essere distribuito, ha cessato di vivere il sig. Giuseppe Li Puma, per gli amici e i conoscenti Don Peppe. Uomo buono, socievole, disponibile, conosciuto da tutti e amico di tutti, Don Peppe è stato un bravissimo meccanico di auto dalla cui scuola sono usciti quasi tutti i meccanici che attualmente esercitano la loro attività nella nostra città. Alla moglie Signora Anna Caruana, al figlio Franco con la moglie Enza Iacona, alla figlia Sara con il marito Preside Enzo Pace e ai suoi 5 affezionatissimi nipoti, Giuseppe, Fabio, Davide, Angelo e Lavinia, le più sincere condoglianze dell'Editore Gennaro De Marco, del Direttore Francesco Pira, del collaboratore Lorenzo Peritore e di tutta la Redazione del Giornale di Licata.
L’ Approfondimento
il Giornale di Licata
Edizione Marzo 2009 -
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AMARE LICATA, ORA SI PUÒ ANCHE FARE SU FACEBOOK di Antonella Cammilleri La situazione potrebbe fare invidia al “Grido” di Edvard Munch. Nelle pagine del suo diario l'artista commenta la sua opera: “Camminavo lungo la strada con due amici, quando il sole tramontò. I cieli diventarono improvvisamente rosso sangue e percepii un brivido di tristezza. Un dolore lancinante al petto. Mi fermai… E sentii un immenso urlo infinito attraversare la natura”. Il personaggio centrale di quest'opera ha un viso che ricorda un teschio e le mani alla testa in gesto di disperazione… Provate a “scendere” in Piazza Progresso verso le otto di sera e ditemi se non provate la stessa sensazione. Che fine ha fatto Licata? Che tristezza! Siamo al regresso del progresso! Viene quasi da pensare che qualcuno, volutamente, voglia cancellare l'immagine di questa “sconosciuta” perla siciliana. Da più parti arrivano notizie sconfortanti… L'acqua che non c'è, la spazzatura che invece abbonda, i cani randagi divenuti padroni incontrastati della città a compensare il vuoto di un' amministrazione che non esiste! Ma è solo questo Licata? Per fortuna no! Licata è arte, è sole, è mare. Licata è un piccolo gioiello…E questo è quello che il mondo di Fb ha voluto far conoscere agli amici, agli amici degli amici, agli amici degli amici degli amici… Si! Proprio cosi'…In meno di 15 giorni 777 persone del gruppo “Welcome to Licata” hanno potuto ammirare le splendide spiagge licatesi, il liberty delle sue splendide ville, il cibo che in molte parti del mondo ci invidiano,
la flora, la fauna marina. Ma torniamo un attimo indietro. Tutto nasce quando, Angelo Biondi, ex sindaco di Licata, pubblica su Fb delle spettacolari foto su Licata. Il fotografo d'eccezione è Armando Sabella, responsabile dell'Ufficio Turistico del Comune. “Rubando” l'idea ad alcuni amici di Piazza Armerina, chi scrive propone all'ex sindaco di formare un gruppo per far
conoscere Licata ai nostri amici. Detto fatto! Grazie all'intervento tempestivo di Angelo Biondi nel giro di poche ore
le foto di Licata circolavano su e giù per l'Italia e fuori dai confini nazionali. E giù con i commenti: “ Anto, mi sono persa questo spettacolo? La prossima estate il primo tuffo lo farò a Licata” “CiAo LiKaTa Un BaCiO Da NaPoLi....un abbraccio a tutti miei amici likatesiiii a prestooooooo .....likata sei una meravigliaaaaaaaa”; “buongiorno a tutti sono parigino, i miei genitori sono licatesi, e la città la trovo veramente bella... J'aime la ville de Licata( Io amo la città di Licata) bonnasera a tutti” … Milano, Napoli, Firenze, Roma, ovunque le foto di Sabella hanno suscitato meraviglia. I nostri connazionali in Belgio, a Mosca, a Parigi hanno potuto “rivivere” angoli della loro terra ed emozionarsi… E' bastato veramente poco e questa terra che la natura ha voluto irrimediabilmente bella, che la storia ha fatto cosi' irrimediabilmente splendente è entrata nelle case di tantissima gente. Proprio come speravamo: “Per conoscere e far conoscere Licata. Un Viaggio attraverso il suo considerevole patrimonio paesaggistico, storico, archeologico, monumentale, enogastronomico…” Non ci aspettiamo che il mondo di Fb possa compensare l'assenza alla Bit ma cerchiamo di aiutare la nostra città che vorremmo “Bella e vivibile” come tutti i fan che hanno aderito al gruppo “Tutte quelle persone che vogliono Licata Bella e vivibile” , amministrato, sempre su Fb da Carmelo Ricceri… Saremmo lieti di ospitare nel gruppo i nostri amministratori….!
E io ho deciso di sparire di Anna Maria Scicolone
Ora posso decidere di sparire. Con tutto il mio corredo di immagini, di emozioni, di scritti. Me lo concede Facebook. Quella seconda vita che mi divertiva talvolta e perlopiù mi riempiva di obblighi e incombenze, almeno quanto la mia esistenza quotidiana, era per me divenuta gravosa e inutile. Grazie all'intervento di un'associazione dei consumatori americana, che ha ribadito la necessità di difendere la privacy degli utenti, io sono stata libera di praticarmi un'eutanasia virtuale. Insomma ho deciso di morire. Non morire davvero, ma nel social network più diffuso al mondo, che avevo utilizzato per cercare un'amica molto lontana, di cui non ho notizie da tempo. Ora tutti i miei amici e parenti, aggiunti durante il cammino virtuale, non avranno più idea di che fine abbia fatto. Sono sparita: ho attuato in piena coscienza il mio suicidio dal social network e senza che ad alcuno giungesse un necrologio, un piccolo avviso, una seppur telegrafica notizia del decesso. Sono andata via nel silenzio più assoluto, e, certamente con più leggerezza che nella vita vera, e senza che nemmeno i miei familiari dovessero versare una sola lacrima. Tutto ciò è avvenuto in un sistema definito virtuale, in cui si realizzano relazioni reali, in un ambito riconosciuto da tutti come “sociale”. E' stato un sollievo poter sparire così, senza sensi di colpa o paure, come nemmeno la vita in effetti a tutti concede, e senza che potessero giungere, anzitempo o in corso d'opera, i tentativi estremi di fermare la mia mano o di condannare la mia decisione. Chissà, se lo avessi voluto fare in modo clamoroso e non come Facebook ora concede, e cioè con un semplice click, forse anche il Governo se ne sarebbe interessato e mi avrebbe tacciato d'essere terrorista, asociale, amorale. Si sarebbero schierati contro di me tutti coloro che vorrebbero obbligarmi a rimanere vitale in un contesto a me estraneo, di
cui non riesco a cogliere il bene. Ma da me avevo emanato il verdetto su quella zavorra pleonastica, e avevo deciso, subito, di sparire di sentenza. E' la mia vita, d'altronde, mi sono detta e chi potrebbe obbligarmi a rimanere oggetto di attenzioni, di curiosità, di morbosità e chissà di cos'altro, forse business, perfino? Nell'impossibilità di sparire ero infatti costretta a sopportare che altri "avvertissero" la mia presenza. Così non è più. Sono nata in dicembre su Facebook e dopo due mesi ho voluto tirarmene fuori, tutto qui. La stranezza è che al momento di andar via, di dileguarmi e volatilizzarmi nello spazio e nel
tempo, ho subìto un piccolo interrogatorio, con il quale i creatori di Facebook mi chiedevano le ragioni del gesto estremo, ponendomi perfino delle opzioni di risposta: noia? non lo trovavi interessante? ti rubava troppo tempo? sarà una scomparsa temporanea o definitiva? Li ho liquidati rassicurandoli che sarei tornata, ma a quel punto si è aperta una finestrella più grande
per indicarmi uno spazio utile, ove spiegare in modo preciso le ragioni che mi avevano spinto a tale scelta. Insomma, che volevano sapere? mi ero scocciata di essere messa in croce anche per una innocente affermazione, che spesso non trovava alcuna condivisione, ma soltanto una serie di commenti a supporto dei miei denigratori. M'ero seccata di dover giocare a liberarmi da rapitori seriali, di rispondere a test idioti sull'entità della mia “sensualità a corte”, o, peggio ancora, di dover aiutare i miei compatrioti a difendere l'Italia, o di misurare il mio sfigometro. Per non parlare dei parcheggi, che già non ne trovi ogni giorno, quando vai al lavoro… poi la sera davanti al pc, per rilassarti, ti tocca di posteggiare tutto un autoparco. Tra i miei contatti c'è chi è felice di avere acquistato due pub, un ristorante, una decine di negozi in centro e non so quanti appartamenti. Se la passa bene soltanto sul web, invero; ma chi si accontenta gode, si dice. Uno che non abita in una grande città è costretto a scontrarsi spesso con un serie di persone odiose, ed è già uno sforzo doverne evitare il saluto, oppure riuscire prontamente a cambiare marciapiede. Su Facebook, apriti cielo, rischi di incontrare quelle stesse persone che ti invitano a “diventare amici”. A quel punto hai due opzioni: rifiutare e trovarti nell'orribile situazione di doverli incontrare nella vita reale, sottoponendoti ad un incremento apicale del disagio, oppure accettarne l'amicizia e sostenere perfino un sorriso, quando ti trovi faccia a faccia allo sportello delle Poste o incolonnato nel traffico. Evviva l'ipocrisia. E' cambiato il modo di incontrarsi di interagire e di intrattenersi, in modo sempre più demenziale.... (bacio perugina: un amico è fan, diventalo anche tu!); cambia anche il linguaggio (ciao io sono Madrina, tu sei Renato?). Insomma, non so a voi, ma a me viene voglia di tornare ad Omero e ricominciare daccapo.
Onorificenza di Francese alle alunne dell'Istituto Comprensivo “F. Giorgio”
Quando quel giorno mi chiesero “Ma la Mafia com'è?” … risposi “Bedda!”
di Annalisa Malfitano
di Pierangela Maniscalchi
“L'AMOPA (Association des Membres de l'Ordre des Palmes Académiques)” sezione italiana, nell'anno in cui ricorre il bicentenario dalla fondazione dell'ordine fondato da Napoleone che volle insignire con un onorificenza gli insegnanti della lingua Francese, ha voluto premiare gli alunni delle medie inferiori e superiori che si sono distinti nello studio della lingua francese. A Licata, il diploma, che attesta l'iscrizione nell'albo d'oro dell'ordine delle Palme Accademiche, è stato assegnato per le scuole medie inferiori alle alunne: Carola Costanza, Doriana Grillo e Alessia Lombardo che nell'anno scolastico 2007/2008 hanno frequentato la classe IIIC dell'Istituto Comprensivo “F. Giorgio”, Scuola media “De Pasquali”, diretta dal Dirigente Scolastico Vincenzo Pace. La cerimonia della premiazione è
avvenuta ad Agrigento il 04Dicembre 2008 alla presenza della Presidente dell'AMOPA, del Direttore del Centro Culturale francese di Palermo, del Presidente dell'ANIF del Console francese ad Agrigento e di autorità scolastiche e politiche, i cui nominativi saranno pure trasmesse al Ministero Culturale Francese. Le allieve sono state felici di aver ricevuto questa attestazioni e hanno espresso rammarico per non poter più continuare lo studio di questa bella lingua anche alle scuole superiori da esse frequentate.
“Comunista”, “parrinaro”, “lunatico”, “socievole”, “terrone”, “polentone”… e l'elenco è tutto fuorché completo: tutti tipi precostituiti che ci aiutano a relazionarci con l'Altro, soprattutto quando lo temiamo e ne abbiamo paura perché non lo conosciamo. Stereotipi, pregiudizi e luoghi comuni sono infatti armi di difesa che mettiamo in atto per fronteggiare chi ci sta di fronte: in una società “liquida” come direbbe Bauman l'unico modo per evitare lo stress emotivo “da relazione”, di qualsiasi genere (semplice conoscenza, amicizia, amore, lavoro, vicinato), è quello appunto di ricorrere ai cliché e alle soluzioni preconfezionate. E a chi non è mai capitato di esserne protagonista e spettatore? Così è accaduto anche a me, un giorno quando giovane praticante giornalista mi sono trovata al “famoso” seminario di Fiuggi per la preparazione all'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione. Giovani (e non!) che da ogni parte d'Italia si trovavano per una settimana chiusi in una sorta di “grande fratello de noantri” fra quattro mura per imparare “la teoria” perché di pratica forse ne avevano già fatta fin troppa. Esperienze, culture, stili di vita e modi di pensare fra i più diversi, ma un unico comune denominatore: l'amore e la passione per il giornalismo. Oltre alla “corazza” dei giornalisti in erba, però, in quella occasione è emersa come sempre accade nella vita, del resto l'umanità di ciascuno, che ha bisogno di certezze, punti fermi e indizi per razionalizzare le
situazioni e divenirne padroni. Ed ecco che un gruppo di ragazzi veneti si avvicina a noi “ragazzi di Palermo” e con la scusa delle lezioni troppo noiose iniziano a intessere un dialogo. Inevitabilmente, però, a dispetto dei mille punti di contatto, è emersa prepotente quell'unica grande differenza che porta alla domanda che tutti i siciliani da sempre si sentono fare in qualsiasi posto si trovino e con chiunque si relazionino. Diretta e senza retorica. “Ma la Mafia com'è?”. Come se l'unica caratteristica del popolo siciliano sia Cosa nostra e tutti gli stereotipi che da essa derivano: siciliani “omini di panza ca nenti vidinu, nenti sentinu e nenti sannu”, uomini d'onore che preferiscono la morte al tradimento della famigghia. Come se decenni di lotte, migliaia di morti e piccoli grandi eroi fossero passati inosservati, come se non fosse abbastanza ciò che la Sicilia “buona” ha fatto e continua a fare per abdicare al suo ruolo di “terra di Mafia”. “Ma la Mafia com'è?”. Come può mai rispondere un siciliano soprattutto quello che si batte perché la Sicilia non sia solo terra di sangue, dolore e fatica ma diventi conosciuta e amata per la sua cultura, per il turismo e si riappropri finalmente del proprio ruolo di “perla del Mediterraneo” a una simile domanda? “Bedda!”.
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La Città
- Edizione Marzo 2009
il Giornale di Licata
UN CONTRIBUTO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL COMUNE DI LICATA di Agostino Licata* Per risolvere finalmente, tutti insieme, i problemi prioritari che attanagliano Licata è necessario che i politici locali facciano un passo avanti costituendo un'amministrazione unitaria e istituzionalizzando una organizzazione, al proprio fianco, di tutte le categorie economiche e professionali che operano nel territorio. Sui problemi prioritari che attanagliano la Comunità Licatese sono stati fatti tanti dibattiti, convegni, manifestazioni e quanto altro, sono stati scritti fiumi di parole, ma i problemi permangono e talvolta anzi si aggravano. Questo mio modesto contributo vuole dare una spinta affinché si sveglino le coscienze di tutti per mettere d'accordo le forze politiche ( in prima persona il Sindaco e la sua Amministrazione), i Sindacati, le forze economico-professionali più attive, Agricoltori, Pescatori, Operatori turistici, Commercianti, Artigiani ,Professionisti, Banchieri ecc, affinché tutti insieme possano affrontare e risolvere le priorità per lo sviluppo sostenibile del Comune. Acqua: Il problema dei problemi! Risolvendo il problema dell'acqua se ne risolvono numerosi altri che attanagliano la popolazione. Ogni famiglia per acqua minerale spende ogni anno in media circa 500 euro, con tale somma il Comune potrebbe ottenere un finanziamento di euro 7,5milioni ( euro 500 per 15.000 famiglie) da utilizzare allo scopo. Considerato che al momento è fornita ad intermittenza acqua dissalata e che spesso in seguito a rotture la città rimane senz'acqua, è necessario che: Siano create fonti di approvvigionamento alternative rimettendo per prima in funzione la condotta delle Tre Sorgenti; siano realizzati dei mini dissalatori o distributori di acqua potabile vera nei quartieri. Agricoltura: Ottima l'iniziativa di un unico Consorzio di gran parte degli agricoltori. Insistendo con il Consorzio (da me promosso in precedenza in altre sedi), si possono realizzare numerose iniziative a favore dell'agricoltura per ottenere: l'acqua necessaria per il fabbisogno in tutto il territorio comunale sfruttando tutte le risorse disponibili; invasi, pozzi, sbarramenti di corsi d'acqua, dissalatori, utilizzo acque reflue depurate; diverse economie di scala legate agli approvvigionamenti di concimi sementi e quanto altro occorrente e dalle vendite, utilizzando mezzi di trasporto comuni e mercati di sbocco differenziati in Italia ed all'estero; ottenere contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato; razionalizzare e programmare la coltivazione dei campi in rapporto alla produzione per il mercato e per l'industria conserviera. Pesca: Lo stesso discorso può farsi per la pesca. Se ancora non si è costituito un consorzio tra pescatori è necessario provvedere al più presto al fine di ottenere tutti i vantaggi indicati per gli agricoltori. In tale ambito occorre sviluppare una flotta peschereccia di alto mare che possa incrementare l'occupazione, il pescato sia per il consumo che per l'industria conserviera. Pescivendoli: Occorre risolvere definitivamente il problema dei pescivendoli sparsi nei corsi principali del Comune, istituendo un tavolo di concertazione tra l'Amministrazione Comunale e gli interessati. A tal uopo si consiglia di fare una politica di riduzione di tali ambulanti concedendo incentivi a chi avvia e gestisce una
L'MGL, l'alba del domani licatese di Antony Carlino Il 15 febbraio ’09 insieme con altri amici abbiamo fondato il Movimento Giovani Licatesi. Una scelta, la nostra, scaturita dopo mesi di discussioni, scambi di opinioni, chiacchierate tra amici provenienti da storie politiche diverse: alcuni, come me, appartengono alla tradizione del centro-sinistra, mentre gli altri guardano al centrodestra. Ecco, in tutte le nostre discussioni, si arrivava sempre ad un punto: all’interno dei partiti si fanno mille “chiacchiere, ma poi alla fine si risolve ben poco. Licata ha, infatti, bisogno di innovazione, di meritocrazia, di cura dell’interesse generale con la fine della politica del favore, del coinvolgimento giovanile nell’amministrazione della cosa pubblica. Quel coinvolgimento che i partiti cercano sempre e solo in prossimità delle elezioni, e quasi sempre al fine di“riempire” le liste dei candidati (prova ne sono state le ultime elezioni
rivendita a posto fisso, finanziando loro, per esempio, il 50% del canone di affitto per un certo numero di anni. Agli ambulanti che vorranno continuare l'attività potranno essere assegnati dei posti vendita di durata annuale esponendo una targa di autorizzazione alla vendita ed alla occupazione del posto assegnato. Coloro che non rispettassero i patti restando abusivi potrebbero essere sanzionati pesantemente, così anche i loro clienti. Edilizia: Negli ultimi anni a Licata sono nate circa 100 piccole imprese edili con una media di 10 occupati, per un totale di 1.000occupati. Il PRG è in parte fermo per cui i lavoratori del settore rischiano la disoccupazione o l'emigrazione. Per alleviare tali fenomeni occorre :sbloccare al più presto il Prg; avviare un piano di ristrutturazione del centro abitato di Licata mettendo a norma tutti gli edifici pubblici e privati; avviare il piano del colore per il rifacimento di tutti i prospetti. Naturalmente in tale ambito bisogna favorire la provvista delle risorse finanziarie necessarie
per cui il Comune dovrebbe concedere dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tasso zero. Turismo e attività commerciali: A tal proposito occorre: programmare ogni anno delle manifestazioni e spettacoli che tendano a trattenere il più possibile i turisti in zona; istituire un coordinamento di tutti gli operatori del settore turistico, alberghi, lidi, bad & breakfast, ristoranti, trattorie, pub, bar ecc, al fine di coordinare tutte le iniziative a favore del turismo. Prezzi al minuto: In tale ambito perché non realizzare le strutture per i cosiddetti "farmers market, ovvero dei mercati per la vendita diretta dal produttore al consumatore. Tali strutture che favoriscono la riduzione dei prezzi sono finanziate dalla Regione Sicilia fino a circa un milione di euro. Scuola: Occorre: fare funzionare bene le scuole primarie e dell'infanzia, dove manca il tempo pieno; istituire, all'interno degli istituti esistenti, dei corsi di scuola superiore aderenti ai bisogni del territorio, per esempio di perito agrario, di esperto in nautica e da diporto. Ospedale: Bisogna rendere più efficiente l'organismo del Tribunale dei malati per il controllo ed il sostegno delle attività
comunali). Anche su questo riteniamo di essere diverso: noi proponiamo di cominciare a lavorare sin d’ora senza scadenze elettorali e soprattutto senza le imposizioni che avvengono nei partiti da parte dei vari onorevoli di turno. Siamo stufi di venire trattati come il pastore fa con le pecore: è ora di far capire che i licatesi non sono tutti “babbi”, come veniamo indicati nei comuni limitrofi. Bisogna dimostrare che Licata ha ancora molte teste pensanti, che sono disposte a mettersi in gioco col fine non già di “sistemarsi”, bensì di cambiare una mentalità perdente in una vincente: ed è a queste persone che noi rivolgiamo le nostre attenzioni. Ci appelliamo veramente a tutti coloro i quali ritengono che Licata possa svoltare, senza però aspettarsi in cambio nessuna poltrona. La nostra ricetta è tanto difficile da realizzare, quanto semplice nel programma, infatti, crediamo di poter dare una svolta con sette punti programmatici: 1. taglio delle spese (inutili) in seno alla comunità locale; 2. una seria ed efficace modernizzazione degli strumenti in dotazione agli apparati della comunità, al fine di ottimizzare costi, prestazioni e servizi dei vari operatori locali; 3. cambio di rotta totale nei confronti dei tradizionali canoni della politica locale: fine della consuetudine del favore (con la
ospedaliere che spesso lasciano a desiderare. Politica:I cittadini sono stanchi di assistere alle beghe tra politici e ancora più stanchi di non vedere risolti gli annosi problemi che attanagliano la città: l'acqua, la disoccupazione, i servizi e quanto altro. Occorre che i politici facciano un passo avanti (qualcuno direbbe un passo indietro) e superino tutte le beghe interne ed esterne, uniscano tutte le loro forze, si mettano al lavoro seriamente al servizio della Città e dei suoi cittadini, con la collaborazione di tutta la città. Così facendo la risoluzione dei problemi è possibile. Ciò al momento già succede in Germania, in Francia ed in parte negli USA, si sta tentando anche in Italia. Perché non a Licata? Se ciò dovesse verificarsi la maggioranza dei cittadini confermerebbe certamente laclassedirigente attuale, altrimenti gli elettori saranno costretti, ancora una volta, a cambiare, come si dice, cavalli e cavalieri. Risorse: Per risolvere i problemi occorrono risorse naturali, economiche e finanziarie. Il territorio di Licata, ringraziando Dio e la natura, ha risorse naturali, come si dice, da vendere, il mare e le sue splendide spiagge, il porto, la piana di Licata e quanto altro. Di risorse economico- finanziare, in un regime di collaborazione, se ne possono creare tante. Con una adeguata campagna di convincimento dei contribuenti si potrebbe: donare il 5 per mille al Comune, ( resa presunta euro 1.500.000); istituire l'addizionale comunale ( resa presunta euro 1.500.000); chiedere un contributo a famiglia di euro 250,00 per risolvere il problema dell'acqua potabile minerale per sempre (resa 3.000.000); fare pagare a tutti, per pagare di meno, le tasse comunali evase. Considerato che in tali campi esiste una evasione di circa il 30% si potrebbero ottenere risorse per circa 3.000.000 euro; ottenere delle economie sul bilancio comunale per una migliore gestione delle uscite e delle entrate svincolando risorse per circa 1.000.000 di Euro . Le risorse complessive ottenute potrebbero essere pertanto circa Euro 10.000.000. (diecimilioni di euro.), pari a circa 20 miliardi delle vecchie lire. Con tale somma si potrebbero certamente risolvere tanti problemi. Sicurezza: Occorre combattere e risolvere il problema del disagio giovanile. Su questo tema molto possono fare le famiglie, la scuola, le parrocchie e le altre organizzazioni associative Ci sono ancora molti ragazzi che circolano senza casco, alcuni scorazzano per la città mettendo in pericolo la propria e la vita degli altri, una buona percentuale si droga o si dedica allo spaccio. Rimedi: Ottima è la presenza della"ronda" per le vie principali della città, dei carabinieri e dei poliziotti, perché non affiancarvi anche i Vigili Urbani ed estendere il servizio nelle zone più frequentate della periferia e nelle ore serali. Occorre che l'autorità giudiziaria si sforzi di scoprire i colpevoli dei circa trenta omicidi non risolti e verificatisi a Licata negli ultimi venti anni. Tali colpevoli in circolazione se non scoperti e condannati ci proveranno ancora. Conclusioni: Questo messaggio è affidato alle donne e agli uomini di buona volontà che hanno veramente a cuore la propria città. *Professore
riaffermazione della politica dei diritti nei confronti dei cittadini) e delle promesse da libro dei sogni (con la puntualizzazione passo dopo passo delle iniziative reali con le relative proposte da intraprendere nei vari settori della comunità); 4. valorizzazione delle zone periferiche della città, con iniziative serie mirate alla partecipazione diretta dei cittadini sia nella fase di proposta che nella fase di esecuzione. 5. recupero di tutti quegli spazi e ambienti urbani da destinare ad attività giovanili; 6. costituzione di una stretta sinergia con le istituzioni locali e gli organi di polizia al fine di varare un serio piano di sicurezza e legalità per la città; 7. la realizzazione di una cooperazione tra le varie comunità del territorio, al fine di creare un laboratorio di intercultura tra le diverse realtà locali. Stiamo attraversando un periodo di recessione e di crisi senza precedenti, Licata più degli altri posti: cominciamo a lavorare insieme per poterci creare un futuro, stando certi che restando inerti la situazione potrà solo peggiorare con il passare del tempo. Siamo certi che la nostra scelta di oggi, possa essere la vostra di domani.
La proposta di un consigliere comunale a Licata dopo gli strafalcioni dei colleghi
“Altro che comunicazione politica... ci vuole un corso di lingua italiana” di Francesco Pira Non un corso per parlare in pubblico e nemmeno per saper fare campagna elettorale, o su come si fa una riunione o si prepara un bilancio sociale. L'ex sindaco e consigliere comunale Angelo Rinascente, medico, ha proposto, a Licata, un corso di “recupero del congiuntivo”. In sostanza un corso d'italiano, simile a quello che si
A. Rinascente
propone agli stranieri che arrivano in italia. E per farlo ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Comunale, Angelo Antonio Vincenti. “Al fine di tutelare l'immagine del Consigliere Comunale ha scritto Rinascente - che altrimenti ne uscirebbe ancora più compromessa e ridicola di quanto non appaia in Consiglio Comunale e in televisione, la invito a voler predisporre dei corsi, per alcuni Consiglieri Comunali, finalizzati al recupero del congiuntivo così pietosamente mortificato da chi fa costantemente scempio della lingua italiana. I discorsi pubblici, le interviste, gli interventi in genere, quando fatti da personaggi pubblici, quali sono i Consiglieri Comunali, sono l'immagine della città ed accomunano, purtroppo, tutti quanti nello squallore intellettuale e culturale di alcuni”.
Una nota dura quella di Rinascente tra il serio ed il faceto che spiazza tutti “Questa mia richiesta prosegue l'ex sindaco - sebbene possa apparire di “rottura” in tutti i sensi, è anche il risultato di molte telefonate e richieste di cittadini stanchi di vedersi rappresentare da politici, di nuovo o di vecchio pelo,che fanno un uso improprio non solo della lingua italiana, ma anche dell'associazione di idee, così indispensabile a farsi comprendere da chi ascolta. Ora, Presidente, rendendomi conto perfettamente che non si può intervenire sulle associazione di idee, perché questi sono i soggetti e questi bisogna tenersi, né sui neologismi coniati che sono il frutto della più sfrenata fantasia letteraria meritevole di essere raccolta e pubblicata in qualche collana di barzellette futuriste,
almeno cerchiamo di salvare il congiuntivo, la cui continua uccisione fa impallidire anche i bambini delle elementari”. E poi conclude con una proposta che rispecchia anche il periodo di crisi economica. “Se il bilancio comunale non fosse in grado di supportare questo onere, ritengo che molti insegnanti di Licata si offrirebbero volontari per tale compito divenuto improcrastinabile e, in un certo senso, anche di auto- tutela per l'immagine della nostra collettività che, giocoforza, si esporta anche fuori della municipalità”. Adesso occorre vedere quale sarà la risposta che verrà dal Presidente del Consiglio Comunale...ma intanto in città ...ripensando agli strafalcioni dei consiglieri si ride a crepapelle.
il Giornale di Licata Supplemento Mensile di: Politica, Cultura, Economia e Sport del Settimanale BAZAR SICILIA Direttore Responsabile Francesco Pira
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il Giornale di Licata
Economia / Impresa / Lavoro
Edizione Marzo 2009 -
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IL NOSTRO PORTO NON HA ...PROBLEMI !!! (È STATO DI RECENTE ACQUISTATO UN ROBOT CHE PROVIENE DA MARTE)
di Daniele De Marco Il porto di Licata non ha problemi, con un titolo del genere sono certo di aver attratto molte attenzioni, e forse anche qualcos'altro un po' meno piacevole, ma questo è ciò che a squarciagola mi sento di affermare, certo, siamo sicuramente più abituati a leggere titoli che evidenziano situazioni o affermazioni negative, dove si punta il dito (a che titolo non so) contro qualcosa o qualcuno, dove si fa notizia solo se ci si schiera con chi ha qualcosa da lamentare o da accusare. Questa linea non mi trova d'accordo, anzi se devo essere sincero ed esplicito, non adoro schierarmi dalla parte di chi inneggia contro altri senza guardare la propria gobba. Da tempo sento affermare che il porto di Licata ha seri problemi. Di recente, ho sentito questo anche in una trasmissione mandata in onda da un'emittente locale. Cari amici, io affermo invece che il porto di Licata non ha problemi e invito chiunque a dimostrare il contrario, perché credetemi, mi sono soffermato moltissimo ad ammirarlo e proprio non riesco a vedere problemi, sono cieco ? non sono in grado di capire? Concittadini vi pongo una riflessione, il nostro porto è costruito interamente in calcestruzzo e bitume ed anche di ottima qualità, a parte la regolare usura del tempo, a mio avviso, sembra tutto in perfetta regola, potete affermare il contrario? Forse quando si parla di problemi del porto ci si riferisce a problemi che investono gli operatori e le aziende connesse al porto? Forse quando si parla di problemi del porto ci si riferisce al grande potenziale non sfruttato? Forse quando si parla di problemi del porto ci si riferisce a ciò che vorremmo e che non abbiamo? Vogliamo insieme analizzare la risposta a questi tre (dei tanti) quesiti che si possono porre? Cosa può esserci, in comune, alla base delle risposte da assegnare? L'uomo! Si l'uomo, a chi vogliamo imputare le responsabilità per ciò che non abbiamo o per ciò che non riusciamo a sfruttare o creare se non alle persone che da sempre vivono con e per il porto? Se non abbiamo linee di collegamento con paesi geograficamente vicini è colpa del cemento del porto o degli operatori che non hanno saputo creare le giuste organizzazioni e presupposti? Se non abbiamo una flotta peschereccia come Mazara, Porto Empedocle e Sciacca, è colpa del cemento del porto o dei pescatori locali? Se i cantieri navali di Licata (sono anch'io proprietario di un cantiere)
sono stati tecnologicamente superati da paesi senza tradizione cantieristica come Pozzallo e Riposto è colpa del cemento del porto o dei proprietari dei cantieri? Se, se, se, quanti “se” si potrebbero aggiungere? Vi assicuro però che, cambia la domanda, ma la risposta rimane sempre la stessa, NOI. Qui adesso subentra la cosa più usuale per tutti noi, qui adesso subentra la risposta, anzi l'unica risposta che sappiamo sempre darci: E' colpa dei nostri politici! Amici ! Ma smettiamola! Smettiamola di scaricare la colpa sempre in capo ad altri. In primo luogo chiediamoci: chi sono i politici. Robot acquistati on-line da marte. Esseri creati in laboratorio con modificazioni genetiche. NO, sono semplici uomini, uomini e licatesi. Seconda domanda: come fanno questi uomini a diventare politici. Ricevono il “dono” dalle alte sfere celesti come Padre Pio. Si auto proclamano “politici” ed occupano con prepotenza il palazzo di città comandando come Nerone su Roma ? No, diventano politici, e ci amministrano, solo grazie ai voti ricevuti da tutti noi licatesi. Quindi a chi vogliamo dare colpa di ciò che non va come dovrebbe andare, se non a noi stessi. Quanti di Voi, parlando in silenzio con se stessi possono negare di aver votato una persona anziché un altra solo perché “è un amico che potrebbe farci questo o quel favore”, oppure, “voto e faccio votare tizio perché mi ha promesso che…..” ? Vero che i grandi passi devono partire dalle istituzioni, ma se già noi votiamo con losche intenzioni individualistiche, cosa pretendiamo di ottenere. Demagogia amici, solo pura demagogia, creata da noi cittadini. Licata non è un paese a statuto autonomo, vi assicuro che a Licata vigono le stesse leggi di tutte le città sopra nominate, se solo noi imparassimo a non pensare individualmente ma al bene collettivo otterremmo sicuramente un ritorno maggiore. Se solo noi imparassimo a convivere professionalmente aggregandoci e costituendo maggiore forza, abbandonando la logora mentalità della concorrenza, otterremmo molto, molto di più. Se solo abbandonassimo quella brutta bestia dell'invidia, dove (detto siciliano), un occhio non può vedere quell'altro vedremmo sicuramente quell'arcobaleno chiamato progresso. Amici, siamo noi il male di noi stessi, cambiamo mentalità o continuiamo a piangerci addosso.
Azioni della Banca Europea degli Investimenti a favore delle piccole e medie imprese
Anche in Lombardia non si dimenticano le proprie origini
di Tommaso Zarbo
di Luca Maniscalco
Come noto le recenti turbolenze finanziarie generate dalla crisi del credito strutturato con sottostante i mutui sub-prime stanno avendo pesanti ricadute sulla solidità patrimoniale e liquidità delle principali istituzioni finanziarie europee. Nelle ultime settimane il rischio che le banche riducano le proprie esposizioni verso le imprese al fine di migliorare la propria situazione patrimoniale, con i relativi effetti sull'economia reale, è diventato sempre più sentito. Nell'ottica di assicurare alle Small Medium Enterprise (SMEs) le risorse finanziarie necessarie a garantire la continuità aziendale, la Bei in data 23 settembre 2008 ha previsto una serie di misure volte a finanziare SMEs, ricorrendo alla collaborazione banche commerciali europee per la fase di gestione dei processi creditizi. In futuro il ruolo della Bei nel finanziamento alle SMEs sarà sempre più incisivo e per far si di portare a conoscenza degli imprenditori delle varie iniziative attivate dalla Bei, recentemente sono stati istituiti dei tavoli di lavoro tra la Bei, le banche e i rappresentati delle varie categorie imprenditoriali per individuare gli strumenti necessari a garantire maggiore informazione e conoscenza tra gli imprenditori in merito ai canali di finanziamento attivati attraverso la Bei. A livello comunitario tale segmento di mercato è molto considerato, visto che l'Europa è un continente che si è sviluppato ed è cresciuto proprio grazie a queste tipologie di imprese. Specialmente in quei settori artigianali dove sono richiesti alti standard di qualità ancora oggi questo segmento di mercato costituisce un valido operatore economico del sistema Europa e per far sì che molte iniziative imprenditoriali di qualità si possano trasformare in delle realtà industriali, l'Unione Europea con la collaborazione dei singoli stati membri in futuro potrà svolgere un ruolo determinante. Nel corso del 2007, a due anni dalla sua costituzione, la Bei ha avviato una fase di consultazione in merito ai canali di finanziamento di cui le SMEs dispongono. I risultati di tale consultazione, pubblicati recentemente, hanno evidenziato la carenza di strumenti finanziari a supporto del segmento in oggetto, specialmente per le imprese, come quelle di nuova costituzione, che non dispongono di garanzie da offrire agli istituti di credito. La carenza di risorse finanziarie cui le SMEs possono attingere è accentuata dal fatto che questa tipologia d'impresa, in considerazione delle piccole dimensioni, non può accedere al mercato dei capitali per finanziarsi sia con capitale di rischio che con capitale di terzi. Quanto appena detto ha evidenziato la necessità di individuare un piano di azioni da realizzare a supporto delle SMEs, che saranno approfondite nei paragrafi seguenti. Il piano crediti varato a favore delle PMI: A seguito di quanto stabilito in data 23 settembre 2008 il piano complessivo di finanziamenti per il periodo 2008-2011 che la Bei destinerà alle SMEs ammonta a circa 30 miliardi di euro. Di questi la prima tranche di finanziamenti disponibili per il periodo 2008-2009 ammonta a 15 miliardi di euro. Nel dettaglio, il piano di finanziamenti è destinato a 27 paesi membri dell'Unione Europea e consiste nell'erogazione di fondi di finanziamento alle SMEs tramite banche commerciali nazionali. Il ruolo di quest'ultime sarà quello di svolgere le attività legate all'istruttoria del credito e al relativo affidamento della controparte, nonché la gestione dei flussi di cassa per conto della Bei. E' necessario premettere che a livello europeo si classificano come SMEs le imprese con meno di 250 addetti. Quindi restano escluse dal provvedimento le imprese che superano tale soglia. In merito al settore economico, il finanziamento della Bei è destinato a tutti i settori sia commerciali che industriali, con esclusione di settori come quello del tabacco, delle armi, che hanno effetti negativi sull'ambiente, gioco d'azzardo ecc… Relativamente all'oggetto del finanziamento, questo è destinato sia ad investimenti in beni strumentali e beni intangibile che al finanziamento di spese di esercizio. Nel dettaglio: Tra i beni strumentali sono compresi impianti, macchinari, attrezzature, arredi e immobili. Limitatamente alle imprese di tipo agricolo può essere finanziato anche l'acquisto del terreno su cui l'azienda intende svolgere la propria attività; per quanto attiene ai beni immateriali, tra quelli che rientrano all'interno del piano di finanziamento si possono annoverare: spese a vario genere sostenute per investimenti in ricerca e sviluppo, costi per acquisto di brevetti e costi di ampliamento; i finanziamenti destinati alle spese d'esercizio sono diretti a consentire alle imprese di disporre di un capitale circolante che le consenta di crescere e operare nel medio-lungo periodo senza incorrere in difficoltà di tipo finanziario. Per quanto attiene alla forma tecnica e alle condizioni di tali prestiti, la BEI non ha previsto delle regole e forme di finanziamento stringenti, anzi ha stabilito un set di possibili forme tecniche, a cui sono associate le scadenze, ammontare e condizioni da adattare in relazione alle necessità dei singoli imprenditori. Quindi i finanziamenti sono diretti a ricoprire tutte le necessità, dalle piccole esigenze di cassa, fin agli investimenti di ammontare superiore. In generale, la Bei ha stabilito che il massimo importo finanziabile per singolo progetto si dovrebbe aggirare a circa 12.500 milioni di euro, mentre le scadenze, possono variare da un minimo di 2 anni a 12 anni. Inoltre, cosi come previsto nel documento pubblicato dalla Bei, a questa forma di finanziamento potranno aggiungersene altri collaterali erogati dalle stesse banche, nonché forme di partecipazione al capitale delle imprese richiedenti. Già a partire dal mese di ottobre del 2008 le imprese interessate, che rientrano nei parametri elencati sopra, possono chiedere maggiori informazioni presso gli intermediari che rientrano tra quelli che avranno il compito di gestire i finanziamenti. In Italia gli istituti di credito delegati dalla Bei sono diversi.
L'altra Licata - Rubrica a cura di Luca Maniscalco
Associazione Amici di Licata
E' un luogo comune dire “ci sono licatesi dappertutto” quasi fosse un elemento negativo. Io la penso in maniera opposta e quando mi capita di incontrare un compaesano nei posti più disparati d'Italia o del mondo ho sempre un sorriso in volto e una sensazione di vicinanza a casa. Sparsi per tutto il l'emisfero esistono tantissimi gruppi che hanno proprio il compito di riunire persone che hanno vissuto in un determinato paese o ne sono discendenti. Anche la città di Licata non fa eccezione. Ho scoperto, infatti, tempo fa che in Lombardia esiste una vivace associazione chiamata proprio “Amici di Licata”. Non so quanti in paese ne conoscano l'esistenza, ho quindi deciso di dargli risalto tramite questo giornale intervistandone il presidente Nicola Licata. “Salve Nicola, in quale anno è nata l'associazione Amici di Licata? L'associazione è stata costituita nel mese di luglio 2007. Cosa l'ha spinta a fondare questa associazione? A Milano e dintorni nel corso degli anni hanno preso vita diverse associazioni culturali che si rifanno alla propria città di origine. Mancava all'appello quella della città di Licata. Si è giunti così alla decisione di far nascere l'associazione Amici di Licata , per volontà di un gruppo di Licatesi che vivono a Milano. La prima manifestazione è stata realizzata il 12 novembre 2007 presso il Centro Congressi Milano Fiori di Assago, una cittadina che si trova alle porte di Milano. Il meeting ha avuto un inaspettato successo, sia grazie alla presenza numerosa di licatesi, ma il Licatese Nicolò Licata durante una premiazione anche di milanesi ed oriundi. Quanti iscritti conta ad oggi “Amici di Licata”? Sono oltre un centinaio gli iscritti, pur tuttavia sono tantissimi altri coloro che di volta in volta partecipano alle varie iniziative culturali. Che tipo di attività svolgete durante l'anno? Le attività coincidono spesso con feste comandate, cogliendo l'occasione per poter stare insieme, spesso unendoci ad altre associazioni che rappresentano altre città italiane. Che ruolo occupa internet nelle vostre strategie di comunicazione? E' un mezzo che è utilizzato per la corrispondenza e per il lancio di notizie relative alle iniziative e le attività svolte dall'associazione. Mi racconta un episodio, un aneddoto che faccia capire ai nostri lettori l'importanza del vostro lavoro? Il 9 maggio 2008, a Milano, presso la chiesa del Carmine, si è celebrata per la prima volta la messa dedicata al santo patrono Sant'Angelo. In tale occasione abbiamo avuto modo di incontrare alcuni licatesi che sino ad allora avevano staccato il loro cordone ombelicale con la propria terra d'origine. Quali i prossimi progetti? Quali le prospettive future? L'associazione nella prossima decade di maggio vorrà organizzare, contestualmente alla festa di Sant'Angelo che si ripeterà come l'altro anno a Milano, una manifestazione culturale e promozionale con la partecipazione dei rappresentanti del Comune di Licata. Il principale obiettivo è soprattutto quello di non dimenticare le proprie origini.” Mi unisco all'augurio di Nicola Licata e auguro alla sua associazione uno sviluppo sempre maggiore nei prossimi anni.
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- Edizione Marzo 2009
Farmacie /Pubblicità
il Giornale di Licata
Farmacie di turno Dal 4 al 31 MARZO 2009
Comune di LICATA ORARIO DI APERTURA : 08.30 - 13.30
16.30 - 19.30
Chiamata notturna effettuata dopo le ore 22.00 solo se muniti di ricetta medica (L.R. 15/78). Diritto fisso di chiamata notturna €. 3,87 (DM 18/08/1993). 4 MERCOLEDI
BRUSCIA Dott.ssa Marcella Corso Roma, 23 Licata Tel. 0922/774082
18 MERCOLEDI
FREGAPANE Dott.ssa Giuseppina Corso Umberto, 3 Licata Tel. 0922/774332
5 GIOVEDI
CARUBIA Dott. Nicola Piazza Linares, 9 Licata Tel. 0922/774203
19 GIOVEDI
GAGLIANO Dott. Gaetano & C. S.n.c. Corso Roma, 90 Licata Tel. 0922/774465
6 VENERDI
DI PRIMA Dott.ssa Anna Maria Via Rett. Garibaldi,128 Licata Tel. 0922/804911
20 VENERDI
GUADAGNINO Dott. A. & L. S.n.c Via Barrile, 23 Licata Tel. 0922/771570
7 SABATO
FREGAPANE Dott.ssa Giuseppina Corso Umberto, 3 Licata Tel. 0922/774332
21 SABATO
GAGLIANO Dott.ssa Teresa Piazza Progresso Licata Tel. 0922/774424
8 DOMENICA
GAGLIANO Dott. Gaetano & C. S.n.c. Corso Roma, 90 Licata Tel. 0922/774465
22 DOMENICA
LAURIA Dott. Angelo Corso V. Emanuele, 27 Licata Tel. 0922/774409
9 LUNEDI
GUADAGNINO Dott. A. & L. S.n.c Via Barrile, 23 Licata Tel. 0922/771570
23 LUNEDI
LICATA Dott. Alfonso Via Palma, 6 Licata Tel. 0922/891869
10 MARTEDI
GAGLIANO Dott.ssa Teresa Piazza Progresso Licata Tel. 0922/774424
24 MARTEDI
PLATAMONE Dott.ssa Vincenza Corso V.Emanuele, 44 Licata Tel. 0922/774412
11 MERCOLEDI
LAURIA Dott. Angelo Corso V. Emanuele, 27 Licata Tel. 0922/774409
25 MERCOLEDI
ARGENTO Dott.ssa Palma Via Rett. Garibaldi, 35 Licata Tel. 0922/804462
12 GIOVEDI
LICATA Dott. Alfonso Via Palma, 6 Licata Tel. 0922/891869
26 GIOVEDI
BRUSCIA Dott.ssa Marcella Corso Roma, 23 Licata Tel. 0922/774082
13 VENERDI
PLATAMONE Dott.ssa Vincenza Corso V.Emanuele, 44 Licata Tel. 0922/774412
27 VENERDI
CARUBIA Dott. Nicola Piazza Linares, 9 Licata Tel. 0922/774203
14 SABATO
ARGENTO Dott.ssa Palma Via Rett. Garibaldi, 35 Licata Tel. 0922/804462
28
SABATO
DI PRIMA Dott.ssa Anna Maria Via Rett. Garibaldi,128 Licata Tel. 0922/804911
15 DOMENICA
BRUSCIA Dott.ssa Marcella Corso Roma, 23 Licata Tel. 0922/774082
29
DOMENICA
FREGAPANE Dott.ssa Giuseppina Corso Umberto, 3 Licata Tel. 0922/774332
16 LUNEDI
CARUBIA Dott. Nicola Piazza Linares, 9 Licata Tel. 0922/774203
30
LUNEDI
GAGLIANO Dott. Gaetano & C. S.n.c. Corso Roma, 90 Licata Tel. 0922/774465
17 MARTEDI
DI PRIMA Dott.ssa Anna Maria Via Rett. Garibaldi,128 Licata Tel. 0922/804911
31
MARTEDI
GUADAGNINO Dott. A. & L. S.n.c Via Barrile, 23 Licata Tel. 0922/771570
PERCORSI BENESSERE -------Trucco sposa Trattamenti sposa/o Ricostruzione unghie Manicure Depilazione Pedicure Dimagrimento estetico Trattamento Lipocell Trattamento Drain Trattamento Tonic Riflessologia plantare Massaggi IAM Massaggi linfodrenaggio Massaggi connettivale Massaggi antistress Massaggi magia d’india
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Via F. Giorgio, 45 - 92027 LICATA (AG) Tel. 0922 891273 - Cell. 392 7251291 -
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Edizione Marzo 2009 -
SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA
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Economia / Impresa / Lavoro
- Edizione Marzo 2009
il Giornale di Licata
UN PO' DI EDUCAZIONE AL GIORNO LA FILASTROCCA DEL LICATESE LEVA L'INCIVILTA' DI TORNO di Lorenzo Peritore SE LICATA E' INVIVIBILE LA COLPA TUTTO SOMMATO E' ANCHE NOSTRA
di Lorenzo Peritore Se questo articolo non mira ad indirizzare accuse all'Amministrazione Comunale in merito alle responsabilità che Essa ha sull'infimo tenore di vita che si conduce nella nostra città, non si prefigge nemmeno di praticarle sconti, attenendoci scrupolosamente alla frase pronunciata da Gesù: “Date a Cesare quel ch'è di Cesare e a Dio quel ch'è di Dio”. Lo scopo nostro è solo quello di scuotere le coscienze e invitare la gente a rivedere i propri comportamenti, nella speranza che la qualità della vita si possa migliorare. Serve allora interrogarci in modo obiettivo ed onesto sulla nostra condotta, che non sempre rispetta i canoni di civiltà, di educazione e di legalità. Ci auguriamo che qualche qualunquista non travisi lo spirito di questo articolo, come è capitato, e pensa che proviamo gusto a parlare male della nostra città. Non è affatto così, amiamo tantissimo Licata, ci fa rabbia vederla ridotta in questo stato pietoso e se ne sottolineiamo il brutto, lo facciamo con la speranza che a forza di parlarne si possa eliminare, o almeno ridimensionare. Ecco perché ci poniamo una serie di perché: Perché a Licata si guida senza cinture e con il telefonino all'orecchio? Perché si va in motorino senza casco, e
facendo pure uso del cellulare? Perché a Licata ci si accende l'ultima sigaretta, o ci si soffia il naso e poi si butta per strada tanto il pacchetto vuoto quanto il fazzolettino? Perché in questa città ci si lava la macchina davanti casa, sporcando la strada che è di
tutti? Perché tanti licatesi che nelle loro abitazioni abbattono opere murarie buttano i detriti dietro l'angolo? Perché tanti elettrodomestici e altri pezzi di arredamento inutilizzati, anziché allertare l'ufficio del Comune che provvede al ritiro, si depositano per strada? Perché abbiamo ridotto la periferia una discarica abusiva con rifiuti di ogni genere, anche nocivi? Perché i nostri cari defunti devono riposare sempre sotterrati di spazzatura? Perché di quasi tutti i marciapiedi di Licata si sono appropriati gli esercenti, che li hanno sottratti ai pedoni? Perché a Licata tutti i panettieri, tranne qualcuno, servono il pane a mani nude, dopo aver maneggiato monete e soldi di carta che sono l'emblema massimo della sporcizia? Perché dentro tanti bar di Licata si continua a fumare come se il divieto di fumo nei locali chiusi non fosse mai entrato in vigore? E i perché legati al civismo, alla buona educazione e alla legalità sarebbero ancora tantissimi, ma non possiamo certo elencarli tutti. Ed allora cambiamo destinatario rivolgendo un solo perché ai nostri Amministratori: Perché questi comportamenti contro norma, incivili e illegali, che fanno rabbia alla gente perbene e arrecano tanto danno alla città, non sono perseguiti, repressi e sanzionati drasticamente tutti i giorni, tutte le ore e tutti i minuti, usando tolleranza zero? Quali sono i motivi ostativi che non consentono agli addetti al controllo della sicurezza pubblica e della viabilità e a quelli del territorio e dell'igiene pubblica, di intervenire come la legge prescrive? Abbiamo notato che la tolleranza zero la si sta usando per i divieti di sosta e ci sta benissimo perché sostare in divieto è pure una illegalità. Ma non basta. Perché tutti gli altri comportamenti si fa finta di non vederli? Se il licatese per comportarsi civilmente ha bisogno della frusta, perché non si tira fuori? Perseverando in questo stato di cose Licata non ha futuro e potrebbe perfino sprofondare ancora più in giù se il cittadino civile e educato fosse assalito dal dubbio che esternò in un suo aforisma il giornalista e scrittore Corrado Alvaro: La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.
Vorrei cominciare senza tante pretese facendo presente che son licatese. Un purissimo sangue io mi definisco e voglio parlarvi del modo in cui agisco : Ho la casa a tre piani tutta senza prospetto a iniziare da terra e a finire sul tetto, mentre invece di dentro ho una casa da mito e chiunque l'ha visto è rimasto allibito Il negozio che ho in piazza non è troppo capiente ? Ho già escogitato un gran bell' espediente : Del marciapiede mi sono appropriato come tanti esercenti non autorizzato. Che sole splendente !! che bella giornata !! Ho la macchina sporca e va quindi lavata, portarla al lavaggio mi costa parecchio per cui mi munisco di tubo e di secchio, mi metto all'aperto che nessuno ci bada !!! Mi lavo la macchina e sporco la strada. Se qualcuno mi dice ma che fai !!! Tu non puoi !!! Gli rispondo di colpo : ma ti fai i ca..i tuoi Ho una piccola vigna che mi fa un pò di vino, mi preparo, è settembre ed il mosto è vicino, al mio vino ci tengo che è di buona contrada, e le botti? Le lavo anche quelle su strada. Se il mio frigo si sfascia e non posso più usarlo me ne compro uno nuovo, son costretto a cambiarlo !!! E del vecchio che faccio ? Non lo posso più usare !!! Un posto appropriato gli devo trovare. Con la testa che ho già ho trovato la sede : In un angolo fuori, proprio sul marciapiede. Sono fatto così, sono assai libertino, non conosco le regole del buon cittadino. Poi vivendo a Licata dove tutto è permesso copio pure dagli altri mica io sono fesso!!! Butto tutto per strada , dalla carta al sacchetto, qualche volta ci sputo se non ho il fazzoletto, e se del fazzoletto sono invece in possesso, dopo averlo già usato lo butto lo stesso. Faccio quello che voglio , mi amministro da me tanto in questo comune il controllo non c'è. Non si fa mai una multa e neanche un verbale a chi vive la vita come me da illegale. Rispettare le norme ? Non è proprio da me!!! Preferisco convivere col casino che c'e'. Sono proprio contento di questo paese, sono fiero e mi vanto io son licatese.
DUBBI E SPERANZE
Egregio Direttore Analizzando gli atti amministrativi e le azioni politiche di questi 8 mesi di gestione Graci, in tutta coscienza, emerge un risultato scoraggiante, completamente privo di quelle buone intenzioni che hanno indotto tantissimi licatesi a scegliere Graci Sindaco: rigore ed efficienza amministrativa; priorità nell'ascoltare la povera gente, con l'impegno di affrontare e risolvere i problemi del quotidiano. Facendo una rapida disamina di questi primi mesi si ricava l'impressione di un Sindaco che nonostante la volontà, spesso ribadita nelle sue interviste televisive, di fare qualcosa per dare soluzioni ai piccoli e grandi problemi che affliggono la città, finora ha ottenuto scarsi risultati per non dire nulli. Sul fronte Acqua - Alla crisi idrica più drammatica degli ultimi anni (non certo per responsabilità attribuibili a Graci si è dato risposta con una serie di annunci di iniziative e promesse per la realizzazione di un dissalatore per Licata. Prima lo ha promesso il Presidente della Provincia D'orsi, a condizione che si faccia a Torre di Gaffe per servire anche la comunità palmese. Successivamente è arrivata anche la disponibilità del Consorzio Tre Sorgenti. Poi si è parlato del dissalatore del porto turistico, per finire con l'impegno di Girgenti Acque. Risultato? Siamo al punto di partenza, agli annunci non è seguito nessun fatto concreto, non è stato approntato nessun progetto, non è stato individuato nessun finanziamento. Anche sul problema della impossibilità di attingere alla quota idrica che ci spetta dal Tre Sorgenti per le continue rotture negli ultimi 4 km. della condotta di adduzione, si sono fatti annunci e proclami di interventi di ripristino e di rifacimento del tratto più danneggiato. Doveva intervenire prima Girgenti Acque, poi la protezione civile, viaggi a Palermo, riunioni e conferenze di servizio. Risultato? Zero. La condotta è così com'era otto mesi fa, mentre l'estate incombe. Questione Rifiuti Dalla promessa in campagna elettorale di una maggiore attenzione alla pulizia e al decoro della città, soprattutto delle sue periferie, si è assistito ad un peggioramento della situazione generale e a momenti di vera emergenza rifiuti, con cassonetti non svuotati per parecchi giorni. Inoltre le notizie che ci arrivano non sono per nulla confortanti. Il debito nei confronti della Dedalo Ambiente continua ad aumentare causa il maggiore costo per il conferimento dei rifiuti nella discarica di Siculiana; e visto che il problema discarica continua a dissanguare il misero bilancio comunale è lecito immaginare in vista della prossima stagione estiva un nuovo blocco della raccolta dei rifiuti appena la società d'ambito non sarà in grado di pagare le spettanze ai propri dipendenti. E' venuta meno anche la disponibilità ad incontrare quella gente umile, legata alla figura di un Sindaco sempre pronto e disponibile ad ascoltare e soprattutto a risolvere i problemi di ogni singolo cittadino. Dal buon proposito di tenere le porte del palazzo sempre spalancate per ricevere ed accogliere i bisogni della gente, continuamente ripetuto prima e immediatamente dopo l'elezione, il nostro Sindaco è passato, in pochissimi mesi, ad emettere un'ordinanza di chiusura non solo delle porte ma addirittura del Municipio pure nei giorni che per legge sono riservati alla visione dell'albo pretorio. Incontrare oggi il Sindaco è una vera impresa, con l'aggravante che non c'è qualcuno dell'Amministrazione che lo rimpiazzi in questo compito. Sono state azzerate con disarmante leggerezza le risorse destinate al mondo dell'associazionismo sportivo che da sempre ha ben operato in favore del mondo giovanile. Si sono ridotte al lumicino le iniziative culturali. Si sta scoraggiando quel fermento artistico, culturale e associativo che negli ultimi anni aveva iniziato ad
intravedersi. Il tutto giustificato dalla necessità di una politica di rigore e contenimento della spesa per rimediare ad una situazione finanziaria disastrosa. Di contro, alla faccia del rigore e del contenimento della spesa, si confermano i sette dipartimenti, si nominano dirigenti esterni al comune, si aumenta il compenso del direttore generale, si eleggono i componenti di un consorzio che non ha più ragione di esistere. Per non parlare della determinazione e della fretta con la quale si sono azzerati i vertici dei vari dipartimenti; come se questi fossero rei di chissà quali colpe ed era urgentissimo ed indispensabile rimuoverli dal loro posto. Chi non era di ruolo è stato declassato, chi non poteva essere declassato è stato spostato a dirigere altri servizi. In un caso si è addirittura ricorso all'invenzione, elevando l'ufficio manutenzioni, a rango di nuovo dipartimento pur di portare a termine un disegno che, come immediato risultato, ha creato solo confusione, ritardi, disservizi, immobilismo e, permetteteci di dirlo, una totale e completa anarchia. C'è da dire che in questo ultimo caso, il bisogno di rimettere in moto il dipartimento di urbanistica riportando l'ing. Ortega al suo posto, è stato più forte della figura peregrina e da armata Brancaleone fatta dal Sindaco e dalla sua Amministrazione. Una riflessione va pure fatta sul modo e sulla strategia con la quale questa amministrazione ha tentando di nascondere la mancanza di un progetto politico, di un'idea su come e cosa fare per lo sviluppo di questa città. Non ha un programma, perché non l'ha mai pensato. Perché figlia di una candidatura inventata all'ultimo momento, per dare una risposta a ex amici politici che non hanno voluto accogliere istanze ed aspirazioni; primi ad essere convinti che mai sarebbe potuto accadere quello che poi è avvenuto. Allora che fare, come giustificare questa inadeguatezza amministrativa? Cavalcando, ciò che la maggior parte degli oppositori in consiglio comunale ha tanto declamato nei primi giorni di insediamento: lo spettro del dissesto finanziario. Su questa premessa si è costruita la strategia del vittimismo: “Del vorremmo, ma non possiamo”; “del non ci sono soldi, abbiamo ereditato un bilancio disastrato”. E poi il lodo Saiseb, tirato in ballo ad ogni intervista, parafulmine per tutto ciò che si è promesso e che ora ci si rende conto che non si può mantenere. Come se il problema della sentenza del lodo Saiseb fosse stato un mistero. Tutti coloro che a giugno 2008 si erano candidati a Sindaco conoscevano la questione Saiseb. Tutti, compreso l'attuale Sindaco, ne hanno abbondantemente parlato durante la campagna elettorale. Quindi doveva essere naturale che quanti, nonostante ciò, aspirassero a diventare Sindaco della città, avessero l'idea di come affrontare la questione. Com'era abbondantemente risaputo da tutti gli addetti ai lavori della politica, che i bilanci dei comuni sono diventati sempre più esigui a fronte della continua lievitazione della spesa corrente e di una sempre maggiore riduzione dei trasferimenti di Stato e Regione. Se a tutto questo aggiungiamo la maestria con cui il Sindaco Graci ha fatto naufragare la possibilità di creare una giunta di salute pubblica, che potesse, con autorevolezza e competenza, affrontare i gravi problemi della città. Il quadro è completo. Che dire di fronte a questa serie di considerazioni che fotografano la drammatica situazione in cui si è impantanata la Giunta Graci e con essa l'auspicato sviluppo socioeconomico di questo nostro territorio? C'è lo dica Lei Signor Sindaco. Ci faccia capire qual è la sua ricetta. Ci dia un motivo per essere fiduciosi. Non permetta che il silenzio e l'inedia uccidano l'ultima stilla di ottimismo. Con la speranza nel cuore Alcuni Cittadini che amano la politica
Edizione Marzo 2009 - 11
Culture
il Giornale di Licata
PROGETTO “L'UNIVERSITA' DEI GENITORI A LICATA” VI RACCONTIAMO IL CASO DI ENZA E ANDREA di Nuccio Peritore* Enza è una signora di 36 anni. E' proprietaria di una boutique d'alta moda. E' sposata con Andrea, infermiere caposala in un reparto di cardiologia d'urgenza. Ha due figli Luca di otto anni e Daniela di sedici anni. “Il problema è con Daniela. Non vuole assolutamente studiare, per settimane intere non va a scuola, rimane a gironzolare con il motorino, fuma anche a casa, litiga con gli insegnanti. “Non ne posso più. Essere chiamata ogni settimana dalla preside e sentirmi dire solo cose brutte su mia figlia. Mi fa vergognare. Quando cerco di parlarle mi dice di farmi i fatti miei, che la vita è sua e che lei è ormai matura per poter decidere del suo destino. Non ascolta più nemmeno suo padre. Ultimamente le clienti della mia boutique mi dicono di vederla in giro in motorino con un poco di buono, con un ragazzo più grande di lei che, si dice, sia un delinquente, uno che ha a che fare con la droga. Sono disperata e non so che fare.” Chiedo ad Enza come vive questa situazione con suo marito, con Andrea. “Lui è più stanco e avvilito di me; entrambi abbiamo la sensazione di avere fallito e di non sapere perché. E' come se Daniela fosse più forte di noi e avesse fiaccato la nostra resistenza. Mio marito molte volte l'ha
punita vietandole di uscire di casa. Prima ubbidiva, poi se ne infischiava della punizione ed usciva lo stesso. Mio marito è arrivato alle mani con lei. Ma ora ha detto basta. Non ne vuole più sapere. Spera o forse si augura che capiti a Daniela qualcosa di brutto in modo che possa toccare con mano il destino che la aspetta. Anche io, come lui, penso che abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità. E che non possiamo più fare niente per lei. Penso che la sua unica attività sia quella di dimostrarsi, con le sue trasgressioni e volgarità, più forte di noi. D'altronde sembra che sia impegnata solo in questo. Nel darci dei dispiaceri. Noi, che invece dobbiamo mandare avanti una famiglia, un lavoro, non possiamo avere tutta l'energia che ha lei in questa guerra”. Le chiedo se lei vede dei pregi e delle qualità in Daniela. “Forse i lati buoni e le qualità mia figlia li ha, ma io ora vedo solo problemi e difetti. E dire che fino a qualche anno fa era una bambina dolcissima, brava a scuola, ubbidiente, carina. Poi, non sappiamo come, è cambiata. E' diventata un disastro. E' diventata volgare, insofferente a tutto ciò che le diciamo, aggressiva, usa anche a casa un linguaggio da osteria, offensivo e
triviale. Solo con Luca, il suo fratellino è dolce, giocherellona. Si siede vicino a lui e lo aiuta a fare i compiti. Lo abbraccia e lo bacia e lo tratta con molto riguardo e delicatezza.”. Molte famiglie si trovano in una situazione come quella descritta da Enza. La figlia è completamente insofferente alle regole della famiglia e della scuola, assolutamente centrata sulle sue attività in un rapporto di muro contro muro con la scuola e i genitori. Daniela che ha sedici anni, dice di essere ormai matura, padrona della sua vita e delle sue scelte che sembrano non essere influenzate dagli interventi della scuola e dei genitori. In questo suo vissuto di assoluta autonomia e maturità frequenta “un ragazzo più grande di lei che, si dice, sia un delinquente, uno che ha a che fare con la droga”. La scuola e i genitori sono assolutamente impotenti, come se avessero esaurito i mezzi per poterla influenzare. Apparentemente è come se fosse in atto una lotta di potere, come se Enza volesse dimostrare alla scuola e ai genitori che è lei la più forte, capace di vivere secondo le proprie regole e non con quelle della famiglia e della scuola. Come se lei fosse capace di vivere in perenne trasgressione ed opposizione ai genitori. Ebbene molte volte
gli adolescenti non attaccano il muro delle regole per abbatterlo ma per vedere se questo muro c'e' e se è capace di resistere e di contenerli. Paradossalmente si tratta di ragazzi fragili, che vivono una profonda solitudine, che tanto più sono duri e sprezzanti con i genitori o la scuola, tanto più hanno bisogno che i genitori e la scuola siano presenti e capaci di vedere le loro fragilità, il loro valore e le loro risorse. E' come se il loro chiudersi fosse un urlo d'aiuto. Hanno la percezione di non essere stati visti in alcuni aspetti fondamentali della loro vita, in alcuni bisogni evolutivi vitali. Dice la mamma di Daniela: “ forse i lati positivi e le qualità mia figlia li ha, ma io ora vedo solo problemi e difetti”. E sono anche ragazzi che hanno bisogno di protezione. I genitori di Enza devono capire i rischi che corre la figlia frequentando un poco di buono che ha a che fare con la droga. L'essere genitori di figli minorenni impone l'obbligo della protezione e della sicurezza. Non ha senso l'idea del tanto peggio tanto meglio del padre di Daniela che “ spera o forse si augura che capiti a Daniela qualcosa di brutto in modo che possa toccare con mano il destino che la aspetta”. Psicoterapeuta
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SE IL BICCHIERE È TUTTO PIENO... di Lucrezia Sciandrone
Essere genitori è difficile… spesso i nostri figli ci sfuggono e tra noi e loro si crea una distanza che aumenta senza che noi ce ne accorgiamo. Da sempre adolescenti ed adulti è un binomio che evoca scontri epocali e noi, magari ribelli con i nostri genitori, ci ritroviamo a cercare di sedare le rivolte dei nostri figli, sembra quasi inevitabile. Ma gli adolescenti di oggi, oltre ad avere il triste background di un mondo sempre più contraddittorio ed in via di disumanizzazione, si trovano ad essere facili prede di trappole a cui noi siamo scampati semplicemente perché non esistevano. Non esistevano ad esempio le cyber-drugs, ovvero droghe in formato fileaudio che si scaricano da internet e si ascoltano come se fossero musica. Ma non è musica, sono delle particolari frequenze sonore che vanno a stimolare o a inibire determinati centri nervosi cerebrali, riproducendo in tutto e per tutto gli effetti delle droghe tradizionali come l'eroina, la cocaina, l'LSD, il crack…Roba da fantascienza horror, purtroppo è la triste verità. Ci sono comunque altre insidie che sembrano più innocue, ma che non lo sono affatto, mi riferisco al fenomeno in ascesa dei baby-alcolisti. Anche nella nostra città c'è un'impennata in questo senso e non è
per niente raro vedere nei fine settimana ragazzini che alzano il gomito in giro per i vari locali della città: birra a fiumi, ma anche rum alla pera, vodka ed altri beveroni dai nomi fantasiosi, tutti rigorosamente ad alto tasso alcolico. Quando dico ragazzini, mi riferisco ad una fascia di età che va dai tredici anni in su e quindi pensare che dei quasi bambini ingurgitano pericolosi quantitativi di alcol pericolosissimo per la loro saluta fisica e psichica, mi disturba parecchio. Mi è capitato di vedere ragazzini barcollanti o esaltati, nei loro luoghi d'incontro e mi chiedo se è esatto servire o vendere alcolici a qualcuno cui non hai bisogno neanche di chiedere la carta di identità per capire che è ancora troppo lontano dalla maggiore età. Inutile ricordare che l'alcol che l'alcol distrugge il fegato ed ha degli effetti devastanti sulla psiche, aumenta l'aggressività e dà una percezione distorta della realtà. Forse vogliono sentirsi più grandi, forse perché è una moda e se non bevi sei out…Il mio vuole essere un invito a tutti i gestori di locali pubblici di Licata che vendono alcolici a guardare meglio le facce dei loro avventori: meglio un cliente perso che un ragazzino ubriaco che è potenzialmente pericoloso per se e
per gli altri. Tuteliamo i nostri giovani, sono il nostro futuro, non facciamoli naufragare fra fiumi di alcol. Io so solo una cosa, per legge esiste il divieto di servire io vendere alcolici ai minori. Eppure si fa. Per legge i minori non dovrebbero giocare con le macchinette mangiasoldi che popolano le varie sale giochi, bar, centri scommesse ecc…,eppure i minori giocano, li ho visti tante volte inchiodati ipnoticamente ad imbucare monete. C'è qualcosa che non va, che mi fa sentire inquieta. Li vedo solo io questi ragazzi? Li ascolto solo io i discorsi preoccupati di tanti genitori alle prese con questi problemi enormi. ? Penso di no, è che distogliamo lo sguardo e chiudiamo le orecchie se non si tratta dei nostri figli, ma in realtà, questi ragazzi ci appartengono tutti. Lo so, qui da noi il senso civico e le regole sembrano il più delle volte un optional, ma è importante che cominciamo tutti ad occuparci seriamente delle problematiche che riguardano da vicino i nostri ragazzi: da ciò che faremo oggi dipenderà la qualità del nostro e del loro domani. Una volta tanto per essere ottimista dirò che vedrò il bicchiere tutto vuoto….
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Scuola
- Edizione Marzo 2009
I BABY CRONISTI DELLA LEOPARDI SCRIVONO PER IL NOSTRO GIORNALE Clandestini e razzismo di Melania Fulco
vicino, sembra di vedere e i panorami aspri e di sentire i profumi misteriosi e lontani della mia terra.
Ogni giorno in Sicilia sbarcano moltissimi clandestini che vengono dall'Africa. Molti li disprezzano per il colore della pelle e questo lo trovo molto ingiusto, perché, secondo me, sono persone normalissime, come noi, persone che hanno dei bisogni proprio come noi. Hanno bisogno di cibo, cure mediche e di lavoro. Io sono contro il razzismo e perché i diritti degli uomini siano rispettati in tutto il mondo.
Eluana muore e la gente pensa al GF di Francesca Magliarisi
Vi parlo del carretto siciliano di Deianira Esposito Il carretto siciliano è il simbolo della Sicilia ed è conosciuto in tutto il mondo. Nasce nei primi dell'Ottocento: era usato come mezzo di trasporto delle merci. Con le sue bellissime decorazioni è l'oggetto più conosciuto e caratteristico dell'arte
Eluana Englaro è morta, dopo 17 anni di coma è morta, ma la gente cosa fa? Guarda il Grande Fratello! Certo, perché forse c'è qualcosa di più interessante di una povera ragazza che a causa di un incidente entra per 17 anni in coma, nemmeno un minimo di interesse per lei, interessano di più "Federica" che tira i bicchieri alla gente o i ragazzi che si fidanzano dopo una settimana di conoscenza. Che gente! I reality show e i cartoons di Caterina Costanza La televisione trasmette spesso situazioni false, soprattutto, nei reality show, come Amici, Grande Fratello, l'Isola dei famosi, dove non mostrano la realtà ma solo finzioni. Ma ci sono pure cartoni animati poco educativi, come I Simpson. Si sa, i cartoni animati affascinano i bambini, trasportandoli in un mondo di sogno e fantasia, pieno di cose impossibili, ma anche belle. Non sempre è così perché nei Simpson ci sono parolacce e azione negative, come quello che fanno Nelson e gli altri bulli. E' vero che anche i reality piacciono molto, ma spesso vediamo litigare, anche senza motivi veri, i protagonisti che così offrono un brutto spettacolo a chi guarda questi programmi. Forse questi programmi insegnano solo violenza e bullismo! Non barattare diritti con favori di Carolina Alesci
popolare siciliana. Sul carretto siciliano sono raffigurate immagini religiose, simbolo della fede del popolo siciliano. Esse però venivano usate come protezione del mezzo e delle persone. Ci sono pure raffigurati i paladini di Francia, i famosi guerrieri di Carlo Magno: essi sono il simbolo della forza e della fierezza dei siciliani. Sulle sponde e sulle ruote troviamo diversi colori: il giallo, il rosso e il verde, cioè i colori della passione, del sole siciliano, dello zolfo, delle arance e dei limoni, della lava che sgorga dall'Etna. Il carretto quindi rappresenta la bella Sicilia e, guardandolo da
L'altro giorno, in classe, durante l'ora di Cittadinanza, abbiamo fatto una simulazione. Io impersonavo una donna che aveva bisogno di una licenza e andava al comune per averla. Solo che il funzionario voleva dei soldi per rilasciargliela. Io non ho accettato perché, come abbiamo tutti capito studiando la nostra Costituzione, non si può e non si deve barattare un diritto con un favore, per giunta pagandolo caro. La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, come dice l'articolo 1, quindi il lavoro è un nostro sacrosanto diritto.
I.I.S.S. o Liceo Linares di Maurizio Buccoleri Nell'anno scolastico 2000/01, a seguito delle disposizioni sul dimensionamento delle scuole, il Liceo Linares era unito con il Liceo “Giudici Saetta e Livatino” di Ravanusa, originando l'Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “V. Linares”. Il dimensionamento degli istituti era ed è legato al numero degli allievi: le scuole con meno di 500 discenti non possono mantenere “l'indipendenza, ma devono accorparsi tra loro perdendo nome, Dirigenza ed altri benefici. Questa decisione per Licata e Ravanusa fu accolta con disappunto, poiché le due Istituzioni possedevano una storia propria, si trovavano e si trovano a circa 25 Km di distanza, la Dirigenza e gli uffici di segreteria perdevano 1 DS e 1 DSGA. I disagi registrati in questi anni sono molteplici, uno per tutti è stata l'impossibilità fisica del Dirigente di essere presente contemporaneamente nelle due sedi e svolgere il lavoro che quotidianamente occorre affrontare. In questi ultime tre anni, il Presidente e i docenti del Consiglio di Istituto, il Dirigente scolastico, alcuni docenti in qualità di genitori si sono impegnati a riportare indietro le lancette dell'orologio a prima dell'anno 2000. In altre parole, poiché i due licei avevano superato abbondantemente le 500 unità ciascuno, la richiesta corale di tutti gli operatori era: torniamo ad essere autonomi e indipendenti gli uni dagli altri. Finalmente, dopo un iter farraginoso col contributo essenziale del potere politico, il prossimo A.S. 2009/2010 i due Licei torneranno “autonomi ed indipendenti”. Questo risultato è l'effetto degli accordi tra Assessore alla P.I. regionale ed Enti locali, rappresentanti sindacali e provveditori agli studi. E' doveroso, tuttavia, sottolineare due aspetti: in Sicilia, per quanto attiene al piano di razionalizzazione, 45 scuole saranno accorpate con altre; nella prima decade di febbraio 2009 l'Assessore alla Pubblica Istruzione non ha ancora firmato il decreto sul piano di razionalizzazione, nonostante il termine di scadenza per la presentazione al Ministero fosse il 28 gennaio 2009! Già il Direttore dell'U.S.R. Guido Di Stefano ha inviato una lettera di sollecito all'Assessore, ed alcuni sindacati hanno lanciato l'allarme su tale ritardo. Il rischio consiste nell'inficiare le decisione “prese”. Personalmente auspico che i nostri Licei possano operare come prima, ritrovando autonomia ed indipendenza, ricordando, altresì, i cordiali rapporti intessuti durante gli anni percorsi insieme.
Animali al circo di Cristiana Lus Cosa pensate degli animali al circo? Io scommetto che le persone con un cuore non possono fare a meno di pensare che gli animali al circo siano trattati come schiavi perché gli addestratori li costringono a fare cose che non sono nella loro natura e questo credo non sia giusto.
il Giornale di Licata Il volume scritto dai bimbi della Leopardi
Il nostro direttore Pira scrive la post fazione del libro Raccontami una storia Il nostro Direttore, Francesco Pira, ha scritto la post fazione del libro di cui abbiamo parlato nello scorso numero preparato dal Professor Giuseppe Mistretta e dai ragazzi della Leopardi. Il volume presto uscirà in formato cartaceo. Vi anticipiamo quanto scritto da Pira.
Se narrare diventa un gioco di Francesco Pira
Ho molto apprezzato il lavoro ben diretto dal Professor Giuseppe Mistretta, che oltre ad essere un buon insegnante è anche un buon pedagogista, e quanto hanno scritto questi straordinari bambini dell'Istituto Leopardi in questo volume. L'ho apprezzato per due ordini di motivi: il primo è legato alla volontà di comprendere la storia attraverso le storie; il secondo è invece basato sulla volontà espressa di scrivere storia e storie come se fosse un gioco. Leggendo queste pagine una sensazione mi attraversa: c'è ancora chi fa buon uso della parola e sa distinguere tra, ad esempio, giornalismo e narrazione. E questi piccoli, ben guidati, sanno qual è il loro compito, e sanno come questo compito di raccontare, non sempre è facile. I corsi di giornalismo che hanno seguito a scuola e la possibilità di scrivere articoli o piccoli saggi ha permesso loro di cogliere la differenza. Come ci spiega un grande Maestro del giornalismo italiano, Piero Ottone, la parola usata può avere una funzione imperativa ma anche una funzione estetica. “L'uso della parola nella funzione estetica è la massima aspirazione del giornalista, è l'essenza della sua vita. Nella speranza che egli senta il desiderio di raccontare soltanto cose vere. Se poi, per intensificare l'attenzione altrui, inventa storie fantastiche, è bene che il nostro soggetto rinunci al giornalismo, e diventi romanziere”. E questi bambini della Leopardi con le loro performance prima su “La Campana” ed oggi su “Il Giornale di Licata”, producendo un giornale on line, il Megafono, che li ha visti protagonisti e vincitori in concorsi nazionali, hanno dimostrato come si può essere piccoli cronisti o piccoli narratori. Del resto Licata è la terra di una grande Cantastorie, o per definirla come lei stessa amava essere chiamata, di una splendida Cuntastorie, Rosa Balistreri. La capacità di raccontare le cose che ci stanno attorno o che vediamo in televisione, o che altri ci raccontano è nel nostro Dna. Spero che questo libro rappresenti per l'Istituto Leopardi una nuova possibile occasione per dimostrare il valore del
lavoro svolto da insegnanti e scolari. Sono certo che anche i genitori di questi piccoli narratori saranno orgogliosi e apprezzeranno la freschezza e lo stile di questi racconti. Personalmente sono felice di poter avere anch' io un piccolo spazio in questa opera che sono certo troverà l'apprezzamento che merita. Da anni ormai seguo le vicende di questo plesso scolastico non soltanto per l'amicizia ultraventennale che mi lega a Giuseppe Mistretta ma per il
sorriso e l'entusiasmo dei bambini della Leopardi. Più volte ci siamo incontrati e confrontati. Più volte mi hanno bombardato di domande, a cui ho sempre cercato di dare delle risposte. E quando sono uscito dalla scuola ho pensato quanto ero timido alla loro età. E ho anche riflettutto sulle grandi opportunità che si aprono attraverso questi percorsi che stimolano la creatività e la scrittura. Ho speso sempre le mie energie per appoggiare queste iniziative. Ed anche nell'Università di Udine dove insegno trascorro molto tempo con i miei studenti in due straordinarie esperienze: il periodico cartaceo Il Gomitolo e la Web Radio d'ateneo. Due esperienze di laboratorio didattico che mi danno la possibilità di sentirmi giovane come loro ma anche di mettere loro a disposizione la mia esperienza. Un modo per sentirmi ragazzo, ma anche docente. In questo il mio amico Giuseppe Mistretta è più fortunato. Lui ha la possibilità tutti i giorni di sentirsi bambino, anche se a volte si veste da rigoroso insegnante e da intransigente pedagogista. Grazie a tutti coloro che hanno pensato, scritto e realizzato questo libro. E' un volume di cui tutti noi licatesi dobbiamo essere orgogliosi.
Al ristorante Ristorante Al Pontile “Al Pontile” CAMBIA TUTTO Un'altra cosa che penso è che gli animali per vivere hanno bisogno del loro ambiente naturale; infatti, quando capita di vederli al circo, non so a voi, ma a me sembrano molto tristi: ad esempio la giraffa con quel suo lungo collo, trasportata con quei piccoli camion, si sentirà sicuramente a disagio e tutti gli altri animali come lei. Gli animali non dovrebbero essere sfruttati per fare soldi; per me e per tutti quelli che li rispettano, non dovrebbero stare nei circhi. Però so anche che alcuni animali che nascono nel circo (in cattività) non sarebbero in grado di vivere al di fuori di questo contesto e quindi andrebbero incontro a morte sicura. Qual è dunque il modo migliore per prendere una decisione?
- cambia la proprietà - cambia la gestione - cambia il cuoco - cambia la cucina - cambia il menù L'unica cosa che non cambia è l'indirizzo,
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Presentata querela all'autorità giudiziaria
Attacchi diffamatori al nostro giornale e al nostro direttore da Video Alfa Nei giorni scorsi vili attacchi sono stati compiuti nei confronti del nostro neonato giornale e del nostro Direttore Francesco Pira da parte dell'emittente televisiva Video Alfa. Noi come è nel nostro stile non rispondiamo perchè non amiamo scendere allo stesso livello. Abbiamo presentato regolare esposto-querela all'autorità giudiziaria ed esposti agli organismi dei giornalisti, Ordine e Sindacato. Nessuna solidarietà ci è arrivata dall'amministrazione comunale e ne prendiamo atto ricordando al Sindaco Graci ed alla sua Giunta che anche questo giornale e tutte le persone che collaborano sono cittadini licatesi. Invece solidarietà ci ha espresso il Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo Sede Periferica della Provincia di Agrigento così come sostegno al direttore responsabile della redazione dell'emittente Licata Nuova Tv, Giuseppe Patti, aggredito verbalmente e minacciato dall'editore dell'altra emittente cittadina, Tv Alfa, Luigi Cucchiara. Inoltre
Edizione Marzo 2009 - 13
Culture
il Giornale di Licata
esprime la propria solidarietà nei confronti di Francesco Pira, editorialista di Licata Nuova TV e Direttore Responsabile del Giornale di Licata, e di Nino Randisi, Presidente Provinciale dell'Assostampa, anch'essi diffamati gravemente nel corso di alcune trasmissioni, messe in onda da Tv Alfa piene di insulti ed epiteti nei confronti dei giornalisti e del sindacato di categoria. “Questi nuovi gravi fatti nei confronti dei colleghi Pira, Patti e Randisi ha dichiarato il dott. Giuseppe La Rocca, giornalista e Responsabile Provinciale del Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo evidenziano ancora una volta le continue violazioni del codice deontologico imputabile al comportamento dell'emittente Tv Alfa. Confidiamo che gli organi competenti intervengano al più presto per bloccare questo clima di degrado culturale e morale dell'informazione a Licata, convinti che come affermava don Luigi Sturzo, solo la verità può rendere liberi”.
La Musica che manca
La segreteria provinciale dell'Assostampa esprime solidarietà a sostegno al responsabile della redazione dell'emittente Licata Nuova Tv, Giuseppe Patti, aggredito verbalmente e minacciato dall'editore dell'altra emittente cittadina, Tv Alfa, Luigi Cucchiara. Quest'ultimo, nel corso delle telecronache dell'incontro casalingo del Licata calcio , intervenendo in tribuna stampa, ha cercato di impedire il lavoro del giornalista Patti. Cucchiara ( editore, conduttore televisivo, addetto stampa e incaricato di marketing), già finito sotto inchiesta da parte del CORECOM, è oggetto di diverse querele per diffamazione aggravata presentante nei suoi confronti dal sindaco della città Graci, da diversi esponenti politici e da giornalisti, ed è stato altresì segnalato alla Procura della Repubblica per esercizio abusivo della professione nella sua veste di addetto stampa del Licata Calcio.
Il giornalista Patti ha denunciato all'Ordine dei Giornalisti anche il Direttore Responsabile dell'emittente, relativamente ad alcune trasmissioni, messe in onda da Tele Alfa e zeppe di insulti ed epiteti nei confronti dei giornalisti e del sindacato di categoria. Proprio per queste vicende l'Assostampa ha chiesto un incontro al Procuratore della Repubblica di Agrigento per le continue violazioni del codice deontologico e, più in generale, per il degrado dell'informazione nella città di Licata, imputabile al comportamento dell'emittente del signor Cucchiara. Al Direttore Responsabile ed amico Giuseppe Patti, nostro opinionista, la solidarietà della Direzione e Redazione de "il Giornale di Licata”
Una band di successo: i Censured
di Mimmo De Caro La provincia di Agrigento è l'unica realtà su tutto il territorio regionale che non ospita, come in ogni capoluogo di provincia, un Conservatorio di musica o analoga struttura legalmente riconosciuta e parificata a termini di legge. Esistono Conservatori di musica a Palermo, Messina, Trapani e Catania; Caltanissetta ha istituito, nei primi anni '80, un Istituto musicale pareggiato; mentre nelle province di Ragusa e Siracusa esistono diverse realtà di strutture musicali legate a convenzione sottoscritte con il conservatorio di Catania. Agrigento, pur essendo un importante centro culturale non possiede una struttura qualificata per l'insegnamento della musica. La situazione è ancora più grave in grosse realtà decentrate rispetto al comune capoluogo, come Licata. A fronte di tale situazione non possiamo continuare ad ignorare il valore della cultura musicale, ai fini della crescita intellettuale della società. E' noto, infatti, che fra tutte le esperienze umane quella uditiva è certamente tra le più importanti nella strutturazione dell'intelligenza, come non possiamo ignorare che la musica reca impressi i caratteri della società dalla quale è espressa e ne tramanda la cultura e i valori. Nell'ambito di una realtà come quella licatese, fortemente caratterizzata sotto il profilo culturale, le attività musicali hanno sempre rivestito un ruolo di grande aspettativa. Nessuna amministrazione, di qualsiasi colore politico ha mai ipotizzato che esistono progetti in merito e che un buon amministratore deve attuare, ai fini della programmazione e della promozione artistico/culturale. Purtroppo le esigenze del mercato musicale che influenzano sempre più le nuove generazioni perseguono finalità ed obiettivi non sempre educativi, con un condizionamento culturale che orienta il consumo verso i canali di profitto più produttivi e trova le condizioni della propria riuscita nel basso livello di educazione musicale di base. E' pertanto indispensabile creare strutture che avvicinino i giovani, come anche tutti i cittadini che lo vogliono, alla conoscenza della musica, considerando che spesso tale conoscenza è ostacolata dalla difficoltà di raggiungere i luoghi dove tali strutture esistono.
La solidarietà dell'Associazione della Stampa IL DIRETTORE DI LICATA NUOVA TV AGGREDITO VERBALMENTE DALL'EDITORE DI VIDEO ALFA E ADDETTO STAMPA DEL LICATA CALCIO
di Adalisa Piscopo E' il lontano 1995, l'anno in cui due fratelli Adrian "DARK Cappello”, chitarrista, Max Cappello, batterista, e un amico dei due, anche lui alla chitarra, decidono di mettere su una band dal nome CenSuReD. Curioso scoprire che all'inizio del loro viaggio musicale amassero “coverizzare” delle canzoni a loro molto care. Cosa c'è di strano vi starete domandano, niente. Tutte le bands esordienti amano suonare le canzoni dei propri idoli, ma qui il fattore stupore è la vena creativa del gruppo che sin da subito alla sua prima esibizione, dopo aver reclutato un bassista e un ottimo cantante, mischia cover e pezzi propri nella scaletta della serata. Il gruppo acquista subito popolarità continua ad esibirsi con brani propri e continua nella strada del successo, ma l'assetto della band non è molto stabile. Dopo aver cambiato più volte la loro formazione, la prima di una lunga serie, per motivi di lavoro e studio i componenti cambiano città allontanandosi e non potendo più riavvicinarsi e il gruppo si scioglie. È capitato ai grandi gruppi del passato di sciogliersi di riavvicinarsi di riprovare nuove formazioni, storie un po' tormentate ma con un lieto fine. Attraversato un periodo di inattività in cui il leader del gruppo continua a scrivere dei brani i CenSuReD decidono di riprovarci, cambiando ancora una volta componenti, nasce un connubio tra Adrian e un chitarrista specializzato in chitarra ritmica speed. La line- up, così come si dice in gergo musicale, ovvero la formazione del gruppo, attraversa, però una fase burrascosa dovuta ai continui cambi di cantanti, bassisti, chitarristi e anche tastieristi. Nel 2005 sembra arrivare la svolta, Adrian conosce un batterista appassionato di metal tale Marco "D'Evil"Biundo ed è subito sinergia tra i 3 componenti. Continuando a suonare e credendoci con tutto se stesso, il gruppo continua ad alternare bassista e cantante. I musicisti che si alternano tra loro all'interno della band hanno un ottima vena creativa e un ottimo livello tecnico ma non scatta quel quid che riesce a portarli su un palco per poter fare successo. La vera rinascita si ha, quando Eros Lusona entra a far parte della line- up del gruppo come bassista e infine come voce principale dei CenSuReD. Tramite i vari componenti e l'aggiunta di una corista e l'ottima intuizione di utilizzare nei pezzi propri e in
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alcune cover una terza chitarra i CenSuReD finalmente riescono ad esibirsi. Realizzano un demo auto registrato, dal titolo Lost Souls con ben 8 pezzi . Ma le vicissitudini del gruppo sono destinate a cambiare ancora una volta, dopo varie incomprensioni con il chitarrista ritmico e per motivi di spostamenti della terza chitarra, nella band rimangono soltanto Adrian Dark, Marco D'evil e Eros Wotan Lusona, fino all'incontro con un'altro chitarrista dalle ottime potenzialità, Francesco Sottile, ed è così che si ottiene nell'estate 2008 una line-up solida e che il gruppo realizza quattro serate live dopo solo un mese di studio con il nuovo componente. Ora sono tanti gli impegni del gruppo, diverse le esibizioni in tutta la regione, il secondo posto (primo posto ex-equo alla prima serata) in una competizione tra bands dal genere musicale diverso. “Per un gruppo metal arrivare così in alto è un bel traguardo, ma ci aspettiamo ancora di più, farci conoscere a livello nazionale e magari di incidere un album per qualche etichetta” afferma il leader del gruppo. Se fosse concessa la stessa visibilità a molteplici generi, l'intero panorama musicale italiano ne trarrebbe sicuramente vantaggio. Auguriamo il successo tanto inseguito in questi lunghi anni.
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Culture
- Edizione Marzo 2009
il Giornale di Licata
“FREE LOAN BOOK STORE”
Crescere tra le righe: “Editoria e Giovani”
Quando i libri “Viaggiano”.
di Elsa Carlino Tra crisi economica e scarse risorse dello Stato sono i giovani talenti a pagare le conseguenze di una situazione che, implacabilmente, si fa sempre più stringente. Fonte di arricchimento culturale e personale: la lettura è un tesoro notevolmente prezioso che andrebbe maggiormente sponsorizzato, pianificato, supportato. La parola scritta e la produzione libraria sono veicoli per l'espressione di una diversità linguistica, così come per l'approfondimento della conoscenza e della cittadinanza. Affinché la cultura non divenga una mera prerogativa di pochi è doveroso riporre più fiducia nelle doti artistiche e culturali dei giovani. Scommettere su di loro: sarebbe un buon punto di partenza. Freschezza delle espressioni, ingenuità dei sentimenti, goliardia delle azioni è ciò che trapela dalle pagine briose di un romanzo giovane. Sogni ed emozioni si intrecciano a tanta voglia di esordire ed a poca potenzialità purtroppo. Molteplici sono i cavilli e gli ostacoli che attengono alla realtà editoriale. Sovente gli adolescenti sono i legittimi artefici di un bene culturale, frutto del loro lavoro e dei loro pensieri, che rimarrà racchiuso nel cassetto di una scrivania, o nel database di un PC, per sempre. È appannaggio di pochi uscire dall'oscurità, farsi spazio, emergere. A Licata è d'esempio per tanti adolescenti l'esperienza della studentessa del Liceo Classico V. Linares, Erica Grillo, che nel febbraio del 2008 ha presentato il suo primo romanzo. Mio Figlio è cinese, edito dalla casa editrice il Filo di Roma. È la storia di due amiche inseparabili nonostante le loro incongruenze caratteriali, che vivono due esperienze di vita alquanto diverse. Roberta e Lisa. La prima superficiale e viziata, pensa più a sé stessa ed al suo rapporto con il fidanzato Mirko, la seconda, invece, segnata da una vita più travagliata, fatta di violenze e di sofferenze, ha deciso di ricominciare trasferendosi a Licata, a casa della nonna, dove si ricostruirà una vita. Incontra Chuan, un ragazzo cinese, se ne innamora andando oltre i pregiudizi ed i conformismi che la sua storia ha potuto destare, assaporando l'amaro gusto del razzismo. Tutto, comunque, fila liscio finché Lisa una sera è colta da un malore improvviso… Rosaria Sardo, docente di Linguistica italiana presso l'Università di Catania, ha paragonato lo stile di Erica a quello di Italo Calvino. La giovane licatese nel suo romanzo rimanda ai limpidi sogni adolescenziali di felicità, amore e fratellanza, intorpiditi, molto spesso, dai pregiudizi e dai luoghi comuni di una realtà sempre più alienata. Chiara Azzurra Mulè, ha sedici anni e frequenta la prima B del Liceo classico V. Linares. L'Ego è il suo primo libro. Pubblicato lo scorso novembre dall'editore agrigentino Massimo Lombardo, la cui linea editoriale punta sostanzialmente sui giovani scrittori; è stato definito dal critico letterario Marco Padula un racconto lungo dove sono evidenti le tipiche inflessioni linguistiche dei giovani. Chiara nel suo racconto si vale di uno stile immediato e diretto marcato dall'uso sporadico della punteggiatura. Il Parlamento Europeo sottolinea l'importanza di incoraggiare la creazione letteraria e linguistica, di migliorare e mantenere la diversità culturale e linguistica in Europa, di salvaguardare l'accesso universale alla parola. Risoluzione del Parlamento Europeo sulle nuove frontiere della produzione libraria: editoria elettronica e stampa su richiesta
(2000/2037 (INI)). Svolgere un programma di sostegno nel settore del libro e della lettura spingendo gli stati membri a proteggere la parola stampata da disinvolte operazioni di mercato, attraverso la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, di regimi fiscali preferenziali e di regolamentazione della domanda, sovvenzioni, riduzioni di spese varie. Superando i confini localistici, in Italia ci sono migliaia di ragazzi che, come Erica e Chiara, vorrebbero vedere i loro racconti tramutati in realtà concreta, tangibile; attendono ansiosi la risposta di almeno una fra le innumerevoli case editrici a cui hanno inviato il loro lavoro. È una risposta che purtroppo arriva a pochi eletti. “Il telegramma diceva: romanzo accettato. Invio contratto oggi stesso. Mi sedetti per terra e cominciai a baciarlo. A questo punto potevo anche morire. Non mi sarebbe successo mai più niente. La mia vita era giunta al compimento.”È questa la celebre citazione di John Fante con cui, lo scorso ottobre, è stata aperta la presentazione del primo romanzo di Brunella Palagano. Ricordi. Anch'esso edito dalla casa editrice il Filo. Brunella, come Erica e Chiara, ha ricevuto quella tanto attesa “Risposta”. Dottore Magistrale in Comunicazione Istituzionale e d'Impresa, nasce a Sibari (Cs) e a soli 25 anni pubblica la sua prima opera. Ricordi: un romanzo che palesa freschezza, semplicità e sentimenti incontrollabili intersecati ad esperienze quotidiane fatte di “Assurdità” e di reminiscenze appunto. Si compone di quattro capitoli: l'amore, l'amicizia, l'assurdo e l'epilogo che si riallaccia al primo. Non è un romanzo totalmente autobiografico, ma intesse vicissitudini reali, tratte da persone e luoghi davvero esistenti e che potranno rispecchiarsi nelle pagine di questo libro. Brunella Palagano intercede attraverso gli occhi della protagonista per descrivere l'amore per Marco, che fa battere il cuore ma che fa anche versare lacrime amare; un amore squilibrato e quasi a senso unico, dove tutto ha un'anima, perfino una rosa bianca che farà da sua dimora un angolo della stanza e che non ne vuole sapere di essere gettata via. Brunella racconta di quanto sia facile innamorarsi e di quanto sia difficile scacciare i ricordi che divenuti indelebili, oramai, fanno parte di noi; evidenzia come la vita quotidiana, l'umore, dipendano da un sms e come per un rapporto, possa essere più minaccioso l'ingresso in un reality show che le circostanze della vita. Una rivoluzione dell'essere. Dunque amore ma soprattutto amicizia tra le righe di questo romanzo, sentimenti che si aggrovigliano, si ordiscono, e che poi vengono indissolubilmente ed ironicamente messi in subbuglio da assurdi accadimenti, mentre i ricordi sono perpetui. Le esperienze di Erica Grillo, Chiara Mulè e Brunella Palagano comprovano quanto sia ineluttabile confidare nei giovani talenti. Crescere fra le righe: ponendo editori, autori ed istituzioni a confronto. I giovani autori più che concentrarsi sui limiti e sugli ostacoli a cui incorrono nell'eventualità in cui desiderino pubblicare un libro ex novo dovrebbero piuttosto avere la serenità per poter riflettere sul titolo dei loro prossimi libri. Non si può procrastinare l'espressione della cultura.
NELLE EDIZIONI “LA VEDETTA”
Esce il nuovo libro di Gaetano Cellura “Licata Contemporanea” Ancora una volta il nostro concittadino Gaetano Cellura, fine intellettuale e scrittore di grandi qualità ci stupisce con un lavoro agile ma come sempre ben dosato e calibrato. E' apparso in edicola ed in libreria (Edizioni La Vedetta pagine 130 euro 10,00) il nuovo lavoro di Cellura, “Licata Contemporanea Politica e Societa”, una sorta di viaggio recente nella nostra città per scoprire e ricordarne i mali
di Marvi Santamaria «Quando ho avviato il mio progetto, ho incontrato alcune resistenze. Ma io sono stata testarda, e infine sono riuscita a realizzare il mio sogno». L'impressione che ho portato con me dopo il piacevole incontro pomeridiano con Vittoria Peritore, è proprio quella di una donna caparbia quanto speranzosa. La sua iniziativa si chiama “Free loan book store. Sala del Libro in prestito gratuito” e consiste nell'offrire ai frequentatori non solo la possibilità di prendere in prestito dei testi come in una qualsiasi biblioteca ma di poterne prestare o donare a loro volta in tutta libertà. “Free loan book store” (sito a Licata in Corso Vittorio Emanuele, 45) nasce ufficialmente il 3 maggio 2008, ma Vittoria Peritore coltivava l'idea fin da quando, circa due anni fa, si è imbattuta in un testo dello psicologo Thomas Gordon sul rapporto genitorifigli: “Genitori efficaci. Educare figli responsabili”. Come scrive il maestro di Gordon e curatore del suo libro, Carl Rogers: «Questo libro può veramente migliorare la qualità dei rapporti genitori-figli e aiutare a superare il divario generazionale con un approccio che pone l'enfasi sia sul diritto dei genitori ad essere se stessi, sia a quello dei figli ad essere se stessi». Il desiderio iniziale di Vittoria era proprio quello di far “viaggiare” questo libro il più possibile, per raggiungere soprattutto le persone che, seppur bisognose di aiuto, ergono muri tra se e chi sarebbe disposto ad aiutarle nel difficile cammino di un genitore. Perché, nessuno può negarlo, “genitori non si nasce: si diventa”. A novembre il p r o g e t t o d i Vi t t o r i a c o n v e r g e naturalmente con l'associazione “Incontri Ravvicinati” (presieduta da Claudio Carfì), che «nasce dall'esigenza di ufficializzare le passioni artistiche, culturali e ricreative che ciascuno coltiva nel proprio spazio privato». Di essa “Free loan book store” costituisce la “sezione libreria”. In breve tempo, l'idea originaria di Vittoria ha preso corpo e diviene un progetto di più vasta portata: oggi la sala del libro in prestito gratuito può orgogliosamente contare la presenza di più di ottocento testi, dei quali molti tra cui proprio il
libro di Gordon da cui è nato tutto “non stanno mai fermi”, come mi racconta con entusiasmo la stessa Vittoria. I frequentatori più assidui del “Free loan book store” appartengono principalmente alla fascia che va dai trent'anni in poi; ma molto partecipi sono anche e soprattutto studenti universitari e non - e quei giovanissimi (dai 4 anni in su) che vengono a trovare Vittoria per prendere in prestito storie da farsi leggere dagli adulti. Un fenomeno rilevante, questo, in un momento in cui in famiglia si legge poco; ancora più importante se consideriamo lo scopo del testo di Gordon che ha fatto da input per questo progetto: «migliorare i rapporti familiari». Altra tendenza da sottolineare interessa gli adolescenti: infatti, Vittoria ha registrato un notevole interesse per i testi di psicologia da parte dei ragazzi dai 12 ai 17 anni. In particolare, la loro ricerca è orientata proprio a testi che trattano “i problemi degli adolescenti”: quest'interesse è indice di una crescente sensibilità di quella generazione di cui, purtroppo, quasi ogni giorno abbiamo notizie poco confortanti. Attraverso gli scambi incrociati, si crea una rete fatta da tanti fili invisibili che mettono in contatto un gruppo folto e variegato di lettori; ma un lettore è ancor prima una persona, ovvero il portatore di un background pieno di storia, idee, immagini e valori. Insieme al contenuto di un libro, dunque, “viaggiano” anche le menti delle persone che lo hanno tenuto tra le mani. Come per magia le distanze interpersonali si azzerano: non a caso l'obiettivo primario del “Free loan book store” è proprio quello di «promuovere ed incoraggiare lo spirito della condivisione e dell'offerta». Quale prospettiva futura auspica Vittoria per il suo progetto? «Io immagino una sala più ampia, con ancora più libri, un tavolo da lettura e anche una postazione informatica dalla quale chiunque possa accedere a Internet senza spendere nulla. Ecco ciò che vedo nel futuro». Perché, come afferma lei stessa, «bisogna innanzitutto creare le cose col pensiero».
Dimenticanza o scelta?
FRANCESCO PIRA SPARISCE DALLA NUOVA STORIA DI LICATA Una mail recapitata all'indirizzo del nostro Direttore, Francesco Pira, ci ha segnalato che nella nuova edizione della storia di Licata, curata da Calogero Carità, il nome dello stesso Pira, come per magia è sparito nel paragrafo in cui si parla del mensile locale “La Vedetta”. Il nostro lettore ci ha anche inviato le pagine della prima edizione intitolata “Alicata Dilecta. Storia del Comune di Licata (La Vedetta 1988) e la seconda “Immanis Gela nunc Alicata urbis dilectissima AC..Storia generale della città di Licata (La Vedetta 2007) da cui si evince che il nome di Pira, indicato come cofondatore del mensile La Vedetta viene cancellato totalmente nella nuova edizione. Eppure Pira, come tutti i licatesi sanno, per 10 anni oltre che fondare il giornale insieme al fratello di Calogero Carità, Angelo (oggi presidente della Pro Loco) è stato segretario di redazione e condirettore. Il dilemma è: una semplice dimenticanza, strana per uno storico locale di chiara fama come Calogero Carità peraltro scrupoloso Dirigente Scolastico a Verona, o la scelta di cancellare un pezzo di storia di quel giornale e di tentare un po' di revisionismo (che per ora va di moda) facendo sparire chi con sacrifici ha contribuito alla crescita del giornale? Sulla vicenda Pira non ha voluto fare alcun commento se non una battuta: “c'è una storia scritta ed una che rimane impressa nelle nostre menti e nei nostri cuori. E poi ho capito che a Licata per salvaguardare la propria professionalità e dignità devi avere dei buoni avvocati”. Che storia, anzi che storie....!!!
endemici, ma anche le grandi peculiarità. Si tratta del quarto lavoro di Gaetano Cellura, impiegato delle Poste e sindacalista della Cisl, che ha già pubblicato: I meandri del municipio (1991), Scrittori di Sicilia (2004), Storia amara del 43' (2007). Ma non si tratta delle uniche pubblicazioni. Negli anni '80 infatti con il nostro Direttore, Francesco Pira, aveva dato alle stampe “L'anno di Zeman” una storia dell'uomo e dell'allenatore Zeman, allora in forza al Licata Calcio,che riuscì a vendere oltre 4000 copie. Nel libro l'autore sostiene che “la crisi attuale di Licata è una miscela di vecchi e nuovi problemi”, ed ancora che “la situazione è aggravata dal fatto che nessun settore economico appare in grado di superare questo momento di
difficoltà e di incertezza”. Ma poi lascia anche spazio alla speranza: “la politica deve avere precisi obiettivi. Fermare il declino della città, dare fiducia agli operatori resi insicuri dalla crisi generale, creare le condizioni per il lavoro e lo sviluppo”. Un libro da leggere. Una guida per quella nuova classe politica che deve dimostrare di “essere reale e non virtuale”. Ma forse, visto come vanno le cose al Comune, Cellura rimarrà deluso perchè l'ultima generazione di politici è, più che virtuale,...molto inconsistente. Noi suggeriamo al bravo Gaetano, nostro amico, il titolo per un nuovo volume...”l'inconsistenza della politica a Licata” o anche “i fantasmi al Comune”.
Edizione Marzo 2009 - 15
Sport & Poesia
il Giornale di Licata
Cosa accade negli altri sport
La formica Licata – parte seconda di Pino Santamaria Esattamente un mese fa, scrivevo della “formica” Licata, paragonando la compagine gialloblù a quell'animaletto che, pian piano e con giudizio, riesce a mettere tanto cibo da parte per prepararsi alla stagione invernale. Il cibo, erano i punti che la compagine gialloblù doveva mettere da parte in 5 gare(Kamarat, Favara, Palma di Montechiaro, Villabate e Campobello di Mazara). Su 15 punti a disposizione, l'armata gialloblù ne ha conquistato solo 3, frutto dei pareggi con la Gattopardo, Villabate e Campobello di Mazara. Sarà un inverno duro, con razioni ridotte per tutto il formicaio. E dire che di cose ne sono successe in un mese. Dalla partenza di Gaetano Accetta, che ha scelto di appendere le scarpette al chiodo e di dedicarsi ad un “vero” lavoro nel palermitano. La fuga di D'Andò, Giglio, Lombardo e Cristache, andati via da Licata perchè in rotta con la società, rea, secondo i fuggitivi, di non aver corrisposto il becco di un centesimo, lasciandoli quasi a mendicare per le vie della città. L'arrivo di Coletta e Riganò, per rimpiazzare le partenze, segno che la società ha la disponibilità economica (quindi i “fuggitivi” sono stati messi da parte per scelta tecnica) per fronteggiare ancora da protagonisti, questo stramaledetto
campionato. Infine, l'arrivo sulla panchina gialloblù di Tommaso Napoli, necessaria, dopo le sconfitte di Cammarata e Favara, per rimettere ordine all'interno di uno spogliatoio che andava a pezzi. Il buon Tommaso si è messo di buon piglio, riunendo la squadra e ripartendo quasi dall'ABC del calcio, dettando posizioni e ruoli ad alcuni calciatori che sembravano aver smarrito la via maestra, ed iniziando un lavoro di ricostruzione con allenamenti più pesanti sia come carichi di lavoro che di tempo. Mentre scrivo, guardo il forum del Licata Calcio, a 24 ore di distanza dal pareggio di Campobello di Mazara, dove persino la squadra degli ammogliati del Circolo Goliardico(con il dovuto rispetto), ha fatto bottino pieno, e vedo un utente scrivere “squadra demotivata”. Non ha poi tutti i torti. La compagine gialloblù ha iniziato a perdere punti preziosi proprio, quando ci si aspettava il classico rusch finale. Giovanni Di Somma, alle prese con un problema al piede, è costretto a saltare gare importanti e senza di lui il Licata diventa “normale”. L'attaccante Massimo Riganò, fratello del più celebre Cristian, utilizzato per la prima volta contro il Campobello di Mazara, ancora ha bisogno un po' di tempo per rimettersi in forma ed entrare negli schemi
La Limpiados Licata vola verso la serie D di Angelo Mazzerbo
Non si ferma più la Limpiados, la compagine licatese che disputa il campionato di promozione maschile di pallacanestro, per la felicità del presidente Calogero Alotto che per il secondo anno consecutivo ha affidato la squadra al coach Nicola Giuliana. Proprio così, al secondo anno di attività la squadra formata esclusivamente da giocatori locali sta già tentando il salto di categoria. Del resto le cifre parlano chiaro: 12 partite disputate di cui 11
vinte; 829 punti realizzati e 514 punti subiti, cifre queste che consolidano la
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di Vincenzo Montana
di mister Napoli, mentre il difensore Coletta già non fa rimpiangere la partenza di Accetta, anche se la perdita del centrale palermitano non si potrà mai rimpiazzare in termini di affetto. In classifica il Mazara ha superato il Villabate, proponendosi come vera candidata alla vittoria finale(ancora da disputare il big match tra le due dopo il “fattaccio”). L'Agroericino ci fa sentire il proprio fiato sul collo, mentre un gruppetto formato da Bagheria, Marsala e Kamarat si mantiene ad una certa distanza, pronti ad entrare in zona play off. Alla fine la questione è solo una: senza Di Somma siamo una squadretta come tante altre, con dei giocatori, tipo Concialdi, fuori forma e altri, come Butticè e, soprattutto, capitan Grillo, che non si risparmiano mai:in altre parole, play off fortemente a rischio. Se Giovanni Di Somma “riemerge” dai problemi fisici, con accanto Massimo Riganò e alle spalle il folletto Concialdi al meglio, Saedd e Ascia,Butticè e Grillo,Semprevivo e Coletta, Peritore, Puccio, Gnoffo e Lo Bue (totalmente recuperato), allora la musica cambia. La “D”, passando dai play off, come fece lo scorso anno il Palazzolo, è alla nostra portata. Altrimenti, non ci resta che piangere. Alla prossima, quando i giochi saranno fatti.
prima posizione in classifica nella stagione regolare, con un distacco dalla seconda in classifica di ben 6 punti. Merito della dirigenza e del coach Giuliana che hanno saputo amalgamare giocatori d'esperienza e di categoria superiore, con giovani provenienti dal vivaio i quali partita dopo partita stanno prendendo consapevolezza dei propri mezzi. Questo il roster completo della Limpiados Licata 2008-2009: Daniele Ciancio, Angelo Mazzerbo, Angelo Curella (cap.), Melchiorre Sorrusca, Mario Cirillo, Valeriano Truisi, Davide La China, Luca Federico, Matteo Zappulla, Mirko Greco, Cristian Licata, Giuseppe Avenia.
Sereno di Lillo Taibi Tu, il sole che mi scalda; tu, l'acqua che mi disseta; tu, il pane che mi sazia. E gli occhi tuoi son lune che guidano i miei passi e la tua voce mi porta la pace, quando mi parli, se il mio cuore tace. Aria di primavera, fiore che sbocci a sera, ninfa della mia mente che pasci i sogni miei, restami dentro al petto e non lasciarmi mai! L'alpe più ardita per te salirò, fino a toccare il cielo, fino a rapir la stella più lucente per poi portarla a te! Per metterla tremante sulle mani tue che mi porgerai, se nel tuo petto la conserverai : dono mai più sincero, cesello sopraffino rubato al cielo per un tuo sorriso. Perché mi basta averti qui vicino e goder dei tuoi sguardi e del tuo viso.
IO LA AMO
di Rosalinda Sorprendente
SETTIMANALE DI ANNUNCI ECONOMICI TUTTI I VENERDÌ NELLE EDICOLE DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO
Lei mi delude e io la amo. Lei mi umilia e io la amo. Lei non mi fa vivere e io la amo. Lei uccide i suoi uomini e io la amo. Lei distrugge i miei sogni e io la amo. Io la amo...amo la mia SICILIA
Nel campionato di terza categoria di calcio, la Sant'Angelo del presidente Vitali non conosce ostacoli. Ha messo sotto la capolista, Accademia Empedoclina, e, al momento in cui scriviamo, solo un punto divide le due pretendenti alla vittoria finale. Non ci sono dubbi: la corazzata Sant'Angelo vincerà il campionato in virtù del maggior tasso tecnico presente e anche per la voglia che hanno giocatori come Amato, Zarbo, Cannizzaro, di rimettersi in discussione dopo un breve periodo d'allontanamento dai campi di calcio. Nel basket, play off assicurati per il quintetto mister Cigna che, in questo ultimo scorcio di campionato, ha dovuto dire addio a Muratore(scelta societaria) e Alessandro Vecchio. Quest'ultimo preferisce stare in stand by, per motivi legati al proprio lavoro. Ma chi lo conosce bene, scommette che, prima o poi, specialmente durante le fasi dei play off, tornerà a trainare il quintetto gialloblù. Nella pallamano femminile, la Polisportiva Guidotto è ancora alla ricerca della sua prima vittoria. Speriamo che, nel momento in cui questo giornale sarà nelle vostre case, la compagine del presidente Tabone avrà sfatato anche questo tabù. Comunque, aldilà dei risultati, è sempre un buon lavoro quello che sta facendo il tecnico Bona e le sue giovanissime atlete. Nella Pallavolo femminile, la Rimural Licata, si propone come vera sorpresa del campionato di prima divisione. Al suo esordio nel torneo ha conquistato punti e vittorie, tanto da far ritornare la gente a tifare al “Palafragapane”.
Ode alla Natura di Anna Lo Verme Vivi orgogliosamente orizzonti vicini e lontani, terre e sconfinati oceani. Cosmopolita infinita. Inquieta, tormentata, scorri ciclicamente nei rumori e nei silenzi dell'universo. Ti vesti, ti spogli e ti rivesti, per poi spogliarti ancora. Trasmetti energia e flemmatico torpore a seconda della stagione che in te si rivela. Sincera compagna di chi ti vive. Pura conoscitrice di anime: sognatrici, ribelli, allegre, tormentate, tristi e burrascose. Di loro riveli sempre la natura. Non inverti mai i passaggi stagionali, le sensazioni pure e incontrastate di ruscelli che scorrono nell'infinito evolversi dell'uomo. Pacifica Madre. Cullatrice di sogni piccoli e grandi. Immensa tu mi appari. Immensa sei nel cuore di tutti i globi universali. Poliglotta attrice di variopinte sceneggiature. Regista incontrastata di sfondi celestiali. A volte delimiti il cuore e l'intelletto dei tuoi figli, che ignari del futuro, continuano a nascere. Inconsapevoli del destino tortuoso e ingannevole. Sei pregnante nella vita di ciascuno. Esseri viventi e non, in te si rivelano in tutta la loro forma ed essenza pura. Tutti cercano di interrogarti, sconvolgerti, cambiarti. Capovolgendone le regole primarie e strutturali. Tu feconda appari e feconda sei. Eternamente gravida di ogni tuo piccolo capolavoro. Produci, e mai stanca ti fermi. Spensierata prosegui incessantemente Il tuo infinito cammino. Solerte e leggiadra volteggi nell'aria estiva, come un filo di paglia al momento della mietitura. Viaggi nei sogni di ogni umana creatura, che piena della tua essenza in te si rivela. Assalimi da mane a sera. Assalimi in tutto il mio essere che pieno di te firma ogni tuo ritratto
SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA