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il Giornale di Licata
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il Giornale di Licata
Mensile di Politica, Cultura, Economia e Sport Anno I - Numero 7 - Dicembre 2009 - Reg. Trib. di Agrigento n° 284 del 24/26-03-2009 - Direttore Responsabile: Francesco Pira www.ilgiornaledilicata.it
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TORNIAMO ALLE URNE Editoriale
Il sogno del cambiamento E adesso noi licatesi… dobbiamo voltare pagina! di Francesco Pira
SFIDUCIA AL SINDACO PER GRACI LA MUSICA È FINITA E ....GLI AMICI SE NE VANNO ....
Come avrete notato, gentili lettrici e lettori, il nostro giornale esce, sia nella versione on line che cartacea, con qualche giorno di ritardo. Questo editoriale è stato scritto un po' di volte perché i fatti accaduti a Licata negli ultimi giorni ci hanno costretto a farlo. Non è nostro costume occuparci di cronaca nera o giudiziaria ma non possiamo esimerci dal farlo, anche se vorremmo tanto, per il semplice fatto che un vero e proprio terremoto ha messo in crisi l'Istituzione Comune, lasciandola senza guida e adesso con un capo in esilio. Un capo, Angelo Graci, a cui ieri la magistratura e la prefettura hanno restituito la funzioni, lasciandolo però con l'obbligo di dimora fuori dalla città. Tutto come sapete è nato dopo l'arresto del primo cittadino, dell'assessore Tiziana Zirafi, e del Vice Presidente del Consiglio Comunale, Nicola Riccobene, per una vicenda legata alla Festa del Patrono. Da sempre siamo garantisti. Crediamo che nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio. Ma nel nostro Comune la vicenda è diversa. Il sindaco Graci prima della vicenda giudiziaria, che troverà il suo corso, era senza maggioranza. Era già stato sfiduciato. Ci aveva provato con ben due amministrazioni ma i risultati erano stati disastrosi. Gli stessi dirigenti che lui ha nominato sono entrati in contrasto con il sindaco ed i suoi più stretti collaboratori. La cosa più logica era dimettersi e restituire il mandato ai cittadini, che ribadiamo, avevano votato più Graci contro il suo maggior competitor, Angelo Balsamo. Oggi la città è dissanguata da mesi e mesi di cattiva gestione in tutti i settori della vita pubblica. Grazie all'ex sindaco ed ex vice presidente della Provincia, Giovambattista Platamone, ed alla buona volontà del Presidente del Consiglio, Angelo Vincenti, ed alla firma di uno degli ultimi assessori rimasti, Giuseppe Attisano, Licata non è stata esclusa dai finanziamenti europei fino al 2013. Sarebbe stata l'ennesima beffa in un momento in cui la realizzazione dell'aeroporto ed ulteriori investimenti nel settore turistico potrebbero risollevare la città dalla crisi economica in cui è precipitata. Il prossimo 14 dicembre il consiglio comunale voterà la mozione di sfiducia firmata da 20 consiglieri. Non sappiamo come andrà a finire ma diamo per scontato che questa legislatura è finita. Ed è finita peggio di come è iniziata. Forse con l'arrivo di un commissario ci sarà una tregua di cui la città ha bisogno. Forse noi licatesi prima di tornare alle urne per scegliere il successore di Graci avremo tempo e modo di riordinare le idee e di non fare altri salti nel buio. Già circolano i nomi di possibili candidati sindaci. Come la scorsa volta. C'è già chi è pronto ad avvelenare tutti i pozzi ed a rendere il clima
Cosa dire in circostanze di questo genere. Cosa dire quando ci si trova dinanzi ad un ipotesi di reato che presuppone la corruzione aggravata in concorso per atto contrario ai doveri d'ufficio che coinvolge il sindaco, un assessore e il vicepresidente del consiglio del nostro comune. E' difficile esprimere opinioni o fare commenti senza correre il rischio di essere frainteso o considerato smanioso di protagonismo. Nello stesso tempo non si può fare finta che niente sia successo, o dare l'impressione, restando nel silenzio, di essere omertosi. Per tanto ritengo doveroso, per me, che ho avuto l'onore di rappresentare con orgoglio Licata fino a qualche anno fa, fare una riflessione sul contesto in cui è maturata questa triste vicenda e sulle conseguenze nefaste per la città. Dichiaro subito che non è l'aspetto giudiziario l'oggetto di questo mio intervento, anche perché sono sempre stato un
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Buon Natale e Buon Anno ai nostri lettori e inserzionisti Alle nostre lettrici ed ai nostri lettori, a tutti i nostri inserzionisti gli auguri più sinceri per un sereno Natale e per un o splendido 2010. A gennaio questo giornale compirà un anno di vita, e di questo dobbiamo ringraziare Media Italia srl e tutti voi. E'una prima candelina a cui teniamo molto. E ci aspettiamo i vostri suggerimenti e nuovi stimoli. La Direzione de “Il Giornale di Licata
L’Intervento
Nel dramma umano, il dramma di una città di Angelo Biondi*
E Q A H R
Dove si nasconde la cultura ? di Lorenzo Peritore
Una grande serata quella del 10 novembre alla Sala Convegni del Carmine dove la CUSCA, ex UNITRE', guidata dal suo faro Santina Vincenti, ha ricordato il Professore Cesare Carbonelli. Ho molto apprezzato gli interventi di Calogero Carità e di Enzo Pace che hanno ricordato il Carbonelli uomo, educatore e scrittore. Avevo anche apprezzato, e parecchio, il ritratto che di Carbonelli ha fatto l'ex Vice Sindaco, ma il Professore Francesco La Perna, col suo intervento finale, mirato e premeditato, è riuscito a guastarmi la serata. Non ho replicato per riverenza verso i familiari del Professore Carbonelli presenti in sala, Francesco La Perna della mia amica Santina Vincenti e di tutti i convenuti. Qualche anno fa sarei intervenuto d'istinto, ma i miei 63 anni e la mia educazione mi hanno sussurrato di non essere impulsivo. E sono comunque certo che sia stata la decisione più saggia. Però, dalle pagine di questo mensile dove mi onoro di scrivere, coi toni civili che si confanno alle persone educate, devo replicare. Lui ha voluto scagliare una frecciata, che tra i presenti, l'unico a poterne essere colpito, ero io. Qualche amico a fine serata
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SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA
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- Edizione Dicembre 2009
Interventi - lettere - mail - sms
Lettera
il Giornale di Licata
Lettera
Occorre impedire lo scempio del nostro mare e del nostro territorio Dall'ex sindaco Angelo Biondi riceviamo e volentieri pubblichiamo. Direttore Pira, occorre fare qualcosa. Bisogna far sentire forte la voce delle comunità che popolano questa negletta provincia agrigentina. Occorre che i politici, le parti sociali e principalmente i comuni cittadini facciano quadrato per impedire lo scempio che si vuole fare del nostro mare e del nostro territorio. Da qualche tempo, con cadenza periodica, ci tocca scoprire di nuove devastanti iniziative avviate all'insaputa delle amministrazioni locali. Le ultime due, in ordine di tempo, riguardano: un ulteriore mega parco eolico off shore, nello specchio di mare che va da Licata ad Agrigento; e la realizzazione di un condotta sottomarina, con annesse quattro piattaforme di controllo, per convogliare il gas metano dai giacimenti scoperti nel tratto di mare Torre di Gaffe-San Leone, alla raffineria di Gela. Nuove opere che si aggiungono alla già paventata realizzazione di altri due parchi off shore nel tratto Licata-Gela. Il mare delle mitiche battaglie navali delle guerre puniche. Il mare, in cui si specchiano i templi dell'antica Akragas, lo storico monte Eknomos, la Immanis Gela, verrà riempito di orrendi pali ed enormi eliche. Il suo fondale trivellato e divelto. Il suo ecosistema irrimediabilmente devastato. E' di questi giorni la notizia della battaglia intrapresa dalla marineria di Licata per il danno che sta ricevendo dall'attività di una grossa nave dell'Enichem, impegnata nella prospezione di detti fondali per la progettazione della citata condotta di gas metano. I pescatori licatesi, hanno dimostrato che la sola attività di questa nave sta compromettendo pesantemente il loro lavoro e di conseguenza la sopravvivenza di un comparto da cui traggono sostentamento oltre 500 famiglie licatesi. Lo hanno fatto presentando prove inoppugnabili: reti prive di pesci e colme di fango; danni alle attrezzature; battute di pesca fallimentari in spazzi sempre più limitati.Immaginate ora, quali funeste prospettive avrebbero coloro che vivono di pesca, con un fondale messo sotto sopra da scavi e trivellazioni, in un mare dove bisognerebbe fare pericolosi zigzag fra centinaia di pali ed eliche; e quali drammatiche ripercussioni si rifletterebbero sulla traballante economia cittadina. Le stesse considerazioni andrebbero fatte per altri comparti determinanti per l'economia non solo di Licata, e della provincia agrigentina, ma di un più ambio comprensorio extra provinciale, che guarda al turismo come perno centrale per il rilancio dell'intero sistema produttivo del territorio. E' ora di uscire da questa incomprensibile contraddizione. Non può la classe politica locale programmare e progettare il proprio futuro immaginando lo sviluppo turistico, come elemento strategico capace di rilanciare e rivitalizzare i tradizionali comparti (agricoltura, pesca, artigianato di qualità), per poi vedersi calare dalla politica centrale: rigassificatori; termovalorizzatori;
parchi eolici su ogni collina; impianti off shore su ogni centimetro di costa; condotte e piattaforme che devastano l'eco sistema marino; e forse anche una centrale nucleare .Non può la politica dei piani alti, da un lato, dare sostegno all'azione meritoria del Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi che sta profondendo tutte le sue energie per rilanciare l'economia di una provincia al collasso, - per poi rilasciare concessioni e permessi per realizzare impianti in antitesi con la costruzione dell'aeroporto e la vocazione turistica del territorio agrigentino. Bisogna che la politica dia messaggi chiari ed inequivocabili. Bisogna che ogni abitante di questa provincia porti avanti azioni determinate e consequenziali. A cominciare dagli amministratori locali e dagli esponenti politici di ogni partito o schieramento. Dai rappresentanti delle forze sociali e delle categorie produttive. E verso le quali non può e non deve mancare una forte presa di coscienza di ogni cittadino, dal più giovane al più anziano, di questa martoriata comunità. Cosi com'è stato magnificamente fatto con la vertenza aeroporto, i Sindaci e gli Amministratori Comunali agrigentini, con in testa il Presidente della Provincia, debbono fare fronte comune per fermare questo annunciato tentativo di scempio ambientale, ad un mare e ad un paesaggio collinare di altissimo pregio storico e naturalistico .I Ministri della Repubblica, che hanno competenza sul mare, sull'ambiente e sull'energia, devono smetterla di considerare la Provincia di Agrigento, come una sorta di lontana colonia africana dove destinare, o consentire a chicchessia la costruzione di qualsivoglia opera ad altissimo impatto ambientale. Compromettendo così il futuro di migliaia e migliaia di persone che credono nello sviluppo sostenibile di questo lembo d'Italia; nonché gli sforzi, sin qui, compiuti da tantissimi imprenditori locali e non, che hanno investito e stanno investendo sulle potenzialità turistiche della terra di Empedocle, Pirandello, Sciascia e Camilleri. Nello stesso tempo, deve ripartire, con rinnovata e decuplicata energia, quel movimento popolare rappresentato dai comitati civici, che proprio per la loro natura apartitica, riescono a stimolare l'interesse di quei cittadini (sempre più spesso disincantati e delusi da certa politica), che vivono con scetticismo e disinteresse anche problematiche di interesse generale e collettivo.In particolare, per quanto ci riguarda, deve essere rilanciata l'azione del comitato No Peos. Oggi, forse, l'unico contesto capace di mettere assieme, nella nostra città, persone di credo ed appartenenza politica diversa; chiamandole a collaborare per difendere il diritto dei licatesi a conservare l'integrità del proprio mare, e consentire a Licata, di coltivare l'aspirazione di divenire una ricercata meta turistica.
Come Don Chisciotte inseguo i cassonetti della spazzatura Caro Direttore Pira, tempo fa ti scrissi una lettera nella quale con ironia mi definivo "una casalinga quasi disperata per la monnezza" oggi invece mi sento più vicina a "Don Chisciotte". Lui inseguiva i "mulini a vento" io inseguo "i cassonetti della spazzatura". In quella lettera ti scrivevo il mio sogno utopistico di vedere accanto all'unico cassonetto di raccolta rifiuti, a circa 1km da casa mia, anche quelli per la differenziata. Ebbene questo sogno non solo non si è avverato, ma anche quell'unico cassonetto, che era la parte concreta del mio sogno, non esiste più. Infatti quell'unico cassonetto, che era già poco per le famiglie che abitano in quella zona, compresa la mia, non esiste più. Ma tutto ciò sarebbe drammatico se non ci fosse un risvolto comico. Si un risvolto comico che ora ti racconterò. Non so se tu hai mai sentito questa frase: "lassasti u' morsu sicilianu". Ebbene questa frase mia madre me la diceva spesso e poi ha continuato a ripeterla ai miei figli ed io adesso la ripeto ai miei nipotini anche, se io l'ho sempre capita a metà. Tu adesso (come l'onorevole Di Pietro) ti chiederai "ma che ci azzecca con la monnezza?" Ora ti spiego. Quando ero piccola e mangiavo la pasta o quant'altro ne lasciavo una piccola parte, mia madre era solita dirmi "lassasti u' morsu sicilianu" io questa frase la interpreto così "co fa l'unu e un fa u centu, perde l'unu e u centu vidè".Che cosa significa tutto ciò? Secondo me significa che noi siciliani non siamo capaci di fare una qualsiasi cosa per intero. Dopo tutto questo mio metaforizzare tu hai il diritto di chiedermi nuovamente "ma che ci azzecca?" e ci azzecca si, perché quel posto dove c'era il cassonetto è rimasto comunque il punto di conferimento per la spazzatura che per giorni non è stata raccolta. Ma un giorno finalmente è successo il miracolo, l'hanno raccolta, si ma come? Ed ecco il riferimento al detto "lassasti u morsu sicilianu".Gli addetti si sono limitati a raccogliere i sacchi che erano sani, cioè quelli che erano sfuggiti alla distruzione da parte dei cani randagi, lasciando quindi tutto il resto sparpagliato sul posto dimostrando che "co fa l'unu e un fa u centu, perde l'unu e u centu vidè". Quindi caro direttore secondo te, per come oggi sta la raccolta rifiuti nella nostra città, io sono più "una casalinga quasi disperata o una Don Chisciotte che insegue il sogno di vedere la sua città senza spazzatura per le strade? Cari Saluti Maria Antonietta Di Falco
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segue dalla prima pagina - nel dramma garantista, non ho mai condiviso la carcerazione preventiva e difendo il principio della presunzione d'innocenza (argomento appositamente scelto per la mia tesi di laurea). Non so quale sia la verità, mi auguro che al più presto tutto possa essere chiarito nel modo migliore possibile, sia per i protagonisti, sia per la città. Ed è proprio sui riflessi drammatici per la città che invece voglio attenzionare in questa mia considerazione. Licata sta vivendo un momento difficilissimo; agli effetti della grave crisi mondiale si sommano: le condizioni di un'economia locale da sempre precaria; il caos politico amministrativo che ha paralizzato quasi totalmente l'azione del nostro municipio e che rischia di produrre, non mettendo ordine ai documenti contabili, altre gravi e deleterie conseguenze. Trovarsi, in questo delicatissimo momento senza il capo dell'amministrazione, arrestato e sospeso dalle sue funzioni perché accusato di corruzione aggravata, non è certo il modo più sereno per porre la dovuta attenzione sugli atti e i passaggi amministrativi necessari per scongiurare il paventato dissesto finanziario. Si aggiunga a questo: una giunta monca, impossibilitata a deliberare per mancanza del numero legale; i pochissimi giorni cha mancano alla scadenza prevista dalla norma per l'assestamento dei bilanci comunali; per ricavarne il quadro di un contesto oltremodo drammatico. Qual è la soluzione più utile da adottare in una circostanza come questa? Sono convinto che la migliore soluzione sia quella di affrettare la nomina di un commissario regionale che possa assumere contemporaneamente i poteri della giunta e del consiglio comunale, in modo da eliminare anche i tempi minimi per i vari passaggi amministrativi. Ma per ottenere ciò, occorrerebbero le contestuali dimissioni del Sindaco e della maggioranza dei Consiglieri Comunali. Altre soluzioni che prevedano le dimissioni di un solo organo istituzionale, o la nomina di un commissario per esercitare i poteri di una giunta monca e quindi deliberare gli atti contabili da inviare poi al consiglio comunale, allungherebbero di molto i tempi già estremamente risicati.
Angelo Biondi
*Ex Sindaco di Licata
segue dalla prima pagina - editoriale
il Giornale di Licata
invivibile. C'è già chi vuole inasprire ancor di più il clima di odio che si è creato in città, allontanando sempre di più i licatesi dalla politica. I partiti sono in crisi fortissima ma vedrete quante sigle riappariranno e quanti personaggi che sono stati ben nascosti adesso torneranno ad essere protagonisti della scena. Ci vuole un richiamo molto forte al senso di responsabilità. Ci vuole amore per la nostra città. Si, amore. E ve lo dice chi per ragioni di lavoro è costretto a stare lontano, ma che non ha mai smesso di amare Licata con tutte le sue assurde contraddizioni. La scelta è nostra: voltare pagina o ritornare tra qualche mese a piangerci addosso. Su Facebook il nostro Renzo Peritore ha aperto un simpatico gruppo di protesta/proposta intitolato “Anno nuovo, Licata nuova”. Un modo semplice, ma concreto, per esprimere il proprio dissenso per tutto quello che è accaduto e per iniziare una nuova era. Sappiamo che non è facile. Comprendiamo che pressioni saranno tante. Ma occorre trovare una sintesi che dia alla città il meglio. Ci vuole un atto d'amore per una città che langue. Studiando per due anni la comunicazione di Obama ho compreso come si può auspicare, desiderare e poi ottenere il cambiamento. Quando il primo presidente afroamericano si è insediato ha detto una frase bellissima: “fino a qualche anno fa mio padre non poteva entrare in un ristorante perché non accettavano il colore della sua pelle. Oggi io sono qui a giurare come il vostro presidente degli Stati Uniti”. E' bello ripensare ai padri. Anche io ho ripensato spesso in questi giorni, mentre Licata era travolta dagli eventi, tutti negativi, cosa avrebbe potuto dire mio padre che è stato assessore in Comune e presidente dei commercianti oltre che cronista del Giornale di Sicilia e della Rai, se si fosse risvegliato dal sonno in cui riposa dal 1979. Non ho trovato delle grandi risposte e non voglio interpretare i suoi pensieri. Forse mi avrebbe detto: fate qualcosa. Muovetevi. Mi avrebbe ripetuto quello che mi ha sempre detto nei momenti più belli della mia infanzia e pre-adolescenza: devi amare Licata perché c'è il mare più bello del mondo, e a volte la bontà può vincere quei focolai di cattiveria e d'invidia. Forse questo tutti insieme possiamo farlo. E non occorre essere in corsa, in lista o candidati. Basta essere cittadini che sognano e vogliono una città diversa, possibile. Proviamoci.
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Registrazione Tribunale di Agrigento n° 284 del 24/26-03-2009
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Edizione Dicembre 2009 -
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La Città
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Pescato a Licata un calamaro “Gigante”
il Giornale di Licata
GIULIANA E' SEMPRE NEI NOSTRI CUORI
di Angelo Mazzerbo Non è la prima volta che a Licata vengono venduti al pubblico incanto pesci di notevoli dimensioni; già in passato al mercato ittico sono stati battuti all'asta, Razze (Raja Oxyrinchus) di un metro e mezzo di diametro o Palombi (Mustelus mustelus) della famiglia degli squaloidi, di due metri di lunghezza; ma il calamaro (Loligo Vulgaris) pescato pochi giorni fa, certamente costituisce un record per la nostra marineria, soprattutto per le grandi dimensioni, certamente inusuali a quelle che solitamente siamo abituati a vedere nelle rivendite di pesce al dettaglio. Il grosso mollusco cefalopode con corpo fusiforme allungato delle dimensioni di novantadue centimetri in lunghezza e sessantatre centimetri di diametro è stato catturato dal motopesca IPE 923 della cooperativa “ Vespucci “ di proprietà del sig. Gueli e battuto all'asta al mercato ittico di Licata presso la banchina di Marianello, per la “ modica “ cifra di 85,00 euro. Ad aggiudicarsi il gigantesco mollusco un commerciante di Gela che prima di caricarlo nel mezzo per portarlo a destinazione, ci ha concesso cortesemente una Foto. Angelo Mazzerbo
Sono passati già tre anni da quando Giuliana Pintacrona non è più con noi. Era appena poco più che una bambina ed oggi sarebbe già una signorina maggiorenne. Non sappiamo con precisione quali cambiamenti Giuliana nel frattempo avrebbe fatto nel fisico, ma sappiamo con assoluta certezza che nell'animo, nei comportamenti, nell'affettuosità, nella solarità e nella simpatia sarebbe rimasta sempre la stessa dolcissima e Giuliana. I suoi genitori e tutti i familiari hanno voluto ricordarla il nove di novembre scorso, giorno della ricorrenza del terzo anniversario, con una Santa Messa nella Chiesa di Sant'Angelo, sull'Altare costruito proprio in sua memoria. Alla Messa officiata dai Sacerdoti Angelo Pintacorona e Gino Brunetto, hanno assistito con non poca commozione tanti compagni di scuola di Giuliana, un folto gruppo di Scouts e tantissimi amici delle famiglie Pintacrona e Giganti, dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, come Giuliana sia e sarà sempre nel cuore di tutti i licatesi. L,P.
Faith Heller Willinger in visita al Fondo Antico di Licata di Angelo Mazzerbo La giornalista e scrittrice americana Faith Heller Willinger in visita a Licata in compagnia della sorella Suzanne e dell'amico Pino Cuttaia, chef di fama internazionale, ha consultato il fondo librario antico della biblioteca comunale Luigi Vitali, alla ricerca degli antichi ricettari dei conventi licatesi. La Willinger, allieva dei migliori ristoratori italiani e a sua volta creatrice di una scuola di cucina italiana per stranieri a Firenze, è stata insignita dalla multinazionale Sanpellegrino e dal New York Times del titolo di Ambasciatrice della cucina italiana nel mondo con la seguente motivazione: “perché con le sue numerose pubblicazioni e iniziative , ha saputo contribuire in maniera significativa alla diffusione e all'affermazione delle mille identità della cucina tricolore nel mondo”. La scrittrice americana è rimasta parecchie ore a sfogliare i preziosi libri del fondo antico licatese, soffermandosi soprattutto sugli antichi erbari e sui volumi riguardanti la produzione del vino e dell'olio, come veniva realizzata artigianalmente nei secoli passati. La Willinger è autrice di numerosi best-seller fra i quali : Mangiare in Italia, pubblicato da William Morrow; Red, White & Verdi, edito da HarperCollins; Le avventure di un'amante del cibo italiano per Clarkson Potter.
LICATA IN FESTA PER IL NUOVO PARROCO DI SABUCI di Nino Peritore Nell'austera ma festosa cornice della Chiesa B.M.V. di Sabuci di Licata giorno 10 ottobre Chiesa, anche nelle vie del quartiere che ospita la Parrocchia. Don Maurizio Mangione, u.s. ha avuto luogo la cerimonia di “investitura” ufficiale del Parroco della medesima originario di Alessandria della Rocca, ha 29 anni ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale 2 Chiesa, Don Maurizio Mangione. La funzione è stata officiata dal Vicario anni fa. Egli proviene dalla Chiesa Madre di Porto Empedocle, ove ha dell'Arcivescovo di Agrigento Mons. Butera, che durante l'omelia ha svolto le funzioni di Vice Parroco, ed ha esperienze di insegnamento evidenziato il valore del ministero sacerdotale ed augurato,nel conferire il nelle scuole, attività quest'ultima che ha esercitato con particolare mandato per conto dell'Arcivescovo al novello Parroco,un proficuo lavoro dedizione. Antecedentemente alla propria consacrazione Don nella direzione delle anime dei fedeli della Chiesa B.M.V. di Sabuci. La Maurizio ha vissuto un periodo di spiritualità di 1 anno in terra d'Africa. cerimonia è stata seguita con intenso fervore e viva partecipazione da Incontrato, sempre presso la Chiesa B.M.V. di Sabuci, in un momento molti fedeli, alcuni dei quali provenienti da Alessandria della successivo alla sopracitata funzione di insediamento, il Parroco ha Rocca,Agrigento e P. Empedocle, che, facendo corona al giovane prelato, aggiunto che egli, unitamente alla comunità da lui guidata, si propone hanno voluto nella circostanza essergli vicini e testimoniargli il loro affetto l'obiettivo della realizzazione di un oratorio per le attività giovanili. Nella e la loro stima. Don Maurizio, con visibile entusiasmo, intervenendo a circostanza Don Maurizio ha voluto simbolicamente ma con estremo conclusione della funzione, ha ringraziato Mons. Butera e, tramite lui fervore ed intensità rinnovare la Benedizione alla comunità quale proprio rappresentante, l'Arcivescovo di Agrigento per la fiducia parrocchiale ed all'intera comunità ecclesiale cittadina, esprimendo la accordatagli nel conferire il mandato; i fedeli della Parrocchia per la ferma convinzione che l'entusiasmo da esse mostrato contribuisca generosa accoglienza e grande disponibilità a collaborare alle attività efficacemente alla crescita spirituale della collettività di Licata e la riservategli fin dal suo arrivo a Licata, in settembre; i fedeli tutti presenti faccia avviare sul cammino della Santità e rivolto, infine, un caloroso alla celebrazione per il sostegno e la cordialità mostrati. Ha inoltre rivolto invito ai fedeli tutti di Licata a “lavorare nella Vigna del Signore” un sentito pensiero ai genitori,che lo hanno instancabilmente seguito ed collaborando alla costruzione di un edificio spirituale che abbia come incoraggiato nel proprio percorso di formazione al sacerdozio. Il neo Don Maurizio Mangione proprie fondamenta l'amore, la piena comunione fra tutti, la Parroco ha infine tracciato sommariamente le linee dell'azione pastorale condivisione fraterna ed il servizio al prossimo. Auguri,dunque,Padre che intende intraprendere e che prevede ,tra le altre attività, celebrazioni eucaristiche Maurizio affinché il Suo zelo ed entusiasmo “incendi” la nostra Città di fervore religioso e di quotidiane, vari momenti di preghiera e di riflessione e catechesi, oltre che nei locali della impegno caritativo.
segue dalla prima pagina - dove si nasconde la cultura ? mi ha mormorato : Lorè, per ciò che scrivi sul Giornale di Licata e dici su Licata Nuova TV in “Opinioni”, sulla cultura, “ u Vici Sinnicu bona ta mullà a fricciata!”. Eccola in sintesi la frecciata di La Perna, scagliata con molto ardore e risentimento: < C'è chi scrive che la cultura a Licata sta morendo! Non è affatto vero! La cultura a Licata non sta morendo per niente e vedrete come fra qualche anno questa Amministrazione verrà ricordata per ciò che ha fatto per la cultura di questa città. Abbiamo comprato il patrimonio librario dei Cannarella e stiamo allestendo una biblioteca dove trasferire il Fondo Librario Antico. Un prezioso patrimonio per Licata, ve ne accorgerete!>. Non ho dubbi che l'Amministrazione Graci verrà ricordata, e non solo per la cultura. Verrà ricordata per tutta la vita!!! Eccome se verrà ricordata!!! Il refrain dei libri Cannarella e del Fondo Antico me lo aveva già intonato l'ex Assessore Gianni Peritore, in televisione, quando affermai che la cultura a Licata è morta. Ecco che al Carmine il ritornello alibi viene riproposto dall'ex Assessore alla Cultura, con veemenza e risentimento, come se le cose fino ad ora scritte e dette da me, o da altri, fossero bugie, e come se il nemico acerrimo della cultura, a Licata, non fosse l'Amministrazione, ma chi descrive lo stato di coma in cui la stessa versa. E se affermo e confermo che quest'ultima Amministrazione è stata “nemica acerrima della cultura”, non voglio dire affatto che anche La Perna lo sia. Assolutamente no! Magari a Licata tutti amassimo la cultura come la ama lui! Lui è stato solo l'Assessore di una Amministrazione che non ha avuto rispetto e amore per la cultura, per cui, per queste ed altre ovvie ragioni, La Perna non ha potuto fare per essa tutto ciò che il suo cuore avrebbe voluto. Ma ritorniamo alla frecciata. Non avendo io replicato per non turbare la serenità della serata e per non offendere la memoria del Professore Carbonelli, che anche io ho conosciuto molto bene e assai da vicino ponendo pure alla sua attenzione tante delle mie poesie, potrebbe essere sembrato che l'ex Vice Sindaco, nella sua ingerenza, avesse ragione. Non è affatto così! Parlare per ultimo non vuol dire avere per forza ragione. Preciso intanto che non ho mai scritto, né detto, che la cultura a Licata stia morendo, ho detto e scritto invece che è morta, e sottolineo morta. E non è morta per vecchiaia o per malattia, no, è stata ammazzata da chi avrebbe avuto l'obbligo di curarla e di farle godere sempre ottima salute. Per l'acquisto dei libri Cannarella mi compiaccio e mi complimento per l'operazione, fosse dipeso da me li avrei acquistati anche io. Non per altro ritengo che da giugno 2008, mese assai funesto per Licata, nonostante in molti abbiano avuto il coraggio di festeggiare, l'unico merito che si può attribuire all'Amministrazione Graci, è proprio l'acquisto di questi preziosi libri. Di altro nulla, se non quello di avere provocato il coma profondo ad una città già affetta da gravi sofferenze. Ben venga pure la biblioteca del Fondo Antico, non vedo l'ora che apra per andarla a frequentare. Ma la cultura di cui parlo io e che ritengo morta e sotterrata, non è quella dei libri, è tutt'altra cosa. E' quella che si pratica nei teatri, nelle Sale Convegni, per strada, sui palchi, nei Chiostri e nei Musei, insomma, nei luoghi pubblici, per far si che tutti la vedano,la vivano e ne godano. Dunque, rappresentazioni teatrali, concerti,
mostre, concorsi letterari, visite guidate nei siti archeologici, senza tralasciare le iniziative che servono a fornire ai giovani strumenti e luoghi che permettano loro di fare recita, musica, sport, progetti di ricerca e quant'altro. Cultura è pure togliere i ragazzi dai pericoli della strada per incanalarli verso attività costruttive e benefiche per il loro fisico e il loro intelletto, tramite iniziative sportive, ludiche, letterarie e artistiche. Ecco cos'è per me la cultura! Qualcosa di questo genere l' abbiamo godute grazie all'amore di Associazioni o di privati, che a proprie spese, senza aiuto alcuno del Comune, e con la totale latitanza degli amministratori, è riuscito a realizzare. Cosa, Professor La Perna, del menù culturale che le ho appena esibito, l'Amministrazione di cui lei era fino a pochi giorni fa una delle massime espressioni, ha fatto? I giovani, se non invogliati alla cultura, no frequenteranno mai la biblioteca del Fondo Antico e dei Cannarella? Lei lo sa meglio di me che questa è una cultura altamente impegnativa che non desta interessi fortemente popolari. E finiamola quando si parla della morte della cultura di tirare fuori la litania di questi libri, come se fossero la panacea della cultura licatese. Certo, un patrimonio storico, letterario e turistico prestigioso per qualche amatore e per la città, che a confronto con altre, potrà vantare e sfruttare. Ma per i più resterà una cultura sugli scaffali o negli stipetti. Non tappiamoci gli occhi, l'assenza della cultura a Licata la si legge tutta dal proliferare della criminalità e dell'illegalità che hanno raggiunto ormai vette di assoluta insopportabilità. Lei da uomo colto m'insegna che dove alberga la cultura la criminalità ha difficoltà a radicarsi. Il proliferare della criminalità e dell'illegalità sono la prova che la cultura a Licata non c'è. Mi meraviglia molto, Professore La Perna, che lei, in qualità di Ispettore Onorario dei Beni Culturali, non veda, o chiuda gli occhi, per non vedere ciò che tutti gli altri vediamo nitidamente. E mi meraviglia ancora di più il fatto che lei tenti di far passare il messaggio che la cultura ci sia, e rimprovera, e pure pubblicamente, chi dice la verità e racconta come stanno realmente i fatti. Mi piacerebbe rispondesse a quanto le chiedo: se in veste di Assessore dell'ex Sindaco Biondi lei aveva legittimo motivo di ritenersi orgoglioso e fiero per il fatto che quella Amministrazione avesse creato importanti eventi culturali duraturi nel tempo, come il Memorial Carmelo Bella, Raccontiamo a Licata, il calendario di rappresentazioni teatrali che si svolgevano al Teatro Re, gli appuntamenti con la lirica che avevano luogo sia al Teatro che al Chiostro della Badia, le bellissime e intense estati licatesi, il Natale stracolmo di iniziative culturali, artistiche, spettacolari con tanti svaghi per i bambini, il presepe vivente a SantaMaria e tutti gli aiuti ad associazioni sportive, folcloristiche e culturali, cose ormai di un'altra Licata, nel recente passato in cui ha indossato un'altra casacca e si è pure dimesso da Consigliere Comunale per conquistare la poltrona di Assessore e quella di Vice Sindaco di una Amministrazione che questi eventi li ha completamenti cancellati, non si è sentito un po' complice e colpevole? E adesso che ha rimesso il suo mandato e vive la città da semplice cittadino come la viviamo io e gli altri licatesi, e in seguito al terremoto politico verificatosi pochi giorni dopo le sue dimissioni, è ancora convinto che la cultura a Licata ci sia
davvero? Capisco il suo imbarazzo di aver fatto parte di quella Giunta e la sua esigenza di doverla difendere a tutti i costi, ma oggi, alla luce dei fatti, non c'è nulla di male ammettere che tutto ciò che si è scritto e detto sulla cultura, è la verità inconfutabile. Poi ricredersi sarebbe pure segno di grande apertura mentale e di onestà intellettuale. La prego, non interpreti questo mio sfogo come un attacco alla sua persona, ma come quello di un cittadino che non ha certo la velleità di volere essere depositario di tutte le verità sulla cultura come è lei, ma che possiede quella intelligenza, che pretende non gli venga offesa, e un grande amore per la propria città, che lo amareggiano e lo fanno soffrire, nel vedere Licata agonizzare in tutti i settori, compresi cultura e aspetto estetico. E cotanto degrado si è consumato mentre la politica, con ambiguità e arroganza, ma anche con ingordigia e sfrontatezza, è stata affaccendata in pratiche di spartizione di poltrone e di potere, disinteressandosi del tutto dei problemi della gente, prendendola in giro, e cosa ancora più grave senza mai darne conto e spiegazioni. Prova ne sia che tali ragioni,uniti alla sua coerenza, già prima che avvenisse la bufera giudiziaria l'hanno portata a dissociarsi e mettersi contro la Giunta Graci. Non me ne voglia caro Professore La Perna, mi creda, io non ho proprio nulla contro di lei e in parecchie occasioni l'ho pure apprezzata. Poi tra persone civili ci si può chiarire, qualora lo si voglia, ed io in merito non sono affetto da nessuna remora e nessuna preclusione. Sa perfettamente quante volte ho parlato bene di lei sul quindicinale La Campana, scrivendo perfino che lei è il Vittorio Sgarbi di Licata e pubblicando la sua foto proprio accanto a quella di Sgarbi, per rafforzarne la similitudine. Ma quando la politica non fa il proprio dovere e danneggia città e cittadini, non si possono pretendere elogi e non ci si deve nemmeno irritare e risentire se c'è chi descrive e racconta i danni che la politica fa, ovviamente dicendo e scrivendo sempre e soltanto verità. Disse in merito Petrarca : “Molti tendono a parlare non per amor di verità, ma come gli aggrada”. Mi replichi, se vuole, anche su queste pagine, è un suo diritto, ma qualora sentisse l'esigenza di chiarirsi con me, sappi che lo farei solo ad una conferenza stampa in un luogo pubblico e in presenza dei nostri concittadini, proprio come ha fatto lei quando mi ha colpito con la sua frecciata. Così facendo, se io ho detto e scritto bugie, lei me le potrà controbattere, e se me le smentirà e me le smonterà le prometto che le chiederò scusa in pubblico. Viceversa, dovrà essere lei a scusarsi. Un evento pubblico durante il quale chi ha sbagliato trova il coraggio di chiedere scusa all'altro, sarebbe già di per se un fatto culturale di straordinaria portata. Allo stesso tempo mi indicherà, visto che io non ho notizie e lei ritiene di averle, dove si nasconde a Licata la cultura, in modo da dare anche a me e agli altri l'opportunità di poterla scovare, praticarla e usufruirne. Buon Natale caro Professore La Perna, anche se sono certissimo che questo Natale, complice pure la mancanza di cultura, a Licata non sarà per niente un Buon Natale. Lorenzo Peritore
L’ Approfondimento
il Giornale di Licata
Edizione Dicembre 2009 -
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Trans e Influenza, per favore vi dispiace parlarne meno... di Francesco Pira Per favore direttori, redattori, autori, capi e capetti, opinionisti e lookologi, uomini & donne,esperti di Grande Fratello 1,2,3,4,5,6,7,8,9 e 10, tuttologi, politici, nani e ballerine, potete per tre giorni non parlare di trans e di influenza?Vi chiediamo qualcosa di impossibile? Siamo disorientati. Non capiamo più chi è l'uomo, chi è la donna, e non capiamo nemmeno perché prendiamo in silenzio le malattie dei polli e dei maiali. È un appello che lanciamo sapendo che nessuno ci ascolterà, nemmeno quelli che "abitano" il web. Anche li dove ci rifugiavamo ogni tanto per intraprendere una discussione seria è tutto bombardato dalle foto della ragazza Elettra del GF10 che ora si chiama Gabriele. Sappiamo tutto o quasi del trans. Abbiamo seguito la loro vita passo dopo passo: sappiamo come ci diventano, come vivono, come si vestono, come fanno sesso (questo non fino in fondo). E poi l'influenza. Tutti sono in allarme. Tutti hanno paura. E mentre il Vice Ministro, Ferruccio Fazio, ci spiega che tutto è a posto, che ci sono pochi morti e che noi italiani oltre ad avere le migliori banche contro la crisi economica mondiale siamo quelli che moriamo meno perché forse... ma non diciamolo forte (attenzione questo non lo ha detto il vice ministro lo pensiamo noi) siamo un po' maiali e quindi becchiamo le loro malattie. Ditelo anche voi. Siete un po' in crisi. E nemmeno leggere chi ne sa più noi ci aiuta a volte. Il grande sociologo Edgar Morin nel suo libro "I sette sapere necessari all'educazione del futuro" rileva come l'essere umano è nel contempo fisico, biologico, psichico, culturale, sociale e storico. Questa unità complessa della natura umana è completamente disinteressata all'insegnamento, attraverso le discipline. Oggi è impossibile apprendere ciò che significa essere umano, mentre ciascuno, ovunque sia del carattere complesso della propria identità sia dell'identità che ha in comune con gli altri. Ecco dopo aver letto questo proviamo ad applicarlo. Come facciamo a capire tutti i consigli contro l'influenza da Topo Gigio? Francamente è difficile. Possiamo capirlo noi quarantenni ma è difficile spiegare ad un adolescente digitale chi è. E poi ancora più complesso dirgli che bisogna seguire i suoi
Luxuria
consigli...Come facciamo, è bene chiederselo, a capire una volta per tutte cosa succede nel mondo trans e perché un uomo va con un trans? L'altro giorno proprio un giovane mi ha illuminato. "Ho letto un libro - mi ha rivelato - in cui si parlava di devianze. Ed è normale per chi fa uso di cocaina andare oltre il sesso, oltre il normale e cercare lo straordinario". Questo ragazzo ha 19 anni, ed è un bravo ragazzo, ma su quel libro sulle devianze ha trovato una risposta. Noi abbiamo visto ore ed ore di tv in questi giorni in cui ci hanno fatto vedere di tutto ma magari non ci hanno spiegato questo piccolo particolare. Così come non abbiamo capito ora che è arrivato il vaccino se possiamo metterci tutti calmi o dobbiamo continuare a farci del male in questo modo. Ed anche la rete è piena di richieste di spiegazione sui trans e sull'influenza. Un giovane sociologo, Marco Centorrino nel suo libro recente "Bulli, Pupe e Videofonini" ricorda come Rosa Viscardi nel riassumere il dibattito sviluppatosi negli ultimi anni raccoglie una serie di affascinanti espressioni coniate da sociologi e massmediologi: intellettuali digitali, digerati, inforicchi e computer litaretes che fronteggiano senzatetto digitali, infopoveri e bit people. Ebbene tutte queste categorie in rete sono a discutere le stesse cose che si discutono nei bar...di cui sopra. Quindi non si può nemmeno dire: spengo la tv e accendo il computer e risolvo il problema. È in atto una persecuzione in cui alla fine ci sentiremo tutti un po' trans o desiderosi di fare un'esperienza con loro, o malati del virus dei maiali. Secondo Morin tutto si può risolvere con un nuovo insegnamento: come affrontare le incertezze. Le scienze - spiega l'eminente sociologo, una delle figure più prestigiose della cultura contemporanea - ci hanno fatto acquisire molte certezze, ma nel corso del XX secolo ci hanno anche rivelato innumerevoli campi d'incertezza. L'insegnamento dovrebbe comprendere un insegnamento delle incertezze che sono apparse nelle scienza fisiche (microfisica, termodinamica, cosmologia), nelle scienze dell'evoluzione biologica e nelle scienze storiche .Ecco forse dopo aver studiato le incertezze capiremmo tante cose. Forse riusciremo a superare questo momento di bombardamento mediatico e capiremo tutto. O no?
Grande Fratello: da esperimento sociologico a merce simbolica di distribuzione globale di Elsa Carlino Un gruppo di gente che consapevolmente viene rinserrato in una casa spiata ventiquattro ore su ventiquattro. Persone che pur di ottenere un po' di fama rinunciano volontariamente per un paio di mesi alla loro routine quotidiana, ai loro affetti, alla loro privacy. Soggetti sconosciuti. The Big Brother, approda per la prima volta su una rete olandese nel 1997, e fu un imminente successo; da lì a poco è stato trasmesso in altri settanta paesi dove ha raggiunto ascolti stupefacenti. È stato John De Mol a ideare il format, insieme a Patrick Scholtze e ai due fratelli Römer, ispirandosi a Biosphere 2, il laboratorio ecologico coperto più grande del mondo, nato per rappresentare il modello per un eventuale habitat umano su altri pianeti, tenutosi in Arizona nel 1991, in cui otto uomini e otto donne dovevano convivere in una struttura di vetro ventiquattro ore su ventiquattro. A segnare l'importanza iniziale del format è stato quello di aver avuto il merito di riuscire a sfamare l'insaziabile e famelica voglia di curiosare e spiare dei telespettatori, assuefatti oramai da una TV generalista tendenzialmente edulcorata. Partendo dal presupposto che i concorrenti non seguano alcun copione, la Sociologia si è interessata al programma per farne motivo di studio del comportamento umano. Per la prima volta si sarebbero assaporati storie e
gesti di vita quotidiana senza filtri, perlomeno questo era l'intento iniziale; così l'idea di osservare la vita di alcuni perfetti sconosciuti chiusi fra le mura di una casa sconfinò ben presto nell'esperimento sociologico. Con il tempo ci si rese conto che c'era poco da esperire: i concorrenti firmano un contratto che elude determinati comportamenti pena la loro esclusione dal programma, inoltre la consapevolezza di andare in onda su una rete pubblica condiziona di per sé già a m p i a m e n t e i l comportamento. Il GF ha oggi acquisito una nuova valenza: è una merce simbolica globalmente condivisa. Ciò che rende questo format un prodotto deriva dalla sua capacità di impiegare in maniera convergente quasi tutti i nuovi media. Esprimendosi come un genere multiforme dove si addensano essenze di talk show, fiction, riprese in tempo reale, quiz a premi, in esso si integrano, seppure in via sperimentale, tecnologie diverse: TV satellitare, TV digitale, telefonia, internet, webcam, teletext. Tutti mezzi che esaltano la componente emotivo relazionale dei rapporti interpersonali, e che hanno come
obiettivo primario una nuova tipologia di partecipazione sociale: l'interazione quasi mediata. È evidente che a questo punto il fulcro esperibile non è tanto il comportamento in sé quanto i mezzi attraverso i quali si raggiunge lo spettatore in un irrefrenabile gioco di domanda/offerta. È qui che entra in gioco un nuovo motivo di studi, ma in questo caso è intervenuta la Sociologia della Comunicazione. Mc Luhan a tal proposito con la sua famosa formula: “The medium is the message” rivela che la validità del messaggio dipende ampiamente dal mezzo utilizzato; in questo caso si tratta di strumenti talmente autoreferenziali che permettono al GF, nelle vesti di bene simbolico, di essere distribuito su scala globale e di ottenere ovunque un riscontro positivo di audience, nonostante fosse rimasto poco dell'originaria idea di Reality Show. Laddove si è perso di vista l'archetipo di realtà trascendendo alla manipolazione e alla finzione, il GF ha comunque dimostrato che la convivenza fra uomini, donne, coatti, gente per bene, trans, gay e… Chi più ne ha più ne metta, risulta essere molto ardua. Niente di nuovo. Il GF è come direbbe Baudrillard un “Metadiscorso di un mondo assente”.
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- Edizione Novembre 2009
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il Giornale di Licata
La Città
LA CUSCA, EX UNITRE, COMMEMORA CERSARE CARBONELLI di Lorenzo Peritore Meritava questo ed altro il Professore Cesare Carbonelli, storico, scrittore, educatore e maestro di umiltà, di onestà e di modestia. E' stato ricordato nella Sala Convegni del Carmine il 10 novembre scorso alla presenza dei suoi familiari e di un nutritissimo pubblico. L'iniziativa è partita dall'Insegnante Santina Vincenti, Presidente della CUSCA, ex UNITRE, con la collaborazione del mensile La Vedetta e del Comune di Licata. Coordinati da una spigliatissima Professoressa Santa Seminatore ci hanno parlato di Carbonelli, oltre a Santina Vincenti, il Professore Calogero Carità, Direttore de La Vedetta, il Dirigente Scolastico Professore Vincenzo Pace e il Dottore Francesco La Perna, allora Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Licata. Ha coordinato in modo egregio i lavori la Professoressa Santa Seminatore mentre era assente per impegni di lavoro il nostro Direttore Professore Francesco Pira, che doveva essere della serata, ma che ha fatto pervenire uno scritto letto da Santina Vincenti, con il quale si rammaricava per non potere essere stato presente, esprimendo tutto il suo apprezzamento per l'evento commemorativo di un licatese illustre come è stato Cesare Carbonelli. Nel discorso introduttivo Santina Vincenti, che ci sorprende sempre per
Cesare Carbonelli l'impegno che profonde con la sua Associazione a favore della cultura di Licata, ha fatto un bellissimo ritratto del Professore Carbonelli, mettendone in evidenza le qualità di educatore, di scrittore, di storico, ed anche quelle di padre di famiglia e di uomo onestissimo, umile, mai invidioso, non amante dell'esibizionismo e tanto innamorato della nostra città. A prendere la parola successivamente è stato lex vice sindaco La Perna il quale ci ha raccontato del bel rapporto di amicizia che legava la sua famiglia a Carbonelli e ci ha anche parlato di come, ancora con i pantaloni corti , spinto dall'interesse per la cultura e l'arte che si cominciava a delineare come una delle sue passioni , attingesse notizie da quell'immenso contenitore di conoscenze storico/culturali che il Professore Carbonelli era. Dalla testimonianza di Francesco La Perna, per certi versi anche emozionante, ne è venuto fuori un Carbonelli dalle straordinarie doti umane, storiche e culturali. Il professore Carità, dopo aver anche lui evidenziato le rare qualità umane, ci ha parlato sopratutto del Carbonelli scrittore e Storico ricercatore, insaziabile nel reperimento di testimonianze inerenti la storia e il passato della nostra città. Il professore Carità ci ha confidato che da studente non amava tanto la storia e che alcune volte su quella materia è stato pure bocciato, ma le frequentazioni e la possibilità di trattare gli argomenti storici con il Professore Carbonelli, lo hanno aiutato ad avvicinarsi e a innamorarsi di quella materia. E noi oggi sappiamo come se ne sia innamorato e come sia diventato lui stesso uno storico di elevatissimo spessore. Poi Carità ha fatto una dettagliata rassegna della gran quantità di libri che Carbonelli ha scritto, i quali, oltre a contenere importanti testimonianze culturali, artistiche e monumentali di Licata, contengono favole e poesie in dialetto siciliano che lo stesso Carbonelli amava scrivere. Anche quella del professore Carità è stata una bella e importante testimonianza. Ultimo a parlarci del nostro amato concittadino è stato il Professore Vincenzo Pace che con rammarico ha ammesso di non averlo conosciuto personalmente, ma di averlo incontrato da ragazzo tante volte in piazza Sant'Angelo, con la sua immancabile cartella sotto il braccio e averlo visto tutte le volte con la testa rivolta in alto a guardare le bellezze architettoniche che pullulano nella piazza intitolata al nostro Santo Patrono. Il professore Pace allora non si rendeva conto di cosa Carbonelli guardasse, ma più avanti lo ha perfettamente capito. Poi ci ha descritto il Carbonelli educatore, ovvero maestro di scuola elementare, proprio alla Francesco Giorgio, dove adesso il professore Pace è dirigente, e che nel periodo Carbonelliano si chiamava Scuola Elementare Badia. Il preside Pace è riuscito, rovistando tra le vecchie carte che esistono ancora in quella scuola, a fare una ricostruzione del percorso professionale di Carbonelli, citando i vari direttori didattici che in quegli anni si sono avvicendati. Dai dati rilevati in quelle carte, da dove emergono le valutazioni che oggi si chiamerebbero note di qualifica, i giudizi espressi dai vari Direttori Didattici su Carbonelli, risultano essere tutti ottimi. Ottimo come uomo, ottimo come insegnante, ottimo nel comportamento, insomma, ottimo in tutto. Non avevamo alcun dubbio. La serata in memoria di questo illustre concittadino si è conclusa con una poesia scritta proprio da Lui e letta dall'insegnante Cettina Greco. Dopo più di 13 anni dalla sua morte è stato dunque celebrato un importante evento in cui si è ricordato un uomo di grande spessore umano e culturale. Cesare Carbonelli lo meritava davvero perché oltre ad essere un concittadino straordinario, ha amato tantissimo Licata e ha dedicato gran parte della sua vita alla ricerca di testimonianze che raccontassero tutta la storia, l'arte e la cultura che Licata contiene. Le testimonianze scritte che il Professore Carbonelli ci ha lasciato, assieme al bellissimo ricordo che ha lasciato di se stesso, sono per Licata motivo di orgoglio e vanto.
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Edizione Dicembre 2009 -
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AMICI A 4 ZAMPE INVADONO PIAZZA SANT'ANGELO. “PARCO GIOCO PER CANI” SICURAMENTE UN NUOVO PUNTO A FAVORE DELLA “BATTAGLIA SOLIDALE”
di Viviana Giglia Lo scorso 8 Novembre la scenografica piazza Sant' Angelo della nostra cittadina, ha ospitato , per l'intera giornata, il “ I raduno amatoriale cittadino a 4 zampe” organizzato dalla Guardia Costiera Ausiliaria c.o Licata ( autofinanziato). La manifestazione ha riscosso un grande successo sia per il numero degli amici a“ 4 zampe”, i veri protagonisti, che dalla presenza del pubblico, soprattutto bambini entusiasti dell'iniziativa. La manifestazione si è aperta con la presentazione da parte della GCA dell'unità cinofila dell'associazione. Paride, Prisca, Diana e Paride sono i 4 American Stafford, dell' unità cinofila, addestrati alla ricerca sotto le macerie e prossimi al brevetto di salvataggio, i primi due già protagonisti della disgrazia del crollo avvenuto qualche anno fa a Torre di Gaffe. Come spiegato dal presidente S a l v a t o r e Incorvaia: A prescindere dall'importante r u o l o c h e rivestono i nostri S t a ff o r d n e l l a r i c e r c a e nonostante la loro mole, sono ottimi c a n i d a compagnia con un ottima capacità relazionale con i bambini. La manifestazione è stata un' anticipazione al progetto del ” parco giochi per cani” che, secondo Bernardo Catalano, sta' già per essere completato dalla stessa associazione. La cosa che sicuramente ha colpito è stata sia notare l'amore per gli amici a 4 zampe che tutta la città di Licata ha, ma vedere tanti bambini che accompagnavano i loro piccoli grandi amici e molti altri che correvano, giocavano, scattavo foto con i cani, sicuramente una situazione bella ma insolita a cui non siamo abituati. Ma il rapporto tra animali e uomini ( bambini in particolare) può essere paragonato all'amore che si ha nei confronti di un familiare, un congiunto o
addirittura in molti casi il miglior amico. L'intuizione del valore terapeutico degli animali, risale all'antichità e nel corso dei secoli ha assunto sempre più importanza, trova oggi una strutturazione metodologica e impieghi mirati a specifiche patologie.Sono interventi di tipo educativo/ricreativo che, finalizzati al miglioramento della qualità della vita, possono essere erogati in vari ambienti da professionisti opportunamente formati, para-professionisti o volontari, insieme con animali che rispondono a precisi requisiti.Il “ parco giochi per cani” offrirà anche sedute di PETS TERAPY cioè interventi con obiettivi specifici predefiniti, in cui gli animali rispondenti a determinati requisiti sono parte integrante dei trattamenti volti a favorire il migliorament o d e l l e funzioni fisiche, s o c i a l i , emotive e/o cognitive nonché della salute del paziente. Si tratta di terapie dolci, c h e affiancando i consueti trattamenti, si rivelano efficaci, anche laddove questi non riescono, grazie soprattutto alla presenza dell'animale. Sapendo che purtroppo a Licata c'è, sia da parte dei disabili che di alcune famiglie, la vergogna a mostrarsi e quindi ad uscire. Ma ci auguriamo che questa iniziativa da parte della GCA, segni un punto a favore della” BATTAGLIA SOLIDALE” che imperterrita prosegue, nonostante il silenzio dell'amministrazione e dell'inciviltà che purtroppo ancora nel 2009 regna. >Agisci in modo da considerare l'umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo e mai come semplice mezzo<[I. Kant]
L'IMPORTANTE ATTIVITA' DI CITTADINANZATTIVA di Angela Amoroso L'attività di Cittadinanza attiva prosegue senza rispetto ai temi della sicurezza. Nessun istituto è sosta con l'impegno giornaliero e continuo della risultato insufficiente. Il rapporto verrà Dottoressa Maria Grazia Cimino e di tutti i consegnato ai Dirigenti Scolastici. collaboratori. Il 29 ottobre, nell'Aula Magna Questo il Bilancio dell'Attività del Tribunali dei dell'Ospedale San Giacomo d'Altopasso si è Diritti del Malato per l'anno 2009 : accoglimento s v o l t a l ' A s s e m b l e a Te r r i t o r i a l e d i richiesta apertura centro prelievi a Palma di Cittadinanzattiva di Licata, il Montechiaro - monitoraggio cui ordine del giorno provinciale applicazione prevedeva : rinnovo iscrizioni legge sulla semplificazione - costituzione rete degli adempimenti Procuratore dei Cittadini amministrativi per persone presentazione responsabile con disabilità - monitoraggio SCA - presentazione provinciale sulle procedure rapporto Campagna dell'accertamento invalidità “Impararesicuri 2009”. collaborazione con la L'Assemblea è stata Fondazione San Raffaele presieduta dal la Dottoressa “Giglio” di Cefalù - intervento Maria Grazia Cimino, per evitare chiusura del coordinatore provinciale del reparto di Cardiologia Tribunale dei Diritti del partecipazione corso di Malato. Nel corso aggiornamento su dell'assemblea è stata Adolescenza organizzato dal costituita la rete dei Primario di Pediatria Procuratori dei cittadini e partecipazione campagne di l'assemblea alla unanimità p r e v e n z i o n e i n ha eletto quale coordinatore Maria Grazia Cimino collaborazione con DSB il Prof. Riccardo Cipriano. La richieste dirette a potenziare rete dei Procuratori nasce nel reparti e servizi 1996 all'interno del movimento Cittadinanzattiva partecipazione gruppo piano Distretto socio e opera per la tutela dei diritti e la promozione sanitario - interventi su randagismo in Licata e della partecipazione civica nei rapporti tra provincia - partecipazione conferenza su riforma cittadini, pubblica amministrazione e servizi di sanitaria a Canicattì -intervento per adeguata pubblica utilità. E' stato inoltre nominato il collocazione del 118 - attività diretta a risolvere responsabile della rete di Cittadinanzattiva per la grave problema delle cure riabilitative, della scuola, la SCA, nella persona dell'insegnante logopedia e della psicomotricità per gli utenti di Elena Spadaro. Si è passati poi alla Licata e Palma costretti a recarsi fuori sede presentazione del rapporto sulla sicurezza degli impegno sul tema degli espropri delle abitazioni edifici scolastici. A Licata sono state monitorate nel centro storico - partecipazione comitato No sei scuole e dalla elaborazione dei dati derivati Peos contro la realizzazione parco eolico Off dalla compilazione dei questionari ,sono stati Shore nel golfo di Gela - attività di tutela attribuiti i punteggi alle singole scuole per individuale. determinare il grado di attenzione delle stesse
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GLI ALLIEVI DEL MAESTRO TERRANOVA HANNO INCANTATO IL TEATRO COMUNALE “RE GRILLO”
UN VERO SUCCESSO IL IV° MASTER CLASS DI CANTO LIRICO di Antonella Cammilleri Sono arrivati dal Venezuela, dal Giappone e eccelso livello. Ad assistere invece il dalla Corea. A loro si sono uniti il puteolano M a e s t r o Te r r a n o v a i n t u t t a l a Antonio Tardelli e il nostro concittadino programmazione è stata la giapponese Gaetano Torregrossa e tutti insieme ci Eriko Sumiyoshi. Fattiva e preziosa è stata hanno regalato una serata di lirica pure la collaborazione che il Maestro straordinaria. Il grande merito ovviamente Terranova ha ricevuto dai suoi parenti che va tutto al Maestro Vittorio Terranova, vivono a Licata. I brani eseguiti sono stati nostro concittadino, che con la sua venti e tutti di autori famosissimi : da Scarlatti caparbietà, la sua tenacia e il suo amore per a Mozart, da Puccini a Verdi, da Donizetti a la lirica e per la città di Licata, riesce tutti gli Cilea, da Giordano a Von Flotow, da anni a svolgere Pergolesi a Bellini. nella nostra città un Per gli appassionati Master, facendo della lirica e per gli arrivare tanti estimatori degli giovani cantanti da autori testé citati è più parti del mondo. stato davvero un L'ultimo, già il repertorio ricco e quarto consecutivo succoso che ha della serie, si è soddisfatto in pieno svolto dal 16 al 25 di le esigenze dei ottobre e si è tantissimi spettatori concluso al Teatro presenti al Teatro Comunale Re Re Grillo. Da Grillo, con uno sottolineare anche Vittorio Terranova b e l l i s s i m o due magnifici duetti concerto. Questi i affidati alle coppie cantanti che si sono esibiti per la gioia degli Ortiz-Giron col brano “ Parigi o cara” da la appassionati della lirica : Mariana Ortiz, Traviata di Verdi e PerazaTardelli col brano Venezuela, Maria Alejandra Santiago, “O soave fanciulla” da la Boheme di Puccini. Venezuela, Michiyo Sugiura, Giappone, La serata è stata magnificamente conclusa Usui Yuki, Giappone, Nibelys Peraza, con l'esecuzione di quella sorta di inno Venezuela, Robert Giron, Venezuela, Diego nazionale che si intitola “O sole mio”, Puentes, Venezuela, Jesus Noguera, cantato da tutti gli artisti, maestro Terranova Venezuela, Juan Luis Dominguez, compreso, che hanno concesso anche il bis Venezuela, Antonio Tardelli, Pozzuoli, e a gentile richiesta del pubblico. Durante G a e t a n o T o r r e g r o s s a , n o s t r o l'intervallo, tra la prima e la seconda parte c o n o s c i u t i s s i m o c o n c i t t a d i n o . A d della serata, l'Azienda Vinicola Quignones accompagnare per il secondo anno ha offerto una degustazione dei suoi pregiati consecutivo gli artisti è stata Inseon Lee, vini accompagnandoli con assaggini di proveniente alla Corea del Sud, che al prodotti tipici locali. Anche Eurospin ha p i a n o f o r t e h a c o n f e r m a t o l e s u e contribuito concedendo il suo sponsor. straordinarie doti di musicista e di pianista di l'Unitrè, che nel frattempo ha cambiato la
CHI NON HA MAI DATO SOPRANNOMI AI PROPRI PROFESSORI? di Viviana Giglia Spesso alzarsi al mattino per andare a scuola è proprio faticoso! Tra i fattori che determinano questa avversione , ci sono proprio loro, i prof. Infatti, se è vero che a volte capita di riuscire ad appassionarsi ad una materia proprio per il fatto che l'insegnante è davvero un tipo in gamba, in altri casi non è facile avere un rapporto sereno con loro. Comunque sia, sono sempre i professori ad essere al centro dell'attenzione degli studenti, un vero chiodo fisso! Ovviamente non intendo dire che tutti i ragazzi siano sempre attenti durante le lezioni, ma quello che è sicuro è che ad ogni studente che si rispetti non sfuggirà di certo l'ultimo strafalcione del prof di turno! I professori, d'altronde sono esseri umani che hanno , come tutti,i loro difetti e le loro caratteristiche peculiari, ma alcuni sono dei veri e propri “personaggi” . ai quali viene assegnato un nome appropriato. In questo, gli studenti, in genere mostrano di possedere un'alta capacità creativa e in ogni classe i professori più “interessanti” vengono ribattezzati con soprannomi d'autore che calzano a pennello. Ma come ogni cosa, anche dare i soprannomi ha le sue regole e i suoi metodi. Innanzitutto si può partire dal loro vero cognome modificandone delle lettere o aggiungendovi dei suffissi. Oppure si può semplicemente forgiare un diminutivo che renda il prof, in un certo senso, più simpatico: Ma spesso è una particolarità, un elemento caratteristico del professore a stuzzicare la fantasia e portare alla creazione del soprannome, ad esempio, in “animal-style”. Se la capigliatura, le orecchie sono delle coswe che catturano l'attenzione o. se invece la prof non è proprio un peso piuma, allora c'è solo l'imbarazzo Ancora, si può giocare sulle somiglianze e, così, entrano in scena (o in aula) personaggi tratti da film cartoon e tutto ciò che gira attorno al mondo televisivo!Alla creatività delle giovani e fresche menti degli studenti modello (e non) non c'è limite e la vecchia abitudine di dare nome fantasiosi ai professori, siamo sicuri, non finirà. Basti pensare che, viviamo in epoca dove tutto fa satira, ogni comico da un nomignolo a giornalisti, politici, starlette etc….E vi assicuro e Licata non è da meno prof., giornalisti, persone comuni, politici ….Siete sicuri che voi che state leggendo quest'articolo non abbiate un nomignolo?............
CNA Licata in marcia per l'aeroporto Il presidente del CNA Licata, Vincenzo Federico, dopo gli incontri del 10, 14 e 17 Novembre, avuti con il presidente regionale di Agrigento dott. Eugenio D'Orsi e le altre forze confederali e sindacali provinciali, ha convocato, lo scorso 24 Novembre, la propria direzione per informare la stessa dell'evoluzione e della fattibilità del progetto di realizzazione dell'aeroporto di Piano Romano nella nostra Licata, al fine di sensibilizzare e coinvolgere i propri dirigenti nonché tutti gli associati a partecipare lo scorso sabato 28 novembre alla manifestazione pro aeroporto. Gli interessati si sono trovati presso l'area di servizio Agip di Via palma per unirsi poi al corteo di Viale della Vittoria ad Agrigento per la manifestazione organizzata dallo stesso Presidente della Provincia Regionale di Agrigento ed il tavolo tecnico formato dai rappresentanti provinciali CNA Confederazione Nazionale Artigiani, Confartigianato, CGIL, UGL, UIL, SAL e Confindustria.
sua denominazione in CUSCA, assieme a FI.DA.PA. e Rotary Club, rispettivamente rappresentati da Santina Vincenti, Ester Rizzo e Anna Dainotto, hanno dato il loro aiuto, offrendo delle somme sotto forma di borse di studio, che sono servite per dare un contributo spese ad alcuni cantanti. La nota dolente della serata, soprattutto per loro, è stata l'assoluta mancanza, o se preferite latitanza, dei nostri amministratori ai quali erano stati pure riservati dei posti a sedere nella prima fila. Ma all'assenza d e i n o s t r i amministratori negli sparuti eventi culturali che si riescono ad organizzare nella nostra città, siamo ormai così abituati che oseremmo affermare che senza di loro questi pochi eventi riescono addirittura meglio e acquistano un coefficiente qualitativo ancora più elevato. Presente in forma privata solo l'Assessore Giuseppe Attisano a cui dobbiamo riconoscere tutto il merito per l'impegno che profonde quotidianamente per dare un po' di ossigeno, mettendo le mani nelle proprie tasche, alla cultura, allo sport e allo spettacolo della nostra città. E proprio l'Assessore Attisano ci ha informati che si è fatto promotore di una iniziativa, già avviata con l'inoltro di una richiesta di finanziamento all'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e Ambientali che sta seguendo il suo iter, per far si che Licata possa diventare Sede di un Festival Internazionale della Lirica, il cui
direttore artistico è stato proprio individuato nella persona del Maestro Vittorio Terranova. Un progetto sicuramente ambizioso che ci auguriamo si realizzi affinché si possa dare linfa alla cultura licatese e si possa far rinascere il nostro glorioso e bellissimo Teatro Comunale Re Grillo. Che la lirica ci manchi e che un solo appuntamento all'anno della durata di un paio di ore per la nostra città sia davvero troppa poca cosa, lo ha pienamente dimostrato il numerosissimo pubblico presente in Te a t r o c h e h a apprezzando tantissimo il lavoro svolto dal Maestro Terranova e dai suoi promettenti giovani cantanti. Il Master Class di Canto Lirico è ormai per noi un appuntamento annuale di rilevante importanza per mezzo del quale il nome di Licata viene anche esportato in tante parti del mondo. E' per questo che oltre a ringraziare di cuore il Maestro Vittorio Terranova per tutto ciò che fa per la cultura licatese, gli chiediamo di continuare in questa sua brillante iniziativa anche in futuro, nonostante sappiamo quali difficoltà di carattere economico e burocratico sia costretto ad affrontare tutti gli anni. Però, sapendo che Vittorio Terranova è un uomo determinato e deciso, gli fissiamo già a priori l'appuntamento per il quinto Master del 2010. All'anno prossimo Maestro!!
UNA SERATA IN SUO ONORE AL CAFFE' LETTERARIO “SOTTO IL MARE”
ROSA BALISTRERI CANTATA E RACCONTATA A TRAPANI DA ALBERTO NOTO di Lorenzo Peritore Dovremmo imparare dagli altri come si fa ad amare Direttore Francesco Pira all'amata Rosa trasmessa e rispettare Rosa Balistreri. Bisognerebbe tanti anni fa prima della sua morte da Tele Video documentarsi su cosa sono capaci di fare le altre Faro. A condurre la serata ci ha pensato Alberto città per tenere vivo il suo ricordo e con quale Noto, mio amico di Trapani, voce del gruppo attaccamento e amore “Kamesena Folk”, raccontano la sua vita e accompagnato da Biagio portano in alto il suo Mancuso alla chitarra, nome. Potremmo citare Enzo Lucchese alle un esempio per tutti, percussioni e Davide parlando di ciò che ha Collura alla fisarmonica. fatto e continua a fare Alberto Noto ha Carmen Consoli, la quale raccontato per filo e per dopo avere nel nome di segno la travagliata e Rosa Balistreri svolto difficile vita della nostra concerti nei quali ha concittadina, e ha chiamato all'appello tanti intervallato il racconto Rosa Balistreri intervistata Big del mondo canoro, ha cantando tantissime dal nostro Direttore Pira scelto pure di cantare le canzoni che furono e canzoni portate alla ribalta dell'artista nostra rimangono del repertorio di Rosa Balistreri. Molto concittadina. A Licata la nostra artista viene toccanti le testimonianze di Peppino Castro, ricordata soltanto una volta all'anno con il cantastorie trapanese vissuto trent'anni in “Memorial Rosa Balistreri”, per il quale bisogna Piemonte, che con la Balistreri ha lavorato pure dire mille grazie al Lions Club, che ne è il parecchio nel periodo in cui lei faceva parte della promotore. L'ultimo evento in ordine di tempo del compagnia teatrale di Dario Fo. quale posso portare la mia testimonianza, riguarda Importantissima anche la testimonianza di Clara una serata fantastica dedicata a Rosa Balistreri e Salvo che con la cuntastorie licatese ha cantato alle sue canzoni, che si è svolta nella città di tante volte negli anni 70, a ridosso del periodo della Trapani. Ne posso parlare con cognizione di causa grande protesta giovanile che ha reso famoso il 68. poiché la sera del 31 di ottobre, al Caffè Letterario Clara Salvo ha dato anche una dimostrazione delle “Sotto il Mare”, a Trapani, sue capacità artistiche, c'eravamo anche io e mia interpretando, moglie, e abbiamo avuto accompagnandosi con la il piacere di trascorrere sua chitarra, la canzone una bellissima serata dal titolo “Guvernu parecchio interessante. 'Talianu” che anche Rosa E' stato per me motivo di in quel periodo cantava onore e di orgoglio essere nei suoi concerti. Alcune invitato da Alberto Noto, poesie dedicate a Rosa trapanese organizzatore Balistreri composte dalla dell'evento, e potere poetessa Rosa Maria intervenire durante la Ancona sono state lette serata accennando dalla collega Anna Giallo. qualcosa di Rosa, ma Penso che Rosa parlando anche di Licata, Balistreri, da un lato delle sue bellezze amareggiata perché naturali, monumentali e Licata la ricorda poco o delle sue tradizioni culturali e marinare, che tanto niente, si sarà commossa per ciò che gli amici l'accomunano alla città di Trapani. Nel contempo ho trapanesi hanno fatto in suo onore e sarà stata anche avuto la possibilità di leggere la mia poesia anche un po' contenta e commossa che a dal titolo “U cuntu di Rosa”, dedicato appunto rappresentarla ci fossero due suoi concittadini che all'artista nostra concittadina .Nel corso della serata la amano. è stato trasmesso un video dell'intervista del nostro
Kamesena Folk
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I PESCI DI LICATA MORIRANNO DI VECCHIAIA di Daniele De Marco Voglio parlarvi dei pescatori, gente laboriosa che certamente tutti conoscete, ma gradirei che approfondiste questa conoscenza per capire a fondo i grandi sacrifici che questa categoria affronta tutti i giorni per riuscire a spuntarla e offrire a se ed alla propria famiglia una vita dignitosa. Questa gente tutte le notti, mentre tutti dormono (garantisti compresi) si alza e freddo o no, pioggia o no, sale sulla propria barca, molla gli ormeggi e via, al buio in mare con la speranza che qualcosa entri nella propria rete .Questa gente che vive più ore sulla barca che in casa, gente che non ha il tempo, e spesso la voglia di uscire a divertirsi, gente che il freddo e la salsedine segna il proprio viso marcandone la fatica di un lavoro fuori dal comune. Gente che per lavorare deve investire capitali enormi, su qualcosa che “galleggia in mare”, esposto a mille pericoli, intemperie, a rischio che un semplice “imprevisto” possa in poche ore far sparire negli abissi tutto il lavoro di una vita. Gente semplice che spesso, con il pescato giornaliero, non riesce a spuntare la soglia delle spese effettuate il giorno stesso, ma che comunque sorride sempre con positività alla vita. Gente che accetta in quasi silenzio le decisioni altrui, quali, ad esempio l'obbligo di adottare reti da pesca che evitano di catturare alcune tipologie e dimensioni di pesce, divieti che evitano di pescare entro un certo limite dalla costa, divieti che vietano di pescare oltre una certa distanza, divieti di effettuare liberamente tutti i tipi di pesca,
divieti di non poter costruire imbarcazioni più grandi ed efficienti di quella attuale, divieti, divieti ecc ecc.. E Lui, il pescatore che fà ? Saltella da una norma all'altra, cercando di non sgarrare per evitare salate multe oltre che i rischi anche a carattere penale, però, tutte le mattine, con caparbietà, si alza intorno alle 02:00 e come sempre molla gli ormeggi. Oltre a tutto questo, oltre alla brutale concorrenza d e l p e s c e d'allevamento, nutrito con composti di produzione alimentare, oltre alla concorrenza del pesce congelato (congelato chissà q u a n d o ) , proveniente dai paesi del Nord Africa avente, nel migliore dei casi, dubbi certificati di rintracciabilità, cosa si aggiunge ? La notizia che si intende piazzare a Licata diverse piattaforme di estrazione, e dove ? proprio in quella striscia di mare che grazie ai vincoli e divieti di cui sopra è già ridotta al massimo.Poi oltre la futura beffa, esiste l'attuale danno. E' stata inviata a Licata una nave addetta ad analizzare il fondale marino dove dovranno sorgere queste piattaforme, e per fare ciò, questa nave, crea un dissesto enorme ai
Bufale da Internet di Domenico Orlando Il ribollente mondo del World Wide Web ha aperto all'informazione di massa le porte magnifiche della globalizzazione mediatica verso un nuovo modo di comunicare liberamente, istantaneamente e senza limiti di spazio attraverso un clic. E' successo quindi negli ultimi anni che ai giornali, alle televisioni e alle Treccani che occupano intere librerie nei salotti si siano sostituiti mezzi di Internet facilmente fruibili e reperibili che sdoganano notizie in tempo reale, annunci, richieste, risposte e dati con democratica celerità agli utenti che ne facciano richiesta. Wikipedia è l'enciclopedia universale online interattiva più visitata al mondo, Facebook consente di interagire con gli “amici” attraverso un profilo munito di bacheche elettroniche, foto e tante altre diavolerie più o meno utili; Twitter è un social network che come Facebook consente di gestire un microblog, ovvero permette di scrivere notizie brevi che possono essere di carattere personale e non, diffondendo l'idea di un giornalismo partecipativo condotto con semplicità e immediatezza. Ad esempio, nel caso del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, gli utenti di Twitter hanno segnalato la notizia in anticipo rispetto ai media nazionali. Il torrente di notizie e informazioni reperite con Internet porta però inevitabilmente con sé detriti e spazzatura in gran quantità. Così la rete diventa il mezzo di diffusione di clamorose bufale e falsità, terreno permeabile affinchè attecchiscano gruppi e blog che sostengono oscure dietrologie. Il giornalista Paolo Attivissimo offre quindi sul suo sito divertente e interessante attivissimo.net un servizio antibufale in cui raccoglie e dimostra con dovizia la falsità delle notizie-bufala più frequenti di Internet. Fra queste le dietrologie sull'11 settembre 2001 e sullo sbarco sulla luna, gli appelli medici ingannevoli per persone inesistenti affette da sindromi inesistenti, boicottaggi, catastrofismi come quello sulla fine del mondo che sarebbe stato previsto dai Maya per il 21 dicembre 2012, richieste di aiuto per mezzi uomini mezzi gatti persiani. Oltre che svilire beffardamente le vere notizie drammatiche di persone che soffrono realmente per patologie esistenti queste bufale veicolate il più delle volte con le catene di Sant'Antonio via mail costituiscono una inutile perdita di tempo. Il servizio svolto dal giornalista Attivissimo, sia di nome che di fatto, contro la disinformazione, condito con un po' di buon senso dovrebbe servire da argine contro le stravaganti invenzioni di cui detto prima. Solo così il giornalismo fai-da-te, il sapere e le informazioni di Internet potranno essere usufruiti in senso positivo e nella loro piena utilità, altrimenti sarà meglio tornare al peso fisico di un'enciclopedia ormai polverosa.
PRESEPE IN CHIESA MADRE Si comunica alla cittadinanza licatese che, in occasione delle ormai prossime festivita' natalizie e' stato allestito, p r e s s o l a “cappella della maenza” della chiesa madre, un magnifico presepe artistico avente una superficie di circa 30 mq., ideato e realizzato da quattro giovani licatesi (incorvaia giuseppe, mugnos amedeo, zarbo calogero, zarbo
salvatore) grazie alla disponibilita' offerta da padre a. castronovo che con grande entusiasmo ha concesso lo spazio necessario alla realizzazione di questo simbolo della tradizione cristiana. il presepe sara' visibile a partire dal giorno 06 dicembre dopo la santa messa delle ore 18.00. fino al termine delle festivita'.
fondali marini, un dissesto neanche lontanamente paragonabile a quello da sempre contestato ed accusato ai pescatori a strascico (in primis dalla sinistra e dai verdi), che ha portato all'introduzione delle norme di cui sopra fino all'attuale politica di diminuizione dello sforzo di pesca a strascico e demoralizzazione per chi ugualmente persiste a voler fare questo antico mestiere. La d o m a n d a scusatemi nasce spontanea, perché il pescatore che lavora onestamente viene accusato di disastro ambientale e poi si permette di analizzare il fondale in questo modo barbaro creando veri e propri solchi e montagne di fango ? E poi, indovinate un po' dove và a finire tutto questo fango ? Nella rete di quei poveri pescatori che si sono alzati di notte per guadagnare pochi spiccioli. Sapete cosa succede quando la rete incontra questo fango (in gergo si usa dire che si “affanga”)? Nel migliore dei casi si perdono molte ore per ripulirla e riparare i danni e naturalmente il pescato è andato perduto, nei casi purtroppo più frequenti invece l'eccessivo appesantimento della
rete costringe i pescatori a dover tagliare i cavi ed abbandonarla sul fondale, risultato ? Da tre a seimila Euro di danno oltre al pescato perduto, alla giornata sprecata a vuoto e probabilmente altre giornate perse per preparare la nuova rete. Bene bene bene, e così come potete ben capire, piove ancora sul bagnato. E così a pagarne le conseguenze sono sempre quelle persone semplici che durante tutta la vita si sono dedicati solo ad un onesto e sacrificante lavoro. I pescatori meritano rispetto e non questo genere di trattamenti, e soprattutto non meritano di essere zittiti con l'offensiva proposta di ricevere un esiguo rimborso spese. I pescatori meritano solamente di essere lasciati in pace nell'esercizio del loro lavoro. I pescatori, cari amici, secondo me, meriterebbe le più alte onorificenze. Questa gente meriterebbe di diritto il vecchio titolo di “Cavaliere del Lavoro”,perché pochissime altre categorie di lavoratori sono disposti a questo genere di sacrifici, pochissimealtre categorie, producono (rapportata ai sacrifici) una marginalità così bassa e senza lamentarsi.Cari amici così continuando nel mare della nostra cittadina sarà possibile passeggiare saltellando tra impianti eolici e piattaforme, veramente uno spettacolo bellissimo per tutti quei turisti che stiamo cercando di avere e poi soprattutto i pesci del nostro mare certamente moriranno di vecchiaia, perché così continuando la pesca di Licata non avrà lunga vita.
L'arte del Presepe di Lucrezia Sciandrone Una bellissima e antichissima tradizione che purtroppo si va perdendo, è l'arte del presepe, che non è un semplice addobbo coreografico per la nostra casa, ma una vera e propria tradizione ricca di significati rituali e simbolici. Attraverso il tempo, vediamo da dove ha origine:a Roma. Sembra strano ma i romani avevano il loro “presepe”molto prima dell'avvento di Cristo, infatti nelle loro case c'era un piccolo spazio dedicato ai Lari, gli spiriti degli antenati defunti che vegliavano amorevolmente sui vivi. I Lari erano rappresentati da piccole statuette di cera o di terracotta chiamate”sigillum” e in giorni particolari si usava accendere per loro una fiammella. Uno di questi giorni era il 20 di dicembre, per la festa chiamata “sigillaria”. Il 24 dicembre, la famiglia si riuniva per offrire cibo e vino ai Lari e il giorno dopo, il 25 che corrisponde al nostro Natale, i bimbi trovavano dolci e giocattoli che pensavano fossero dono dei loro antenati defunti.Con l'avvento del cristianesimo,questa usanza venne adattata alla tradizione della nuova religione. Fu San Francesco d'Assisi che realizzò la prima rappresentazione vivente della Natività e piano piano il presepe cominciò prima ad entrare nelle Chiese, poi nelle case nobiliari, infine nelle case di tutti i credenti. Ma cosa rappresenta il presepe? Per semplificare potremmo dire che rappresenta la vittoria del bene sul male, ma per arrivare a questa conclusione, dobbiamo necessariamente esaminarne i simboli:cominciamo dalla grotta. La grotta è il simbolo d'accesso al mistero celato, al cammino iniziatico, infatti entrarci significa procedere verso l'ignoto che è un po' la rappresentazione del nostro viaggio nella vita. Poi abbiamo il bue e l'asinello, dove il bue rappresenta il popolo dei credenti e l'asinello il popolo dei non credenti. Il colore delle vesti e dei cavalli dei Magi, cioè il bianco, il rosso ed il nero, sono i colori essenziali della trasformazione alchemica, della coscienza verso l'autentica consapevolezza (albedo, rubedo, nigredo). In questa formula cromatica è descritto anche il cammino quotidiano del sole nel cielo: bianco all'alba, rosso al tramonto e nero nella notte. Allargando questo ciclo astrale alla nostra esistenza e al ciclo naturale della vita, ne possiamo trarre profonde riflessioni. In ogni presepe che si rispetti, devono necessariamente esserci dei personaggi particolari, uno di questi è il pastorello dormiente che rappresenta il cammino da affrontare per arrivare sino alla grotta. Questo pastorello dormiente deve essere posto su un'altura, mentre dorme a simboleggiare una condizione di coscienza-non coscienza, ecco perché deve compiere il viaggio che lo condurrà al risveglio e alla nascita. Immancabili anche il pescatore, la zingara, l'oste il fornaio, la lavandaia, il ponte, il mulino , la fontana, la pecora, gli angeli.Il pescatore e il cacciatore devono essere vicini ad un corso d'acqua, ovvero nel PANTA REI, tutto scorre. Il pescatore significa pescatore di anime,che sarà il cristo e verrà posto sempre più in alto rispetto al cacciatore che rappresenta l'esistenza materiale. LA zingara è un simbolo profetico e annuncia l'avvento di cristo. Questa figura deve essere sistemata vicino ad un pozzo o fontana .il pozzo rappresenta la il simbolo di comunicazione tra l'alto ed il basso, il legame tra cielo e terra , che si rifà anche alla tradizione esoterica di Hermes Trimegistus e la tavola smeraldina. La fontana rappresenta l'acqua e il mistero della vita. La lavandaia è una metafora del parto e anticamente oltre a pulire i panni delle partorienti, purificava le vesti dei defunti.Il significato è chiaro il ciclo vita-morte, figura inquietante e quella dell'oste, che rappresenta il male. L'oste contribuisce a ad alterare le coscienze e quindi contribuendo a rendere gli uomini alterati dall'ebbrezza del vino. Analogo significato quello del fornaio, che cuoce il pane all'interno del forno pieno di fuoco che simboleggia l'inferno facendo ricordare che non c'è solo bisogno di nutrire il corpo materiale, ma soprattutto lo spirito.Il ponte è un chiaro riferimento con il passaggio con l'aldilà.Il mulino rappresenta la ruota del tempo che gira e rigira che a me fa pensare alla ruota del “Samsara”. Le pecore rappresentano il popolo di Dio e gli angeli i messaggeri celesti.Questi sono i simboli principali del presepe. Quanta poesia e quanti misteri , Buon Natale a tutti.
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… UNA SERA MI SENTO DIRE DA MIA MOGLIE CHE A CASA SI ANNOIA, NON SI SENTE REALIZZATA…
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Vivaci o iperattivi? di Arianna Tornambè*
di Nuccio Peritore* Mario ha 42 anni. E' dirigente in una azienda di distribuzione di prodotti alimentari. E' sposato con Angelica, una signora di 37 anni . Hanno due figli, Michela di 14 anni e Fabio di 11 anni. E' Angelica che si è rivolta a me perché da qualche tempo sono sorti dei problemi all'interno della vita di coppia . Angelica ha già parlato di lei, del suo punto di vista e del suo sentire rispetto a quanto accade nella loro coppia. Oggi è la volta di Mario, dei suoi vissuti, di come vive con Angelica. Dice Mario: “ Fino a qualche mese addietro andava tutto bene a casa mia. Con Angelica ero sereno. Poi una sera mi sento dire da mia moglie che lei a casa si annoia, non si sente realizzata e che vuole andare a cercarsi un lavoro. Sono rimasto perplesso. Io guadagno bene, in famiglia non abbiamo bisogno di niente. Ho detto ad Angelica che questa mi sembrava una idea strana, fuori luogo. Ma lei è stata tanto insistente che alla fine ho accettato che andasse a lavorare. Così ora è impiegata presso una agenzia di viaggi.” Chiedo a Mario se lui ha condiviso la scelta fatta da Angelica. “ No che non l'ho condivisa ” risponde. “Diciamo che ho subìto questa scelta per evitare questioni e liti in famiglia. Se mia moglie decide di fare qualcosa diventa implacabile, non mi dà tregua fino a quando non ottiene ciò che vuole” . Mario è vestito in modo elegante ma ciò che colpisce è come si siede nella poltrona. E' accasciato, come se un peso gli schiacciasse il petto e le spalle. Mi sembra inerme. “ E' vero” mi dice. “ Con Angelica spesso mi sento inerme, incapace di reagire. Anzi penso che se reagisco, se discuto con lei vivacemente alla fine devo litigare e la lite non porta a niente. E' meglio la pace e la quiete in famiglia” . Sprofondando di più nella poltrona Mario rimane in silenzio per qualche minuto. E' come se la sua mente vagasse nei pensieri, tra i ricordi di vita vissuta. Poi, ritornando nel qui e ora, con me, mi fissa, solleva il suo petto, le sue spalle e la sua testa e, stringendosi le mani, riprende “Ma anche ora litighiamo ferocemente; è come se fossimo in una guerra continua, senza tregua. Io non sopporto che lei vada a lavorare e che per questo tolga tempo alla cura dei figli e della casa. Quando rientro a casa la trovo affaccendata a preparare il pranzo e la cena in fretta e furia. Lei torna dal lavoro di corsa, sempre qualche minuto prima di me, nemmeno il tempo di cucinare, sparecchiare e lavare i piatti e ritorna subito in quella maledetta agenzia di viaggi. Anche i miei figli sembrano abbandonati al loro destino. Prima Angelica si sedeva con loro, li aiutava a fare i compiti, li controllava. Ora niente. Abbiamo una signora che aiuta in casa. Anzi la casa è diventata il suo dominio e io ho sempre di più l'impressione che la casa si fredda e vuota”. Quando dico a Mario che sento molta rabbia e risentimento nelle sue parole risponde così “ Si certo, sono molto arrabbiato, sono furente con me e con Angelica, ma non sono risentito con lei. Ragionandoci penso che Angelica sia una persona molto intelligente, sensibile e capace e che abbia
tutto il diritto di andare a lavorare, se lo vuole. Ma vorrei che capisse quanto disagio provoca in famiglia”. Rimane un po' in silenzio e poi ,fissandomi, continua “ A dire il vero penso che mia moglie sappia quanto disagio provoca il famiglia. Anzi la vedo sempre affannata nel tentativo di sistemare tutto a casa, per me e per i miei figli … Per questo ora mi chiedo se ho capito veramente le sue ragioni, il perché ha scelto di lavorare fuori di casa”. Lo sguardo di Mario è intenso, concentrato e fisso su qualcosa che solo lui intravede. Aspetto qualche istante e gli chiedo di dirmi di più sulla rabbia e il risentimento che prova per se stesso e per Angelica. “Sono arrabbiato con me e con mia moglie perché ogni volta che c'è un problema tra di noi, entriamo in panico. Come se si verificasse un cortocircuito che ci impedisce di discutere, di confrontare le nostre opinioni; così evitiamo di affrontare il problema, di litigare. Non so se sono io o è lei. Di sicuro io ho paura che litigando possiamo dare un cattivo esempio ai nostri figli. E poi io rientro così stanco la sera che, dopo una giornata di lavoro, di tutto ho voglia tranne che di litigare “. Gli dico che è come se avessero fatto uscire il diavolo dalla porta e lui fosse rientrato dalla finestra. “ Si, è vero. All'inizio, per evitare di litigare , ho subito la scelta di Angelica. Ma ora litighiamo in modo più rabbioso e inconcludente sulle conseguenze della sua scelta. E i miei figli soffrono per questo clima di scontro. Forse se avessi insistito allora sul fatto di non essere d'accordo con lei, se non avessimo avuto paura del conflitto e della diversità di opinioni di certo avremmo litigato, ma almeno io avrei avuto la possibilità di dire la mia e anche Angelica avrebbe avuto l'opportunità di esporre e farmi conoscere le sue ragioni, fino in fondo. Per questo, in fondo non ho capito ancora perché mia moglie, a 37 anni, mamma di due figli splendidi, sposata con un marito che la ama e le garantisce una vita agiata, ha deciso di andare a lavorare in una agenzia di viaggi”. Mario ha individuato molto bene qual è il problema nella relazione con Angelica. Mario e Angelica non sono capaci di gestire il conflitto, la diversità del loro sentire e dei loro bisogni. Il non saper gestire , dialogando e confrontandosi, le loro diversità porta all'evitamento del conflitto e alla crisi. Le diversità di opinioni, delle sensazioni e dei bisogni sono la ricchezza della coppia e della famiglia. Sapere valorizzare queste diversità, sapersi confrontare, entrare nel conflitto, cercando non solo di affermare i propri bisogni ma, ascoltando l'altro, mettendosi sempre anche nei suoi panni permette il dialogo proficuo, e il sostegno reciproco. In ogni caso è una opportunità per superare in modo originale e creativo i momenti di crisi ed evitare i rancori, le liti senza quartiere. * Psicoterapeuta Gestalt HCC Italy.
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LA GELOSIA, PEPE DELLA RELAZIONE, MA ANCHE PRELUDIO DELLA FINE… di Emanuela Federico* La gelosia è uno di quei sentimenti che, in una delle sue manifestazioni, tutti provano o hanno provato nella vita, dalla gelosia infantile per i propri genitori quando nasce un fratellino o una sorellina, alla gelosia per un partner. Proprio la gelosia per il compagno o la compagna, spesso, fortunatamente la maggior parte delle volte, è quel sentimento che dà quel pizzico di pepe in più al rapporto, che porta a desiderare e a sentirsi più desiderati. Essere l'oggetto della gelosia di un partner, quando si tratta di una gelosia “innocua” e non ossessiva, può far piacere perché, appunto, ci si sente al centro delle attenzioni e dei pensieri dell'altro, più desiderati e tutto questo contribuisce non poco a sostenere o innalzare l'autostima. Questa è una forma di gelosia che si può definire “normale” e che può nascere quando un partner nota, magari, la presenza di una terza persona che inizia a diventare sempre più presente nella vita del compagno/a, come un amico o un collega o magari quando si notano degli sguardi che infastidiscono o più in generale quando si può avere la paura o il timore di “perdere” la persona amata. Non sempre, però, la gelosia è effettivamente suscitata da eventi esterni reali e non sempre è così piacevole ed innocua. Una forma di gelosia, neanche tanto rara e che di certo è, per chi la subisce, meno piacevole della precedente, è la gelosia retrospettiva, cioè, la gelosia del passato del proprio partner, chi manifesta questo tipo di gelosia, che è sicuramente molto più irrazionale, non ha tanto paura di perdere il compagno per un avvenimento che si sta verificando nel presente, ma è geloso anche di ex partner ed ha la pretesa irrazionale di “cancellare” il passato amoroso del compagno, desiderando
essere l'unica persona da lui amata in tutta la sua vita. Alcune volte, essere l'oggetto della gelosia del partner non è un piacevole “sostegno” dell'autostima, ma può far sentire costantemente controllati, tramite cellulare, posta elettronica o continue domande su quello che si è fatto durante il giorno, minuto per minuto, quasi come un interrogatorio, tutto questo porta poi a minare il rapporto nelle sue fondamenta, perche questa forma di gelosia non lascia spazio alla fiducia nell'altro e alla libertà dell'altro.Se questa situazione, che viene vissuta sicuramente malissimo da entrambi i partner, sia da chi è costantemente controllato e che per questo si sente oppresso e limitato nel suo spazio vitale, sia da chi soffre per questa assenza di fiducia, non viene ridimensionata, probabilmente porterà alla rottura definitiva della relazione. Altre forme di gelosia sfociano poi nell'ossessione o addirittura, nei casi più gravi, nel delirio, quando la gelosia ossessiva diventa fortemente patologica, cioè si sviluppa il convincimento delirante che il partner sia infedele, anche quando le circostanze dimostrano in modo inconfutabile che ciò non corrisponde alla realtà, ma solo alla fantasia della persona gelosa. Ovviamente questa è una forma di gelosia che non è semplicemente “fastidiosa” come la precedente, ma è estremamente pericolosa per l'incolumità di chi la subisce e quindi assolutamente da non sottovalutare. *Psicologa, Consulente in Sessuologia
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Molto spesso i bambini hanno più vivacità di quanto noi adulti siamo disposti ad accogliere e a gestire. Il problema consiste però, nel comprendere dove sta il confine tra vivacità e quei comportamenti racchiusi sotto il nome di Adhd (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o iperattività: incapacità a mantenere l'attenzione e la concentrazione. È importante comprendere bene quello che sta ad esprimere l'energia contenuta nel bambino; essa può essere infatti l'espressione della natura profonda e dei tratti di personalità; alcuni di essi nascono infatti col “turbo”, sono più attivi e dinamici, mentre altri sono più contenuti e pacati. Quell'agitazione potrebbe essere il canale attraverso cui far uscire gli stati emozionali del bambino, quindi una spia che sta ad indicare la sua condizione emotiva. In questo caso il bambino diventa il sintomo di un contesto esterno (famiglia, scuola...), di un disagio che vive e percepisce ma che trattiene dentro di sé non essendo in grado di esprimerlo verbalmente. Un contesto familiare felice e coinvolgente immette nel bambino una quantità straordinaria di energia sana e positiva; un contesto invece turbolento, trascurante, distratto, aggressivo introduce energia negativa che il bambino non può trattenere dentro di sé e che cerca di espellere, come può, attraverso comportamenti ed agìti corporei. La vivacità nel bambino sta ad indicare che è reattivo e che non subisce passivamente la situazione né si deprime. Oggi numerose sono le segnalazioni ai Servizi dell'età evolutiva per bambini iperattivi, incapaci di concentrazione, di stare seduti nei banchi, pertanto incontenibili. Per una diagnosi di Adhd occorre fare un'approfondita anamnesi, non dobbiamo dimenticare che i suddetti aspetti fanno anche parte di un normale processo di maturazione, che andrebbe contenuto, gestito e non patologizzato. Negli Stati Uniti 2 milioni di bambini sono curati per Adhd con uno psicofarmaco chiamato Ritalin o similare. Secondo l'Associazione psichiatrica americana, i comportamenti di un bambino iperattivo sono i seguenti: irrequietezza motoria delle mani, delle gambe e di tutto il corpo, difficoltà a rimanere seduto quando necessario, facile distraibilità, difficoltà a rispettare il proprio turno in situazioni di gioco o di gruppo, frequente emissione di risposte ancora prima che sia formulata la domanda, loquacità eccessiva, frequente cambio di attività.. Proviamo quindi a comprendere quando l'irrequietezza è esasperata e nasconde un malessere e quindi una richiesta di aiuto. Possiamo tentare di rispondere a queste domande: “ci sono momenti e situazioni in cui il bambino riesce ad essere sereno o il suo comportamento è una sorta di continuum similare? Ci sono attività, situazioni o persone che lo tranquillizzano ed altre che determinano modificazioni repentine? Ha particolari interessi che lo catturano e producono calma?” Attraverso l'osservazione del bambino riusciremo forse a differenziare la naturale vivacità, la reattività ad un evento o un modo indifferenziato di approcciare persone e situazioni. Se non saremo in grado di comprendere, sarà bene interpellare uno specialista quale lo Psicologo o il Neuropsichiatra infantile. È però fondamentale che anche l'adulto si metta in discussione: “Che effetto fa su di noi la vivacità del bambino? Quali spazi abbiamo per accoglierla? Quanta voglia di incanalarla in modo creativo?” Se la vivacità dei bambini viene patologizzata è probabile che il genitore vada in ansia e si senta inadeguato facendo ricadere questa tensione sul bambino che, sovraccaricato da tutti, riuscirà a far fallire qualsiasi attesa. Una volta invece comprese le ragioni della vivacità, occorre introdurre adeguati limiti che rassicureranno il bambino; diversamente sarà lo specialista ad accompagnare nel recupero di una funzionalità normale della famiglia e quindi del bambino. Avendo margini di accoglienza della vitalità del bambino, anche l'adulto risentirà meno dei suoi comportamenti e saprà godere del rapporto intenso e dinamico che egli esprime nei suoi ambienti di vita. *Psicologa
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- Edizione Dicembre 2009
il Giornale di Licata
SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA
Cultura - Sport & Poesia
il Giornale di Licata
Edizione Dicembre 2009 -
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Visto da una giovanissima
LA NUOVA ERA DI BARACK OBAMA La riforma sanitaria apre un nuovo scenario nella politica americana di Caterina Licata Oggi ci troviamo in un'epoca che dopo una lunga serie di dure lotte politiche, si apre verso la rinascita di un mondo che si stacca definitivamente dall'oscurantismo e dagli orrori del passato. Una maturità e una consapevolezza, nella quale anni di esperienza avrebbero dovuto condurci verso una delle più alte vette della coscienza umana. La libertà di parola, la comunicazione in tutte le sue forme, il diritto a un'esistenza migliore rivolto a tutte le classi sociali, un idealizzato paradiso che nell'essenza stessa del suo libero arbitrio è ancora protagonista d'innumerevoli contraddizioni. L'America luogo di antiche conquiste, di cavalcate sfrenate in mezzo alle praterie, di ricerca di fortuna e di realizzazione dei propri sogni, potrebbe essere considerata il
precursore di una società nuova che, priva di tradizionalismi e di un'unica realtà culturale, è in grado di guardare oltre. Barack Obama, un nome che certamente rimarrà nella storia. Una rappresentanza che nella sua valenza politica, è indicatrice di una società che sta cambiando. Egli ha l'arduo compito di rimanere impresso nei libri di storia, non solo per il colore della sua pelle, ma per una politica che sia definitivamente in grado di abbattere le pareti della stratificazione sociale. Un'iniziativa che trova la sua origine in diversi tentativi politici del passato, destinati a fallire. La decisività di una riforma sanitaria che nella sua giusta
Uscito il nuovo libro di Nicolò Licata
Obama), ma anche degli stessi democratici. Un primo grande passo nel raggiungimento di questo obiettivo, si è ottenuto grazie alla camera dei rappresentanti Usa, che ha dato finalmente via libera all'ambiziosa riforma sanitaria americana. Partecipante attivo a questo nuovo scenario politico, il regista Michael Moore, artista scandalistico per le sue opere di forte denuncia sul retroscena economico e politico americano che si dimostra proteso e favorevole verso la politica del presidente. Uno scenario politico, insomma, che coinvolge il mondo intero e che invita noi tutti a metterci una mano sulla coscienza, conducendoci inevitabilmente alla riflessione su un mondo che si sta trasformando.
Il libro del nostro direttore sul Presidente Usa trova il consenso della stampa
Pira ospite della Bonaccorti e Righetti
di Giuseppe la Rocca
S'intitola "Il mistero di Raffaello" il nuovo libro scritto dal nostro concittadino dottor Nicolò Licata, comandante della stazione dei Carabinieri di Assago per la Otima Edizioni. Si tratta di un romanzo che si muove in un parallelismo tra storia contemporanea e rinascimentale. L'autore, pur mantenendo fede ad una più completa biografia del pittore e architetto Raffaello Sanzio, nel racconto si da licenza a qualche disgressione, rendendo libero il lettore da ogni personale interpretazione.
formula diverrebbe un altissimo intervento morale e civile. Protesta e disappunto da parte delle strutture ospedaliere private, le quali minacciano la nascita di un sistema sanitario inefficiente e dalle lunghissime liste d'attesa. La paura di un intervento statale, che nel mantenimento di queste strutture pubbliche, potrebbe causare l'aumento del deficit pubblico, reso già grave dalla crisi. Per finire l'insufficiente omogeneità consensuale sul piano riformatore del presidente, causa d'innumerevoli dissensi da parte dei repubblicani (già noti rivali della politica di
di Gennaro De Marco
E.Bonaccorti
Sport - Calcio
CAMBIO DI ROTTA di Pino Santamaria Fortunatamente mi ero riservato quel 10% di probabilità per un fallimento della trattativa che portasse il titolo della Gattopardo a Licata. Puntualmente si è avverato. Il Sindaco Graci, dopo aver promesso un sostanzioso contributo, sotto forma di sponsorizzazione, alla nascente società, ha fatto un marcia indietro ,degna di un pilota provetto, rimandando promesse e speranze al mittente. Abbiamo “scherzato” per oltre due mesi in sostanza. Ma il calcio a Licata è come il pane, lo sappiamo. Ed ecco che si materializza il Campobello di Licata: in crisi societaria,di risultati e di classifica. Inutile starci a pensare più di tanto. Il neo presidente Piero Santamaria ci convoca nel suo studio, ci illustra la situazione e dopo un paio di giorni la cordata licatese prende in mano le retini della A.S.D. Campobello di Licata. Veloce conferenza stampa per annunciare “l'evento”, cariche sociali e programmi. Dopo di ché, tutti al lavoro. Il presidente Santamaria è affiancato da due Vice, Angelo Curella e Giuseppe Bottaro. Il direttore sportivo è Angelo Costa. Il segretario cassiere Nuccio Peritore, l'addetto stampa chi scrive, mentre il medico sociale ritorna ad essere Giuseppe Inserra. In tutto sono otto gli imprenditori licatesi che hanno puntato il loro denaro su una carta, quella della salvezza, riportando di fatto il calcio d'eccellenza a Licata. Giuseppe Attisano,Giuseppe Licata,Francesco Damanti, Giuseppe Caico e un gruppo di 10 tifosi, che si sono tassati, eleggendo Nuccio Peritore a rappresentarli in seno alla società. E adesso ecco “l'impresa” da raggiungere. Salvare L'A.S.D. Campobello di Licata da una retrocessione quasi certa. Ultima in classifica ma in piena corsa per la Coppa Italia dilettanti, in pratica la porta di “servizio” per accedere in serie D. Una squadra di ragazzi con tre elementi licatesi, Bonvissuto, Curella e Pira, e un tecnico che a Licata deve tanto: Luigi Milazzo. Una compagine sicuramente da “puntellare” a dovere per centrare la salvezza evitando i play out. Per essere più chiari, per ottenere la salvezza, bisogna svolgere un girone di ritorno con una media da promozione. Perfetto. Allora, c'è n'è abbastanza per motivare a dovere il tifoso gialloblù? Quest'anno non si potrà parlare di promozione, non si potrà sognare la D, ma solo di lottare con il coltello tra i denti per assicurarsi la permanenza nel campionato d'eccellenza, con un occhio alla Coppa Italia. La società, almeno per quest'anno, continuerà a chiamarsi A.S.D. Campobello di Licata, i colori sociali(a noi probabilmente non graditi) saranno leggermente “ritoccati”. Per il resto dobbiamo solo ringraziare l'ex presidente, Angelo Puntarello, e la città “cugina” di Campobello di Licata. Il resto dobbiamo farlo “tutti”.
Il libro del nostro direttore, Francesco Pira, presentato a Licata il 5 dicembre (su questo evento vi riferiremo sul numero di gennaio), ha già avuto grande attenzione da parte della stampa italiana. Citato da Avvenire e da numerosi quotidiani del nuovo libro di Pira "Come dire qualcosa di sinistra " (Franco Angeli) in gran parte dedicato al Presidente Obama ne ha parlato nella sua trasmissione ascoltatissima su Radio 1 Rai la brava conduttrice Enrica Bonaccorti lo scorso 30 novembre alle 17,40. Pira a fine dicembre sarà ospite anche de "Il Comunicattivo" il programma di Igor Righetti trasmesso sempre da Radio 1 il sabato e la domenica mattina. Francesco Pira presenterà il libro in numerose città d'Italia: Gorizia, Udine, Belluno, Milano, Roma, Catania ed in molte università italiane.
I. Righetti
L'ORIGINE
L'ANNUNCIAZIONE
di Anna Lo Verme
dI Ezia Lanteri
Nelle pieghe dell'Anima, giaciglio perfetto dell'Amore. E' lì che nasce e si nutre l'Innesto della Vita. E' lì che prende forma il mondo con le sue mille contraddizioni. Con i suoi mille problemi. Guerra e Pace. Amore e Odio. Tempesta e sereno. Tutto torna all'Origine ed è ad essa che deve l' Esistenza di ogni cosa. Di ogni Attimo. Di ogni Battito. Di ogni perfetto e affannoso Respiro. Tutto torna ad Essa. All'Origine di tutto.
Auguri
…….Calò a notti e Maria nu so littuzzu, dormiva beddra queta: chi sapiva a carusa ca si stava priparannu n'eventu ranni, n'avvinimentu c'ava a cangiari u munnu. Dintra ddra stanziceddra scura, scura, tutt'a a na vota, trasia na luci chiara. Maria, accicata du bagliori, si svegliò di bottu e l'Angilu Gabrieli, o latu du so lettu accussì accuminciò a parlari; “Maria, nun ti scantari, na cosa assai mpurtanti t'haia diri. Sappi ca ppu vuliri du Signori, avrai nu bimbu, beddru comu u suli! Iddru si chiamerà Gesù Bambinu ed è Diu stessu ca si farà omu”. “ Ma chi diciti veru? Arrispusa Maria tutta trimannu. Ia ca un sugnu nenti, Avissa a ginirari Diu in pirsuna? Vui vi sbagliati…ia nun sugnu degna, ma se accussì daveru vo u Signori, ia sugnu pronta a fari u so vuliri”. L'Angilu unn'arrispusa e scumparia lassannu ddra carusa tutta frastornata, tantu ca un putennu cchiù durmiri svegliò a so mamma e u fattu ci accumniciò a cuntari. Maria s'immaginava ca ddra santa donna nun l'avissi cridutu, inveci subitu ci crissi la sant'Anna ca chi lacrimi all'occhi e nginucchiuni ringraziò u Signori ca a so figlia dignò di tant'onuri. Ma quannu u stessu fattu, fu cuntatu a Giuseppi, si turbò u giovanottu e, puru ca canusciva beni a so carusa, a testa ci smaniò pi tutta a notti. Si gira e si rigira Giuseppi nu so lettu, ma eccu l'Angiliddru tutt'a un trattu: “Giuseppi, stai tranquillu, Maria è priziusa, è oru culatu, perciò un pinsari a chiddru c'ha pinsatu! E ora vidi di farti pirdunari e accetta ciecamenti u vuliri du signuri”. Appena l'Angiliddru scumparia, Giuseppi in tutta fretta su susia. Ch'era fistanti…a testa leggia, leggia si sintiva: Quel dubbiu ca ci rudiva a menti, sparia d'incantu, così,tuttu contentu, si vesta, si mprofuma e nesci ppi ncuntrarsi ccu Maria. Maria u pirdunò subitu a Giuseppi pirchì a storia di ssi do picciotti, na notti di tempi, in cielu era già scritta. E, anche se qualcunu n'ebba meraviglia, prestu nascìa Gesù e si formò a Sacra Famiglia.
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