Giornale Di Licata - Luglio

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il Giornale di Licata Mensile di Politica, Cultura, Economia e Sport Anno I - Numero 3 - Luglio 2009 - Reg. Trib. di Agrigento n° 284 del 24/26-03-2009 - Direttore Responsabile: Francesco Pira www.ilgiornaledilicata.it

Editoriale

La paura di finire nel baratro

Ristorante “Al Pontile” NUOVA GESTIONE

cucina a base di pesce fresco ricca di innovazioni e particolarità.

Info & Prenotazioni Tel. 0922 774537 - 339 4306336

Licata in via Principe di Napoli al n° 9

Copia Omaggio distribuita porta a porta. - In Edicola, Copia Omaggio in allegato a BAZAR SICILIA

PER FAVORE NON UCCIDETE LICATA... È ANCHE VOSTRA !!!

di Francesco Pira Ormai è estate. E ci viene da piangere. Il Comune non ha il bilancio approvato. L'estate licatese sarà piena di pidocchi. Non ci saranno manifestazioni. Il Palazzo di Città è assediato da disoccupati ed indigenti. Non si sa come si farà a pagare la Dedalo Ambiente. Come sistemare la questione del Lodo Saiseb. Forse tra poco non si saprà neppure come pagare gli stipendi ai dipendenti. E' una situazione di grande emergenza e tutti i grandi interventi dall'alto, per risolvere in un sol attimo quanto si è abbattuto sul nostro territorio e sul nostro Comune, non si vedono. Adesso per rivedere un assessore regionale, un parlamentare, qualche eurodeputato (tranne Rosario Crocetta) soprattutto del centrodestra dovremo faticare. Quelli del centrosinistra passano...certo alla vigilia delle competizioni elettorali e quando non sono al Governo. Per inciso che quel che resta del Partito Democratico di Licata non pensi che gli oltre 2 mila voti al Sindaco di Gela Crocetta significhino il grande rilancio della sinistra licatese. Chi ha votato Crocetta ha votato l'uomo, il politico, la sua storia, la sua serietà, la sua capacità non di amministrare ma di governare una città impossibile come Gela. A Licata sappiamo che la situazione è ben diversa. Il sindaco Angelo Graci ci aveva promesso che con la nuova giunta comunale ed una maggioranza bulgara tutto si sarebbe messo a posto. E invece il disastro amministrativo, buroracratico, di progettazione, di proposta si respira ora dopo ora. E non è soltanto un fatto di risorse. E' un fatto di uomini e di donne al comando. Noi vogliamo essere coerenti. Abbiamo scritto che cambiare gli assessori o una parte di loro non sarebbe servito a nulla se non a perdere tempo. Perchè quello che manca è il colpo d'ala, l'esperienza, il mestiere di governo. Altre comunità vicine alle nostre hanno problematiche simili alle nostre. La Sicilia è piena di comuni medio grandi come il nostro, la stessa Calabria, la Campania o la Puglia. Eppure la differenza la fanno i sindaci, gli assessori, i dirigenti comunali, e persino gli impiegati. Sinceramente, e non ce ne vogliano il sindaco Graci e gli

segue a pagina 2 IL GIORNALE DI LICATA VA IN FERIE CI RIVEDIAMO A SETTEMBRE Anche noi meritiamo un pò di riposo. Il Giornale di Licata va in ferie. Saremo nuovamente in distribuzione con i nostri amati inserzionisti e lettori con un nuovo numero nei primi giorni di settembre. Buone ferie e buone vacanze La Direzione

UN ARTICOLO DI LORENZO PERITORE A PAG. 4

CITTA’ SPLENDIDA, CIVILE E PULITA

ESISTONO I BAMBINI A LICATA?

di Daniele De Marco

di Vincenzo Marrali

(perché esistono le sveglie?)

Passeggiando per Licata, respiro l'odore soave dei fiori di mandorlo, la gente sorridente saluta, le auto in quasi silenzio sembrano non esserci, ascolto il cinguettare dei passerotti, un gatto fiacco si stiracchia alle carezze dei bambini che giocano negli ampi marciapiedi puliti, guardo turisti con cappellini e indumenti buffi, fotografare i curati prospetti delle chiese ed i vari monumenti, com'è bello passeggiare per Licata, ti riempie di gioia e vanto, tanta civiltà a cornice di una splendida cittadina…MA …NOOOO…SUONA LA SVEGLIA …abbandoniamo i sogni, adesso dobbiamo affrontare la realtà, la voce squillante del sig. “Ova frischi di iurnata” mi fa' capire che potevo anche risparmiare i soldi dell'acquisto della sveglia, l'essere indifferente non mi aiuta perché poi arriva il suo amico il sig. “Pira Persiche e Racina” ed inizia il comizio …quindi mi sa' che, anche se oggi non lavoro

Leggo nella stampa nazionale delle preoccupazioni di molte famiglie sulla “sorte” di tanti bambini/figli che, chiusi asili e scuole, resterebbero in balia di se stessi. A chi affidarli? A parte i nonni, unica agenzia di sostegno per genitori e bambini, nel Meridione c'è nulla o quasi. I ricchi comuni del Nord e, in parte del Centro Italia, per la crisi sono stati costretti a ridurre i finanziamenti per interventi a favore dei bambini in estate, ma a Milano sono 25 mila i bambini che saranno assistiti dal Comune (“nessuno resterà fuori” afferma l'Assessore comunale di quel centro) con una spesa di 10 milioni di euro e un contributo del 20% solo per le famiglie abbienti. A Napoli il Comune manderà in vacanza appena 1500 bambini. Bologna, Firenze, Padova, Reggio Emilia ed altre città mantengono livelli elevati di assistenza estiva ai bambini. A Licata non abbiamo di questi problemi, non dobbiamo tagliar nulla perché nulla esiste in questo paese a beneficio dei bambini. Si possono spendere fondi, anche

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Accade anche questo 15 CHILOMETRI PER UNA RICARICA TELEFONICA Spesso costringiamo i turisti ad incredibili avventure

di Giuseppe Patti Provate ad immaginare quanto può essere frustrante per un vacanziero, passare parte della propria vacanza a girare in auto in cerca di servizi che nel suo luogo abituale di vita trova facilmente magari davanti l'uscio di casa e che invece in vacanza, quando dovrebbe teoricamente rilassarsi, non riesce a reperirli se non dopo estenuanti ricerche e kilometri macinati. Ecco io mi sono sentito così solo qualche settimana fa, un tranquillo sabato pomeriggio di inizio estate, caldo e voglia di starsene rilassati al sole vicino al mare. Siccome il Diavolo fa le pentole, ma spesso, molto spesso, non ci mette i coperchi, ecco l'imprevisto che rischia di sclerarti per tutto il resto della vacanza. Luogo del fattaccio, Marina di Butera, frazione balneare posta esattamente a metà strada tra

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Agrigento Licata Gela

Tua da 14.900 euro

2

Interventi - lettere - mail - sms

- Edizione Luglio 2009

L’intervento

il Giornale di Licata

La lettera

Mancano i collegamenti... "Rischiamo la tenuta per la nostra Licata delle istituzioni”

Appello del sindacalista della Cisl, Tony Licata:

di Tony Licata Che non sia più possibile, andare avanti in queste condizioni, è sotto gli occhi di tutti. Dicendo ciò non vogliamo però riferirci alle condizioni paurose delle casse comunali che non consentono una pur minima iniziativa, perché essa non è supportata da adeguate risorse finanziarie e già questo è un problema ancora insoluto e non da poco. Vogliamo invece riferirci allo stato ed alle condizioni della classe "politica" che esprime la quasi totalità dei partiti presenti a Licata. Da molti anni sembra che a Licata o si è mediocri, nella migliore delle ipotesi, o non si riesce ad avere uno spazio al sole nello scenario cittadino, con qualche eccezione. Le condizioni sociali e civili della nostra collettività, se per qualcuno non è ancora chiaro, sono allo stremo. Rischiamo la tenuta delle istituzioni e della convivenza civile e democratica; con una comunità in preda ad elevatissimi tassi di tossicodipendenza, altrettanto elevati tassi di disoccupazione, indicibili condizioni di disagio sociale, molti palesi, ma molti altri, per pudore o per ignoranza, nascosti. Per dirla in breve: la cittadinanza è allo stremo. Oggi, molto più di ieri, la macchina amministrativa è assai simile ad una azienda. Un' Azienda chiamata ad erogare servizi e molti di essi grazie alla legge " Lanzillotta" sono stati decentrati, e ad essere "incubatore" o "catalizzatore" dello sviluppo socioeconomico della propria collettività. Se i gestori di questa macchina amministrativa non sono preparati, non hanno un minimo di capacità manageriali o non conoscono i percorsi, le competenze, i diritti di loro competenza, i doveri ai quali devono rispondere, le interrelazioni che esistono tra i vari enti ed i vari istituti, dove andare per reperire risorse e dove per avere risposte rispetto ai tanti quesiti in sospeso, il risultato finale è presto raggiunto: Il Caos !!! E mentre

tutto ciò avviene ed è sotto i nostri occhi, la nostra classe politica, o almeno grossa parte di essa, nel suo insieme, sembra essere preda di una sindrome di auto-conservazione autistica. Si nota una tendenza generalizzata, tranne casi sporadici, a non fare trapelare tutto quello che avviene sia nei fatti importanti che nei "fatterelli", quasi a non voler mostrare in pubblico quanta pochezza si nasconde nella quotidianità. I lavoratori, i pensionati, i cittadini tutti sono non distratti ma attenti osservatori di quanto sta accadendo ed i bisogni acuiscono ancora di più la loro sensibilità e la loro attenzione. Il Sindacato, da sempre rappresentante sociale, reputa che sia giunto il momento che sia l' Amministrazione Comunale che il Consiglio Comunale, con cadenza mensile, rendano edotta la cittadinanza di quale sia stato l'impegno e quali i risultati che sia l'Amministrazione che il Consiglio Comunale hanno prodotto nel mese appena concluso. E' questo un primo passo per rendere il Palazzo Municipale, un palazzo trasparente che sa lavorare per i propri rappresentati e da loro conto del lavoro profuso. Ciò facendo si eliminerebbe la possibilità di dare vita a "grida o bisbigli" a chi di queste cose ci vive o ci si diverte. E' giunto il momento che la " Società Civile" si riappropri del proprio ruolo di "attore consapevole" della propria città, promuovendo i politici capaci e bocciando inesorabilmente gli incapaci. Ma già deve avvenire al momento del voto di preferenza, alle elezioni, fin tanto che ci viene ancora lasciata questa libertà. Gli ascari , i galoppini, i cercatori di voti sono da mettere da parte. Quando si tratta della vivibilità cittadina nessuno è disposto a fare sconti a nessuno ed allora è bene che questo rigore venga usato sempre. *Unione Sindacale Zonale CISL di Licata

segue dalla prima pagina “La paura di finire...” Assessori, che in generale ci stanno tutti simpatici e stimiamo, tranne qualcuno, non abbiamo capito quale è il programma, cosa accadrà nei prossimi mesi, come si pensa di cambiare marcia. Un nostro amico di Milano ci ha avvisato che una comitiva lombarda è giunta da noi. Si è stabilita vicina al mare dove ha sentito quotidianamente una puzza di letame e di scarico fognario. Ha mangiato pesce poco digeribile, non ha avuto una vera guida per visitare i luoghi visitabili. E persino il Presidente della Pro Loco Angelo Carità ha lanciato un grido d'allarme definendo incapaci i nostri amministratori che non sono riusciti a dare neppure un locale per la sede dell'importantissima struttura. Ovunque in Italia non è così. Ma è solo uno degli esempi. E poi l'igiene pubblica, il traffico, la nettezza ovunque. Ci dispiace fare l'elenco delle cose che non vanno. Avremmo voluto scrivere altro. Raccontare una città diversa. A che serve portare, grazie alla Sovrintendenza ai Beni Culturali, un po' di libri vicini ad una spiaggia se poi mancano i servizi e si fregano i pochi turisti in transito? E poi spacciare questa cosa come qualcosa di assolutamente innovativo...Solo chi non si è mai mosso da Licata può vendere come nuove cose già usate. Anche piccoli comuni di tante altre regioni hanno avviato il cosiddetto prestito stellare sia in estate che in inverno. Certo una iniziativa apprezzabile, ma non facciamo passare questa cosa, come la grande occasione per fare cultura nella nostra città, magari scatenando una competizione tra assessori che danno la notizia. Credeteci è tutto molto triste. E tutto molto prevedibile. Non è più tempo delle improvvisazioni. Chi si assume incarichi di governo deve avere quella esperienza che gli permette di essere pronto a fronteggiare non soltanto l'ordinaria amministrazione ma anche la straordinaria, la programmazione e tutto il resto. Tutti si chiedono: quanto durerà questa amministrazione? I politici esperti sono già a caccia di un nuovo candidato sindaco. Ma c'è chi giura al contempo che il Sindaco Graci rimarrà ben saldo sulla sua poltrona mantenuto da chi sa che passando questo treno non ne passeranno più altri. E noi aspettiamo che qualcosa accada prima o poi...Come aspettiamo da decenni, anzi da secoli...Buona estate...se così si può dire, con la paura che abbiamo di finire nel baratro... [email protected]

Vivo "fuori" con la mia famiglia e come ogni anno di questi tempi i colleghi miei e di mio marito ci chiedono consigli sulle vacanze in Sicilia. Preparo itinerari, rotte, visite e dritte su dove e cosa mangiare. "Fantastico, ma dove dormiamo?" Spudoratamente parteggio per Licata, mi basta inviare qualche e-mail con foto delle nostre spiagge e non è difficile averli già conquistati per metà. Mi prodigo per chiamare i proprietari del residence vicino al villino dei miei genitori o di qualche appartamentino in affitto, chiedo i prezzi, riferisco, in alternativa informo dell'esistenza di ben due nuovi e scintillanti villaggi turistici e di strutture alberghiere, fornisco i contatti. Sentiti i prezzi del residence, il gioco è fatto. "Benissimo -sento già il tono di voce beato e convinto di chi già sta pregustando di andare in spiaggia con il solo ausilio delle ciabatte - adesso vedo come organizzare il viaggio". Niente paura ci penso io, dico, c'è Santa Ryanair, nuovi voli Trapani- Bologna. Guardo sul sito, incredibile quattro persone a/r 160 euro! Cioè quaranta a persona (mannaggia a vederlo prima sarei scesa per il venerdì santo che è una vita che non lo vedo, vabbè sarà per l'anno prossimo, ma questa è un'altra storia direbbe il buon Lucarelli). ..Già Trapani.. SS115 Strada Statale a Scorrimento Veloce Orientale Sicula 171 km 2 ore e 48 minuti, così almeno mi dice google maps. Allora digito Trapani Licata autobus.. Si apre una bella pagina con foto del faro al tramonto: orari autobus in via d'inserimento... Clicco ancora, trovo un Trapani - Agrigento, ore di viaggio 4 e sei ancora a "girgentu", avrebbe detto mio nonno, metti un'altra oretta per arrivare al paesello e sono cinque, senza contare le attese tra un pulman e l'altro e se non ci sono stati intoppi con il velivolo. L'alternativa sarebbe dirottarli a Palermo, e cioè un Trapani - Palermo e da lì un Palermo - Licata, cambiando l'ordine degli addenti il risultato ahimè non cambia. Internet non mi tradire.. ah sì c'è un tourshuttle , ossia "Transfer Privato con veicoli confortevoli veniamo a prendervi in aeroporto hotel casa ufficio per portarvi direttamente a destinazione e vi diamo pure il bacio in fronte" per quattro persone costo, mi pare equo visto il servizio, 342 euro, cioè il costo di sette notti tutto compreso a Marsa Alam. Nella fattispecie i colleghi ultraquarantenni non hanno più il necessario animo da Indiana Jones da sfoderare in casi simili e hanno al seguito due bimbe alle quali non si sentono di far affrontare tali avventurose peripezie, figurarsi la Salerno Reggio Calabria in auto (avete mai provato ad agosto l'ebbrezza del sedile posteriore della station wagon occupato per dodici ore dai due angioletti di casa? Basta metà del percorso per ottenere la remissione totale dei peccati e un posticino al fresco per l'eternità) Il traghetto vaneggerebbe il risparmio.. Ok mi arrendo, lascio naufragare miseramente nel ricordo delle dolci acque di Mollarella la mia vena di tour operator improvvisato. I colleghi partiranno per altri lidi, più semplici da raggiungere. E dire che non me ne sarebbe venuto niente in tasca personalmente, se non l'impagabile compagnia dei miei amici e loro sarebbero tornati a fine vacanza in Padania con tanti sereni ricordi e qualche acquisto nei negozi di Licata (perdonate la mentalità da commerciante in parte ereditata). I licatesi "fuori" siamo in tanti e nel nostro piccolo so che ognuno di noi la sua parte per pubblicizzare le nostre belle spiagge o quanto meno a ranita di Ciciu u lordu la facciamo tutti, ma allora penso e dico, lasciando ormai andare l'utopia dell'aeroporto ad Agrigento, ma attrezzarsi per tempo con un collegamento decente con l'aeroporto di Trapani ( sulla carta due ore e mezzo potrebbero bastare) è troppo? Chi si accontenta gode diceva una volta il proverbio.. PS: correggetemi se sbaglio, forse sono ancora in tempo per convincerli...i colleghi dico.... Giovanna Rendani

Precisazione

A proposito di riciclati La foto in prima pagina dello scorso numero, con le facce degli assessori e la scritta "RICICLATI", sicuramente non ha fatto arrabbiare chi sa di esserlo, ma chi invece non si sente tale. Ed in effetti, una cortese quanto simpatica telefonata dell'Assessore Angelo Gambino, medico fisiatra, e amico di vecchia data ci ha fatto riflettere sul concetto di riciclo. "Se non c'è stato un ciclo - ci ha detto Gambino - non ci può essere un riciclo. Non ho mai fatto l'assessore e sono un tecnico proposto dall'Unione di Centro". Ed anche sul concorso in ospedale per il posto di Dirigente del Distretto Sanitario, Gambino ci ha spiegato che quel concorso non è stato mai fatto e che il Dirigente attuale, Dottor Racalbuto, ha avuto un incarico in attesa dello svolgimento del concorso. Non possiamo che prendere atto di quanto ci ha detto l'Assessore Gambino, ma volevamo chiarirgli che il termine non voleva essere minimamente offensivo neppure per chi è espertissimo a riciclarsi saltando da una maggioranza all'altra anche a cavallo tra le legislature. Vogliamo dire che quasi tutte quelle facce in prima pagina, nello scorso numero, hanno provato il gusto del potere. In effetti, tranne l'Assessore Gambino, che ha avviato il suo ciclo...Certo sarebbe stato giusto dire chi è più riciclato o meno...Ma non volevamo fare classifica e per una strana ironia della sorte mancava all'appello un riciclato. Ma non abbiamo voluto escluderlo...non era nella foto perchè seduto in tv vicino al Sindaco Angelo Graci. E quindi tutti "RICICLATI" meno uno...Angelo Gambino, appunto! Buon lavoro Assessore Gambino, e non ce ne voglia...siamo ragazzacci...!!! E poi lo sa che le vogliamo bene...E di sicuro non perchè è assessore... Francesco Pira Direttore de "Il Giornale di Licata"

segue dalla prima pagina “esistono i bambini a Licata?” rilevanti, per gli anziani (giusto!), per gite, feste da ballo o altro, ma i bambini a Licata non ci sono, non esistono, sono di passaggio. Il bambino a Licata non ha diritto di cittadinanza, anzi quel poco che esisteva nella prima metà del 1900 è stato progressivamente distrutto o sottratto alla fruizione dei bambini, per far posto alla speculazione nell'indifferenza degli amministratori comunali. Era in funzione una Colonia marina, che consentiva vacanze protette ed occasioni di socializzazione, ed è stata abbandonata all'incuria del tempo. Ora il Comune parla di vendita dell'immobile per pagar e i debiti di una politica folle. Il bambino d'estate? Si arrangi. Ci sono le spiagge. Quali? C'era una volta Giummarella Boncore, in cui era delimitata un'area del bagnasciuga ad esclusiva fruizione dei bambini, che avevano la possibilità di giocare e bagnarsi in totale sicurezza, anche per la presenza di un sorvegliante. Ora Giummarella Boncore è un ecomostro di cemento per un'assurda ed inaccettabile speculazione edilizia, avallata da politici alquanto disinvolti. Le altre spiagge sono carnai e foreste di ombrelloni e sdraio, sempre a scopo speculativo. Dove vanni a giocare i bambini? Non hanno neanche le strade e i cortili, che avevamo noi, diventate aree di parcheggio e transito caotico di auto e di moto. Non parliamo poi della piscina comunale. Diventerà luogo di culto o sede di uffici comunali? Negli anni 80 erano state realizzati ( arch. Cipriano) due campetti tra lo stadio e il fiume, per permettere ai bambini di avere un'area-gioco per loro esclusiva fruizione. I campetti sono stati dati in gestione a privati e vi possono accedere giovani ed adulti, pagando l'affitto. Ai bambini sono rimaste le aree incolte per giocare tra sterpi ed erbacce, tra topi, zecche, cani randagi e altri animaletti molesti. Nel 2002 ho elaborato uno studio su “La città del bambino a Licata: realtà e sogno”, da cui estrapolo solo la parte, sintetizzata, che tratta della proposta-ipotesi di un'”Oasi verde del divertimento a villa De Pasquali. Si proponeva di realizzare in quella villa abbandonata un Parco a tema, su Biancaneve o Topolino o Pinocchio o altra favola, con un trenino per bambini nell'anello periferico della villa e un piccolo ( qualche decina di posti) anfiteatro per rappresentazioni per i bambini e con i bambini, che dal Parco a tema avrebbero ricevuto stimoli positivi per l'apprendimento, la fantasia e la creatività. Questo studio l'ho presentato all'Amministrazione comunale ( non sarebbe costato poi tanto!) e all'Ufficio competente ed ancora aspetto una risposta, magari un “grazie non possiamo”. Solo silenzio. Perché mi chiedo. Perché a Licata i bambini non esistono? Forse, invece, perché i bambini non votano. Bella civiltà! Vincenzo Marrali

il Giornale di Licata

Edizione Luglio 2009 -

SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA

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La Città

- Edizione Luglio 2009

il Giornale di Licata

LICATA: BELLEZZE NATURALI, CULTURA E TRADIZIONI POTREBBERO RESUSCITARLA

TALIANNU PENSU E PARLU

ABITANTI E AMMINISTRATORI LA UCCIDONO GIORNO DOPO GIORNO di Lorenzo Peritore

di Lorenzo Peritore

Nell'era della globalizzazione sognare ad occhi aperti e dare sfogo alla propria fantasia è una pratica ormai in disuso. Io ogni tanto la metto in atto, ma quando ritorno alla realtà, in rapporto a ciò che ho fantasticato e sperato, mi accorgo di essere fuori dal tempo. Tra le mie utopie vi è quella di poter vedere un giorno scorrere dai rubinetti di casa acqua corrente 24 ore su 24, o di vedere i marciapiedi della mia città sgombri affinché tutta la gente, compresa quella diversamente abile, possa usufruire del sacrosanto diritto di passeggiarci comodamente e in santa pace. Immagino pure gli utenti della strada circolare civilmente, con i caschi in testa quando si va sui motorini e con la cintura allacciata se si è al volante di un'autovettura, senza fare uso di telefonini. Sogno pure tutti i nostri giovani riuscire a trovare lavoro senza avere bisogno di lasciare Licata. E per concludere la carrellata di alcune mie utopie, un altro sogno che mi perseguita non poco è quello di vedere la mia città pulita come il salotto di casa nostra e immaginarla simile a Sanremo, a Fiuggi, a Montecatini, a

grave problema che sta distruggendo una città bellissima? Secondo il mio modesto parere quattro semplici punti che potrebbero cambiare il volto alla nostra città io li avrei e ve li voglio pure elencare: Uno - se tutti gli abitanti riuscissimo a cambiare comportamenti nei confronti della città stessa e cominciassimo ad amarla e rispettarla. Due - se tutti i licatesi capissimo che alla base della crescita di una città ci stanno innanzitutto la legalità e i comportamenti civili. Tre se tutti gli elettori capissimo che la politica deve essere uno strumento a disposizione della città e del cittadino e non un mezzo con il quale il politico deve accaparrarsi privilegi per se e per i suoi familiari. Quattro - se ogni volta che è eletta una nuova amministrazione, i Consiglieri Comunali, gli Assessori ed anche il Sindaco, guardandosi allo specchio e passandosi una mano sulla coscienza, utilizzando una piccola dose di onestà intellettuale e politica, fossero capaci di rendersi conto che molti di loro non hanno né le qualità, né la capacità, né la preparazione e nemmeno la rappresentatività per potere amministrare una città,

Taliannu stu paisi unn'ebbu i me natali, taliannu tutti quanti i biddizzi naturali, taliannu i so palazza sia a muntagna ca pi strati, taliannu a nostra costa chi scoglia sparpagliati, taliannu a Muddaredda, taliannu a Puliscia, taliannu Marianeddu u Cavadduzzu, a Pitralia, taliannu a Farcunara, taliannu Munsirratu, taliannu p'un mumentu a natura chi n'ha datu, pensu ca tantu e quantu ni putissa anchi abbastari pi campari di turismu se u sapissimu sfruttari. Pensu puru ca nascivu dintra un postu furtunatu, ma cangiu idea se pensu comu vena amministratu. A stu puntu un pensu ciù, cercu sulu di spirari ca a Licata ugn'ornu o lattru si putissa arripigliari. U paisi sta vivennu na brutta situazione, ma tutta a curpa unn'è di st'Amministrazioni! U dissa Gesù Cristu e v'arricordu iu, a Cesiri zocch'è di Cesiri e a Diu zocch'è di Diu. A politica aLicata ha fattu un sacch'i danni, ma è na cosa ormai ca dura almenu di trent'anni pirchì tutti i politici ca n'hannu amministratu avennu attri nteressi n'hannu sulu abbuffiniatu. Ora però a patata addivintà bollenti e a situazioni è fatta pi daveru incandescenti. E' davanti l'occi i tutti ca u Comuni è mmenzu i guai, ma u politicu comu u lupu perdu u pilu e u viziu mai. C'è co scappa du partitu unn'è ca vinna elettu pi mpilarisi inta n'attru unni pensa è ciù protettu,

Taormina, a Cefalù, a Erice, o ad altre città d'Italia che hanno programmato e investito tutto sulle loro bellezze, sulla cultura e le tradizioni e in particolar modo sulla educazione civica dei suoi abitanti. Città belle dal punto di vista naturale e storico, ma soprattutto civili, pulite, ordinate, abbellite, amate e rispettate da chi le abita e da chi le amministra. Licata, dal punto di vista naturalistico non ha assolutamente nulla da invidiare a tante altre città d'Italia, ma se mi permettete, alcune di esse, pur possedendo bellezze naturali simili alle nostre, non certamente superiori, non posseggono affatto i siti culturali ed artistici come quelli che sono disseminati nel nostro territorio e che ci conducono alle tante dominazioni straniere che nei secoli si sono avvicendate. Ma allora perché se Licata è stata così abbondantemente premiata da madre natura e così favorevolmente caratterizzata dalle tante civiltà che da noi si sono succedute nei secoli, deve essere così abbondantemente offesa, insudiciata, maltrattata e penalizzata da chi vi abita e da chi l'amministra? Ma ci dobbiamo davvero a tutti i costi rassegnare a vivere in questo stato di cose? Non c'è proprio un modo per fare uscire questa città dal tunnel buio e pieno d'insidie nel quale è stata irresponsabilmente spinta? Ma allora non c'è davvero soluzione a questo

decidessero di ritornare alle loro attività personali per le quali dispongono di migliori propensioni. Qualcuno abituato a saltare da una poltrona all'altra pur di rimanere al potere, potrebbe perfino ritornare a fare beatamente niente, cosa che già faceva prima di autoinventarsi politico per potere racimolare qualche gettone di presenza o qualche stipendiuccio. Ha detto Fernando Savater, uno dei più noti filosofi e scrittori contemporanei spagnoli: “Oggi insegniamo ai ragazzi che la politica è corrotta, come se spiegassimo loro che un tostapane serve a carbonizzare il pane. Invece bisogna spiegare che anche la democrazia ogni tanto si guasta, fa corto circuito e bisogna rimetterla in sesto”. La democrazia a Licata si è guastata e ha fatto corto circuito. Per rimetterla in sesto, oltre che una radicale metamorfosi culturale da parte dell'intera popolazione, assolutamente indispensabile, sarebbe necessario che molti politici o pseudo tali che stanno seduti sugli scanni dell'Aula Consiliare e su poltrone anche più importanti solo per trarne tornaconti personali, stipendi e gettoni, facessero un passo indietro a favore di persone capaci e all'altezza del compito e che magari si vogliono spendere per il bene della città senza nessuna contropartita. Sarà raggiunta mai tanta maturità?

PER QUEST'ANNO CERCA DI CAMBIARE, RISPETTA LA SPIAGGIA ED IL MARE di Elsa Carlino Più di venti chilometri di costa in balìa dei licatesi prima che dei turisti. Un tesoro naturale inestimabile indubbiamente apprezzato, ma non rispettato. Nell'ultimo decennio una fra le più ricorrenti mire delle amministrazioni che si sono succedute è stata quella di promuovere Licata in ambito turistico, attraverso i mezzi più disparati. Ma come si può credere di centrare l'obiettivo turismo, quando vi sono problemi di negligenza e di trasandatezza arrecati in primis dalle incurie degli abitanti autoctoni. Una costa paradisiaca deturpata da cartacce, scatoloni di pizza e bottiglie di vetro che hanno probabilmente allietato una serata fra giovani festosi e che, tuttavia, riservano uno spettacolo scarsamente folcloristico e gradevole a chi l'indomani mattina immagina di poter trascorrere delle ore piacevoli sulla spiaggia. Scarti di cibo avanzato, bicchieri di plastica e quanto altro fanno invece capolino sulle onde che s'infrangono a riva, quasi che il mare li rigettasse volontariamente. Dal quindici agosto in poi le spiagge licatesi sono praticamente abbandonate a se stesse, dopo che la notte del quattordici si fa a gara a chi ha acceso il falò più grande e duraturo, l'indomani mattina chiunque volesse continuare le proprie vacanze si vede costretto a muoversi sulla sabbia con molta cautela per tutto ciò che ne rimane dalla notte prima. È come se l'estate licatese terminasse a metà agosto. Una situazione al limite della decenza e difficilmente sostenibile per chi è nato a Licata, si provi ad immaginare un turista obbligato a sopportare tali condizioni di sciatteria. Turismo e Marketing sono

intrinsecamente collegati: nel momento in cui si decida di lanciare una città in ambito turistico, si dovrebbe avere la consapevolezza che chi investe il proprio danaro per trascorrere una vacanza si aspetta e pretende il meglio; se non dovesse ritenersi soddisfatto, il potenziale turista, sosterrà una pubblicità negativa che non gioverebbe di certo alla tanto aspirata crescita della città, da parte dell'amministrazione e di tutti i cittadini. Creatosi il “Brand” di città con spiagge sporche e trascurate devono trascorrere anni prima che si possa ricominciare a sperare in un decollo turistico. Il problema sta alla base. La mancanza di strutture attrezzate e i travagliati lavori per la costruzione del nuovo porto turistico che si stanno svolgendo da mesi a confronto sono delle bazzecole, ciò che scarseggia è la meticolosità e la civile accuratezza di taluni cittadini.

c'e co amministra a Dedalu, co amministra a Tri Sorgenti, ma a munnizza è sempri in giru e d'acqua un ci nn'è nenti. Unn'hava assai mportanza se a Licata va a muriri, l'importanti è ca u pliticu hava sempri u sò putiri. Di travagliu un si nni parla, u turismu sta calannu, tutti quanti i nostri figli ni stannu abbannannu. Si lamentinu i viddani, piscatura ed esercenti, si lamentinu e protestino tutti quanti l'indigenti. E ia pensu…..taliu e pensu. Taliu i spiaggi, taliu u mari, pensu i figli c'haiu a Milanu ca ccà un vonnu ciò turnari, e siccome poi mi stancu di taliari e di pinsari ogni tantu rapru a vucca pi mettimi a parlari. U fazzu p'aiutari a cangiari a situazioni, ma u fazzu civilmente, chi modi e a ducazioni. Paroli, attacchi e ingiuri o sennò rivoluzioni un portinu a nudda banna e peggiorino a situazioni. A Licata semmu stanchi e un nni putemmu ciù, a stu puntu unn'interessa co è c'ha statu o co è ca fu. Ormai è ciossà di n'annu ca fineru l'elezioni ca sirveru pi cangiari Sinnicu e Amministrazioni. Foru alliggittimati pi putiri amministrari, però ni l'hannu a diri quannu vonnu accuminciari. Ennu avanti d'accussi di spiranzi un ci nn'è tanti, speru sulu ca u Patri Eternu illumina a tutti quanti. Se un succeda stu miraculu c'è sulu di spirari ca si nni vannu tutti e si torna arrè a vutari.

il Giornale di Licata Mensile di: Politica, Cultura, Economia e Sport Direttore Responsabile Francesco Pira [email protected]

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IL CASTELLO DEI DESTINI DIMENTICATI di Marvi Santamaria C'era una volta un Castello, una forma irregolare in bilico su una montagna dalla quale la vista è mozzafiato: l'edificio svetta contro un cielo terso e, sotto di esso, c'è un mare brillante che ti acceca. Nessun re o principessa nelle sue stanze, solo una città sdraiata ai suoi piedi, come una bella donna che si crogiola al sole estivo. Eppure, nonostante la collocazione invidiabile e l'origine gloriosa (si tratta di un'architettura militare), il Castello della nostra storia ha un destino infelice. Secondo ricostruzioni storiche pare che il cosiddetto “Forte Petigno” (dal nome del generale che ne ordinò la costruzione) manchi degli elementi funzionali tipici di una fortezza militare e pertanto, piuttosto che da effettiva base di difesa per la città, in passato dovette fungere nient'altro che da monito per le navi che dal mare vedendolo così imponente avrebbero dovuto esserne intimorite: nulla più che “fumo negli occhi”. Vissuto dunque come in mezzo a un “deserto dei Tartari”, il Castel S. Angelo, in perfetto stato dopo il restauro del 1980 a cura della Sovrintendenza Bb. Cc. Aa. di Agrigento, è oggi adibito a museo. Non di rado è oggetto di fortunate visite guidate organizzate da associazioni come la “Progresso Licata” o la“Sikania”; talvolta viene

anche sfruttato come set fotografico in occasioni di matrimonio. Insomma, nonostante l'ubicazione di rara bellezza e la presenza di un graziosissimo atrio interno (con tanto di palco in legno costruito di recente laddove sorgeva la Cappella), il nostro caro Castello non ha avuto, negli anni, alcuna sorte da favola (eccezion fatta per l'organizzazione, qualche estate fa, di concerti di musica jazz e classica: una fortunata parentesi chiusa). Sono stata a visitarlo pochi giorni fa e non ho potuto evitare di chiedermi il perché del disuso di una struttura con così tante potenzialità: l'atrio interno potrebbe benissimo ospitare rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche all'aperto, degustazioni di piatti tipici, concerti, conferenze, mostre pittoriche e scultoree, e tant'altre attività artistiche che diano lustro alle nostre tradizioni culturali e incrementino il turismo. Certo, non si può negare che, al di là del panorama da sogno, la collocazione sul monte rende il Castello difficilmente accessibile, e che in caso di eventi che richiamino molto pubblico bisognerebbe badare ai dovuti accorgimenti di sicurezza. Ma queste difficoltà non bastano a giustificarne l'inutilizzo e lo spreco. Abbiamo la fortuna di aver ereditato

questa struttura: spetta dunque ai volenterosi (perché soprattutto “volontà” ci vuole) impegnarsi affinché si possa riscrivere la storia del Castello all'insegna del motto “…e vissero felici e contenti”.

L’interno del castello di Licata

L'altra Licata - Rubrica a cura di Luca Maniscalco

IL LICATESE SALVATORE GRECO ALLE FASI NAZIONALI DI TEXAS HOLD'EM Ha sognato il mondiale di poker di Las Vegas con una coppia di Re La prima volta che sentii parlare di Texas Hold'em Poker fu qualche anno fa, quando presi parte ad un progetto per il Casinò di Sanremo per il lancio di alcuni giochi online. In quell'occasione ebbi modo di collaborare con Luca Pagano, un uno dei massimi esponenti mondiali di questa variante del poker, il quale aveva il compito di spiegare anche ai neofiti le regole basilari del gioco. Da allora ad oggi, grazie alla popolarità televisiva e alla crescita esponenziale di siti internet dedicati, il Texas Hold'em è diventato il ramo del poker più in voga. Licata in questo non ha fatto eccezione. Da qualche tempo, infatti, sono organizzati tornei del genere anche nel nostro paese. Qualche giorno fa scopro che un nostro concittadino che conosco da parecchi anni, Salvatore Greco, è arrivato fino alle fasi nazionali del Campionato Italiano Texas Hold'em

(CITH). Saputa questa notizia, decido di farmi raccontare la sua storia. In particolare quali fasi ha dovuto superare per arrivare a questo importante traguardo. Ecco cosa mi racconta Salvatore Greco: “Il Torneo è organizzato dalla FIGP (Federazione Italiana Gioco Poker) ed è iniziato lo scorso marzo con le fasi locali. Il 30% dei partecipanti a questi gironi ha avuto accesso alla fase regionale. Io, tesserato nell'Associazione Poker Sport Canicattì (presidente Roberto Sansone), facevo parte di quel 30%. La fase provinciale si è svolta su otto tappe a classifica e mi sono piazzato al terzo posto. La fase regionale, molto più impegnativa, con la presenza di 134 players qualificati dalle varie province siciliane, si è svolta in 4 tappe (Agrigento, Acireale, Cinisi e Portorosa). Nello splendido scenario dell'hotel Hilton di Portorosa ho raggiunto l'ambita qualificazione alla fase nazionale difendendo l'ormai consolidata posizione in classifica fin dalla prima tappa (29° posto generale al campionato regionale vantando anche qualche piazzamento tra i primi durante le quattro tappe). Ero tra i 33 player che hanno avuto accesso alla fase nazionale. Questa si è svolta presso il Casinò Portomaso a Malta in località St. Julian, in uno scenario particolarmente suggestivo, con la presenza di 107 player provenienti da tutta l'Italia. La presenza di player di notevole spessore richiedeva di essere aggressivi durante il gioco fin dalle prime battute. Mi sono stati, infatti, fatali i primissimi momenti della finale quando un giocatore campano esegue la cosiddetta “sculata” andando a beccare un A al river (il river è l'ultima

SANT'ANGELO A MILANO: I FESTEGGIAMENTI PER IL SANTO PATRONO NELLA CAPITALE LOMBARDA Tre giorni dopo i festeggiamenti licatesi, anche quest'anno, l'otto maggio, il Martire Carmelitano, patrono della nostra città, è stato degnamente celebrato nella Chiesa del Carmine a Milano, dove si trova una statua del Santo. La funzione solenne, in onore di Sant'Angelo, è stata organizzata dall'Associazione “Amici di Licata” e per l'occasione, undici licatesi in divisa da marinaio, hanno allietato la serata con i canti tradizionali e reso partecipe i milanesi del folklore siciliano. Presenti alla celebrazione, oltre la delegazione licatese, erano gli amici abruzzesi e di altre regioni italiane. Alla fine della funzione, il segretario dell'asso-ciazione Armando D'Ippolito, a nome del Sindaco di Licata, Angelo Graci, ha ringraziato il presidente dell'associazione Nicolò Licata per la continua e assidua divulgazione della storia e delle tradizioni della nostra città, consegnandogli una targa commemorativa inviata dal Foto di gruppo dopo la manifestazione primo Cittadino.

carta comune a terra) e mi fa “scoppiare” una coppia di K in mano giocata in slow-play. I premi previsti per la finale erano 7 posti per la formazione della Nazionale Italiana di Poker che dovrà partecipare il prossimo luglio alle WSOP Worl Series of Poker che si terranno a Las Vegas (campionato del mondo ovvero il più grande evento di poker esistente al momento). Alla fine ha vinto l'agrigentino Giuseppe Cefalù che è diventato campione nazionale e sarà capitano della nazionale a Las Vegas. Per me è stata un'esperienza da ricordare e di certo da ripetere”. A Salvatore Greco vanno i complimenti del Giornale del Licata per il risultato raggiunto con l'augurio di una qualificazione mondiale al prossimo campionato. Con lui l'altra Licata, quella che ha sani hobby e belle passioni, è ben rappresentata. Barzelletta licatese sul poker L'avrete sentita migliaia di volte in svariate versioni, ma è sempre divertente. Un figlio, di ritorno da una partita a poker, chiede al papà affacciato al balcone di casa: “Papà, ma tu cu un poker d'assi chi t'avissi iucatu?”. Il papà: “Mixxia un poker d'assi!? Puru a casa m'avissa iucatu”. Il figlio: “Allura scinna pirchì l'attru aviva a scala reali”.

UN “MARE” DI LIBRI di Vincenzo Montana “ Chiedo a Dio nient'altro che una casa piena di libri” scriveva cosi Confucio in una delle sue celeberrime “massime”. La casa piena di libri a Licata è ancora da edificare, ma quantomeno le fondamenta di una cascina estiva sembra che si stiano ponendo in essere: quella licatese sarà un'estate all'insegna della cultura. In una società sempre più distante dalla strada del sapere, con giovani disaffezionati ai libri, con un tasso di lettori sempre in diminuzione, ecco che nel comune marinaro arriva un autentico spot del “sapere” incentrato sulla cultura, all'interno di un contesto solo apparentemente legato in via esclusiva alla tintarella. La “biblioteca in spiaggia: libri d'amare” è questo il titolo del progetto culturale-turistico promosso dall'amministrazione Graci in collaborazione con la Soprintendenza di Agrigento, servizio Beni bibliografici ed archivistici; il taglio del nastro è avvenuto lo scorso 27giugno, si andrà avanti fino al 9 agosto prossimo. Per il bagno di cultura la spiaggia scelta è quella di contrada Poliscia i cui gestori si sono mostrati, da subito, molto attratti dalla bontà dell'iniziativa e ne hanno sposato in pieno le linee guida. Duplice lo scopo. Riavvicinare alla lettura chi, preferisce altro ai libri e, nello stesso tempo, dare la possibilità agli assidui frequentatori della biblioteca comunale di continuare a leggere nonostante il trasferimento in strutture balneari. La biblioteca comunale licatese

va in vacanza nel senso che si trasferirà alla Poliscia tutti i fine settimana rientranti nell'arco temporale dell'iniziativa. In spiaggia sono state allestite delle cabine molto attrezzate per il prestito dei volumi con relativa possibilità di navigare non solo tra le acque del mare, ma anche in internet con personal computer messi a disposizione dalla Soprintendenza ed energia elettrica e telefonica offerta dal noto lido, che gestisce ormai da svariati anni la spiaggia della Poliscia. L'iniziativa non avrà alcun costo per l'utenza, alla quale è offerto un servizio senza precedenti. Naturalmente una delle mete che vogliono raggiungere gli organizzatori è quella della promozione turistico-culturale di Licata e zone limitrofe, chissà che inaspettatamente il LIBRO non diventi la principale attrattiva per i turisti; d'altra parte economisti e agenti di turismo insegnano che investire sulla “cultura” arreca notevoli benefici, magari sarà pratica non soddisfacente nel breve raggio, ma alla lunga può realmente mettere in moto la macchina di quel tanto auspicato, ma mai concretamente realizzato, sviluppo economico licatese il quale inevitabilmente può (o deve se preferite) passare dalla valorizzazione delle innumerevoli risorse del nostro territorio: non occorre costruire nulla di nuovo basterebbe semplicemente(si fa per dire) sfruttare quello che già si ha.

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SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA

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ISTITUTO BONSIGNORE IMPARANDO SOTTO LE STELLE… PROGETTI PER DIVENTARE CITTADINI MODELLO di Antonella Cammilleri

Quante volte vi sarà capitato di avere ascoltato una canzone, magari la mattina appena svegli, e poi l'avete cantata per tutta la giornata. E la stessa canzone, poi, vi riporta ai fatti di quella giornata. Quante volte, siete stati protagonisti di un evento cui avete associato una musica, una canzone in particolare… Se ripenso a quel pomeriggio di inizio giugno, mi tornano spontanee le parole di una canzone di Jovanotti...”Io lo so che non sono solo. Anche quando sono solo. Io lo so…” Ma torniamo un attimo indietro: Istituto Comprensivo “A. Bonsignore”, la prof. di Matematica e Scienze, Angela Oliveri, nutre una forte passione per l'astronomia ed in questa coinvolge non solo gli alunni, ma anche i genitori e i colleghi che a loro volta coinvolgono le famiglie. Puntuale, ogni anno, organizza un “incontro ravvicinato con la luna e le stelle”. Quest'anno l'appuntamento speciale è stato fissato in “contrada Pozzillo”: Alla nostra sinistra le cantine “La lumia”, alla nostra destra il paesaggio, a tratti selvaggio, della campagna licatese e sulla nostra testa un manto di stelle capeggiate da una luna spettacolare che è proprio il caso di dirlo, si poteva toccare con mano, grazie ad un potente telescopio che la scuola mette ogni anno a disposizione . Non è facile trovare le parole giuste per spiegare quello che si è presentato ai nostri occhi, soprattutto se, come nel caso di chi scrive, si assiste per la prima volta allo spettacolo. Quante volte da bambini, ma anche da adulti, abbiamo fantasticato sulla luna;

sfido chiunque a dire il contrario. Quanti poeti hanno reso omaggio a questa misteriosa sfera. Trovarsi, però, di fronte al suo candore, che va oltre la più sfrenata delle fantasie, poter guardare da vicino le “spiagge lunari” (si chiamano cosi' le distese di sabbia) ed esplorare ogni singola concavità quasi si potesse allungare un dito per esplorare “quei buchi”, non è cosa di tutti i giorni. Poi alzare il naso e scoprire che nulla è casuale nell'ordine celeste. Ogni stella ha un posto assegnato, una luce diversa e aguzzando la vista si può scoprire un mondo meraviglioso in cui ogni componente, dall'Orsa Maggiore, alla Stella Bruno… è vera una star del firmamento che dall'alto segue ogni nostro movimento. E allora è inevitabile canticchiare: “Io lo so che non sono solo anche quando sono solo…io lo so!” Ringrazio le colleghe, Angela Oliveri e Concetta Pontillo per avermi coinvolta in questa meravigliosa avventura, gli alunni ed i loro genitori, il fotografo Sanfilippo anche lui un appassionato, che ha “manovrato” ad arte il delicatissimo telescopio e quanti hanno partecipato con noi all'appuntamento stellare!

IL libro multimediale”, “Alla ricerca di un posto per giocare”, “Vivere il territorio…Sicilia”, “Differenziata e Progetto quadrifoglio”, “In forma ed Allenati”, “Progetto sulle Pari opportunità:Io maschioIo femmina: Insieme cittadini del mondo”: Sono questi alcuni dei progetti di un processo educativo i cui obiettivi sono stati condivisi da alunni, docenti e famiglie all'Istituto Comprensivo “A. Bonsignore” diretto dalla prof. sa Maria Marino. Fanno parte della progettazione extracurriculare, che insieme a quella curriculare, educativa ed organizzativa sono rappresentativi dell'identità culturale e progettuale dell'Istituto. Diversi sono gli obiettivi che ognuno dei progetti ha inteso raggiungere, tutti però secondo un comune denominatore, ovvero la formazione degli studenti mediante una progressiva acquisizione di conoscenze e competenze in armonia con lo sviluppo della personalità ed il raggiungimento di una consapevole maturità di cittadini. Cosi', il progetto “Continuando insieme nel segno della legalità e dell'interculturalità”, di cui è responsabile la prof. sa Angela Oliveri, ad esempio, si proponeva di formare negli alunni una coscienza democratica e civile contro l'intolleranza, la prevaricazione e atteggiamenti mafiosi o comunque non rispettosi delle regole. Nel rispetto del proprio territorio, partendo dalla conoscenza dello stesso, si muovono i progetti “Alla ricerca di un posto per giocare”, “Vivere il territorio…Sicilia” e “Differenziata e Progetto Quadrifoglio” di cui sono state responsabili nell'ordine, le prof. sse Antonetta Saulino, Giuseppina Cellura e Angela Oliveri. Favorire la cultura dell'alimentazione corretta riconoscendo la differenza tra mangiare, nutrirsi ed alimentarsi e far pervenire alla coscienza e

padronanza del proprio corpo, è stato invece l'obiettivo del progetto “In forma ed Allenati”, diretti dai prof. Angela Oliveri e Antonino Sferrazza. Infine, in un percorso di crescita sessuale e psicologica s'inserisce il progetto diretto dalla prof. sa D'Angelo Crocifissa, “Progetto sulle Pari opportunità:Io maschioIo femmina: Insieme cittadini del mondo”; in questo caso, l' obiettivo fondamentale era quello di costruire l'identità personale degli alunni in funzione di scelte autonome libere da stereotipi di genere. Di natura diversa il progetto delle prof. se Ida Tu l u m e l l o , P a o l a C u t t i t t a e S a b i n a risplendente: “ Il libro multimediale”. Il progetto volto a conoscere ed utilizzare metodologie e didattiche alternative ha prodotto una mini biblioteca multimediale e come tutti gli altri progetti ha coinvolto gli alunni delle prime, seconde e terze classi dell'istituto comprensivo “A. Bonsignore” in un'azione educativa intesa soprattutto come dialogo, in cui la trasmissione delle conoscenze non ha mai trascurato di individuare le motivazioni e gli interessi degli alunni. Antonella Cammilleri

Concluso con soddisfazione il progetto PON “Crescere cittadini”, all'Istituto Comprensivo “F. Giorgio” di Ezia Federico "Semmu picciliddi e 'un n' aviti abbannunari!" Questo è il sentito appello rivolto, nel nostro musicale dialetto, al sindaco di Licata Angelo Graci, durante l'incontro tenutosi martedì 26 maggio 2009 nell'aula consiliare del Palazzo di Città. Sono stati protagonisti di tale evento gli alunni delle classi quarte e quinte dell'Istituto comprensivo “Francesco Giorgio” che hanno partecipato al progetto PON ( Progetto Operativo Nazionale). Si tratta di un progetto sovvenzionato dalla Comunità Europea, al fine di colmare il divario esistente tra le regioni avanzate culturalmente ed economicamente e quelle meno fortunate. Le scuole che si avvalgono di tali fondi, dopo avere individuato le istanze sia degli alunni sia della classe docente, mettono in atto iniziative che mirano, in generale, al miglioramento delle conoscenze e delle competenze. Il progetto

“Crescere cittadini”, destinato agli alunni, ha come finalità la formazione dell'uomo e del cittadino, formazione che è in stretto rapporto con la conoscenza e il rispetto delle regole che governano il convivere democratico. Gli alunni, accompagnati dalle insegnanti Ezia Federico e Mimma Cottone e dal Dirigente scolastico dott. Vincenzo Pace, hanno espressamente scelto come coronamento finale di tale progetto di conferire con il Sindaco. Gli stessi hanno posto delle domande sulle caratteristiche del Consiglio comunale e sui problemi di carattere locale e hanno chiesto delucidazioni in merito alla situazione precaria in cui versa il nostro Comune. La richiesta più incalzante è stata quella relativa agli interventi che l'amministrazione intende attivare per poter fronteggiare e migliorare la situazione lavorativa, strutturale e igienica di Licata. Il Sindaco, piacevolmente sorpreso dalla competenza degli alunni e dal fervore che pervadeva le loro domande, ha risposto esaurientemente, avvalendosi anche dell'aiuto dei suoi diretti collaboratori, il Presidente del Consiglio comunale Angelo Vincenti e l'assessore alla Pubblica Istruzione Gerlando Peritore Nell'intervista è emersa la consapevolezza da parte degli alunni dei problemi di Licata e la cognizione di quali siano gli strumenti indispensabili per diventare " liberi e attivi cittadini". Infine, un'alunna ha recitato una poesia in dialetto in onore della nostra amata cittadina; in essa si chiede ai massimi esponenti

di Licata di non abbandonare i bambini, speranza sempre viva del domani e unica luce di una società che sembra regredire. I versi, scritti dall'insegnante Federico, recitano così: Quantu è bellu u' me paisi! Un è veru ca a Licata è un paisi d'affacciata! Cumpariri un è 'mpurtanti! Chi m'interessa du vistitu, quannu paci nun ci n'è? Ripigliammini u paisi, ca chiù beddu nun si pò! Cielu, mari, aria, suli e tantu, tantu, tantu amuri! C'amma fari pì campari? U' Paisi amma lassari? Ia sugnu licatisi e vogliu arristari n'u me Paisi! Pinsaticci vattri o nostru dumani, ca semmu picciliddi e 'un n'aviti abbannunari! Un auspicio, questo, per i giovani di poter trovare lavoro nella propria terra, senza essere costretti ad abbandonarla. Infine, è stato declamato a gran voce al Sindaco l'augurio sincero di un lavoro produttivo e fecondo. Al momento del congedo, il Sindaco ha elogiato il lavoro degli alunni e l'impegno delle insegnanti Federico e Cottone e dell'esperto Giuseppe Carruba che hanno seguito questo percorso educativo, ed ha formulato, inoltre, il desiderio di un nuovo incontro con i giovanissimi giornalisti in erba.

Certificazione “Delf” agli alunni della “Francesco Giorgio” di Annalisa Malfitano La nostra è una società in continua mobilità, più esigente in termini di formazione, poiché non si compete più all'interno del territorio nazionale, ma in un ambito europeo e globalizzato dove la conoscenza delle lingue è essenziale; da qui l'esigenza di certificare le competenze acquisite sulla base di criteri di valutazione comuni ad altre lingue europee. Integrare la certificazione esterna, come progetto extracurriculare, al percorso formativo è stato il modo migliore per potenziare in modo sistematico le competenze linguistiche, i savoir-faire e nello stesso tempo affrontare con successo le varie prove del “DELF A1” (Diplôme d'Etude en Langue Française) che è un diploma rilasciato dal Ministère de l'Education Nationale francese. Riconosciuto ufficialmente a livello internazionale, il Ministère de l'Education Nazionale, attesta il conseguimento di competenze linguistiche e

comunicative attraverso prove certificate da un'agenzia qualificata sulla base dei livelli stabiliti dal Quadro

Europeo Comune di Riferimento per le lingue. La certificazione esterna permette agli studenti di incrementare i propri crediti formativi nell'ambito della loro scolarizzazione e in un contesto più allargato cominciare a preparare l'avvenire nel campo lavorativo. Gli allievi: Bugiada Salvatore, Bulone Antonino, Casano Christine, Cavalieri Carolina, Cirino Irene, Collura Daniele, Cuttaia Angelo, De Caro Cristian, Fiorenzo Salvatore, Greco Alessia, Lus Naomi, Nogara Simona, Peritore Alessia, Peritore Viviana, Sclafani Rossana, fortemente motivati e con una chiara meta da raggiungere, hanno seguito con entusiasmo un corso preparatorio a scuola e hanno tutti brillantemente superato l'esame. Abituarli a confrontarsi con un sistema di livelli riconosciuto internazionalmente credo sia inoltre servito a rafforzare il senso di appartenenza a una realtà più ampia.

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AL TEATRO “RE” PROTAGONISTI GLI ALLIEVI DEL CORSO AD INDIRIZZO MUSICALE DELLA “DE PASQUALI” di Mimmo De Caro E' stato e tale voleva essere, un vero e proprio omaggio alla città, per la quale il corso ad indirizzo musicale costituisce un “fiore all'occhiello” della scuola pubblica licatese. Il saggio Spettacolo “Piccoli Artisti in azione” è giunto alla sua seconda edizione ed è stato un momento particolarmente significativo per gli alunni, per i genitori e per l'intera istituzione scolastica. Ormai è diventato un appuntamento irrinunciabile per chi ama la musica e la cultura. I giovani musicisti hanno offerto alla città e ai genitori un concerto che

è il risultato di un intenso anno musicale di scuola media. Per i piccoli artisti di I A e di II A è stata una serata ricca di emozioni che ha poi lasciato il posto alla soddisfazione che si prova quando si affronta e si supera brillantemente un passaggio delicato qual è quello dell'esecuzione davanti al pubblico. “La musica ha un valore fondamentale nello sviluppo dei preadolescenti e rappresenta un'occasione formidabile di autocontrollo e formazione: infatti, è l'allievo che deve “piegarsi” e adattarsi allo strumento e non viceversa”. Il programma del saggio/spettacolo ha compreso brani celebri per pianoforte, violino, tromba e chitarra classica. Bellissimo il Medley proposto dalla sezione delle trombe: Summertime, Yesterday e Moon River; i brani di musica di insieme: “C'era una volta l'America” dedicato a Ennio Morricone, e “Tace il Labbro” dedicato a Lehar, che hanno coinvolto ed entusiasmato il pubblico che a lungo ha applaudito i giovani musicisti.

Il mio piccolo contributo al successo di una serata… alle orecchie degli spettatori trattandosi di pezzi tra i più noti del repertorio musicale internazionale moderno: “LiberTango”, “La Vita è bella” e “Besame mucho”. Melodie straordinarie in cui hanno saputo fondersi in un unico dolcissimo suono le voci dei nostri strumenti, dal violino di Michele Campo alla viola di Alessia De Caro, dal flauto di Maria Cacciatore ai clarinetti (il mio e quello di Alessia Bonfissuto), dal pianoforte di Marco Curto Pelle alla chitarra di Rosolino Di Salvo, dalla tromba di Anna Gandolfo al trombone di Amedeo Maniglia. Una menzione a parte la riservo a Mimmo De Caro, che ha dato prova della sua mirabile versatilità musicale, impegnandosi prima al contrabbasso, poi al mandolino in “La Vita è bella”. Innegabile il piacere che abbiamo provato al termine dell'esibizione, soddisfatti di aver suonato bene ma soprattutto felici di aver suonato insieme. Agli amici con i quali ho avuto il piacere di esibirmi, al Preside Vincenzo Pace che ci ha concesso di partecipare e a tutto l'Istituto che ha saputo sposare in questi anni la passione per la musica va il mio saluto e il mio più sincero ringraziamento, con la speranza che momenti del genere possano ripetersi in futuro.

costituiscono un apprezzabile e auspicabile ampliamento dell'offerta didattica di un Istituto nell'ambito dell'Educazione Musicale, ma non sono organizzati con le modalità previste dal D.M. 201/99 ed hanno finalità diverse se pur collaterali. Per l'accesso al Corso è prevista un'apposita prova orientativo - attitudinale con conseguente graduatoria, predisposta dalla Scuola per gli alunni che all'atto dell'iscrizione abbiano manifestato la volontà di frequentare i Corsi di cui all'art. 1 (art. 2) e non è richiesta alcuna conoscenza musicale di base. La materia "strumento musicale" diventa a tutti gli effetti curricolare e ".... l'insegnante di strumento musicale, in sede di valutazione periodica e finale, esprime un giudizio analitico sul livello di apprendimento raggiunto da ciascun alunno al fine della valutazione globale .... " Le cattedre di strumento musicale presenti presso la Scuola Media Gaetano De Pasquali sono: pianoforte, chitarra, violino, tromba.

PROGETTI SCOLASTICI

Si distingue la docente licatese Angela Incorvaia ad un Seminario sulla Lingua Francese

di Silvia Antona Anch'io ho partecipato all'esibizione degli alunni della I e IIA della scuola media “G. De Pasquali”, al Teatro Re, per il saggio di fine anno, e se ho deciso di scrivere questo articolo è perché voglio fissare sulla carta l'emozione di quella sera che ho avuto il piacere di poter condividere insieme a queste persone alle quali sono legata da un sincero sentimento di stima ed amicizia. Accompagnati dai professori Michele Campo, Rosolino Di Salvo, Anna Gandolfo, Amedeo Maniglia e Marco Curto Pelle, rispettivamente insegnanti di violino, chitarra, tromba, trombone e pianoforte, gli alunni si sono cimentati in brani di vario genere musicale, riuscendo a guadagnarsi, tra assolo ed esecuzioni d'ensemble, gli applausi lunghi e calorosi del pubblico. Tra i momenti più emozionanti l'esibizione “fuori programma” che ha visto salire sul palco gli appena menzionati insegnanti di strumento musicale insieme al prof. Mimmo De Caro, Alessia De Caro, la prof. sa Maria Cacciatore e la giovanissima Alessia Bonfissuto, quest'ultima alunna della III A. L'idea è nata nella mente del Prof. De Caro, il quale ha saputo coinvolgerci nell'iniziativa con forte entusiasmo e, devo ammettere, anche con molta pazienza. Tre i brani da noi eseguiti, tutti ben noti

Particolarmente coinvolgente la seconda parte del concerto che ha visto, inoltre, esibirsi con accattivante effetto scenico i docenti che hanno eseguito brani come “Libertango” di Astor Piazzola, “La vita è bella” di Nicola Piovani e “Besame mucho” di Consuelo Velasquez, in una versione orchestrale. Grande apprezzamento è stato rivolto dal Dirigente Scolastico, dott. Vincenzo Pace, nel salutare i presenti, ai professori di strumento che hanno condotto gli allievi a livelli di grande bravura tanto apprezzati dal pubblico, ed ai quali sono state consegnate per mano degli assessori presenti in sala, dott. Attisano e dott. Peritore, delle targhe ricordo. La serata ha trovato solenne e prestigiosa conclusione nel piccolo tempio della cultura e della musica, quale è il Teatro Re Grillo con un'ensamble formata da docenti ed allievi. Il Corso ad Indirizzo Musicale si configura come specifica offerta formativa e non va confuso con laboratori o attività musicali e strumentali di vario tipo. Questi ultimi

di Giuseppe La Rocca Dal 18 Maggio al 26 Maggio si è svolto a Palermo, Catania e Messina un Seminario per promuovere l'apprendimento della Lingua Francese organizzato dall'Ufficio Scolastico Regionale in collaborazione con il ” Centre Culturel Français” di Palermo. Per il suo impegno professionale e la sua preparazione didattica la prof.ssa Angela Incorvaia, insegnante di madrelingua Francese docente presso l'Istituto Comprensivo Statale “S. Quasimodo”di Licata, è stata scelta dall'“Attaché Linguistique” Monsieur Jean Christophe Gallet a fare parte di un Team Internazionale nel Progetto intitolato “PROGRAMMA MINIMONDI SICILIA”. Hanno collaborato e trasmesso la loro professionalità in tutte le Scuole Siciliane, l'illustratrice americana Betty Bone, la prof.ssa inglese Jean Webb specialista di letteratura per ragazzi del mondo anglosassone, lo scrittore belga Nicolas Ancion, Valérie Cussaguet Direttrice della casa editrice francese Magnier e la nostra concittadina prof.ssa Angela Incorvaia lettrice di Francese e specialista per l'apprendimento della lingua straniera attraverso il gioco. La prof.ssa Incorvaia ha relazionato, presentato un suo CD Rom e curato un Laboratorio di Creatività sulla Lingua Francese in due Scuole Prestigiose di Palermo, il Centro Educativo Ignaziano e l'Istituto Maria Adelaide, dove ha riscontrato successo e molto interesse da parte degli alunni e dei docenti. Infatti, la prof.ssa Incorvaia nella sua esperienza ventennale e, grazie alla disponibilità del suo Dirigente Scolastico Professore Calogero Marotta,inserisce nella sua Progettazione Curriculare Annuale la lingua Francese sempre in interdisciplinarità con l'Arte e Immagine,la Musica, l'Informatica,la Storia ,la Geografia ecc…. E' uno strumento di sensibilizzazione alla lingua

Francese molto accattivante perché questo approccio ludico sviluppa il sistema linguistico a livello cognitivo, emotivo ma anche a livello multisensoriale. Si sa, il gioco ha un grande valore pedagogico specialmente nell'apprendimento di una lingua straniera. Inoltre, il gioco è usato per sviluppare e rinforzare concetti, ma la sua funzione più importante è sicuramente quella di attivare naturalmente l'interazione e aiutare a sviluppare abilità comunicative “punto molto forte del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue. Ricordiamo anche che la prof.ssa A. Incorvaia è un membro attivo dell'ANIF “Associazione Nazionale degli Insegnanti Francesi “ ed è responsabile sul territorio della preparazione e il conseguimento della Certificazione Linguistica riconosciuta nell'ambito dell'Unione Europea: il DELF (Diplòme des Etudes en Langue Française). Ringraziamo la docente per il suo impegno serio, quotidiano e il suo invito verso questo viaggio linguistico. Il mio ruolo “ribadisce” la prof.ssa Incorvaia è quello di favorire in tutti i miei alunni “dalla scuola Primaria a studenti Universitari”, la costruzione di una competenza plurilinguistica e pluriculturale che costruisce la base per potere esercitare una Cittadinanza Nazionale ed Europea più attiva. “Buona continuazione verso quest'isola Prof.ssa Angela Incorvaia culturale”.

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA “CITTÀ SPLENDIDA, CIVILE E PULITA” dovrò alzarmi ugualmente, vado in bagno e nel tragitto cerco di ricordare tutte le preghiere imparate al catechismo perché mi aiutino a trovare l'acqua nei rubinetti. Breve colazione e giù per le scale, appena fuori dal portone vengo investito dal tanfo dell'immondizia lasciata di fianco ai cassonetti e da quella per strada, lanciata direttamente da alcuni balconi, più in là un gruppo di persone si saluta a voce alta come se stessero litigando, utilizzando soprannomi e dispregiativi che risulterebbero volgari anche nei confronti di un randagio; nel frattempo un motorino “smarmittato” quasi mi investe nel sorpassare un'auto che mi onora dell'ascolto a tutto volume di musica partenopea, nei marciapiedi ad ogni angolo cartaccia, per non contare le macchie di sputi e… Turisti ? E' più probabile incontrare un

rinoceronte o un cervo che un turista, e se proprio turista c'è (forse per sbaglio), lo vedi con sguardo spaesato e passo veloce in cerca di qualsiasi cosa per cui possa valere la pena! Poi, magari se ti chiedono, alle 15 del pomeriggio: “Scusi dove potremmo mangiare un boccone veloce?” Che fai. O li porti a casa tua o gli spieghi che per vari motivi pseudo scientifici astratti conviene che aspettino sera. Adesso come vogliamo continuare questo articolo. Con il solito argomento scagiona-tutti ? - COLPA DEL SINDACO - COLPA DEL SINDACO COLPA DEL SINDACO Ma colpa di che. Sicuramente anche l'amministrazione comunale (attuale e precedenti) ha una fetta di responsabilità, ma sicuramente in maniera inferiore di quanto noi cittadini vogliamo attribuirgli. Perché non iniziamo a guardare che appena aperto il nuovo ponte sul fiume salso, NOI abbiamo già

imbrattato i cartelli stradali. Perché non guardiamo che quando (tipo nel periodo natalizio) Licata viene un po' addobbata, NOI spostiamo le piante per passare con auto e motorini (facendole anche cadere e rompere, i più “civili” le usano come posacenere o porta rifiuti)? Perché non guardiamo che posteggiamo l'auto in modo selvaggio, tanto da non lasciare spazio ai pedoni e nessuno scampo ad un eventuale diversamente abile. Perché non guardiamo che NOI spesso anziché usare i citofoni sfruttiamo al massimo il clacson della nostra automobile. Perché non guardiamo che siamo stati NOI a lasciare l'immondizia in spiaggia (vedi Marianello, Mollarella ecc.)? Perché non guardiamo quel gesto frequente di gettare anche una piccola carta dal finestrino dell'auto. Perché non guardiamo che siamo Noi con le moto d'acqua che sfrecciamo a riva delle

spiagge mettendo a rischio l'incolumità dei bagnanti. Avete mai visto a Licata il proprietario di un cane che raccoglie le feci del proprio animale. Avete mai visto a Licata un'auto rallentare per far a t t r a v e r s a r e u n a n z i a n o ? Av e t e visto…avete visto…credetemi ci sono tante cose che dovremmo guardare a tte n ta me n te , ma a tte n zi o n e n o n continuiamo a guardare i comportamenti altrui, questo è sbagliato. Sono certo che se ognuno di noi migliorasse solo il proprio comportamento, in pochissimo tempo si vedrebbe a Licata un notevole cambiamento positivo; poi si che sarebbe giusto, e io per primo attaccherei a spada tratta Sindaco e tutto il seguito, ma per ora cari amici, siamo sinceri, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Daniele De Marco

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L’angolo dello psicoterapeuta

“È UN BRAVO MARITO, MA NON SOPPORTO CHE DEVE SPIEGARMI SEMPRE TUTTO …” di Nuccio Peritore*

Recentemente a Licata si è discusso sul grande numero di divorzi e di separazioni. Voglio contribuire alla riflessione su questo tema illustrando alcuni casi di crisi di coppia. Il mio è il punto di vista dello psicoterapeuta che incontra la coppia o il singolo membro della coppia quando ancora i livelli di sofferenza all'interno della coppia sono gestibili. Allo psicoterapeuta si rivolgono persone che vogliono essere aiutate a rincontrarsi che vogliono risolvere i problemi di coppia, ma anche persone che vogliono capire a che punto è la propria vita di coppia e persone che vogliono essere sostenute nel processo di separazione. Gabriella è una donna di 32 anni. Insegna inglese alla scuola media ed è mamma di Andrea di sei anni. E' sposata con Antonio, architetto di 34 anni. Viene allo studio perché da circa due anni soffre di continui mal di testa e crisi di ansia. Assume farmaci contro il mal di testa e ansiolitici. “Dottore sono venuta da lei perché ho capito che i miei mal di testa e la mia ansia dipendono da un fattore psicologico. Non voglio più prendere medicine; voglio capire qual è il mio vero problema e voglio risolverlo. Mi sento sempre insicura, incapace di pigliare qualsiasi decisione. Spesso ne parlo con mio marito ma, come al solito dopo dieci minuti cominciamo a litigare e io sto ancora più male”. Le chiedo come succede che iniziano a litigare. “Antonio è un bravo marito e un bravo architetto. Lavora tutto il giorno, è un ottimo padre, mi aiuta a casa, mi risolve qualsiasi problema; ma non riesco a sopportare che mi deve spiegare sempre tutto. Io gli parlo di me, gli dico qualcosa su cui vorrei esprimermi ed ecco che lui interviene spiegandomi il perché e per come anche dei miei pensieri. Mi fa mancare l'aria. Certo se non ci fosse stato lui io avrei concluso ben poco nella mia vita, forse non mi sarei nemmeno laureata. Gli dovrei essere grata e invece quando comincia a parlare al suo solito modo mi fa imbestialire”. Alla mia richiesta di dirmi qualcosa su come lei e Antonio si fossero conosciuti, prosegue. “ Ci siamo conosciuti

all'università, a casa di una mia collega. Di lui mi è subito piaciuta l'aria sicura, l'ordine che riusciva a dare alle cose e soprattutto il fatto che, quando eravamo assieme, riusciva a farmi sentire sicura. Le mie titubanze, le mie incertezze se dare un esame o meno, la mia confusione nel rapporto con i miei genitori svanivano non appena lui mi parlava. Mi si riordinavano le idee e le sensazioni. Avevo la certezza che lui fosse il mio pezzo mancante. Mi capiva solo guardandomi. Non era necessario nemmeno che parlassimo. Un accenno, uno sguardo e lui capiva subito dov'ero e ciò di cui avevo bisogno. Io sono sempre stata una ragazza impulsiva, poco riflessiva. I miei genitori mi dicevano che avevo la follia dell'artista. Lunatica e volitiva, smettevo di studiare per ascoltare musica. Non riuscivo a programmare le mie compere. Acquistavo un paio di scarpe perché mi piacevano, non perché mi servivano. Con Antonio invece è come se mi fossi messa sui binari della vita concreta, dove si pianificano le tappe per ottenere dei risultati. Lei pensi che ho avuto delle grosse difficoltà all'università perché mi ero iscritta in lingue pensando che la conoscenza delle lingue mi poteva permettere di viaggiare per il mondo. Non pensavo che per conoscere le lingue avrei dovuto studiare ore ed ore inchiodata ad una sedia per superare gli esami. La risposta che mi ha dato Antonio, e che mi ha aiutato a comprendere la realtà delle cose, è stata che inseguendo i sogni non si ottiene niente. Solo se avessi sacrificato parte della mia vita a studiare avrei appreso le lingue e avrei potuto girare poi per il mondo. In effetti, poi il mondo l'ho girato. Con lui che programma anche le ore di sonno che dobbiamo fare in albergo per essere pronti la mattina per visitare le chiese o i posti caratteristici per i turisti come da programma delle agenzie.” La sottile rabbia intravista nelle parole di Gabriella mi fa pensare a quale può essere stato il momento di svolta significativo nella storia di questa coppia. “Di sicuro qualcosa di importante mi è successo con la gravidanza. Quando ero

incinta e aspettavo Andrea mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Mi sentivo forte, felice, potente. Avevo la sensazione della vita che nasceva in me, della bellezza e del miracolo che si realizzava nel mio corpo. E quando Antonio mi programmava i controlli dal ginecologo, le ecografie e le analisi, apprezzavo il suo coinvolgimento, ma sentivo che l'interessarsi in questo modo della mia gravidanza mi soffocava. Certo, la gravidanza consapevole è anche fare i controlli medici, ma per me non era solo questo; era anche altro.” Ogni storia d'amore inizia con un bisogno di appartenenza e di completezza. All'inizio della loro vita di coppia Gabriella vede in Antonio tutte quelle caratteristiche che la completano, che la fanno sentire sicura. E' come se Antonio colmasse quegli aspetti che Gabriella sente come un proprio limite: “… di lui mi è subito piaciuta l'aria sicura, l'ordine che riusciva a dare alle cose … Avevo la certezza che lui fosse il mio pezzo mancante. Io sono sempre stata una ragazza impulsiva, poco riflessiva … Con Antonio invece è come se mi fossi messa sui binari della vita concreta, dove si pianificano le tappe per ottenere dei risultati”. Si ha la sensazione di vivere un'esperienza unica e speciale; di essere fatti l'uno per l'altra. Si valorizzano gli aspetti che uniscono la coppia, che permettono di vivere all'interno di un mondo in cui lui la capisce senza il bisogno che lei parli. “ … Mi capiva solo guardandomi. Non era necessario nemmeno che parlassimo. Un accenno, uno sguardo e lui capiva subito dov'ero e ciò di cui avevo bisogno …” Questa è una fase importantissima per una coppia. Ha permesso a Gabriella di sperimentare le cose da un altro punto di vista, quello di Antonio, molto diverso dal suo; e questo le ha permesso di superare le difficoltà di quella fase della sua vita: “… Certo se non ci fosse stato lui io avrei concluso ben poco nella mia vita, forse non mi sarei nemmeno laureata. Gli dovrei essere grata …”.

La nuova era: tradimenti virtuali

reciproca fiducia,che non deve essere intesa soltanto come astensione da relazioni sessuali”. E sulla vicenda di Treviso intere pagine di quotidiani, servizi televisivi, aggiornamenti costanti su internet. Ed avanza il sospetto che ormai si è adulteri su tutto. E ricorda l'avvocato Bernardini De Pace intervistata da Repubblica: “si possono anche tradire progetti comuni. Comprare una casa all'insaputa del coniuge. Andare a giocare a calcetto senza dirlo alla moglie. Coltivare un'amicizia rubando tempo alla famiglia. Nel caso trevigiano, poi, è in gioco anche il principio della fedeltà apparente: la moglie può a ragione sentirsi offesa dal comportamento del marito perchè l'eccessiva intimità con la collega da adito a sospetti”. Insomma è davvero difficile vivere oggi il matrimonio. E quello che ci hanno insegnato i nostri nonni, come i carabinieri “fedeli nei secoli”, è davvero lontano anni luce da quanto si legge ora dopo ora. Cioè si sta insieme perchè ci si giura amore eterno ma poi si scopre che il valore della fedeltà non è soltanto violato se ci sono corna riscontrabili facilmente ma bastano i sospetti. Basta tradire la fiducia. Ma leggendo le cronache il dubbio che affiora è: c'è ancora la fiducia? La fedeltà è davvero un valore? E mandare sms o chattare con un collega o

FEDELI NEI SECOLI... di Francesco Pira

I dati parlano chiaro: in Italia aumentano i divorzi e diminuiscono i matrimoni. E non c'entrano le vicende ultime di cui tutti parlano. No, per nostra scelta non parliamo di quelle. Il nostro intento è quello di analizzare come i media in queste ultime ore hanno raccontato e messo insieme un po' di episodi. Ora il problema centrale non è più quello di una volta. Il marito che fa seguire la moglie in un albergo e la scopre con un altro, non è di moda. O la moglie che becca il suo legittimo sposo con un'occasionale dama di compagnia è una visione vecchia del tradimento. Oggi c'è di più. Una nuova serie di tradimenti che sono per la maggior parte virtuali. Ad aprire le danze ci hanno pensato nel novembre del 2008 Amy Taylor e David Pollard. Hanno divorziato perchè lei ha scoperto che lui era invischiato in una storia d'amore, rigorosamente virtuale, con una sua amica sulla chat di MySpace.

E ora la sentenza di Treviso. Il marito condannato a pagare il mantenimento alla moglie perchè s'incontrava con una collega, ci viaggiava insieme e forse una notte ci ha diviso una camera d'albergo. Lui Giacomo dice che era soltanto un ottimo rapporto di amicizia e di buona colleganza. La moglie Giuseppa invece ha tirato dritto ed ha convinto il giudice che il tradimento c'era. E non è una puntata di Forum di Rita Dalla Chiesa e nuppure un pezzo di un reality o di una fiction. Tutto vero con dichiarazione finale dell'avvocato Annamaria Bernardini De Pace che è d'accordissimo con il giudice. “Non perchè sia bigotta- dice ma sulla scorta dell'elaborazione giurisprudenziale l'obbligo di fedeltà in una coppia è inteso in senso molto più ampio e profondo”. E già. C'è la sentenza della Cassazione la numero 9287 del 1997 che afferma: “il dovere di fedeltà consiste nell'impegno di non tradire la

Ma come tutte le storie, anche la storia d'amore, la vita di coppia si evolve e così accade che con la gravidanza Gabriella fa l'esperienza della sua forza e della sua unicità: “ … quando ero incinta e aspettavo Andrea mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Mi sentivo forte, felice, potente. Avevo la sensazione della vita che nasceva in me, della bellezza e del miracolo che si realizzava nel mio corpo”. Gabriella era cambiata, ma il modo in cui viveva la relazione con Antonio era sempre lo stesso, e non le bastava più la pianificazione, l'ordine e la concretezza di suo marito “ … quando Antonio mi programmava i controlli dal ginecologo, le ecografie e le analisi, apprezzavo il suo coinvolgimento, ma sentivo che l'interessarsi in questo modo della mia gravidanza mi soffocava. ...” Così quelle che erano le caratteristiche che nella fase iniziale della vita di coppia sembravano unire Gabriella e Antonio, ora si erano trasformate nel limite stesso della vita di coppia. *

psicoterapeuta [email protected]

un'amica è tradimento, principio di adulterio o cosa? Pensate che quotidiani e tv occupano tantissimo spazio su questi fatti. Che le vendite dei quotidiani sono aumentate e che anche gli ascolti per chi si occupa di queste vicende sul filo tra il gossip e l'inverosimile...realmente accaduto. Certo Giacomo di Treviso pagherà le sue 750 euro di mantenimento alla moglie e magari con la collega non si è neppure dato un bacio. Però la sua colpa è di averlo fatto credere. E pensate tutti quei maschiacci che si divertono a raccontare le loro scorribande magari inventandosele. O quelle femminucce che in palestra o con le amiche fanno sfoggio delle loro esperienze sessuali, certamente non matrimoniali. Adesso rischiano di fare la fine di Giacomo...che ricordando una vignetta dei cruciverba potremmo ribattezzare “il tenero Giacomo”. Già fa tenerezza. In fondo qualche passaggio ad un collega. Un po' di passeggiate insieme. E magari la condivisione di una stanza d'albergo perchè non c'era posto. “E' tradimento”. E l'Italia del Terzo Millennio...Non c'è soltanto la crisi economica...la fedeltà non è più un valore...Prendiamone atto e facciamocene una ragione....

QUISQUILIE, PINZILLACCHERE...

PARE CHE NEL CENTRO STORICO DI FIRENZE… di Angelo Castiglione

Pare che nel centro storico di Firenze, i numeri civici siano divisi in rossi e blu, quindi non è improbabile che nella stessa strada si incontrino due numeri uguali, ma di colore diverso. Qualche giorno fa un Signore di tale stupenda città d'arte si lamentava di questo fatto, ritenendolo non consono con i tempi, pur riconoscendo che tale distinzione poggiasse su fondamenti storici che avevano fatto decidere i fiorentini rinascimentali ad organizzare la numerazione civica in tal modo. Questo Signore, riteneva che a quel tempo, la società, chiusa in ambiti ristretti quali quelli comunali, trovasse agevole individuare le abitazioni ed i centri commerciali sulla base del colore dei numeri civici, ma oggi, con la globalizzazione, con l'incremento degli acquisti sul web, riteneva anacronistico con i tempi il mantenimento di tale sistema, difficilmente comprensibile dai non fiorentini. A cadenza annuale, veniamo informati di quale sia la città italiana nella quale si vive meglio. Per la determinazione di tale privilegio, i valutatori prendono in considerazione diverse variabili, tra cui in particolare la salute individuale, il sistema educativo, i trasporti, i servizi pubblici, l'ambiente, i fattori politici, ed altro. Facciamo un semplice esercizio scolastico e usiamo questi parametri per valutare il Paese in cui viviamo. Salute individuale. Qual è la nostra opinione in merito alla possibilità di avere delle cure adeguate, nella nostra Licata, almeno per le patologie di piccola e media gravità? Sappiamo tutti che nel nostro ospedale convivono due “famiglie”: Il Distretto Sanitario di Base che si occupa dell'organizzazione della sanità nel territorio, dunque farmacie, Medici di Base, Medicina Specialistica, Medicina del Lavoro, Medicina Fiscale e Legale, ecc. ed il presidio ospedaliero che si interessa del

ricovero e cura di cittadini bisognevoli di cure. Riteniamo che i servizi che queste due Strutture erogano, siano adeguati alle esigenze del cittadino? Ovverosia, pensiamo che un cittadino di Bologna o di Torino piuttosto che di Trieste o di altra città del nord può contare sugli stessi servizi usufruibili da un cittadino licatese? Il riferimento non è alle indubbie capacità professionali di tutti gli operatori della sanità licatese e palmese, né alla loro dedizione al lavoro ed al loro spirito di abnegazione, ma attiene sia alla bontà quantitativa della strumentistica sanitaria, sia alla cronica mancanza di personale di cui è, purtroppo, “ricca” la sanità licatese. Il tutto, tradotto in termini semplici, si chiama mancanza di investimenti. Trasporti. Riteniamo adeguati alle esigenze della cittadinanza l'organizzazione dei trasporti interni? In questa nostra Città, pare vi siano 16 mila auto e lo si constata quotidianamente lungo il triangolo eternamente intasato: corso Roma corso Umberto I corso Serrovira. Ma non dissimile è la circolazione nelle altre arterie cittadine, come rettifilo Garibaldi o Via Principe di Napoli. Nonostante oggi esistano tre ponti sul fiume Salso, che vanno a merito di quelle Amministrazioni che li hanno realizzati, si fa prima a spostarsi a piedi. I posteggi sono sempre pieni sia perché sono numericamente insufficienti, ma anche perché chi va a lavorare alle 8 e ritorna a casa alle 14, lascia l'auto in sosta per 6 ore. A mio modesto avviso, costoro, se potessero usufruire di un servizio pubblico che permettesse loro di rispettare l'orario di servizio, lascerebbero la propria auto in garage, risparmiando. Queste non sono utopie, ma realtà che esistono in tante città italiane: basta infornarsi. Le idee migliorative della vita collettiva altri le hanno già avute, bisogna prendere adeguati contatti con le persone competenti.

La frase più autolesionista che a Licata si può sentire è quella che corre sulla bocca di tutti: “ CE', CCA A LICATA SEMMU!” E' la resa totale di un popolo, è l'accettazione passiva dell'incapacità di uscire dal profondissimo buco nero in cui ci siamo cacciati. Ma, ad onor del vero, bisogna riconoscere che il cittadino licatese è pronto ad evidenziare le indubbie carenze delle Istituzioni, ma si guarda bene dal comportarsi allo stesso modo in cui dà dimostrazione di grande civiltà, quando si trova in altre città. Qui tutto è lecito: bloccare il traffico per dire “una parola” ad un amico da dentro l'auto, posteggiare dove è vietato (spazi per disabili compresi), non parliamo poi dell'occupazione di suolo pubblico da parte di alcuni esercenti il commercio. Il regolamento CE n. 178/2002 ha reso obbligatorio, dal 2005 per tutte le Aziende di una Filiera alimentare, dal produttore al consumatore finale, di individuare e garantire la rintracciabilità di un prodotto, al fine della sicurezza alimentare. C'è qualcuno a Licata che ha mai visto indicazioni attinenti la filiera alimentare nei prodotti non industriali in vendita? L'altro giorno sono andato a comprare dell'aglio. Il venditore mi ha chiesto: “quale vuole, quello bianco o quello marrone?” Ho risposto: “Non so, che differenza c'è?” Di rimando mi ha detto: “Uno è italiano, l'altro è cinese.” Sono rimasto sbalordito. Cinese? L'aglio arriva a Licata dalla Cina? Sarà vero? Forse si è preso gioco di me. Una cosa è certa, non c'era alcun cartello, non c'era alcuna filiera che indicasse la provenienza. Poiché gliel'ho fatto notare, specificando l'obbligo di legge, mi ha guardato come butta uno sguardo commiserevole su un poveraccio pretenzioso. “…Ma pel vento è inutile ché non sa leggere…”, c'era scritto nel cartello.

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Affollata presentazione alla Banca Popolare Sant'Angelo del nuovo volume del nostro direttore Pira e del primario emerito di pediatria Marrali

“In un libro i nostri studi su giochi e videogiochi” Applausi e consensi per il parroco antipedofilia Don Fortunato Di Noto e per l'educatrice Viviana Giglia apprezzata la relazione del Dirigente scolastico Enzo Pace. Soddisfatti gli autori: “una bellissima serata” di Giuseppe La Rocca Per la seconda volta la coppia Pira- Marrali è riuscita a riempire la sala delle Aquile della Banca Popolare Sant'Angelo. Dopo il successo del libro “Infanzia, media e nuove tecnologie”, riparte da Licata il tour del nostro Direttore Francesco Pira, sociologo e giornalista e del nostro opinionista Vincenzo Marrali, primario emerito di pediatria, che proprio nella loro città d'origine hanno voluto presentare il secondo lavoro a quattro mani: “Giochi e Videogiochi dal nascondino alla consolle” (Bonanno Editore), Ad aprire l'evento coordinato brillantemente dal Direttore di Licata Nuova tv, il giornalista Giuseppe Patti, gli indirizzi di saluto dell'assessore alla pubblica istruzione, Gianni Peritore, del Direttore Generale della Banca Sant'Angelo, Michele Costanzo, di Pierangelo Timoneri della Pro Loco (che ha letto una nota del presidente Angelo Carità) e della Presidente dell'Unitrè Santina Vincenti. Quest'ultima ha avuto parole di grande affetto e stima per i due autori che più volte sono stati docenti all'Università delle Tre Età di Licata. Ad aprire gli interventi uno dei personaggi più noti a livello nazionale come esperto di tecnologie, Don Fortunato Di Noto, il parroco di Avola, presidente dell'Associazione Meter, in prima linea nella lotta alla pedofilia. Accolto ed interrotto più volte dagli applausi Don Di Noto ha ricordato la lunga amicizia con Francesco Pira e la sintonia su alcuni temi di ricerca riguardanti l'infanzia ed ha poi fatto un articolato discorso sulle paure dei genitori e sulle potenzialità delle nuove tecnologie condividendo le tesi del libro. Lunghissimo applauso per l'intervento dell'educatrice Viviana Giglia che oltre a ricordare il ruolo dell'educatore ha stigmatizzato come oggi si deve vivere il rapporto con i bambini attraverso il gioco. Veramente arricchente il suo intervento. Poi è stata la volta del Dirigente scolastico Enzo Pace che sorprendendo tutti ha snocciolato i dati sugli interventi e la sensibilità della scuola verso le nuove tecnologie. E' stato

critico su alcune parti del libro che mettono sotto accusa la scuola spesso definita impreparata per le nuove sfide. Poi è stata la volta dei due autori i cui interventi erano particolarmente attesi. “Non esiste più ha spiegato Francesco Pira - una demarcazione netta tra gioco tradizionale e gioco virtuale, è cambiato il modo stesso in cui la dimensione della costruzione del racconto, la narrazione del fantastico si sviluppa. Sono proprio i bambini e i ragazzi i pionieri di questa nuova “era”,

sono loro che stanno sperimentando più degli adulti modi nuovi di fare cultura attraverso le diverse forme in cui il gioco si esprime”. Secondo Pira : “I videogiochi possono essere qualcosa di più di una forma di divertimento. Stanno diventando strumenti di ausilio nell'apprendimento e sono oggetto dei percorsi di media education. Nel corso degli anni sono maturate diverse esperienze e ricerche, tra questi il progetto “Teaching with games” realizzato da Futurelab in alcune scuole campione in Gran Bretagna e Germania tra il 2005 e 2006 che avuto come obiettivo quello di analizzare come i videogiochi commerciali potessero essere inseriti nel percorso formativo dei ragazzi delle scuole primarie e secondarie. Esperienze come quella di

Successo senza precedenti per “Rimaniamo in rima”

Teaching with games evidenziano come i videogiochi rappresentino un oggetto complesso che può esplicitare le sue potenzialità in molti ambiti e non solo quello ludico. Del resto sono ormai piuttosto diffusi anche gli “edugame” giochi per il training che sono utilizzati in svariati ambiti dall'università, alle aziende, al settore militare”. Dopo Pira è stata la volta del Dottor Vincenzo Marrali che con un appassionato quanto competente intervento ha rilevato come: “Eraclito di Efeso diceva che il gioco dei bambini è il ritmo del tempo e che il bambino che gioca è un re perchè riesce a dominare spazio e tempo, spostando pezzi del suo gioco, perchè risolve la sua angoscia in quanto riesce a superare spazio e tempo. E' il modo e il mezzo più importante e fisiologico per esprimere le proprie potenzialità psico-fisiche, determinando la formazione e la maturazione della personalità. Il percorso della crescita del bambino ha proseguito Marrali - è segnato dalle tappe del suo gioco. Infatti, passa dalla fase o dimensione motoria alla fase affettiva, alla fase cognitiva, alla relazionale, o delle regole, e alla fase agonistica, ossia il bambino crescendo passa dal gioco senso-motorio al gioco percettivo-motorio, al simbolismo e al gioco delle regole e al gioco collettivo. Il gioco, come esplorazione e mezzo per esercitare attività motorie e creatività, è un atteggiamento comune a tutte le classi di mammiferi, con rare eccezioni”. Dopo i due autori la testimonianza di un bambino che frequenta la scuola media Bonsignore, Angelo Faraci, ha fatto entusiasmare i presenti. “Il gioco ha detto il piccolo Angelo mi permette di sognare e di vivere in un mondo fantastico”. A chiudere la serata l'intervento del nostro collaboratore il poeta Renzo Peritore che con dei versi azzeccatissimi sul gioco ha concluso degnamente una serata ricca di cultura.

Intervista al prete antipedofilia sul gioco e sull'uso dei videogiochi

Record di pubblico per la presentazione dell’opera prima del nostro Renzo Peritore

DON DI NOTO: “UN SORRISO ATTRAVERSO UNA CONSOLE” “Anche Gesù giocava, oggi, però, occorre molta più prudenza”

di Antonella Cammilleri

di Angela Amoroso

Il libro di poesie in dialetto siciliano, del nostro grande amico Lorenzo Peritore è già realtà. Il 28 Maggio scorso, in una sala gremita di gente divertita e a tratti commossa, è stato presentato “RIMAniamo in rima” edito dalla casa editrice Bonanno di Catania. Come avevamo anticipato nei numeri scorsi, il ricavato della vendita dei libri della serata è stato devoluto alla piccola Ellison. Al tavolo dei relatori, con Lorenzo Peritore, l'editore di collana Antonino Bonanno, l'assessore al lavoro ed alle pari opportunità della provincia di Agrigento, Giuseppe Arnone, il nostro direttore Francesco Pira, il nipote di Lorenzo, laureando in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni, Claudio Ortega e chi scrive. La serata è stata moderata da Giuseppe Patti, direttore di Licata Nuova TV. Hanno portato i loro saluti il dirigente scolastico Coniglio che ha ospitato l'evento, il presidente della Pro Loco Angelo Carità ed il presidente dell'associazione culturale che ha organizzato la serata, Claudio Carfi'. Gli interventi dei relatori sono stati frammezzati dalla lettura di alcune poesie ad opera di Gaspare Frumento, Alessandro Farruggio, Giuseppe Fraccica e Angelo Marotta, con sottofondo musicale di Armando Sorce e Alessia de Caro. Parole di stima e di grande apprezzamento sono state spese da tutti i relatori; dall'assessore Arnone all'editore di collana Antonino Bonanno, che tra le alte cose, si è complimentato con l'autore per la folta presenza di pubblico, cosa rara per un libro di poesie. Tante le persone, infatti, che hanno voluto attestare la loro stima e soprattutto l'affezione alle poesie di Lorenzo che hanno imparato ad amare già sulle pagine de “La Campana” e continua ad apprezzare sul Giornale di Licata, ed ogni lunedì, per chi segue la trasmissione “Opinioni”, su Licata Nuova Tv. “Con la sua poesia, Lorenzo Peritore, che io chiamo Renzo, rende la realtà reale con dei versi”; con queste parole il nostro direttore Francesco ha reso omaggio al libro di Peritore, “per il quale io stesso mi sono battuto tanto affinché un sogno diventasse realtà”, continua Pira. Precisa è puntuale è stata l'analisi di Claudio Ortega, che trae spunti diversi dal libro di Savatteri, “Siciliani” per ricollegarsi alle poesie di Lorenzo. “Sono presente stasera in duplice veste, racconta Claudio, come lettore e come nipote, ma soprattutto orgoglioso di essere sempre tra i primi a leggere le poesie di Lorenzo. Quella di Lorenzo è una poesia realistica, che ti riporta spesso alla realtà di Licata, e soprattutto ai sapori, agli odori della Sicilia e ti permette di vivere intense emozioni, quando sei lontano da casa e un siciliano si rende conto di essere siciliano, cosi' come afferma Camilleri in una citazione riportata nel libro di Savatteri. “Puru senza viaggiari, liggennu na poesia arrinesciu ad arrivari unni para e piacia a mia...” Con questi versi, tratti dalla poesia “Ca poesia arrinesciu…” vogliamo ringraziare Lorenzo, per gli amici Renzo, per averci regalato versi di commovente bellezza, affinché la poesia possa essere per tutti noi, il mezzo per arrivare dove ci piace e guardare al futuro con occhi diversi, ed in special modo più fiduciosi.

Ospite d'eccezione a Licata, lo scorso 12 giugno, una personalità nota in tutta Italia per il suo impegno e per la nobile causa che sposa con l'associazione che dirige: Don Fortunato Di Noto, prete antipedofilia; missione, quella dell'antipedofilia, che compie anche attraverso l'associazione Meter. Don Di Noto si è ritrovato nella nostra cittadina per relazionare alla presentazione del libro scritto a quattro mani da Francesco Pira e Vincenzo marrali “Giochi e Videogiochi, dal nascondino alla consolle”. Al nostro ospite abbiamo posto alcune domande Don Fortunato quanto è importante il videogioco per i ragazzi? “Io sono dell'idea che per tutti i giovani, i bambini e i ragazzi il gioco sia fondamentale, per la loro crescita e per sviluppare importanti capacità. Riguardo l'uso del videogioco, su tutta la popolazione mondiale, solo un terzo dei ragazzi, o anche meno, ha la possibilità di video giocare, e stiamo parlando ovviamente della parte del mondo più sviluppata e tecnologica; tra l'altro a video giocare non sono solo i ragazzi, ma una buona percentuale è data anche dai meno giovani” Usare i videogiochi secondo il suo punto di vista è positivo o no? E soprattutto cosa differenzia l'uso di consolle varie tra ragazzi e adulti? “Credo che per loro natura i videogiochi non siano negativi per chi li usa, permettono di vivere storie fantastiche, di apprendere se usati nelle scuole; possono essere forme di interazione ed educazione. Tutto questo però se usati in modo pacato, controllato, e non sproporzionato: per chi li possiede possono essere una grande opportunità di crescita. Di contro invece dobbiamo dire che se non utilizzate entro i limiti, le consolle portano il giovane ad isolarsi dal gruppo, credendo

che la situazione che si sviluppa all'interno del videogioco sia reale, confondendo la finzione con la vita vera. Per gli adulti vale pressoché la stessa cosa: una partita alla play station con un gioco di calcio o di formula 1 tra amici è un sano passatempo, ma se si gioca ossessivamente con videogiochi violenti, o peggio ancora, con videogiochi porno, allora iniziano a sorgere dei disturbi. Il gioco è Don Fortunato Di Noto snaturato della sua natura ludica, e gli adulti si ripiegano su se stessi”. Il messaggio da lanciare sarebbe quindi: giocare e video giocare si, ma con prudenza? “Si, questo è fondamentale, saggezza e prudenza sono sempre da tenere in considerazione, soprattutto, quando parliamo dei bambini, e quando i bambini si relazionano ai giochi e ai videogiochi. Questo è fondamentale per un mondo più vivibile e più bello” Spostandoci invece al passato, molto passato.. una curiosità: Gesù giocava? “Si, anche Gesù giocava, si divertiva a fare gli scherzetti ai suoi amici, come tutti gli altri bambini, e questo ci deve far pensare: se anche il figlio di Dio viveva il gioco nella sua quotidianità, giocava e voleva giocare, significa che è un'attività importante, che porta un sorriso nei bambini, li aiuta a crescere e ad affrontare meglio la vita, con una forza in più. E anche i videogiochi possono contribuire in tutto ciò”

Successo degli incontri del Centro Studi Politici Azione Libera di Gennaro De Marco Hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico e di critica gli incontri organizzati, dal Centro Studi Politici Azione Libera di Licata. Molto partecipato è stato l'incontro, organizzato lo scorso giovedì 11 giugno presso la sede di Azione Libera, con l'Avv. Guido Galipò ed il dott. Vincenzo Marrali a riguardo dei referendum elettorali che si terranno il 20 ed il 21 giugno prossimi. E se l'Avv. Galipò, palermitano, coordinatore regionale siciliano per il comitato del sì ai referendum, ha brillantemente esposto i motivi per votare in maniera positiva a tutti e tre i quesiti posti, il dott. Marrali ha appassionatamente esposto le ragioni per cui votare in maniera opposta. Davvero molto apprezzato è stato l'incontro, tenuto sabato 13 giugno, con il nostro Direttore prof. Francesco Pira, docente di comunicazione e pubbliche relazioni presso l'Università degli Studi di Udine, proprio sul tema della comunicazione della Pubblica Amministrazione. Nel corso del suo intervento, il prof. Pira ha più volte sottolineato l'importanza di una comunicazione curata e puntuale da parte della Pubblica Amministrazione, non solo come dovere istituzionale previsto dalla vigente Legge in materia, bensì come opportunità ed occasione per la realizzazione di un rapporto virtuoso di scambio di conoscenza tra il cittadino e le Istituzioni, finalizzato

al conseguimento di un più alto valore di qualità della vita. I continui richiami ai concetti valoriali di etica, moralità e buon governo sono stati molto apprezzati dall'attento pubblico presente, che, al termine dell'incontro ha fatto sentire il proprio apprezzamento con scroscianti ripetuti applausi rivolti al relatore."Siamo molto soddisfatti per la riuscita dei due incontri - è il commento dell'Avv. Giuseppe Fragapani, promotore di Azione Libera - proprio perchè estremamente soddisfatte si sono mostrate al termine degli incontri le tante persone presenti. Ciò vuol dire che siamo riusciti nell'intento di portare tanti cittadini a parlare di una politica fatta di valori, di idee e di obiettivi e non solo di partiti, voti e spartizione di potere". "Abbiamo fortemente voluto l'incontro sul referendum dichiara invece l'ing. Alfredo Quignones, presidente del Centro Studi Politici Azione Libera - perchè volevamo fornire un luogo libero dove parlare di uno dei più importanti strumenti di democrazia diretta esistenti. L'incontro sulla Pubblica Amministrazione sarà seguito da altri due appuntamenti, sempre volti ad informare i cittadini sulle regole e le modalità attraverso cui si svolge l'attività amministrativa degli Enti Locali con i Dottori Pietro Carmina e Andrea Occhipinti dirigente e funzionario del Comune di Licata”

Culture

il Giornale di Licata

Edizione Luglio 2009 -

“ABBIAMO TOCCATO IL FONDO!” Licata: …una “città” davvero per pochi di Viviana Giglia Da qualche mese ho la possibilità, grazie al nostro direttore Francesco Pira, di curare sul Giornale Di Licata una rubrica pronta a dar voce ed evidenziare i problemi dei diversamente abili. Per chi, come me, deve vivere nell'indifferenza generale. Inizialmente, dopo il primo articolo ed i primi servizi tv ( LicataNuovaTv), si è sollevato un enorme polverone sui diritti violati dei diversamente abili. Il sindaco, gli assessori e gli stessi consiglieri avevano assicurato il loro impegno nell'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici firmando, davanti una telecamera, un “contratto solidale”. Ma effettivamente in 5 mesi cos'è cambiato? Nulla! Anzi, è doveroso ricordare la promessa mantenuta dell'EX-assessore Felicia Termini che in una settimana ha fatto rimuovere le fioriere sugli scivoli dei marciapiedi di C/so V. Emanuele. Per il resto tutto è immutato: scivoli dei marciapiedi (realizzati dalla precedente amministrazione) sempre occupati da auto,

motorini ed ambulanti, marciapiedi invasi da tavoli e sedie, merce dei negozianti, o ancora l'ufficio assistenza e solidarietà sociale sito al terzo piano del palazzo che ospita il teatro, da non dimenticare la guardia medica. Nel momento in cui senti dire dall'assessore all'urbanistica che la legge per l'abbattimento delle barriere architettoniche risale a parecchi anni fa, ma in compenso abbiamo il museo archeologico comunale accessibile, cosa dobbiamo pensare? Beh, effettivamente dopo aver appreso questa notizia mi sento sollevata… finalmente un edificio pubblico dove, tutti i diversamente abili (motori), possono recarsi, mentre tutti gli altri vanno al mare) non di certo a sbrigare pratiche d'ufficio. Ma la cosa che desta sgomento è, rendersi conto provandolo sulla propria pelle, che hai l'accesso negato nei locali che ospitano l'ufficio per l'impiego di Licata. L'ufficio è dotato di scivolo esterno e di servo scala interno come previsto

La Riflessione

MA GLI EUROPARLAMENTARI SANNO PARLARE LE LINGUE STRANIERE? di Silvia Antona All'indomani delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, una domanda mi sorge spontanea: quanti tra i candidati che si sono aggiudicati una poltrona a Strasburgo parlano e comprendono effettivamente le lingue straniere? La domanda scaturisce dalla lettura, qualche settimana fa, di un passo di “L'eurocasta italiana”, un libro scritto dal giornalista Alessandro Caprettini, vero e proprio cahier des doléances, in cui l'autore si diverte a tracciare impetuosamente il profilo degli eurodeputati. “ I nostri eletti scrive Caprettini fanno ben poco per imparare una lingua straniera e sono quindi in somma difficoltà non solo in aula o nei lavori di commissione ma anche di fronte ai giornalisti stranieri e ai lobbisti, sempre presenti in gran numero”. La traduzione ed interpretazione simultanea che è puntualmente attivata in occasione di ogni riunione plenaria del Parlamento non è nulla di complicato: ogni deputato, comodamente seduto alla sua poltrona, è equipaggiato di un auricolare da cui una gentile traduttrice decodifica il messaggio che è stato pronunciato in aula appena un istante prima. Va da sé che ogni singolo parlamentare può poi replicare in qualsiasi momento ed esprimersi nella propria lingua madre, lasciando che sia il team di interpreti e traduttori a far “passare” il messaggio.

E fin qui chi non conosce le lingue straniere tutto sommato potrebbe anche cavarsela ed evitare di farsi relatore di discorsi incomprensibili. I problemi sopraggiungono però appena fuori dall'aula, in assenza di mediatori. Credete che basti un inglese o un francese stentato per fare bella figura? Ovviamente no. Basta poco per cadere in tranelli linguistici che possono avere conseguenze anche piuttosto gravi. Classico è l'esempio di chi vuole chiedere ad un inglese un pezzo di carta (a piece of sheet): vi basterà pronunciare la /i/ di sheet con accento breve anziché lungo per farvi mandare a quel paese, perché al posto di un pezzo di carta avrete chiesto un pezzo di sterco. In poche parole, la mancata conoscenza delle lingue estere è costante motivo di incomunicabilità a più livelli: non solo quindi tra singoli politici, ma anche tra il politico e l'albergatore che lo ospita, tra il politico e il passante che gli stringe la mano, tra il politico e il conducente del taxi che dovrà ricondurlo in aeroporto. E allora torna la domanda: quanti tra i neo eletti al Parlamento Europeo sono realmente capaci di relazionarsi con la realtà che sta fuori dai confini del Bel Paese?

dalla legge per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Fin qui tutto regolare, se non fosse che nessuno degli impiegati dell'ufficio era a conoscenza dello stato del servo scala e nessuno sapeva se fosse stato mai utilizzato e come doveva manovrarlo in caso di necessità. Ma non è tutto, la cosa più oltraggiosa è che per usufruire dei servizi solitamente offerti senza problemi a chi abile lo è, sono dovuta restare sola sulla mia carrozzina all'ingresso dell'edificio e quindi in strada mentre il mio accompagnatore era impegnato a fare su e giù per le scale per richiedere informazioni prima e per farmi firmare, successivamente, la documentazione. Nessun dipendente dell'ufficio si è preoccupato di scendere. Questo, non solo viola i codici del rispetto alla privacy ma, lede i miei diritti di cittadino, creando in me un notevole disaggio. M.L.King in uno dei suoi famosi discorsi urlava: “ I HAVE A DREAM…!” come lui, anche io HO UN SOGNO,

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probabilmente non faremo mai passi avanti, non andremo mai oltre le belle parole e le promesse da marinaio dei nostri amministratori, la gente comune continuerà a non pensare prima di parcheggiare e, gli impiegati pubblici non si schioderanno mai dalle loro poltrone al fresco dell'aria condizionata per cercare di non creare disaggi a chi già, in questo paese, ne vive molti. “La speranza è l'ultima a morire”, qualche mese fa, il primo presidente di colore degli USA, nel suo celebre discorso d'ingresso alla Casa Bianca disse: YES, WE CAN!( noi possiamo) e ancora, “IN AMERICA TUTTO E' POSSIBILE”…io sono demoralizzata si, ma fermamente convinta che anche qui da noi “ TUTTO E' POSSIBILE!!!”

Successo del laboratorio teatrale Luisa Biondi

IN SCENA “LA VIA DELLE FATE” di Cristiana Lus Il laboratorio teatrale di Licata, di cui è fondatrice e tutto educativa dalla quale prendere esempio. Si insegnante Luisa Biondi, il 7 giugno scorso, sa che per la riuscita di una recita c'è bisogno presso l'oratorio della chiesa B.M.V. di anche di un tecnico che si occupi delle luci e della Monserrato ha messo in scena la recita intitolata musica e questo lavoro in questo caso è stato “La via delle fate". svolto da Marco Bernasconi, papà di uno dei Parlava di una fata di nome Trifilla (con uno piccoli attori. spettacolare body painting di Nicoletta Casano) Concludo dicendo che da questa piccola storia interpretata da Mariasole Cosentino che aveva interpretata da questi bravi ragazzi c'è tanto da bisogno dell'aiuto degli uomini (Mario apprendere e da mettere in atto! Spero vivamente che facciano una replica (anche Bernasconi, Silvia Bulone, Luca Biondi, Tullia durante l'estate licatese) perché una cosa bella si Ciancio e Stefano Aprile) per aiutare la natura a deve condividere con più gente possibile per far sopravvivere perché l'uomo la stava arrivare un giusto messaggio da prendere come distruggendo; Trifilla ha pensato di fingersi esempio. organizzatrice di un concorso che avrebbe convinto i ragazzi ad aiutare la natura, e poi al momento giusto lei avrebbe spiegato loro come stavano le cose realmente. Questa recita era molto sentita dai protagonisti, anche perché il copione è stato scritto da loro con l'aiuto dell'insegnante e penso che abbiano avuto proprio una bella idea a non mettere in scena la solita storiella, ma qualcosa che poteva essere un insegnamento per tutti. Alla recita hanno assistito solo i familiari e i Da sin.: Mario Bernasconi, Stefano Aprile, Luca Biondi, Mariasole Cosentino, Silvia Bulone e Tullia Ciancio. parenti. E' stata una recita del

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L’ Approfondimento

- Edizione Luglio 2009

il Giornale di Licata

Esce in tutta Italia l’apprezzato volume della docente e nostra concittadina che vive in Piemonte

“Tante Sicilie tante Americhe”, un libro di Germana Peritore di Arcangela Cammalleri

L' autrice in “Tante Sicilie tante Americhe” riprende quel Sogno americano, baluginante, tramite i riferimenti a Mario Soldati, nel testo precedente su Giacosa, filtrato nostalgicamente e rivissuto attraverso le memorie della sua famiglia, l'immaginazione e una sensibilità affinata dalle esperienze della vita. Come l'orizzonte si allarga alla vista di chi lo guarda e l'animo si espande a dismisura così la storia della Peritore, intessuta con i ricordi generazionali, diventa la Storia che accomuna gli uomini in un percorso che di casuale non ha nulla. La sua Sicilia, mal digerita prima, quasi amica ritrovata dopo, l'America terra d'emigrazione prima, “Sogno” mai sopito dopo, istantanee di viaggi vissuti e/o immaginati, ma ad un certo punto non ha più importanza, tutto questo e altro (la musica, colonna portante della sua vita, il cinema, centro gravitazionale e complice del suo immaginario) racconta e si racconta in questo scritto di uno nessuno centomila generi...Una nessuna centomila Sicilie, a ciascuno la sua, così subdolamente immanente alla costruzione dell'io e intimamente personale per come la si vive e la si lascia vivere. Una nessuna centomila Americhe ciascuno ne sfrutti le innumerevoli opportunità offerte. Un genere, dunque, contaminato, si fa per dire, da strumenti espressivi come il cinema, la musica, la fotografia, complementari alla letteratura, ma anche dotati di vita propria e di sinestesie che pervadono il lettore. Il testo si avvale della preziosa collaborazione della fotografa Elena Datrino, le cui foto corredano i capitoli del libro. Nella premessa si tracciano i tanti temi preponderanti, l'emigrazione di una famiglia licatese negli U.S.A. nel corso di un secolo (gli accadimenti personali si intrecciano con quelli collettivi), in mezzo le due guerre mondiali, lo sbarco degli alleati in Sicilia raccontato in presa diretta dal padre dell'autrice “e un diario di viaggio a New York. Il cinema americano con i suoi miti e le musiche dell'epoca fanno da

contrappunto al racconto, intriso di quel particolare sentimento di chi vive in un'isola e quando quell'isola è la Sicilia; “Quella sindrome pirandelliana del figlio scambiato, che ti fa sentire in un mondo che non ti appartiene, in assoluta estraneità, come un pesce fuori dell'acqua”. “Dall'io al noi”. “Scrivere di sé parlando d'altro”. E' arduo, se non improbo raccontare di sé senza scadere in un mero esibizionismo dell'ego, tanto più ipertrofico in uno scrittore, quanto difficile non sottrarsi alla retorica del sentimento quando si parla del proprio patrimonio generazionale scevro da sguardi partecipi e patetici, ma la scrittrice non cade in nessuna di queste “Amene” impervietà, come, per non perdere il vizio della citazione non, però, fine a se stessa, fa la Ginzburg, che in Lessico famigliare trattiene il distacco dell'osservatore, sia pure con affetto. La capacità elettiva della Peritore, nell'endiadi degli strumenti espressivi -formali /contenutistici- sta proprio e nel controllare le vite dei personaggi della sua famiglia mantenendone letterariamente vive le imperfezioni, l'autenticità, senza mitizzazioni di sorta e nel controllare una scrittura impeccabile e limata fino all'estremo, dosando in modo sempre funzionale l'uso del dialetto, ma non in quella libertà assoluta, tanto all'uso camilleriano (mi perdoni, ma abbiamo solo un unico esempio di lingua-dialetto o dialetto “lingua, altri sono solo “Imitazione”). Lo stile calibrato e accuratamente selezionato assume connotazioni da reportage giornalistico laddove nel fissare le emozioni, impressionare la pellicola, destinata al lettore, c'è tutta la naturale propensione al viaggio e a certi viaggi;

Quel mare… di Germana Peritore

Il mare di Licata fa parte di quel mondo che amo da lontano, spazio privilegiato della nostalgia. Quel mare, presenza dominante, che lo vedessimo o no, quando eravamo picciliddri diventava reale con la chiusura delle scuole, perché si partiva per la villeggiatura. Non era cosa banale la villeggiatura. Era cosa straordinaria, avventura che durava tre mesi: la campagna dalla nonna, la casetta coi muri di pietra, il carrubo gigantesco sotto il quale si impastava, si cucinava, si mangiava, immensa cucina all'aperto, circondata da ulivi, peschi, fichidindia e, di fronte, quel mare, lì a due passi, da toccare, da annusare, da ascoltare, da temere, da amare. Partivamo dalla città alla fine di giugno, adulti, bambini e un mulo, guidato da 'mpà Turiddru, che ai miei occhi appariva, con la sua gentilezza ruvida ma rassicurante, come un personaggio di un film western, un cow boy forte e buono che ci avrebbe condotti sani e salvi alla meta. Superato il Cimitero, iniziava l'avventura: non era una strada normale quella che ci attendeva, ma un cammino fatto di spiagge straordinarie, di scogli e soprattutto di piccoli tratti da guadare o dove sprofondare fino al ginocchio, tra soffici alghe spiaggiate. Il primo divertimento, per noi bambini, era quello di salire, a turno, in groppa al mulo di 'mpa Turriddru, immaginando cavalcate e agguati

lungo percorsi insidiosi. Ma a metà strada, mentre i grandi ci sgridavano, il piacere sommo era bagnarci, entrare in acqua con qualsiasi pretesto, facendo finta di niente e dissimulando il nostro piacere, forse per esorcizzare i rimproveri degli adulti che non capivano una cosa: l'inizio della nostra comunione con il mare, che sarebbe durata tre mesi. Mare a sinistra e calanchi a destra, 'i timpi, finissima sabbia dorata al centro, profumi inconfondibili che in seguito non avrei ritrovato mai più altrove. Lungo il cammino nomi familiari ricorrenti: Pizzitanu, Marianeddru, Cavaddruzzu, Niculizia, nomi carichi di magia evocativa. Il nostro cow boy poteva distrarre il suo sguardo dalla carabina nascosta in una bisaccia, quando giungevamo al piccolo viottolo in salita. Pochi metri e finalmente la casa di pietra, la casa dei miei sogni: due sole stanze e una cucina col forno a legna. E basta. Il gabinetto era una ardita costruzione all'esterno, accanto a un fico, dove il ronzìo di mosche, mosconi e vespe era permanente. Ma era il più bel gabinetto del mondo perchè di fronte avevi il mare. Tutta la campagna e la casa sembravano sospese sul mare di Licata, dal porto in avanti fino a Torre di Gaffe, un immenso palcoscenico naturale: nel pomeriggio paranze che uscivano dal porto e arrivavano a Marianeddru, sutta 'u Pizzitanu,

come sequenze cinematografiche scorrono davanti strade, palazzi, teatri visti ed intravisti, colori, odori, umori di quei paesaggi mentre note musicali accompagnano queste visioni e fanno da sottofondo alla materia narrativa. E' una scrittura in viaggio, nella memoria di ieri e in fieri di oggi come l'immaginazione filmica ed onirica dell'autrice. È un senso entusiastico per le cose, le persone, i luoghi che ritmano e scandiscono la narrazione come se l'arte affabulatoria della famiglia fosse trasmigrata nelle corde del sentire più recondito della scrittrice che mette in scena quello che meglio sa fare. Trovo geniale l'idea del prologo, un passo da “Il cavaliere e la morte” di Leonardo Sciascia e intensamente lirica l'immagine che chiude il libro di chi davanti alla grandiosità di certi paesaggi, l'imperversare degli elementi naturali trasforma l'essere in un simbolo immoto e perenne. Nel mezzo, “il Mare”, l'Oceano ad ovest e il Mediterraneo al sud; ma il mare nostro diventa il mare “mio”, quello di Licata, la città natale della scrittrice. Quel mare, presenza dominante della sua vita di bambina, i ricordi del mare di Licata in tempesta sono quelli ad impressionarla particolarmente e a guardarlo da prospettive opposte. Il racconto della trama e l'analisi delle persone-personaggi delineati, interessa chi legge; invece, trovo interessante sottolineare di questa breve opera narrativa il flusso di riflessioni che può suscitare, i rapporti intercorrenti tra il punto di vista del soggetto narrante e quelli tanti quanti dei lettori, quel senso non tanto velato di certe atmosfere del passato ormai perdute che solo la memoria può riportare alla luce, quel tempo di come eravamo e di cui si stanno perdendo le tracce”. ppi fari l'orza, per prendere il vento; nell'oscurità della notte, all'orizzonte, luccichio di lampare. Noi incantati. Ricordo la cerimonia della colazione: mio nonno con la cesta colma di fichidindia e noi bambini in fila, di fronte a lui che sbucciava pazientemente. lnsieme alla frutta portava anche notizie importanti : Oh, picciotti! Cci sunnu varchi di cincu cantàri, 'na ricchizza ppi tuttu 'u paìsi, ma ora 'i marinari si mangianu tuttu 'u guadagnu. I grandi discutevano e noi ci sbafavamo i fichidindia. Tutte le sere le trascorrevamo a guardare il mare, dopo aver acceso un falò che avrebbe tenuto lontani moscerini o zanzare, seduti sotto le stelle, ad ascoltare i grandi che a tratti interrompevano i loro discorsi, distratti e incantati dal mare, dal suo luccichio nell'oscurità. Allora i discorsi cedevano ai ricordi e quelli del mare di Licata in tempesta erano per noi meglio del cinematografo. Oppure erano ricordi che commuovevano tutti, grandi e piccini, come quello del capitano Andrea Gibaldi. Però noi bambini, mentre ascoltavamo emozionati, pensavamo anche ai nostri futuri personaggi dei giochi che avremmo inventati e, prima di andare a dormire, ci chiedevamo chi di noi sarebbe stato Andrea Gibaldi. A volte erano ricordi di guerra, quando sul mare di Licata apparvero le prime minacciose navi. La voce di chi raccontava diventava triste, ma per noi l'immaginazione cominciava a lavorare nelle nostre teste. C'è una cosa però che non potrò mai dimenticare, una breve gita su una barca a

Quando uno scritto non muore nella memoria, dopo la lettura, ma riverbera un continuum mentale nel lettore, una vibrazione emotiva, è perché chi l'ha scritto idealmente e perché no, intenzionalmente, ha privilegiato l'oggetto del suo lavoro in un rapporto ideale tra l'io e gli altri. La scrittura, quando non si rinchiude in se stessa e non è autoreferenziale, non è un esercizio solipsistico, un concentrarsi su se stesso nel tortuoso districarsi di pensieri, sentimenti, ma paradossalmente diventa un veicolo relazionale ed altamente socializzante e comunicativo. P.S. Citazione per citazione: “In cuor proprio si nutre un sentimento di odio/disagio che alimenta rancori, disincanti, sindrome del figliol prodigo. Ogni abbandono è il pretesto per un continuo ritorno, ogni tentativo di uscirne equivale a entrarne sempre più in profondità ( Matteo Collura). Contrariamente a quella struggente dichiarazione d'amore di Borges a Buenos Aires. “Ho l'impressione che la mia nascita sia alquanto posteriore alla mia residenza qui. Risiedevo già qui, e poi vi sono nato”. Diventa amore ciò che prima era insofferenza e reazione? (Come dice Sciascia). Imperfezione Non c'è pace per chi alza le vele e volta le spalle alla sua imperfetta isola. Non c'è nostalgia per chi trasportato dal tempo ormeggia stanco alfine, come naufrago alla riva, i suoi pensieri in quella terra tanto a lungo sdegnata

remi. Il mare era come l'olio. Assolutamente calmo. Si poteva approfittare di una tregua offerta ad un mare sempre mosso e tormentato dal vento di ponente o dallo scirocco. Mentre ci allontanavamo dalla riva, cantando e gridando per la gioia di trovarci in barca, con un marinaio vero, accadde qualcosa. Volgendoci indietro, come per salutare chi stava sulla spiaggia, a poco a poco tutti ammutolimmo senza rendercene conto. I nostri occhi erano sgranati di fronte allo spettacolo che ci stava di fronte per la prima volta. La costa che avevamo battuto palmo a palmo e che credevamo di conoscere, la vedevamo dal mare e la scoprivamo diversa, sconvolgente, misteriosa, con tutte le sue insenature, i suoi colori, le sue scogliere, i segreti nascondigli pirateschi offerti dai calanchi. La bellezza, di fronte a noi, ci ammutoliva. Non ho mai ritrovato altrove l'odore intenso di quel mare e delle sue alghe. E le parole che me lo evocano sono i balatuni, popolati da ricci indisturbati o granchi, che a pancia all'aria prendevano il sole; oppure i nachi, tranelli che mi terrorizzavano, con i loro piccoli vortici; oppure l'ogliu a mmare, filamenti misteriosi pescati col retino e poi fritti in padella a regola d'arte. Ma l'immagine del mio mare a cui ho dato un senso nella mia vita è rimasta la barchetta all'orizzonte, mentre si prepara la tempesta. Brano tratto dal libro Tante Sicilie, tante Americhe (Ananke Torino pg 139)

IL NOSTRO DIRETTORE FRANCESCO PIRA SCRIVE UN CONTRIBUTO PER L'ANTOLOGIA “SICILY BLACK” di Adalisa Piscopo

"Mi viene di ripensare al giudice Paolo Borsellino. Ho avuto l'onore di intervistarlo questo indimenticabile uomo di stato. Ed anche a me aveva detto "spero che questa terra diventi bellissima". Ed aveva pronunciato queste parole sapendo che un giorno potevano arrivare i killer o che potevano invece farlo saltare in aria come il suo amico Giovanni Falcone. La Sicilia è "bellissima" e nessuno di noi può nasconderlo a sé stesso. Lo era per mio nonno partito con il fagotto per l'America, lo è per me partito con le valigie per il nord".

Così si conclude il contributo del nostro direttore Francesco Pira intitolato "Superterrone" scritto per l'Antologia "Sicily Black" presentata al 22° Salone del libro di Torino e nei giorni scorsi ad Acireale. Il volume pubblica i testi di: Alberto Giovanni Biuso, Sebastiano Burgaretta, Ottavio Cappellani, Giovanni Caviziel, Gian Mauro Costa, Alessandro De Filippo, Antonino Di Giovanni, Giacomo Alessandro Fangano, Antonio Ferrero, Anita Tani Giuga, Silvana Grasso, Biagio Guerrera, Monika Lustig, Sebastiano Mangiameli, Santo Piazzese,

Antonio Presti, Arianna Rotondo, Rosaria Sardo, Gaetano Savatteri, Elvira Seminara, Domenico Seminerio, Chiara Tinnirello, Giuseppe Traina e Domenico Traschitta. Francesco Pira nel libro curato da Antonio Di Giovanni, Rosaria Sardo e Giacomo Alessandro Fangano parla del suo viaggio dalla Sicilia al nord est e richiama le contraddizioni di chi, nipote di migranti, oggi soffre nel vedere respingere persone che non hanno acqua e cibo. "La sensazione che ci attraversa è che manifestiamo paura, ma non riusciamo a fare

un ragionamento serio che parta dall'identità. Per primi noi siciliani. Abbiamo dimenticato il nostro passato di migranti e di figli e nipoti di migranti. Si perchè è bene ricordare che l'identità personale e culturale si trasforma durante tutta l'esistenza grazie alla relazione con il mondo e con gli altri attraverso il gioco delle conferme e delle disconferme, delle somiglianze e delle specificità, grazie alla dialogicità che caratterizza la vita umana. La possibilità di essere riconosciuto di aprire nuovi, piccoli e grandi orizzonti".

Culture, Sport & Poesia

il Giornale di Licata Calcio

I rigori condannano il Licata

SOGNO INFRANTO A Rossano vincono i calabri, gialloblù dominati e sconfitti di Vincenzo Montana Domenica 14 giugno 2009 stadio comunale “Rizzo” di Rossano ore 19: 45, Mauro Coletta dal dischetto spara addosso a Ramunno, portiere calabrese, per le aquile significa ali spezzate e disperazione massima. Finisce così la favola del Licata Calcio senza quel lieto fine che tutti si aspettavano:vince l'uomo nero. Succede di rado nelle favole, ma d'altra parte rara da verificarsi è tutta la stagione del pallone licatese. Raccontiamo questo ultimo amaro capitolo. Cominciamo dall'inizio. Al triplice fischio della gara di andata l'ottimismo in casa Licata era tanto, ma proprio tanto forse troppo, il 2-0 griffato Lo Bue-Di Somma aveva inorgoglito i sostenitori aquilotti convinti che la serie D fosse ad un passo:alcuni già guardavano le avversarie da affrontare nella prossima quarta serie cercando di togliersi dalla mente la polvere d'eccellenza che appariva ormai lontano ricordo. Ma il calcio non è scienza esatta al contrario esso talvolta racchiude in se un quantitativo di imprevedibilità che apparentato in linea retta da una forte dose di follia fa sì che il risultato spesso risulti assai doloroso. Una finale, a qualsiasi livello, funge da linea di confine immaginaria, ma nel contempo reale tra gioia e disperazione, tra vincitori e vinti, tra chi sarà ricordato e chi invece presto sarà dimenticato: perché posto per i secondi non ce n'è mai stato; ha ragione (forse bisognerebbe dire purtroppo)solo ed esclusivamente chi vince. Questo è il calcio piaccia o non piaccia. Difficoltà economiche e mancanza di una solida società sono stati come ormai è arcinoto gli elementi caratterizzanti l'annata gialloblù, sembrava tutto dimenticato alla vigilia di Rossanese-Licata, poteva effettivamente essere

dimenticato o felicemente ricordato se solo il pur bravo Coletta non avesse malamente calciato l'ultimo rigore,certo non è da questi particolari che si giudica un giocatore,recita una famosa canzone,ma è pur vero che la cura dei particolari fa la differenza in positivo o,come nel caso del Licata,in negativo. Ma i ragazzi di Tommaso Napoli,che a fine gara si addosserà tutte le colpe da grande uomo qual è,non hanno evitato di curare solo i particolari(di per se delitto calcistico)bensì anche le sfaccettature più evidenti:hanno sbagliato a Rossano quello che avevano azzeccato per tutta una stagione:TUTTO. La vigilia licatese è tesissima i giocatori sentono spropositatamente la tensione della gara. E pensare che a recuperare doveva essere il team calabro. Gruppo attanagliato fin troppo in maniera evidente dalla paura di vincere, dall'ansia di prestazione che se presente in dosi eccessive porta alle figuracce o meglio alle disfatte perché tale è quella del Licata a Rossano non nella forma, in fin dei conti si è perso solo(si fa per dire)ai calci di rigore ma nella sostanza:il Licata avrebbe meritato di perdere molto prima se i calabri avessero fatto il 3-0 non ci sarebbe stato nulla da dire,anzi. Non si può nemmeno dare un voto alla prestazione di Grillo e compagni perché di prestazione non si può parlare,a scuola quando un alunno non raggiunge un certo numero di presenze si da Non Classificato,ecco questo è il giudizio giusto da dare alla prova del Licata.ASSENTE completamente assente. Del resto la differenza tra una grande squadra e una che grande non è sta nel fatto di non sbagliare le partite che contano per davvero quelle gare in cui ti giochi una stagione intera. Una

SAGGIO DEI BABY PIANISTI DI MARILENA CASALI OSPITE D'ONORE ANGELO ZARBO: UN VERO FUORICLASSE

di Lorenzo Peritore Nell' attesa che l'Amministrazione Comunale reperisca i soldi da destinare all'estate licatese e nella speranza di potere assistere in quella parentesi a qualche concerto godibile, c'è stato chi con molto piacere si è andato a gustare il saggio di pianoforte dei giovanissimi allievi della insegnante Marilena Casali. Si è svolto nell'Anfiteatro della villa di Contrada Piano Cannelle la sera del 19 giugno u.s. e ha visto la partecipazione di una ventina di bambini dell'età compresa tra i 6 e i 13 anni. Questi i loro nomi: Salvo Vella, Wally Ferraro, Angela Di Franco, Giuseppe Di Franco, Emanuela Morello, Maria Pia Morello, Franco Licata D'Andrea, Giulia Licata D'Andrea, Francesco Buongiorno, Selene Miccichè, Viviana Puzzo, Ivana Caltagirone, Rosario Ietro, Greta Cantavenera, Vincenzo Cantavenera, Clara Arnone, Alessandro Graci, Alessandro Loggia e Davide Vasile. Molti di questi potenziali futuri pianisti erano ancora alle primissime armi ma pur abbastanza disinvolti e preparati. Alcuni evidentemente molto emozionati

poiché l'esibizione in pubblico, in presenza oltretutto di un ragguardevole numero di spettatori, crea sempre tensioni ed uno stato d'animo particolare, ma tutto sommato i ragazzi se la sono cavata egregiamente. Menzione a parte merita l'ospite d'onore della serata, Angelo Zarbo, un ragazzo di appena 13 anni, ex allievo di Marilena Casali, che tre anni fa per proseguire il suo corso di studi è entrato in Conservatorio. La sua ex insegnante per i suoi saggi di fine anno ci tiene ad averlo come ospite d'onore. Ed Angelo è stato puntualissimo all'appuntamento ed ha eseguito quattro straordinari brani che hanno tenuto con il fiato sospeso tutti i presenti per la bravura e la disinvoltura con la quale li ha eseguiti. Sicuramente già un vero fuoriclasse della tastiera che con tutti i meriti che potranno avere i suoi insegnanti nell'averlo tirato su in modo davvero eccellente, porta un così grande strumento musicale come il pianoforte, e pure a coda, dentro il suo DNA. Auguri ad Angelo Zarbo per un

futuro da grande musicista. E' stata una serata molto piacevole nella quale i ragazzi, oltre un assolo al piano, hanno eseguito anche parecchi brani a quattro mani e componendosi in un coro vocale, accompagnati dalla loro insegnante, hanno pure cantato alcune canzoni. Indirizzare i bambini all'apprendimento della musica e ad altre forme di arte e di cultura è sicuramente un ottimo e sano investimento. Di autore anonimo: Chi educa alla musica prepara un artista ad affrontare il pubblico; chi educa con la musica prepara un uomo ad affrontare la vita.

segue dalla prima pagina “15 chilometri per una ricarica telefonica” Gela e Licata. Devi fare una chiamata importante, ma la gentile e sempre disponibile vocina automatica ti dice con tutta la delicatezza di cui è stata dotata: “Siamo spiacenti, ma il suo credito non è sufficiente per effettuare la chiamata, la preghiamo di effettuare una ricarica”. Già, facile a dirsi, ma mai come in questo caso, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare ( e non “E IL” come canta il buon Elio…). Armati di buona pazienza ( ce ne vorrà tanta), si parte alla ricerca di una ricarica telefonica. Prima tappa, un residence con albergo,

ristorante e pizzeria sito a due passi dalla spiaggia, “Ricariche telefoniche?”. “No mi spiace”. Via in macchina al primo bar sito sulla statale, all'ombra del castello di Falconara, “Ricariche telefoniche?”. “Il terminale è rotto”. Strano, la stessa cosa mi era stata detta esattamente il lunedì dell'Angelo… Ancora più avanti verso Licata, chiediamo nell'ordine in due camping, un albergo, uno stabilimento balneare sulla spiaggia, niente, manco stessimo chiedendo la luna. Alla fine ci viene in soccorso solo un distributore di benzina

sito alle porte di Licata, come l'Eldorado, tre terminali dai quali ricaricare le schede delle tre compagnie telefoniche più diffuse... E questo dopo 15 kilometri di auto andata e 15 ritorno… in un tratto del nostro litorale dove si riscontra un'altissima concentrazione di strutture ricettive di ogni genere e di ogni livello. Se fossi stato un turista che ricordo pensate avrei conservato di questa ridente cittadina bagnata dal mare africano e del suo territorio?...Meglio non pensarci….. Giuseppe Patti

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Edizione Luglio 2009 -

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figura da squadra piccola piccola. Tanto minuscola da non vedersi nemmeno in campo. Inizia subito nel peggiore dei modi la partita con l'esterno Lo Bue che lascia il campo per infortunio e Napoli fa entrare Peritore adattandolo da centrocampista,tanto impegno ma poca sostanza. A proposito di esterni alzi la mano chi ha visto a Rossano un certo Saheed che di mestiere si dice faccia il centrocampista di fascia, ma in Calabria ha preferito fare il fuggitivo. Dopo quindici minuti il Licata è già sotto nel morale ma soprattutto nel risultato. Il signor Sacchi,chiamato a dirigere l'incontro porta con se da Macerata un pacco regalo e al quindicesimo del primo tempo decide di aprirlo e consegnarlo alla Rossanese: nettamente fuori area Semprevivo sfiora Urso che si lascia cadere, il fischietto marchigiano cade nel tranello e assegna il rigore: lo stesso Urso trasforma. Da lì in avanti la squadra di casa dominerà in lungo e largo schiacciando il Licata che già potrebbe capitolare allo scadere della prima frazione ma,Luciano Corona,compie il miracolo respingendo sulla riga di porta il colpo di testa a botta sicura di Morano. Nella ripresa continua l'assedio dei padroni di casa che, al settimo raddoppiano grazie alla capocciata di Tankoua.Si va ai supplementari nei quali non accade praticamente nulla salvo una splendida conclusione di Urso che, accentrandosi dalla sinistra, lascia partire un tiro che va ad incocciare in pieno la trasversale della porta di un Corona immobile. Ai rigori si consuma il dramma: il primo a sbagliare tra i licatesi è Di Somma che come un gregario qualunque calcia da boscaiolo esaltando Ramunno.Poi tocca a Saheed partecipare alla sagra degli errori fino ad arrivare a Coletta che manda la Rossanese in serie d condannando il Licata ad un altro anno di eccellenza. Ma ci sono anche dei vincitori all'interno dei vinti: i TIFOSI. Oltre quattrocento persone raggiungono il comune in provincia di Cosenza per seguire la gara roba da non credere roba che squadre di seconda divisione nemmeno immaginano. Cosa ha avuto in cambio questa gente?Nulla, perdere si può, fa parte del gioco ma non scendere in campo invece è peccato mortale. Napoli perde in tutta la sua gestione una sola gara ma pesante come un macigno, sconfitta che distrugge i sacrifici di un anno intero. Distrugge, ma certamente non cancella. Da lodare Tommaso Napoli un uomo che allena e non un allenatore merce rara in tutto il firmamento pallonaro. Adesso si parla di ripescaggio ma soprattutto di società che bisogna ricostruire per permettere ai licatesi di gustare la loro pietanza preferita: il calcio

PENSIERI E SOGNI di Luk Cavicchioli Al mattino, quando mi sveglio.. tu nasci nei miei pensieri come il sole nasce all'orizzonte di questo cielo.. Durante il giorno, mentre io vivo.. tu vivi nei miei pensieri, come il sole vive e scalda da questa parte della terra.. Infine.. alla sera quando mi addormento, tu tramonti nei miei pensieri, come il sole tramonta all'orizzonte di questo cielo..e.. mentre lui nasce e vive dall'altra parte della terra.. tu nasci e vivi,nel mio mondo dei sogni..

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