Edizione Giugno 09

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  • Words: 21,218
  • Pages: 16
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il Giornale di Licata Mensile di Politica, Cultura, Economia e Sport Anno I - Numero 2 - Giugno 2009 - Reg. Trib. di Agrigento n° 284 del 24/26-03-2009 - Direttore Responsabile: Francesco Pira www.ilgiornaledilicata.it

PTL/OMF/PMP/679/08 20/06/08

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Editoriale Le tante spine di Angelo Graci

Una nuova amministrazione in una città depressa

RICICLATI.....

di Francesco Pira Tecnicamente lo chiamano il Graci Bis. Ma di veramente nuovo c'è pochissimo. Se volessimo parafrasare una pubblicità potremmo dire che sono lavati con Perlana. Sette mesi di attesa per vedere l'ingresso in giunta dell'ex difensore civico Gianni Peritore, l'ex assessore della giunta Saito, Peppe Arcieri, l'ex assessore della giunta Biondi, Franco La Perna e di Angelo Gambino, in predicato di diventare Dirigente del Distretto sanitario, poi battuto in corsa dal collega Racalbuto (anche lui Udc). E poi la conferma di quattro assessori del Graci Uno: Attisano, Zirafi, Mulè e Di Franco. Di questi due tecnici si sono messi la casacca da politici: Di Franco sponsorizzato dall'Udc e Attisano dalla corrente Alfano del Pdl. Al primo sono state ridimensionate le deleghe ed al secondo completamente cambiate. Ma diciamocelo o dicetevelo (come urla Fiorello quando imita il Ministro La Russa) per noi cittadini cosa è cambiato? Siamo certi che il male assoluto erano Felicia Termini, Armando Scala, il vice sindaco Ministeri o Claudio Morello? O ai cittadini gliene frega qualcosa di chi percepisce lo stipendio da assessore in Comune? Crediamo proprio di no. La paralisi che dallo scorso 16 dicembre c'è stata in Comune in attesa di un rimpasto o un azzeramento causerà danni irreparabili e non crediamo che nessun assessore nuovo o vecchio anche se dotato di poteri magici potrà risolvere. L'idea nobile di una giunta istituzionale per far entrare tutte le forze politiche presenti a palazzo di città è naufragata con un rimpasto che fa entrare un po di già visto vestito da nuovo. Certo non possiamo dare giudizi su quanto faranno i nuovi assessori, ma basta guardare la registrazione della trasmissione televisiva Opinioni, condotta dal Direttore di Licata Nuova tv e nostro opinionista, Giuseppe Patti, presenti tutti i nuovi e vecchi assessori per capire che nulla di nuovo c'è sotto il sole. Mi diceva pochi giorni fa un cittadino attento: “Sentivi il nuovo assessore alla sanità Gambino parlare della derratizzazione e vedevi accanto l'ex assessore Attisano, nuovo assessore allo sport, zitto come se lui non avesse fatto nulla e tutto andava bene. Oppure sentivi parlare di come si potrà aprire un monumento antico mentre non esiste da un anno nessuna politica culturale vera e questo La Perna lo sa perchè ha tradito Biondi per rimanere seduto, anzi è stato promosso vice sindaco”. In effetti questa sensazione si coglie. Così come sentire in tv l'assessore al bilancio Gianni Peritore spiegarci che l'assessore regionale Michele Cimino ci darà un bel

C'è un'indagine dei Carabinieri sulla serata dedicata a Rosa Balistreri organizzata ufficialmente dall'Associazione Limpiados, ma che poi ha visto la partecipazione di altre società e gruppi folk come candidamente è stato detto in una tv privata. Articoli, comunicati, videoregistrazioni, atti del Comune sul contributo di 4500 euro al Gruppo Limpiados saranno messi al setaccio dagli uomini della Stazione di Licata dell'Arma dei Carabinieri che vogliono vederci chiaro e faranno rapporto alla magistratura su quanto è accaduto. Oltre a quanto era stato scritto dal nostro giornale e detto in televisione la serata organizzata per ricordare Rosa Balistreri con un fantomatico Premio Internazionale, peraltro rifiutato da Francesco Giunta e da Calogero Carità, il primo è venuto a Licata e l'ha lasciato al Sindaco Angelo Graci, il secondo non si era detto

Nei giorni scorsi l'ex sindaco Angelo Biondi ha diffuso un documento, pubblicato anche sul suo sito personale, in cui riferiva alcune circostanze del passato su personaggi che oggi si atteggiano a censori e grandi giudici della vita sociale di Licata che fanno tremare i polsi a chiunque. Persone che incautamente, ma strategicamente, hanno dato notizie in televisione additando, come se fossero delinquenti, persone perbene facendo intendere che già quasi un giudizio era stato espresso dalla magistratura, hanno invece un passato, diciamo così turbolento. Abbiamo letto attentamente la lettera di Biondi e ci siamo procurati la sentenza di cui parla (è nelle prerogative del giornalista anche salvaguardare dalla legge sulla privacy) e davvero ci tremano i polsi. Chi ha un passato non cristallino non dovrebbe parlare a sproposito o fare

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Licata sui media nazionali, ma abbiamo fatto brutta figura

di Giuseppe Patti Nelle ultime settimane la città di Licata è balzata agli onori della cronaca per tre fatti diversi tra loro ma che hanno solleticato l’interesse anche morboso dei media nazionali. Come se nel giro di pochi giorni Licata fosse diventata il centro del mondo, in negativo però. Il primo fatto che ha provocato i pruriti di mezza Italia, la lite tra i vicini di casa per una faccenda legata alle performance sessuali troppo esplicite di una giovane coppia. Tutti a chiederci chi fossero i due, dove fosse la casa del peccato, tutti a parlarne e, ovviamente, l’attenzione dei media nazionali e locali per quella che era una non notizia e che è stata invece sbattuta in faccia all’opinione pubblica con ricchezza di particolari, foto o riprese televisive della strada del peccato e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo deciso di sottrarci a questo gioco al massacro e non abbiamo voluto mettere in piazza i

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I Carabinieri aprono un'indagine sulla serata al Teatro "Re" per Rosa Balistreri di Gennaro De Marco

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- Edizione Giugno 2009

Interventi - lettere - mail - sms

L’intervento (1)

il Giornale di Licata

L’intervento (2)

È NATO IL GRACI BIS! di Angelo Biondi Dopo mesi di difficile gestazione è nata la nuova “Giunta Graci”, forte di una rinnovata maggioranza politica che vede coinvolti 26 Consiglieri Comunali su 30, in rappresentanza di tutte le correnti del neonato PDL e della componente locale UDC. Forse qualcuno si aspettava una soluzione diversa, magari la composizione di una forte squadra assessoriale sulla base di precisi e chiari punti programmatici; qualcun altro non avrà forse gradito il modo improvvisaticcio, contraddittorio e un po' guascone del Sindaco Graci, nell'affrontare e gestire la crisi politica che ha paralizzato la sua azione amministrativa e la città. In ogni caso alla fine, il Sindaco Graci, è riuscito a nominare un nuovo esecutivo in cui tutti i componenti, pur mantenendo ben 4 assessori della squadra originaria, sono ora rappresentanti e referenti di precisi gruppi consiliari e di eminenti personaggi politici regionali e nazionali. Basterà tutto ciò? Ora che Alfano, Cimino, Scalia, Fontana, Gentile, Bosco, Cuffaro e Cascio, hanno i loro uomini in giunta, troveranno il tempo, la voglia e soprattutto le risorse per soddisfare i bisogni dei licatesi? Non ci resta che aspettare per vedere cosa accadrà. Per parte mia, auguro, nell'interesse della città, che questa travagliata soluzione politica possa dare alla sindacatura Graci, l'auspicato slancio e la necessaria concretezza ad un azione amministrativa che, di fatto, non è mai iniziata. Nello stesso tempo voglio invitare la nuova Amministrazione, i Consiglieri e i rappresentanti dei partiti che la sostengono, a calarsi nel difficile ruolo di chi si è assunto la responsabilità di governare la città, cercando di dare risposte alla gente, senza cercare alibi addossando colpe a chi li ha preceduti. Cominciando col non cedere alla tentazione di voler giustificare il paventato consistente aumento della T.A.R.S.U. con l'assurda motivazione che “se la nuova Giunta Graci sarà costretta ad aumentare, di più del doppio, la tassa sui rifiuti è solo perché chi amministrava in precedenza non ha provveduto negli anni ad aumentare gradatamente tale tributo”. Tesi, già velatamente annunciata nella risposta del Sindaco

ad un'interrogazione fortemente critica presentata dal gruppo UDC prima dell'ingresso in Giunta, e fatta propria, dopo l'entrata in amministrazione, dal capogruppo Piero Santoro durante una trasmissione televisiva. Risposte e ragionamenti che mi hanno fatto sorgere il legittimo sospetto: “ Vuoi vedere che anche “questa” la vogliono scaricare sulla mia amministrazione”? A chi si occupa di politica non può fare meraviglia il fatto che parecchie cose sono viste e giudicate in maniera diametralmente opposta a seconda se si è maggioranza o opposizione; ma non potrà mai finire di stupire la disinvoltura di certa politica sempre pronta a scaricare sugli altri le responsabilità delle scelte difficili ed impopolari, e non facendosi mai sfuggire l'occasione per attribuirsi quelle positive, anche quando non si ha merito. Ecco perché, prima che tale tesi diventi un nuovo ritornello per l'attuale maggioranza, tengo a precisare che durante la mia gestione non è stato mai previsto un aumento della tassa sulla spazzatura perché tale aumento non si era reso necessario, in quanto il tributo a carico dei cittadini copriva la quota minima del 50%, previsto dalla norma e perché si erano posti in essere gli atti e le azioni necessarie ad aumentare l'introito della T.A.R.S.U. attraverso il recupero dell'evasione e dell'elusione. Come sarebbe apprezzabile non sentire più il Sindaco fare continuo riferimento alla disastrosa situazione debitoria ereditata per giustificare 10 mesi di paralisi politico-amministrativa, frutto di tanta inesperienza e delle continue faide intestine di bassa politica. E' da parecchi anni che i bilanci dei Comuni sono ridotti all'osso, ma chi ha avuto la responsabilità di amministrare, secondo la propria sensibilità e visione delle priorità, ha fatto le scelte che ha ritenuto più giuste. Senza cercare giustificazioni o rifugio nelle difficili eredità ricevute. Il sottoscritto resta comunque, sempre pronto ad un confronto con chiunque, della vecchia o della nuova maggioranza, atti alla mano, voglia chiarire ai cittadini, la reale situazione finanziaria del nostro Comune e quali sono questi debiti di cui troppo spesso si parla.

segue dalla prima pagina “una nuova amministrazione...” gruzzoletto per sistemare i conti adesso che lui, della sua corrente, è seduto a Palazzo. Mentre scriviamo, il Presidente della Regione, Lombardo, ha azzerato gli assessorati e non sappiamo come finirà la crisi di governo. E quindi il gruzzoletto non sappiamo se mai arriverà. E questo in una città che è depressa. Licata non trova la forza per rialzare la testa. E non servono le manifestazioni di buona volontà. Il simbolo della paralisi è il porto turistico. Circolano annunci di vendita di questa struttura anche su internet. Non si capisce cosa accadrà. Anche quest'anno sentiremo ripetere che ci saranno pronti i moli per le imbarcazioni così come lo avevamo sentito nel 2007 e nel 2008. Il Geometra Geraci ci auguriamo ci dica prima o poi cosa vuole fare. L'estate sarà calda ma l'autunno si preannuncia disastroso. Le famiglie sono al collasso e non riusciamo ancora a cogliere le proposte vere del sindaco Angelo Graci e della sua squadra. In consiglio Titta Platamone e Angelo Iacona dell'MPA, Gabriele Iapichino del Pd e Angelo Rinascente di Licata nel cuore hanno annunciato che faranno battaglia. Il presidente del Consiglio Angelo Vincenti e sei consiglieri vicini a lui sono incazzati perchè Graci non gli ha dato un assessorato e pur facendo finta di stare in maggioranza firmano

interrogazioni e lanciano accuse. Ma la partita si giocherà adesso sulle nomine di sottogoverno. I nuovi partiti entrati, pezzi del Pdl e Udc, rivendicano altri posti e poi ci sono quelli che sono rimasti fuori dalla giunta. La città non si appassiona a questo teatrino della politica. Ma ribadiamo è depressa. Il rischio grosso che si corre è l'acuirsi di una situazione difficile a livello di ordine pubblico. Se non ci saranno risposte concrete ed immediate da parte della nuova giunta comunale si rischia di perdere il controllo sociale. Per questo chiediamo al Sindaco Angelo Graci di riferire al più presto le cose che ha fatto in un anno e quelle che vuole fare per questo scorcio del 2009 e nel 2010. Sempre che la situazione politica non imploda e che chi oggi sostiene il sindaco Graci, comodamente seduto su una poltrona, domani non ci spieghi che occorre trovare una nuova soluzione. Ci sono soggetti capaci e pronti a far questo e Angelo Biondi ne sa qualcosa. Non ci resta che attendere, capire e poi giudicare. C'è chi dice che occorre far vincere l'ottimismo della volontà contro il pessimismo della ragione. E' un esercizio difficile perchè la pazienza i licatesi, abitanti di una città depressa, la stanno perdendo. Francesco Pira

OCCORRE CAMBIARE LA NOSTRA SOCIETÀ SE SI VUOLE LAVORARE A UNO SVILUPPO POSSIBILE di Nico Lombardo Spesso il mancato sviluppo sociale, culturale, economico e politico del Sud e conseguentemente anche del nostro Paese si imputa a una cattiva e scellerata politica. Questo è in parte vero, ma non basta a giustificare il sottosviluppo in cui viviamo. Riflettendo bene e facendo un'analisi più approfondita della situazione, bisogna dire che buona parte della nostra società si caratterizza per la mancanza di reazione all'arretratezza, per un'avversità allo spirito di comunità e per una cronica mancanza di senso civico. Nel caso specifico facendo riferimento alla nostra amata Città potremmo quindi dire, senza paura di essere smentiti, che ogni Popolo si merita il Governo che ha. In pratica il cittadino manifesta un difetto fondamentale che è quello che si mostra disposto a collaborare dietro un tornaconto immediato e personale o suo o del suo ristretto nucleo familiare. Non mancano anche altri ostacoli allo sviluppo che sono la povertà, aggravata da questa nuova grande crisi economica, l'ignoranza e una struttura sociale che taglia fuori le persone che hanno intenzione di spendersi per il bene comune. Tornando allo sviluppo possibile giusto sarebbe che finalmente la vera Politica facesse la sua parte in maniera concreta investendo in infrastrutture, favorendo una fiscalità di favore, garantendo la legalità e un'istruzione professionale di primo ordine soprattutto in campo industriale e agronomico. Ma altrettanto giusto sarebbe che la nostra società si muovesse verso la modernità, la cultura o più modestamente nelle qualità delle relazioni sociali e nella convinzione che la cooperazione e il senso dell'altruismo sono fondamentali per uscire dall'arretratezza che ci caratterizza. Nei paesi democratici ricordava il filosofo Alexis de Tocqueville “la scienza dell'associazione è la scienza madre ed è quella dalla quale dipende il progresso di tutte le altre”.

FATISCENTE IL MIO PAESELLO Gentile Direttore Pira, sono circa 10 anni che sono tornato a Licata, mi sono sposato ho comprato casa ed ho avuto un bellissimo figlio, ho 2 macchine, cosa cerco di più visto che ho anche un lavoro? Questo dicono i miei compaesani, ma io non ne posso più di vivere in una città cosi' sporca e pericolosa per la nostra salute e soprattutto per la salute dei più piccoli e qui penso a mio figlio che non gli manca niente, ma non e' cosi', gli manca la sicurezza di vivere in un paese sano. Non e' ancora iniziata la stagione estiva e già siamo in preda al panico, zanzare che lo pungono dappertutto, insetti di tutti i tipi e le specie, scarafaggi davanti il portone d'ingresso e anche in casa. Spazzatura ovunque, inoltre dobbiamo sopportare anche il fetore di melma che ormai e' diventato un nostro vicino di casa. Non si può giocare con l'incolumità della gente e soprattutto dei bambini che oltre a non avere nessun parco giochi sono costretti a vivere con la paura che un insetto o zecca che sia possa...! Basta voglio vivere in una città pulita. Puoi avere tutto, ma tutto e' niente se vivi da terzo mondo. Ciao e scusate non era un discorso preparato ma dettato dalla rabbia di vedere ancora una volta il bimbo preso di mira dalle zanzare. Fatiscente e' questo il nome del mio paesello. Angelo Amato

Invito per i nostri lettori

VENERDÌ, 12 GIUGNO 2009 ORE 18,00 Dopo il saluto di: Angelo Graci (Sindaco di Licata), Michele Costanzo (Dir. Gen. Banca Popolare Sant'Angelo), Santina Vincenti (Presidente UniTrè) e Angelo Carità (Presidente Pro Loco Licata)

Don Fortunato Di Noto- Parroco, Presidente Associazione Meter Vincenzo Pace, Dirigente Scolastico Istituto "F. Giorgio" Viviana Giglia Educatrice --------------------------------Presentano

GIOCHI E VIDEGIOCHI DAL NASCONDINO ALLA CONSOLE (Bonanno Editore)

di Francesco Pira e Vincenzo Marrali ------------------------------------Coordina:

Giuseppe Patti Direttore Licata Nuova Tv Banca Popolare Sant'Angelo Corso Vittorio Emanuele, 10 92027 Licata (Agrigento)

Saranno presenti gli autori

il Giornale di Licata

Edizione Giugno 2009 -

SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA

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La Città

- Edizione Giugno 2009

il Giornale di Licata

Turismo a Licata, ma di che tipo?

S.O.S.: BUTTIAMO UN SALVAGENTE AD UNA CITTA' CHE AFFONDA

COS'E' IL TURISMO ACCESSIBILE?

UN APPELLO SPASSIONATO PER AIUTARE LICATA

di Viviana Giglia

di Lorenzo Peritore

“Licata cancellata dalla Bit di Milano”, “Licata sparisce dai depliant turistici della provincia di Agrigento e poi, come per incanto riappare”. Beh, proprio queste sono state le notizie sul turismo degli ultimi mesi. C'è comunque da sottolineare una nota positiva, cioè la promozione di iniziative volte alla valorizzazione del nostro territorio, da parte di imprenditori e associazioni. Molto gradita la visita alla “Grancela” organizzata dall'associazione PROGRESSO LICATA. Ma chi può partecipare a visite ed escursioni? La stragrande maggioranza degli itinerari, spiagge e ciò che concerne il patrimonio culturale della nostra ricca cittadina è pensato solo per alcune persone( quelle su due gambe) escludendo altre pur avendo pari diritti ed interessi. Turismo cosa significa. Il turismo non è altro che quell'attività propria di chi viaggia per vedere posti distanti dalla sede della propria abitazione semplicemente per motivi di piacere. I turisti chi sono? L'Organizzazione Mondiale del Turismo ha definito turista “colui che si trattiene più di una notte ma meno di un anno lontano dalla propria casa per svagarsi, trascorrere una vacanza o un periodo di riposo, sbrigare degli affari, sottoporsi a cure, fare visita a qualche familiare, intraprendere un pellegrinaggio religioso” definizione questa che si basa su un'ampia categoria di persone e non esclude nessuno. Esiste già in Sicilia un albo regionale del TURISMO SOCIALE e , indovinate? Licata non risulta in nessun itinerario, ma è presente nell'elenco dei villaggi attrezzati grazie al Serenusa. In pratica il mio paese nel 2009 vive ancora, per molti versi, nel Medio Evo. Ma scusate, i licatesi sanno cos'è il turismo accessibile? Per turismo accessibile si intende l'insieme di servizi e strutture in grado di permettere a persone con esigenze speciali la fruizione della vacanza e del tempo libero senza ostacoli e difficoltà. Parliamo di: anziani, persone con disabilità e persone con esigenze dietetiche o con problemi di allergie che necessitano di particolari comodità ed agevolazioni per la pratica del viaggiare. Esiste già alla Poliscia un lido attrezzato e per l'estate 2009 un altro sarà pronto in zona Torre Santa Nicola. Ma esistono persone che si rendono conto delle necessità di tutti, rispondendo alla domanda, in continuo aumento, del turismo accessibile? Perché Licata non riesce ad avere una mentalità aperta a 360°? E' possibile valorizzare il nostro patrimonio rendendolo accessibile, mancano i soggetti si interessino affinché questo sia possibile. “Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti”. (Italo Calvino - Le città invisibili)

Che Licata sia nella morsa del disagio e del degrado non è un mistero. Che non ci sia metro quadro di città che non esponga segni di sporcizia lo vediamo tutti, tranne la Dedalo. Panchine divelte, vasi infranti, erba che cresce spontanea dove si annida tanta spazzatura e discariche abusive nella periferia sono il nostro allucinante biglietto da visita. Anche il degrado socioeconomico che fa agonizzare il commercio, l'artigianato, l'agricoltura, la pesca, il turismo e altre attività è altissimo. In situazioni così è facile scaricare le responsabilità al sindaco, farne il capro espiatorio e addossargli pure le colpe di altri. Ma ciò che oggi serve non è tanto scoprire di chi sono le colpe quanto provare a praticare la respirazione bocca a bocca a una città che sta morendo. E in questa babele è apparsa tutta la difficoltà di Angelo Graci, il quale, dopo quasi un anno di calvario e di linciaggio mediatico, non avendo trovato le giuste terapie per guarire cotanto malessere, ha dovuto effettuare il rimpasto che altro non è che la vomitevole spartizione delle poltrone e del potere che la politica ha adottato ormai come regola fissa. Mi è difficile pensare che i quattro nuovi assessori partoriti dagli accordi dettati dalla cancrena della politica e che rispetto ai predecessori non sono né maghi, né scienziati, né esseri superiori, abbiano reali possibilità di apportare radicali cambiamenti. Nella attesa che il tempo dia le sue risposte, mi auguro positive, non sarò certo io, tramite questo giornale, a dare giudizi precipitosi o a fare profezie e sputare lugubri sentenze. Non è maniera che condivido quella di usare un organo d'informazione per attaccare un Sindaco, per accusarlo, per ingiuriarlo o per offenderlo tacciandolo di incapacità e di inettitudine. Non farò proseliti, non organizzerò scioperi, non mi intitolerò crociate e non proporrò raccolte di firme per destituirlo e mandarlo a casa. Le insurrezioni non portano a nulla e Licata, in merito, ha scritto una luttuosa pagina il 5 luglio del 1960, che chi è “licatese di Licata ”, e ha una certa età, ricorderà molto bene. Che cosa ne sanno i forestieri che si spacciano per licatesi di questa amara storia consumatasi 49 anni fa? Userò invece questo giornale come la libertà di stampa impone e cioè facendo uso di essa in modo corretto, con educazione e civiltà, a garanzia della democrazia e nel rispetto reciproco tra ogni essere umano. Non userò mai un organo di stampa in modo indiscriminato per offendere e attaccare l'onorabilità e il prestigio delle persone. Per ciò che mi riguarda posseggo quella maturità e quella onestà intellettuale, e non solo quella, che mi hanno permesso, alla luce dei risultati scaturiti da una consultazione elettorale più che legittima, di prendere atto che Graci è il sindaco di Licata e di conseguenza, anche se non l'ho votato, pure il mio sindaco. Non ho interessi che mi inducono a tifare per lui o a remargli contro, ho solo l'interesse e il desiderio che egli amministri saggiamente per il bene di Licata e di tutti coloro che vi abitiamo. Ma l'aria che tira a Licata e gli attacchi e le ingiurie che Angelo Graci Sindaco e Angelo Graci uomo ha ricevuto e continua a ricevere giornalmente, non gli consentono di amministrare con serenità. Se poi aggiungiamo l'accerchiamento praticato da coloro che gli stanno attorno solo per meschini e squallidi obiettivi personali, le cose precipitano ancora di più. Io userò allora questo giornale per rivolgere a tutti i miei concittadini un messaggio distensivo che inviti al dialogo civile, sereno e costruttivo. Ritornando al titolo di questo articolo desidero lanciare il mio appello a tutti i licatesi, e sottolineo licatesi, che amano Licata e desiderano spendersi gratuitamente, senza stipendi, senza gettoni, senza fare ricatti, senza chiedere posti di lavoro per i familiari e senza sperare benefici ad personam. E' necessario, specie nella consapevolezza della scarsa incisività della nostra amministrazione, porgere in modo spassionato un'ancora di salvezza a una città, che come una nave in balia delle onde si dirige verso gli scogli, si sta dirigendo verso il baratro alla mercé dell'invidia, del qualunquismo, dell'illegalità e di chi a Licata della politica ne ha fatto una sorta di pirateria per raggiungere in modo sfrontato vantaggi personali. Faccio allora appello ai licatesi che si vogliono impegnare per la città senza chiedere nulla in cambio. Mi rivolgo ai giovani, ai pensionati, ai liberi professionisti, agli intellettuali e a coloro che vogliono dedicare un po' di tempo alla propria comunità. Mettiamoci insieme, diamo la nostra disponibilità per ciò che siamo capaci di fare, forti delle esperienze lavorative maturate e in rapporto alle capacità e alle peculiarità di ognuno di noi e aiutiamo Licata ad invertire rotta per evitare che in balia dell'immobilismo, dell'invidia, dell'abulia e del ricatto continuo, faccia rotta di collisione verso il baratro. Mi piacerebbe, rimanendo, però fuori dai metodi clientelari della politica pappona, da libero cittadino, offrire una mano alla città che amo tantissimo, per aiutarla ad uscire dal torpore e a ridisegnare il suo futuro. Un anonimo scrisse: “Ogni mano, per quanto piccola, lascia un'impronta nel mondo”. Vorrei anche io, assieme altri “licatesi veri” che volessero raccogliere questo grido d'allarme, dare una mano affinché Licata provi a riprendersi.

DALLA MOLLARELLA AL PISCIOTTO… ...UNA COSTA “VIOLENTATA”

RIMPASTI E AZZERAMENTI di Lorenzo Peritore

di Silvia Antona La natura lo avrebbe voluto meraviglioso il tratto di costa che si estende dal bacino della Mollarella al Pisciotto, passando per la scogliera della Poliscia e le misconosciute spiaggette poste ai piedi della Torre di San Nicola. Un litorale che farebbe invidia a qualsiasi città, una lunga matassa di insenature che potrebbe rappresentare la primaria fonte di ispirazione per il più sensibile paesaggista, un gioiello di valore inestimabile che tuttavia i licatesi non sembrano voler custodire con gelosia. Che la costa potrebbe rappresentare un'inesauribile fonte di ricchezza per la nostra economia tutti lo sanno e si ammette per di più senza riserve, ma cosa fanno i licatesi per valorizzare il proprio patrimonio? Lo violentano! Perdonate se prendo in prestito un verbo tanto caro a Vittorio Sgarbi, ma non mi sovviene altra forma verbale per descrivere realisticamente quanto è fatto ai danni della nostra costa. Pur prendendo atto del fatto che né il Comune né la Provincia abbiano mai provveduto a valorizzare il patrimonio della città né ad attuare interventi di promozione turistica che risultassero concretamente efficaci a fare di Licata un'agognata meta turistica, il mio primo monito si rivolge tuttavia ai licatesi. Mi rivolgo a quanti, consumata una pizza e una birra in riva al mare, gettano poi il cartone e la bottiglia direttamente sulla sabbia; mi rivolgo a quanti, una volta pulito il giardino della propria villetta, gettano poi le erbacce accanto ai

Lutto per l’Architetto Morreale

Ciao Giacomino...

Scrivere di qualcuno che ci lascia per sempre non è mai facile, se poi si tratta di un amico e collega diventa ancora più difficile. Penso, in realtà, che le persone care non ci lasciano mai veramente, le porti dentro, risposti nella mente e nel cuore e sai che nei momenti più difficili, ma anche nei più belli, saranno sempre con te. Giacomo, o Giacomino come lo chiamavamo noi colleghi, è sicuramente nel cuore di tutti noi…e nei nostri ricordi. I miei ricordi di Giacomino, non sono molto recenti, comunque legati ad un periodo molto sereno, spensierato, se vogliamo; legato agli anni universitari. In una facoltà affollatissima come quella di architettura era facile sentirsi un pesce fuor d'acqua, i primi giorni e forse anche i primi mesi, però ricordo alcune persone, che nonostante non fossero molto più grandi erano un riferimento, sapevi che per qualsiasi cosa avevi loro.

cassonetti, senza preoccuparsi nemmeno del probabile rischio di incendio che ne potrebbe derivare. Altro che sabbia finissima e dorata, se fate una passeggiata al Pisciotto o alla Mollarella troverete sempre in qualche angolo un immondezzaio a cielo aperto fatto di bottiglie di vetro, travi di legno bruciate, pezzi di cartone e persino sanitari, materiale edile e lastre di amianto. A rendere il tutto ancora più obbrobrioso ci sono poi i tubi di scarico abusivi, i cassonetti bruciati e gli schizzi vandalici sui muretti. Tutto questo non credo che dipenda da questo o da quell'amministratore, quanto piuttosto dalla mancanza di senso civico che a Licata sembra aver ormai contagiato tantissime persone. E' verissimo che gli accessi al mare vengono annualmente realizzati dagli imprenditori privati e non dal Comune; è altrettanto vero che nessuno si preoccupa di ristrutturare le strade che nel corso dell'inverno sono franate tanto nei pressi della Torre S. Nicola quanto alla Rocca; è giustissimo osservare che nessuno è intervenuto per sistemare i cavi dell'elettricità da oltre un anno penzolanti lungo la strada di accesso alla spiaggia del Pisciotto…Però prima di tutto, prima di puntare il dito contro gli altri, dovremmo farci tutti un bell' esame di coscienza e chiederci perché chi viene a Licata si lamenta poi che le spiagge sono sporche..

Giacomo era tra questi. Io e Irene eravamo “le matricole” loro entravano al secondo anno, non era molta la differenza, però Giacomino Morreale, Pino Antona, Enzo Alaimo, Angelo Sirone…erano i “più grandi”. Giacomino, fra tutti, era il più rassicurante... d'acchito non riuscivi mai ad intuire quali potevano essere le sue reazioni, poi gli chiedevi qualsiasi cosa e scoprivi una persona molto disponibile. E dolce, ma di una dolcezza che non è mai troppo scontata. E poi era divertentissimo…Potrei raccontare un'infinità di aneddoti… ma credo che anche da lassù potrà farsi una bella risata se provo a ricordargli gli esami di tecnologia con la prof. Vitali! Ciao Giacomino…Noi non abbiamo bisogno di ricordarti, sei sempre con noi. Con Leandra, tua moglie, una mia carissima collega, i tuoi figli, i tuoi genitori, tuo fratello e tutti (e sono davvero tanti) quelli che non hanno mai smesso di volerti bene! Antonella Cammilleri Alla famiglia Morreale le condoglianze del Direttore Pira e di tutto il Giornale di Licata

E’ morto Tano Cardella E' morto nei giorni scorsi il titolare del ristorante "Logico", Tano Cardella, una delle figure storiche del mondo dei ristoratori licatesi. Siamo vicini alla famiglia, alla moglie, ai figli, alle nuore, ai generi, ai nipoti, alle sorelle ed ai fratelli. Giungano a tutti i familiari le condoglianze del Direttore, Francesco Pira, della MediaItalia Edizioni, e di tutti gli opinionisti e collaboratori del nostro giornale.

Si è parlato per sei mesi, se n'è fatto un teatrino annunciando azzeramenti rimpasto e rimpastino. Si è giunti fino a Maggio aspettando qualche aiuto finché dopo Sant'Angelo il miracolo è avvenuto. Il tredici maggio apparve Maria ai tre pastorelli in cova d'Iria, il tredici maggio invece a Licata metà della giunta è stata trombata. Di regola nella vita io non sono un pessimista però la realtà non la perdo mai di vista Mi è difficile pensare che un quartetto di assessori da un malanno terminale ci riesca a tirar fuori Mi pare che gli Assessori da poco nominati non siano premi Nobel tantomeno che scienziati. E poi non credo affatto che la Giunta rimpastata come obiettivo abbia solo il bene di Licata! Ma son certo che il rimpasto porterà anche cose buone, soprattutto agli Assessori che hanno avuto le poltrone.

La Città

il Giornale di Licata

Edizione Giugno 2009 -

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La Cooperativa Sociale, di cui è responsabile, Nunzia Ingiaimo si occupa di persone con particolari patologie e non possono rimanere in famiglia

Grido d'allarme dell'associazione Arcobaleno: “Il Comune dal 2008 non paga i nostri servizi” In via Martiti della Libertà all'angolo di via Fondachello c'è una struttura che in pochi immaginano. E' quella gestita dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno,

presieduta da Angelo Magliarisi, che si occupa di persone che hanno disabilità fisica, soggetti che hanno particolari patologie e non possono stare in famiglia. La responsabile è Nunzia Ingiaimo una donna coraggiosa e piena di buona volontà che giorno dopo giorno garantisce serenità

a persone con pro-blemi fisici e mentali e che può disporre di un'equipe di alto livello costituita da: un animatore socio culturale, un assistente sociale, una psicologa, una pedagogista, un educatore e un infermiere. Tutte persone che rischiano di non poter percepire più un euro perchè il Comune di Licata dal 2008 non paga le prestazioni e naturalmente non lo ha fatto per tutto il 2009. Al contrario di altri comuni del nisseno o anche dell'agrigentino che possono contare sulla Cooperativa Arcobaleno e pagano regolarmente. “La comunità alloggio Arcobaleno ci spiega una delle operatrici Linda Modica - è una risposta positiva all'emarginazione di tante persone che altrimenti non avrebbero la possibilità di vivere spazi di socializzazzione e di relazione positiva con gli altri. La comunità permette al disabile psichico di vivere una vita più dignitosa e cerca di far fronte ai bisogni e alle richieste di vita autonoma delle persone con disabilità psichica”.

IGIENE MENTALE E RIFIUTI “BUCANO” LE CASSE COMUNALI di Vincenzo Montana Non ci sono soldi, abbiamo notevoli difficoltà economiche, questo è il comune denominatore di molte dichiarazioni rilasciate ai media dai vari politici comunali, Sindaco in testa. Ci si chiede naturalmente il perché di questa paralisi economico-finanziaria: la crisi che imperversa in questo periodo su tutta l'economia mondiale, colpendo più che mai i piccoli centri (in cui i soldi scarseggiano pure in tempi buoni), il famoso lodo Saiseb e i debiti accumulati, queste potrebbero essere le motivazioni cui di primo acchito si ricollegherebbe la malasorte economica. Potrebbero, ma pare che, verosimilmente, invece siano altri i fattori scottanti di questa febbre del mancato benessere. Licata spende troppi soldi per il reparto di igiene mentale e per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani come attestano anche le dichiarazioni di Giuseppe Attisano, neo assessore allo sport già alla sanità, il quale afferma che Licata se non avesse questi due fardelli corposi sarebbe una città facile da governare. I dati parlano chiaro e confermano tutto ciò. Licata purtroppo è una città dall'alto tasso di individui che soffrono di disturbi psichici senza dimenticare il sostegno che il comune elargisce in favore di ragazze madri, ex detenuti e famiglie con appurate difficoltà economiche o con un numero di prole superiore alle quattro unità. Sovvenzioni alle case di cura, pagamento di esperti qualificati che diano sostegno a tali individui in stato di necessità sono tutti fattori che alla lunga indebitano il comune che difficilmente riesce a far fronte a queste uscite inevitabili perché naturalmente obbligatorie per legge. La situazione è tutt'altro che rosea, desta preoccupazione anche e soprattutto per la sfaccettatura sociale della problematica. Sempre in numero crescente e sempre più giovani sono costretti a cure vertenti al recupero da disturbi psichici, di varia natura e varia soluzione. La demenza senile è la malattia degenerativa che colpisce di più e non solamente soggetti di terza età. E poi il capitolo delle ragazze madri che sembra poco presente, ma invece è fenomeno diffusissimo nella nostra comunità; ragazze spesso in età poco matura che necessitano di sostegno economico oltre che morale e talvolta purtroppo anche farmacologico. A tutto questo si unisce il problema cronico dei rifiuti o meglio lo smaltimento degli stessi che avviene attualmente presso la discarica della lontanissima Siculiana costando al comune un qualche cosa come 150.000euro al mese che sarebbero insostenibili anche per un bilancio da metropoli figuriamoci per una cittadina con meno di quarantamila residenti. Il progetto per la quarta vasca campobellese è divenuto esecutivo ora si deve mettere mano al portafogli per il finanziamento e quindi l'eventuale realizzazione che, di sicuro, lenirebbe in maniera sensibile il problema. Il comune non fa in tempo a versare una retta che subito la società “Dedalo Ambiente” bussa alla porta per ricevere la successiva. Urge trovare una soluzione per dare respiro ad un soffocante buco economico che grava sul bilancio comunale il quale si ritrova ridimensionato per altre spese con conseguente ripercussione negativa sul soggetto debole: il cittadino.

Una risposta utile ed importante. Ma il Comune tira la coperta ed è corta, sempre più corta e decide di non pagare questi servizi. “Lanciamo un appello ci dice la responsabile Ingiaimo al Comune affinchè queste prestazioni al più presto vengano pagate. Noi per fornire i servizi ci siamo indebitati e non possiamo continuare ad anticipare perchè si tratta di spese vive ed i nostri fornitori non aspettano. Non possiamo chiedere rateizzazioni per fare la spesa, comprare i prodotti”. I locali della comunità alloggio sono molto belli. Si sente l'odore di pulito. Si vede che il lavoro svolto da tutti gli addetti oltre che con molta passione è svolto anche con grande professionalità. “Chiediamo prosegue Linda Modica alla nostra città di aiutarci attraverso la donazione del 5 per mille attraverso al dichiarazione dei redditi. Tutti i cittadini che fanno il modello 730 o 740 possono indicare la nostra partita iva 02514710843 e dare

così un contributo a chi opera nel sociale e senza nessuno scopo di lucro”. Il nostro augurio è che al più presto il Comune di Licata provveda a fare i pagamenti. Sarebbe utile per gli amministratori conoscere da vicino questa splendida realtà come abbiamo fatto noi de “Il Giornale di Licata”. In città una stima non ufficiale conta circa 500 persone che hanno patologie e necessitano di un'assistenza come quella che può prestare al Cooperativa Arcobaleno. Eppure a volte la politica non si rende conto di queste realtà sociali complesse. Ci auguriamo di poter scrivere al più presto che i soldi sono arrivati e che in tanti a Licata hanno donato il 5 per mille per un'iniziativa meritoria come quella della Cooperativa Arcobaleno. Licata è una città solidale. Siamo fiduciosi. Da cittadini non possiamo che dire grazie per il lavoro svolto da queste persone che nobilitano le loro professioni.

Crescono a dismisura i divorzi a Licata

INSIEME AdiTE NON CI STO PIÙ Angela Amoroso Che il divorzio sia pratica comune anche a Licata è cosa risaputa, ma come si sviluppano, e chi riguardano non è dai più cosa nota, proprio per questo abbiamo deciso di fare una mini - inchiesta sul tema sentendo vari avvocati per capirne di più. Un punto fondamentale, ma anche il più delicato, che abbiamo deciso di trattare con l'Avvocato Ottavia Palumbo, è senz'altro la comunicazione della decisione presa da dare ai figli, coloro i quali subiscono passivamente la strada intrapresa dai loro genitori e che ne soffrono maggiormente, senza magari darlo a vedere. “Bisogna essere genitori intelligenti dice l'Avvocato Palumbo e fare in modo che nella prole non rimangono traumi o situazioni di

Avv. Angelo Balsamo

prova nei loro confronti. Il ruolo di padre o madre deve prescindere dalla coppia. E' opportuno quindi non denigrare l'atro coniuge in sua assenza, proprio per evitare di creare dissapori che potrebbero poi rovinare o ledere il rapporto del figlio, minore o maggiorenne, con entrambi i genitori: quest'ultimo non deve essere assolutamente intaccato dalla separazione” Ma quali coppie decidono di separarsi a Licata? Di questo aspetto abbiamo parlato con l'avvocato Tony Ragusa, il quale ci ha spiegato come anche le coppie consolidate a volte prendono la decisione di separarsi. “Sono le percentuali minori dice l'Avvocato Ragusa in quanto il più delle volte sono

Avv. Ottavia Palumbo

favoreggiamento nei confronti di uno e dell'altro coniuge. Non trovare più ragione per mantenere un rapporto di coppia quasi mai è proporzionale al rapporto con i figli e all'amore che si

Avv. Tony Ragusa

le coppie più “giovani” a rivolgersi a noi avvocati per praticare le pratiche di divorzio; tuttavia ci sono anche quei casi in cui le coppie più “mature” si separano, soprattutto se ormai i loro figli

sono adulti, non abitano più con loro, e quindi all'interno del legame di coppia non si trovano più le motivazioni per andare avanti. Se fino ad allora il collante erano i figli, una volta che quest'ultimi intraprendono la loro strada staccandosi dal nucleo familiare, a volte capita di non avere più quella “spinta” a strare insieme, e quindi la decisione di separarsi risulta essere la sola percorribile”. Ma le separazioni che riscontriamo nel nostro paese, oltre a verificarsi, tra diverse età, e quindi tra coppie più o meno consolidate, si presentano anche tra coppie all'interno delle quali si riscontrano diverse religioni o diverse etnie, come ci ha detto l'avvocato Angelo balsamo. “Anche a Licata riscontriamo il “fenomeno” delle separazioni multiculturali o multietniche, che avvengono soprattutto perché le differenze e le diversità prendono il sopravvento, e quindi - conclude l'Avvocato Balsamo l'altro coniuge sembra quasi diventare un estraneo”. Frequenti i casi, diverse le ragioni. Di certo è che quando non si arriva al punto di andare da un avvocato per procedere al divorzio “non c'è Dio che tenga”, si è al punto di non ritorno. Trovare un compromesso però, e non creare liti o forti malumori, stile “Guerra dei Roses”, sarebbe la soluzione migliore per tutti. Dopotutto si è stati una famiglia.

ALLA FESTA DELLA POLIZIA PREMIATI L'EX COMMISSARIO CARLO MOSSUTO E IL BRAVO ISPETTORE CAPO LICATESE ANGELO AMOROSO L'encomio solenne è giunto dai vertici per la brillante operazione antipedofilia “Silentes”

di Giuseppe Patti terra bellissima e disgraziata". Una terra che ha visto la morte di molti servitori dello stato, che ancora oggi, con immutato senso del dovere continuano il loro servizio nella lotta alla delinquenza per difendere Ispettore Angelo Amoroso tutti i cittadini. La manifestaNel suggestivo scenario zione è stata occasione per della Via Sacra si è svolta il fare il punto sui risultati nove maggio scorso la festa conseguiti tra il 2007 e il 2008 della Polizia, giunta ormai sul territorio di Agrigento, con alla sua 156ma celebra- le operazioni "Palma Import", zione. Centocinquantasei " M a r n a " , " S c i a c a l l o " , anni di lotta implacabile alla "Camaleonte", per citarne malavita in quella che solo alcune, vibrando duri Giovanni Falcone, di cui è c o l p i a l l a c r i m i n a l i t à ricorso ieri l'anniversario organizzata. Un'azione della morte, chiamava "una costante, energica e sempre

vicina al cittadino, come ha ricordato il prefetto Postiglione. "La polizia è al servizio della gente - ha dichiarato - e garantisce la sicurezza lavorando con intensità e passione. Abbiamo uomini di straordinaria capacità impegnati sia sul fronte della lotta alla mafia, alle devianze derivanti dalla sottocultura della violenza”. Durante le celebrazioni, un encomio solenne è stato conferito al Vice Questore aggiunto Carlo Mossuto e all'ispettore capo Angelo Amoroso con la seguente motivazione: ”Evidenziando elevate

capacità professionali ed acume investigativo, portavano a compimento un operazione di polizia giudiziaria che si concludeva con l'arresto di tre individui, responsabili di pedofilia”. Il riferimento è all'operazione “Silentes” che nella notte tra il quindici e il sedici aprile ha portato all'arresto di tre licatesi accusati di atti sessuali con minori di 14 anni, pedofilia e sfruttamento della prostituzione minorile. All’Ispettore Amoroso gli auguri sinceri de “il Giornale di Licata”

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- Edizione Giugno 2009

il Giornale di Licata

SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA

La Città

il Giornale di Licata

Edizione Giugno 2009 -

Riconoscimento all’azienda Quignones

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L'altra Licata Rubrica a cura di Luca Maniscalco

IL VINITALY PREMIA IL VINO LICATESE

Il ristorante licatese La Madia su “Business People”

di Daniele De Marco

Mi sono imbattuto per caso in una pubblicità positiva della nostra terra

Cari amici, diverse volte mi sono ritrovato a scrivere sull'imprenditoria locale, e spesso, chi mi legge avrà notato, che non scrivo con condivisione ed apprezzamento, ma questa volta è diverso perché posso parlare di aziende nostrane che emergono con determinazione sul mercato. Da una notte d'amore tra Zeus e Semele nacque Bacco Dionisio, che sul Monte Elicona (secondo la leggenda), trovata una vite, inventò il vino. Da adulto Bacco Dioniso, secondo la leggenda e il mito, viaggiò molto per il mondo, conquistò e fondò numerose città in cui diffuse il vino e la viticoltura, vino come bevanda, vino come inebriante, vino come arte. Di arte si parla, e di che altro si può parlare se si descrive un prodotto che deve rispettare svariate caratteristiche organolettiche, che è apprezzato per la corposità, per il colore, per l'odore, per il gusto, e perfino per il retro gusto, e considerando anche che oltre alla maestria di chi lo lavora, il vino, può essere influenzato da tantissimi fattori esterni…se non è arte questa

!!!! In periodi così oscuri per l'economia mondiale e soprattutto per la nostra siciliana che, a dire il vero, di luce non ne ha mai vista tanta è orgoglioso poter parlare di aziende che con determinazione e professiona-lità si affermano sempre più sul mercato. Frutto di tanto duro lavoro, frutto di anni e spesso vite intere spese alla dedizione di un lavoro che alla fine porta avanti la tradizione artistica che da tante generazioni si tramanda. Nella nostra piccola Licata due aziende da generazioni portano avanti questa tradizione, due aziende, Quignones e La Lumia che collezionano grandi soddisfazioni, tanti premi e riconoscimenti, due aziende che portano in alto il nome di Licata e che anche quest'anno hanno partecipato all'edizione del Vinitaly tenutasi a Verona dal 2 al 6 Aprile, dove ad aggiungersi ai già tanti riconoscimenti ottenuti, Quignones con il

“Largasìa” vino bianco fermo, si è aggiudicato l'ambito premio “Granmenzione”. La soddisfazione è tanta, altro non potrebbe per chi crede nel proprio lavoro e lo svolge come se fosse una missione, una missione che porta avanti le tradizioni e si proietta, grazie allo spirito sempre giovane e all'avanguardia, verso il futuro. Ed all'orgoglio dei produttori licatesi vogliamo aggiungere l'orgoglio dei Licatesi tutti che possono vantare un prodotto così buono ed apprezzato in tutto il mondo. Cari amici lettori spero che mi permettiate una riflessione, la frase più ripetuta da Bacco era “A chi non beve vino Dio neghi anche l'acqua”, forse che Bacco nel suo girovagare non è mai passato da Licata e quindi questa la causa della nostra storica carestia d'acqua. Allora amici, forza, tutti a bere vino … ma che sia solo di ottima qualità e soprattutto di aziende licatesi!!!

Il mondo è piccolo è un detto spesso utilizzato. Mi è capitato qualche giorno fa di rendermene conto. Vi racconto la mia piccola storia nell'ordine cronologico di come si sono svolti i fatti. Per motivi legati alla mia attività professionale (mi sto occupando della realizzazione del nuovo sito internet della rivista cinematografica “Best Movie”) ho avuto dei rapporti di lavoro con la casa editrice Editoriale Duesse. Questa casa editrice, oltre a pubblicare la rivista Best Movie, edita anche il mensile economico “Business People”. Durante uno degli incontri mi è capitato di sfogliare il numero di aprile di questa rivista economica (la seconda italiana per tiratura dopo “Milionarie”). Capisco dopo poche pagine di non essere una “business person” e quindi mi dedico alla lettura della rubrica “Italia da gustare” a firma del giornalista “Domenico Aliperto”. Nel numero in questione è trattato il gusto nella regione Sicilia. Tra un trafiletto dove si parla della palermitana Antica Focacceria San Francesco e un focus sul cioccolato modicano, vedo spiccare la foto di Pino Cuttaia e una didascalia in cui si dice “con la sua cucina ha fatto conoscere il ristorante La Madia di Licata in tutta Italia”. Questa menzione alla mia città non per fatti negativi legati alla malavita ma per eccellenze in un ambito nobile come l'arte

Sala del ristorante licatese

culinaria mi rende orgoglioso. Il pezzo dedicato alla Madia è quindi non troppo indirettamente una pubblicità per l'altra Licata, quella sana e lavoratrice. L'articolo che vi riporto contiene queste parole: “Semplicità è la parola d'ordine di una cucina che attinge alle ricchezze di un territorio splendido per le sue bellezze così come per i suoi sapori. Semplicità, a partire dal pane, sfornato in sette diverse varianti per accompagnare ricette che richiamano le storie d'infanzia dello chef: ne sono esempi il merluzzo affumicato alla pigna condito alla pizzaiola, gli gnocchi di seppia sulla crema di finocchio, la parmigiana di melanzane “del giorno dopo” e l'arancino al forno con la tisana di triglia fritta”. Il mio desiderio è quello di potervi raccontare sempre più spesso storie del genere che dimostrino come la nostra terra non rappresenti solo fenomeni mafiosi ma anche qualità e impegno virtuoso.

Il nostro direttore nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica dal Presidente Napolitano ha ricevuto l'attestato di benemerenza dell'Associazione Insigniti delle Onorificenze Cavalleresche

A FRANCESCO PIRA RICONOSCIMENTO ALLA FESTA DEL TRICOLORE DEI CAVALIERI DELL'ANIOC A consegnarlo il Vice Prefetto Vicario di Udine, il palermitano, Dottor Francesco Palazzolo

di Adalisa Piscopo

Il nostro direttore Pira riceve l’attestato di benemerenza dal vice Prefetto di Udine Palazzolo

Il nostro direttore, Francesco Pira, ha ricevuto l'attestato ed il distintivo di socio dell'Anioc, l'Associazione Italiana degli Insigniti delle Onorificenze Cavalleresche, domenica 17 maggio 2009 nel corso di un'affollata cerimonia a Remanzacco )Udine(, cui hanno presenziato il Vice Prefetto Vicario di Udine, Dottor Francesco Palazzolo, Il Delegato Provinciale dell'Anioc, Dottor cav. Lauro Moretti, l'assessore all'efficacia organizzativa del Comune di Udine, Chiara Franceschini, l'assessore al lavoro della Provincia di Udine, Adriano Piuzzi, ed il sindaco di Remanzacco Dario Angeli, ed il responsabile provinciale dei Maestri del Lavoro, Commendatore Mario Caporali e il Consigliere della Regione Friuli Venezia Giulia Franco Iacop. Pira lo scorso luglio 2008 è stato nominato Cavaliere

dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana con decreto del Presidente On. Giorgio Napolitano, e il diploma di benemerenza gli è stato consegnato lo scorso dicembre 2008 nel corso di una cerimonia in Prefettura ad Agrigento, dove sua Eccellenza il Prefetto, Dottor Umberto Postiglione ha avuto parole di elogio per la sua attività sia di docente e ricercatore, che di giornalista e scrittore che ha spinto il Presidente della Repubblica a concedergli l'onorificenza, a soli 43 anni per la sua attività di ricerca e giornalistica. A consegnare l'attestato di benemerenza il Vice Prefetto Palazzolo, palermitano. "I Cavalieri della Repubblica -ha affermato Palazzolo - sono persone che hanno reso e rendono un servizio importante al nostro

5 Maggio: Parcheggi violati di Viviana Giglia Nel mese di Marzo, sono stati istituiti a Licata dei nuovi posti riservati ai portatori di handicap motori, giustamente, in prossimità dei plessi scolastici ed in altre zone del paese dove effettivamente mancavano. Adesso, più che mai, si sta cercando di “ educare” gli automobilisti al rispetto delle leggi vigenti sul codice della strada nel rispetto di tutti. Però, ci voleva che qualcuno, che vive certe problematiche, evidenziasse tale senso di inciviltà per far in modo che chi di competenza intervenisse? L'articolo 381 del regolamento di attuazione del codice della strada e successive modificazioni consente alle persone invalide con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta di ottenere il cosiddetto "contrassegno invalidi" e prevede, inoltre, che il Sindaco, con propria ordinanza, nei casi in cui ricorrono particolari condizioni di disabilità, possa assegnare a titolo gratuito un adeguato spazio di sosta individuato da apposita segnaletica indicante gli estremi del "contrassegno invalidi" del soggetto autorizzato ad usufruirne. La sosta abusiva nei parcheggi riservati ai portatori di handicap costa cara agli automobilisti: 74 euro di multa e la decurtazione di 2 punti dalla patente. Al via multe a raffica a Licata, sia per le invasioni delle strisce gialle che, per i parcheggi selvaggi su scivoli e marciapiedi. Ma vi siete mai chiesti cosa accade durante i cinque giorni di fiera per le festività padronali di Maggio? Esiste una direttiva, pare da anni, ( o qualcosa di simile)a livello comunale secondo la quale, durante i giorni dedicati alla festività di Sant'Angelo a Maggio, tutte le strisce gialle decadono per dar spazio alle

bancarelle. La situazione sarebbe accettabile, se non fosse che esistono due tipi di posti riservati: PUBBLICI, per i quali basta avere il tesserino arancione e, quello ASSEGNATO, nel quale cartello segnaletico è indicato o il numero di pass(i contrassegni invalidi sono giustamente numerati) o la targa dell'auto. . Dov'è l'anomalia? Per avere il posto assegnato bisogna presentare una domandina e fare delle visite per accertamento dell'invalidità e, il necessario bisogno dell'assegnazione del parcheggio. Lo so non diventi proprietario del posto auto, ma, sinceramente non si capisce perché il comune affitta un posto che è assegnato per, ovvie ragioni certificate non pensando, vista l'esigenza, di assicurare in questi casi un posto provvisorio per 4 anzi 5 giorni di festa? E' una festività locale quindi tutte le attività continuano, ad eccezione del 5 Maggio, oppure chi ha l'esigenza di spostarsi per fisioterapie, visite o altro deve rimandare perchè se sposti l'auto poi al ritorno non trovi posto neanche a pagarlo? Un parcheggio irregolare può costare la reclusione fino a 4 anni. A dirlo (rectius: ribadirlo) è la Corte di Cassazione con la sentenza 16 maggio 2006 n°16571, che si colloca nel solco di una giurisprudenza che va consolidandosi e scrive un'altra pagina importante in materia di cd. atti emulativi della strada. Ma se il posto è revocato per una direttiva del comune per qualche giorno cosa succede? VUOI IL MIO POSTO? PRENDI IL MIO HANDICAP!

paese e per questo il Capo dello Stato ha voluto attribuire loro questo riconoscimento". Nel corso della stessa cerimonia hanno ricevuto gli attestati i Cavalieri Maurizio Calderari, Maria De Martin, Ennio Dorbol?, Renzo Lavia, Piero Maldarelli ed il Cavalier Ufficiale Abele Donda, generale degli Alpini che si è distinto durante il terremoto in Friuli Venezia Giulia. "Siamo orgogliosi di avere tra i nostri iscritti - ha detto il Delegato Provinciale di Udine dell'Anioc, Moretti - che insegna nella nostra Università di Udine e che è anche un apprezzato e bravo giornalista. Il vero Cavaliere si ispira all'ideale dell'uomo apostolo contrastando energicamente tutto ci? che è contro il bene dell'umana società, favorendo tutto ci? che è a vantaggio del progresso sociale ed il benessere della collettività". La

La “Via Crucis” una riflessione sulla vita di Nino Peritore La Via Crucis: un “viaggio penitenziale”, un pio esercizio che nella religione cristiana rievoca le varie tappe della passione di Gesù Cristo e che oggi sempre più è divenuta per i fedeli occasione di riflessione e revisione della propria vita. Dal Vaticano ove, com'è noto, la stessa funzione è solennemente officiata il Venerdì Santo ai luoghi sacri meta dei più frequenti pellegrinaggi, quali Lourdes, Fatima e Medjugorje, essa rappresenta un momento “forte” di preghiera avente lo scopo di purificare e liberare l'uomo dal peccato nel momento stesso in cui gli fa rivivere l'esperienza di sofferenza che fu di Cristo. Anche Licata vive, da tempo, questa pratica religiosa con profonda devozione. Nel corso della Quaresima, infatti, il predetto viaggio penitenziale è percorso più volte sia a livello parrocchiale ed interparrocchiale che a livello cittadino. Quest'anno, come già in precedenza avvenuto, prima le Parrocchie cittadine della zona Nord (Santa Barbara, B.M.V. di Loreto e B.M.V. delle 7 Spade) e poi quelle della zona Oltreponte (B.M.V. di Monserrato, S. Andrea, B.M.V. di Sabuci e San Giuseppe Maria Tomasi) hanno dato vita congiuntamente a funzioni della Via Crucis nei rispettivi quartieri di loro “giurisdizione”. Inoltre l'intera comunità ecclesiale licatese, il Lunedì Santo, si è unita in preghiera ripercorrendo le tappe del calvario di Gesù Cristo nella Via Crucis cittadina. La larga partecipazione di fedeli a tutte le sopracitate funzioni testimonia che è vivo nel popolo di Dio di Licata il sentimento di contrizione per i peccati e forte l'esigenza di riflessione sulla propria vita e salute spirituale e di rinnovamento interiore. L'auspicio è che questa ventata di freschezza spirituale vivifichi ed infervori l'intera comunità cittadina, suscitando atteggiamenti di generosità, carità e servizio al prossimo. La Via Crucis può considerarsi dunque simbolo della parabola dell'uomo di oggi come di ogni tempo, proiettato dalle tenebre del peccato alla luce della salvezza, della Resurrezione e della perfezione spirituale. La croce allora si trasfigura divenendo da mezzo di sofferenza a strumento di redenzione per l'uomo ed abbracciarla partecipando idealmente alla passione di Cristo diventa la via che conduce l'uomo stesso alla felicità. .Infine possiamo concludere facendo nostre le parole di una preghiera a Gesù che vive il momento della passione: "Signore Gesù, per noi crocifisso e risorto, donaci di essere i tuoi fedeli discepoli, capaci di seguirti nella via della croce e dell'amore. Rendici attenti alle necessità dei fratelli perchè in ogni situazione possiamo sempre portare i segni della speranza, della vita e della pace. Amen”.

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La Città

- Edizione Giugno 2009

il Giornale di Licata

L'ultima spiaggia licatese per gli extracomunitari irregolari Accordo di amicizia partenariato e cooperazione tra Italia e Libia di contrasto all'immigrazione clandestina nel Mar Mediterraneo di Elsa Carlino Gente fiduciosa, inconsapevole, in preda alla fame, alla povertà, che lascia tutto per dileguarsi e scappare dalla sua terra che probabilmente inizia a stargli un po' stretta. Si imbatte verso un viaggio gremito di speranza e che promette “demagogicamente” una vita migliore, una vita nuova. Un'oasi nel deserto dalla quale non tutti possono trarre beneficio abbeverandosi. Paradossalmente illusi e coscienti si adagiano senza tante pretese, quasi rassegnati, su una zattera, un gommone, nelle migliori delle ipotesi su un'inagibile e trasandata nave mercantile; consci tuttavia di non dover effettuare una traversata a cinque stelle si “accomodano” in qualche angolo dell'atipica imbarcazione, dove mancano le condizioni igienicosanitarie adeguate, augurandosi che il numero dei compagni di viaggio non superi il limite previsto ed auspicando ad un futuro più prospero e felice. Storie così lontane. Immagini. Scene da film e da TG. È invece una dolorosa realtà che ha reso spettatori diverse volte i licatesi. Risale al 18 aprile 2009 l'ultimo sbarco clandestino che è avvenuto sulle spiagge di Licata. Torre di Gaffe. La Polizia di Stato in collaborazione con la Guardia di Finanza e con le forze di volontariato ha identificato e prestato i primi soccorsi a cinquantaquattro immigrati irregolari. Questo non è altro che il

gongolante sequel di una situazione che ha alle spalle un'emergenza umanitaria giocata a Ping Pong fra lo Stato italiano e Malta. Un braccio di ferro che ha sollevato la disapprovazione dell'opinione pubblica e che va contro ogni retto principio filantropo e morale. Lo sbarco dello scorso aprile è

senza esitazione di misura alquanto modesta rispetto a quello del 19 dicembre 2006, più comunemente definito come “Lo sbarco di Natale”, che ha contato seicentoquarantotto clandestini approdati maldestramente sulle coste licatesi in piena notte, mobilitando come di consueto i soccorsi di un'intera città, che si sono prontamente adoperati a ricevere i poveri sprovveduti. Si è trattato di uno dei più imponenti e maestosi sbarchi avvistato nel

Canale di Sicilia. Largamente sostenuto dalla Lega che l'ha definito: «Una rivoluzione culturale» e duramente attaccato dal Centro-Sinistra che la considera «Una norma inutile e dannosa per il paese», l'articolo 19 del disegno di legge sulla sicurezza è stato approvato nell'aula del Senato e con ciò il reato di immigrazione clandestina. Secondo la norma lo straniero che illegalmente entra e risiede senza alcun permesso di soggiorno in Italia, non rischia più il carcere come era invece previsto inizialmente bensì incorre ad una sanzione amministrativa compresa tra i 5 e i 10 mila euro. Il reato di clandestinità ha provocato un polverone sobillato dall'UE, dal Vaticano, dall'Associazione nazionale magistrati ed ovviamente dall'opposizione, a causa del rischio di sovraffollamento delle carceri prima e dell'elevata mole di processi da tenere poi. A tal proposito il Ministro dell'Interno Roberto Maroni ha difeso il provvedimento. Lo scorso maggio si è data un'ulteriore svolta alla lotta all'immigrazione clandestina attraverso l'accordo di amicizia partenariato e cooperazione fra l'Italia e la Libia relativamente al pattugliamento delle coste. Come previsto dagli accordi internazionali stilati dai due paesi interessati tre motovedette della Guardia di Finanza sono passate alla flotta della Guardia Costiera dello stato Maggiore della Marina

Militare libica e sempre secondo tali accordi altre tre imbarcazioni saranno presto cedute per operare dinanzi alle coste libiche; inoltre la Guardia di Finanza ha provveduto all'addestramento di quarantuno militari libici che si occuperanno di tale iniziativa di sorveglianza. Queste sei unità si andranno ad aggiungere alle altre unità italiane di pattugliamento delle coste via mare e via terra e a quelle della Frontex. Maroni dichiara: «Un'ulteriore tappa della svolta iniziata nella lotta all'immigrazione clandestina». Si tratta sostanzialmente di fornire alla Libia un risarcimento per i danni coloniali, in cambio di un pattugliamento delle coste libiche al nord e della frontiera al sud per respingere verso la Libia i migranti intercettati in mare, che fino ad oggi sono stati invece scortati a Lampedusa. Ad oggi, pare che l'attivismo del governo contro gli immigrati clandestini non conosca soste né tregue sia sul fronte esterno sia su quello interno. Dunque si presume e si spera che da qui a poco le acque di Licata non siano più solcate da quelle imbarcazioni che, nonostante tutto, non avrebbero potuto garantire una vita migliore a quella povera gente che per lunghissimi anni è stata vittima di ingannevoli promesse e di aspettative illusorie.

Adriano, il tuo è un sorriso indimenticabile !!! Nei giorni scorsi si è spento il giovane Costantino. Pubblichiamo un articolo scritto da chi gli è stato accanto. di Irene Casa

Caro amore, il dolore che porto dentro è così grande che mi è difficile iniziare a scriverti qualcosa, specialmente quando non si sa cosa si vuole esprimere con esattezza: l'unica cosa chiara è che i tempi sono molto lunghi per guarire le ferite. Il 27 giugno è il primo anniversario della tua scomparsa, angelo mio. Ti sei impegnato tanto per combattere la malattia che per tre anni ha trasformato il tuo fisico, martoriato dalle terapie che eri costretto a fare per cercare di stare meglio. Sei stato un buon condottiero, ma il caso Adriano Costantino ha voluto che le cose non andassero come si desiderava....i tuoi occhi si sono spenti lasciando un immenso vuoto nelle persone più care e anche fra i conoscenti. Non dimenticherò mai quel giugno del 1999 in cui due persone si sono viste e innamorate all'istante e la loro storia è durata 9 anni. Tesoro, con te ho conosciuto il vero Amore, mi hai fatto sognare, ridere, piangere, mi hai dato mille attenzioni, mi hai fatto sentire una regina, sei riuscito a rendermi una persona felice. Sei stato importante per tante persone, alcune delle quali lo hanno capito solo dopo la tua scomparsa, altre sono rimaste nella loro

indifferenza e penso perchè in realtà non avevano capito niente di te! Già l'estate scorsa molti tuoi amici hanno organizzato un torneo di calcetto in tuo onore e probabilmente quest'anno si ripeterà nuovamente....molti ti ricordano e mi sono chiesta il perchè, la risposta che mi sono data è che il tuo umore, la tua semplicità e il tuo sorriso sono difficili da dimenticare. Per tutto ciò che mi hai donato ho deciso di esprimere al mondo, attraverso questa lettera, la stima e l'amore che provo e che proverò per sempre nei tuoi confronti. Ti ringrazio per avermi dato i 9 anni più belli della mia vita e per avermi insegnato cosa è l'Amore. Ogni giorno il primo pensiero la mattina sei tu e grazie a te riesco ad affrontare le mie giornate. Grazie a te sono oggi la persona che sono. Tu sarai sempre parte di me. Tu che sei la miglior cosa che mi sia successa, Tu che sei il mio amore grande e il mio grande amore: grazie di essere stato tra noi, grazie per tutto quello che mi hai trasmesso, grazie per tutto ciò che abbiamo Adriano Costantino passato insieme...

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA “LICATA SUI MEDIA NAZIONALI,...” fatti intimi e personali di queste persone. Ce ne siamo occupati solo marginalmente solo per assoluto dovere di cronaca. A nostro parere si trattava di una storia che doveva rimanere circoscritta al luogo dove si è verificata. Neanche il tempo di riprendersi da questa sovraesposizione mediatica ed ecco che nell’arco di 48 ore sulla nostra città tornano ad accendersi i riflettori di mezza Italia. Sabato scorso un anziano signore è azzannato da due randagi e ridotto in fin di vita, il giorno dopo è un quindicenne a finire in Ospedale, aggredito da un coetaneo, batte la testa sul selciato e finisce in Ospedale in prognosi riservata. Oggetto del contendere, una giovane teen ager cui la vittima dell’aggressione avrebbe lanciato un’occhiata di troppo. Anche in questo caso parte il gioco al massacro, con interviste ai limiti della decenza e delle regole minime della deontologia e delle stesse norme di legge. Ormai il circo mediatico si è innescato, risulta difficile fermarlo. Un ultimo appunto su come noi operatori dell’informa-zione abbiamo il dovere morale di dare l’esempio a chi ci legge o ci guarda in

tv. Non è possibile parlare di legalità, diritti negati e di senso civico se poi durante i nostri servizi televisivi noi stessi infrangiamo la legge, il codice civile o il codice della strada. Alle volte basta poco per influenzare in positivo o in negativo le persone, e poi attraverso quella scatola magica chiamata televisione ogni comporta-mento si amplifica e si esaspera, nel bene e nel male. Se noi stessi non mettiamo la cintura di sicurezza, quando siamo in auto e mostriamo addirittura questi comportamenti in tv, come potremo pretendere di essere credibili quando saremo chiamati a raccontare di iniziative di sensibilizzazione per il rispetto del codice della strada o di altre azioni mirate ad aumentare il senso civico tra i giovani? Si tratta di una domanda che poniamo a noi stessi perché quando si fa questo genere di lavoro ogni tanto è giusto fermarsi anche solo per riflettere dei propri comportamenti. Giuseppe Patti

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA “I CARABINIERI APRONO UN'INDAGINE...”

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA “DA QUALE PULPITO...”

disponibile a ritirarlo, ha visto anche la partecipazione dei panificatori capeggiati da Libero Traina. Quello che nessuno capisce e su cui sicuramente i carabinieri faranno chiarezza è quanti soldi sono stati spesi, a chi sono andati e come mai se il contributo andava alla sola associazione Limpiados poi operavano di fatto altri soggetti che hanno rivendicato la paternità dell'iniziativa emettendo comunicati stampa in cui facevano intendere che l'organizzazione era soltanto loro. Ora i Carabinieri indagheranno. Leggeranno attentamente tutte le carte, rivedranno le trasmissioni televisive che hanno parlato di questo evento e cercheranno di fare chiarezza in una vicenda dove il buio è tantissimo. Certo tutto quanto è accaduto non è quanto avrebbe voluto Rosa Balistreri. Di sicuro. Noi attendiamo gli esiti delle indagini. Gennaro De Marco

processi televisivi a chi invece ha la fedina penale pulita e sempre i suoi comportamenti sono stati trasparenti. Da quale pulpito viene la predica! Truffare, evadere dagli arresti domiciliari, sono cose di cui abbiamo scritto ma che mai avremmo pensato fossero cose compiute da persone che con la faccia d'angelo fanno i censori di tutti. Aspettiamo fiduciosi che al più presto la Magistratura, l'Ordine dei Giornalisti, l'Associazione della Stampa, trattino nelle sedi competenti quanto abbiamo denunciato. Ma ci aspetteremmo un pò di buon senso da chi ha scheletri nell'armadio. E chi ha orecchie oda. Anche Hitler faceva finta di avere tanti carri armati registrando immagini sempre degli stessi che giravano il medesimo isolato. Ma poi il trucco si è scoperto. E l'impavido Hitler ha perso la guerra ed ha fatto morire tanti suoi connazionali.

BAZAR ANNUNCI Ogni Venerdì in tutte le Edicole della provincia di Agrigento

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I nostri giovani

…MA CIO' CHE MI FA ARRABBIARE DI PIU' E' IL SUO MODO DI ASCOLTARMI, ANZI DI NON-ASCOLTARMI… di Nuccio Peritore*

Michele è un giovane di 21 anni. Frequenta la facoltà di ingegneria dell'università di Palermo. E' in terapia da circa sei mesi, da, quando iniziò ad avere difficoltà nello studio. “Non so cosa mi è accaduto. Improvvisamente studiare è diventato una fatica. Non riesco a concentrarmi. Sto ore con il libro davanti, capisco quello che leggo, ma è come se i concetti non mi si fissassero nella mente, come se scivolassero via. E' un fatto nuovo. Io ho sempre studiato con interesse e profitto. Ho conseguito la licenza liceale con un buon voto. Anche all'università mi sono impegnato, studiando sodo e superando gli esami regolarmente. Ma ora non capisco, mi sento stremato, spossato. Quando penso che devo andare in facoltà mi vengono i crampi allo stomaco e quando mi siedo per studiare è come se il mio corpo e la mia mente si rifiutassero di impegnarsi”. Domando cosa e se fosse successo qualcosa all'università, con i professori e con i colleghi “No, non è successo niente; c'è sempre il solito ritmo, il solito clima. Ingegneria è una facoltà di prestigio ma molto, molto faticosa. E' come dovere scalare una montagna con un macigno sulle spalle”. Gli chiedo come è scaturita la scelta della facoltà di ingegneria. “E' stata una scelta condivisa da tutta la mia famiglia. Mio padre è un piccolo imprenditore edile. Ha lavorato come muratore per alcuni anni all'estero, poi è rientrato a Licata ed ha iniziato costruendo in due - tre notti delle villette abusive. Ora ha una piccola impresa e costruisce appartamenti e villette. E' un uomo tutto d'un pezzo, con gli attributi. E' stato lui a dirmi di fare ingegneria; potrò lavorare con lui e poi, quando andrà in pensione, rilevare l'impresa. E' il sogno della sua vita e lo scopo di tutto il suo lavoro. Anche mia madre è stata d'accordo con mio padre. Lei è sempre d'accordo con lui. Fa tutto ciò che lui pensa e dice. A me è sembrato ovvio e naturale seguire il loro consiglio e le loro indicazioni”. Domando a

Michele se ha parlato a qualcuno delle difficoltà che incontra nello studio. “ Certo che ne ho parlato con mia madre. Lei mi ha detto di essere molto preoccupata e di rivolgermi allo psicoterapeuta, per fare un po' di psicoterapia. Mi ha detto anche di parlarne con mio padre ma io mi sono rifiutato. Non so, ho paura di parlare con lui dei miei problemi. D'altronde so già cosa mi dirà. Le poche volte che parlo con lui di un qualsiasi problema mi ripete sempre la stessa cosa. Dice che sono bambocciate, che sono solo le fisime di una persona senza midollo spinale e siccome io sono suo figlio devo avere naturalmente gli attributi maschili; per lui tutte queste mie difficoltà nello studio sono solo piagnistei che posso risolvere facendomi fidanzato con una qualsiasi ragazza e dimostrando a lei quando valgo". Chiedo cosa ho provato sentendo le parole di suo padre. “E'davanti a me, gigantesco e io davanti a lui, piccolo piccolo. Ma la cosa che mi fa arrabbiare di più è il suo modo di ascoltarmi, anzi di nonascoltarmi. Sente le mie parole, capisce il significato delle mie frasi, ma è sempre pronto a cogliere e criticare quelle parti dei miei discorsi che poi gli servono per dimostrare che lui ha sempre ragione. Quando mi ascolta lo fa con l'animo di chi deve dimostrarmi che io sono uno stupido, un incapace e lui invece il depositario assoluto della verità. Il suo unico scopo è quello di impormi i significati e i contenuti delle sue convinzioni. E' vero, è un uomo capace, che si è realizzato da solo. Ma questo non significa che ha sempre ragione. Per lui gli altri, io e mia madre esistiamo solo se siamo d'accordo con lui”. Michele disegna il quadro di una famiglia in cui il padre è su un piedistallo ( uomo che si è fatto da sé, capace di decidere per sé per gli altri) la moglie è in adorazione del marito, e il figlio è praticamente inesistente con i suoi bisogni problemi e sentimenti ignorati dal padre: “…è stato lui a dirmi di fare ingegneria, quando lui

andrà in pensione, potrò rilevare l'impresa. E' il sogno della sua vita e lo scopo di tutto il suo lavoro. Anche mia madre è stata d'accordo con mio padre. Lei è sempre d'accordo con lui. Fa tutto ciò che lui pensa e dice. A me è sembrato ovvio e naturale seguire il loro consiglio e le loro indicazioni". E su quel piedistallo il padre è irraggiungibile: “… ho paura di parlare con lui dei miei problemi. D'altronde so già cosa mi dirà. Le poche volte che parlo con lui di un qualsiasi problema mi ripete sempre la stessa cosa. Dice che sono bambocciate…. Lui ha il potere di farmi sentire ancora un bambino capriccioso. Lui è davanti a me, gigantesco e io davanti a lui, piccolo piccolo. Ma la cosa che mi fa arrabbiare di più è il suo modo di ascoltarmi, anzi di nonascoltarmi…”. E' frequente che il disagio di base di molti giovani sia quello di non sentirsi ascoltati dai genitori, quando esprimono la loro opinione, i loro bisogni, le loro paure, i propri sogni e i propri sentimenti. Essere ascoltati significa per i nostri figli, essere riconosciuti nel loro valore e nella loro unicità. “Se mio padre e mia madre mi ascoltano vuol dire che sono interessati a quello chi io dico e provo. Quindi per loro io sono importante.” Oggi si dice che i genitori parlino poco con i figli. Io penso che ciò non sia vero. E' vero che oggi i genitori ascoltano poco i figli. Ascoltare significa dedicare tempo e attenzione a ciò che i figli dicono, significa capire le loro parole, capire il contenuto dei loro discorsi senza giudicarli, e comprendere i sentimenti, cosa provano mentre ci parlano delle loro cose. Chiedersi “ cosa mi sta dicendo mio figlio in questo momento, mentre si ascolta un figlio e magari fargli delle domande per capire ancora meglio; chiedersi “quali sono i sentimenti di mio figlio, mentre mi dice queste cose ?” ci permette di metterci nei loro panni e nel punto di vista senza giudicarli. Per ascoltare i figli bisogna parlare molto poco, avere il cuore aperto, le orecchie e gli occhi spalancati. Parlare poco e

dare ai figli la sensazione che noi comprendiamo il loro punto di vista e i loro sentimenti è fondamentale. Solo dopo aver ascoltato e compreso i contenuti dei discorsi e lo stato d'animo dei figli mentre parlano con noi, arriva il momento della parola. Il genitore può non essere d'accordo con ciò che dice il figlio, è normale e sano. Ed è importante che il genitore esprima il proprio punto di vista, il proprio parere. Se ciò avviene dopo aver ascoltato il figlio e compreso i suoi sentimenti, il figlio avrà l'esatta percezione che, pur non essendo d'accordo, suo padre o sua madre hanno visto tutto il suo valore, hanno rispettato i suoi sentimenti e il suo modo di vedere le cose e che, continuando sul filo dell'ascolto e del dialogo, ci saranno cose sulle quali saranno d'accordo e altre su cui saranno in disaccordo. In ogni caso il figlio acquisirà fiducia nella possibilità di essere ascoltato dai propri genitori e continuerà a parlare con loro, quando e se ne sentirà il bisogno. *Psicoterapeuta [email protected]

Piccoli pedoni patentati di Mimmo De Caro L'Istituto comprensivo “F. Giorgio” diretto dal Dirigente Scolastico dott. Vincenzo Pace, in questo anno scolastico 2008/09, ha inserito nel Pof (Piano dell'Offerta Formativa) il progetto “Camminando per la strada”. Il progetto, che è stato proposto dalle insegnanti responsabili Carmela De Caro, Enza Giglio e Rosalia

Sanfilippo, ha riscontrato grande successo e partecipazione da parte degli alunni della scuola primaria, coinvolgendo anche i genitori. Lo scopo del progetto è stato quello di far conoscere agli alunni l'ambiente della strada e le regole da rispettare per essere dei buoni pedoni con l'obiettivo di formare dei futuri cittadini dotati

di senso civico. Il progetto si è concluso il 23 aprile con una breve relazione sulla condotta da tenere in strada dai pedoni e con la consegna, a ciascun alunno, del “Patentino del buon pedone” da parte del vice comandante dei vigili urbani di Licata, Dottoressa Giovanna Incorvaia.

PINZILLACCHERE, QUISQUILIE

SAPPIAMO TUTTI CHE... di Angelo Castiglione Sappiamo tutti che le leggi 8 giugno 1990, n. 142 e 25 marzo 1993, n. 81, stabilendo l'elezione diretta del Sindaco e del Presidente della Provincia hanno inteso rivoluzionare la figura dei vertici amministrativi di queste realtà territoriali: Comuni e Province. Per un verso hanno voluto porre fine al tiro al bersaglio, operato per tantissimi anni, aventi lo scopo finale dell'abbattimento politico del Sindaco o del Presidente della Provincia, i quali, necessitando di trovare consensi all'interno dei loro Consigli, soggiacevano, ob torto collo, ai componenti tali Consigli. D'altra parte, è principio fondamentale del sistema democratico cercare il consenso di chi si amministra. Le due citate leggi, hanno modificato la figura degli anzidetti vertici e per consentire loro di poter amministrare, hanno creato un premio da assegnare a colui che fosse risultato vincitore delle elezioni. Si può criticare quanto si vuole tale impostazione legislativa, però bisogna considerare che per decenni i governi, nazionali, regionali e locali hanno avuto una durata media valutata in termini di mesi. Il problema per il Legislatore nazionale era far diventare questo Paese “governabile”. Lo ha fatto, fra l'altro, in questo modo: consentendo al Sindaco di poter contare su un gruppo di consiglieri che lo possano supportare per consentirgli di portare avanti il suo programma. Il Sindaco ed anche il Presidente della Provincia hanno cambiato vestito: non sono più soltanto i numeri uno del loro territorio, ma sono diventati i procacciatori d'affari dei loro territori. Sono coloro che debbono uscire dai confini del Comune e della Provincia per cercare di allacciare relazioni commerciali con importanti imprenditori al fine di convincerli ad investire nel territorio comunale o provinciale. Si badi bene, investire in modo trasparente, palese, democratico, senza manovre truffaldine sotto banco. E questa, che è l'opinione di un oscuro cittadino, come chi scrive, che casualmente affida ad un giornale locale il proprio autonomo pensiero, pare anche trasparire analizzando la ratio che ha portato alla sostanziale modifica legislativa e la si avverte passando da un canale televisivo all'altro, quando illustri ospiti di trasmissioni parlano dei sindaci della grandi città. I primi cittadini di tali grandi città sono sempre in giro, partecipano a diverse trasmissioni televisive, vengono intervistati in luoghi che nulla hanno a che fare con i loro Comuni. Il Sindaco di Salemi, che è stato recentemente gradito ospite della nostra Città, sovente lo si vede in vari programmi televisivi, inoltre ha altre sue attività professionali che lo portano fuori dal Comune di cui è sindaco. E' indubbio che ovunque egli vada, semina in favore di quel Comune, diffonde il nome del suo territorio, si spende in maniera che attività produttive possano insediarsi nella Terra che egli rappresenta e ciò arreca benefici alla

popolazione, magari non immediati, ma a medio termine. Stante il concetto imperante a Licata, la domanda consequenziale è: “Come fanno costoro a fare i sindaci se più giorni della settimana sono fuori città?” La risposta è semplice, oserei dire ovvia: si avvalgono degli Assessori e dei Capi Dipartimento del Comune. Chi deve amministrare un Comune, oltre al Sindaco, sono gli Assessori al ramo. Ognuno ha la propria sfera di competenza e si deve occupare di essa. Fermo restando che il Sindaco conserva il diritto-dovere di prendere le decisioni finali, di impostare l'attività della sua amministrazione, di assumere la responsabilità politica dell'intera amministrazione, gli Assessori hanno il preciso compito si alleviare le necessità logistiche del Responsabile dell'Amministrazione per il proprio ramo di competenza, usufruendo della validissima capacità e preparazione professionale dei Capi Dipartimento. Quindi, se vi sono strade dissestate, randagismo cani, carenza d'illuminazione, cigli stradali con erbacce da disinfestare chi deve intervenire immediatamente è la Struttura tecnica ed amministrativa competente. Struttura che esiste proprio per risolvere tali problemi e su essa deve vigilare l'Assessore competente. I Sindaci, riferendosi all'Amministrazione della quale essi sono a capo, usano, giustamente, l'aggettivo possessivo “mia”. Tale aggettivo possessivo non è utilizzato a sproposito, ma indica, a ragion veduta, che se un Assessore ha una visione diversa dalla politica amministrativa del Sindaco, quest'ultimo ha il diritto di sostituirlo. Tutto ciò viene fuori ascoltando il modus operandi dell'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri. E' egli che ha deciso di riunire il Consiglio dei Ministri a Napoli prima ed a L'Aquila dopo, di far tenere la prossima riunione internazionale nelle zone terremotate. Si può essere d'accordo o meno con le sue decisioni, ma sono decisioni “sue”. Il Sindaco di un qualunque Comune non deve stare seduto a ricevere la popolazione che ha un qualsiasi problema da risolvere. Il cittadino ha il sacrosanto diritto di essere ascoltato da chi lo amministra, ma a riceverlo deve essere l'Assessore al ramo il quale, ascoltato il cittadino, udito il problema, deve interpellare nel più breve tempo possibile, il Capo Dipartimento competente che deve, obtorto collo, dare una risposta in merito alla soluzione del problema, perché egli, Capo Dipartimento, è l'esperto, il conoscitore della legge e dell'iter burocratico attinente al problema sollevato. Egli è “il dirigente” ed un “dirigente” deve avere pronte almeno 3 soluzioni di un problema. Se queste soluzioni non le ha, la cosa è molto spiacevole. Da non dimenticare, che tutte le Pubbliche Amministrazioni hanno editato le proprie ”Carte dei Servizi”, ove

Il dirigente scolastico dell’Istituto Giorgio Prof. Vincenzo Pace

hanno scritto, nero su bianco, i servizi che forniscono e la tempistica che esse stesse si sono date per la risposta ai problemi del cittadino. Naturalmente, diverso è il compito del Capo Dipartimento, se la soluzione del problema attiene alla necessità di interventi legislativi o comunque regolamentari o a necessità di destinazioni di somme di denaro non previste nel più importante documento contabile della Struttura interessata. Non va dimenticato che il compito primario del Sindaco è quello di migliorare le condizioni di vita del Comune e tale miglioramento non può venire se non con un maggior apporto di capitali dall'esterno che solo i grandi imprenditori possono permettersi. Le imprese da insediare nel Comune debbono essere tali da generare lavoro anche per induzione. Sarebbe arrida, sterile l'installazione di un'impresa che fosse fine a se stessa, che non desse lavoro ad un consistente numero di cittadini, come sarebbe altrettanto deprecabile un'impresa che inquinasse o distruggesse l'ambiente. Oltre a ciò, il Sindaco, con la valida e fattiva collaborazione degli Assessori e, principalmente dei Capi Dipartimento, deve essere a conoscenza di tutte le occasioni che la legislazione regionale, nazionale od europea offre alle realtà locali per presentare piani di sviluppo, richiedere finanziamenti atti a migliorare la vita della Comunità Locale. E, se per difetto di organizzazione da attribuirsi ad un alto dirigente o ad un Assessore, una importante opportunità viene persa, colui che è causa di ciò, deve essere messo nelle condizioni di non poter più ripetere l'errore, quanto meno spostandolo ad altro servizio ove sia richiesto un impegno di minor peso per la Collettività o privandolo dell'incarico, se giuridicamente fattibile. Un conosciutissimo imprenditore nazionale, recentemente, in una nota trasmissione televisiva, ha detto che il Dirigente viene pagato non per il lavoro che fa, ma per le responsabilità che assume, ragion per cui, al Dirigente, dipendente o politico che sia, che si rende responsabile di un'occasione persa con ricadute dannose per il Paese, per sua negligenza, non può darsi una pacca sulle spalle dicendogli: “per questa volta, transeat” Questo, a mio avviso deve fare il Sindaco, ma… “Pel vento è inutile ché non sa leggere!” era scritto in un cartello, da qualche parte. Palazzo di città di Licata

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Incontro con Marcello Veneziani al teatro Re

Grandissimo successo della prima uscita del Centro Studi Politici “Azione Libera”, presieduto da Quignones di Giuseppe La Rocca È stato un incontro molto partecipato; la possibilità di confrontarsi con la presentazione di “Sud Un viaggio civile e sentimentale”, l'ultimo libro di Marcello Veneziani, uno dei maggiori intellettuali italiani, ha suscitato l'interesse dell'anima culturale licatese. Il convegno organizzato dalla neo nata associazione Centro studi politici “Azione Libera”, ha consentito all'auditorio intervenuto di ascoltare e poi di confrontarsi con uno degli scrittori più importanti sul panorama nazionale. I lavori sono stati guidati da Alfredo Quignones e la presentazione del libro, prima dell'intervento dell'autore, è stata proposta da Giuseppe Fragapani e da Bartolo Sammartino, presidente dell'Accademia Nazionale della Politica. Il Sud si sta svuotando di anime, culture e popolazioni, tra emigrati e denatalità. Marcello Veneziani non parte dal Nord e si ferma a Eboli, come Levi col suo Cristo, ma parte dal Sud più estremo e profondo e arriva a Eboli. Risultato

del suo viaggio è un rapporto letterario e civile sul Meridione presente e passato che si dipana tra rifiuti e ricordi, tradizioni e degrado,

Fragapani, Veneziani e Quignones al teatro Re

cafonerie e cavallerie rusticane, ragioni e sentimenti, passando per contrade reali e allegoriche. Le località toccate diventano location per ambientare temi e personaggi, scorci e denunce, colore e cultura, malavita e

folclore. Rabbiose critiche si alternano ad appassionate difese, partorite entrambe dall'amore per quelle terre. Il suo resoconto assume una varietà di registri narrativi: dalle denunce giornalistiche alle nostalgie, dai ritratti parodistici al saggio storico. Durante la serata Giuseppe Fragapani ripercorrendo il viaggio di Veneziani attraverso il Sud, ha richiamato alcuni brani del libro, stimolando la curiosità del pubblico presente al Teatro “Re”. Interessante il capitolo del libro dedicato alla Sicilia e ai Siciliani: “Amo la Sicilia e considero i siciliani benché a volte inoperosi i più intelligenti del Mediterraneo, quindi del pianeta. […] Quella loro raffinatezza allusiva che nasce dall'arabesco, la via più contorta per congiungere due punti nello spazio; quella loro dietrologia sontuosa e quella loro teatralità unica, di cui i napoletani sono la versione più indigente”. L'intervento di Bartolo Sammartino ha, invece,

sottolineato la grande capacità di Veneziani di utilizzare le parole. Veneziani nei suoi scritti e in questo libro in particolare, riesce a dare musica attraverso l'impiego di parole che sono messe in fila come delle vere note che danno musicalità allo stesso testo che rappresentano. L'intervento dell'autore ha tenuto l'uditorio attento e incantato. Veneziani ha voluto sottolineare la necessità per il Sud di “reincantarsi”, riscoprendo il mito che è in sé. Dopo le istigazioni a liberare il Sud dagli incantesimi per adeguarlo alla nordica modernità, all'etica protestante, lasciate che vi insinui il dubbio opposto: che la risorsa segreta del Sud sia in se stesso, nella sua storia e nel suo mito. Veneziani ama il Sud, ma non nasconde feroci attacchi nei confronti di parti di esso e di particolari di esso. Come hanno dichiarato gli stessi organizzatori “Si è trattato di una bellissima serata che ha riavvicinato i licatesi alla cultura e alla politica in senso lato”.

Come metterci la faccia (e non perderla)... di Marvi Santamaria Lo spopolare di Facebook tra i licatesi è un fatto sotto gli occhi di tutti: basta fare una ricerca di utenti per tirarne le somme. Anch'io, come molti altri, dopo un'iniziale indifferenza a questo social network (dovuta al fatto che non lo conoscevo abbastanza), ho ceduto alla curiosità e mi sono iscritta. Quello di Facebook è un meccanismo sottile. Se ricordiamo la famosa trilogia dei fratelli Wachowski, Matrix, possiamo notare una rassomiglianza. Facebook è una rete che ti invischia. Non appena scegli di assumere la famosa “pillola rossa” ed entri nel “sistema”, il gioco è fatto: con una straordinaria velocità di risposta, il mondo che ti si spalanca davanti ti risucchia, ti avvinghia a sé in un vortice di contatti, pagine, applicazioni. Ma come mai tanto successo? Un passo indietro: il significato dei termini inglesi “face” e “book”. Faccia-libro. Facebook non è altro che un libro virtuale dove chiunque può pubblicare la propria faccia e, associati ad essa, i fatti propri.

Ho sentito alcuni lamentarsi del fatto che Facebook in maniera subdola finisce per violare la privacy dell'utente: a causa di questa rete di rimandi immediati, Tizio conosce tutte le tue generalità e le attività della tua giornata, sa chi

frequenti e quali relazioni allacci. Questa “minaccia” sarebbe tale da indurre alcuni utenti a cancellarsi dal sito. Io voglio qui spezzare una lancia a favore del “libro delle facce”:

probabilmente gli utenti meno esperti non possono saperlo, ma Facebook dispone di una serie di impostazioni che permettono di decidere chi possa trovare il tuo nominativo, visualizzare le tue note e foto, la tua lista di amici, ecc. Dunque, in realtà, sei tu stesso a gestire la tua privacy. Ascoltando le parole di Platinette in merito all'argomento in una puntata di “Chiambretti Night”, alcuni concetti mi sono stati illuminanti. In primis, che Facebook è come una droga da cui è difficile uscire: infatti, anche dopo essersi cancellati, ci si lascia dietro una sorta di “scia” del proprio passaggio e di tutto ciò che si è “combinato” sul sito; tale memorizzazione servirà ad agevolare un'eventuale reiscrizione in caso di ripensamenti. Ma l'affermazione che più mi sono trovata a condividere è un'altra: la chiave del successo di Facebook è la “memoria”. Non l'attrattiva costituita dalla possibilità di fare nuove conoscenze e magari intrattenere anche relazioni “piccanti” fuori dalla propria routine (a

Tony Ciccione for president di Lucrezia Sciandrone In questi ultimi tempi, la classe politica che dovrebbe rappresentarci, sta dando il meglio di sé ed assistiamo allo sfacelo del Paese quasi rassegnati. Ci siamo abituati agli inquisiti in parlamento, alle leggi ad personam, ai lodi e alle lodi, alla censura della stampa, ai tg modelli comunicati bulgari, alle lolite ed a ogni sorta di “ciarpame senza pudore”. In questo scenario apocalittico, vedrei davvero bene

scendere in campo la figura di Tony Ciccione. Per chi non lo conoscesse, Tony è un personaggio dei Simpson, ovviamente italoamericano e uomo d'affari e di “rispetto”. Perché non votarlo? In fondo non ha nulla da invidiare a certi uomini politici in carne ed ossa, anche il suo curriculum è di tutto “rispetto”. Il primo motivo per cui gli italiani dovrebbero votare Tony è perché lui non ha bisogno di soldi e quindi

quando uno è già ricco di suo, si dimezzano le possibilità che rubi agli altri. Il secondo motivo è che Tony ha anche lui i suoi sistemi di persuasione e distrazione di massa, magari non avrà Tv e giornali, ma sa come arrivarci qualora gli servissero. Terzo motivo, il più importante: Tony scenderebbe in campo solo per noi e risolverebbe in un lampo la disoccupazione, creando un milione di posti di lavoro immediatamente,

L’ITALIA DEI ...TRONISTI In questi giorni si moltiplicano gli articoli, gli scritti, i commenti, le dichiarazioni, i punti di vista sul fatto che nel nostro paese aumentano a dismisura i divorzi. Anzi, ancor peggio: diminuiscono i matrimoni e aumentano i divorzi e quindi è un mezzo disastro. Di analisi sulla coppia se ne fanno tante. Altrettante se ne fanno sulla società. Questo mentre per la prima volta nella storia, vi giuro l'ho sentito in televisione, emerge la figura del tutto innovativa dell'ex corteggiatrice. Non c'era mai stata una figura simile né nel cinema, né in televisione. Noi italiani artefici del racconto della famiglia in tutte le salse non avevamo mai fatto diventare un idolo un uomo seduto su un trono ed al contempo non avevamo mai gioito per la sua scelta amorosa, ed ancora non ci eravamo preoccupati per la fine ingloriosa , appunto dell'ex

corteggiatrice. Ed invece è accaduto ad uomini e donne dove finalmente il tronista ha scelto. E lo ha fatto tra la soddisfazione di Maria De Filippi, gli applausi del suo pubblico polemico ma poi delirante, le lacrime della madre e della nonna del tronista stesso, e la disperazione, per fortuna composta, dell'ex corteggiatrice. Somministrando per le mie ricerche questionari a bambini e preadolescenti ho chiesto cosa guardano in tv nel pomeriggio e tantissime ragazzine mi hanno risposto che tra i programmi preferiti c'è proprio Uomini e Donne. Loro, le preadolescenti, lo vedono nella loro cameretta dove dispongono di una televisione che possono accendere e spegnere quando vogliono. I genitori nel pomeriggio sono a lavorare o in altre faccende affaccendati. E magari non

hanno mai visto questo programma in cui possiamo dire senza tema di smentita che non sempre trionfano i sentimenti. E non ci soffermiamo alle vicende degli ultimi giorni per non essere ripetitivi, non parliamo del ciarpame, o dell'intervista di un ex tronista fidanzato con una diciottene diventata famosa, in cui rivela che la fidanzata non è così come si vede in foto. No ci riferiamo a quello che passa in televisione. O quello che arriva in rete. Il tutto condito da dichiarazioni politiche su quello che è giusto o non è giusto fare. In questo show che continua ora dopo ora il Cardinale Carlo Maria Martini, che apprezzo fin dai tempi in cui ha scritto con saggezza e stile "Dialogo con il televisore", studioso di sacre scritture di fama mondiale e D o n L u i g i Ve r z è , f o n d a t o r e

proposito di ciò non sono mancati i casi-limite, come quello del tale marito di Porto Empedocle che, temendo una tresca amorosa della moglie sul rinomato sito, ha deciso di tagliare la testa al toro scagliando dal balcone l'arma del delitto: il computer). Ma la “memoria”, appunto: la possibilità di ritrovare con un colpo di click amicizie che si erano date per perse, compagni di scuola, parenti, colleghi di lavoro. Forse è valida anche la tesi di alcuni maligni: Facebook è uno strumento comodo che ti evita l'imbarazzo - o, se vuoi, la noia - di incontri sconvenienti con persone che nella vita di tutti i giorni magari neanche saluteresti. Basta lasciare un commento sulla loro bacheca e ti sei tolto il pensiero. Su Facebook, insomma, ci si mette la faccia, ma, grazie alle innegabili agevolazioni della virtualità, si è meno inibiti, e si cala giù la maschera. O, più probabilmente, se ne utilizza una - forse più audace e interessante - che nella vita reale si tiene accuratamente nascosta nell'armadio.

anche a costo di arruolarci tutti nella sua banda. Con Tony al potere, ci sarebbe più Tutto per Tutti, essendo il presidente di ognuno prenderebbe a cuore ogni nostro problema, ad esempio, ti manca la dentiera? Più dentiere per tutti, ti mancano i capelli…più capelli per tutti, vuoi fare un book?…più book per tutti. In cambio di questo Eldorado, forse dovremo devolvere il nostro otto per Mills a Tony Ciccione, ma è ben poca cosa rispetto ai vantaggi che ci offre. Ci credo, Tony Ciccione sicuramente non farà peggio dei suoi predecessori e per questo ha tutta la mia fiducia. Anche se come tutti i politici alla fine dovesse dire qualche bugia…non per questo Tony

andrebbe demonizzato, smettiamola di fare i moralisti, come ebbe a dire Goebbles”:Dì una grossa bugia, ripetila continuamente e finiranno con il crederci”. Un'altra cosa importante per promuovere il mio candidato è che per Tony, “la famiglia” è davvero tutto. Con questo non voglio lanciare nessuna frecciatina a chi magari vittima di un complotto comunista sta vivendo momenti terribili a causa di un'innocente amicizia con una ragazzina che lo chiama papi, siamo o non siamo in uno stato cristiano?…quindi più papi per tutti. Meno male che Tony c'è….E forza Tony!!!!

dell'ospedale San Raffaele di Milano hanno scritto il libro "Siamo tutti nella stessa barca" in cui affrontano anche il tema del divorzio. C'è una cauta apertura sopratutto del Cardinal Martini. E questo mentre i divorzi raggiungono in Italia quora 61.153 (èil dato del 2006). Certo non c'è una relazione diretta tra i tronisti e l'aumento dei divorzi. Non c'è un nesso tra la famiglia ed il senso della coppia che nasce davanti una telecamera. No c'è collegamento tra la gioia di una mamma o una nonna che piange in televisione di gioia perchè suo figlio ha scelto tra tante pretendenti e le lacrime amare di una ex corteggiatrice che disperata ha capito di aver perso una battaglia non per avere il suo amore, forse, ma un po' di gradimento da parte del pubblico. Purtroppo siamo tutti su questa barca in Italia. Una barca che non sempre sentiamo nostra e che vede un'alternanza forte tra bacchettoni e trasgressivi, tra cattolici che poi si

confessano, e quindi possono peccare perchè tanto c'è il perdono, e atei o laici a cui queste regole non appartengono. E poi c'è l'idea della coppia di sinistra e quella della coppia di destra e persino della coppia di centro. Ma se poi vediamo la vita di ognuno di noi o di tutti quelli che scrivono, parlano, dichiarano, pronunciano proclami, c'è da scrivere non libri ma pagine piene di amarezza e meraviglia. E quindi che ne sarà di noi? Qualche giorno fa una persona saggia mi ha convinto, dopo che insieme avevamo parlato appunto dei gossip del giorno. "Non è più tempo di cercare risposte...perchè è finito anche quello di porsi delle domande..." È vero perchè è strano parlare di valori ripensando alle immagini della disperazione dell'ex corteggiatrice e della vittoria della nuova preda del tronista.... Storie di Uomini e di Donne...divisi o uniti da un trono...È il 2009 coraggio...!!!! Francesco Pira

Culture

il Giornale di Licata

Edizione Giugno 2009 -

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Edito da Bonanno

A Licata, il 12 giugno, il parroco anti-pedofilia Don Fortunato Di Noto per presentare il libro di Francesco Pira e Vincenzo Marrali "Giochi e Videogiochi- Dal nascondino alla Console” Il popolare sacerdote, dinamico presidente dell'Associazione Meter, ha confermato la sua presenza all'evento

Don Fortunato Di Noto

Pira e Marrali al salone del libro di Torino

Don Fortunato Di Noto, il parroco antipedofilia Presidente dell'Associazione Meter, sarà a Licata il prossimo 12 giugno, alle 18.00, per presentare il nuovo libro del sociologo e giornalista Francesco Pira e del primario emerito di pediatria Vincenzo Marrali sui videogiochi. La presentazione si svolgerà presso la Sala delle Aquile della Banca Popolare Sant'Angelo e vedrà la partecipazione di professionisti, operatori del settore oltre che la presenza dei due autori. Il nuovo volume è stato presentato in anteprima lo scorso venerdì 15 maggio 2009 presso il Salone del Libro di Torino. Il titolo dell'opera è “Giochi e Videogiochi Dal nascondino alla console” (Bonanno Editore). I due autori avevano già pubblicato insieme nel 2007 “Infanzia,

media e nuove tecnologie” (Franco Angeli). "Sono davvero felice della presenza di Don Fortunato - ha dichiarato entusiasta Francesco Pira - a Licata in occasione della presentazione del nostro volume. Il fatto che ci sia una così autorevole personalità che ci accompagni in questa prima uscita nazionale, dopo la presentazione al Salone del Libro è per noi motivo d'orgoglio. Conosco Don Fortunato da tanti anni, condivido le sue battaglie, e lo ringrazio tantissimo per questa attestazione di stima e di amicizia testimoniata dalla sua presenza". Felicissimo anche l'altro autore, Vincenzo Marrali: "Abbiamo avuto con Don Di Noto contatto epistolare sulla violenza sui bambini interessanti e proficui. Averlo al nostro stesso tavolo il giorno della presentazione nella nostra città del nostro

libro è un grande privilegio. Dopo gli indirizzi di saluto di: Angelo Graci (Sindaco di Licata), Michele Costanzo (Direttore Generale della Banca Popolare Sant'Angelo), Santina Vincenti (Presidente dell'Unitrè) e Angelo Carità (Presidente della Pro Loco), ci saranno gli interventi di Don Fortunato Di Noto, del Dirigente scolastico dell'Istituto "Giorgio", Vincenzo Pace, e dell'educatrice Viviana Giglia. A coordinare i lavori sarà il giornalista Giuseppe Patti, Direttore di Licata Nuova tv. “Questo nuovo lavoro spiegano Pira e Marrali -è un viaggio nell'universo gioco con una dissertazione che cerca di offrire un quadro d'insieme del significato del giocare in senso generale e oggi in particolare nella società Web 2.0”. Giochi e videogiochi traccia un percorso che sfrutta anche in questo caso l'approccio integrato sociologico e clinico, con l'idea di capire quali sono le dinamiche e le funzioni del gioco e utilizzarle per comprendere i modi di giocare dei nativi digitali e non solo, entrando così nell'universo del digital game. “Un lavoro in tre parti sottolineano gli autori affrontando nella prima parte le ragioni della ricerca, gli interrogativi che da studiosi ci poniamo di fronte alla società in continuo cambiamento, prima di addentrarci nella seconda parte dove lo sguardo clinico

ripercorre le tappe fondamentali del gioco nello sviluppo evolutivo dei bambini e dove si mescola la lunga esperienza professionale con l'osservazione dell'uomo, del nonno, che ha visto nascere, crescere e giocare quattro nipotini. La terza parte analizza attraverso l'approccio sociologico i videogiochi con l'ausilio di dati ricerche sul campo, riflessioni dei molti studiosi: filosofi, sociologici, psicologi, designer, che studiano le numerose e crescenti implicazioni che la creazione dei digital game fa nascere”. Questo volume vuole offrire spunti di riflessione e confronto per tutti coloro professionisti, esperti, ma anche giovani e adulti che si interroghino, come gli autori, sulle dinamiche della società, su come essa evolve. Si potrebbe opinare che l'interrogativo è quanto meno ambizioso ma in realtà se ci pensiamo bene il gioco è una parte fondamentale del nostro essere individui, ci accompagna lungo il corso di tutta la nostra vita. Da bambini è parte fondamentale del percorso di crescita da adulti e parte fondamentale della nostra socialità e auto espressione e mantiene vivi dentro ciascuno di noi la “gioia di vivere” che rende più leggero il nostro quotidiano.

Francesco Pira scrive un saggio per l'ultimo libro del “ComuniCattivo” Igor Righetti: “Comunicare, un successo!” "Il ruolo dei media e della televisione in particolare sono ancora oggi, in Italia, centrali rispetto al modo di intendere la politica. La necessità imperativa di apparire, porta i politici a privilegiare la ricerca della frase ad effetto piuttosto che instaurare un dialogo sui contenuti. Gli slogan prevalgono. Eppure le parole come partecipazione, ascolto sono molto utilizzate, ma raramente si declinano in azioni e strategia di comunicazione. Questo porta all'accentuarsi del fenomeno della disaffezione verso la politica, registrato con una flessione di partecipazione al voto anche durante le ultime politiche". Lo scrive il nostro direttore Francesco Pira, nel saggio ospitato nell'ultimo libro di Igor Righetti "Comunicare un successo - la cassetta degli attrezzi per lavorare nel

mondo della comunicazione e dell'informazione" (Utet - Università pagg 384 euro 19), dedicato alla comunicazione politica. Igor Righetti, giornalista professionista, docente di Teoria e tecnica del Linguaggio radiotelevisivo all'Università di Roma Tor Vergata, autore e conduttore radiotelevisivo ha messo insieme con grande bravura grossi nomi del mondo accademico, del giornalismo e della politica: i professori Gianni Puglisi, Domenico De Masi ed Enrico Menduni, il Presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti Lorenzo Del Boca, il direttore di Isoradio Rai, Riccardo Berti, il Presidente nazionale del Gus (Gruppo

Giornalisti Uffici Stampa) Gino Falleri, la conduttrice televisiva Francesca Senette, il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, i parlamentari Italo Bocchino, Daniele Capezzone ed Ermete Realacci. "Dal basso - sottolinea Pira nel suo saggio - arriva una richiesta di dialogo e di apertura, blog, social network (youtube, my space, facebook e altri) stanno crescendo in maniera esponenziale, ma quasi niente di ciò è entrato a far parte della cultura politica italiana. I blog sono pochi e poco frequentati, i siti dei partiti mostrano tutti i limiti di una scarsa interattività. I politici italiani in generale non dialogano, non ascoltano, il web non è percepito come una risorsa, come un luogo

dove sperimentare idee e progetti. Del resto il web impone trasparenza, responsabilità per ciò che si afferma nella consapevolezza di dovere fornire quanti più elementi possibili per una valutazione oggettiva. Questo non sembra fare parte del linguaggio della politica italiana tutta concentrata tra i pastoni dei tg e la kermesse urlata dei talk show che abbondano su tutte le reti pubbliche e private". La peculiarità del libro è data dalla concretezza del pensiero; l'obiettivo è quello di fornire gli strumenti utili per poter operare nei campi della comunicazione e del giornalismo, sugli aspetti pratici, sui trucchi del mestiere, su quelle mille piccole cose che sono il pane quotidiano di chi lavora con la comunicazione.

Licata Nuova Tv è ricevibile sui Ch 39 e Ch 40 in Uhf

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Scuola & Poesia

- Edizione Giugno 2009 “Il Megafono” premiato a Chianciano Terme di Antonella Cammilleri

Piccoli giornalisti di tutta Italia, si sono ritrovati a Chianciano Terme, in occasione del Meeting Nazionale, per conoscersi, seguire laboratori di giornalismo condotti da esperti del settore, ma soprattutto per ricevere un premio. Non sono nuovi a quest'esperienza i giornalisti de “Il Megafono”, il giornalino del II Circolo didattico “Leopardi”, che per il secondo anno consecutivo hanno ricevuto il Premio Nazionale di Alboscuole. Accompagnati dal maestro Giuseppe Mistretta, responsabile del giornale, dalla maestra Grazia Favata e dal maestro Gaetano Bonvissuto, hanno ricevuto il premio direttamente dal Presidente dell'Associazione. Gli articoli dei piccoli giornalisti licatesi, dunque, continuano a mietere successi, e la redazione ha un doppio motivo per festeggiare: Alessandro Giordano, della classe V C, capo redattore de “Il Megafono”, infatti, ha ricevuto il premio come uno dei primi dieci giornalisti di scuola primaria. Grande, ovviamente, la soddisfazione dell'insegnante Giuseppe Mistretta, che ha sempre profuso tutto il suo impegno in questa avventura e ha sostenuto i suoi alunni anche nelle difficoltà più grandi. Noi del “Giornale di Licata” ci facciamo portavoce della città per complimentarci con la redazione e augurare ai piccoli giornalisti tanti altri meritati premi.

il Giornale di Licata

LA I E dell'I.C. “F.Giorgio” finalista al concorso “Policultura” del Politecnico di Milano La classe I E della Scuola Media dell'Istituto Comprensivo “Francesco Giorgio”, diretta dal dott. Vincenzo Pace, ha partecipato al Concorso nazionale “Policultura 1001Storia”, bandito dal Politecnico di Milano Prof. Vincenzo Pace classificandosi tra le prime cinque scuole finaliste nella sezione “Policultura Junior Tema libero”, con una narrazione multimediale dal titolo “Storia della mafia e degli uomini d'onore”. Nella narrazione multimediale sono confluiti i files di testo, di immagini e di audio prodotti dai ragazzi secondo le indicazioni fornite dall'Università. L'istituto è alla sua seconda partecipazione, ma quest'anno ha raggiunto un risultato veramente soddisfacente. Ora si attende l'esito finale del Concorso previsto per la seconda metà di giugno. Ognuno può dare il proprio contributo alla vittoria: si può vedere e votare la narrazione collegandosi al sito www.policultura.it, cliccando su "Partecipa alla giuria popolare! Vota la tua narrazione preferita" e seguendo le istruzioni. Oggetto del concorso è il prodotto finale del progetto extracurricolare previsto dal POF “Mafia e legalità: storie di uomini d'onore” a cui hanno partecipato, sotto la guida del prof. Salvatore Seggio, dodici alunni (Amato Paolo, Amodeo Miriam, Antona Maria Doriana, Bosa Giorgia, Carlino Pasquale, Tullia Ciancio, Falzone Fiammetta, Ficili Domenico, Giannone Edera, Giglia Alice, La Rocca GiuseppeTimineri Benedetto ). La scelta del tema - in

linea di continuità con la nuova disciplina “Cittadinanza e Costituzione” - ha rappresentato un'occasione per conoscere le radici e l'evoluzione del fenomeno mafioso ma, soprattutto, per conoscere quegli uomini che l'hanno combattuto a costo della propria vita e che sono, secondo la definizione di Pino Arlacchi, i veri “uomini d'onore”. Obiettivo primario del progetto è stato, quindi, quello di opporsi alle tendenze mistificanti di certa fiction che, esaltando la figura di alcuni boss, ha distolto l'occhio di bue su quei personaggi che, seguendo i percorsi della legalità, hanno cercato di creare un futuro migliore per le nostre generazioni. Pertanto, non è stato concesso spazio alcuno ai capimafia e sono stati realizzati soltanto ritratti di uomini il cui comportamento e le cui azioni veicolano messaggi positivamente ed eticamente orientati, di contro alla subcultura dell'oppressione, dell'ignoranza, del degrado e del ricatto che sembra, spesso, ancora imperante. La registrazione dei file audio, seppur entusiasmante, è stato il momento più difficile che, però, ha permesso una maggiore conoscenza del sé, della propria voce ed ha sviluppato, nei soggetti coinvolti, una maggiore autostima. L'esperienza è stata, ancora una volta, un'occasione per dimostrare come ormai le nuove tecnologie debbano essere strumento trasversale della didattica e debbano rappresentare un'occasione stimolante per l'approfondimento di argomenti curricolari. A tal proposito, esperienze in questa direzione saranno ancora protagoniste della didattica dell'Istituto Comprensivo “F. Giorgio”. Infatti, già dal prossimo anno, le classi II C e II E utilizzeranno quotidianamente la tecnologia attraverso la Lavagna Interattiva Multimediale. Mimmo De Caro

Gemellaggio culturale tra i bambini della scuola primaria F. Giorgio di Licata e della San Donato di Sassari Alcuni Alunni delle classi quinte di scuola primaria dell'Istituto Comprensivo F. Giorgio di Licata, diretto dal prof. Vincenzo Pace, sono stati in Sardegna, per un gemellaggio con una scolaresca del primo Circolo didattico San Donato di Sassari. Il progetto, denominato “Fratelli d'Italia”, come riferisce l'insegnante Francesca Platamone, referente dello stesso, è nato dalla constatazione che gli studenti hanno la necessità di approfondire la conoscenza del patrimonio culturale e ambientale d'Italia, unico e irripetibile e farlo diventare teatro di scambi interculturali al fine di condividere con altre regioni tradizioni, arte, musica, poesia, sapori e bellezze naturali. Obiettivo principale del progetto, continua

L'ESPROPRIU di Gioacchino Florio

Stati attenti na vanedda, dat'accura a cué che trasa u cumuni voli a pedda vò luvari a vostra casa cu la scusa che a facciata eni veccia e senza fatta dice a essiri espropriata altrimenti ti la batta. Ammucciuni du patruni, usa a liggi e si la piglia, sempre a nomi du cumuni etta fora la famiglia, etta fora li pirsuni a durmiri n'mezzu a strata e la casa và abbannuni ppi tant'anni abbannunata. Nun è tempu vutazioni Perciò è libiru di fari, nun talia li situazioni gente che un'po' travagliari, nun talia cu ci stava sé du postu o è emigranti ci interessa sulamenti che la trave nun sia pisanti, che a facciata è fatta bona cu pittura gialla e russa, nun ci importa se la strata eni tutta fossa fossa, se lu surciu trasi e nesci ed è quantu nu suaggiu (*) ppi sti cosi nun c'è prescia l'importanti è u paisaggiu che impressiona u foristeri quannu veni a festa maggio, tannu u sinnicu cca fascia nescia fora cu curaggiu. (*) pesce di taglia e peso sproporzionata

l'insegnante Platamone, è stato quello di promuovere nei bambini la capacità di andare al di là del proprio senso di appartenenza territoriale per aprirsi e imparare a “guardare oltre il mare” e sentirsi così più cittadini italiani. Gli alunni della “F. Giorgio”, accompagnati dalle insegnanti Francesca Platamone e Lorena Russia e da alcuni genitori, sono stati a Sassari dall'undici al quattordici Maggio. Durante i giorni di permanenza nella città sarda hanno incontrato gli amici della scuola San Donato, con i quali hanno mantenuto, fin dall'inizio dell'anno scolastico un assiduo contatto fatto di scambi di e-mail, fotografie e notizie sulle rispettive città. Emozionante sicuramente più delle altre, la

COMMEDIA di Luk Cavichioli

Gli occhi persi nel vuoto più assoluto, lacrime amare che bagnano il viso e… solo ricordi. L'ultimo verso di una poesia sparsa nell'infinito e… un grande sentimento, ormai vago… nel buio. Una frase,una storia,un amore Un sorriso si annulla nel tempo, mentre si fanno più nitide le immagini di un passato senza volto che… scorrono veloci, su di uno schermo desolato. Il destino rincorre una vita già spenta nel silenzio e… una forma indistinta, recita sul muro di una casa parole sconnesse, senza senso e senza spazio. Un volto compare nella mente di una ragazza,che.. dedica al suo amore i ricordi del suo cuore.. All'improvviso si spengono le luci, la Commedia è finita… applausi accompagnano il sipario che cala sugli attori della vita...

prima giornata dove la gioia di incontrarsi mista all'imbarazzo del primo impatto era molto evidente. Bellissimo lo spettacolo allestito dai bambini della San Donato che si sono esibiti in canti e danze sarde, altrettanto bello lo spettacolo canoro dei bambini della "F. Giorgio" che, oltre a cantare canzoni in dialetto siciliano, hanno voluto omaggiare i gli amici di Sassari con un canto in dialetto sardo. Significativa la visita al palazzo della provincia (sala Sciuti), dove i bambini sono stati ricevuti e personalmente intrattenuti dall'assessore provinciale alla pubblica istruzione. I tre giorni di permanenza sono stati ricchi di momenti di valenza culturale, tra visite a musei chiese e monumenti ma ricchi

principalmente di momenti di aggregazione e di gioia. A Ottobre gli alunni della San Donato di Sassari ricambieranno la visita e verranno a conoscere da vicino la città di Licata.

L’ISOLA CHE C’È

SOLITUDINE

di Anna Lo Verme

di Lillo Taibi

Gocce di luna afro-italiana ondeggiano in mezzo al mediterraneo. Una vasta piattaforma Si erge proprio in quella che fu culla di antichi popoli. Tra splendide acque brilla di luce propria dove il cielo s'inchina sul mare per fondersi in un meraviglioso caldo abbraccio afro-italiano. Proprio in quel popolo dimenticato da uomini di potere e Amato da Dio: sboccia l'essenza e fiorisce il seme della carità umana. Nell'intrecciarsi di acque color smeraldo-cristallino, si mescolano: odori, sapori, colori paradisiaci. Le piccole calette accolgono e avvolgono ogni respiro umano. Ogni canto ninfeo propiziatorio all'amore divinamente si propaga nei meravigliosi sotterranei marini. Ogni uomo è amore. Ogni battito è vita. Ogni soffio di vento è una carezza fresca e leggera sulle spiagge bianco-desertico. Pura la bellezza di questo ponte di corallo che accoglie a braccia aperte le diversità umane che unanimemente si mescolano dando vita alla vita.

Scivola piano il pianto sulle gote come sul vetro il freddo della sera nel silenzio che impera e nell'angoscia di ritrovarsi solo. Covo nel petto intenso desiderio d'averti accanto, di serrarti ancora, di perdermi nel fondo dei tuoi occhi : ora che il giorno muore. E che la notte nera già mi coglie. Sono pugnali infissi nel mio cuore i ricordi che parlano di te, e levarli non posso, anzi li aspiro, li cerco e li rinnovo. Tendo le mani e cerco di toccarti, ché ti vedo, la sento la tua voce; scorgo nel viso tuo il paradiso…………. ma le braccia si chiudono nel vuoto, e le mani son fiacche, e il mio cuore già cede. Ché non mi resta ormai più la speranza di rivederti ancora, d'averti accanto almeno per un'ora; e nel vuoto sprofondo con addosso la muta del dolore e della solitudine.

Sport

il Giornale di Licata

Edizione Giugno 2009 -

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Calcio

IL “FILM” DEL LICATA di Vincenzo Montana

Più volte i media locali, e non solo, si sono occupati del fenomeno “Licata calcio” evidenziando l'attaccamento alla squadra esternato da tutti i licatesi; primi fra tutti, naturalmente, i tifosi più accaniti, quelli che sono stati linfa vitale della squadra. Un tempo, un presidente molto attaccato alla compagine diretta veniva, a ragione, etichettato come Presidente ultras per sottolinearne lo spirito non unicamente imprenditoriale. In terra licatese si è verificato il fenomeno contrario: quello dell'ultra presidente. Al cuore non si comanda, il sentimento calcistico va oltre ogni razionalità. Talvolta le squadre di calcio fanno storia, segnano un'epoca, lasciano tracce indelebili che si intrecciano col tessuto sociale, divenendo esse stesse parte integrante di questo. Di conseguenza meritano un posto di rilievo, una posizione o un riconoscimento che ne sancisca la definitiva trafila positiva. Di recente, il Foggia di Zeman, quello a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta diventa film. Il tutto è stato ufficializzato anche nel corso di “Dribbling”, celebre trasmissione sportiva in onda ogni sabato pomeriggio sulla seconda rete Rai. Un giovane regista pugliese, “ultra” ai tempi, ha deciso di rispolverare i vecchi almanacchi per portare sul grande schermo, quella grande squadra che, con pochi fronzoli, pochi soldi, poche parole e tanto cuore, aveva soprattutto la voglia di divertirsi e far divertire. Dal 1989 al 1994 i ragazzi del tecnico boemo, portato alla ribalta italica dal Licata, diventano prototipo addirittura sociale di valori sani: l'Inter del Trap vinceva con i tedeschi terribili, il Foggia di Zeman divertiva con i ragazzi terribili, figli di madre calcio, incontaminati dallo smog mediatico ed economico-finanziario del calcio, continuando a produrre merce buona a modico prezzo, facendo nascere la “Zemanlandia”. È questo il nome del film che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo autunno con Zeman al suo debutto come “attore”. Come diceva un noto giornalista e presentatore tv la domanda sorge spontanea: “Perché non farlo anche a Licata? Perché non immortalare e consegnare alla storia la meravigliosa favola che la città intera quest'anno ha vissuto facendo capire che veramente i soldi nella vita non sono tutto?” Nel Foggia di Zemanlandia i colori gialloblù sono indirettamente coinvolti dato che al tempo in cui è ambientata la pellicola vestivano il rossoblù pugliese i Consagra: Angelo era baluardo difensivo roccioso e determinante,mentre il giovane Fabio debuttava in massima divisione facendo conoscere il nome di Licata all'intero stivale, griffato ai tempi dal marchio gialloblù. Senza dimenticare che il boemo Zeman ottiene i clamori nazionali partendo alla luce del faro per poi illuminare meritatamente per anni la scena del calcio italiano fino a toccare livelli altissimi(il secondo posto con la Lazio).Certo bisogna confrontarsi con la realtà nostra, produrre un film dalle galattiche dimensioni di “Zemanlandia” è alquanto problematico, ma andrebbe benissimo, anche un libro o un cortometraggio o comunque qualsiasi atto veramente concreto che faccia rimanere intatto nel tempo il profondo sentimento di amore calcistico che la città di Licata ha vissuto in questi mesi.

La medaglia d'Oro alle Olimpiadi di Pechino reduce da nuove vittorie si confessa intervistata da Francesco Pira in un incontro nell'ambito dei Campionati Universitari Nazionali a Lignano Sabbiadoro (Udine)

Margherita Granbassi: “Spero di rifare Anno Zero” di Angelo Mazzerbo

Il nostro Direttore Francesco Pira e la Medaglia D'Oro Margherita Grambassi, conduttrice di Anno Zero, durante l'incontro

"Rifarei Anno Zero. E' stata una bellissima esperienza. Mi sono trovata benissimo. Attendo di capire cosa accadrà, anche se il prossimo anno per me sarà molto impegnativo". Margherita Granbassi, tira fuori tutta la sua simpatia e semplicità a Lignano Sabbiadoro (Udine) dove è stata chiamata a parlare sul tema: "Sport professionistico e mondo del lavoro, esperienze a confronto", un evento nell'ambito dei Campionati Nazionali Studenteschi e che ha visto la partecipazione dell'altra medaglia d'Oro alle Olimpiadi di Pechino, Chiara Cainero, campionessa di tiro a volo, e di Andrea Magro, l'ex commissario tecnico della scherma azzurra che ha vinto di più nello sport italiano (15 medaglie, 6 d'oro)oggi dirigente dell'Udinese Calcio. A fare da intervistatore, nei due momenti dell'incontro, prima di Magro e Cainero e dopo della Granbassi, il sociologo e giornalista Francesco Pira, docente dell'Università di Udine (che ha collaborato all'iniziativa) nella doppia veste di Direttore di WRU la web radio dell'ateneo friulano e di Co-Direttore del Corso di Perfezionamento in Giornalismo sportivo. Presenti un centinaio di studenti provenienti da varie parti d'Italia che hanno applaudito i campioni e formulato anche alcune domande. Particolarmente toccante è stato il racconto dell'incontro tra Margherita Granbassi ed il Dalai Lama, quando a Praga gli ha donato la maschera che ha usato per vincere le Olimpiadi come segno di attenzione per la sua battaglia per i diritti umani. "E' stato uno dei momenti più belli della mia vita - ha detto

Volley e tennis

“BRAVE” RAGAZZE E BIMBI “PRODIGIO” di Vincenzo Montana

Buona la prima, è proprio il caso di utilizzare il gergo cinematografico per descrivere la cavalcata vincente delle “brave” ragazze della Rimural Volley Licata che al loro primo campionato federale centrano il salto di categoria dominando il torneo di prima divisione conquistando il passaporto per l'iscrizione alla prossima serie D. A Licata la pallavolo mai ha goduto a pieno di particolari clamori, rimanendo ai margini, per lungo tempo, della scena sportiva locale. Quest'anno la tendenza è cambiata il volley risponde presente ritagliandosi uno spazio più che degno in seno alla Licata sportiva. Nonostante le ridottissime risorse economiche la squadra, sostenuta esclusivamente da un unico soggetto commerciale, dal quale nasce anche il nome, riesce a crescere in maniera esponenziale sopperendo la mancanza di notevole esperienza con la passione, l'impegno e lo spirito di sacrificio ma soprattutto con la voglia di divertirsi magari riuscendo a togliersi qualche soddisfazione(cosa abbondantemente riuscita).Il Presidente Giorgio Lo Monaco e il dirigente Angelo Bruna tengono ben saldo il timone societario affidando la guida tecnica a Francesco Barrera allenatore agrigentino di buona levatura ma poco legato al

Luca Potenza gruppo non riuscendo mai a stabilire con lo stesso un rapporto particolarmente idilliaco fino ad arrivare, nonostante il primo posto, alle dimissioni quando mancavano solo quattro giornate al termine:per la serie se il problema sono io preferisco togliere il disturbo con le ragazze del gruppo che sicuramente non hanno messo il lutto al braccio per questa decisione. Nonostante a metà percorso, la squadra si ritrovi senza la schiacciatrice di ruolo, la fortissima favarese Annalisa Urso infortunatasi in quel di Porto Empedocle, si riesce comunque a tirare i remi in barca blindando un campionato dominato sin dall'inizio. La gara della verità arriva ad un turno dal termine: le licatesi perdono 3-2 col Favara guadagnando un solo punto che,grazie alla concomitante sconfitta dell'Aragona(3-0)risulta bastevole per festeggiare matematicamente il salto in D. Le artefici di questo trionfo

poco sottovalutabile se si tiene conto della giovane età della squadra e della primissima esperienza federale sono loro:le ragazze, quelle che in campo hanno faticato e sudato, gioito e fatto gioire gli amanti della disciplina belle e brave le Rimuralgirls,fra tutte spiccano oltre alla sopracitata Annalisa Urso anche Chiara Bordenga abile palleggiatrice agrigentina con passato in serie C,Valentina Zambito originaria di Favara professione schiacciatrice, Cristina Vicari arrivata in prestito da una società milanese e poi il capitano che funge da collante per il gruppo:la schiacciatrice agrigentina Angela Pullara. Notevolissimo il contributo dato dalle licatesi

La Rimural volley Licata purosangue, Lucia La Rocca e Valentina Curella che hanno fatto degnamente gli onori di casa dando un vellutato tocco di licatesita' a tutto il gruppo. Stagione particolarmente esaltante anche per i “bimbi prodigio” dalla racchetta d'oro. Il talento è assolutamente elemento da associare alla nascita nel senso che o ne sei in possesso sin da quando piangi per la prima volta oppure ti devi rassegnare. Non ha di questi problemi Luca Potenza che di talento ne ha da vendere per lui parlano i risultati. Nove anni da compiere il prossimo mese partecipa in questa stagione agonistica per la prima volta ad un torneo tennistico under dieci, dimostrando da subito la sua notevole superiorità tanto da essere attualmente il numero uno in Sicilia con successi distribuiti in tutto il territorio isolano, primo posto ai tornei di Enna, Sciacca, Comiso, secondo al trofeo nazionale “Topolino” svoltosi mesi addietro presso il capoluogo etneo. Ultimo successo in ordine di tempo quello al Nike Tour di Vittoria dove il piccolo grande Luca ha battuto suo malgrado(data l'amicizia)un altro piccolo talentino della racchetta licatese: Agostino Mugnos in un derby prestigioso per Licata nonché naturalmente per il circolo Sant'Angelo presieduto da Pippo Cellura al quale i piccoli talenti appartengono. Oltre a “Luchino” e Agostino Mugnos buone prospettive di crescita per Roberto Bonfissuto il quale insieme ai suoi due compagni di racchetta costituisce il futuro del tennis licatese come dichiarato anche dal presidente Pippo Cellura. Talento dei grandi e leggerezza dei piccoli: queste le caratteristiche dei “compagni di racchetta”.

la Granbassi incalzata dalle domande di Pira - mi sono sentita piccolissima davanti ad un grande uomo". Tutti d'accordo i tre campioni su due temi: "Non sempre, anzi quasi mai, i giornalisti riportano quanto raccontiamo loro". Ed anche sul fatto: "Che non si possono dare giudizi su chi eccelle nel mondo dello sport e decide di affrontare reality o trasmissioni di successo come "Ballando con le stelle". "A me - ha sussurrato la Granbassi - è stato proposto di fare reality maho fatto bene a rifiutare perchè poi mi è arrivata la proposta di Santoro. Ringrazio l'Arma dei Carabinieri che mi ha dato la possibilità di potermi allenare e mi ha sostenuta in tutti questi anni. Ho fatto la mia scelta. Non è facile conciliare allenamenti, lavoro, dirette televisive. Mi sono impegnata al massimo per cercare di avere risultati sia in tv che nello sport". Chiara Cainero invece ha sottolineato che non ama fare televisione "preferisco sparare e poi spero presto di fare dei bambini". Andrea Magro alla domanda se si sente pronto per scendere in campo in politica ha detto: "Metterei con piacere a disposizione la mia esperienza". Soddisfatto dei lavori anche il moderatore Pira: "un incontro davvero che ci ha arricchito. Anche gli studenti hanno potuto vedere la semplicità di campioni capaci di trasmettere i valori veri dello sport". Del resto Margherita Granbassi lo ha dichiarato senza alcun problema: "La parte più bella dell'essere noti è avere degli spazi di visibilità per far passare dei messaggi di solidarietà".

Il presidente del Cus di Udine, Gianluca Bianchi, Margherita Granbassi, Francesco Pira ed il Vice Presidente del Cus Trieste, Romano Isler

Umiltà e concretezza alla “prima uscita” lo “scolaretto” Attisano dalla sanità allo sport Un paio di settimane addietro la politica licatese ha avuto la sua “rimpastata”, il primo cittadino pone in essere un atto da tempo annunciato stravolgendo gli schemi di palazzo di città o forse, questo si vedrà, facendo rimanere tutto immutato. Il regista rimane Angelo Graci che decide di cambiare gli attori: chissà se ne verrà fuori un lavoro da Oscar o semplicemente una pellicola scontata come tante. Tra le svariate novità della sceneggiatura, una delle più rilevanti, coinvolge la figura Dott. Giuseppe Attisano di un noto e stimato professionista operante a Licata: il Dott.Giuseppe Attisano. Quest'ultimo rimane in squadra, ma cambia significativamente ruolo, da assessore alla sanità, ruolo in linea con la sua attività professionale, a delegato in materia di sport, turismo, spettacolo e problematiche di quartiere. Perchè usare la lente di ingrandimento proprio su questa delega?La risposta non è delle più semplici. In primis la motivazione è racchiusa dalla metamorfosi completa alla quale si è sottoposto il noto medico licatese a metà tra i reparti ospedalieri e le corsie da codice rosso del comune. Sono pressoché non valutabili i risultati di Attisano in un anno di assessorato alla sanità, ma si è deciso comunque di cambiare. L'uomo e il professionista non sono oggetto di discussione: incarnano in maniera eccelsa il prototipo di medico-amico, quello che ti cura e ti da anche una pacca sulle spalle a mò di sostegno morale ed incoraggiamento come il codice deontologico della categoria impone o imporrebbe se si preferisce. Ancora freschissimo di nomina(6/7 ore)accetta di partecipare come ospite a: “LNTVSPORTS”, l'ormai nota e apprezzata trasmissione sportiva di “Licata nuova tv”. Il tema della puntata è caldissimo, sollevare le sorti dello sport in riva al Salso tristemente piegato dalla cancellazione del capitolo sport in seno al bilancio comunale. COLPISCE, COLPISCE TANTO il modo con cui Attisano si presenta, unendo al suo modus signoris un rimarcatissimo e sempre più raro quid di umiltà. Il tutto viene subito fuori, sin dalla prima domanda sulle modalità con le quali si intende rialzare il sotterrato sport. Io sono uno scolaretto, dice, mi è stato chiesto di occuparmi di politiche sportive e pur masticando poco della materia ho accettato con grande entusiasmo. Con queste nobili parole l'assessore passa a pieni voti il suo primo esame mediatico mostrando che se si accettassero più facilmente i propri limiti probabilmente le macchine dello sviluppo viaggerebbero a velocità più sostenuta. Non manda a dirle e risponde con sarcasmo e pungente precisione ai maligni che lo etichettavano come retrocesso, arrivando a dire che aveva preso un assessorato che si occupa di gente che corre appresso una palla in pantaloncini e scarpette ginniche, tentando di sminuire quello che, senza dubbio alcuno, rappresenta la nobiltà assessoriale licatese data la vocazione turistica del territorio. Ancora maggiormente ricco di significato è quello che il medico “sportivo”fa in chiusura di trasmissione facendosi venire in mente una scelta degna del miglior intrattenitore-presentatore televisivo, si siede insieme agli altri ospiti per terra lasciando le poltrone ad alcuni piccoli atleti licatesi che fino a quel punto avevano assistito alla trasmissione seduti a terra gambe incrociate. Un colpo ad effetto per chiudere in bellezza la sua prima uscita ufficiale da assessore allo sport: da questa posizione(seduto appunto a terra) si vedono meglio le formichine dichiara Attisano quelle formichine che costituiscono la moltitudine di realtà sportive che io voglio attenzionare, continua l'assessore, smorzando una certa vena polemica che durante il programma aveva quasi preso piede, poiché è stato sottolineato dai presenti come si fosse aiutato troppo il calcio dimenticando gli altri sport, minori magari per utenza non di certo per dignità. Se chi ben comincia è a metà dell'opera si può iniziare a essere ottimisti. Vincenzo Montana

SPAZIO PUBBLICITARIO OCCUPATO NELLA VERSIONE CARTACEA

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