2006 Giugno

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pro manuscripto

superi sempre le melodie cattive di odio, di violenza e di tutto ciò che produce il male nel mondo”. Le campane sono segno di festa ed unita introducendo la celebrazione liturgica: il popolo di Dio dalla sua casa si dirige nella casa del Signore ed è accompagnato da questo segno sacramentale. Secondo la religione ogni parte della campana ha un suo significato: Il “batacchio” di ferro, che colpendo l’una e l’altra faccia della campana produce il suono, rappresenta la lingua del predicatore che è adorna di scienza e che fa risuonare l’Antico ed il Nuovo Testamento; Il “colpo della campana” rappresenta il fatto che il predicatore deve saper vincere i vizi che ha dentro di se, correggendosi, prima di riprendere quelli degli altri; La “catena” con cui il batacchio sta sospeso alla campana è la meditazione; La “mano” che stringe il batacchio rappresenta la moderazione della lingua; Il “legno dell’armatura” che sorregge la campana rappresenta il legno della croce di Nostro Signore; Il “ferro” che unisce la campana al legno rappresenta la carità del predicatore che, indissolubilmente legato alla croce, esclama: “Lontano da me il pensiero della gloria, tranne che nella croce del Signore” (Gal 6, 14); I “morsetti” che ferrano insieme il legno dell’armatura da cui la campana viene percossa, rappresenta l’ani-

Anno IX - Giugno 2006 - n. 6

Bollettino Mensile della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria - Silvi Marina

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ma retta e giusta del predicatore che, seguendo con zelo i divini comandamenti, li inculca con i suoi frequenti rintocchi nelle orecchie dei fedeli. Anche se oggi i mezzi di comunicazione sono in continuo mutamento quello delle campane rimane lo stesso e conosciuto da tutti i credenti. Lo scandire dei rintocchi da parte di migliaia di campanili in tutto il mondo, è come una liturgia celeste che si identifica nel colmare il tempo della sacralità e consacrare a Cristo pienezza e Signore del tempo

Il Gruppo Post-Cresima

Nato a Barletta (BA) il 6 giugno 1951 da Luigi e Carmina Torre. Ha avuto in famiglia la prima fase della sua formazione umana e religiosa. Ha frequentato la scuola elementare dalle Suore dell' Immacolata Concezione d' Ivrea e nelle Parrocchie di San Giacomo Mag-

giore e Sant' Agostino. Le scuole medie ginnasiali nel Seminario Diocesano di Bisceglie (1962-67), liceo classico nei Seminari Regionali di Molfetta (1967-69) e Taranto (196970). Gli studi filosofici e teologici a Roma nel Pontificio Seminario Francese (1970-77). Ordinato Diacono il 27 dicembre 1975, Sacerdote da S. Ecc.za Mons. Giuseppe Carata, Arcivescovo di Trani, Barletta e Bisceglie il 26 novembre 1977, Vescovo l' 8 settembre 1997. Oggi è Segretario della Conferenza Episcopale Pugliese e Membro della Commissione Episcopale Pugliese per l' educazione cattolica, la scuola e l' università. I circa vent' anni di ministero pastorale sono stati, per la grazia di Dio, la fiducia del Vescovo e la collaborazione di tanti sacerdoti laici, ricchi di molteplici esperienze pastorali delle quali si accenna ad alcune più si g n i f i cat i v e. La vita ministeriale tra la gente della Parrocchia, prima come Vicario accanto ad un Parroco

realizzatore di un grande complesso parrocchiale ed ora anziano, poi come Parroco: le dimensioni del ministero sacerdotale vissute in una realtà complessa e af f ascinant e. Dalla catechesi alla scuola materna parrocchiale; dalla sacramentalizzazione alle strutture sportive parrocchiali; dalla formazione sistematica dei catechisti alla promozione della cultura teologica nei laici; dall' incontro con le famiglie ai continui lavori di ristrutturazione; dalla vita comune nella Casa del Clero all' accoglienza di ospiti di riguardo e sacerdoti italiani ed esteri presenti in Diocesi; dalla preparazione specifica delle insegnanti della scuola materna parrocchiale all' attenzione verso i più poveri (situazioni familiari difficili, emarginati, portatori di handicaps...). Una scuola concreta di evangelizzazione è stata la partecipazione a diverse Missioni Popolari con i Frati Cappuccini d' Italia, promosse dalla C.I.S. Capp. Sia in singole parrocchie (Roma e Barletta), sia a livello cittadino o territoriale (Cesena, Massa, Roma, Grosseto e Sarnano). La fiducia dell' Arcivescovo Carata si manifesta con la nomina, previa consultazione del clero, a Vicario Generale per la Città di Barletta, nell' aprile 1981. Comincia così un intenso periodo di lavoro pastorale a livello più ampio con l' obiettivo di coordinare ed armonizzare la vita del clero e delle diverse comunità parrocchiali (allora 17), attraverso iniziative spirituali e formative rivolte ai sacerdoti, catechisti, famiglie, giovani, politici, ecc... Una particolare attenzio-

ne verso le istituzioni ed il patrimonio artist ico-cult urale, sostenuta dall' Arcivescovo, si concretizza nell' organizzazione della Biblioteca e dell' Archivio Diocesani, intestati a "Pio IX" e riconosciuti come Istituzioni di interesse culturale e storico regionale. In occasione dell' attuazione del Decreto della Santa Sede di fusione delle Diocesi (giugno 1987), lo stesso Mons. Carata, conferma la sua fiducia, con la nomina a Vicario Generale unico per la Diocesi di TraniBar l et t a- Bi sceg l i e. Con l' arrivo del nuovo Arcivescovo, Mons. Carmelo Cassati, nel luglio 1991, c' è un' ulteriore conferma nell' ufficio di Vicario Generale ed una collaborazione ancora più intensa ed impegnativa, che comporta la rinuncia all' ufficio di Parroco. L' affidamento di una Parrocchia in Brasile a sacerdoti fidei donum della Diocesi, ha permesso un' esperienza missionaria di tre mesi (luglio-ottobre 1994) nella Parrocchia di Santa Helena, Diocesi di Pinherio MA - nel Nordest brasiliano. Complessa ma ugualmente arricchente, l' esperienza di Assistente Religioso della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, per nomina diretta da parte della Congregazione Vaticana per i Reli-

',1'21'$1 L’undici Giugno scorso nella nostra Parrocchia si è svolta una particolare celebrazione dedicata alla benedizione delle campane. Il rito ha avuto inizio alle ore 10:00 e subito dopo il momento introduttivo è avvenuta la benedizione. La prima campana, che è anche la più grande, si chiama “FEDE” ed è dedicata a S. Giuseppe protettore della Chiesa; la seconda si chiama “SPERANZA” in onore del Cuore Immacolato di Maria; la terza “CARITÀ” , dedicata all’Angelo Custode. Su ogni campana è disegnata una croce, un’ immagine che rappresenta il nome ed è riportata la seguente dicitura:

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della vita dell’uomo; il loro suono, ancora oggi, rappresenta messaggi, avvertimenti, preghiere ed esortazioni capaci di tenere tutti gli uomini uniti. Papa Giovanni Paolo II, in uno dei suoi discorsi ci ha ricordato l’importanza di questo strumento dicendo: “ È una bella cosa ascoltare il suono delle campane che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. E poi ciascuno di noi porta in se una campana molto sensibile: questa campana si chiama cuore. Questo cuore suona, suona e mi auguro sempre che il nostro cuore suoni sempre delle belle melodie; melodie di riconoscenza, di ringraziamento a Dio e di lode al Signore e che

concreta, siamo passati con il teologo Piero Coda a meditare sul “dono” di un figlio: Venire alla luce Il “miracolo della vita” torna a fare capolino ogniqualvolta una donna e un uomo guardano alla creatura ch’è nata dal loro amore, eppure è altra, diversa, e, pur così prossima e indifesa, suggerisce senza possibilità d’appello il suo gratuito venire da lontano e il suo libero voler camminare lontano. Il «venire alla luce», si mostra per quel che è: un’esperienza originaria in cui la vita, che s’è accesa gratuita, fresca, tenera, imprevista per come è di fatto, riaccende a sua volta la vita. La vita viene alla luce, perché da sempre nasce dalla luce, ed è fasciata e intessuta di luce. Essa altro non è che un riflesso di luce, un’eco d’amore: un’-

eco di quella luce ch’è generata, da sem p r e, da Colui che non con osce né principio, nè fine, nè misura. La vita è dono che prende senso e verità quand’è donata, e lo perde, invece, quand’è solo per sé vissuta, quando si fa merce di scambio o funzione della tecnica. Viene in pienezza alla luce, quando si fa ciò che è: amore. Ci sembra di poter concludere questo primo articolo con una riflessione: questa forma di fecondità che è la procreazione, se vista quale “miracolo della vita” e “risorsa della famiglia” è un dono che ci appartiene e nello stesso tempo ci trascende. E’ un dono messo nelle nostre mani per poterlo ridonare. Infatti, al di là di come la vita sia stata suscitata (anche da un rapporto che non è amore, da un gesto irresponsabile o violento, o in una provetta di vetro…) l’essere umano che viene generato è di per sé portatore di una dignità altissima, conferitagli da Dio stesso nel Suo atto creativo. Il disegno originario dell’essere umano è ben più ampio e va oltre la fertilità, infatti nella Genesi leggiamo che Dio, dopo aver creato la coppia umana, non dice: siate fertili, ma… siate fecondi. Tuttavia la “fecondità “ che è “capacità di generare”, si realizza anche in altre dimensioni su cui tratteremo in seguito. Maria Grazia e Loreto Mariani

giosi: l' approf ondi ment o personale della vita consac r a t a ; la predicazione dei ritiri m en si l i ; la visita mensile delle quattro comun i t à ( Bi sc e g l i e , Foggia, Guidonia e Potenza) e, annuale, della giovane Comunità di Paranà (Argentina), le difficoltà incontrate per la formazione permanente della Congregazione, il confronto con le realtà degli ospedali psichiatrici gestiti dalla Congregazione e le gravi difficoltà per la riconversione, il tutto ha contribuito a conoscere in profondità la vita consacrata ed i problemi propri di questo stato di vita, non sempre noti al presbiterio diocesano. Per tre anni (1994-97) la predicazione dei ritiri mensili alle Comunità Religiose presenti in Diocesi e riunite insieme. Il restauro della Chiesa Concattedrale di Barletta (chiusa dal 1981 e riaperta al culto nel luglio 1996) ha permesso di acquisire molta esperienza in questo settore di edilizia di culto, specie nei rapporti con gli Organi Comunali, Regionali, Statali e gli Enti interessati. A qeusto si è aggiunta una "campagna di sponsorizzazioni per il restauro di opere d' arte".

0HVVDJJLRGHO QXRYR9HVFRYR Carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo, che siete la Chiesa di Teramo-Atri, radicati nell’amore di Dio Padre e saldi sul fondamento apostolico: Grazia e Pace a voi in abbondanza (1Pt 1,2). Mentre viene resa pubblica la disposizione del Santo Padre che mi nomina successore del compianto fratello nell’episcopato Mons. Vincenzo D’Addario, desidero far giungere a tutti e a ciascuno il mio saluto e la mia benedizione. Grato al Papa per la rinnovata fiducia, confermo la mia totale disponibilità alla Chiesa e al Successore di Pietro. Alla Chiesa Aprutina chiedo subito l' aiuto più importante, con le parole del grande Vescovo Agostino: "Aiutatemi con la vostra preghiera e obbedienza, affinché trovi la mia gioia, non tanto nell' essere vostra guida, quanto nell' essere vostro utile servitore" (Sant' Agostino, Sermone 340.3), e collaboratore della vostra gioia di credenti,

pieni di speranza e solleciti nella carità. Il mio primo saluto è per voi, carissimi sacerdoti: solo grazie a voi potrò esercitare il ministero pastorale per rendere visibile la Chiesa, mistero di comunione e missione. Vi abbraccio tutti , a cominciare dai più anziani e dai malati, che hanno già lavorato e sofferto nella vigna del Signore. Un saluto ai religiosi e alle religiose, alle comunità di vita contemplativa: la vostra consacrazione, segno della radicalità del Vangelo, sia luce evangelizzatrice e sostegno al ministero del Vescovo. Saluto i Diaconi permanenti, i seminaristi, tutti i ministri istituiti o straordinari o di fat to (catechisti, collaboratori pastorali, …). Un saluto fraterno e affettuosissimo a tutte le famiglie, ai bambini, agli anziani, agli ammalati: la benedizione del Pastore sia sostegno e fonte di serenità. A tutti i laici, che so essere particolarmente impegnati in molte Associazioni, movimenti e Gruppi. Alle Comunità del Cammino, alle Confraternite: un saluto affettuoso e un grande auspicio di collaborazione intensa per la crescita della Famiglia di Dio, che è

la Chiesa. Alle Autorità Civili, Politiche e Militari, un deferente saluto nell' attesa di una proficua cooperazione al servizio del bene comune per l' intero Popolo di Dio. Come l' Apostolo che desiderava il volto delle sue comunità, anch' io, nell' attesa del primo incontro, vi affido tutti alla materna protezione della Vergine Santa, di San Gabriele dell' Addolorata e dei Santi Patroni Be r a r d o e Re p a r a t a . Che il Dio della Misericordia ci benedica e ci accompagni.

San Severo, 24 giugno 2006 + Michele Seccia

Questo bambino è talmente impegnato nel prendere la palla, talmente dentro la scena che tutto il mondo sembra esser racchiuso in quella corsa, quel gesto….tutto è vissuto con il massimo impegno, con tutto se stesso. Straordinariamente presente, vero , autentico. Allora capisco…. Penso che al di la delle varie motivazione che stanno alle radici della denatalità, ve ne sia una molto più profonda e vera : abbiamo presentato il bambino come un problema e non come la vera risorsa della vita famigliare! Il bambino non rappresenta un problema, come viene descritto dalle varie analisi. Il bambino non è solo un costo economico. Il bambino non priva la libertà dei genitori. Il bambino non restringe la casa di chi vi abita. Apparentemente il bambino sembra portare tutto ciò. Ma in r eal t à non è co sì! Il bambino è il noi dilatato. Egli rappresenta la straordinaria opportunità di realizzazione della nostra vita e della società. Un bambino ci costringe nei pensieri migliori. Averlo rappresenta questa straordinaria

opportunità di nuovo, di crescita , di cambiamento per tutti. Perfino quando sono ammalati o hanno qualche problema non smettono di ricordarci l’essenzialità delle cose, stimolando in noi i sentimenti più veri e autentici, come la solidarietà, l’impegno, la sofferenza vissuta, l’altruismo e l’amore più vero… Il bambino ci porta in una dimensione altra da noi, ci porta con la sua innocenza il suo esistere e il suo “ essere totalmente dipendente da noi” ad occuparci di lui , ad uscire da noi stessi, mettendo in campo una reciprocità che ci sovrasta che ci avvolge. Avere bambini, amarli, curarli ,non è solo utile alla società , ma è sopratt ut to int elligent e, perché il bambino è frutto di una intelligenza soprannaturale, portando la nostra stessa natura a vivere esperienze di un nuovo mondo, di quel mondo che nel profondo del cuore desideriamo tutti.Dalla riflessione scaturita da questa esperienza

ti gli uomini si amino. Sparisca l’odio tra gli uomini. Mostraci il tuo amore. Noi tutti ti amiamo e desideriamo che tu ci protegga col tuo Cuore di Pastore e ci liberi da ogni peccato. Gesù, entra in ogni cuore! Bussa, bussa alla porta del nostro cuore. Sii paziente e non desistere mai. Noi siamo ancora chiusi perché non abbiamo capito il tuo amore. Bussa continuamente. Fa, o buon Gesù che ti apriamo i nostri cuori almeno nel momento in cui ci ricordiamo della tua passione sofferta per noi. Amen. Pino Guaglianone

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Per “far crescere” la famiglia

Si è tenuto a Loppiano il quinto Week-end della “scuola per famiglie” a cui stiamo partecipando. Il tema è stato: - Famiglia e fecondità –dall’amore ricevuto all’amore donato -. Talmente vasta e delicata la tematica che non si può certo sintetizzare in un breve articolo, per cui cercheremo di proporre in questo e nei prossimi numeri alcuni degli argomenti trattati, partendo dagli interventi degli specialisti presenti.

e la ricchezza che un bambino rappresenta: - l’altro giorno mi sono affacciato alla finestra e mi sono messo a pensare al fenomeno preoccupante della denatalità , segno evidente di una società in crisi e alla ricerca di un futuro che sembra lontano. Mi sono venute alla mente le trasmissioni televisive che ho visto, i vari dibattiti socioQuando si pensa alla fecon- logici, psicologici , filosofici cui ho partecidità si pensa subito ai pato …. e tutti portavano il loro pensiero “figli”. sulle cause del fenomeno della denatalità… Lo psicologo infantile Ezio Mentre sono assorto nei miei pensieri, veAceti aprendo i lavori, ci ha do un bambino piccolo ( avrà avuto treraccontato una sua rifles- quattro anni ) correre, correre, per prendesione, proprio sulla bellezza re la palla che il papà gli aveva tirato.

5$&&217$5(,/&825( '(//$9,7$ A giudicare da quanto sia sconfinato il mondo della carta stampata, è evidente che l’uomo ha bisogno di comunicare e scrivere, sia uno dei mezzi più usati per farlo. E nel proliferare di pubblicazioni che ci passano tra le mani, in mezzo a tante cose decisamente inutili, si leggono molte cose interessanti, provenienti da diversi contesti, dal sociale, dalla cultura, dal mondo dello sport, del lavoro. In tante, è possibile scorgere nell’espressione del bello, l’impronta dell’Autore della vita; tanti uomini e donne di buona volontà lavorano alla costruzione di un mondo più giusto. Raccontano imprese e progetti che, modesti o grandiosi, fanno onore all’uomo che s’impegna a migliorare la propria esisten-

za su questo mondo. Tra tutto ciò vi è una letteratura spirituale, una produzione letteraria, che parte ed arriva direttamente “al cuore della vita”, che esprime esplicitamente di riconoscere negli avvenimenti che, Dio, Creatore e Padre è presente nella propria realtà, che dà notizia dell’incontro più importante e sconvolgente che ad un uomo possa accadere, quello con il Signore Gesù. E’ come… il tracciato dell’organo più importante, la diagnosi più diretta della vitalità e lo stato di salute dell’intero organismo, di un popolo. Che sia un periodico illustrato che parta dalle rotative supermoderne delle Edizioni San Paolo, o che sia un fogliettino stampato e fotocopiato in qualche “piccola, scalcagnata comunità” parrocchiale, il racconto di un cristiano è una professione di fede, è una pagina viva, è il prosieguo degli Atti degli Apostoli. Questo è lo spirito che ci anima nel lavorare instancabilmente e p i a ce v o l m e n t e per questo nostro Bollettino Parrocchiale, raccontare, mettere in comunione e gioire insieme delle grandi cose che il Signore opera nella comunità,

t rasmet t ere quest o “battito” vitale, fare da …“elettrocardiografo” al Cuore Divino, perché il tracciato sia leggibile da tutti! Sicuramente, non abbiamo un vasto pubblico, ma chi desidera mettere in sintonia il proprio cuore con quello di Gesù, solo su questi foglietti può leggere che, d’ora in poi non sentirà semplicemente le campane suonare…ma saranno la Fede, la Speranza e la Carità a ricordarci ogni ora, chi siamo e dove siamo diretti. Solo qui è possibile leggere che, i nostri bambini hanno capito nel giorno della Prima Comunione, che, se non si è pratici di sociologia, basta ad esempio pensare a un buon…timballo per capire come deve vivere la comunione armonica la comunità ecclesiale. Solo su questa nostra piccola “Gazzetta Ufficiale” ci possiamo dare tutti appuntamento il 10 luglio alle 21 per riaprire i lavori del Sinodo! E se c’è ne fosse bisogno, per confermare che ciò che ci raccontiamo non sono semplicemente notizie ma è la Buona Notizia che continua a diffondersi… una piccola sottolineatura!!! Nella Solennità del Corpus Domini abbiamo festeggia-

to l’anniversario della dedicazione della nostra chiesa parrocchiale e abbiamo ascoltato il Vangelo di Marco (14,1216); i discepoli chiedono a Gesù dove Egli vuole che preparino per mangiare la Pasqua con Lui… ed è esattamente quello che è successo a noi, discepoli di Silvi, quando diciotto anni fa, abbiamo costruito questo tempio, e continuiamo a curarne il decoro e preparare questo luogo con amore per poter stare con Lui, ogni giorno, invitati a celebrare la Pasqua, il passaggio dalla non vita, alla pienezza della vita! In questo mese di giugno, mese del Sacro Cuore di Gesù ho pensato a queste righe, alla gioia di collaborare a queste pagine (e di leggere con interesse quelle che mi capita di trovare in altre chiese!). Tante cose potrei fare, leggere, o scrivere e decidere di sostenere nel mondo, sicuramente più professionali, brillanti, comunicative, ecc. ecc. Non potendo arrivare a tutto, sono contenta di raccontare la vita del “cuore” perché nella comunità cristiana batte il cuore di Gesù, “ re e centro di tutti i cuori” e “nel quale sono tutti i tesori della sapienza e della scienza”! Tiziana Mariani

i cuori più induriti». 11. «Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato». 12. «Io ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti quelli che si accosteranno al sacramento della riconciliazione e si comunicheranno al primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale... Essi non moriranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, servendo loro il mio Cuore di asilo sicuro in quell’ora estrema».

Non stupiamoci di queste promesse, perchè Dio in tutte le alleanze stipula-

te con l’uomo ha sempre fatto leva sulle promesse (vedi Vecchio Testamento). Non stupiamoci neppure delle promesse di Gesù di aiutarci nel momento della morte, perché lo stesso concetto si ritrova nella devozione allo Scapolare del Carmine: in una visione del 1251 la Vergine promise a S. Simone Stock (1165-1265) che: «Chiunque morirà vestito dell’abito Carmelitano sarà preservato dalle fiamme eterne». Ovviamente non è sufficiente portare solo sulla pelle quello scapolare, ma bisogna prima di tutto imprimerlo nel nostro cuore, vivere come la Madonna ha chiesto al Santo, e vivere, in modo particolare, l’Eucaristia giornaliera, quale riparo e rifugio dalle “intemperie” nichiliste nefaste del terzo millennio, e rimanere in Cristo Gesù e Lui in Noi affinché portiamo molti frutti. &RQVDFUD]LRQHDO6DFUR &XRUHGL*HV O Gesù, sappiamo che tu sei Misericordioso, e che hai offerto il t uo Cuor e per noi. Esso è incoronato dalle spine e dei nostri peccati. Sappiamo che tu ci supplichi costantemente affinché noi non ci perdiamo. Gesù, ricordati di noi quando siamo nel peccato. Per mezzo del tuo Cuore fa che tut-

ria, inscindibili per il grande amore donato a l l ’ u m a n i t à . In un papiro egiziano di circa 4000 anni fa, troviamo l’espressione della comune nostalgia d’am o r e : “Cerco un cuore su cui appoggiare la mia testa e non lo trovo, non ci sono più am i ci! ” . Lo sconosciuto poeta egiziano era dolente per ciò, ma noi siamo più fortunati, perché l’abbiamo questo cuore e questo amico, al pari di s. Giovanni Evangelista che poggiò fisicamente il suo capo sul petto e cuore di Gesù. Possiamo avere piena fiducia in un simile amico, Egli vivendo in perfetta intimità col Padre, sa e può rivelarci tutto ciò che serve per il nostro bene.

/('2',&,3520(66( '(/6$&52&825( Mostrando un giorno il suo Cuore a S. Margherita Maria Alacoque (16471690) Gesù disse: «Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudini e disprezzo...» In diverse apparizioni a Santa Margherita, Gesù fece le seguenti promesse per coloro che avessero onorato il suo Cuore, nei primi nove venerdi di ogni mese, e che la Santa riporta nelle sue lettere: 1. «Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato». 2. «Porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise». 3. «Li consolerò nelle loro afflizioni». 4. «Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte». 5. «Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere». 6. «I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano della Misericordia». 7. «Riporterò le comunità religiose e i singoli fedeli al loro primo fervore». 8. «Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione». 9. «Benedirò i luoghi dove l’immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta ed onorata». 10. «A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò il dono di commuovere

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“Perché nulla vada perduto”, anche in questo mese di giugno, il Signore Gesù ci ha offerto l’occasione di condividere insieme tanti momenti di grazia, tante briciole che non devono essere sprecate. Prima fra tutte, vorrei ricordarvi la solennità della SS. Trinità, quando abbiamo avuto la gioia di benedire le nostre campane, segno festoso della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Poi, il giorno 23 giugno, tutta la comunità diocesana ha festeggiato l’ordinazione episcopale di don Gianfranco De Luca, parroco di S. Nicolò a Tordino, ora eletto vescovo di Termoli-Larino; inoltre, se ancora non bastasse, dal 19 al 23 giugno abbiamo celebrato insieme la settimana di preghiera comunitaria in attesa della festa del Cuore Immacolato di Maria, svoltasi sabato 24, dopo l’annuale processione per le vie del quartiere. Ultimo appuntamento, tra questi forse il più importante, è stato la solennità del Corpo e Sangue di Cristo, che ha visto la nostra parrocchia impegnata nell’amministrazione del secondo turno della Prima Co m u n i o n e . Probabilment e non tutti sanno che l’origine di questa grande festa è piuttosto recente, se si guarda alla storia bimillenar ia della

Chiesa. Sul finire del XI II secolo, la beata Giuliana di Retine, priora di un monastero nella città belga di Liegi, ebbe una visione particolare, in seguito alla quale comprese che nella liturgia del suo tempo mancava una celebrazione solenne in onore del SS. Sacramento. La festa, celebrata inizialmente solo in alcune diocesi, venne poi estesa a tutta la Chiesa da una bolla pontificia di papa Urbano IV, promulgata nel 1264. Oggi, quella del “Corpus Domini” è una solennità che appartiene a tutto il mondo cattolico: le processioni e le adorazioni prolungate infatti, manifestano la grande fede del popolo cristiano nella presenza reale del Signore Gesù sotto le specie eu car i st i ch e. Una fede ancora più viva e forte agli inizi della storia della Chiesa, quando tanti uomini e tante donne spargevano il loro sangue pur di difendere l’amabile Sacramento dalle ma-

ni dei persecutori. Tra questi, il giorno dell’Assunzione della beata Vergine Maria al cielo, la liturgia ricorda s. Tarcisio, accolito della Chiesa di Roma e protomartire dell’Eucaristia. Egli fu ucciso in giovane età, probabilmente non ancora adolescente, mentre portava le Sacre Specie ai cristiani in carcere per la comunione. Scoperto dai soldati romani, strinse al petto il Corpo di Gesù, per non farlo cadere in mani profane; non riuscendo a portare via la piccola pisside, i suoi carnefici lo assassinarono barbaramente nell’anno 257. L’immagine cruda e commovente del giovane Tarcisio, che difende fino al dono della vita il Corpo del suo Signore, è intimamente legata a quella dei nostri bambini che quest’anno hanno ricevuto la Prima Comunione. E’ una gioia che si rinnova ogni volta che queste creature si accostano e godono, forse inconsapevolmente, di un dono così grande. Tutta la comunità gioisce con loro e prega affinché, in qualunque momento, come Tarcisio, possano essere pronti a testimoniare con la vita, la verità dell’unico Maestro. Anche se non tutti noi siamo stati impegnati nella loro preparazione ai sacramenti, questi bambini li sentiamo pienamente “nostri”: è meraviglioso accorgersi di come la loro letizia diventi la letizia dell’intera comunità. Ed è realmente così, il Mistero della comunione in Cristo, che ci fa tutti “un cuor solo e un’anima sola”. Enrica Mariani

*,8*120(6( '(',&$72$/ 6$&52&825(', *(68  Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!; Dolce Cuore del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più!; O Gesù di amore acceso, non Ti avessi mai offeso! Queste sono alcune delle tante amorose e devote giaculatorie, che nei secoli sono state e sono pronunciate dai cattolici in onore del Sacro Cuore di Gesù, che nella loro semplice poesia, esprimono la riconoscenza per l’amore infinito di Gesù dato all’umanità e nello stesso tempo la volontà di ricambiare, delle tante anime infiammate e innamorate di Cristo. La devozione già praticata nell’antichità cristiana e nel Medioevo, si diffuse nel secolo XVII ad opera di S. Giovanni Eudes (1601-1680) e soprattutto di S. Margherit a Maria Alacoque (1647-1690). La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685. Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20 giugno 1671 nel convento delle Visitandine di Paray-le-Monial

(Saone-et-Loire), visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì il 17 ottobre 1690 ad app e n a 4 3 a n n i . Sotto questa apparente uniformità, si nascondeva però una di quelle grandi vite del secolo XVII, infatti nel semplice ambiente del chiostro della Visitazione, si svolsero le principali tappe dell’ascesa spirituale di Margherita, diventata la messaggera del Cuore di Gesù nell’e p o c a m o d e r n a . Affinché il culto del Cuore di Gesù, iniziato nella vita mistica delle anime, esca e penetri nella vita sociale dei popoli, iniziò, su esortazione di papa Pio IX del 1876, tutto un movimento di “Atti di consacrazione al Cuore di Gesù”, a partire dalla famiglia a quella di intere Nazioni ad o-

pera di Conferenze Episcopali, ma anche di illuminati e devoti governanti; cito per tutti il presidente dell’Ecuador, Gabriel Garcia Moreno (1821-1875). Fu tanto il fervore, che per tutto l’Ottocento e primi decenni del Novecento, fu dedicato al culto del Sacro Cuore, che di riflesso sorsero numerose congregazioni religiose, sia maschili che femminili, t ra le principali vi sono: “Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore” fondata nel 1874 dal beato Leone Dehon (Dehoniani); “Figli del Sacro Cuore di Gesù” o Missioni africane di Verona, congregazione fondata nel 1867 da san Daniele Comboni (Comboniani); “Dame del Sacro Cuore” fondate nel 1800 da sant a Maddalena Sof ia Barat ; “Ancelle del Sacro Cuore di Gesù” fondate nel 1865 dalla beata Caterina Volpicelli, diversi Istituti femminili portano la stessa denominazione. Attualmente la festa del Sacro Cuore di Gesù viene celebrata il venerdì dopo la solennità del Corpus Domini, visto che detta ricorrenza è stata spostata alla domenica; il sabato che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria, quale segno di comune devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Ma-

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