2005 Giugno

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tardi la ripresa del lavoro. La nostra vita cambiava nei suoi ritmi, Giulio aveva bisogno del mio, del nostro aiuto, ma la qualità del nostro rapporto era come prima, anzi cresceva giorno per giorno, manifestandosi in gesti concreti fatti di amore: la doccia, aiutarlo a vestirsi, guidare. Cerchiamo di ricominciare giorno per giorno, momento per momento e di vivere bene l’attimo presente e tutto acquista valore: una passeggiata, una telefonata, una visita, ma anche il restare a casa perché le forze sono poche, il rinunciare ad un programma fatto. Così scriveva Giulio durante le prime vacanze dopo l’ospedale….”A volte mi viene in mente il passato e tutto quello che facevo, ma sento che devo radicarmi nel presente. Qui al mare vedo persone che hanno barche ed altro e fanno tante cose. Sono fortunati…..ma la mia fortuna è proprio questa croce. Madre Teresa diceva “la vita è una sfida, affrontala”. Mi piace tantissimo, perché è un po’ il mio carattere”. Nostra figlia Francesca recentemente è stata 6 mesi a Fontem, una cittadella del Movimento dei Focolari in Camerun, lavorando come infermiera nell’ospedale. Ci ha scritto una lettera: “In questo periodo mi capita di avere dei flash di tutta la mia vita e allora penso a quanto sono fortunata ad avere una famiglia così speciale…. La sai una cosa papà….qualche volta ancora mi viene da piangere quando ti vedo camminare tutto storto o quando ti commuovi o mi chiedi cento volte la stessa cosa e allora ti rispondo non bene….ma non ce l’ho con te….è che non sempre accetto che sei stato male…Poi ti guardo e ti vedo risolto e vedo come ti fidi dell’Amore di Dio e ti butti fuori ad amare nonostante tutto e trovo la forza di ricominciare anche se non capisco, anche se ancora non riesco ad accettare pienamente questo dolore…. Credo sia lo stesso anche per le mie sorelle…..insomma forse non riusciamo a dimostrartelo ma siamo fiere di te”. Giulio risponde: “ Francesca, in merito a quanto mi dici, vorrei dirti un po’ quello che vivo. Io ho fatto un passo (che vorrei tanto faceste anche voi) e cioè ogni giorno ringrazio Dio di avermi fatto il dono di partecipare un po’ alla sua

ore 18,00 ore 18,40 ore 19,00

ore 8,00

ore 8,00 ore 9,30 ore 18,00 ore 18,40 ore 19,00 ore 20,15

Santa Messa (mesi di Luglio e Agosto Rosario Vespri Santa Messa

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S. Messa S. Messa Rosario Vespri Santa Messa Santa Messa (mesi di Luglio e Agosto)

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croce, ed è forse per questo che ho nel cuore una grande pace ed una gioia, proprio quella pace che Gesù dice “non quella del mondo” e questo mi da la forza di accettare e vivere tutto. In fondo nonostante la mia malattia, cosa ci ha fatto mancare il Padre ? Niente, abbiamo tutto e più di tutto. Voi vi ritrovate un padre un po’ più brutto, più chiuso ma il problema è che rispetto a prima sono più distratto e disattento e mi sfuggono tante accortezze e delicatezze. E’ tutto vero, ma cerchiamo di accettarci con i nostri limiti che in me sono sopravvenuti. Quindi vi invito te e le tue sorelle a dire “grazie a Dio”, insieme a me e a vostra madre, per quello che ci è capitato e sono sicuro che il Padre darà anche a voi la stessa pace. Allora diciamo un grazie, ma col cuore, e non solo con la bocca. Dio ci ama immensamente ed ha scelto noi, non perché siamo bravi, ma perché vuole farci vivere del Suo Amore. E poi avanti, lontani dagli inganni del mondo. Ciao e sii forte…Sento che mi vuoi bene e te ne voglio anch’io. Un bacione, papà”.

Anno VIII - Giugno 2005 - n. 6

“A me piace quando le catechiste raccontano le cose di Gesù perché sono importanti e noi le dobbiamo sapere”, questo messaggio, di un bambino del catechismo, è ricco di saggezza. L’ imperativo “dobbiamo” rimanda ad una necessità insopprimibile per ogni cristiano, quella della conoscenza del suo Maestro, da cui poi deriva l’affezione e la sequela. Non si può amare se non si conosce, ecco perché anche quest’anno molto è stato fatto nella nostra parrocchia per il catechismo, da quello dei bambini fino a quello degli adulti. Come sempre però i più piccoli hanno la purezza per vedere ciò che è invisibile agli occhi ma essenziale al cuore, ed è forse per questo che le catechesi per adulti sono state meno frequentate rispetto al catechismo per ragazzi. Diverse sono state le iniziative che hanno coinvolto le famiglie: dagli incontri, alle

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feste, all’udienza con il Santo Padre,ma una veramente significativa è stata la lettera di auguri che i bambini di quinta elementare hanno voluto inviare al Papa Giovanni Paolo II per Natale. Con grande sorpresa è arrivata la risposta, segno evidente dell’attenzione che ogni buon pastore ha per ogni singola pecorella. Quest’anno è stato segnato anche dalla morte di sua Santità Giovanni Paolo II i sentimenti espressi dai bambini sono stati raccolti attraverso delle letterine che non abbiamo voluto riassumere perché avrebbero perso la spontaneità e la bellezza, le pubblichiamo alcune qui di seguit o dando appuntamento ai ragazzi e alle loro famiglie alle Sante Messe estive, ricordando che Gesù non va in vacanza!

Bollettino Mensile della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria - Silvi Marina

pro manuscripto

&KLqLO3DSD SHUWH" (Sara- Matteo) È una persona grande come Gesù che ci vuole bene. (Michela D’I.) È un uomo grande e di cuore che vuole bene ai bambini e dà gioia a tutti. Solo il Papa può far pregare tanto tutto il mondo! (Luca P.) È un padre perché vuole bene a tutto il mondo. (Paolo) È un Padre più di papà perché è il Padre di tutti. (Luca R.) È una persona buona, generosa che ha amore e dà felicità…ci rende felici. (Martina) È un bene prezioso. Se siamo giù di morale ci dona il suo cuore e noi stiamo meglio. (Jessica Di B.) Quando era piccolo giocava come me. Questo mi piace tanto. Poi è diventato un uomo meraviglioso. Vedevo che diceva la Messa. (Jessica Di S.) Quando il Papa viaggiava per il

di fratellanza che Gesù c’insegna. Nella Messa celebrata da Don Juan Pablo abbiamo ringraziato Gesù per esserSi donato nell’Eucaristia e per la natura che ci ha regalato! Infatti, il posto che ci ha ospitato era incantevole per via della sua semplice bellezza che non siamo né abituati a vedere data la modernità delle nostre città che poco lascia alla natura, né siamo esercitati a guardare per la presenza di tutti gli affanni, le tecnologie… In quel bel paesaggio si sono svolte numerose attività come la grande battaglia tra cow-boys e indiani, la costruzione di un fortino e di diversi tipì; la cucina alla trappeur ( cioè direttamente sul fuoco infilzando e/ o attorcigliando cibarie come pasta del pane e salsicce in rami d’albero accuratamente lavorati e sterilizzati sul fuoco stesso!). Questa splendida avventura ci ha rafforzato e preparati ancora di più al grande evento conclusivo dell’anno: il Campo Estivo.

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3HU³IDUFUHVFHUH´ODIDPLJOLD Nel numero di Gioite di Marzo vi avevamo parlato del tema “BENESSERE E MALATTIA: LA SALUTE IN FAMIGLIA” . In sintesi si diceva che il vero (VVHUHdella famiglia è proprio quando la Persona di Gesù viene a stare in mezzo ad essa e la fa “piccola chiesa domestica”, luogo della presenza di Dio sulla terra. E’ questa presenza a rendere una famiglia “sana.” Non sempre, però, “salute” e “sanità” coincidono:la salute qualche volta cede il posto alla malattia. In questi momenti occorrerebbe continuare a credere con tutte le forze che anche questa prova q DPRUH GL 'LR Certo occorre fare tutto il possibile per riacquistare la salute, ma occorre anche il distacco, un virtù cristiana, che aiuta a riconoscere in un insuccesso della medicina la VXD YRORQWj In questi momenti la famiglia può fare esperienza con l’Assoluto e allora salute e sanità appaiono valori inversamente proporzionali. La famiglia può essere più sana che mai perché ognuno dei suoi membri, per amore a Gesù Crocifisso, può trovare con la grazia la forza di accogliere in sè il crudo del dolore e trasformarlo in amore. Ce lo ha testimoniato pienamente durante la sua vita e nel momento estremo il Santo Padre ed è quanto è successo alla famiglia di cui raccontiamo l’esperienza.

Sono Pina, sposata da 29 anni con Giulio e abbiamo 3 ragazze di 27,25,23 anni. Il 3 maggio di 10 anni fa Giulio è stato colpito da un ictus, rimanendo paralizzato su tutto il lato sinistro. E’ stato cinque mesi in ospedale, di cui quattro in un centro di riabilitazione. Ad un amico così scriveva “ Mai come in questa malattia ho sperimentato come sia importante il corpo per amare. Un abbraccio fatto con due braccia è diverso da uno fatto con un solo braccio; a volte mi manca la possibilità di manifestare il mio affetto prendendo il viso tra le mani o facendo qualcosa di utile per i figli, tagliare una fetta di pane, fare un caffè, un giro di walzer, manifestare con un applauso la gioia per un bel voto, e così via. I medici mi hanno confermato che esistono ampie possibilità di recupero. Mi sono buttato con impegno nella riabilitazione, perché il mio corpo che funziona non è solo per me, è anche per la mia famiglia, per gli amici, per l’umanità.” Poi il ritorno a casa e più

con lui alla corte di Spagna; ma il fanciullo non amava la vita mondana. Ai cannoni, al lusso, alla feste, egli preferiva di gran lunga la contemplazione e la preghiera: così, dinanzi all’ immagine della Santissima Annunziata, Luigi donò tutto se stesso nella verginità perpetua. Aveva solo 10 anni; dovrà aspettarne ancora otto, prima di vedere realizzato il suo sogno di entrare nella Compagnia di Gesù. Il padre ostacolò in ogni modo questo progetto, ma alla fine dovette piegarsi alla volontà di Dio. Luigi visse da religioso appena cinque anni, nel silenzio, nell’ obbedienza e nella mortificazione più estrema, tanto che, nonostante la severità dell’ Ordine, gli venne impedito di fare penitenza. Nel 1590 un’ epidemia di peste colpì Roma: egli si prodigò nell’ assistenza ai malati con tutti i suoi fratelli e compagni. Un giorno trovò un appestato morente all’ angolo della strada; felice di aver incontrato Gesù sui suoi passi, se lo caricò sulle spalle e lo portò in ospedale. Contagiato, morirà dopo quattro mesi di lenta agonia, il 21 giugno 1591, all’ età di 23 anni. Una volta scrisse: “non conviene che ci crediamo grandi, a causa della nostra nascita: anche i principi son cenere come i poveri; forse, cenere più puzzolente”. Ma egli profum a v a come un giglio. E il g i g l i o della pur e z z a r est er à per sempre l’ emblema di questo principe che seppe rinunciare a qualsiasi altro stemma nobiliare.

3URIXPRG¶DYYHQWXUD I giorni 23-24-25 aprile noi, Reparto del Gruppo Scout di Silvi, abbiamo vissuto insieme l’esperienza del campo S. Giorgio, in onore del santo nostro protettore. L’evento si è svolto in un ex-maneggio nell’entroterra di Silvi; posto che abbiamo raggiunto

con le nostre mountain-bike. In questi giorni le squadriglie ( piccole “famiglie” maschili e femminili, che compongono il reparto, formate da ragazzi dagli 11 ai 16 anni ) si sono affrontate suddivise tra indiani (sq. Tigri, Koala e Cobra) e cow-boys (sq. Falchi e Delfini). Molto gradita è stata la presenza tra noi del futuro gruppo scout d’Atri che è venuto a vedere e soprattutto a provare la bellissima arte-scout! Anche Andrea, il seminarista che nei fine settimana viene nella nostra parrocchia, ha voluto vivere questa splendida avventura facendoci compagnia! La presenza di tutte queste persone “estranee” alle attività che svolgiamo ogni sabato ( anche se Andrea spesso viene a farci una piccola catechesi) ci ha fatto ancora più piacere perché abbiamo avuto modo di trovare lo spirito

mondo io provavo gioia. (Federica) È una persona importante che ci dona allegria, felicità del cuore, amore, bontà. (Svetlana) È una persona dolce e generosa. (Vittorio) È una persona felice che vuole tanto bene e ci protegge con la preghiera. (Chiara I.) È come Gesù, è un Santo. Col suo cuore, dall’Alto, ci protegge e anche dall’Alto ci fa capire che ci vuole bene. (Francesco) È una persona speciale, per me è il più buono. La prima volta che l’ho visto credevo che fosse cattivo poi ho capito che è una persona buona. (Chiara S.) È una persona straordinaria. Spero che preghi per noi. È stato il nostro primo Papa, l’unico, e prego che possa vivere in Cielo per sempre. (Azzurra) Il Papa prega sempre per noi e ci vuole tanto bene anche se sta in Cielo e dal Cielo continua a dirci di essere buoni. (Michela E.) Il Papa è come un Re, Come Gesù. Ama i bambini, i giovani, aiuta i malati, gli anziani, parte per annunciare che il Signore Gesù è con tutti noi, sempre, e perciò non dobbiamo avere paura! Grazie Giovanni Paolo II !

(Autodettato – II C )

3UHJKLHUDD*LRYDQQL3DROR,, LOQRVWUR3DSD Sei morto… ci dispiace e sentiamo, tanta tristezza… Ma ora non soffri più. Riposa in Cielo con Gesù e con Maria, come desideravi. Guardaci dall’Alto, proteggici, aiutaci. Quando siamo in difficoltà, prega per noi. Seguici, così noi non sbagliamo e non facciamo cose brutte. Guidaci con Gesù sulla strada giusta dell’amore, della pace e della felicità. Facci essere amici e fratelli. Ora non piangiamo più per la tua morte. Gesù ci fa tornare il sorriso perché, tu, il nostro Papa, sei con Lui, in Cielo, per noi.

( Autodettato – Classe II C – Via Roma ) (Luca P.-Francesco-Azzurra-Michela D’I.-Sara-Michela E.-Chiara I.-Martina-Federica)

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Caro Papa Giovanni Paolo, vorrei dirti un mare di cose…te le dico lo stesso anche se sei in Cielo: con il cuore mi potrai sentire! Ti voglio un mondo di bene! In questo momento sono triste: ti ho visto in TV,…stavi soffrendo…È brutto soffrire e tu sei stato davvero bravo! Mi sono commosso. Stavi molto male poi ti sei aggravato e sei morto. Sono rimasto ore a guardarti in TV e se avevo sete non andavo neanche a bere. Sono dispiaciuto, ho pianto tanto che non riuscivo quasi a smettere e ha pianto tutta la famiglia. Ho detto una preghiera per te. Mi sembra che tu sia ancora sulla terra perché ti ho qui nel mio cuore e ti penso sempre. Volevo venire a Roma per

salutarti, abbracciarti forte forte ma purtroppo non ho potuto. Non ti ho mai visto dal vivo e mi dispiace; rimani nel mio cuore. In Piazza San Pietro tutti cantano e pregano. Tutto il mondo prega per te. Io prego per te. Tu hai fatto in me la gioia e l’amore. Mi hanno raccontato molte cose belle di quando eri Papa ed io non ero ancora nato. Ma mi sono bastati sette anni per capire il bene che volevi a tutti e specialmente ai bambini. Mi sono bastati sette anni anche per capire che cos’è l’amore che hai dato a tutti noi. Ho visto qualche immagine del tuo funerale a scuola, mi è scappata qualche lacrima e mi sono venuti in mente tutti i ricordi… Tu hai compiuto un’azione meravigliosa, fondamentale: hai fatto molti viaggi in paesi lontani, dove nessun Papa era mai andato ad annunciare che Gesù è morto sulla Croce, è Risorto ed è salito al Cielo. Tutti per te erano amici. Andavi in montagna, incontravi i giovani, i grandi, i malati e, quando eri in ospedale malato anche tu, ti affacciavi alla finestra. Ti hanno sparato…hai perdonato i terroristi! Sei stato buono con tutti, anche con quelli di altre religioni. Giocavi con i bambini e facevi le facce buffe. Sei simpatico, una persona eccezionale, importante per me. Sei stato il mio primo Papa. Mi manchi molto. Tu hai benedetto tutti e tutto il mondo intero fino alla morte. Voglio che vai in Cielo, Te lo meriti! Ho appeso un tuo ritratto nella mia cameretta. Ti ricorderò sempre. Non ti dimenticherò mai mai e rimarrai con me nel mio cuore.So che ora stai con Gesù e sono contento perché in Cielo non soffri più. Stai bene con Gesù in Paradiso? Continua a pregare per noi e noi per te, proteggimi, illumina il mio cammino e aiutami a diventare grande e buono come te. Tu devi mandare un Papa buono e bravo come te. Ti mando un bacione grande grande. Riposa in pace. Con amore…

(Autodettato II C – Via Roma - : Michela E.ChiaraI.- Martina - Jessica Di S.- Jessica Di B.Luca P. – Francesco – Michela D’I. – Luca R. – Matteo – Robert – Chiara S.- Svetlana – Azzurra – Sara – Paolo – Federica – Vittorio)

&DUR3DSD %HQHGHWWR;9, ti conosciamo ancora poco e il tuo viso ci è sembrato un po’ severo… però averti visto già alla TV e sentire la tua voce così dolce, ci ha fatto capire che sei buono e ci vuoi bene. Il nostro cuore si è riempito di gioia quando abbiamo visto e sentito le campane suonare a festa. Non ci piaceva stare senza Papa e siamo contenti che hanno scelto te che sei stato al fianco del caro Giovanni Paolo II e suo grande amico. Ora sei Papa… Pregheremo per te ogni giorno e siamo sicuri che ci illuminerai la strada giusta per arrivare a Gesù. Annuncia al mondo che Gesù è morto, è Risorto ed è salito al Cielo. Unisci nella preghiera le religioni, aiuta a credere chi non crede, insegnaci. Apri il cuore a tutto il mondo: visita i paesi, porta la gioia e indica la strada dell’amore. Questi anni, passali in buona salute; vogliamo che vivi a lungo, che resti con noi, nel nostro cuore, per tutto il tempo donandoci la tua dolcezza, la tua bontà, la tua generosità, tanta gioia e allegria. E non morire subito! Ricordaci sempre nelle tue preghiere. Possiamo venire a trovarti? Tanti auguri per il tuo Pontificato. Ti abbracciamo forte forte e ti mandiamo un bacione grande. Ti vogliamo bene. Rispondici presto, appena puoi. Ciao! ( Classe II C – Via Roma)

,O0DUFKHVHSRYHUR Lo scorso numero di “Gioite!” è stato interamente dedicato alla presentazione del sinodo parrocchiale, per offrire a tutti la possibilità di conoscere questa importante iniziativa, che impegnerà la nostra comunità fino ad ottobre con la stesura del documento finale da consegnare al Vescovo. Dopo l’ assemblea generale dell’ 8 maggio, già da qualche settimana hanno preso avvio gli incontri dei singoli gruppi (catechismo, Azione Cattolica, AGESCI...), ai quali ciascuno di noi è chiamato a partecipare. Quella che il Signore ci offre in questo tempo è un’ occasione speciale per mettere da parte le incertezze, l’ indifferenza, il timore, e condividere con gli altri membri della comunità i dubbi, le incomprensioni, le proposte, affinché la parrocchia cresca unita e impari a “fare la verità nella carità”. Non vogliamo infatti, che questo sinodo diventi ancora una volta l’ espressione di un ristretto gruppo di persone: è nostro desiderio dar voce a tutti, perché ognuno di noi è chiamato a sperimentare personalmente la gioia di sentirsi famiglia e di essere membra dell’ unico corpo di Cristo, che è la Chiesa. Negli incontri che abbiamo già affrontato, e in quelli che ci apprestiamo a vivere, ci stiamo interrogando con molta semplicità sulla nostra esperienza di cristiani (“cosa siamo”, “da dove veniamo”, “cosa vogliamo”), cristiani che operano nell’ ambito della liturgia, della catechesi, della carità e dell’ evangelizzazione. In questo cammino, quando qualcosa non ci è chiaro, le Linee Pastorali Dio-

cesane e le indicazioni del Pontefice sono uno strumento prezioso che ci guida e ci sostiene, perché ogni nostra decisione sia innanzitutto conforme all’ insegnamento della Chiesa. Tutto questo non è semplice: a volte ci si scontra, non ci si comprende, ci si ferisce. Ogni uomo, infatti, porta con sé la propria storia, la propria esperienza, il proprio modo di amare e servire Dio. Ma il bello della comunità cristiana è racchiuso qui, in una diversità che unisce anziché dividere. Luigi Gonzaga, il santo di cui vorrei parlarvi, descrisse così la sua compagnia religiosa: “...una nave, nella quale non meno fanno progresso nel viaggio quelli che per ubbidienza st anno oziosi, che altri che s’ affaticano a remare”. Questa era l’ affascinante nuova immagine che egli aveva della sua fede: l’ appartenenza ad una compagnia salvifica. Adesso era la stessa compagnia a portarlo e a salvarlo, non più la sua personale bravura: su una nave viaggiano tutti, anche quelli che sono momentaneamente sfaccendati. Non c’ è similitudine più bella per comprendere cos’ è il miracolo della comunità parrocchiale. Luigi era da poco diventato gesuita, dopo aver rinunciato, per amore di Gesù, al suo titolo nobiliare, ai privilegi della primogenitura e alle tante ricchezze che la sua famiglia possedeva. Il padre, Ferrante Gonzaga, voleva fare di lui un soldato e un uomo di stato, l’ unico, che con la sua tenace mitezza, avrebbe potuto restituire gloria e onore ad una dinastia in decadenza. Lo portò persino

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