CORSO ANTINCENDIO RISCHIO BASSO APRILE 2009 Giuseppe Turrisi Salvatore
Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
LA SICUREZZA
PREVENZIONE PROTEZIONE MISURE GESTIONE DEL SISTEMA SICUREZZA
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L’EMERGENZA E’ IL MOMENTO IN CUI SI VEDE SE E’ STATA FATTA BENE LA PREVENZIONE. SE FUNZIONA LA PROTEZIONE E LA GESTIONE DEL SISTEMA Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
SICUREZZA LA SICUREZZA E’ QUALCOSA CHE ACCADE NON UN “TEMPO” DOVE (PER FORTUNA) NON SUCCEDE NIENTE
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LA SICUREZZA
E’ UNA PARTE DELLA VITA DOVE TUTTO E’ QUASI PREVISTO
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UN PERICOLO CHE ACCADE
PRODUCE UN DANNO RISCHIO x Tempo e Spazio PERICOLO SICUREZZA = CONOSCENZA
IL FATTORE k (CONOSCENZA) Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
L’UNICA ARMA CONTRO IL RISCHIO E’ CONOSCERLO STUDIARLO
TUTTO ACCADE SECONDO QUANTO PREVISTO!!? Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
LA SCIENZA DELLA SICUROLOGIA PREVENZIONE PROTEZIONE SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA (SGS) L’ANTINCENDIO E’ UNA BRANCA DELLA SICUREZZA (UNA DELLE PIU’ SVILUPPATE) Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
ANCHE L’ANTINCENDIO E’ FATTO DA:
PREVENZIONE PROTEZIONE GESTIONE (IN EMERGENZA - NELLA NORMALITA’)
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PREVENZIONE TUTTO QUELLO CHE SI PUO’ FARE PRIMA PER: • PREVENIRE • PREVEDERE • STUDIARE • ELIMINARE (IL RISCHIO) • LIMITARE (IL RISCHIO) • CONTENERE (IL RISCHIO) • GESTIRE LA NORMALITA’ Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
PROTEZIONE TUTTO QUELLO CHE SI PUO’ FARE DURANTE: • PROTEGGERE • LIMITARE IL DANNO • CONTENERE IL DANNO • ISOLARE SEPARARE • EVACUARE • GESTIRE L’EMERGENZA
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GESTIONE (Sistema della Gestione Sicurezza) L’ORGANIZZAZIONE DELLA SICURZZA • ANALIZZARE – STUDIARE - RICERCARE •
ADOTTARE MISURE
(ATTIVE- PASSIVE-PROTOCOLLI)
• FORMARE - INFORMARE - ADDESTRARE • VERIFICA CONTINUA DEL CONTESTO AMBIENTALE • VERIFICA CONTINUA DEL CONTESTO UMANO • MANUTENZIONE • SORVEGLIANZA Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
PREVENZIONE NELL’ANTINCENDIO • STUDIO ATTIVITA’ • NORMATIVE • CONTESTO (ATTIVITA’) • VALUTAZIONE ⇒ INDICE DI RISCHIO • ADDETTI ANTINCENDIO • FORMAZIONE / INFORMAZIONE / ADDESTRAMENTO
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RISCHIO R = M x F (sempre ≠ 0) Dove: R = Rischio (che è un valore reale) M = Magnitudo (grandezza del danno possibile) F = Frequenza (le volte che accade, quando accade)
MAGNITUDO ⇒ PROTEZIONE FREQUENZA ⇒ PREVENZIONE Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
MISURE ANTINCENDIO • MISURE PREVENTIVE • MISURE PROTETTIVE • LA GESTIONE (L’UOMO)
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IL SOCCORSO NELLA SICUREZZA MAI METTERE A RISCHIO LA PRORPIA VITA IL RAPPORTO 1 A 1 NON E’ AMMESSO PER QUESTO NON SI IMPROVVISA MAI NON SI DEVE PASSARE DA SOCCORRITORI A SOCCORSI Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
IL FUOCO (la combustione) • Comburente • Combustibile • Innesco • Autocatalisi
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IL TETRAEDRO DEL FUOCO COMBURENTE
OSSIGENO
INNESCO
AUTOCALISI
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TEMPERATURA DI ACCENZIONE (TA) TEMPERATIRA DI INFIAMMABILITÀ (TI) TEMPERATURA DI ACCENSIONE: (T di A) è la temperatura alla quale il combustibile prende fuoco; al di sotto di tale temperatura un combustibile non può accendersi; è quella necessaria a bruciare una sostanza senza aggiunta di calore. Il fuoco, trattandosi di una reazione chimica, con la sottrazione di uno dei componenti si blocca. Le prime due componenti sono sempre presenti. La terza comporta la reazione chimica, questa temperatura varia in relazione del tipo di combustibile. La reazione chimica detta fuoco è una reazione di ossidazione che produce: gas, luce, calore, braci e cenere. Si può affermare che complessivamente tale reazione chimica produce: MATERIA ENERGIA
cenere, braci, fumi, gas (corpuscoli) luce, calore
LA TEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ (T di I), è invece definita come la minima temperatura alla quale i combustibili liquidi emettono vapori infiammabili ed è una caratteristica dei liquidi infiammabili.
Esempio: benzina T di A 250°C gasolio T di A 330°C T di I -21°C
T di I 55°C Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
OGNI MATERIALE HA UNA TEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ CHE DERIVA DALLA COMPOSIZIONE CHIMICO-FISICA DELLA SOSTANZA COME UN DNA Carta 240°C Gomma sintetica 300°C Legno secco 215-270°C Acetone -18°C Alcol metilico 11°C Gasolio 55°C
Cotone idrofilo 250°C Lana (tessuto) 205°C Nylon 475°C Alcool 13°C Benzina -21°C Metano 537°C
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CAUSE DI INNESCO FIAMME LIBERE E CORPI INCANDESCENTI SIGARETTE
- Anche la presenza di piccole fiamme, costituisce spesso un apporto di calore sufficiente a provocare l'accensione di un liquido infiammabile (ad esempio benzine e olii), di un gas (si pensi al metano) o di un solido (carta, fibre tessili o gomma piuma). E' utile aver presente che tutto ciò che ci circonda è potenzialmente infiammabile, quello che cambia, nei "combustibili", cioè, in tutte le sostanze, è la quantità di calore necessaria a raggiungere la "temperatura d'accensione". Questo consente di classificare tutti i materiali secondo il loro grado di infiammabilità, valutare il loro utilizzo e capire, in casi di emergenza, quali sono gli interventi più idonei. L'innalzamento di temperatura, sino al raggiungimento della "temperatura d'accensione" può avvenire anche in presenza di corpi incandescenti, i quali offrono, per irradiazione, un'intensa sorgente di calore. SCINTILLE DI ORIGINE MECCANICA
- Sono prodotte, in genere, dall'urto o dallo sfregamento di parti metalliche ed hanno sufficiente energia termica per poter essere causa di innesco. Particolare attenzione deve essere posta all'uso, specie in ambienti chiusi, da utensili da taglio, mole o similari. SOVRACCARICHI SCINTILLE DI ORIGINE ELETTRICA
- Gli impianti elettrici sono spesso causa di innesco, in occasione, per esempio, di corto circuito, che può provocare scintille o surriscaldamento dei cavi. SCARICHE ELETTRICHE GENERATE DALL'ATMOSFERA - Si possono generare durante i temporali e raggiungono tensioni nell'ordine dei milioni di "volts". La loro energia può essere causa di innesco. Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
FLASH OVER
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PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE CALORE – FUMO anidride carbonica [CO2] ossido di carbonio [CO] vapore acqueo [H2O] anidride solforosa e solforica [SO2 e SO3] acido cloridrico [HCl] acido cianidrico [HCN]
Il calore già a 42/45° può causare malori “il colpo di calore” Il fumo riduce la respirazione e la visibilità Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI
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IL FUOCO E I MATERIALI • PARTECIPAZIONE ⇒ CLASSE DEI MATERIALI • RESISTENZA
⇒ REI (30/60/90/120/180’)
• PROPAGAZIONE
⇒ CONTESTO
CLASSE 0 / 1 / 2 /3/4/5 IGNIFUGO fino a COMBUSTIBILE REI = RESISTENZA STABILITA’ ISOLAMENTO CONTESTO = DISTIRBUZIONE DEI MATERIALI
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REI R - stabilità l’attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco; E - tenuta attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare ne produrre -se sottoposto all’azione del fuoco su un lato- fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto al fuoco; I - isolamento termico attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore
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INTERVENTO SUL IL FUOCO Il tempo è la variabile indipendente che su cui bisogna agire. Per prevenzione c’è tutto il tempo…(?) La protezione è sempre a tempo inverso. • Intervento rapido /contenimento/ evacuazione • Limitare l’esposizione • Il fumo i gas e gli acidi
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CONDIZIONI DELLA SCENA PER LA CHIAMATA DI SOCCORSO • FERITI • MATERIALI • DISTRIBUZIONE DEI MATERIALI • DESCRIVERE L’INCENDIO • DIRE SUBITO DOVE SIETE (VIA NUMERO PIANO SOCIETA’) • NELLA CHIAMATA FARSELO RIPETERE • IN DUE DIVIDERSI I COMPITI
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PERCHE’ L’ADDETTO ANTINCENDIO
• La sicurezza • L’emergenza • Il fuoco • La gestione del fuoco • L’Addetto antincendio
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AZIONE • Mantenere la calma • Osservare • Valutare • Decidere
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SISTEMI DI ESTINZIONE FISSI • Impianti sprinkler in pressione • Impianti sprinkler a lancio • Impianti a schiuma • Impianti aerosol • Impianti a scarica
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COLORE DELLE BOLLE (IMPIANTI SPRIKLER IN PRESSIONE) • 57° ARANCIONE • 68° ROSSO • 79° GIALLO • 93° VERDE • 141° BLU • 182° LILLA • 227° 260° 343° NERO Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
SEGNALETICA E CARTELLONISTICA
CODIFICA DEI COLORI
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SEGNALI DI PERICOLO
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SEGNALI DI PERICOLO
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SEGNALI DI PERICOLO
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SEGNALI DI PERICOLO
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SEGNALI DI PERICOLO
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SEGNALI DI PERICOLO
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SEGNALI DI DIVIETO
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SEGNALI DI DIVIETO
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SEGNALI DI DIVIETO
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SEGNALI DI DIVIETO
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SEGNALI DI OBBLIGO
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SEGNALI DI OBBLIGO
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SEGNALI DI OBBLIGO
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SEGNALI DI SICUREZZA
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SEGNALI DI SICUREZZA
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SEGNALI DI SICUREZZA
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SEGNALI ANTINCENDIO
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SEGNALI ANTINCENDIO
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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
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L’ESTINTORE Definizione di estintore L'estintore è una attrezzatura contenente un agente estinguente, la cui pressione interna ne permette la proiezione sul fuoco. L'estintore consente un intervento e spegnimento immediato di un incendio di limitate proporzioni anche se impiegato da persone inesperte. Classificazione degli estintori Gli estintori in commercio, possono essere classificati a seconda della massa totale, del tipo di estinguente contenuto e in base alla generazione della pressione interna. In base alla massa totale dell’estintore ed in base alla classe di incendio.:
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TIPI DI ESTINTORE POLVERE AB- BC-ABC- D
IDRICO AB CO2 BC
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USO DELL'ESTINTORE Estintori a Co2 - vengono caricati con 5 Kg di Anidride carbonica, un gas inerte, precedentemente descritto, ad una pressione di circa 70 Kg/cm2, pressione alla quale questo gas si trasforma allo stato liquido. Durante l'erogazione (della durata totale di circa 10/12 secondi) il Co2 si presente allo stato gassoso e ad una temperatura molto bassa -75°, giustificando, per tale motivo, la nuvola bianca durante l'erogazione. Questi estintori sono adatti su incendi di classe "B" e "C". (non usare contro le persone) Estintori a polvere - Questo tipo di estintore è composto internamente da due camere distinte, una caricata con Co2 o con aria compressa, mentre l'altra con 6 Kg di polveri descritte precedentemente. Agendo sulla leva di attivazione, il Co2 o l'aria compressa, si mescola con le polveri facendole uscire. Come indicato sulla apposita etichetta, questi estintori sono adatti su incendi di classe "A", "B" e "C" dipendentemente dal tipo di polvere impiegata. Nell’estinzione di qualsiasi tipo di incendio è sempre molto importante che il tempo di intervento sia il minore possibile e siano soddisfatte le seguenti ulteriori importanti condizioni: - indossare i dispositivi di protezione individuale in dotazione - prevedere le adeguate attrezzature - usare il giusto estintore Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
PROCEDURA GENERALE DELL’ USO DELL'ESTINTORE • • • • • • • • • • • • •
Vento alle spalle Assicurarsi la via di fuga Non voltare mai le spalle all’incendio Verifica del giusto estintore (CLASSE A-B-C-D-E) Verifica dell’efficienza (peso se CO2 – manometro se POLVERE) Piccola prova (se è vuoto perdete tempo per cercarne un altro) Togliere la sicura Mano ferma sull’erogatore Piccola prova con un breve spruzzo Procedere camminando il più basso possibile Erogare spazzolando alla base della fiamma fino all’estinzione Indietreggiare senza voltarsi Andare via chiudendo la porta. Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
IL VENTO ALLE SPALLE ( IL FUOCO CAMMINA IN SENZO IN VERSO ALL’APPORTO DI OSSIGENO)
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IMPORTANTE Rapidità di intervento ogni secondo è utile Per questo prima di arrivare all’incendio provare l’estintore e verificare l’efficienza in alternativa trovarne subito un’altro Non usare l’estintore inutilmente ma, a seconda dei casi, con l‘orientamento più opportuno. Fiamme e fumo rendono il fuoco difficile da spegnere, perciò bisogna porsi con il vento dietro le spalle (sottocorrente) e in posizione tale da non avere visibilità e respirazione ostacolati dal fumo, il calore e il fumo va in alto per questo è necessario camminare bassi
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INDIVIDUARE IL VERO FOCOLAIO
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PRIMA IL VERO FOCOLAIO POI IL FOCOLAIO INDOTTO
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LA LOTTA FATTA IN SCQUADRA • UNO DEVE ASSUMERE IL COMANDO • ANCHE SE LE DECISIONI SI PRENDONO INSIEME • NELLA ANALISI PIU’ OCCHI VEDONO MEGLIO • DIVIDERSI I COMPITI • RIPERTERSELI PER LA VERIFICA DELLA COMPRENSIONE • INTERVENIRE CON DECISIONE E FERMEZZA • L’INTERVENTO VA FATTO CON UN ANGOLO MAX DI 90° • MAI CONTRAPPOSTI • NON PRENDERE INIZIATIVE PERSONALI
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IL FUOCO E L’INCENDIO • IL FUOCO SI SPEGNE CON GLI ESTINTORI • L’INCENDIO SI SPEGNE CON GLI IDRANTI NON TENTARE DI SPEGNERE UN “INCENDIO” DA SOLI
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L’ATTACCO ALL’INCENDIO IN UN INCEDIO NON ANCORA GENERALIZZATO L’ATTACCO VA FATTO SU PIU’ FRONTI MA MAI CONTRAPPOSTO
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L’APPROCCIO AL FUOCO La staticità e l’indecisione dell’operatore comportano uno spegnimento difficoltoso. Usare l’estintore muovendo la manichetta a ventaglio iniziando dalle fiamme più vicine poi avanzando progressivamente.
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DA RICORDARE • Avete solo 15/18 secondi • Non indirizzare il getto dell’estinguente al centro della vasca: può provocare proiezione di liquido e vapori propagando l’incendio e causare ustioni. • Usare l’estintore alla giusta distanza. (Proporzionale al calore e al fumo)
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DISTANZE INDICATIVE
Ogni estintore va utilizzato in conformità alla propria tipologia e tecnologia di costruzione e in conformità all’estinguente in esso contenuto. Lunghezza del getto utile estintore
schiuma
mt. 5-8
CO2
mt. 3-4
polvere
mt. 3-8
idrico
mt. 3-5
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PRUDENZA E BUON SENSO Se avete già estinto il fuoco non scaricare completamente l’estintore In un incendio di piccole dimensioni bisogna lasciare una rimanenza di estinguente per un’eventuale ripresa delle fiamme.
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L’INGRESSO IN UN LOCALE • Osservare la porta • Vedere se esce fumo dal basso • Toccarla con colpetti sempre più decisi per vedere se è calda • Con molta cautela toccare la maniglia (se la maniglia di metallo brucia l’incendio è già alle spalle) Meglio dare allarme e abbandonare • Aprire lentamente e visionare • Decidere se operare o allontanarsi richiudendo la porta
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PANORAMICA SUGLI ESTINTORI POLVERE 1kG Estintore portatile a polvere ABC, Kg. 1 Omologato 8A 34BC a pressione permanente.
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PANORAMICA SUGLI ESTINTORI POLVERE 3kG Estintore portatile a polvere ABC, Kg. 3, omologato 13A 89BC a pressione permanente. Utilizzabile su apparecchi in tensione, dopo l'utilizzazione in locali chiusi aereare.
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PANORAMICA SUGLI ESTINTORI POLVERE
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PANORAMICA SUGLI ESTINTORI
Estintore a CO2 Kg. 2, conosciuto anche come anidride carbonica o biossido di carbonio. Consigliato su apparecchi in tensione, dopo l'utilizzazione in locali chiusi, aereare. Bombole in acciaio di alta qualità al cromo molibdeno di peso leggerissime. Carica 2 Kg
Classe 34 B C
Diam 110
H = mm 570
Peso 6,5
Getto 3 mt.
Durata 10"
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PANORAMICA SUGLI ESTINTORI Estintore a CO2 Kg. 5, conosciuto anche come anidride carbonica o biossido di carbonio. Consigliato su apparecchi in tensione, dopo l'utilizzazione in locali chiusi, aereare. Bombole in acciaio di alta qualità al cromo molibdeno di peso leggerissime. Carica 5 Kg
Classe 113 B C
Diam 139
H=mm 735
Peso 13,5
Getto 3,5 mt.
Durata 15"
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PANORAMICA SUGLI ESTINTORI IDRICO
Omologati idrici D.M. 20/12/82 CE PED 97/23 D.M. 23/03/2000 ESTINTORE IDRICO AD ACQUA NEBULIZZATA L'ugello speciale spruzza acqua nebulizzata, nessun pericolo l'utilizzo su apparecchiature elettriche, è stato testato ed approvato secondo le norme Europee EN3 e superato il test a 35.000 Volt. Carica Classe Diam 6 lt. 21A 233B 160
H=mm Peso Getto Durata 570 10 5mt. 21"
9 lt.
735
27A 233B
190
14
5mt. 30"
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DISPOSIZIONE ESTINTORI La scelta degli estintori deve essere determinata in funzione della classe di incendio e del livello di rischio del luogo di lavoro. I criteri sono: il numero dei piani (almeno uno a piano), la superficie in pianta, lo specifico pericolo di incendio (classe), la distanza che una prsona deve percorrere per prendere ed utilizzare un estintore (mediamente non superiore a 30m)
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ALTRE ATTREZZATURE CASSETTE
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CASSETTE
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CASSETTE
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MANICHETTE
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LANCE
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LANCE
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LANCE
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RIEPILOGANDO USO DEI SISTEMI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO
Con la realizzazione di questo corso si intende fornire informazioni e nozioni relative alle norme antincendio. Tali nozioni, semplici e brevi, consentono di ottenere una base di conoscenze per poter intervenire in caso di necessità, in modo corretto e sicuro. Seguendo le indicazioni date, e pertanto, riconoscendo il modo più indicato per intervenire, non si corrono rischi personali e l'intervento può prevenire situazioni più gravi. A riguardo, si precisa, che ogni grande incendio, nasce da un piccolo
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LE SOSTANZE COMBUSTIBILI
Gli incendi, sono classificati a seconda dello stato fisico del materiale coinvolto nella combustione: - Classe A: I solidi (legname, carta, tessuti, gomma, ecc.) - Classe B: I liquidi (petrolio, catrame, olii, ecc.) - Classe C: I gassosi (idrogeno, gas naturali come metano, etano, butano, propano, ecc.) Altre sostanze chimiche, spontaneamente combustibili in presenza di ossigeno, o reattive con l'acqua, appartengono alla "Classe D". Alla "Classe E" appartengono le combustioni di apparecchiature elettriche in genere.
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SISTEMI DI SPEGNIMENTO Lo spegnimento, ovvero, la fine della "combustione", può avvenire tramite azione meccanica (sottraendo all'incendio il materiale che lo alimenta, ovvero il "combustibile"), soffocamento (interrompendo, tra il corpo incendiato e l'aria circostante, ovvero tra il "combustibile" ed il "comburente", un mezzo od una sostanza che li separi), sottrazione di calore (raffreddando il corpo in fiamme, con una sostanza che ne abbassi la temperatura, al di sotto di quella di accensione).
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SOSTANZE USATE PER LO SPEGNIMENTO DI INCENDIO Acqua - è sicuramente il più noto e diffuso mezzo antincendio. Si impiega in maniera diretta sul fuoco provocando un processo di raffreddamento del materiale incendiato, di soffocamento della combustione, per la trasformazione di acqua in vapore, con conseguente allontanamento dell'ossigeno, e nel caso di alcuni liquidi infiammati, di diluzione degli stessi e conseguente spegnimento. L'acqua trova un ottimo impiego contro i seguenti combustibili: solidi (legno, carta, tessuti, fibre plastiche) - liquidi (a patto che siano più pesanti) - gas (a patto che creino una miscela con l'acqua). La stessa acqua è comunque sconsigliata in presenza di conduttori elettrici sotto tensione perchè può essere causa di folgorazione, con sostanze liquide più leggere dell'acqua e comunque non miscibili, Con sostanze che creano pericolose reazioni con la stessa, come sodio e potassio, carburo di calcio, cloro, fluoro e cianuri alcalini. L'anidride carbonica (Co2) - è un gas inerte, intendendo con questo che non è nè "comburente" come l'ossigeno e nemmeno "combustibile", come, per esempio, il metano. Tale gas, rappresenta il contenuto di un tipo di estintore, attualmente presente in commercio. Questo estintore, ha la caratteristica fondamentale di rendere l'aria inadatta ad alimentare la "combustione", quando è presente in quantità rilevante (in ambiente chiuso è sufficiente una concentrazione di circa il 33%). In spazi aperti, non è particolarmente indicato, in quanto la ventilazione non favorisce Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
la sua azione estinguente. Viceversa, bisogna tener presente che, quando presente in alte concentrazioni nell'aria, può diventare un gas asfissiante. La polvere - come per l'anidride carbonica, è indicata su gran parte degli incendi e rappresenta il contenuto di un altro tipo di estintore. Questa polvere, interponendosi tra la base delle fiamme e l'ossigeno contenuto nell'aria causa il soffocamento delle stesse. Le polveri sono solitamente composte a base di fosfato di monoammonio, oppure, a base di bicarbonato di sodio e potassio, con l'aggiunta di additivi per aumentarne la fluidità. Ne è sconsigliato l'uso su apparecchiature in tensione sopra i 1000 volts. Sono apparecchi solidi delicati, inoltre, se ne sconsiglia altresì l'uso, per non provocare danni ulteriori, in quanto, l'azione delle polveri stesse che si induriscono con il calore e si attaccano al materiale che sta bruciando, sono difficilmente eliminabili. Le polveri non rappresentano un rischio in ambienti poco areati.
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MEZZI ANTINCENDIO PORTATILI I mezzi antincendio portatili, sono attrezzature idonee ad affrontare sia i principi di un incendio che a combattere la sua propagazione: Estintori a Co2 - vengono caricati con 5 Kg di Anidride carbonica, un gas inerte, precedentemente descritto, ad una pressione di circa 70 Kg/cm2, pressione alla quale questo gas si trasforma allo stato liquido. Durante l'erogazione (della durata totale di circa 10/12 secondi) il Co2 si presente allo stato gassoso e ad una temperatura molto bassa, giustificando, per tale motivo, la nuvola bianca durante l'erogazione. Questi estintori sono adatti su incendi di classe "B" e "C". Estintori a polvere - Questo tipo di estintore è composto internamente da due camere distinte, una caricata con Co2 o con aria compressa, mentre l'altra con 6 Kg di polveri descritte precedentemente. Agendo sulla leva di attivazione, il Co2 o l'aria compressa, si mescola con le polveri facendole uscire. Come indicato sulla apposita etichetta, questi estintori sono adatti su incendi di classe "A", "B" e "C" dipendentemente dal tipo di polvere impiegata.
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L’INTERVENTO Prelevare l'estintore, togliere il fermo di sicurezza della valvola eliminando il sigillo e accertarsi che l'estintore sia carico e funzionante, agendo con un veloce colpo di prova sulla valvola di erogazione. Portarsi in corrispondenza dell'incendio e indirizzare il getto dell'estintore alla base delle fiamme, operando a giusta distanza. Spazzolare lentamente l'incendio con l'erogatore. Se le condizioni dovessero richiederlo è opportuno crearsi uno "scudo termico", erogando davanti a se parte della sostanza estinguente, allo scopo di poter avanzare e aggredire più da vicino il focolaio, avendo cura di non essere investiti dal fumo. E' consigliabile adottare, per gli estintori a Co2 una tecnica di erogazione intermittente, in modo da aumentare il potere di spegnimento dello stesso. All'aperto, invece, occorrerà operare ad una distanza ridotta, tenendo in considerazione la direzione del vento e del fumo, disponendosi in posizione tale da non aver la visibilità ostacolata e restare intossicati. Specie per gli estintori al Co2, non è assolutamente opportuno dirigere il getto Giuseppe Turrisi Salvatore Aprile 2009 ©
contro persone, anche se queste fossero avvolte dalle fiamme. L'azione delle sostanze estinguenti sul corpo umano, in particolar modo su parti ustionate può provocare conseguenze gravi. In questi casi è consigliabile l'uso di una "coperta estinguente", avvolgendo la persona, oppure usare acqua. Eseguendo un'azione di spegnimento in due persone, e quindi, con due estintori, queste dovranno agire in maniera tale da non investirsi con i getti.
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LA COPERTA Coperte estinguenti - sono costituite da un tessuto minerale di 120 x 180 cm, che raggiunge il suo punto di fusione a circa 1500° C. Sono particolarmente indicate per proteggere le persone avviluppate dalle fiamme e per spegnere fuochi di piccole dimensioni. Coprendo le fiamme con una coperta estinguente si impedisce all'ossigeno presente nell'aria di alimentare il fuoco e si ottiene lo spegnimento per soffocamento. Le coperte estinguenti sono conservate all'interno degli armadietti antincendio e ripiegate in apposite confezioni plastiche. Per estrarle è sufficiente tirare verso il basso le due fettucce esterne presenti. Il risultato più efficace si ottiene agendo in due persone, che devono tenere la coperta ben tesa ed inclinata, in modo tale da proteggersi viso e mani.
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USO IN COPPIA
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USO SINGOLO
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ATTREZZATURE ANTINCENDIO FISSE Si intende, per attrezzature antincendio fisse, quegli impianti che offrono garanzia di continuità di azione per contrastare incendi di dimensioni rilevanti.
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grazie per l’attenzione
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Riferimenti
http://www.youtube.com/watch?v=uk6WO8YTzK0 http://www.youtube.com/watch?v=khoi3olCPhA&feature=related http://www.youtube.com/watch?v=HtNBSPL0BY0&feature=related http://www.arestintori.com/prodotti.htm http://www.arestintori.com/Home%20page.htm http://www.youtube.com/watch?v=3G0a-MLneRs&feature=related
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