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VENERDÌ 6 MARZO 2009
il Cittadino
Sudmilano
MEDIGLIA n MONTANARI, FAMOSO NANOPATOLOGO, CONTESTA IL SITO: «I COMUNI CHE LO ACCETTANO O SONO IGNORANTI O CORROTTI»
«Il gassificatore? Una scelta criminale» L’esperto: «Inquina come un inceneritore, alto il rischio di tumori» MEDIGLIA «I gassificatori inquina no. Non c’è nessuna differenza ri spetto ad un normale incenerito re: i rifiuti vengono semplicemen te bruciati liberando nell’aria na noparticelle che causano il cancro e, molto più frequentemente asma e infarto. Parola di Stefano Monta nari, nanopatologo e direttore scientifico del laboratorio di ricer ca modenese Nanodiagnostics. «Certo è che bruciando una ton nellata di rifiuti, non è che questi spariscano. Per il principio di con servazione della massa, si trasfor mano: avrò quindi quella stessa tonnellata sotto forme diverse e polveri che noi respiriamo». I tecnici di Mediglia Servizi ecologici, dicono però che que ste particelle sono rilevate da strumentazioni d’avanguardia e sono tanto piccole da non ve nire nemmeno registrate. «Se lei misura le polveri in base alla massa, è ovvio che le particel le pesanti incideranno immensa mente di più rispetto alle piccole (una particella da 10 micron di diametro ha la massa di un milio ne di particelle da 0,1 micron). Questa è la tecnica che usa chi de ve vendere qualcosa. Se lei fa ciò che la scienza impone e le parti celle le valuta per numero e per in verso di volume (magari considerando anche il rap porto volume/superficie), ecco che il risultato sarà completamente diverso. Il dramma è proprio questo. Gli agenti prodotti non scompaiono e il fatto che le dimensioni non sono nem meno misurabili dovrebbe spaventarci ancor di più perché insidiano in manie ra più pervicace il nostro corpo». In che modo? «Riescono addirittura ad entrare nel nucleo delle cellule. Quando si respira, se i polmoni sono efficien ti, la maggior parte delle polveri viene ributtata fuo ri alla prima espirazione. Il residuo resta per sempre nell’organismo. Passano nel sangue e invadono tutti gli altri organi. Imprigionate nelle cellule vi rimangono per tutta la vita. Queste particelle non vengo no riconosciute dal nostro organi smo il quale reagisce attivando un processo di isolamanto infiamma torio detto granulomatosi. Questo processo può determinare neopla sie (cancro) ma anche morbo parkinson, alzheimer, sarcoma ai tessuti molli, perfino malforma zioni fetali. In misura maggiore, tripla rispetto al cancro, patologie cardiovascolari». Non sono tutti d’accordo però, Umberto Veronesi ha detto in vece che gli inceneritori non in quinano. «Io sono a capo di dieci gruppi di ricerca che stanno studiando tali fenomeni. Francamente ritengo che Veronesi abbia fatto veramen te un’uscita infelice, parlando sen za conoscere minimamente la questione come egli stesso ha am messo». Ma se gli inceneritori, o nello specifico i gassificatori, fanno tanto male perché si stanno dif fondendo con il supporto degli enti territoriali? «Io non conosco il caso specifico
«La tecnologia è inadeguata, l’impatto non si può reggere»
A fianco, a partire da sinistra, il nanopatologo Montanari e l’ingegner Marcolongo; sopra e sotto, due immagini del pubblico a Bustighera
MEDIGLIA «Gassificatore uguale dios sina». «No al gassificatore». «No al compostore». Gli striscioni appesi lungo le strade di Bustighera sono eloquenti, ancor più del convegno or ganizzato mercoledì per discutere delle possibili conseguenze sulla sa lute di impianti che “bruciano” i ri fiuti, ossia il progetto di ampliamen to del compostore attraverso proce dura di gassificazione presentato dalla società Mediglia Servizi Ecolo gici. Doveva essere un convegno tec nicoscientifico, organizzato dal gruppo della Fenice e dal comitato Cittadini di Mediglia per l’ambiente, e grazie ai relatori lo è stato. A parla re di fronte a quattrocento persone presso la sala del Vecchio Ristoro, c’erano il nanopatolo di fama inter nazionale Stefano Montanari, l’avvo cato Fabio Todarello e l’ingegnere Vito Marcolongo. Alessandro Cario ni ha introdotto il dibattito e fatto da moderatore. L’incipit è conciso: «Non siamo qui per fare politica, ma per capire meglio. Perché chi dice no oppure anche sì al gassificatore, pos sa prendere una posizione motivata da elementi certi». Gli elementi li snocciolano i relatori. L’avvocato To darello che, dal punto di vista legale
sta seguendo anche la battaglia giu diziaria di alcuni cittadini, ha pre sentato il 7 febbraio una diffida al presidente della regione, della pro vincia, a comune, Arpa, Asl e vigili del fuoco perché non venga aperto alcun cantiere, nemmeno relativo al compostore. Inoltre ad inficiare la regolarità dell’opera sono le distan ze. Un quadro generale è stato offer to pure sull’iter: acquisite l’autoriz zazione integrata ambientale e la va lutazione d’impatto ambientale, do vrà ottenere l’eventuale via libera dalla conferenza di servizi. Sul pro getto e le sue caratteristiche si con centra invece l’ingegner Marcolon go: «È l’impianto sbagliato, nel posto sbagliato». La tecnologia non è ade guata: è utilizzata solo in Giappone e solo per talune scorie; non è la mi gliore disponibile come prescritto dalle norme europee. Inoltre le refe renze vantate dalla società non han no riscontro, in quanto gli apparec chi non sono tutti Jfe (licenziataria giapponese) e se dovesse essere auto rizzato l’impianto di Mediglia sareb be solo un prototipo, in quanto non esiste esempio di tale dimensione in Europa. E. C.
TRIBIANO n MA NELL’AZIENDA FINITA IN CRISI NESSUNO CREDE ALL’IPOTESI DI TAGLI
Baruffaldi, i lavoratori disperati: «Dopo la cassa ci aspetta il buio»
del comune di Mediglia, che peral tro mi pare abbia espresso il suo no. So che quando un simile im pianto trova supporto sono sue le ragioni principali: entra in gioco l’ignoranza degli amministratori, nel senso che non conoscono la
materia, oppure ci sono storie di corruzione alle spalle. E aggiungo che è criminale, nella pianura pa dana che è una delle quattro zone più inqunate del globo, installare cose del genere». Emiliano Cuti
TRIBIANO «I segnali della crisi in ag guato c’erano tutti: la Baruffaldi, do po sei anni di fatturato in crescita, per chiudere il 2008 alla pari ha do vuto ricapitalizzare. Ma nel 2009 gli ordini si sono veramente azzerati, così ora siamo a casa. Aspettando la ripresa, quando ci sarà». Così i lavo ratori della grande azienda me talmeccanica di Tribiano descrive vano ieri la marcia di avvicinamen to al provvedimento scattato il 6 feb braio anche dietro i cancelli Baruf faldi, marchio doc della meccanica italiana. Da tre settimane è cassa in tegrazione per ben 223 dipendenti quasi tutti fra la fabbrica di Settala e la zona produttiva del comune lun go l’Addetta. Tredici settimane di cassa ordinaria, il massimo per leg ge, con quattro settimane a zero ore. Entro metà marzo un incontro sin dacale interno definirà meglio il ca lendario dei turni, poi si andrà avan ti così fino a tutto aprile. Allora è at teso il primo momento della verità. Se i grandi committenti del marchio (in Italia Fiat Iveco, ma anche il mer cato tessile del sud est asiatico) da ranno minimo segno di rialzarsi, si tornerà lentamente ad ingranare. In caso contrario, ammesso che non ci siano conseguenze più pesanti, il 2009 verrà ricordato come un anno di quasi assoluta stagnazione. Di cassa ordinaria, di ferie fatte fino in
Un’immagine della Baruffaldi a Tribiano fondo e dimezzamento dei contratti interinali. A “congelare” Baruffaldi, prestigiosa azienda nata quasi 80 an ni fa a San Donato Milanese, è stato innanzitutto il gorgo della crisi Fiat Iveco, attanagliata a sua volta dalle casse integrazione. Ma anche il tessi le indiano, coreano, cinese, che boc cheggia sotto la recessione mondia le. Il risultato, a Tribiano e Settala, è il più grande provvedimento di am mortizzatore sociale adottato da al
meno dieci anni. Alcune voci descri vevano in questi termini la scena in atto ieri nelle unità produttive: «A Tribiano, che lavora molto con Fiat Iveco, fino a martedi prossimo in dit ta non c’è praticamente nessuno. A Settala rimane una produzione resi dua che interessa non più di 1020 persone.» Il 2008, come accennato, ha seguito un ciclo espansivo per lo sto rico marchio:«il volume d’affari dal 2000 in avanti ha segnato anche più trenta per cento l’anno confidano ancora i lavoratori per cui non si può certo parlare di situazione arri vata da lontano. Il problema sono i venti che hanno cominciato a soffia re nel 2008. Il sentore della crisi è sta ta proprio la necessità di gettare ca pitale nel bilancio, altrimenti già l’anno scorso sarebbe stato negati vo». La domanda di tutti è natural mente cosa ci sarà oltre la cassa ordi naria. A Milano i vertici CgilFiom ammettono di non poterlo sapere:«È la domanda che si fanno tutti oggi; tutte le trecento aziende milanesi in cassa integrazione», commenta Ma ria Sciancati, segretaria provinciale Fiom. A Tribiano i lavoratori non credono alla possibilità di esuberi, anche se annotano che la congiuntu ra ha costretto l’azienda a non rinno vare il 50 per cento dei contratti inte rinali e di apprendistato. E.D.
PESCHIERA
Centauro sbatte contro un’automobile: MEDIGLIA n L’ANIMALE È FUGGITO DI CASA E HA PERCORSO UN LUNGO TRATTO DI STRADA PRIMA DI ESSERE RIPRESO la Paullese va in tilt per un’ora e mezza n Ancora un incidente sull’ex statale Paullese. Ieri mattina a finire all’ospedale è stato un motociclista di Pantigliate. Il tutto è avvenuto verso le 8.30 tra Peschiera e Pantigliate, proprio nei pressi del cantiere per il raddoppio della strada. Sul posto è intervenuta la polizia locale di Peschiera, che per un’ora e mezza ha cercato di disciplinare il traffico completa mente in tilt sull’ex statale 415. È fuori pericolo il centauro, C. M, 34 anni, residente a Pantigliate. L’uomo era in sella alla sua moto di media cilindrata, quando all’improvviso è andato a urtare contro un’automobile che lo precedeva. Se condo quanto si è appreso la vettura condotta da A. F., 22 anni di Trezzano Rosa ha effettuato una svolta a sinistra forse proprio per evitare la lunga fila. Il motociclista non ha potuto far nulla per evitare la collisione. La velocità, per l’intasamento, non era elevata. È volato comunque dalla sel la, precipitando a terra. Il casco gli ha limitato i danni. È arrivata l’ambulanza della Croce Bianca di Paullo che ha prestato i soccorsi. Il referto medico del pronto soccorso del l’ospedale di Melegnano parla di qualche contusione. Gli accertamenti sulle cause che hanno provocato l’incidente sono tuttora in corso da parte della polizia locale. Gli agenti hanno eseguito i rilievi e raccolto le testimonianze. I proble mi più gravi li ha avuti la viabilità, quasi ferma, fino alle 10. Sull’arteria era stato infatti istituito un senso unico alterna to.
Cane lupo a zonzo sulla SordioBettola MEDIGLIA Accalappiato ieri un cane lupo, fuggito da un’abitazione. È stato avvistato sulla strada, nella zona degli orti a Mediglia, mentre correva contromano causando pe ricolo per la circolazione. Non si è verificato alcun incidente, anche se qualche automobilista si è trovato d’improvviso davanti l’animale. Sul posto è intervenuta la polizia locale di Mediglia, che ha perlu strato la zona finché non è riuscita ad individuare la bestiola. Non è però stata possibile la cattura. Il ca ne, un giovane meticcio, da Medi glia è scappato in via Roma e ha percorso chilometri d’asfalto fino ad arrivare a Bustighera. La poli zia locale, a lampeggianti accesi, è riuscita a seguirlo in una cascina. È stata allertata l’Asl e la bestiola è stata presa e consegnata al canile di Pantigliate. Dal canile hanno su
bito verificato la presenza del mi crochip: il quattrozampe è stato prontamente restituito al suo pa drone, un uomo di Colturano a cui era sfuggito. Quanto accaduto testi monia che di frequente il compito dei canili può essere ben diverso da quel che si creda, paragonati a pri gioni per Fido e altri amici dell’uo mo. Infatti se l’animale è tatuato è sempre riconsegnato al proprieta rio. La polizia locale di Mediglia se gnala in ogni caso un numero sem pre alto di animali liberi sulle arte rie del territorio. Un anno fa erano stati dei somarelli, anche in questo caso presi grazie all’intervento de gli agenti, purtroppo però è sempre preoccupante il fenomeno dell’ab bandono dei cani. Spesso vengono investiti sulla strada o sono causa di incidenti, com’è successo pro prio a Mediglia qualche giorno fa.
Un tratto di SordioBettola dove ieri è stato accalappiato un cane, fuggito di casa