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Giovedì 18 ottobre 2007•

Potenza Lo sviluppo urbanistico

ilQuotidiano

La riqualificazione del Serpentone tra l’idea originaria (disattesa) e le nuove proposte di modifica

“La barca” di via Tirreno va

Dal contratto di quartiere alle polemiche di questi giorn di BENIAMINO MURGANTE* La “barca” di via Tirreno, il cui progetto sta suscitando tante polemiche tra l'opinione pubblica potentina, si inserisce nel più vasto programma del Contratto di Quartiere. Questo bando, pubblicato nel 1998 dal Ministero dei Lavori Pubblici, aveva come obiettivo la riqualificazione delle periferie di modesto livello qualitativo con evidenti carenze di qualità ambientale e di dotazione di servizi ed il recupero di edifici costruiti in epoca moderna privilegiando il risparmio delle risorse energetiche. Tra tutte le proposte giunte al Ministero dei Lavori Pubblici furono selezionati 46 progetti tra i quali c'era quello riguardante la riqualificazione di Poggio Tre Galli e Cocuzzo. Il primo dei due quartieri, disponendo potenzialmente di ampie zone di verde e di parcheggi, è il tipico esempio di un insediamento nel quale si è pensato a costruire solo gli edifici, dimenticandosi degli standard. Basti pensare che le opere di urbanizzazione sono state realizzate dalla Comunità Montana. Il quartiere Cocuzzo è un po' l'emblema potentino della cementificazione. In quest'area è stata realizzata un'edilizia intensiva, con enormi problemi di accessibilità ed una totale assenza di spazi verdi. L'edificio più importante del quartiere, soprannominato il serpentone, una sorta di Corviale potentino, iniziava a manifestare i tipici problemi di durabilità del cemento armato. L'idea progettuale si basava su una riduzione della residenza nella zona di rione Cocuzzo da realizzare mediante l'abbassamento di due piani della parte centrale del “serpentone”, costruita con tecnologia a tunnel, e la localizzazione nell'edificio di alcuni uffici pubblici. Al posto dei due piani rimossi sarebbe stato realizzato un tetto polifunzionale, che doveva contenere un impianto di teleriscaldamento. Il progetto prevedeva, inoltre, il miglioramento dell'accessibilità, la realizzazione di parcheggi interrati, il potenziamento del verde di servizio, la creazione di una piazza che potesse diventare un luogo di aggregazio-

ne del quartiere, la realizzazione di nuovi spazi pedonali, il recupero e la valorizzazione del verde agricolo in abbandono. Nella zona di Poggio Tre Galli era prevista la realizzazione di 66 nuovi alloggi da parte dell'ATER, in via di ultimazione, la sistemazione della piazza anteriore la chesa di S. Cecilia, il completamento della strada di collegamento con rione Risorgimento e la realizzazione di un parcheggio interrato e di un percorso pedonale nella spina centrale. Tutto il Contratto di quartiere aveva ottenuto un finanziamento di 20 miliardi di lire dal Ministero ai quali si aggiungevano 4 milardi dell'ATER, 1,250 milardi del comune e 9,600 miliardi di privati. Dopo l'approvazione del progetto preliminare, e del relativo finanziamento, da parte della DICOTER del ministero dei lavori pubblici, in fase di elaborazio-

Una prospettiva del progetto di rione Cocuzzo. In alto unaltro disegno del progetto

ne degli esecutivi notevoli cambiamenti furono apportati all'idea di fondo. Si tenta un approccio innovativo dando l'incarico all'architetto Enric Miralles affiancato da alcuni giovani professionisti lucani che avrebbero dovuto svolgere una interessantissima esperienza di progettazione presso lo studio Miralles-Tagliabue di Barcelona. Purtroppo una volta definiti i dettagli burocratici dell'incarico allo studio EMBT (Enric Miralles - Benedetta Tagliabue, http://www.mirallesta-

gliabue.com/) viene diagnosticato un male incurabile al celebre architetto catalano che nel giro di qualche mese porterà alla sua morte. A questo punto il progetto per la riqualificazione di via Tirreno viene affidato al Professor Marco Casamenti (http://www.archea.it), docente di progettazione architettonica presso la Facoltà di Architettura di Genova. Nella relazione di accompagnamento al progetto l'architetto rimarcava la necessità che l'area non poteva essere riqualifica-

ta con un semplice intervento di arredo urbano, ma andava completamente eliminata via Tirreno per farla diventare un grande parco. L'ipotesi progettuale prevedeva il potenziamento della viabilità anulare che circondava i complessi edilizi Serpentone, Serpentino e gli altri edifici situati nella parte inferiore di via Tirreno recuperando il “cuore del quartiere” situato tra le due pareti costituite dall'edificato. Lo slogan era il quartiere di cemento dovrà diventare un quartiere di verde. Questo obbiettivo, per quanto ampiamente condivisibile, non poteva essere perseguito creando, nella parte inferiore di via Tirreno, un corridoio verde “animato dalla presenza di scogli che animano e rendono evidente la presenza del parco stesso” e realizzando la “barca” nella parte superiore. Per la “nave” erano previste vele di cemento alte una decina di metri. Ovviamente si tratta di un'opera di forte impatto che finisce per ostruire la visuale degli appartamenti del Serpentone e del Serpentino. Nel 1996 partecipai al concorso nazionale di urbanistica partecipata e comunicativa promosso dall'I.N.U. e dal W.W.F “riconquista la città” con uno studio e proposta progettuale per il Vallone di S. Lucia

a Potenza (premiato dalla ria nazionale). Questo con so prevedeva una fase prel nare di coinvolgimento d abitanti dei quartieri limit in modo da comunicare progettisti il maggior num di istanze dei cittadini. Ri do che nelle assemblee n scuola elementare di rione cuzzo il colore prevalente disegni dei bambini era il gio, segno evidente di com cemento era entrato in ma ra indelebile nell'immagin dei residenti. Il fatto stesso che oggi di t il progetto del Contratto Quartiere vengano realiz solo gli alloggi e la barca nota come a prevalere sia s pre lo lobbie del cemento. Il dibattito di questi giorni ca l'abbattimento o la mod del progetto è sintomatic quanto siano importanti l si partecipative quando si portano stravolgimenti assetti dei quartieri. Un' ma considerazione va f sulla possibilità di mod del progetto durante la re zazione. E' fondamentale ogni variante sia opportu mente valutata da tecnici scussa con i cittadini visto la nostra città è piena di getti senza padre e pian sconosciuti.

*docente di Teoria e Tec della Pianificazione Urban Territoriale presso la fac di Ingegneria dell'Univer degli studi della Basilica

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