La tradizione lo ha considerato come il primo dei filosofi e il prototipo dell’uomo saggio. Platone riporta l’aneddoto di Talete che cade nel pozzo mentre osserva il cielo. Aristotele quello di Talete che, volendo, è capace anche di arricchirsi grazie alla sua scienza, pur non essendo interessato alla ricchezza ma alla sapienza in sé. Fu eminente MATEMATICO (sono noti vari “Teoremi di Talete”), ASTRONOMO (predisse l’eclissi solare del 585 a.C.), FISICO (studiò le proprietà del magnete) e POLITICO (contribuì alla creazione di uno stato federativo fra i Greci della Ionia).
I FILOSOFI IONICI (VI sec.)
Per primo affermò l’esistenza di un principio unico causa di tutte le cose che sono: questa costituisce “la prima proposizione filosofica di quella che suole chiamarsi civiltà occidentale”.
Talete di Mileto (VI sec.)
L’ACQUA è considerata il principio supremo: il nutrimento di tutte le cose, infatti è umido. L’idea dell’acqua si ritrova anche nei miti: per Omero, Oceano e Teti sono princìpi della generazione. Secondo alcuni Talete non penserebbe all'acqua come elemento naturale, ma ad un "principio di umidità", di natura divina. Ammette l’esistenza dell’ANIMA, principio della Vita e del Movimento, non solo negli esseri viventi, ma in tutto l’universo. Osservando il magnete, che è in grado di produrre il movimento, conclude che esso possiede un'anima. Non è possibile ricostruire con chiarezza il pensiero di Talete sull’anima. Si può pensare che egli associasse l’anima alla natura dell’arché, ovvero all’acqua. L’acqua diventa quindi un principio divino che forma e anima tutte le cose, permanendo in esse come un sostrato. Tutte le cose sarebbero pertanto divine e animate.
Anassimandro, concittadino e contemporaneo di Talete, fu anche lui POLITICO e ASTRONOMO (scoprì l’inclinazione dell’eclittica rispetto all’equatore celeste). È il primo autore di scritti filosofici in Grecia. Introdusse il termine “archè” per indicare il primo principio.
Anassimandro di Mileto (VI sec.)
Anassimandro, insoddisfatto della soluzione di Talete, identifica il primo principio con ÀPEIRON, ovvero con l’Infinito, l’Illimitato [cioè la quantità infinita della materia]. L’àpeiron è un principio materiale, con un’estensione infinita, che non è identificabile con nessun elemento fisico. Non è una sostanza specifica, ma qualcosa di ancora indeterminato, di ancora non differenziato nelle cose materiali: è anteriore alle realtà. Esso non va concepito come una miscela dei vari elementi corporei, bensì come una materia in cui gli elementi non sono ancora distinti e che perciò, oltre che infinita, è anche indefinita. L’Infinito ha caratteristiche divine: l’infinito non ha principio ma è principio di ogni altra cosa e comprende in sé tutte le cose. È immortale e imperituro. Poiché la materia è infinita, esistono anche infiniti universi. Per Anassimandro tutte le cose procedono necessariamente dall’Àpeiron per SEPARAZIONE DEI CONTRARI e ad esso ritornano necessariamente. La sostanza infinita è animata da un ETERNO MOVIMENTO, in virtù del quale si separano da essa i contrari: caldo e freddo, secco ed umido, ecc.
INQUADRAMENTO GENERALE I Filosofi Ionici sono tre uomini di Mileto: Talete, Anassimandro e Anassimene. Ad essi si accosta anche la figura di Eraclito, anch’egli di origine ionica (nativo di Efeso) il cui pensiero tuttavia si discosta nettamente da quello degli altri tre, pur ammettendo anche lui, come gli altri, l’esistenza di un “primo principio”. I Filosofi Ionici prendono le mosse dal pensiero dei precedenti poeti-filosofi (Omero, Esiodo, Ferecide, gli orfici, ecc.), i quali fornivano una spiegazione mitologica dell’universo.
C’è una sorta di legge necessaria di generazione e corruzione: come una pena che i contrari devono scontare per l’ingiustizia di essersi generati dall’Infinito.
Anassimene di Mileto (VI sec.)
Tutte le cose nascono dall’Aria tramite i due processi di CONDENSAZIONE (generando così: acqua e terra) e di RAREFAZIONE (generando il fuoco). L’aria rimane presente così in tutte le cose, in forma rarefatta o condensata.
Sia il mito che la filosofia rispondono al sentimento di meraviglia che l’uomo prova di fronte all’universo, ma mentre il mito si affida ad un sapere favolistico, immaginario, la filosofia pretende di essere un sapere scientifico, razionale, dimostrato.
Personaggio di fiere tendenze aristocratiche, è descritto come arrogante, orgoglioso, incline a disprezzare il resto dei mortali per la cecità che manifestano verso le verità da lui insegnate. È uno dei pensatori più importanti e complessi della storia del pensiero occidentale. Classifica gli uomini in “dormienti” (le persone comuni) e “svegli”: coloro che vanno al di là delle apparenze e sanno cogliere l’essenza segreta delle cose, ovvero i filosofi. Scrive un’opera intitolata “Sulla natura”, di cui rimangono molti frammenti, se pure di carattere enigmatico (per questo è chiamato: “ὁ σκοτεινός” “l’oscuro”). Il suo pensiero rappresentò, con quello di Parmenide, una delle grandi opzioni della filosofia e della metafisica presocratiche.
Gli ionici, pur conservando in parte elementi irrazionali e mitici, antepongono la RAGIONE (LOGOS) al mito: con essi quindi nasce la filosofia. Le loro speculazioni sono dedicate alla natura: sono pertanto chiamati anche “FILOSOFI FISICI” o “FILOSOFI NATURALISTI”. Il loro orizzonte speculativo è dominato dal “problema cosmologico”: qual è il principio di tutte le cose? Come nasce e si genera l’universo? I filosofi Ionici hanno la convinzione che la realtà possieda una struttura fondamentale intelligibile che è necessario scandagliare, se si desidera raggiungere il sapere nel senso più pieno. Gli ionici compreso la necessità di un principio che spiegasse la MOLTEPLICITÀ, e il DIVENIRE. Per questo al centro della loro speculazione c’è la ricerca del primo principio, del principio assoluto, l’ARCHE’, che viene ricercato fra gli elementi naturali. Il primo principio è una realtà naturale dalla quale derivano tutte le altre cose, mentre essa continua ad esistere immutata. Il principio assoluto è ciò di cui tutti gli esseri sono costituiti ed anche ciò da cui derivano originariamente e in cui si risolvono da ultimo. L’Archè, anche quando è identificato con un elemento naturale (acqua, aria, fuoco), viene inteso non come sostanza materiale, ma come qualcosa di eterno, avente NATURA DIVINA, spesso concepito come dinamico, in perenne movimento.
Anassimene, allievo di Anassimandro, pur mantenendo l’dea di un principio primo infinito, torna a considerare un principio primo di natura determinata, più adatto a spiegare l’origine delle altre sostanze; si tratta dell’ARIA. Da essa si originano tutte le cose: infatti tutte le cose animate respirano, la nostra anima pertanto è aria, e l’aria è il soffio che abbraccia il cosmo intero. Così come l’apeiron di Anassimandro, anche l’Aria è concepita da Anassimene come un principio INFINITO, in COSTANTE MOVIMENTO e di NATURA DIVINA.
Eraclito pone al centro della sua dottrina il problema del movimento, ed è noto come ”il filosofo del divenire”. Afferma la MOBILITA’ DI TUTTE LE COSE (“panta rhei”, tutto scorre). “Nello stesso fiume non è possibile scendere due volte”. I filosofi precedenti cercavano una archè che spiegasse la molteplicità ed il movimento del mondo; Eraclito individua proprio nel movimento il dinamismo che è l’essenza di tutta la realtà.
ERACLITO DI EFESO (tra il VI ed il V sec.)
Eraclito spiega il continuo mutamento delle cose come un avvicendarsi di CONTRARI. L’unico mondo reale è il mondo degli opposti. “La guerra è la madre di tutte le cose”. Per Anassimandro i contrari spiegano la generazione delle cose dall’Apeiron; per Eraclito invece gli opposti sono l’essenza stessa di ogni cosa. Pur opponendosi, i contrari si armonizzano: ogni realtà racchiude in sé una sintesi di contrari. Le cose hanno una realtà, una stabilità fondata sulla permanente opposizione di contrari, nella tensione costante tra opposti. Gli opposti costituiscono una unità, perché ciascuno non può esistere senza l’altro: il loro rapporto è pertanto di opposizione e di armonia al tempo stesso. Questa armonia di contrari è il LOGOS: una intelligenza di natura divina, una la legge universale che dà ordine al mondo. Individua come principio primo, come Logos, il FUOCO, elemento mobile e distruttore per eccellenza, sostanza che ben rappresenta la continua mobilità e armonia presenti nella realtà. Si tratta di un fuoco primordiale, che si converte nelle forme più diverse, da cui procedono tutte le cose e che permane come sostrato inalterabile. Il Fuoco è il Logos, è l’armonia universale che sfugge ai sensi, nel senso che il Fuoco rappresenta il principio fisico che costituisce le cose, e che coincide con il Logos la legge universale che le governa: il Fuoco possiede ragione, intelligenza e capacità di governo delle cose; conoscere il Logos è conoscere la Verità. "To pyr, o phronimos" (il fuoco, colui che è saggio) Per Eraclito l’ANIMA è della stessa sostanza del Logos: la natura dell’anima è la stesa del Fuoco. L’anima è connessa al Logos universale e quindi infinita. Essa sopravvive al corpo dopo la morte: “Dopo la morte attendono gli uomini cose che essi non sperano e neppure immaginano”