I Filosofi Presocratici

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  • Pages: 19
I FILOSOFI PRESOCRATICI A cura di Elisa Perillo Classe 3°As a.s. 2009-2010 Liceo delle Scienze Sociali “M.Serao” Pomigliano d’Arco Napoli

Presocratici sono detti tutti i filosofi precedenti a Socrate, con il quale cambia il modo di fare filosofia. Con essi il mythos, pensiero mitico e fantastico, viene sostituito dal logos, il discorso logico e razionale. Inoltre il mythos veniva tramandato oralmente, mentre con la nascita del logos abbiamo anche la nascita della scrittura.

Filosofi Presocratici Talete Parmenide

Anassimandro Eraclito Anassimene

Pitagora

I primi filosofi sono detti anche naturalisti o fisiocratici perché si pongono il problema dell’archè, cioè del principio di tutte le cose e del mondo. I naturalisti si dividono in

MONISTI Un solo principio naturale •Acqua •Terra •Aria •fuoco

PLURALISTI Più principi naturali •Semi •Atomi

Talete di Mileto Per Talete l’archè è l’acqua, elemento indispensabile per la sopravvivenza dell’uomo

Talete, oltre ad essere un filosofo, viene ricordato anche per le sue scoperte geometriche (teorema di Talete). Inoltre era un astonomo e meteorologo

Anassimandro Anassimandro identifica l’archè in una sostanza primordiale, infinita ed illimitata, l’àpeiron. Egli ritiene che solo una sostanza infinita può dare origine alle cose finite

Anassimene Principio di tutte le cose per Anassimene è l’aria, un elemento definito, appartenente alla physis (la natura) L’aria si sorregge da sé, sorregge la Terra, muove gli elementi del cosmo e anima il mondo. Anassimene concepisce il mondo come un grande organismo vivente che respira l’aria in cui è immerso. Il principio vivificatore del mondo è il soffio vitale, o pnèuma.

La scuola pitagorica La scuola pitagorica era una comunità con interessi scientifici e religiosi, aperta ad uomini, donne e stranieri. Prima di essere ammessi alla setta bisognava superare delle prove e dei riti purificatori. Inoltre bisognava attenersi a delle regole molto rigide: rispettare gli dei, fare un esame di coscienza ogni sera, un programma per il giorno ogni mattina, non mangiare carne a fave e non raccogliere ciò che era caduto.

Per i pitagorici l’archè è il numero. Esso non era considerato un’entità astratta ma qualcosa di concreto, che ha una forma e un’estensione, rappresentato da insiemi di punti. Dai numeri derivano tutte le cose e sono fondamentali nei fenomeni della vita: le stagioni, gli anni, i mesi, le ore…

La scuola pitagorica fu influenzata anche dall’orfismo, un fenomeno mistico e religioso Il dio centrale dell’orfismo fu Dionisio, considerato il più vicino agli dei. Essi praticavano l’omofagia, cioè l’uccisione di un animale per mangiarne le carni crude,un sacrifico in onore del dio Dionisio.

Eraclito Eraclito nacque ad Efeso, in Asia minore. La sua figura era quella di un pensatore isolato, senza maestri né discepoli.

Per Eraclito la realtà è fatta di contrari che sono in continua lotta tra loro. Nonostante siano in lotta, generano armonia nel mondo poiché l’uno è il complementare dell’altro e senza l’uno l’altro non ha ragione di esistere. Solo l’uomo saggio, è però capace di comprendere questa armonia, cioè colui che si serve del logos, il principio che permette di conoscere la verità

L’esito della lotta dei contrari è il Panta Rhei: La realtà è in continuo cambiamento , per Eraclito niente è statico, anche ciò che può sembrarlo in apparenza, ma tutto scorre, in quanto soggetto al tempo e alla trasformazione.

Eraclito ricerca l’archè nel fuoco, L’elemento che meglio rappresenta la teoria del divenire, In quanto elemento vivo, in continuo movimento, capace di trasformare ogni cosa

Parmenide Parmenide nacque ad Elea, una colonia della Magna Grecia. Le sue teorie sono raccolte in un poema in versi intitolato Sulla natura

Parmenide si occupa di: • Ontologia • Gnoseologia

studio dell’ente studio della conoscenza

Parmenide è il primo a distinguere due funzioni del verbo essere

Essere come verbo

Essere come esistenza

È anche il primo ad utilizzare la parola “ente” per indicare qualcosa che esiste concretamente, di reale.

Parmenide si pone il problema della conoscenza della verità, e ritiene che per raggiungerla si possono seguire due strade: • La strada dell’apparenza, percorsa da coloro che si lasciano guidare dai sensi, e quindi sbagliata • La strada del pensiero, percorsa da coloro che utilizzano la ragione, e quindi quella più giusta

Fine

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