Vittoria Di Conone

  • October 2019
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  • Words: 382
  • Pages: 1
VITTORIA DI CONONE Postquam rex Tissaphernem hostem iudicavit et Lacedamonios bello persequi iussit, Cononi permisit quem vellet eligere ad dispensandam pecuniam. Id arbitrium Conon negavit sui esse consilii, sed ipsius qui optime suos nosse deberet et regi suasit ut negotium Pharnabazo daret. Hinc, magnis muneribus donatus, ad mare est missus, ut Cupriis et Phoenicibus ceterisque civitatibus maritimis naves longas imperaret classemque compararet, dato adiutore Pharnabazo, sicut ipse voluerat. Id ut Lacedaemoniis nuntiatum est, non sine cura rem administraverunt, quod magnum bellum imminere arbitrabantur. Nam ducem fortem et prudentem regis opibus praefuturum ac secum dimicaturum videbant, quem neque consilio neque copiis superare possent. Hac mente magnam contrahunt classem et, Pisandro duce, profiscuntur. Hos Conon, apud Cnydum adortus, magno proelio fugat. Qua victoria non solum Athenae, sed etiam cuncta Graecia, quae sub Lacedaemoniorum imperio fuerat, liberata est. Conon Athenas venit: muros dirutos a Lysandro reficiendos curat, quinquaginta talenta, quae a Pharnabazo acceperat, civibus suis donat. Nepote Dopo che il re giudicò Tissaferne e ordinò di perseguitare gli Spartani con una guerra, affidò a Canone di scegliere chi volesse per amministrare il denaro. Conone sostenne che questa scelta non spettava a lui, ma ad egli stesso che doveva conoscere i suoi molto bene e persuase il re ad affidare l'incarico a Farnabazo. Di qui dopo essere stato coperto di grandi doni, fù mandato verso il mare a ordinare ai Ciprioti e ai Fenici e alle altre popolazioni marittime di provvedere alle navi da guerra e per allestire la flotta, con l'aiuto di Farnabazo, così come aveva voluto egli stesso. Quando cio fù annunciato agli Spartani, amministrarono non senza cura la faccenda, poiché ritenevano che una grande guerra si avvicinasse. Infatti vedevano che un comandante forte e saggio, che non potevano superare né per saggezza né per mezzi, stava per essere a capo delle truppe del re e combattere con loro. Con questa convizione allestiscono una flotta poderosa e, con Pisandro al comando, si misero in marcia. Conone, assalito presso Cnido, mise in fuga questi con una grande battaglia. E con questa vittoria non solo Atene. Ma anche l'intera Grecia, che era stata sotto il potere degli Spartani, fù liberata. Conone andò ad Atene: si occupò della necessità di ricostruire le mura abbattute da Lisandro, dona ai suoi concittadini 50 talenti, che aveva ricevuto da Farnabazo.

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