Teoria Della Bolla D'aria

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UNA BOLLA D'ARIA Per formulare una teoria in genere si ritiene che vi sia una sola strada: quella scientifica. E' certamente così, ma spesso si dimentica che le teorie e le scoperte che hanno dato impulso alla scienza sono proprio quelle nate dall'immaginazione e dall'intuito; tuttavia, in ambito scientifico, la “teoria” religiosa viene relegata al ruolo di superstizione, praticata già dall'Homo sapiens. Non sono uno scienziato né ho scoperto nulla; ho solo ipotizzato ciò che scaturisce dalla osservazione, dal ragionamento e dal cuore, che anticamente era ritenuto sede dell' ”io”, dell'intimo dell'uomo, mentre oggi è considerato una semplice pompa sostituibile! Quando fin da ragazzo mi capitava di essere all'aperto nelle notti serene e senza luna (fuori città e senza luci artificiali) e alzando gli occhi mi soffermavo a contemplare la volta stellata, non solo provavo sempre meraviglia, ma anche un senso di disorientamento misto ad una leggera angoscia. Poi arrivavano i pensieri: ma sarà poi infinito? Fin dove arriveranno le galassie? Spazio infinito e tempo infinito? Le stelle sono soli che brillano di luce propria; il sole brucia energia; una combustione deve pure aver avuto un inizio... ma chi ha acceso il fiammifero? Un giorno pensavo alle due teorie: creazione ed evoluzione. Come è possibile che tutta questa materia possa essersi creata da sola e formata per caso? E la vita? E il pensiero? Joseph de Maistre, a cavallo tra il Sette e l'Ottocento, nelle “Serate di Pietroburgo” chiedeva ai suoi ospiti: « Si può concepire il pensiero come accidente di una sostanza che non pensa ? ». Questo mi bastò per spazzare via una delle due teorie. Però subito mi sorsero altre domande: "Se fossi nato in un'altra parte del mondo, non crederei forse nella religione praticata in quella data nazione? Allora quale arbitro mi dirà quale sia il vero Dio? Quale la vera religione?". Il tempo passava e le domande rimanevano sempre lì, a tormentarmi come i famosi interrogativi: Chi siamo? Donde veniamo? Dove andiamo? Ricordo un professore di fisica che definiva il tempo come l'inverso dell'infinito, cioè il suo contrario, esprimibile con la frazione matematica: t = 1 / ∞ Ogni tanto ci rimuginavo su, era una mia ricerca personale; forse volevo trovare dei punti in comune o dei paralleli tra scienza e religioni. Però dovevo anche lavorare per vivere (con moglie e due marmocchi), dovevo quindi accontentarmi di ciò che trovavo o che potevo permettermi. Leggevo, alternandoli, riviste e libri di argomento scientifico, sociologico e storia delle religioni. Forse sant'Agostino, con le sue mirabili dissertazioni su tempo ed eternità, mi ha dato la dritta che, unendola con la formuletta del tempo, mi fece nascere un'idea: quindi sono giunto alla conclusione e convinzione che il tempo in cui viviamo sia come una bolla d'aria nell'oceano dell'infinito, una specie di placenta da cui ciascuno potrà uscire solo alla fine del proprio tempo! E' questo il concetto che mi sono formato della cosiddetta vita eterna, la “nuova nascita”. Dunque mi limito a riconoscere, perché ne sono convinto, che esista un Essere superiore, un sommo Fattore o una Causa Prima fuori da questa bolla d'aria spazio-temporale. Che sia il Dio pregato dai miei avi, a me sta bene; però prima di arrivare a questa intima convinzione ho scavato per anni, con passione e con la pala del dubbio. L'ultima teoria (detta delle stringhe) accreditata in ambiente scientifico mondiale, dice che fu un suono o una “vibrazione" che ha innescato il “Big Bang”, il fenomeno da cui ha avuto inizio la creazione di tutto l'universo. Ecco un punto in comune: credo fermamente che sia stato il suono della Parola di Dio, come è scritto all'inizio della Genesi: « - Sia la luce!. - E la luce fu» . Ed i primi versetti del Vangelo di Giovanni : «In principio era il Verbo... Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui... ». Senza contare che nel libro della Sapienza era già stato scritto: «Grande è il Signore che tutto ha creato e disposto con misura, numero, ordine e peso ». Proprio ciò che ci stanno rivelando le sonde spaziali! La conclusione la si potrebbe esprimere con una frase di sant'Agostino: «Non occorre capire per credere, ma occorre credere per capire ». Giulio Mantovani

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