Techno War

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“Bombe sonore” a 145 decibel in grado di provocare anche danni permanenti all'udito in un raggio di 300 metri. I marines che si trovano in Iraq portano con loro non soltanto pugnali, pistole e mitragliatori ma anche un dispositivo in grado di stordire il nemico con “granate sonore” insopportabili per l'orecchio umano ma innocue per il corpo delle persone investite dalle onde. Le aziende che lavorano per conto del Pentagono sono sempre alla ricerca di nuove tecnologie capaci di “aiutare” i militari a fare sempre meglio il proprio lavoro. Nonostante la casa produttrice dia molta attenzione a non chiamare “arma” il nuovo dispositivo, di questo si tratta. Simile ad un megafono, dalle dimensioni di una parabola satellitare, è in grado di generare un tono talmente acuto da far desistere anche l'aggressore più ostinato. “Alla maggior parte delle persone - ha spiegato al Los Angeles Times Woody Norris, presidente dell'American Technology Corporation - anche coprendosi le orecchie, l'apparecchio causerà l'equivalente di un'emicrania istantanea”. Marines' weapon loaded with 'scream' 11 marzo 2004 4 Sound Bombs Explode Inside Mosul University 15 gennaio 2009 http://www.defenselink.mil/ Intanto, per le strade di Hong Kong, si aggira Robotcop a dare lezioni contro il crimine, promuovere la sicurezza e rispondere, come un poliziotto di quartiere, alle domande dei cittadini. Il robot poliziotto è in grado, attraverso un sistema di riconoscimento vocale, di comprendere il cantonese e l'inglese e di fornire una risposta alle domande più comuni in tema di sicurezza civica e criminalità. Il robot ha anche la capacità di riprodurre filmati attraverso un display LCD e di registrare, attraverso microfoni e telecamere, ciò che gli accade intorno: questo fa di Robotcop un valido aiuto, secondo le forze di polizia di Hong Kong, agli agenti che debbano tenere sotto controllo vaste aree pubbliche come stadi, piazze e aeroporti. Attualmente, il poliziotto robot viene utilizzato soprattutto nelle scuole, dove, grazie al suo “charme” hi-tech, è in grado di catalizzare l'attenzione dei ragazzini. I suoi progettisti sostengono che, all'occorrenza, il loro poliziotto di latta sa anche ballare e recitare filastrocche. A differenza dei suoi predecessori, introdotti dal Governo di Hong Kong nel 1988 e nel

1995 e costruiti negli USA, la terza generazione di Robotcop è stata interamente progettata dalla University of Science and Technology di Hong Kong. Il suo prezzo è di 300.000 dollari HK per unità, pari a circa 31.500 euro. New Robotcop III Set to Fight Crime in Hong Kong 10 marzo 2004 Stando a quanto dichiarato dal Laboratorio di Scienza dei Sistemi dell'Organizzazione per la Scienza e la Tecnologia per la Difesa ad un incontro a Canberra, i veicoli automatici pilotati dai computer, così come velivoli-robot, sono già allo studio e parzialmente in uso, non solo in Australia. L'intenzione è quella di realizzare un insieme coordinato di veicoli auto-operanti, capaci di muoversi via aria, via terra o via acqua in tutte le zone di guerra, per consentire loro di svolgere una lunga serie di operazioni che sono tradizionalmente affidate, con tutti i rischi del caso, a militari umani. Gran parte di questi mezzi sarebbero poi controllati da remoto, anche da grandi distanze. Ciò che c'è di nuovo rispetto ai progetti già operativi in alcuni paesi, in particolare negli USA, è il fatto che le nuove forze militari robotizzate non si limiteranno alla difesa, alla sorveglianza o all'identificazione del nemico, ma saranno anche in grado di sferrare attacchi. Insomma, una forza robot bellica in piena regola capace di sollevare da tutti gli incarichi più rischiosi le controparti umane. Uno dei vantaggi dell'impiego di queste tecnologie, stando ai ricercatori australiani, è anche il loro costo sostanzialmente ridotto. Il velivolo Aerosonde della Saab, completamente automatizzato, costa meno di 100mila dollari australiani e può volare per 3mila chilometri senza rifornimenti. “È facile far corrispondere a ciascuna società dei tipi di macchine, non perché le macchine siano determinanti, ma perché esprimono le forme sociali in grado di dar loro vita e di servirsene”. (Pubblicato su Ecplanet 13-06-2004) Australian Military Seeks New Robot Technology 14 luglio 2009 MICROROBOT CONTRO IL BIOTERRORISMO Agiscono come piccolissimi cani dall'olfatto infallibile e potrebbero salvare gli USA da attacchi terroristici non convenzionali. Si tratta di microrobot sviluppati dai coniugi Spears, dell'Università del Wyoming, equipaggiati con un sistema di speciali sensori in grado di “riconoscere” tracce sospette di sostanze biochimiche nocive. Il progetto è rivoluzionario, perché questi piccolissimi automi (swarmbots) riescono a cooperare tra loro, organizzandosi e coordinandosi come eserciti in miniatura. Tutto è nato da una ricerca coordinata dai coniugi Spears. L'obiettivo dello studio era costruire automi in grado di reagire a stimoli fisici e chimici provenienti dall'esterno. Successivamente, il progetto è diventato un prototipo funzionante di una branca sempre più importante della scienza dell'automazione, detta “robotica distribuita”: l'idea degli Spears è stata quella di realizzare reti di microrobot, indipendenti ma comunicanti, in

grado di aggregarsi per diventare un unico strumento di rilevazione collettivo. Sicuramente meno costoso e più versatile di un'unica, ingombrante macchina. Questa nuova tecnologia, premiata dalla Fondazione Nazionale per la Scienza con un finanziamento di 100mila dollari per la “migliore realizzazione nel campo della robotica”, verrà probabilmente impiegata nel settore dell'intelligence e dell'antiterrorismo. “Se per esempio i terroristi immettessero nell'ambiente delle sostanze tossiche”, dice William Spears, “un numeroso gruppo di microrobot riuscirebbe a rintracciarne con precisione la fonte”. Ma non solo: i creatori di queste microsonde intelligenti sperano al più presto di completare dei prototipi volanti e persino subacquei, moltiplicandone le già infinite potenzialità. L'ulteriore miniaturizzazione dei componenti consentirà la realizzazione di nanomacchine programmate per “braccare”, automaticamente, cellule tumorali all'interno di un organismo vivente. (pubblicato su Ecplanet 13-06-2005) Robot Swarms Get First Real Test 17 maggio 2005 Swarm intelligence and robotics FUTURE COMBAT SYSTEMS La Boeing, in collaborazione con la Science Applications International Corporation (SAIC), agirà come Lead Systems Integrator (LSI) per il pogramma “Future Combat Systems” (FCS) dell'US Army. La compagnia ha annunciato quali saranno le maggiori innovazioni tecnologiche nelle guerre del prossimo futuro. “Questo programma rappresenta un modo completamente nuovo di fare affari in campo militare”, ha dichiarato Dennis Muilenburg, vicepresidente e general manager dell'FCS, “e fornirà ai nostri soldati il migliore equipaggiamento del mondo”. In America, tutto passa in secondo piano quando si tratta di stimolare le sempre vive fantasie di conquista, siano esse terrestri o spaziali. C'è sempre una qualche frontiera da valicare per questi eterni cowboys. Il Generale Charles Cartwright, in preda all'eccitazione, ha detto: “Questo programma segnerà una nuova pietra miliare della nostra potenza militare. Ha individuato tutto ciò che occorre ai nostri warfighters per ingaggiare il combattimento del futuro”. Il programma FCS, chiamato anche il “sistema dei sistemi”, fornirà ai soldati americani del futuro le più avanzate tecnologie di comunicazione, integrate in una rete sia terrestre che aerea, in grado di comandare veicoli robotici altamente sofisticati. Tra cui i cosiddetti “swarmbot” (sciami di robot), capaci di muoversi in modo coordinato tramite un sistema di comunicazione a infrarossi. Lo “sciame” viene controllato a distanza tramite un'interfaccia centralizzata - ribattezzata “l'alveare” - che permetterà ai militari di gestire i movimenti dei robot e assegnare loro diversi compiti. Tra le possibili applicazioni, il dispiegamento di

mine da campo, l'individuazione di possibili minacce nucleari, batteriologiche o chimiche, la sorveglianza, e l'esplorazione di altri pianeti. Dei robot finanziati dall'FCS, gli SWORDS (Special Weapons Observation Reconnaissance Detection Systems), prodotti dalla Foster-Miller, dotati di cingoli, telecamere, visori a infrarossi e di una mitragliatrice da 750 colpi al minuto, sono già utilizzati in Iraq, teleguidati da un operatore con un computer portatile situato in un raggio di 800 metri dal robot stesso. Secondo Muilenberg, una brigata americana del 2010 sarà formata da 3000 soldati, 900 veicoli e “centinaia di robot”, alcuni dei quali armati, tutti collegati in rete. Il programma FCS, fortemente voluto dal Ministro della Difesa Donald Rumsfeld, fornirà all'esercito 18 nuovi sistemi di cielo e di terra integrati tra loro secondo la dottrina miliare del C4I (comando, controllo, comunicazione, computer e intelligence) per schierare le prime 15 brigate completamente operative rinnovate nel 2010. I costi della prima fase di sviluppo hanno già superato di 25 miliardi di dollari - necessari allo sviluppo dell'infrastruttura comunicativa - il budget iniziale di 145 miliardi, senza tenere conto del fatto che le prime 15 brigate da 3000 uomini costituiranno solo un terzo delle truppe che l'esercito intende schierare nell'arco di vent'anni. Un affare colossale dunque, a dispetto di un debito pubblico che continua a crescere a ritmi vertiginosi. I militari assicurano che grazie agli FCS, i costi della macchina bellica americana si ridurranno considerevolmente. Se oggi, il costo totale medio di un soldato per l'esercito si aggira intorno ai 4 milioni di dollari, un robot combattente, non stipendiato e senza pensione e assistenza sanitaria, costerebbe circa un decimo. E se dovesse avere la peggio, nessuno si lamenterà per un mucchio di ferraglia. Al Pentagono, dichiarano che la guerra perfetta sarà combattuta solo tra macchine. (Pubblicato su Ecplanet 26-08-2005) Army readies robot soldier for Iraq 24 gennaio 2005 U.S. Axes Boeing's FCS Vehicle Contract 21 luglio 2009 Boeing Company SAIC - An Employee–Owned Company SWORDS – Special Weapons Observation Reconnaissance Detection Systems Future Combat Systems - Wikipedia MICRO AIR VEHICLES I robot volanti di prossima generazione avranno l'aspetto di volatili in carne ed ossa e riprodurranno perfettamente la loro mobilità aerea: agili, veloci e soprattutto silenziosi. Gli

ingegneri della University of Florida, negli Stati Uniti, sono partiti dal progetto dei fortunati droni “Predator”, utilizzati in Iraq ed Afghanistan, per creare nuovi prototipi di “robo-volatili”. Gli scienziati sono riusciti a mimare perfettamente le caratteristiche aerodinamiche degli uccelli, creando esemplari di robot alati. La vera rivoluzione sta in un sistema di metamorfosi dinamica delle ali, che rende i droni perfettamente adattabili in base alle correnti, al percorso e soprattutto alla loro missione. Con una dimensione che si aggira intorno alla ventina di centimetri, i MAV (Micro Air Vehicles) sono perfetti per missioni di spionaggio e sorveglianza tra le strade delle grandi città. Rick Lind, promotore del progetto (finanziato dalla NASA e dalla Aeronautica USA,) sostiene che l'obiettivo della ricerca è di creare robot capaci di “viaggiare nei canyon urbani, scendere in picchiata sui parcheggi, fare slalom tra i palazzi: gli uccelli riescono già a fare tutto questo, perché non imitarli?”. Il governo federale ha speso ben tre milioni di dollari per finanziare questa ricerca, considerata di vitale importanza strategica nel settore militare. Il sogno del Prof. Lind è di mettere a punto “aeromobili completamente autonomi, in grado di condurre missioni d'avanscoperta in caso di pericoli imminenti”. Alcuni MAV, programmabili e teleguidabili, sono già stati acquistati dal governo della California e dello Utah per la prevenzione degli incendi boschivi. Infatti, gli agili aeromobili nati dalla mente del Prof. Lind possono essere equipaggiati con sensori per la rilevazione di agenti biochimici, “un ottimo motivo per impiegarli come misura antiterrorismo”, suggerisce lo studioso. Tuttavia, “questi nuovi strumenti non sono economici”, sostiene Everet Hinkley, capo della guardia forestale di Salt Lake City, “non rimpiazzeranno mai gli esseri umani, ma potranno costituire un valido aiuto”. (pubblicato su Ecplanet 19-10-2005) Micro Air Vehicle- Wikipedia Birds, Bats And Insects Hold Secrets For Aerospace Engineers 09 febbraio 2008 E-BOMBS Una nuova genia di armi a energia diretta (“directed-energy weapons”) rivoluzionerà presto l'hardware militare, più di quanto non abbia fatto la bomba atomica. In forma di laser, micro-onde, fasci di particelle, verranno adottate su ogni livello (terra, aria, acqua, spazio) sfruttando lo spettro elettromagnetico. È quanto sostiene J. Douglas Beason, autore del libro “The E-Bomb: How America’s New Directed Energy Weapons Will Change the Way Wars Will Be Fought in the Future” (Da Capo Press, ottobre 2005). Beason ha lavorato alla Casa Bianca come consulente scientifico presso l'Office of Science and Technology Policy sotto l'amministrazione prima di Clinton e poi di Bush.

Tra i maggiori esperti della ricerca in energia diretta, Beason è oggi Direttore del Threat Reduction al Los Alamos National Laboratory (LANL), finanziato dal Department of the Defense e dal Department of Energy. Dopo più di due decadi di ricerca, gli Stati Uniti sono dunque in procinto di dispiegare una nuova generazione di armi fantascientifiche che scaricano fasci di energia come l'Airborne Laser, l'Active Denial System o il Tactical High Energy Laser (THEL). L'Airborne Laser utilizza un laser a iodio di ossigeno chimico montato su di un Boeing 747-400 modificato. Scopo del suo utilizzo è consentire il rilevamento e la distruzione di missili balistici nella fase di spinta o durante il volo. I test del Tactical High Energy Laser (THEL) svoltisi a White Sands, nel New Mexico, hanno mostrato la sua particolare abilità nel tracciare e far esplodere in volo un proiettile d'artiglieria che si muove a velocità supersonica. In pratica, il megacannone è in grado di seguire autonomamente il bersaglio in volo e, nel giro di pochissimi secondi, abbatterlo con un raggio laser ad elevata energia. Il THEL può essere utilizzato anche per mettere fuori combattimento missili intercontinentali e altri tipi di testate che viaggiano ad alta quota o al di fuori dell'atmosfera. L'Active Denial Technology è una tecnologia di difesa che usa energia elettromagnetica per fermare, e “dissuadere” un avversario in avanzamento. Sfrutta un fascio di microonde per riscaldare la pelle, causando dolore ma senza procurare seri danni, costringendo l'avversario a lasciare la scena (è lo stesso tipo di tecnologia per sviluppare i phaser alla Star Trek, ndr). Beason parla poi delle nuove ricerche attualmente in corso al Los Alamos National Laboratory tra cui lo sviluppo di laser elettronici ed un nuovo tipo di energia diretta che opera nella “regione” dei terahertz. Anche se, allo stato attuale, dice Beason, i sistemi sono ancora troppo “grezzi”. Ci vorrà, prima, una sperimentazione effettiva (ovvero una guerra laser, ndr), dopodiché, si potrà pensare anche a guerre laser spaziali: “Usando lo spazio”, dice Beason, “si potrà colpire dovunque sulla Terra, alla velocità della luce”.

(Pubblicato su Ecplanet 20-01-2006) The E-Bomb: How America's New Directedenergy Weapons Will Change the Way Future Wars Will Be Fought E-Weapons: Directed Energy Warfare In The 21st Century 11 GENNAIO 2006 Los Alamos National Laboratory Directed-energy weapon - Wikipedia RADAR SCOPE La Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), da sempre impegnata nell'innovazione a fini militari, ha sfornato un nuovo “gadget” pensato per le truppe statunitensi. Si chiama “Radar Scope” e, secondo le dichiarazioni degli esperti, è in grado di rilevare la presenza di persone all'interno degli edifici. Basta appoggiare al muro esterno il piccolo dispositivo radar grande come un telefono satellitare - per determinare se qualcuno si nasconda nello stabile. È sufficiente, infatti, il movimento sussultorio del torace provocato dal respiro per attivare il sistema di alert. Il raggio operativo è di circa 127 metri, in presenza di muratura spesse non più di 30 centimetri. I primi modelli a larga produzione saranno disponibili in primavera, e, a detta della DARPA, potranno essere facilmente trasportabili grazie ad un peso contenuto in circa 680 grammi. Il costo di ogni singola unità sarà di circa 1000 dollari; l'alimentazione avverrà tramite delle comuni batterie stilo AA. “Non influirà sulle tecniche anti-guerriglia utilizzate dai militari per sgomberare gli edifici sospetti, ma si dimostrerà un valido aiuto per scegliere in quali stanze fare ingresso per prima. Insomma, le unità avranno maggiori informazioni per affrontare al meglio ogni situazione”, ha spiegato Edward Baranoski, responsabile del Special Projects Office presso DARPA. Rispetto agli attuali ingombranti dispositivi, in grado di rilevare il movimento, il Radar Scope si distingue come soluzione ultra-portatile. Inoltre, secondo Baranoski, per la Difesa si tratterà di un esiguo investimento a fronte di notevoli vantaggi sul campo per le forze militari. DARPA, comunque, ha già un altro progetto in cantiere: la tecnologia “Visi Building”. “Non è un analizzatore di movimento, ma un vero e proprio visore. Permetterà di vedere l'esatta posizione sia di materiali bellici che di persone all'interno di edifici. Il Radar Scope rende

possibile solo la segnalazione della presenza di individui”, ha dichiarato Baranoski. “Visi diventerà realtà solo fra qualche anno. Ma quando sarà pronto, basterà un'auto o un aereo dotato di questo dispositivo per ottenere livelli di sorveglianza mai raggiunti in passato”. (Pubblicato su Ecplanet 23-01-2006) DARPA Radar Scope Can Sense Thru Walls AUTOCOPTER Con AutoCopter Gunship piccolo elicottero dal nome altisonante l'esercito statunitense potrebbe disporre di una nuova arma devastante. Sviluppato dalla Neural Robotics Incorporated (NRI), si profila come uno strumento di ingaggio e controllo a distanza dal profilo inquietante. La dotazione di un mitragliatore “AA-12 Full-Auto Shotgun” realizzato dalla Military Police Systems (MPS) - permette un fuoco da 300 giri al minuto, quindi, potenzialmente, decine di migliaia di proiettili al minuto. Inoltre, può essere adattato per integrare altri tipi di armi. Per quanto riguarda il sistema di pilotaggio, Autocopter integra un sistema di controllo automatico che gli consente di volare in due modalità diverse, attivabili in base alle esigenze. La prima è totalmente autonoma: sfruttando l'apposito software si può fissare una rotta che il velicolo, via GPS, seguirà automaticamente; la seconda modalità, invece, è semi-automatica. La velocità operativa attualmente è di circa 96 km/h in linea retta e 56 km/h lateralmente; il raggio di fuoco poco inferiore ai mille metri. Direzione, altitudine e velocità vengono controllate praticamente come in un videogioco: il pilota decide le operazioni e l'AutoCopter si adatta alle esigenze. È anche programmato per, in caso dovesse uscire dall'area di copertura radio, tornare sui suoi passi e ripristinare il controllo. Oltre alle armi, il “giocattolo” è pronto per integrare ogni sorta di gadget hi-tech: camere digitali, visori notturni, puntatori laser. NRI ha intenzione di sviluppare un nuovo modello, molto più grande, capace di trasportare carichi bellici più consistenti, rispetto agli attuali 9 kg, e un sistema di puntamento mini-FLIR (termico/raggi infrarossi). Il prezzo di listino è di circa 100 mila dollari, armamento escluso. (Pubblicato su Ecplanet 19-03-2006) Neural Robotics, Inc. AutoCopter(TM) VTOL UAV

Defense Review - Exclusive Video Unmanned Mini-Helicopter Gets 'Weaponized' with AA-12 Shotgun INSECT CYBORG DARPA, la principale agenzia di ricerca tecnologica dell'esercito statunitense, intende trasformare degli insetti in microrobot biomeccanici da utilizzare per delicatissime operazioni di spionaggio. L'iniziativa, degna del Dr. Frankenstein, mira alla realizzazione di una ibridazione tra larve di farfalla e dispositivi MEMS (Sistemi Micro Elettro Meccanici). Alla fine del ciclo evolutivo, le larve “impiantate” si potranno così librare in volo come farfalle radiocomandate, pronte per una vasta gamma di missioni - dalla raccolta d'informazioni audiovisive, attraverso speciali microchip integrati, fino alla ricerca di tracce di esplosivi o altri materiali biochimici pericolosi. I chip MEMS realizzati per fondersi coi tessuti organici rappresentano “l'avanguardia della cibernetica moderna”, hanno dichiarato i ricercatori della DARPA. In una nota ufficiale rilasciata dall'agenzia, i responsabili dell'iniziativa fanno sapere che “attraverso la metamorfosi delle larve, gli organi interni dell'insetto avranno la possibilità di allacciarsi attorno alle parti innestate, in modo perfettamente naturale”. Secondo questa logica, gli impianti elettronici diventeranno l'interfaccia di controllo dell'organismo ospite. George McGavin, professore di entomologia dell'Università di Oxford intervistato dalla BBC, sostiene che “il progetto è strampalato e quasi sicuramente non darà alcun risultato rilevante”. “Gli insetti vivono solamente in funzione della loro riproduzione”, dichiara McGavin, “e gli scienziati americani dovranno completamente ricostruire il sistema neurovegetativo degli insetti coinvolti nel progetto”. (Pubblicato su Ecplanet 16-04-2006) Pentagon plans cyber-insect army BBC News 16 marzo 2006 Defense Advanced Research Projects Agency EYES IN THE SKY L'Air Force Research Laboratory (AFRL) di Rome (NY), sta sviluppando un nuovo sistema militare basato su supercomputer per gestire l'enorme quantità di dati proveniente dalla rete satellitare per la sorveglianza, per la difesa, le attività di comunicazione e di navigazione. Con l'aiuto dell'Interactive Supercomputing (ISC's), il software Star-P e il supporto tecnico di Computer Sciences (CSC), i ricercatori intendono ridurre la complessità ed eliminare i tempi critici di ritardo dovuti agli algoritmi di programmazione richiesti per l'analisi dei dati satellitari. Star-P è una piattaforma interattiva di calcolo parallelo che consente di scrivere

applicazioni in modo semplice, usando MATLAB, che possono girare istantaneamente e interattivamente grazie ad un Server SGI Altix 3000 a 8 processori. “I dati provenienti dai radar satellitari complicano drammaticamente i processi di analisi”, dice Mark Barnell, ingegnere sistemista della CSC, “scopo della missione AFRL è di scoprire, sviluppare e integrare tecnologie militari affidabili per le nostre forze aeree e spaziali”. (Pubblicato su Ecplanet 03-10-2006) Air Force Research Labs to Boost 'Eyes in the Sky' with Star-P 14 marzo 2006 Air Force Research Laboratory Interactive Supercomputing Computer Sciences Lo chiamano “calabrone bionico”, o anche “ape intelligente”. È una vera e propria “macchina da guerra”, di cui Israele completerà lo sviluppo. Una nuova forma di robot-killer dalle capacità inedite. Nei giorni scorsi, il vice primo ministro Shimon Peres, a cui, pensate un po', è stato consegnato nel 1994 un premio Nobel per la pace, è stato incaricato di selezionare un team di esperti in grado di sviluppare “nano-armi” - con pezzi piccoli quanto un milionesimo di millimetro che possano fronteggiare i missili palestinesi, capaci di intercettare attentatori suicidi, ed efficienti nel contrastare le tattiche di guerra più striscianti. La messa a punto del calabrone bionico costituisce il primo obiettivo della nuova task force militare: entro il 2010, saprà zigzagare fra la folla, sciamare inosservato lungo vie affollate, puntare dritto sull'obiettivo, per fotografarlo e, all'occorrenza, colpirlo. Lo stesso Peres, in una intervista rilasciata al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, ha spiegato come le nanotecnologie abbiano molto da offrire alle forze armate del paese. “È illogico inviare un aereo che vale cento milioni di dollari contro un terrorista suicida. È per questo che puntiamo su armi futuristiche”, ha dichiarato. Le nanotecnologie, su cui Israele intende investire l'equivalente di circa 190 milioni di euro, secondo quanto dichiarato da Peres, potrebbero rappresentare il miglior deterrente nei confronti dei “terroristi armati”. La concentrazione della popolazione civile sul territorio fa sì che gli attacchi kamikaze (e il tentativo di sventarli) provochino spesso un numero spropositato di vittime. Ecco perché un'arma che possa localizzare e rendere inoffensivo un cecchino o un attentatore suicida potrebbe servire a scoraggiare questo tipo di attacchi. Oltre al “calabrone bionico”, sono in progetto anche le “smart dust”, polveri intelligenti capaci di sparpagliarsi nei territori nemici, monitorando movimenti e intercettando comunicazioni; sensori anti attentatore, da posizionare nei luoghi pubblici, che sappiano individuare il materiale esplosivo; superguanti, in grado di conferire a chi li indossa una forza degna di un uomo bionico. Il tutto dovrebbe essere operativo entro tre anni.

Israele non è certo l'unico paese a voler delegare alla robotica missioni militari: basti citare il progetto di sviluppo dei Terminator Australiani, le robosentinelle coreane armate di mitragliatrice, le astronavi robot per le guerre stellari USA, i Micro Air Vehicle (MAV) su cui scommette il Pentagono, i super-soldati nanotech a cui stanno lavorando il MIT e la DARPA. Di fronte a questo spiegamento di forze “apocalittico”, c'è chi vede negli sciami di calabroni nanotecnologici, secondo le profezie bibliche, un segno di svenura: e l'ombra del “signore delle mosche”. (pubblicato su Ecplanet 01-12-2006) Israel adding to global animalbot army with "bionic hornets" 17 novembre 2006 Smartdust - Wikipedia MIT Institute For Soldier Nanotechnologies - About ISN FUTURE COMBAT SYSTEMS 2 Il progetto militare FCS (Future Combat Systems) è diventato il vanto dell'Esercito statunitense e allo stesso tempo l'incubo degli amministratori di bilancio. È definito il “sistema di rete di tutti i sistemi”, perché di fatto controllerà l'hardware e il software delle brigate militari di domani. L'obiettivo è quello di mettere in comunicazione soldati, mezzi e centri di controllo in modo nuovo e pervasivo. Ogni soldato e ogni mezzo da combattimento saranno dotati di visori, GPS, sistemi di comunicazione wireless e rilevatori ambientali di nuova generazione. Il tutto per sviluppare i sensi e le capacità di comando dei quartieri generali, che tenderanno a stabilirsi sempre più lontano dalle zone di conflitto. Per rendersi conto di quale sarà la prossima futura dotazione del “super-soldato”, basta un videogioco shooter di guerra; se invece si vuole provare le potenziali future interfacce di controllo, si può ripiegare su uno strategico in tempo reale. Ma quanto costerà questo avanzamento tecnologico militare? L'Esercito ha stimato circa 161 miliardi di dollari, un po' troppi anche per il Congressional Budget Office, che lo scorso agosto aveva ribadito l'esigenza di tagliare alcuni pezzi del programma per rispettare scadenze e ottenere un budget ragionevole. I tecnici militari dell'FCS hanno reagito dipingendo scenari degni di hollywood le armate saranno più veloci, più forti, più incisive, più gestibili; ogni elemento sul campo di battaglia potrà essere tracciato e ogni dato analizzato. “Se posso dire dove sono, dov'è il mio nemico e il mio compagno, fondamentalmente posso scandire i ritmi della battaglia”, ha dichiarato Daniel Zanini, direttore del programma FCS e vice-presidente della SAIC, uno dei più importanti centri di ricerca coinvolti. “Ogni soldato è un nodo del network... condivide dati che passano attraverso sistemi diversi del network”. “Le Forze senza FCS non possono disporre dello stesso livello di monitoraggio e interoperabilità che richiede

l'attuale warfare”, ha sottolineato Claude M. Bolton Jr., segretario del Dipartimento per l'acquisto, logistica e tecnologia dell'Esercito. Il primo obiettivo è proprio quello di rendere reticolare la gestione dei combattenti. “La rete è ciò che tiene tutto insieme”, ha dichiarato Zanini, riferendosi anche ai progetti Joint Tactical Radio Systems e Warfighter Information Network-Tactical. Due soluzioni da più di 20 miliardi di dollari che verranno utilizzate per la gestione delle informazioni con le forze sul campo. Di fatto, sono almeno quattro gli elementi chiave delle applicazioni del FCS: un ambiente operativo comune basato su Linux; un software di comando con un'interfaccia simile ai giochi avanzati di strategia militare; software di mobile communication e network management; un ampio supporto dei sensori che permettono di fornire intelligence in tempo reale. Inoltre, tutti i sensori distribuiti ai soldati e montati sui mezzi integreranno tag RFID per abilitare comunicazioni bi-direzionali. Al momento. Textron Systems si occupa dell'hardware; General Dynamics è impegnata nel loro data management; Lockheed Martin è concentrata nell'integrazione con altre tecnologie. FCS rappresenta una sfida solo per alcune aziende, ma per l'intera lobby statunitense degli armamenti: nel business, oltre alla Difesa e all'Esercito, sono coinvolti circa 11 venditori di riferimento e altri 100 più piccoli. “È qualcosa di ambizioso. Il ciclo di sviluppo è lungo”, ha dichiarato Kenneth Krieg, sotto-segretario della Difesa. La roadmap, quasi un progetto di conquista spaziale, prevede che le prime tecnologie FCS si inizieranno ad intravedere dal 2008, fino al 2014, quando verrà salutata con orgoglio la prima brigata da 3000 super-soldati interamente cablati. (Pubblicato su Ecplanet 07-12-2006) Joint Tactical Radio Systems - Wikipedia SAIC From Science to Solutions Warfighter Information Network - Tactical GlobalSecurity.org - Reliable Security Information

TASER PER IROBOT Chi sconfina in comportamenti antisociali potrà presto trovarsi negli USA dinanzi ad un dispositivo elettronico semovente su cingoli dotato di cam, sensori di movimento e, ora, anche di taser, nota “arma non letale”, la pistolaelettroshock in dotazione alle forze dell'ordine statunitensi.

IRobot, la ditta che produce “robopoliziotti”, ha annunciato una partnership strategica con Taser International in base alla quale, spiega una nota, le forze dell'ordine e i militari potranno impiegare la tecnologia taser “per ingaggiare, rendere inoffensivi e controllare da una distanza di sicurezza pericolosi sospetti senza esporre il proprio personale, gli stessi sospetti o i passanti a rischi non necessari”. Il primo passo sarà l'integrazione di un Taser X26 nel PackBot Explorer di iRobot, che consentirà di giungere “allo sviluppo di prodotti che possano includere una intera linea di Taser per piattaforme iRobot, fino ad una famiglia di robot pienamente integrati”. Secondo il chairman di Taser International, Tom Smith, la propria tecnologia NMI (Neuromuscular Incapacitation) in futuro potrà essere integrata non solo in robot manovrati da remoto ma anche in sistemi robotici autonomi. Secondo John Pike, di GlobalSecurity.org, “alla fine del prossimo decennio inizieremo a vedere RoboCop e Terminator, robot autonomi dotati di potenza letale”. (Pubblicato su Ecplanet 17-09-2007) iRobot and TASER Team to Deliver New Robot Capabilities for Military, Law Enforcement 28 giugno 2007 I primi robot dotati di taser PI 02 luglio 2007 iRobot Corporation TASER International, Inc. CYBER-FARFALLE

Vere e proprie “cyber-farfalle” sono state realizzate presso i laboratori della Cornell University. Gli insetti con innesti elettronici sono il risultato del lavoro del professor David Erickson, supportato dal suo team presso il dipartimento di ingegneria meccanica ed aerospaziale. Grazie agli studi di Erickson è stato possibile impiantare dei “dispositivi nanofluidi” già all'interno della larva o della pupa della Manduca Sexta, la specie scelta per gli esperimenti. Le capacità rigenerative della Mnaduca, che corrispondono alla muta da uno stadio all'altro, offrono la possibilità di inserire dispositivi elettronici che si integreranno con i tessuti e le strutture organiche dell'insetto durante la crescita, realizzando così una interfaccia cyborg. Le applicazioni vanno dalla sorveglianza alla ricerca di esplosivi o sostanze tossiche. Tutto sarà reso possibile dalla capacità di controllare il volo e la posizione degli sciami o del singolo cyber-insetto. Alcune foto e addirittura un filmato comparsi online mostrano i primi prototipi prodotti in laboratorio.

Il progetto, manco a dirlo, è finanziato dalla DARPA, l'agenzia per la ricerca del Pentagono, che ha già sborsato un paio di milioni di dollari. “DARPA è alla ricerca di proposte innovative per sviluppare la tecnologia di creazione di cyber-insetti”, si legge in una nota dell'agenzia governativa, “l'obiettivo finale di questo programma è la realizzazione di un insetto capace di giungere in un raggio di cinque metri da un obiettivo posto a centinaia di metri di distanza, utilizzando un controllo remoto o un GPS”. (Pubblicato su Ecplanet 18-09-2007) Erickson lab: Integrated Micro- and Nanofluidic Systems Il SATELLITE SPIA SKYNET 5A Il più recente e avanzato satellite di comunicazione dell'esercito del Regno Unito, Skynet 5A, è entrato in funzione a circa un mese dal lancio avvenuto lo scorso marzo dalla Guyana Francese: si tratta del primo di tre nuovi satelliti che costituiranno la quinta generazione di un progetto iniziato nel 1969. Realizzata dal Ministero della Difesa britannico in collaborazione con Paradigm Secure Communications e EADS-Astrium, la rete Skynet 5 è costata circa 3 milioni di sterline messe a disposizione da un gruppo di investitori privati. Lord Drayson, a capo della divisione per l'equipaggiamento bellico e la logistica d'oltremanica, ha commentato: “Skynet 5 garantirà circa due volte e mezzo le prestazioni del vecchio sistema e permetterà un miglioramento significativo del nostro sistema di comunicazione globale aumentando la velocità di trasmissione dati”. Saranno coperte anche le zone teatro dei recenti conflitti in Iraq e Afghanistan, dove i soldati in missione potranno dialogare in voce e video con le famiglie a casa. Fino ad oggi, l'esercito di Sua Maestà era costretto ad affittare spazio su un comune satellite commerciale e aggiungere una codifica ai propri segnali, mente con il nuovo Skynet avrà molta più banda disponibile e maggiore sicurezza per le trasmissioni. Il lancio di Skynet 5B è previsto per la fine dell'anno, mentre quello di Skynet 5C per il 2008. L'aviazione USA ha annunciato l'ordine di altri quattro MQ-9 Reaper, gli impressionanti aerei telecomandati, senza pilota umano, sviluppati dalla General Atomic già in servizio in Iraq, che tanto assomigliano ai Flying Hunter Killer apparsi sullo schermo nella nota saga Terminator ideata da James

Cameron. Il costo dei 4 velivoli è stimato in 59 milioni di dollari, e porterà ad undici il numero di apparecchi in dotazione alla US Air Force. Si tratta delle più letali macchine di morte mai costruite: su un MQ-9 trovano spazio fino a 14 missili teleguidati ed alcune bombe “intelligenti”, oltre ad un raffinato sistema radar in grado di individuare oggetti in movimento su una superficie di 60 chilometri quadrati. Inoltre, possono volare per oltre 14 ore senza rifornimento fino ad una altitudine massima di 50.000 piedi (circa 15 chilometri). Curioso il fatto che anche Skynet compaia in Terminator: è infatti il nome della malvagia rete di computer dotata di coscienza, responsabile della guerra tra robot e umani, mentre i Flying-HK sono i terribili roboaerei impiegati per individuare e annientare eventuali gruppi di cittadini sopravvissuti. Nella realtà, gli MQ-9 Reaper saranno effettivamente controllati attraverso la rete Skynet: il centro di controllo USA per questi velivoli, che agiscono tra l'altro nelle zone martoriate dai conflitti in Iraq e Afghanistan, pare sia situato nelle vicinanze di Las Vegas. (Pubblicato su Ecplanet 19-09-2007) Skynet 5A - Wikipedia MQ-9 Reaper - Wikipedia Skynet (Terminator) - Wikipedia

ROBOT LIQUIDO C'è poi anche il futuribile robot liquido pensato da DARPA, che ricorda molto il T-1000 di Terminator 2: si tratterebbe di una nuova generazione di robot chimici talmente flessibili da poter mutare forma e penetrare attraverso cunicoli o altre limitazioni fisiche in ambienti altrimenti inaccessibili. “Spesso - spiega la DARPA - i soli punti di accesso sono piccole aperture in edifici, muri, fessure sotto le porte e via dicendo. In questi casi, un robot deve essere soffice a sufficienza per spremersi e attraversare piccole aperture, ma anche sufficientemente grande per poter far passare armamenti operativamente significativi. I “ChemBots” rappresentano la convergenza della chimica dei materiali molli e della robotica, per dar vita ad una classe fondamentalmente inedita di “robot flessibili”. I ChemBots dovranno disporre di: capacità di trasformazione nelle tre dimensioni; capacità di identificare le aperture e mutare in base ad esse; strutture che consentono loro di mutare o dissolversi e poi ricostituirsi ed essere operativi; armi che siano disponibili dopo il passaggio; dovranno essere autonomi o capaci di trarre energia da fonti esterne; operatività autonoma o controllata da remoto, in ogni caso senza connessioni fisiche a fonti di energia o sistemi di controllo; medie dimensioni, possibilmente con architetture che

consentano di modificarle; resistenza a condizioni operative militari (temperatura, umidità, pioggia ecc.). (Pubblicato su Ecplanet 21-09-2007) Rise of the ChemBots Shape-shifting, organ-probing chembots coming soon 01 luglio 2008 MOSCHE ROBOT Alcuni scienziati britannici stanno lavorando a moscherobot in grado di volare nelle postazioni nemiche per spiarne i movimenti. Il progettista, Rafal Zbikowski, ritiene che potrebbero essere operative entro una decina d'anni. Zbikowski, che ha già realizzato un prototipo che riproduce il battito d'ali d'una mosca in volo, pensa che i minuscoli robo-insetti, in grado di aggirarsi per spazi chiusi e affollati come palazzi, trombe delle scale, tunnel e grotte, potranno essere utilizzati per individuare terroristi nascosti o per localizzare le vittime di disastri naturali come i terremoti. Mentre l'esercito degli Stati Uniti, che in parte finanzia la ricerca, ha interesse all'uso delle mosche volanti per il trasporto di piccole cariche d'esplosivo. I piccoli robot, infatti, saranno in grado di distruggere un obbiettivo specifico - ad esempio un computer - senza dover bombardare l'intera struttura. L'Università di Harvard ha realizzato un drone delle dimensioni di una mosca capace di volare. È soltanto il coperchio, promettono i ricercatori, di un vaso di Pandora tecnologico che potrebbe in futuro trasformare in realtà i nuovi campi di battaglia intelligenti. Dal peso di soli 60 milligrammi, il microrobot presenta un'apertura alare di 3 centimetri con movimenti modellati su quelli di una vera mosca. “La natura crea i migliori insetti volanti del mondo”, dice il leader del progetto, Robert Wood. Il team di Wood, finanziato dalla DARPA, ha dovuto prima di tutto affrontare i problemi costruttivi. Per realizzare il motore, le ali, le giunture e i micromeccanismi del mini-drone il team è partito dai meccanismi di produzione dei sistemi microelettromeccanici (MEMS), per poi giungere allo sviluppo di un processo del tutto nuovo, che ha impiegato “tagliatori laser microscopici” con cui sono state cesellate le forme in polimero e fibra di carbonio. Tali forme sono poi diventate le parti funzionali della mosca bionica (il procedimento, molto complesso, è descritto sul numero di agosto del magazine Journal of Mechanical Design). La mosca-robot alla fine è riuscita a volare mimando in toto i meccanismi della sua forma naturale ispiratrice. Le sfide che rimangono da affrontare per realizzare una microspia mobile e intelligente, da usare anche come misura preventiva di attacchi terroristici basati su sostanze chimiche pericolose, sono ancora tante. La prima è una mobilità davvero completa: fino ad ora, il drone-mosca è capace di andare soltanto all'insù; l'altra grande sfida è una risorsa energetica integrata nel robot, che gli dia sufficiente autonomia e lo liberi dalla necessità di una fonte energetica esterna (allo stato attuale, una batteria litiopolimerica può far volare la mosca per meno di cinque minuti). Inoltre, si sta pensando allo

sviluppo di sensori di svariato tipo, anche chimico, e ad un software intelligente che permetta al drone di evitare gli ostacoli che incontra durante il tragitto. E sei i MAVs finissero nelle mani di terroristi? “Dopo un periodo iniziale di sviluppo, molti paesi potrebbero produrli”, avverte Juergen Altmann, ricercatore della Dortmund University, che mette in guardia sull'uso indiscriminato dei micro-mezzi da guerra di nuova concezione, potenzialmente in grado di causare vittime fra i civili o di finire per dare una mano ai terroristi che dovrebbero invece aiutare a debellare. Altmann propone di bandire a livello internazionale i MAVs e le nanotecnologie applicate alla guerra, alla stregua delle misure già prese contro le mine antiuomo. (Pubblicato su Ecplanet 27-09-2007) Tiny micro air vehicle will flap wings like an insect 28 giugno 2005 Military Builds Robotic Insects 23 gennaio 2007 Robotic Fly Micro Air Vehicle 20 luglio 2007 Insetti robotici per la guerra di domani PI 25 gennaio 2007 Un approfondimento di Wired sullo stato dello sviluppo della micro e nanotecnologia applicata agli apparati e ai dispositivi bellici ha mostrato una evoluzione costante. Se manca ancora qualche anno alla realizzazione del robo-calabrone antiterrorista a cui sta lavorando Israele, i Micro Air Vehicles (MAVs) assassini sono già tra noi. C'è ad esempio il “Wasp”, micro mezzo aereo di 41 centimetri e di soli 275 grammi di peso, già in ricognizione sui pericolosi cieli dell'Afghanistan: è quasi impercettibile, tanto da potersi avvicinare all'obiettivo senza essere notato, e si controlla con un radiocomando che sembra un Gameboy. È in fase di sviluppo una nuova versione, già ribattezzata “Talibanator”, che permetterà di inserire esplosivo C4 sul mezzo, in modo da colpire cecchini ben appostati o contrattaccare eventuali azioni kamikaze. (Pubblicato su Ecplanet 23-09-2007) BATMAV System with AeroVironment's Wasp III Micro Air Vehicle achieves full rate production 08 gennaio 2008 AeroVironment, Inc.: Innovation at Work UNMANNED AERIAL VEHICLE L'ultima trovata in fatto di robot avanzati, capaci cioè di fare a meno del controllo diretto dell'uomo, è arrivata dal prestigioso Massachusetts Institute of Technology, che ha

realizzato un veicolo UAV (Unmanned Aerial Vehicle) capace di volare senza la necessità di controllo da remoto. Il drone, una sorta di mini elicottero dotato di quattro rotori orizzontali da 700 dollari, è in grado di volarsene per la stanza per conto suo senza sbattere contro i muri, e non solo: il dispositivo è in grado di assolvere anche a compiti decisamente più complessi come quello di spostarsi tra ostacoli posizionati a livello del suolo con un intervento minimo da parte dei tutori umani. Un'altra interessante caratteristica dell'automa è la possibilità di monitorarne le azioni e il funzionamento da un computer connesso su un network. Sebbene non vi siano indicazioni precise sull'utilizzo del protocollo TCP/IP, si parla della possibilità, per una singola persona con una semplice connessione ad Internet, di avere il pieno controllo di diversi UAV in una sola volta. (Pubblicato su Ecplanet 29-09-2007) Autonomous UAV Aerobatics Project Website SCANEAGLE Un vero e proprio show dell'aria è stato organizzato dal gigante dell'aviazione Boeing per mostrare le ultime evoluzioni del suo “ScanEagle”: il velivolo compatto e privo di pilota (in gergo UAV) che viene già impiegato da anni nei teatri dei conflitti in cui sono coinvolte le forze armate americane. Ora, assicura Boeing, il piccolo “uccello” da meno di 15 chilogrammi è più evoluto che mai: durante la dimostrazione, nel campo test in Oregon, i ricercatori del colosso aeronautico hanno mostrato nuovi

strumenti per il controllo contemporaneo di flotte di UAV attraverso interfacce sempre più semplici e algoritmi che consentono ai mini-aerei di variare la propria rotta da soli. Un singolo operatore è in grado di controllare fino a tre ScanEagle contemporaneamente, spingendoli fino all'altitudine massima di 4800 metri alla velocità di 130 chilometri all'ora. Ma non solo: ora i velivoli dispongono di fotocamere e videocamere in grado di comunicare direttamente con un cellulare e dunque fornire preziose informazioni per scopi tattici. Ulteriormente evoluto è anche il sistema di inseguimento dei veicoli terrestri: un test condotto con un camion ha mostrato come ScanEagle sia capace di “agganciarsi” ad un oggetto e seguirlo autonomamente, senza che sia necessario modificarne la rotta manualmente, anche in caso l'obiettivo devii dal suo percorso originario. Il tutto restando alla distanza ottimale per offrire le migliori immagini possibili all'operatore e senza farsi scoprire. Proprio di recente, uno ScanEagle aveva permesso ai Marine di sventare un traffico di petrolio iracheno di contrabbando: il velivolo aveva in principio avvistato una sola autobotte sospetta, ma seguendola era stato in grado di mostrare ai soldati un gruppo di undici TIR diretti fuori dal paese attraverso il confine con la Siria. I soldati americani sono intervenuti, arrestando gli autisti e impedendo al combustibile di finire sul mercato nero. (Pubblicato su Ecplanet 03-10-2007) Boeing ScanEagle - Wikipedia AEREI SPIA UAV Cyber Defense Systems ha annunciato che un piccolo UAV denominato “CyberBug” ha partecipato a esercitazioni militari NATO. CyberBug può essere assemblato in pochi minuti e può fornire una sorveglianza aerea istantanea. Il veicolo ha volato per circa un'ora trasmettendo immagini video e altri dati ad una stazione di controllo portatile a terra. Tamite CyberBug è possibile monitorare eventuali pericoli, sorvegliare edifici, sorvolare colline ecc. Può essere usato per operazioni “search and rescue”, per monitorare il traffico, per ricerche ambientali, per pattugliamenti ecc... Tre CyberBug sono stati impiegati come supporto a scenari di “Navigation Warfare” durante l'esercitazione NATO “Spartan Hammer”, condotta nel novembre del 2006 in Grecia: diversi sensori installati a bordo dei CyberBug hanno permesso di raccogliere informazioni usate per supportare operazioni di intelligence e di warfare elettronico. In tutto i cyberbug hanno compiuto 22 missioni con una percentuale di successo del 100 per cento. I CyberBug hanno anche pattugliato i cieli sopra Avon Park, in Florida, durante “Atlantic Strike IV”, un'esercitazione delle forze aree e navali che ha coinvolto più di 700 membri specializzati: i CyberBug hanno localizzato cecchini, seguito i convogli e

monitorato il campo di battaglia, trasmettendo immagini video ai Joint Terminal Air Controllers e ai soldati sul terreno. La seconda generazione di Cyberbug, oltre a poter essere assemblata più facilmente, dispone di ali in materiale trasparente e nuove funzionalità: gli operatori possono ora fissare la videocamera del velivolo su obiettivi sia stazionari che in movimento con un'accuratezza di 3-5 metri. Per il prossimo futuro, è prevista anche l'introduzione di altri UAV. La quarta generazione dei Killer Bee Unmanned Aircraft System (KBUAS), gli insetti killer sviluppati dalla Swift Engineering di San Clemente, California, hanno effettuato il loro primo volo allo Yuma Proving Grounds (YPG) di Yuma, Arizona. Il nuovo Killer Bee 4 Unmanned Aircraft (KB4UA) ha volato con successo per 70 minuti. (Pubblicato su Ecplanet 07-10-2007) Not a bird or a plane, it's Cyberbug 23 giugno 2007 AEREI SPIA UAV E UCAS

La Northrop Grumman ha aperto un nuovo ufficio per fornire supporto logistico e ingegneristico ai suoi Unmanned Air Systems (UAS) destinati al Naval Air Systems Command (NAVAIR) della Naval Air Station (NAS) di Patuxent River, Md. In particolare: Global Hawk Maritime Demonstration (GHMD), uno UAV Global Hawk in grado di volare molto alto e per molto tempo e offrire, grazie ai suoi molteplici sensori, informazioni da utilizzare per operazioni marittime. MQ-8B Fire Scout, un altro UAV dotato di videocamera e un otente sistema di comunicazione destinato all'esercito americano che costituirà l'assetto principale dei sistemi aerei a controllo remoto di quarta classe del programma FCS (Future Combat System). Il Fire Scout fornirà una piattaforma di comunicazione, sorveglianza e acquisizione bersagli (RSTA Reconnaissance, Surveillance and Target Acquisition), e attacco a lunga autonomia. L’elettronica standard sarà costituita da moduli TSAR (Tactical Synthetic Aperture Radar), JTRS (Joint Tactical Radio System), SIGINT (Signals Intelligence), strumenti di analisi NBC (Nuclear, Biological and Chemical) e di individuazione delle emissioni radio, OASYS (Obstacle Avoidance System), sensori EO/IR e illuminatori laser per designazione degli obiettivi a terra. A livello di armamento si prevede l'installazione dell’APKWS (Advanced Precision Kill Weapon System) o del Viper Strike.

X-

47B Unmanned Combat Air System (UCAS), parte del progetto J-UCAS (sistemi d'aria di combattimento senza equipaggio) della DARPA. La versione navale avrà un raggio d'azione nell'ordine dei 2500 km, velocità di Mach 0.8 / 0.9, e un carico bellico di circa 2 tonnellate. Sempre la Northrop Grumman, ha stipulato un contratto con l'U.S. Air Force di 287 milioni di dollari per la produzione di 5 RQ-4 Global Hawk, un sistema capace di sorvolare vaste regioni volando in maniera autonoma dal decollo all’atterraggio fino a 65.000 piedi di quota, in grado di fornire i dati acquisiti dal radar ad apertura sintetica assieme a sensori IR ed elettro-ottici anche in presenza di condizioni meteo avverse.

La United Industrial Corporation ha annunciato che la sua sussidiaria AAI Corporation ha iniziato l'addestramento di membri dell'U.S. Marine Corps per il volo e il mantenimento dello Shadow Tactical Unmanned Aircraft System (TUAS), che avrà compiti di sorveglianza, riconoscimento e intelligence. Sostituirà il vecchio Pioneer, attivo da più di 20 anni ormai, anche nelle più recenti operazioni in Iraq e in Afghanistan. La storia dimostra che gli UAVs sono estremamente efficaci sia sui campi di battaglia che negli ambienti urbani. Sono stati proprio i Marines i primi a dimostrare il valore di questi sistemi nelle operazioni tattiche di metà anni Ottanta. (Pubblicato su Ecplanet 12-10-2007) Navy's Global Hawk Maritime Demonstration Unmanned Aircraft Supports Northern California Firefighters During Navy Exercises 22 luglio 2008 MQ-8 Fire Scout - Wikipedia X-47B UCAS RQ-4 Global Hawk - Wikipedia Shadow 200 RQ-7 Tactical Unmanned Aircraft System Northrop Grumman Corporation - Defining the Future

SOLID STATE LASER La nuova produzione di laser allo stato solido per applicazioni militari da parte della Northrop Grumman viene salutata come l'inizio di una nuova era militare, in cui armi laser super-potenti andranno a sostituire i missili tattici che attualmente gli Stati Uniti utilizzano massicciamente. Le armi a raggi laser stanno dunque abbandonando il regno della fantascienza per i campi di battaglia reali, per offrire alle truppe una protezione senza precedenti ad un costo relativamente basso. «Questi sistemi, in grado di abbattere razzi, mortai e missili a raggio corto, diverranno elementi fondamentali sia in terra che in mare che sulle piattaforme aeree», ha dichiarato Mike McVey, presidente della divisione Sistemi a Energia Diretta della Northrop. Per il momento, si è avuto notizia di un laser allo stato solido integrato in un sistema Phalanx. «È la prova che le armi laser a stato solido sono già pronte per la battaglia», ha dichiarato Mike Booen, Vice-Presidente della Raytheon Missile Systems. Una sensazione di calore improvvisa, dolorosa e terrorizzante come se i vestiti, anche i più pesanti, cominciassero ad incendiarsi. Un intenso calore però che non lascia alcun segno. Il raggio di calore generato dall'Active Denial System (ADS), una sorta di phaser come quelli di Star Trek, è capace di colpire il target inquadrato da una telecamera a infrarossi anche a cinquecento metri di distanza. La tecnologia, di cui si parla da anni, è stata sviluppata dal Joint Non-Lethal Weapon Program del Pentagono. Con un raggio elettromagnetico ad una frequenza di 95 GHz, l'ADS penetra solamente attraverso gli strati più superficiali dell'epidermide, per meno di mezzo millimetro. Quanto basta a colpire le terminazioni nervose facendo percepire la sensazione del contatto con un corpo a temperatura di cinquanta gradi. Nessuna conseguenza, assicurano i militari, se non il deflusso di una folla spaventata. «È una tecnologia rivoluzionaria», ha dichiarato Theodore Barna, del Dipartimento della Difesa USA, «ci aspettiamo che possa aggiungersi agli equipaggiamenti dei militari, entro il 2010». Sarà utile per disperdere le folle nelle manifestazioni che volgono alla violenza, oppure presso i checkpoint in zone a rischio guerriglia, servirà a confinare delle aree delimitandole con fasci di raggi, ma potrà costituire una risorsa preziosa anche in situazioni di guerra, in Iraq o in Afghanistan, prevedono le autorità militari. L'arma è stata testata su oltre diecimila volontari nel giro di dodici anni, e durante gli ultimi cinque anni non si sono riscontrati danni o lesioni degni di nota. Le preoccupazioni, riguardo alle quali l'osservatorio The Sunshine Project si interrogava già nel 2005, sembrano essere state fugate almeno per quanto riguarda le possibili conseguenze per gli occhi: si è verificato, mediante test su animali, che i riflessi inducono a distogliere lo

sguardo prima che l'irraggiamento possa provocare danni. Wired News, fra gli altri, lo scorso anno avanzava il dubbio che l'arma potesse favorire l'insorgere di cancro, ma non si hanno conferme in merito agli effetti a lungo termine dell'esposizione ai raggi. Un altro ordine di preoccupazioni è rappresentato dai potenziali modi di armeggiare con l'ADS. Se infatti l'Active Denial System è considerato, almeno nell'immediatezza, nonletale, un uso improprio potrebbe trasformarlo in un'arma offensiva a tutti gli effetti. In spazi angusti, in cui la fuga è poco praticabile, o nel caso in cui fosse utilizzato a distanze ravvicinate, puntato contro persone impossibilitate a muoversi, l'ADS potrebbe rivelarsi fatale. Il Pentagono ha investito sessanta milioni di dollari per la progettazione avanzata del dispositivo. La tecnologia è stata sviluppata in collaborazione con Raytheon, che con il suo Silent Guardian, un ADS su scala ridotta, spera di poter accogliere una domanda che, in una società dominata dal rischio, sembra farsi sempre più pressante. (Pubblicato su Ecplanet 19-10-2007) TASER Northrop Grumman Corporation - Defining the Future Solid-state laser - Wikipedia LAND WARRIOR SYSTEM Da oltre un decennio, la maggior parte degli eserciti moderni ha intrapreso un vasto programma per lo sviluppo e la realizzazione di nuovi equipaggiamenti individuali, con sistemi integrati ed interfacciati, destinati ad entrare in servizio a breve termine presso i reparti di fanteria di prima linea. Negli Stati Uniti, tale programma è noto come Land Warrior, mentre in Francia e Gran Bretagna è conosciuto rispettivamente come FELIN, acronimo per Fantassin a' Equipements et Liaisons Inte'gre's, e FIST/Crusader 21. Tra gli ultimi programmi c'è anche l'European Soldier System Initiative (ESSI) che vede impegnate la tedesca DASA/Dornier, la britannica Pilkington Optronics e la francese Thomson-CSF per lo sviluppo e la messa a punto di un sistema integrato destinato sia al mercato interno che all'esportazione. Sostanzialmente, questi programmi mettono in risalto il comfort fisiologico del fante, la protezione balistica, la furtività e la componente detta C3 (Comando, Controllo, Comunicazioni). Dagli aspetti appena elencati emerge anche l'esigenza di nuove capacità consentite dall'equipaggiamento del fante del futuro: potenziamento dei mezzi tradizionali di ricognizione visiva; capacità di sfruttare la massima gittata efficace delle armi e delle munizioni di fanteria in operazioni diurne, notturne e in visibilità ridotta; introduzione di armi individuali precise e sicure che garantiscano livelli elevati di penetrazione ed efficacia, nonché la capacità di controllo del tiro indiretto. Gli statunitensi, ad esempio, hanno previsto di integrare al modulo armamento-sistema di puntamento del Land Warrior un sistema di visione notturna a visualizzazione dell'immagine termica (IT), tipo NigthSight della Texas

Instruments o AN/PAS-13 della Hughes, che assicura la scoperta di un individuo a oltre 1.000 metri sia al buio che in presenza di nebbia, foschia o fumo. Tali sistemi sono dotati inoltre di uscita video standard o digitale che rende possibile la trasmissione dell'immagine a distanza, ad esempio su un HUD (Head Up Display) montato sulla visiera del casco, davanti agli occhi dell'operatore, al pari di quello utilizzato nell'aeronautica dai piloti di jet militari da combattimento. L'elmetto integrato del sistema Land Warrior per il fante statunitense del XXI Secolo sarà realizzato in Kevlar e disporrà di microfono, di altoparlanti e di display con capacità di lettura diurna/notturna, sia ad intensificazione di luce di ultima generazione, sia a immagine termica, con possibilità di presentare dati generali da computer e aggiornamento delle mappe. I sistemi di visione notturna a visualizzazione TI, per il cui funzionamento non è più necessario un ingombrante sistema di raffreddamento grazie all'adozione di microelementi sensibili al silicio o al titanato di bario e stronzio, permettono di osservare e puntare al buio e di migliorare considerevolmente la capacità di scoperta e di puntamento in luce diurna (ad esempio attraverso una cortina fumogena). Tali sistemi sono previsti anche nell'ambito degli altri programmi stranieri dell'equipaggiamento del fante del futuro. Il sistema francese FELIN prevede un casco a struttura integrale dotato di microfoni in grado di registrare i suoni della voce trasmessi dalle vibrazioni della scatola cranica, di cuffie a duplice funzione (che ricevono i messaggi via radio e restituiscono e filtrano i rumori dell'ambiente circostante) e di telecamera con visore monoculare diurno/notturno di nuova generazione (che ritrasmette sulla visiera parabolica del casco non solo l'immagine osservata ma anche scenari digitalizzati o messaggi sui quali può sovrapporsi una determinata simbologia). La stessa attenzione è stata dedicata all'arma individuale in quanto il programma FELIN prevede, in un primo tempo, l'integrazione di un dispositivo di puntamento diurno/notturno ad intensificazione di luce, tipo OB-50 o Lucie di terza generazione plus, e, in un secondo tempo, di un sistema di visualizzazione dell'immagine termica. Quest'ultimo sarà integrato ad una nuova arma bimunizione, il cui prototipo, denominato PAPOP, acronimo per Poly Arme Poly Projectile, è in grado di sparare due diversi tipi di munizione: una antiuomo di piccolo calibro, tipo 5,56 mm NATO, l'altra antimateria di calibro superiore, da 30 a 40 mm. (Pubblicato su Ecplanet 29-10-2007) Land Warrior - Wikipedia PAPOP - Wikipedia Il ciberfante e la visione notturna FUTURE COMBAT SYSTEMS 3 L'US Army ha affidato a Boeing, in qualità di primo integratore di sistemi, e SAIC (Science Applications International Corporation), partner di programma, il mandato di pianificare la produzione a basso ritmo dei Future Combat Systems, la famiglia di sistemi integrati che trasformerà l'esercito americano a livello di mezzi, tattiche operative e consapevolezza del campo di battaglia. In particolare, maggiore priorità verrà data ai sistemi elettronici network-centrici e ai veicoli terrestri guidati MGV (Manned Ground Vehicles), otto piattaforme basate sullo stesso chassis ad alta comunanza di componenti (70%) come il Non-Line-of-Sight Cannon (NLOS-C), veicolo per attacchi di precisione da grande distanza

che secondo mandato del Congresso dovrà essere schierato dal 2010 e consegnato inizialmente in 18 unità. Il programma è organizzato in “Spin Outs”, incrementi graduali delle capacità a livello brigata. Per il biennio 2008 - 2010 ne sono stati pianificati tre che verranno via via testati dall'Army Evaluation Task Force (AETF) presso Fort Bliss, Texas. Lo Spin Out 1 comprende equipaggiamenti e tecnologie per incrementare comunicazione e situational awareness attraverso l'installazione dei relativi sistemi (radio JTRS, computer integrati in grado di interfacciarsi con la sovrastruttura informatica comune e fornire possibilità di comando e gestione nel campo di battaglia, sensori UGS e sistema per il controllo di fuoco di precisione NLOS-LS) a bordo dei carri Abrams, dei veicoli da combattimento Bradley e sugli HMMWVs (High Mobility Multipurpose Wheeled Vehicle). Tali tecnologie sono state considerate nell’ultima revisione di progetto rispondenti ai requisiti e pronte per l'integrazione sugli attuali assetti terrestri dell’US Army. Lo Spin Out 1 fornirà i kit necessari a equipaggiare 17 BCTs (Brigade Combat Team) nell'arco di 7 anni a partire dal 2008. (Pubblicato su Ecplanet 01-11-2007) XM1203 Non-Line-of-Sight Cannon - Wikipedia High Mobility Multipurpose Wheeled Vehicle - Wikipedia SUPER-SOLDATI Entro tre anni, i “super-soldati” del futuro cominceranno a testare dispositivi futuristici che forniaranno loro capacità senza precedenti, come l'abilità di vedere attraverso i muri, grazie a mirini radar avanzati. Il programma statunitense Future Force Warrior prevede anche speciali equipaggiamenti sonori e laser intelligenti, che saranno disponibili a partire dal 2010. Inoltre, saranno predisposti dei sensori per monitorare le condizioni di salute dei soldati (respirazione, battito del cuore, shock vari). I super-soldati del futuro assomiglieranno sempre di più a dei cyborg. Gli elmetti di prossima generazioni integreranno elementi elettronici per consentire il riconoscimento dei vari suoni e rumori della battaglia. I super-soldati avranno a disposizione anche il minivelivolo “Pathfinder Raven”, che potranno lanciare con la mano verso determinati obiettivi

da esplorare. L'attuale versione del mini-robot, chiamata “Raven A”, utilizzata sia in Afghanistan che in Iraq, è dotata di una videocamera in grado di trasmettere ai soldati immagini in tempo reale. La prossima versione, “Raven B”, avrà anche uno zoom digitale, che consentirà di spiare anche il nemico più lontano. Il programma Future Warrior punta dunque ad un sistema integrato adattabile, dall'uniforme da combattimento elettronica al copricapo biomeccanicamente ingegnerizzato. È ormai da diverso tempo che la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) è impegnata nello sviluppo di soluzioni ad alta tecnologia mirate a incrementare la forza, la resistenza e la velocità dei super-soldati, usando ad esempio muscoli artificiali: l'idea dietro gli “esoscheletri” è di alleggerire il peso dei vari equipaggiamenti che il super-soldato dovrà portare con sé. Il primo prototipo di questi esoscheletri vedrà la luce nel 2008. Si sta anche studiando l'impiego di nanotecnologia. L'Institute for Soldier Nanotechnologies (ISN) al MIT sta sviluppando sensori integrati nelle uniformi da combattimento per rilevare armi chimiche e biologiche, e anche delle contromisure a minacce di questo tipo. Inoltre, sta lavorando all'integrazione di cure mediche automatiche (un po' come nei videogiochi, ndr), esplorando la possibilità di fornire medicazioni come vasopressin per minimizzare il rischio di dissanguamento o di shock emoraggico nei soldati colpiti. Si sta pensando anche a come migliorare l'armatura, mediante una rete di microscopiche travi, versione in miniatura delle impalcature triangolari usate per sostenere ponti e grattacieli. Le armature potranno così assorbire i colpi delle pallottole e delle onde d'urto provocate da granate o da altre esplosioni. Tutti questi armamenti elettronici avranno bisogno di batterie super-potenti. Attualmente, un soldato per operazioni speciali può trasportare normalmente 70 libbre di batterie di scorta. In alternativa, l'U.S. Army sta sviluppando celle solari al silicio flessibili e leggere, laminate nei tessuti, da integrare in tende e in altre superfici ripiegabili in modo da ricaricare le batterie. Future Force Warrior - Wikipedia MIT Institute For Soldier Nanotechnologies LAND WARRIOR SYSTEM 2 Il campo di battaglia diventerà una rete ad alta tecnologia che collegherà i soldati digitalmente. Gli ultimissimi sistemi Land Warrior e Mounted Warrior offrono già una protezione integrata e un collegamento di rete combinando computers, lasers, moduli di navigazione, radio e altri equipaggiamenti

avanzati per migliorare la capacità comunicativa sul campo di battaglia. Il sistema Mounted Warrior è invece pensato per i veicoli. Land Warrior System, in particolare, è stato progettato per offrire maggiore protezione ai soldati più giovani e meno esperti che si avventurano a piedi nella zona di guerra e sono i più esposti ad infortuni. La Boeing, in collaborazione con la DARPA, sta lavorando anche al programma Robust Surface Navigation (RSN) il cui obiettivo è sviluppare tecnologie che possano offrire “segnali di opportunità” - onde elettroniche emanate dai satelliti, dalla rete cellulare e dalle antenne televisive - in modo da fornire alle truppe di terra informazioni precise anche nel caso in cui i segnali provenienti dal Global Positioning System (GPS) non siano disponibili.

“Puntiamo ad un sistema integrato in grado di usate qualsiasi segnale disponibile, non solo GPS, per fornire accurate informazioni di navigazione attraverso un piccolo ricevitore, eliminando il bisogno di una infrastruttura fissa, costosa e ingombrante”, dice Bart Ferrell, manager dei Precision Navigation Programs della Boeing Phantom Works. (Pubblicato su Ecplanet 13-11-2007) Boeing-Led Team Developing Surface Navigation Concept for DARPA 18 aprile 2007 Mounted Warrior LINKS

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