Ricorso Aia Taranto

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  • Pages: 2
Alla COMUNITA’ EUROPEA -commissione europea- direzione generale ambiente 200, Rue de la loi B – 1049 BRUXELLES – e , per conoscenza,

al MINISTERO DELL’AMBIENTE - via C. Colombo, 44 - ROMA alla REGIONE PUGLIA - assessorato all’ambiente- via delle Magnolie -Modugno -

p.c : all’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE - via Anfiteatro, 4 - Taranto al COMUNE di TARANTO -p-za Castello - Taranto I sottoscritti cittadini, in rappresentanza delle associazioni sotto indicate raggruppate nel movimento “AltaMarea”, PREMESSO CHE -

-

con decreto legge n.180 del 30 Ottobre 2007 il termine per il rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) veniva differito al 31 Marzo 2008; in data 11 Aprile 2008 veniva stipulato un accordo di programma in applicazione del D.L.vo 18 Febbraio 2005 n.59, art. 5,comma 20, tra Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’interno, Ministero dello sviluppo economico, Ministero della salute, Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto, Comune di Statte, l’APAT e l’ILVA SpA, Edison SpA, ENIPOWER SpA, ENI SpA, Cementir Italia s.r.l., S.A.N.A.C. SpA, ARPA Puglia, della validità di trecento giorni dalla data di pubblicazione del decreto di istituzione del Comitato di Coordinamento. ambedue i termini sono scaduti senza che le procedure per il rilascio dell’AIA alle aziende interessate del territorio jonico siano state completate.

CONSIDERATO CHE -

il mancato rilascio delle A.I.A. nei tempi previsti dal decreto legge n.180 del 30 Ottobre 2007 e dall’accordo di programma di fatto si traduce in un’ulteriore proroga concessa alle imprese del territorio per l’adeguamento ambientale dei loro impianti alle B.A.T.. Della gravità di questa tacita proroga si rimarcano : a) la sua concessione in assenza di uno specifico provvedimento legislativo. b) le ripercussioni sul territorio jonico in termini di impatto ambientale e di ricadute sulla salute dei cittadini poiché ne ritarda il risanamento e ne procrastina invece lo stato di crisi ambientale tra i più rilevanti a livello europeo come attestato dal registro delle emissioni Eper e come riconosciuto con la dichiarazione di area ad elevato rischio ambientale nel novembre ’90 e nell’Aprile ’98.

1

c) il consentire (in base alle modifiche apportate all’art.2 comma 1-bis della legge 243/07, pubblicate sulla G.U.18.03.08) alle aziende di realizzare gli interventi previsti nei loro cronoprogramma anche in assenza delle conclusioni dell’istruttoria da parte della commissione nazionale IPPC. Quindi senza tener conto delle prescrizioni che saranno loro imposte con il rilascio dell’A.IA. In tal modo questi interventi potranno sottrarsi ad una valutazione di tipo complessivo ed integrato, caposaldo della stessa normativa europea in materia di prevenzione e precauzione in campo ambientale. Tale valutazione, che tiene conto anche del peso inquinante dell’intero ciclo produttivo dell’impresa considerata, potrebbe infatti comportare, in sede di prescrizione, il ricorso a tecnologie più rigorose in luogo di quelle adottate (art.8 D.L.vo 59/05) e rispetto di limiti di emissioni più severe (art.7 del citato D.Lvo). Ad aggravare questo contesto sono anche le severe critiche redatte dalle associazioni ambientaliste e di volontariato sociale al piano di adeguamento alle B.A.T. presentato dall’Ilva che hanno portato le stesse ad avviare nel Marzo scorso una richiesta di intervento statale ex art. 309 D.Lvo 152/2006. i ritardi dei processi di adeguamento ambientale alle B.A.T. degli impianti industriali operanti sul territorio conseguenti al mancato rilascio delle AI.A. alle imprese del territorio costituiscono un rischio per la salute dei cittadini dell’area jonica, in questa sede rappresentata dalle associazioni ambientaliste e di volontariato sociale

TUTTO QUESTO PREMESSO E CONSIDERATO chiedono l’intervento della Commissione della Comunità Europea, nelle forme previste dai regolamenti vigenti, nei confronti dello Stato Italiano per il mancato rilascio delle stesse Autorizzazioni Integrate Ambientali nei tempi previsti dalla normativa europea, aggravando l’accusa già in atto nei confronti dello stesso Stato italiano Taranto, luglio 2009 Per le associazioni civiche ed ambientaliste riunite in “AltaMarea”: Monica Andrisano, Gaetano Barbato, Luigi Boccuni, Maria Giovanna Bolognini, Giovanni Carbotti, Serena Cesaria, Leo Corvace, Paola D’Andria, Biagio De Marzo, Lucio Dione, Roberto L’Imperio, Paola Fedele, Clara Fornaro, Lunetta Franco, Giancarlo Girardi, Antonello Leogrande,Gemma Leotta, Paola Lo deserto, Alessandro Marescotti, Pino Merico,,Etta Ragusa, Francesco Ruggieri, “ALTAM AREA”: AIL – ARCI – ASS.NE BAMBINI CONTRO L’INQUINAMENTO – AIUTIAMO IPPOCRATE – ASS. VOLONTARI OSPEDALIERI – COMITATO PER TARANTO - ECOCOMUNITA – GREENPEACE - IMPATTO ZERO – LEGAMBIENTE – LIBERA - LIPU – PEACELINK – SENSIBILIZZAZIONI LIBERE E CONCRETE – TARANTO VIVA – VIGILIAMO PER LA DISCARICA – WWF –

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