REVOLUTIONINE "In tutta la vita stavi solo aspettando che questo momento arrivasse." (Blackbird, Lennon-McCartney, 1968)
«Anche la cassa destra verso il soffitto!», ordinò Giovanni. «Sicuro?» «Te l'ho detto, la punta del triangolo deve essere il lampadario.» Capita a tutti, almeno una volta, di avere il potere di cambiare gli eventi definitivamente. A me è successo il 9 agosto del '79, alle 9 e 09, mentre ero seduto al buio ad ascoltare il White Album circondato da candele rosse. Perché vi dico questo? Perché lo so che in fondo anche voi avete bisogno di una rivoluzione ma, di certo, non potete sapere che per ottenerla è sufficiente ascoltare nove volte consecutive la #9 dei Beatles e poi rigirarla. «Nove?», dissi come fosse una stupidaggine. Giovanni fu convincente: «Leggi che c'è scritto» e scandì bene: «Revolution Number Nine, e noi la ascolteremo nove volte , poi invertiremo il disco e vedremo se ho ragione.» Dopo gli esami di terza media, con Giovanni avevamo passato più di un mese a raccogliere indizi su un quadernone e a discutere di quello che chiamavamo il Progetto PID, che stava per Paul Is Dead. Eravamo convinti di poter smascherare il più grande complotto del rock: Paul McCartney era morto in un incidente d'auto ed era stato sostituito con un sosia che aveva ingannato tutti, ma John Lennon aveva lasciato qua e là nelle canzoni e nelle copertine degli LP piccoli indizi che spiegavano la verità. Qualche esempio?
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