Press Book_diario Di Un Curato Di Montagna

  • April 2020
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DIARIO DI UN CURATO DI MONTAGNA/ DIARY OF A MOUNTAIN PRIEST /JOURNAL D'UN CURÉ DE MONTAGNE

un film documentario di / a documentary film by / un film documentaire de Stefano Saverioni con / with / avec Filippo Lanci  una produzione / produced by / produit par  Monotroupe in associazione con / in association with /en association avec

                                            Cineforum Teramo, Cinik Records, Laura Aprati media sceneggiatura / script / scénario Stefano Saverioni e Pietro Albino Di Pasquale musiche originali / original music / musique originale écrite par Enrico Melozzi fotografia / photography / photographie Stefano Saverioni montaggio / editing / montage Stefano Saverioni montaggio del suono e mix / sound editing e mix / sonorisation et mixage Vincenzo Schiavo prodotto da / produced by / producteur Stefano Saverioni regia / director / réalisateur Stefano Saverioni ufficio stampa / press office /service de presse Laura Aprati edizioni musicali / musical editions /édition musicale Cinik Records Roma

58' Italia / Italy/ Italie 2008

Colore/ Colour / Couleur -Dvcam- 4/3 letter box

Festival________________________________________________________ 57° Trento Film festival, in concorso. Anteprima mondiale il 29-4-2009 Nomination “Miglior documentario di lungometraggio” David di Donatello 2009.

DIARIO DI UN CURATO DI MONTAGNA

S

INOSSI

La parrocchia di Don Filippo Lanci non è una parrocchia come tutte le altre. Salendo per la strette e suggestive strade che tagliano le pendici della più alta montagna dell'Appennino, il Gran Sasso D'Italia, in Abruzzo, si può arrivare a Pietracamela, Cerqueto e Intermesoli, piccoli e solitari borghi abbarbicati alla roccia e quasi ormai parzialmente spopolati. Passata la villeggiatura estiva, pochi anziani e qualche famiglia abitano infatti le case di pietra e d'inverno con la neve alta è facile rimanere isolati. Così le secolari chiese si fanno sempre più vuote, deserti i vicoli e le strade, muti i pascoli e le vallate. Dai ghiaioni e i pendii, lungo le gole e le forre boscose si alza fino alle vette e alle cime incontrastato il vento, mentre i rintocchi dei campanili scandiscono nel silenzio la vita di ogni giorno come le stagioni gli anni. A volte è lo struggente paesaggio dei mistici. A volte il duro confino degli esiliati, dove la solitudine stringe forte il petto più della fede. In questa condizione di frontiera, dove tuttavia resiste ancora una umanità semplice e ricca di tradizioni, il giovane e inquieto sacerdote troverà, attraverso le proprie contraddizioni, la via per meglio comprendere se stesso e il proprio rapporto con Dio.

DIARY OF A MOUNTAIN PRIEST

S

INOPSYS

Father Filippo Lanci’ s parish is not a parish like any other. Going up the narrow and suggestive roads that cut the slopes of the highest mountain of the “Appennino” chain, the “Gran Sasso d’Italia”, in Abruzzo, you can get to Pietracamela, Cerqueto and Intermesoli, small and lonely villages clinging to the rocks and, by now, partially unpopulated. As a matter of fact, after the summer holidays, just few old people and some families keep living in the stone houses and, in the winter, when the level of the snow is high, being cut off is very frequent. Therefore the secular churches get more and more empty, the alleys and the roads get deserted, the pastures and the valleys get silent. The wind rises undisputed from the screes and the slopes, along the gullies and the wooded gorges up to the mountain tops and the peaks, while the tolls of the bell towers scan in the silence the everyday life just like the seasons and the years. Sometimes this is the harrowing mystics’ landscape. Sometimes the hard exiles’ internment, where loneliness strongly hold the chest tight, more than faith does. In this frontier condition where, nevertheless, a simple humanity still resists with its rich traditions, the young and unquiet priest will find, through his own contradictions, the way to understand himself and his own relationship with God.

JOURNAL D'UN CURÉ DE MONTAGNE

S

INOPSYS

La paroisse de Don Filippo Lanci n'est pas comme les autres. Si on remonte les étroites et suggestives rues qui coupent les pentes de la montagne la plus haute de l'Apennin, le Gran Sasso D'Italia, dans les Abruzzes, on peut arriver à Pietracamela, Cerqueto e Intermesoli, bourgs petits et solitaires, accrochés aux rochers et désormais presque dépeuplés. Une fois les vacances d'été passées, seulement des hommes âgés et quelques familles habitent dans les maisons de pierre et en hiver, avec la neige, on risque de rester isolé. Ainsi, les églises seculaires deviennentelles toujours plus vides, rues et ruelles désertes, pâturages et vallées muets. Des éboulis et des pentes, le long des gorges et des ravins boisés, le vent se lève

incontesté

jusqu'aux sommets, tandis que les tintements des cloches scandent dans le silence la vie de chaque jour comme les saisons de la vie. Parfois c'est le paysage poignant des mystiques. Parfois c'est le lieu de relégation des exilés où la solitude serre la poitrine plus fort que la foi. En cette condition de frontière, où toutefois resiste encore une humanité simple et riche de traditions, le jeune et inquiet prètre trouvera, à travers ses contradictions, la voie pour mieux comprendre soi-même et son rapport avec Dieu.

DIARIO DI UN CURATO DI MONTAGNA Dichiarazione del regista Da bambino facevo spesso il chierichetto. Guardavo incuriosito il calice che si elevava al cielo durante la consacrazione e mi meravigliavo che quel vino, che mio padre beveva tutte le sere e che dava al parroco la domenica mattina, potesse con una formula magica tramutarsi in sangue così, in un batter d'occhio. A volte ne dubitavo ma poi assalito da mille rimorsi subito me ne pentivo così che il prete, pur così vecchio e malaticcio, continuava ad avere un non so che di misterioso e potente che lo rendeva diverso e superiore agli altri uomini. Con gli anni il mio piccolo dubbio non è stato più seguito dal pentimento e per molto tempo sono stato orgogliosamente lontano dalle chiese. Ciò nonostante sempre è rimasto in me, pur nel mio irriverente scetticismo, una certa benevolenza per gli uomini e le donne che hanno consacrato e consacrano la loro vita a Dio, qualunque confessione essi abbraccino. Hanno le persone di fede un non so cosa di inafferrabile, di sfuggente, una certa ostinazione dello spirito, una certa pacata “irragionevolezza” che le rende a loro modo poetiche e affascinanti, quasi solitari Don Chischiotte della modernità. Così si è presentato ai miei occhi Don Filippo, giovane e inquieto parroco di lontani e sperduti borghi dell'appennino abruzzese. Nella solitudine del paesaggio montano la condivisione della sua esperienza è stata per me l'occasione per tornare a riflettere non solo sulle grandi questioni della fede ma anche per indagare la condizione dell'uomo che con tutte le proprie contraddizioni e inquietudini si pone di fronte al mistero del divino e piega ad esso il corso della sua esistenza. Sullo sfondo, la montagna, il Gran Sasso d'Italia, immagine possente e indecifrabile di tale mistero, monumento senza tempo della sua compresenza, luogo dell'anima dove l'uomo si riscopre fragile fibra dell'universo. Alla fine il mio rapporto con Dio è rimasto intermittente ed indecifrabile ma ogni tanto, in quelle antiche chiese quasi deserte, nel canto emozionante delle vecchiette ho sentito scuotermi un brivido dentro e a vacillare, quelle volte, è stata con sorpresa la mia fredda e prepotente razionalità.

DIARY OF A MOUNTAIN PRIEST Director's statement When I was a child, I often served on the altar. I looked with curiosity at the chalice that rose towards the sky during the consecration and I was surprised that the wine my father drunk every evening and that he gave to the parish priest on Sunday morning, could with a magic formula become blood, like this, in the twinkling of an eye. I sometimes had doubts, but then, feeling very guilty for that, I repented immediately, so that the priest, in spite of his old age and his infirmities, kept having something mysterious and powerful that made him different and better than the others. Year after year, my small doubt was no longer followed by a repentance and for a long time, for a matter of pride, I kept away from churches. Nevertheless I kept inside me, in spite of my irreverent scepticism, a kind of benevolence towards men and women who consecrated and still consecrate their lives to God, no matter what confession they belong to. People who have faith are gifted with something elusive, shifty, a kind of spiritual obstinacy, a sort of placid “unreasonableness” that make them, somehow, poetic and fascinating, similar to lonely Don Quixote of modernity. This is the way my eyes looked at Father Filippo, a young and restless parish priest of some remote and outlying villages of Abruzzi Apennines. In the loneliness of the mountain landscape, sharing his experience was for me an opportunity not only to think one more time about the great issues pertaining to faith, but also to investigate the condition of men who put themselves in front of the Divine Mystery with their own contradictions and anxieties and then mould their existence according to these beliefs. In the background, the mountain, the “Gran Sasso d’italia” which represents the powerful and undecipherable image of that Mystery, timeless monument of His co-presence, place of the soul where men rediscover themselves as fragile fibres of the universe. At the end my relationship with God continued to be intermittent and indecipherable but sometimes, in those ancient and nearly deserted churches, in the moving chant of the old women, I felt a thrill shaking me inside and those times, surprisingly, I saw my cold and arrogant rationality staggering.

JOURNAL D'UN CURÉ DE MONTAGNE Notes du réalisateur Quand j'étais petit, j'ai été souvent enfant de choeur. Je regardais curieux le calice qui se levait au ciel pendant la consécration et je m'émerveillais que ce vin, que mon père buvait tous les soirs, et que donnait au curé le dimanche matin, pouvait, grâce à une formule magique, se transformer en sang, comme ça, en un clin d'oeil. Parfois je m'en doûtais, mais puis, torturé de remords, je m'en repentais tout de suite. Le curé continuait ainsi, même si vieux et malade, à avoir un je ne sais quoi de mystérieux et puissant qui le rendait différent et supérieur par rapport aux autres hommes. Avec les années, mon petit doute n'a plus été suivi de mon repentir et je suis resté longtemps et avec orgueil loin des églises. Toutefois il y a toujours en moi, même si dans mon scepticisme irrespectueux, une certaine bienveillance pour les hommes et les femmes qui ont consacré et consacrent leurs vies à Dieu, dans n'importe quelles confessions qu' ils professent. Ces gens ont un je ne sais quoi d'insaisissable, fuyant, une certaine obstination de l'esprit, une certaine calme déraison qui les rendent, à leur façon, poétiques et charmants, presque solitaire Don Quichotte de la modernité. Père Filippo s'est présenté à mes yeux de cette façon, jeune et inquiet curé de lointains bourgs perdus dans les montagnes des Abruzzes. Dans la solitude du paysage de montagne, partager son expérience a été pour moi l'occasion de recommencer à réfléchir pas seulement sur les grandes questions de la foi, mais aussi pour explorer la condition de l'homme qui, avec toutes ses contradictions et inquiétudes, se met face au mystère divin et plie à celui-ci le cours de son existence. Sur le fond, la montagne, le Gran Sasso d'Italia, image puissante et indéchiffrable de ce mystère, monument sans temps de sa présence, lieu de l'âme où l'homme se redécouvre une frêle fibre de l'univers. A la fin, mon rapport avec Dieu est resté intermittent et indéchiffrable mais parfois, dans ces anciennes églises presque désertes, dans le chant émouvant des femmes âgées, j'ai été secoué par un frisson et je me suis senti chanceler. Ces fois, ma froide et despotique rationalité a chancelé aussi.

DIARIO DI UN CURATO DI MONTAGNA/ DIARY OF A MOUNTAIN PRIEST /JOURNAL D'UN CURÉ DE MONTAGNE

Stefano Saverioni n o t e

b i o g r a f i c h e

Stefano Saverioni, classe 1977, regista documentarista, direttore della fotografia, operatore, editor. Dopo aver frequentato nel 2000 il bimestre propedeutico, indirizzo montaggio, alla Scuola Nazionale di Cinema di Roma, lavora per il centro di produzione video Mediatime di Teramo e per la L&R comunicazione di Roma collaborando con le maggiori emittenti televisive abruzzesi e nazionali. Nel 2005 si laurea in Scienze ambientali all'Università dell'Aquila con un tesi sull'uso dei media digitali nell'analisi del paesaggio. E' membro direttivo del Cineforum Teramo, associazione che svolge da quindici attività costante di diffusione della cultura cinematografica ed audiovisiva a tutti i livelli. Vive e lavora tra Teramo e Roma.

b i o g r a p h i c a l

n o t e s

Stefano Saverioni was born in Teramo in 1977. He graduates in Environmental Science at “L’Aquila University” with a dissertation about the use of multimedia in the landscape analysis. Since 2000 he has

cooperated

as

documentarist

director,

photography director and operator with the most important Television channels in Abruzzo and in Italy. In 2004, with his documentary “Castelbasso, culture and innovation”, he won a special award at the Cadore doc film festival. He is the photography author in Emiliano Dante’s feature film “Omission”.

DIARIO DI UN CURATO DI MONTAGNA/ DIARY OF A MOUNTAIN PRIEST /JOURNAL D'UN CURÉ DE MONTAGNE

n o t e s

Stefano

Saverioni

documentariste,



directeur

en de

b i o g r a p h i q u e s

1977, la

réalisateur

photographie,

opérateur. Après avoir fréquenté en 2000 le bimestre propédeutique, section montage à l'Ecole Nationale de Cinéma de Rome (Scuola Nazionale di Cinema di Roma), travaille pour le centre de production vidéo Mediatime de Teramo et pour L&R comunicazione de Rome; il collabore aussi avec les plus importantes télévisions régionales et nationales. En 2005 il passe sa maîtrise en Sciences de l'environnement à l'Université de l'Aquila avec une thèse sur l'usage des médias numériques dans l'analyse du paysage. Il est membre directif de Bambun, association pour la recherche demoetnoanthropologique et visuelle dans le territoires des Abruzzes. Il habite et travaille entre Teramo et Rome.

DIARIO DI UN CURATO DI MONTAGNA/ DIARY OF A MOUNTAIN PRIEST /JOURNAL D'UN CURÉ DE MONTAGNE

f i l m o g r a f i a /

f i l m o g r a p h y /

f i l m o g r a p h i e

Agli uomini, alle bestie e ai Santi , film documentario , video, 82' (in post-production).

Omission un film di Emiliano Dante, lungometraggio, video, 93' (2009), come direttore della fotografia.

Vado a vivere in campagna, format televisivo di L. Aprati, in onda prossimamente su RaiSat, sette puntate di 30' ciascuna come direttore della fotografia.

Diario di un curato di montagna, film documentario,video, 60' (2008)

Saggio paesaggio, film mediometraggio, video, 26' (2008)

La madonna della frutta, di P. Randi, con I. Ragonese, cortometraggio, 16mm, 18' (2008) come direttore di produzione

Una storia italiana, Tonino Lamborghini documentario di L. Aprati, video, 32' (2007) come regista e direttore della fotografia.

Didabox, mini-documentario, video, 11'(2007).

My grandmother's prayer, video-installazione, 2'30'', (2007).

DIARIO DI UN CURATO DI MONTAGNA/ DIARY OF A MOUNTAIN PRIEST /JOURNAL D'UN CURÉ DE MONTAGNE

f i l m o g r a f i a /

f i l m o g r a p h y /

f i l m o g r a p h i e

Corpo tessile, video-installazione, 22'18'', (2007).

Le voci della passione, mini-documentario, video, 13' (2007).

Aprite e' Sant'Antonio, mini-documentario, video, 15' (2007).

La memoria ritrovata documentario di L. Aprati, video, 25' (2006) come regista e direttore della fotografia. Selezione  ufficiale  Brixen Art film festival e Gran Priemio Emilio Lopez documentario dʹAbruzzo.

Castelbasso, cultura e innovazione, documentario di L. Aprati, video, 18' (2004) come regista e direttore della fotografia.

Premio speciale al Pieve di Cadore film festival 2004 Outside the heartbeat, video-installazione, 2', (2004).

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ufficio stampa / press office /service de presse Laura Aprati Comunicazione  

via di Monserrato 43, 00186 Roma 

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