La produzione teatrale: la Fabula di Orfeo Nel 1480 Poliziano compose la Fabula di Orfeo, ovvero la prima rappresentazione scenica in Italia di teatro profano. Benché le vicende siano tragiche, vengono risolte con eleganza; la drammaticità è assente, ma nei momenti dolorosi vi è un pizzico di tristezza.
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La tecnica teatrale è rimasta invariata (sacra rappresentazione), dialoghi e monologhi seguono l’esempio dell’egloga pastorale.
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La struttura metrica è varia, data la mescolanza di generi diversi, dalle ballate alle terzine, a rime incatenate, sino agli strambotti. Orfeo con il suo canto rende mansuete le fiere e civilizza gli uomini. La vicenda tratta della ninfa Euridice, la quale per sfuggire all’amore di un pastore, fugge e viene uccisa dal morso di in serpente. L’innamorato Orfeo con il suo canto riesce a commuovere Proserpina (regina degli Inferi), e ottiene da Plutone il permesso di riportare l’amata tra i vivi. Tutto questo gli sarebbe stato concesso a condizione che egli, mentre tornava indietro, non si voltasse a vedere Euridice. Ma Orfeo non si attenne a questo patto, così l’amata tornò nel mondo dei morti, lui maledì l’amore, e venne punito dalle Baccanti, le quali lo fecero a pezzi cantando un inno al loro dio. Il rapporto con la materia cavalleresca, il problema del riso, l’invenzione linguistica... Nel Morgante vi è una riduzione borghese dell’epica carolingia, ma si può percepire una simpatie ironia nei confronti del mondo cavalleresco e dei suoi personaggi si alternano: da qui deriva il problema di definire il riso di Pulci. La sua comicità nasce come gusto per la trasgressione e per l’eccesso: infatti la prima trasgressione sta proprio nella mescolanza di generi diversi, e di situazioni quotidiane o triviali, presente soprattutto nel piano linguistico. Non si riesce però a definire la collocazione storica di Pulci. Nella sua formazioni sono presenti elementi medievali, borghesi, comunali e antiumanisti, ma anche aspetti artistici moderni e rinascimentali. Tuttavia il suo temperamento irregolare, di amante dell’avventura, di laico, scettico di questioni teologiche, lo accomunano a uomini come Colombo e Leonardo. Vita e opere di Boiardo Matteo Maria Boiardo nacque a Scandiano (1441-1494), ed ebbe una formazione di alto livello culturale, data anche l’appartenenza all’ambiente elevato, socialmente e culturalmente parlando, frequentato dai familiari. Crescendo cominciò a scrivere in latino, lasciando da una parte il volgare. Nel 1469 conobbe Atonia Caprara, in onore della quale scrisse un canzoniere in volgare. Nel 1476 cominciò a scrivere il poema cavalleresco l’Orlando innamorato. Dal 1487 fini alla sua morte, fu governatore di Reggio Emilia. L’ambiente ferrarese, il sincretismo, e la produzione lirica di Boiardo: gli Amorum libri L’ambiente ferrarese è caratterizzato dal sincretismo culturale e letterario. L’amore per la letteratura francese che oltre che al settore epico e romanesco, si estendeva al poema allegorico, il gusto classicistico e la letteratura degli autori greci e latini diffuso dal magistero Guarino Guarini e l’influenza del neoplatonismo e dell’epicureismo, costituiscono i temi culturali che attraversano l’ambiente culturale ferrarese. Il titolo del canzoniere è ovidiano, ma la sua struttura è tardogotica e petrarchesca, per un totale di 3 libri, ognuno dei quali è costituito da 50 sonetti e 10 componimenti di altra natura:
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il 1° canta l’entusiasmo suscitato dall’amore per Atonia Caprara; il 2° parla del tradimento di lei, e del dolore;
il 3° predominano nostalgie e ricordi. Il tema centrale è ancora una volta l’amore, sentito come forza gioiosa e vitale: questi due aspetti lo allontanano da Petrarca. Assente è il tema cavalleresco della gentilezza e della cortesia, dell’esaltazione di un ambiente raffinato ed elegante. Per quanto riguardala lingua è una forma composta, ibrida, e prevale il toscano. L’Orlando innamorato Il poema narrativo dell’Orlando innamorato è dedicato al duca del palazzo d’Ercole. Qui Boiardo si rifà alla materia dei cantari, unificando il ciclo bretone con quello carolingia. Tra le fonti ricordiamo letterarie ricordiamo Virgilio, Ovidio, e il libro di Turbino; chiara è l’influenza della letteratura epica dei romanzi francesi e dei cantari. La sua poetica ruota attorno a 5 motivi: • materia cavalleresca bretone e carolingia; • tema dominante dell’amore; • nostalgia di alcuni valori del mondo cavalleresco medievale (gentilezza, cortesia); • volontà di dilettare il pubblico cortigiano;
• encomiastico, che segna il passaggio al poema cavalleresco d’impronta umanistico-cortigiana. La trama è molto meno casuale che in Pulci; è presente il tema della fortuna, e nell’intreccio delle avventure degna di nota è la regia attente da parte dell’autore. L’opera è composta da 3 libri, per un totale di 69 canti: •
1° libro: Parte con l’apparizione di Angelica nella corte di Carlo Magno, e si promette sposa a chi sconfiggerà in un duello il fratello. Ferraguto riesce in questo, Angelica fugge e viene inseguita oltre che dal cavaliere, da 2 cugini: Rinaldo e Orlando. Il primo beve dalla fontana del disamore, lei da quella dell’amore (l’amore è la molla dell’azione). Così ora Rinaldo è inseguito da Angelica, la quale è a sua volta inseguita da Orlando. Ad un certo punto essa si trova assediata da un grande esercito ad Albraca, e il re dell’esercito è innamorato di lei; ma viene in suo aiuto Orlando, uccidendolo. I 2 cugini si trovano si trovano così in un duello, in cui interviene Angelica.
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2° libro: Torniamo a Parigi, assediata da un esercito musulmano. I parigini per vincere hanno bisogno di Ruggiero, che essendo tenuto prigioniero da un mago, riuscirà a fuggire con l’aiuto del ladro Brunello. I ruoli tra Angelica e Rinaldo si invertono, e i due cugini si trovano di fronte ad un
nuovo duello interrotto da Carlo Magno, che vuole che i 2 si alleino con lui per combattere i saraceni.
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3° libro: una fanciulla guerriera si reca a Parigi, e viene assalita da Rodomonte. A salvarla interviene Ruggiero, e tra i 2 nasce un idillio, che si ricollega al tema encomiastico. Nella trama sono inserite novelle, vicende fantastiche (orride e meravigliose), storie comiche, affinché non rischi di cadere nella monotonia. Boiardo crea nuovi personaggi come Angelica, che rappresenta una femminilità e una bellezza del tutto fisiche e corporee, e rimane lontana dalle figure angelicate. La sua fuga è simbolo dell’inesauribile desiderio amoroso.