A proposito del licenziamento del poliziotto gay necessita fare un'interrogazione al Parlamento Europeo! Il seguente documento e' stato utile per l'interrogazione in aula al Ministro dell'Interno, eseguito il 28 settembre 2001 dall'Onorevole Franco Grillini (DS e Presidente Onorario dell'Arcigay Nazionale) ed altri 25 deputati, tra i quali: Carla Rocchi (Margherita), Ugo Intini (SDI), Maura Cossutta (PDCI), Paolo Cento (VERDI), Titti De Simone e Nicky Vendola (RC), Giacomo Mancini, Anna Finocchiaro e Pietro Folena (DS), ed altri. POLIZIA PANSESSUALE di Peter Boom In molti paesi gia' esistono tutori dell'ordine gay. Su Internet bastava (fino a marzo 2000) cliccare sul sito della famosa New Scotland Yard (www.met.police.uk) per vedere alla lettera "G" (Gay, Lesbian, Bisexual, and Transgender Advisory Team) il progetto (febbraio 2000) per un servizio permanente di polizia antiomofobica, che si occupera' di assistenza e consulenza per risolvere delitti specifici, come omicidio, aggressioni gravi, vittimizzazione reiterata e dei problemi che possono sorgere per i gruppi gay organizzati e che infine si adoperera' per migliorare i rapporti tra le comunita' GLBT e le Forze Dell'Ordine. Verra' studiato l'impatto sulla realta' GLBT dei problemi statutari ed esterni; verranno promossi studi per revisionare e migliorare i metodi di investigazione in relazione con i delitti cosiddetti "di odio omofobico". Saranno studiate le diverse esperienze di ogni categoria GLBT: gay e lesbiche nascosti e aperti, sposati, militanti, bisessuali, pansessuali, transessuali, transgender, travestiti, prostituti, etc. La poliziotta o il poliziotto gay dovra' diventare operativo, agendo apertamente e con "orgoglio" senza mai nascondere le proprie tendenze; fara' parte della sua attivita' il contatto con ed il supporto alle vittime, alla famiglia ed ai testimoni, si occupera' di violenza domestica, degli ambienti interni ed esterni dove avvengono gli incontri sessuali e di licenziamenti a causa dell'orientamento sessuale. I membri del "Gruppo di Consulenza GLBT" terranno contatti regolari, appropriati e documentabili, con i relativi gruppi di appartenenza, promuoveranno riunioni di gruppo, contribuiranno con rapporti scritti e faranno opera di ricerca se e quando necessario. Devono essere tutte persone che si riconoscono come pansessuali, lesbiche, gay, bisessuali o transgender, impegnate nel campo delle diversita', in favore della parita', con una buona conoscenza delle comunita' GLBT, delle problematiche di polizia e con la volonta' di lavorare costruttivamente sia con la polizia sia con il gruppo. Inoltre verra' loro richiesto di frequentare regolarmente le riunioni di gruppo e dei sottogruppi di appartenenza. Dovranno dimostrare il loro impegno per i valori del Gruppo di Consulenza GLBT in piena trasparenza, con senso di responsabilita', diversita' e credibilita'. Titolo preferenziale sara' la militanza nelle comunita' GLBT e la ferma volonta' di impegnarsi nella difesa delle questioni GLBT. I gruppi di consulenza per problematiche legate al razzismo e all'omofobia avranno un ruolo chiave nella consulenza di polizia nell'ambito del "Progetto Diversita'". Dopo gli attentati con le bombe ai chiodi a Londra, la polizia ha invitato i gruppi piu' vulnerabili a conferenze informative (briefing) e ad una conferenza speciale il 12 maggio 1999, denominata "La MPS (Metropolitan Police Service) e Partner contro i crimini dell'odio". Questa conferenza e' stata un'esperienza di grande valore per la polizia ed il risultato piu' importante e tangibile era senz'altro il nascere di una collaborazione strategica e l'apertura di un fruttuoso dialogo tra polizia e comunità GLBT. Il Gruppo di Consulenza GLBT e' nato sul modello della "Task Force contro i crimini violenti ed il razzismo" e della "Direzione per la sicurezza delle comunita' etniche e di minoranza". L'associazione al Gruppo di Consulenza delle Organizzazioni GLBT in Gran Bretagna e' sulla base del volontariato, ma le spese vengono rimborsate e inoltre vengono considerati rimborsi per il tempo impegnato, per traduzioni, stesura di rapporti, etc. Il progetto e' stato studiato da New Scotland Yard in collaborazione con universita' ed organizzazioni GLBT. Poter disporre in un corpo di polizia di personale che si identifica nella causa gay e' di grandissima importanza sia per il lavoro informativo sia per l'attivita' investigativa; quanti delitti contro i gay risultano tuttora irrisolti, come omicidi, violenze, rapine, ricatti, furti, molti dei quali non vengono neanche denunciati? Inoltre un poliziotto apertamente pansessuale non e' ricattabile e per questa ragione molto piu' affidabile di chi nascostamente consuma i propri rapporti sessuali. I gay sapranno che anche all'interno della polizia lavora gente come loro e questa consapevolezza aumentera' enormemente la loro fiducia nelle Forze dell'Ordine, che cosi' vedranno aumentato il proprio prestigio attraverso un'accresciuta imparzialita'. In Olanda esistono gia' da anni poliziotte e poliziotti apertamente lesbiche e gay. Un progetto ideato nel 1995 "Polizia e Diversita'" propone un corpo di polizia "ricco di colori". Nel giugno 1998 usci' un opuscolo del Ministero dell'Interno olandese, intitolato "Rosa in blu, Polizia e Omosessualita'", allo scopo di promuovere il miglioramento del clima di lavoro e l'accessibilita' alle persone omosessuali nelle Forze dell'Ordine olandesi. Il Ministero, i corpi di polizia, i sindacati di polizia e naturalmente i gay e le lesbiche vengono invitati ad impegnarsi per levare ogni possibile impedimento per raggiungere una condizione senza alcuna emarginazione.
La polizia olandese ha programmato di rappresentare nelle proprie file percentualmente tutti gli strati della popolazione. Rappresentare le piu' diverse opinioni ed i diversi stili di vita viene considerato come importante condizione per la legittimita' e l'effettivita' della polizia. La politica multiculturale adottata pone tutti i componenti delle Forze dell'Ordine su un piano di parita'. Se non esistesse più ne' razzismo ne' emarginazione non ci sarebbe piu' bisogno di prendere misure antirazziste e antiemarginazione. In una societa' aperta e pienamente tollerante non sarebbe piu' necessario fare le "quote percentuali" dei gruppi minoritari. Le misure e la politica antiemarginazione devono essere intese come fase di passaggio verso una societa' piu' giusta. Da una ricerca si e' costatato che organizzazioni composte da persone di diversa estrazione, cultura, razza, sesso, orientamento sessuale, etc. si adattano meglio e piu' velocemente ai cambiamenti nella societa'. La polizia dev'essere preparata a lavorare in una societa' sempre piu' in evoluzione. All'inizio, naturalmente, si possono trovare resistenze all'integrazione anche all'interno dei reparti di polizia. Gli elementi stranieri e omosessuali vengono per questo motivo accompagnati dai cosiddetti "tutori", i quali si adoperano per eliminare ogni razzismo o emarginazione. E' importante la rappresentanza di ampie quote di persone di colore e gay anche nei quadri dirigenziali della polizia. Una polizia viene legittimata e riconosciuta dal pubblico se riesce ad essere lo specchio pulito della società nella quale deve operare. Il reclutamento di personale multiculturale non viene considerato un' opzione, bensi' una necessita' motivata da bencompresi, chiari interessi. Questo non vale solo per la polizia ma per tutte le autorita' ed anche per le aziende. Un'organizzazione che mira alla qualita' non puo' permettersi di ignorare parti importanti della societa': le donne, gli extracomunitari ed i pansessuali. Categorie che apporteranno un ulteriore arricchimento di esperienza, informazione e conoscenza ai reparti di polizia. Non dovranno ripetersi gli sbagli del passato: "il misurare con due pesi e due misure". Per la pubblicazione e l'informazione sulla politica multiculturale vengono impiegati depliants, messaggi email, numeri verdi, materiali audiovisivi, giornali, radio e televisioni nazionali e regionali, pubblicazioni dei diversi gruppi. La pubblicita' che rende maggiormente e' il comportamento della polizia con il pubblico. La divulgazione "bocca a bocca" che riporta le esperienze positive con la polizia e' la piu' efficace. E' importante poter cambiare la visione negativa, che spesso gli omosessuali e gli extracomunitari hanno delle Forze dell'Ordine, in passato viste come un apparato repressivo. In una visione positiva invece, che considera il poliziotto un vero difensore della legge, dell'equita', ci si rende conto del compito sociale del proprio lavoro, la promozione di una convivenza civile senza razzismo e senza emarginazione. L'esperienza fatta in Olanda insegna che e' meglio reclutare due o tre gay insieme e non uno alla volta. Viene anche consigliato di organizzare attivita' culturali e di informazione all'interno dei reparti, attivita' volte a perseguire l'accettazione del diverso. Anche in Italia la societa' sta integrandosi da prettamente bianco-italica a una civilta' multiculturale, multicolore, multireligiosa e pansessuale, creando conseguentemente la necessita' per la polizia di mantenere relazioni e legami con tutti gli strati della popolazione. Per ottenere risultati soddisfacenti e duraturi si consiglia l'istituzione di corsi di comunicazione interculturale che serviranno a promuovere l'integrazione delle persone diverse con le quali si dovra' collaborare e per insegnare a non emarginare, "non offendere" anche senza volerlo. Razzismo ed emarginazione dovranno essere tassativamente vietati e bisognera' istituire un codice antidiscriminazione, spiegando bene agli addetti cosa significhi discriminazione e come viene esternata. E' necessario altresi' comprendere che la societa' e' cambiata. In passati periodi oscurantisti non era considerato reato uccidere ebrei, omosessuali, zingari, sia bambini che anziani e operare su di loro atroci esperimenti medico-chirurgici; anzi spesso era lo Stato a promuovere questa delinquenza di massa. Questi erano reati di odio, influenzati, incoraggiati e resi possibili dagli schemi predominanti in quel momento nella società. Di solito questo tipo di reato viene rivolto verso minoranze ed e' basato su pregiudizi, pronunciati da politici, religiosi fanatici, etc., che fanno sentire legalizzati gli esecutori di questi orrendi crimini. La societa' di oggi non ammette piu' simili razzismi ed emarginazioni, anzi mira ad una giusta integrazione. Un altro esempio e' quello di uxoricidio per motivi di infedelta' coniugale che veniva punito con pene leggere. Il marito si sentivo quasi legalizzato ad uccidere la moglie infedele, anzi si sentivo costretto a farlo per levare l'onta, in nome di una moralita', oggi considerata fuorviante e che poneva la donna in una posizione di inferiorita'. Una cultura maschilista inevitabilmente farebbe fallire qualsiasi progetto innovativo d'integrazione. I dirigenti per primi dovranno dare un indirizzo responsabile all'organizzazione poliziesca in evoluzione attraverso il loro atteggiamento verso gli altri e con un comportamento equilibrato dal quale deve trasparire una mentalita' rispettosa per tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dal sesso, dall' orientamento sessuale e dalle catteristiche interiori o esteriori della persona.
In polizia le persone devono venir giudicate esclusivamente per la loro professionalita'. Non e' consigliabile impiegare, per esempio, i poliziotti cinesi per risolvere esclusivamente i problemi legati alle comunita' cinesi, o i senegalesi, gli albanesi, etc. per interessarsi delle faccende delle loro etnie. Cosa che vale anche per i poliziotti e le poliziotte gay, che vengono considerati poliziotti alla stregua di tutti gli altri e professionalmente adatti a tutte le mansioni di polizia. La politica della diversita' deve migliorare la qualita' della polizia, sia internamente che all'esterno, abbattendo ogni scala di valori. Il personale dei ministeri dell'Interno, della Difesa e della Finanza deve sentirsi a proprio agio e lavorare in un ambiente favorevole per il raggiungimento della massima qualita'. E' importante comprendere che soltanto una polizia attenta alle diversita' potra' sviluppare la necessaria sensibilita' per ottenere vero rispetto. Le Forze dell'Ordine hanno anche la funzione di "dare il buon esempio" e devono per questa ragione, ancorpiu' di altre organizzazioni, dedicare sempre maggior attenzione al rispetto per tutti ed anche cio' vuol dire professionalita'. In Italia questa e' una rivoluzione culturale, quasi tutta ancora da considerare. Due anni e mezzo fa (agosto 1998), il Questore di Viterbo, dottor Vincenzo Boncoraglio, institui' il primo numero telefonico di una Questura al servizio degli omosessuali. Iniziativa che venne ripresa poi a Roma ed in altre città. Non fu un grande successo, a causa dei gay stessi, troppo paurosi, che preferivano farsi insultare, derubare, picchiare ed anche ammazzare, piuttosto che chiamare in aiuto le Forze dell'Ordine. Ma segno' l'inizio di una importante apertura della polizia verso le problematiche gay. Per risolvere alcuni casi di omicidio fu chiesta la collaborazione di alcune organizzazioni gay. In Olanda questa rivoluzione culturale e' gia' avviata da tempo e dopo che nel 1996 i ministeri interessati ebbero dato il via al progetto "Polizia e Diversita' 1996 - 2000", gia' si vedono positivi e incoraggianti risultati. Il progetto, basato su approfonditi studi di diverse universita', di consulenti delle Forze dell'Ordine, gay e lesbiche, medici, psicologi (aziendali ed altri), sessuologi, sociologi, criminologi, etc., promuove l'informazione allo scopo di rimuovere pregiudizi e stereotipi nei riguardi dell'omosessualita'. La polizia impara cosi' ad avere un atteggiamento positivo verso il mondo dei diversi ed acquista una sufficiente conoscenza e preparazione nei riguardi dell'omosessualita', un ambiente nascosto, omertoso, di difficile interpretazione, che ora si sta aprendo ineluttabilmente con risultati di vasta portata sociale. L'emarginazione facilita il nascondersi, che a sua volta agevola il sorgere di criminalita' e malattie. Psicologicamente il vivere con una maschera, nascondendo le proprie tendenze, provoca nevrosi e danni psicosomatici con una sofferenza ed un costo enorme per le persone coinvolte ed un alto costo anche per lo Stato e le istituzioni. Per l'Italia consiglio di istituire una commissione di studio presso il Ministero dell'Interno. Un grande vantaggio e' che suddetta commissione potrebbe usufruire delle precedenti esperienze accumulate dalle polizie degli altri paesi, come quelle di New Scotland Yard e della polizia olandese, che saranno senz'altro disponibili a fornire il loro "know how" in materia. Raggiungere uno standard ideale e diventare lo specchio della societa', non sara' facile e ci vorranno anni. Se su una popolazione il 4%, tra uomini e donne viene stimata gay, allora tra il personale delle Forze dell'Ordine dovrebbero esserci gay nella stessa percentuale. Altrettanto vale per le donne e per le culture diverse presenti sul territorio. In Olanda gia' da quest'anno la polizia potrebbe raggiungere queste quote percentuali. Tutto cio' aumentera' il prestigio, la rappresentabilita', l'efficienza e quindi la qualita' della polizia. Prima di concludere desidero espressamente ringraziare, in ordine di apparizione come si usa in teatro, New Scotland Yard ed il Ministero dell'Interno olandese (Ministerie van Binnenlandse Zaken en Koninkrijksrelaties) per tutte le informazioni fornite, sperando che nel prossimo futuro si possa usufruire ancora di tale preziosa esperienza che va contro ogni emarginazione e razzismo. Peter Boom Ringrazio Paolo d'Arpini del Circolo Vegetariano di Calcata per la consulenza linguistica e per la condivisione del tema.