Papé Bagòng
Sceneggiatura cinematografica di Tommaso Palermo
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SCENA 1. SPIAGGIA. EXT. MATTINO.
Un bimbo, assorto, siede vicino al mare, su una piccola spiaggia di ciottoli. Il sole è basso verso oriente, sull'orizzonte del mare. SONORO: spezzarsi di onde, grido di gabbiani.
NARRATORE (voce off) Ora il passato è il territorio di "quello che non c'è più", ma quando ero bambino esso non era altro che "il tempo delle storie". E le storie erano di tutti, fuorché mie. Oggi, però, anche la mia storia fa parte di quel passato.
Ora il bimbo tira pietre che rimbalzano sull’acqua. Sono dei tiri magistrali. 3, 4, 5.... 8, 9,10 rimbalzi.
VOCE DI DONNA (in lontananza) Dado! ...Dado!.... Dove ti sei cacciato?!
Il bimbo si ferma un attimo ad ascoltare; fa per andarsene, ma poi raccoglie un’ultima pietra per un tiro ancora più spettacolare. La pietra, piatta, vola letteralmente sull’acqua; un ultimo rimbalzo e poi va giù, verso il fondo sabbioso. La sabbia si chiude su di essa, nascondendola. Dado si volta. La mdp lo inquadra di fronte: ha otto/nove anni, è basso, mingherlino e con una gran testa capelluta. Si affretta verso il richiamo, che nel frattempo si è fatto più insistente. CONTROCAMPO: un gruppo di case dopo la scogliera, il bimbo che corre di spalle. Il controcampo si allarga verso il mare e l'orizzonte, in una visione illuminata dal sole che dovrebbe apparire stupenda. Panoramica verticale verso l'alto: il cielo s'ingrigisce e la visuale
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ridiscende su un paesaggio che dovrebbe essere lo stesso di poco fa, ma con una manata di grigio e di sporco passatagli sopra; il contrasto fra ricordo e presente. Dettagli di paesaggio industriale in prossimità del mare: uomini che lavorano, fumo di qualche ciminiera, macchine che fuggono. Sull'inquadratura di un'onda "sporca" che si spezza sugli scogli, riprende la voce off.
NARRATORE (V.O.) Se voglio ricordare dove questa storia ha avuto inizio, devo tornare ancora più indietro, ai giorni in cui stavo per nascere. Erano gli anni della guerra.
SCENA 2 - EXT./INT. POMERIGGIO. FERROVIA
Imbocco di una galleria. Una locomotiva entra sbuffando, rallenta e si ferma fino a fare entrare due o tre vagoni, da cui scende un gruppo di frenetici passeggeri. Confusione e paura. Alcuni rumori sordi lontani. Un’esplosione più vicina terrorizza le persone che si buttano a terra o cercano scampo dentro la galleria. Il treno è bombardato.
SCENA 3 - INTERNO GALLERIA
Un gruppo di persone accampate sui binari, allo scuro (il treno non si vede più: potrebbe essere lontano, o questa potrebbe essere un'altra galleria). La mdp le percorre fino a trovare una donna incinta con il figlioletto. La donna è agitata, un po' prega, un po’ stringe il bimbo. Quest’ultimo ha quasi la stessa età di quello della prima scena, vi somiglia, però i capelli sono chiari ed è più alto. P.P. sui suoi occhi bruni. Sembra spaventato.
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NARRATORE (V.O.) Questa è la mia mamma... Dentro la pancia ci sono io. E questo è mio fratello. Potreste credere che abbia paura... Invece no. Mio fratello è coraggiosissimo non ha paura di niente. È molto triste.
Rumore (e tremore) di esplosioni. Dalla luce lontana della galleria sembra espandersi una nebbia... la mdp esamina ora la madre fino a fermarsi sul suo pancione.
NARRATORE (V.O.) A me piaceva il rumore delle esplosioni
La pancia della mamma va su e giù, come a cullare il bimbo lì dentro
SCENA 4 - RICORDI
4a. Bomba che cade Bombardieri in cielo. Le bombe cadono a grappoli. Da uno di questi, che sembra più grande degli altri (potrebbe essere una sagoma, un falso) si apre il portellone e ne viene giù una “superbomba”. La mdp segue la caduta della bomba dall’alto: l'ordigno rotea e fischia e sembra puntare verso una gran casa al di sotto di essa.
4b. Dissolvenza sul mare Le onde battono su delle attrezzature portuali
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NARRATORE (V.O.) Vicino al nostro paese c'erano "importanti installazioni militari"; queste visite erano quindi frequenti. Da una postazione contraerea sparavano a più non posso, ma con modesti risultati.
4c. Filmati B&N e postazione contraerea Scene di repertorio, in bianco e nero, di un attacco aereo della 2. guerra. Esplosioni nel cielo. A terra, le sagome scure di alcuni militari che si affannano attorno a un pezzo d’artiglieria contraerea.
4d. Fotografia Una foto a colori, molto sbiadita: un gruppo di artiglieri “allegri” accanto al pezzo di timone di coda d'un aereo. Dopo avere passato in rivista i loro sorrisi sforzati, la mdp si concentra su uno di loro.
NARRATORE (V.O.) Però almeno una volta qualcosa tirarono giù. Una vecchia fotografia che sta perdendo il colore, sembrerebbe confermarlo. Ma non è questo povero relitto a rendermela così importante. Guardate questo giovane artigliere, che sorride più degli altri. Quest’immagine, a lungo, è stata per me la sola testimonianza dell’esistenza di mio padre.
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DISSOLVENZA: dalla fotografia all’immagine dal vivo di un giovane sergente.
4e. Postazione contraerea. EXT. sera Sullo sfondo “artificiale di un cielo sempre più rosso, in mezzo al fumo, un animato gruppo di artiglieri si affanna attorno alla contraerea sparando verso un nemico invisibile. Entra in quadro, di spalle, la pomposa silhouette di un capitano.
CAPITANO Bravi, ragazzi! Continuate così, per la patria! Non abbandonate mai il pezzo, fino alla vostra morte. Ma soprattutto, ricordatevi: fermeremo il nemico sul bagnasciuga!
Il capitano esce. Gli artiglieri si sono fermati un attimo, perplessi.
UN ARTIGLIERE Ma che è ‘sta bagnaciuga?
4f. Postazione contraerea. EXT. mattina Come sopra, ma la scena ora è vista in colori naturali. È una bella mattinata piena di sole. Siamo nel luglio ‘43. La postazione, che ora vediamo trovarsi in posizione panoramica sul mare, è deserta. Il sergente, cioè il padre del narratore, rientra, dal suo turno di riposo. È stupito di non trovare nessuno
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SERGENTE Ohè, ma dove sono tutti... ? Camerati? Capitano? ....Capitano! Ma dove siete finiti tutti quanti?
prende il binocolo e guarda verso il mare: pullula di grosse navi e mezzi da sbarco.
SERGENTE Oddìo... il nemico! Si allontana agitato. Nei pressi d'un bunker s'imbatte in un soldato inebetito
SERGENTE Fantazzini, finalmente! Almeno tu ci sei... Dov’è il capitano? Dove sono andati tutti gli altri?
FANTAZZINI Sono scappati, sono scappati tutti, sergente. Non ha visto? Lo sbarco! C’è il nemico....
SERGENTE E che facciamo noi ora? Gli spariamo?
FANTAZZINI No, signor sergente. Scappiamo! .
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4g. Strade e ambienti vari. EXT. giorno Fantazzini e il sergente in fuga.
NARRATORE (V.O.) E così, seppure a malincuore, anche mio padre si mise sulla strada della fuga. Ma quanto lontano lo condussero i suoi passi?
Il sergente, da solo, di fronte al cancello di una grande casa di campagna, visibilmente sprangata e deserta
NARRATORE (V.O.) Non a casa dei nonni, dove l’avrebbe aspettato mia madre con me nascituro e il fratellino, ma già bombardata e abbandonata. Più lontano ancora. Forse fu fermato dalle truppe alleate...
Suono di cornamuse. Fantazzini scappa, il sergente va a vedere. Viene accolto "fraternamente" e festeggiato da militari scozzesi in gonnellino
NARRATORE (V.O.) ...e internato in un campo di concentramento in un'isola del Pacifico;
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in veste di prigioniero di fronte ad una recinzione
NARRATORE (V.O.) o forse dai tedeschi...
Fantazzini fugge come sopra, lui questa volta incontra un’autocolonna tedesca: ordini secchi e sventagliata di mitra verso il fuggitivo
NARRATORE (V.O.) ...e quindi deportato in un campo di lavori forzati in Polonia;
in divisa come sopra, questa volta a trascinare un’incudine in un lager, insieme con internati ebrei
NARRATORE (V.O.) …oppure dai suoi stessi camerati italiani.
Questa volta, dopo la stessa fuga di Fantazzini, sulla strada si avanza una pattuglia di militari italiani; è guidata dallo stesso capitano di prima, di cui ora si notano le numerose decorazioni e i gradi di generale SERGENTE Capitano.... finalmente, la stavo cercando... oh, mi scusi signor generale
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GENERALE Mi hai deluso. Io credevo di aver lasciato il pezzo in buone mani...
SERGENTE Sono fuggiti tutti... il nemico... è sbarcato in forze soverchianti
GENERALE E tu hai rinnegato la patria, tradendola in faccia al nemico. (Ai soldati) Fucilate questo disertore
Viene afferrato e bendato davanti a un muro mentre di fronte a lui si schiera un affrettato plotone d’esecuzione
SERGENTE No... cosa fate?! Sono rimasto al mio posto finché ho potuto... (piange) Ninetta, dove sei, Ninetta...
GENERALE Per colpa di voi, vermi vigliacchi e pronti al tradimento, il sacro suolo della patria viene ora calpestato dal piede straniero. Non avrò pace finché non sarete puniti tutti. Che questo atto di giustizia vi sia di esempio. Puntate... Fuoco!
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4h. Bomba che cade. Come nella 4a. “Soggettiva della bomba, che rotea, fischia e punta verso una grande casa isolata.
SCENA 5. INTERNO GALLERIA
Da dove si era interrotta la scena 3. La mdp allarga dal pancione della mamma. Ancora rumori sordi di scoppi.
NARRATORE (V.O.) L’unica cosa certa è che mia madre restò ad aspettarlo, chissà quanto a lungo. Non lo so ancora oggi, e non potevo saperlo allora. Ascoltavo le bombe, la paura di mia madre e l’agitato dondolio della sua pancia; ma per me non era altro che un modo, più dolce di altri, di essere ninnato.
SCENA 6. PIAZZA DI PAESE. EXT. SERA
Ancora rumore di esplosioni, un cielo fumoso e pieno di scoppi, che potrebbe essere quello della scena della contraerea; ma in breve le esplosioni si rivelano per quello che realmente sono: festosi giochi d’artificio. Totale su una piazza di paese durante una festa patronale, mentre la folla assiste ai fuochi. La donna della scena precedente, la madre, non ha più il pancione e tiene in mano un bimbo un po’ più piccolo e più bruno del precedente; è insieme con un’altra donna,
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sua sorella, la zia di Dado, con cui chiacchiera; si distrae con altre persone che incontra e il bambino, irrequieto, ne approfitta per lasciarle la mano e allontanarsi. Un ragazzino più grande, il fratello maggiore ora cresciuto, si avvicina e tenta di richiamare l’attenzione della mamma sull’assenza del fratellino. Una cortina di fumo rossastro isola il punto da cui vengono sparati i fuochi, vi s’intravedono le bocche di lancio e le ombre degli uomini che le manovrano. Dado, il bambino che ora è solo, la guarda affascinato e quindi, deciso, vi si immerge. La mamma si rende conto di averlo perso e cerca di farsi largo tra la folla chiamandolo per nome, ma la sua voce è soffocata dal rumore degli scoppi. Un uomo scuro, enorme e sudato, esce dalla cortina di fumo tenendo il bimbo come un fuscello tra le braccia. La madre lo vede e gli corre incontro.
UOMO Ah! L’ha perso lei sto piccolo pazzo! Ci piace giocare col fuoco
Si dirada il fumo nel cielo.
SCENA 7. EXT. CASA DI DADO. MATTINO
Il sole ancora basso ha sciolto le nuvole e illumina casa di Dado e i suoi dintorni, una periferia di paese a metà fra mare e campagna. Un cane, un gatto e una gazza si godono pigramente vicini il primo tiepido della giornata.
NARRATORE (V.O.) Era cominciata la nostra breve stagione felice. La guerra, da pochi anni conclusa, era solo un crudo ricordo per i
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ragazzini più grandi e un mito ricco di storie per quelli della mia età.
Dado esce frettolosamente da casa. La mamma lo chiama dall’interno
MAMMA Benedetto figliolo, dove ti stai cacciando? Devi venire con me questa mattina!
DADO Sì, mamma.... no mamma, non ne ho voglia
MAMMA Come sarebbe non hai voglia? Torna subito qui!
DADO No, mamma, vado da Lucio
MAMMA Non ti allontanare da tuo fratello, almeno...
Dado è già troppo lontano per ascoltare.
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SCENA 8. ESTERNO VILLA DEL DOTTOR BARONI. EXT. GIORNO
Tre ragazzini un po’ più grandi di Dado, 12/14 anni circa: Lucio, il fratello di Dado, Mario e Sergio. MARIO Ciao, Lucio, e Dado dove l’hai lasciato?
LUCIO Per fortuna oggi esce con la mamma; è tutta l’estate che ce l’ho tra i piedi
MARIO Scommetto invece che tra poco sarà qui
LUCIO Noooo...
SERGIO (guardando tra i rami di un albero di fichi) Non ne è rimasto più nessuno. Abbiamo fatto una bella piazza pulita
MARIO Guardate...
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Si apre il cancello della villa del dottor Baroni e ne esce un macchinone grigio, il dottore alla guida e il figlio a fianco, un ragazzo poco più grande dei tre, spilungone e occhialuto, dall’aria molto seriosa.
SERGIO Escono!
MARIO Benissimo! Ora i fichi li andiamo a cogliere nel giardino del dottore.
LUCIO Sì, ma stiamo attenti...
MARIO (corre verso la villa seguito da Sergio) A che cosa?
SERGIO Sei il solito fifone
LUCIO (un po’ indietro) Ho sentito dire che...
Sergio e Mario sono già arrivati all’inferriata che recinge il giardino della villa. Mario rimuove una sbarra già rotta e si sta infilando tra le sbarre per introdursi nel giardino. All’improvviso
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si sente un latrato secco de Mario fa un balzo all’indietro cadendo addosso a Sergio che gli stava alle spalle.
MARIO Oh mamma mia!
Un grosso alano ha infilato la testa tra le sbarre e abbaia furiosamente contro i due ragazzi che si rimettono in piedi e corrono via, spaventati che il cane li possa inseguire. Lucio li va dietro. Giunti a un posto tranquillo si buttano tutti e tre per terra, affannati per la corsa.
LUCIO Ho sentito dire che il dottor Baroni si è comprato un grosso cane da guardia...
MARIO Ma potevi dircelo prima, accidenti a te!
SCENA 9. STRADE. EXT. GIORNO
Dado si affretta trotterellando. Da un vicolo appaiono una ragazzina 12/13 anni, Mara, col fratellino Ciccio, un bambino di cinque/sei anni
MARA Dado! Dado!
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DADO (si ferma) Sì...
MARA (al fratellino) Guarda, Ciccio, c’è Dado, vai a giocare con Dado.
Da una casa un po’ più distante, è uscita una coppia di ragazzine dell’età di Mara. Sono le sorelle Lia e Olivia.
LIA Uh! (fa un cenno di saluto a Mara)
MARA (alle due ragazze) Aspettatemi…
Mara si allontana rapidamente. Ciccio, lasciato solo, dapprima la guarda andar via un po’ perplesso, quindi si avvicina fiducioso a Dado. Quest’ultimo però non sembra per niente soddisfatto.
DADO Oh, no... perché sempre a me?
GRUPPO RAGAZZINE Mara, Lia e Olivia ora camminano assieme.
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MARA Raggiungiamo i ragazzi?
LIA Certo. Non vedi mia sorella, quanto è diventata scema? (indica Olivia, che sta sfogliando una margherita)
OLIVIA (fra sé) M’ama… non m’ama…
MARA Olivia! Sempre innamorata di quel vigliacco di Lucio?
OLIVIA Non è un vigliacco!
MARA Sì che lo e’… si spaventa sempre dei botti!
OLIVIA Lui è rimasto qui quando bombardavano… Oh… mi ama! (strappa l’ultimo petalo)
GRUPPO BAMBINI Ciccio si è incamminato dietro a Dado. I due bimbi si avvicinano ad un muro su cui, fresco di colla, è stato affisso il grande manifesto di un circo.
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DADO Ciccio, guarda qui che bello: c’è il circo!
CICCIO Bello!...
Mentre Ciccio si ferma, incantato, a guardare il manifesto, Dado si allontana di soppiatto. Prende una strada in salita e poi si volta: al di là delle case del paese si vede il mare. Sul mare scivola una barca di pescatori, grande e scura.
SCENA 10. CAMPAGNA. EXT. GIORNO
Un albero di gelsi e un muretto diroccato a metà tra paese e campagna. Un gruppo di giovani amici tra i dodici e i quattordici anni, Mario, Sergio, Lucio, Mara, Piero, Pina e le due sorelle Lia e Olivia, si gode l’ombra mangiucchiando gelsi, scherzando e tirandoseli addosso.
MARIO ...non ne avevo mai visto uno così grosso....
MARA (ridendo) E dove ti ha azzannato? Qui?
PIERO (guarda verso la strada che va al paese) Indovinate chi sta per arrivare...
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Dado, visto in campo lungo ravvicinato dal teleobiettivo, sta risalendo per la strada. Viene seguito da una coppia di cani randagi. Dado si china a cogliere una pietra. I cani scappano.
LUCIO Eccolo...
MARA Ti s’incolla con l’attaccatutto il tuo fratellino
LUCIO Doveva essere insieme alla mamma questa mattina, invece mi ha seguito.
MARA E io che gli avevo lasciato Ciccio da guardare. Chissà dove lo ha piantato.
SERGIO Lo avrà affogato, probabilmente.
LUCIO Sei veramente furba! Dovresti badarci tu a Ciccio!
MARA Ehi! Pensa a tuo fratello, invece.
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SERGIO Giuochiamo a mettergli paura?
LUCIO Stupido! Così la notte non fa dormire neppure me.
Dado raggiunge ora il gruppo.
LIA (a Dado) Sei molto bravo a tirare pietre ai cani
DADO (inorgoglito) Sì...
SERGIO Bella bravura davvero! Quei cani là sono tutti pelle e ossa, non ci vuole niente a farli scappare. Se la dovrebbe vedere col cane del dottor Baroni, piuttosto...
LUCIO Il dottore avrà fifa dei ladri per tenersi un cane così grosso.
DADO Quel cane si mangerebbe un ladro?
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SERGIO Ma che ladri e ladri; un ladro vero la chiude in un sacco e se la porta via quella stupida bestiaccia.
MARIO È così: il cane da guardia, il dottor Baroni non l’ha preso per dare la caccia ai ladri, ma per non fare entrare noi nel suo giardino.
LIA Però Dado, con una sola pietrata, lo farebbe scappare via.
SERGIO Sicuro; solo che la pietra dovrebbe tirarla non al cane, ma al dottor Baroni.
I ragazzi ridono alla battuta. Solo Lucio sembra un po’ seccato.
PIERO Porca miseria! Se non c’era Dado, potevamo andare a giocare nella villa diroccata!
MARA Andiamoci lo stesso... tanto Dado torna a casa; solo o con suo fratello.
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DADO (si arrabbia) Perché? Non posso venire con voi?
SERGIO Certo che no! Non sei grande a sufficienza!
MARA E non sei abbastanza coraggioso!
DADO Sono coraggioso! Sono molto più coraggioso di te!
SERGIO Ce lo puoi dimostrare?
LUCIO Oh, fatela finita!
DADO Certo che lo posso dimostrare!
I ragazzi ridono ancora, mentre Lucio fa un gesto di stizza.
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SCENA 11. VILLA DIROCCATA. EXT. TRAMONTO
La villa diroccata è una grande casa di campagna che sembra tagliata a metà: un lato, integro, si erge a fianco d’un lato crollato; vicino alla parte in macerie c’è un pozzo con cisterna.
NARRATORE (V.O.) La villa diroccata altri non era che la villa abbandonata dei miei nonni. I ragazzi ci andavano spesso a giocare, però solo se erano già “grandi”, nonché “coraggiosi”.
SCENA 12. VILLA DEL DOTTOR BARONI. EXT. TRAMONTO
L’immagine severa della villa antica e abbandonata, sfuma su quella di un lindo villino moderno, circondato da un giardino curato e con qualche albero da frutta. Un grosso alano nero sonnecchia accanto alla sua cuccia. Dado, all’esterno dell’inferriata, raccoglie un grosso sasso, lo soppesa e poi, furtivamente, s’introduce tra le due sbarre leggermente divelte. S’accovaccia dietro un cespuglio e attende. Rumore di un motore. Un “automobilone” si avvicina al cancello e si ferma. Il cane solleva la testa e scodinzola pigramente. Il dottor Baroni scende dall’automobile e comincia ad aprire il cancello.
DADO (fra sé) Ma io non ho capito bene. A chi la devo tirare la pietra? Al cane o al dottor Baroni?
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SCENA 13. CASA DI DADO. INT. SERA
Due donne, la madre e la zia di Dado, all’interno della cucina. La madre cerca, distrattamente, di cucinare qualcosa; sua sorella cerca di farla chiacchierare.
ZIA E stamattina perché eri sola? Dove erano i tuoi figli?
MAMMA I ragazzi dove sono... ah, ma ora vengono per cena...
ZIA No, Nina, non vengono ancora. Sono le otto di sera e non sai neppure dove sono i tuoi figli. E sono ancora due bambini.
MAMMA Sì, ma Lucio è già così maturo...
ZIA Il piccolo è diventato un vero selvaggio. Non puoi farlo crescere in questo modo, abbandonato a se stesso, sempre sulla strada.
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MAMMA Non ce la faccio a stargli dietro, lo sai. Quando tornerà suo padre, ci penserà lui a rimetterlo in riga.
ZIA Nina, Nina, ma cosa dici?
MAMMA È solo un bambino, Dado...
ZIA Nina, suo padre - tuo marito! - lo vuoi capire, non tornerà, non tornerà più!
MAMMA Perché non fai altro che ripetermi questa cosa? Mi vuoi togliere la speranza? Io vivo per quella, e lo so, lo so che tornerà. Tornerà... può bussare a quella porta in qualsiasi momento... Uh!
Quest’ultima esclamazione è dovuta al fatto che in quello stesso momento si è sentito suonare al campanello di casa. La madre scambia uno sguardo con la zia. Suonano ancora, con insistenza; la madre si alza e va alla porta. Apre la porta: è il dottor Baroni, molto arrabbiato. Indica con la mano un vistoso cerotto sulla sua fronte.
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DOTTOR BARONI Signora, guardi che cosa mi ha fatto quella peste del suo figlio piccolo!
MAMMA (come tornando alla realtà) Oh! ...Dado! Dov’è Dado?
SCENA 14. SOTTO IL TENDONE D’UN PICCOLO CIRCO
PP di Dado mentre, sui gradoni del circo, è intento osservare lo spettacolo. Sulla pista una donna in due pezzi fa da bersaglio al lanciatore di coltelli. Di nuovo dal PP di Dado, il campo si allarga a mostrare alle sue spalle gli amici più grandi che si divertono da matti. Lucio, però, socchiude gli occhi ad ogni colpo secco del coltello che si conficca. Il lanciatore di coltelli finisce il suo numero; lui e la sua assistente ringraziano il pubblico ed escono mentre sulla pista irrompe un gruppo di clown, insieme a un domatore grosso e baffuto. Entra un clown nano che fa un giro di pista correndo velocemente per sfuggire ai lazzi degli altri clown. Il domatore lo ferma piantandoglisi davanti
DOMATORE Buonasera, signor Bagonghi. Dove va così di fretta?
Sui gradoni i ragazzi si sono galvanizzati ancora di più per l’ingresso dei clown.
MARIO Guardate quel nano! È preciso al nostro Dado!
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LIA Dado è il nostro bagonghino!
MARA Non prendiamolo in giro, però: oggi è stato davvero coraggioso.
I ragazzi ridono. Intanto sulla pista il clown Bagonghi si rivela un irascibile attaccabrighe che cerca di prendersela con tutti quelli più grandi, i quali a loro volta si divertono a farlo infuriare sempre più.
MARIO Incredibile! Ma è Dado spiccicato!
Dado non sembra seccato del paragone; suo fratello Lucio sbuffa un po’. Olivia cerca di rabbonirlo offrendogli un cartoccio di noccioline. Un gesto affettuoso che però viene rifiutato. Si conclude intanto lo spettacolo dei clown sulla pista. Bagonghi viene trascinato via a forza dagli altri clown mentre si dibatte perché vorrebbe continuare a litigare.
NARRATORE (V.O.) Anche se mi prendevano in giro, ero contento. Sarei stato forse rimproverato per il mio gesto di coraggio, ma quel giorno mi ero conquistato il diritto ad andare anch’io nella villa diroccata, con i “più grandi.
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SCENA 15. CASA DIROCCATA ANCORA “NUOVA”. RICORDI. EXT. GIORNO
Scenette, stile cartoons, di vita familiare - lattaio, sposini, bambini, ecc. - attorno alla nostra villa pulita pulita, che non sembra somigliare molto a quella un po’ tetra che si è già intravista e si vedrà in seguito.
NARRATORE (V.O.) La villa diroccata, certo, non era “diroccata da sempre. La casa dei nonni era integra, abitata e piena di vita fino a dopo lo scoppio della guerra. Ma un giorno dal mare era giunta una nave...
SCENA 16. DISTRUZIONE DELLA CASA
16a. Finto mare Su un mare evidentemente artificiale e pieno di onde minacciose, fa l’ingresso la sagoma di una grossa nave da guerra. Una torretta armata di cannone gira fino a mostrare la bocca da fuoco alla mdp. Bum! NARRATORE (V.O.) ... che aveva sparato un colpo, uno solo, chissà perché proprio lì, portandosi via mezza villa e un gran pezzo della felicità della nostra famiglia. Ma forse anche questa era solo una storia. Poteva essere stata colpita da un
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aereo; proprio quello, chissà, che fu abbattuto dalla contraerea di mio padre...
16b. Bomba che cade. Come nella 4a. Si capisce che l’obiettivo della bomba è proprio la nostra villa, sempre più vicina.
SCENA 17. CAMPAGNA E CASA DIROCCATA. INT./EXT. GIORNO
Un ragazzino, che sembra Dado, ma in realtà è Lucio sette anni prima, lo si può distinguere dal colore più chiaro dei capelli, cammina per un viottolo di campagna che, lo vediamo da un controcampo, conduce alla villa diroccata.
NARRATORE (V.O.) Tante storie si raccontavano sulla villa dei nonni; una di quelle che mi spaventava di più aveva per protagonista mio fratello Lucio.
Lucio è ora vicino al cancello della casa. Qualcosa lo incuriosisce: c’è una macchia di sangue sulle sbarre. Spinge il cancello, che è aperto, e segue coraggiosamente una traccia di sangue fresco che lo porta fin dentro alla casa. Una porta cigola, una sorta di lamento proviene da dietro quella porta. Lucio spinge la porta. Dentro la stanza compare la figura di un soldato tedesco, grande, sporco e insanguinato. Ha in mano una pistola e la punta lentamente contro il ragazzino.
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SCENA 18. STANZA DI DADO. INT. NOTTE.
Dado, seduto sul suo letto, chiama Lucio che, già coricato, vorrebbe invece dormire.
DADO Lucio... Lucio!
LUCIO Dormi, Dado
DADO Raccontami ancora di quando hai incontrato il soldato tedesco!
LUCIO Oh... Basta!
DADO Non hai avuto paura? LUCIO Certo che no. Gli ho preso la pistola
DADO Mi fai vedere la pistola?
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LUCIO No, non è possibile...
DADO Voglio vedere la pistola!
LUCIO Mah... tu però non dire niente alla mamma!
DADO Giuro!
LUCIO Giura ancora!
Dado ripete il giuramento accompagnandolo al segno della croce. Lucio si alza e dal suo armadio apre un cassettone chiuso a chiave, tirandone fuori una scatola di legno. Apre la scatola. In mezzo ai piccoli tesori del ragazzo compare una Luger arrugginita.
DADO (affascinato) E spara ancora? LUCIO Certo che spara! Ed è carica. Stai attento a non toccarla! Mai!
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DADO E l’elmetto? Perché non gli hai preso anche l’elmetto?
LUCIO L’elmetto non c’era. Forse l’aveva perso. Forse è ancora laggiù, nascosto da qualche parte (richiude e posa la cassetta).
DADO I soldati tedeschi avevano tutti l’elmetto. Questa storia non è vera, te la sei inventata. E la pistola chissà dove l’hai trovata!
LUCIO Forse è così... basta che mi fai dormire
DADO Senti... ma il soldato tedesco, poi... l’hai ucciso?
Lucio risponde con un gesto un po’ vago, che potrebbe essere anche di assenso.
DADO Ma perché bisognava uccidere le persone?
LUCIO C’era la guerra, no?
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DADO Bisogna uccidere tutti, quando c’è la guerra?
LUCIO Sì, tutti... cioè no, solo i nemici
DADO Meno male che non c’erano i bambini ai tempi della guerra...
LUCIO Ma cosa dici?
DADO Noi bambini non eravamo ancora nati quando c’era la guerra
LUCIO Sei tutto scemo. E io cos’ero, un cagnolino?
DADO Ma tu sei un grande, non sei un bambino!
LUCIO Sì, ma prima ero un bambino. E ora dormi.
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DADO Allora domani vengo con voi alla casa diroccata
LUCIO Domani la mamma te le suonerà...
DADO Ma poi vengo con voi...
LUCIO Sì; se non hai paura dei Lucenti.... Ma ora dormi, che è notte da un pezzo
DADO Lucio...
LUCIO Che c’è ancora?
DADO Ma durante la guerra si ammazzavano anche i bambini?
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SCENA 19. GIARDINO VILLA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Il gruppo dei ragazzini della scena 10 s’introduce nel giardino della villa diroccata saltando da un muro (il cancello ora è incatenacciato). Non c’è ancora Dado con loro. Si radunano sui gradini della breve scalinata che porta all’ingresso.
LUCIO Non avete idea di che scenata ha fatto il dottor Baroni alla mamma...
MARA Certo che aveva un bel bernoccolo in testa, il dottore.
MARIO E tua mamma l’ha picchiato?
LUCIO No. La mamma non ce la fa a picchiare Dado. È troppo buona... ma questa volta avrebbe dovuto farlo: è stata mortificata troppo.
MARIO Macché, doveva esserne contenta invece: quel presuntuoso del dottore se lo meritava il pietrone sulla fronte!
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LUCIO Zitto, accidenti! Stamattina la mamma aveva gli occhi rossi... deve avere pianto... ed è tutta colpa vostra!
SERGIO Colpa nostra? Ma se ha fatto tutto Dado!
MARIO Non gliel’abbiamo detto certo noi di tirare una pietra in testa al dottore!
LUCIO Lo sapete benissimo che mio fratello è tutto scemo... e anche che capisce ogni cosa a modo suo
MARA È un vero bagonghino!
I ragazzi ridono, intanto Lia è salita di vedetta sul muro.
LIA Eccolo lì Dado. Sta arrivando
SERGIO Ehi, noi ci nascondiamo...
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Sergio, Piero e Pina, entrano nella villa. Intanto Dado è giunto al cancello e ha visto i ragazzi rimasti. Lia gli indica da che parte del muro può scavalcare.
LIA Di là...
Il muro sembra altissimo al piccolo Dado, che comincia, piano e con cautela, ad arrampicarsi.
NARRATORE (V.O.) Perché bisognava essere tanto “coraggiosi per andare nella villa diroccata? Era un’altra storia, ancora più paurosa... una storia vera o, forse, inventata a bella posta dai ragazzi più grandi per spaventare il piccolo Dado.
Dado ora si lascia cadere all’interno del giardino della villa diroccata, i cinque ragazzi rimasti - Lucio, Mario, Olivia, Lia e Mara - che lo hanno incoraggiato durante la “scalata” ora lo accolgono tra loro.
MARA Bravo Dado! Sei stato veramente coraggioso a venire qui!
DADO Posso entrare nella casa? LIA No... nella casa tu no!
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DADO Perché?
MARA Ti mangerebbero subito!
DADO Chi?
MARA Come chi? I Lucenti! Non li conosci?
DADO Non esistono i Lucenti!
MARIO Questa è buona, non esistono i Lucenti! Scommettiamo?
DADO Sì...
LUCIO (a tutti) Oh, basta con questa storia: raccogliamo la legna e facciamo un bel falò.
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OLIVIA (a Lucio) Dài...
Olivia prende Lucio per mano e lo conduce verso il retro della villa; Mara li segue. Lia e Mario si prendono Dado in mezzo e con lui si dirigono verso l’altro lato del giardino, dove c’è il pozzo, la cisterna e l’ala della casa crollata.
LIA (a Dado) Sei proprio uno stupido bagonghino, se credi che il paese dei Lucenti non esista.
Cominciano a raccogliere rami secchi. Mario indica a Dado la parte crollata della casa.
MARIO Guarda Dado, guarda bene. Sai cosa è successo qui?
DADO La cannonata?
MARIO Si è portata via un bel pezzo di casa.
DADO Con quelli che ci abitavano?
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LIA (ride) Non tutti... se tu sei ancora qua!
MARIO Ci fosse stato qualcuno lì dentro, sarebbe morto all’istante
DADO C’erano bambini?
MARIO Forse ce n’erano. Ma guarda il buco: lì, vicino al pozzo. Era davvero bello profondo. Sai cosa c’era dentro quel buco?
LIA L’inferno! (ride)
DADO I Lucenti?
MARIO Sì. Lì si è aperta una porta magica. Una porta per il paese dei Lucenti.
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SCENA 20. CASA DIROCCATA. INT. GIORNO
Sergio, Piero e Pina seduti su una brandina in una stanza all’interno della casa diroccata. Hanno trovato degli stracci e se li provano addosso. Uno di loro ha dei fiammiferi con cui accende una torcia di cera. Avvicina la fiamma ad un pezzo di sughero, servendosi del quale i ragazzi cominciano quindi a pasticciarsi la faccia di nero. Sono molto allegri.
SCENA 21. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. TRAMONTO
I ragazzi rimasti nel giardino, divisi in due gruppi,si incrociano davanti all’ingresso della villa, dove stanno ammucchiando legna, pezzi di cartone e quant’altro trovano che possa bruciare. Lucio cerca di orecchiare quello che Mario e Lia stanno dicendo a Dado.
MARIO Sì, è proprio un buco magico quello vicino al pozzo...
LUCIO (a Olivia e Mara, da più lontano) Chissà quante balle gli stanno mettendo in testa a quel bambino.
OLIVIA (a Lucio) Non ti preoccupare, tra poco ci divertiremo.
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DADO (a Mario e Lia) Ma voi ci siete stati nel paese dei Lucenti?
LIA Certo!
MARIO Bisogna calarsi nel buco.
DADO E come è fatto?
MARIO È bellissimo, di giorno, pieno di luce: i Lucenti sono gentili e generosi e vengono a giocare con te e ti riempiono di regali. I Lucenti si chiamano così perché sono luminosi: devi stare attento, non puoi fissarli lungo, se no resteresti accecato. Pero’…
DADO Però cosa?
MARIO Bisogna guardarsi dalle prime ombre della sera. Se rimani laggiù finché cala il buio, ti troverai in un brutto guaio.
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DADO Perché? Cosa succede la sera?
MARIO Con le tenebre i Lucenti diventano brutti e cattivi. Escono dal loro buco in cerca di bambini da rapire, a cui fare del male.
LIA (a Dado) Sì, gli piacciono soprattutto i bagonghini piccoli piccoli, come te.
Ora il falò e pronto per essere acceso. I sei ragazzi sono lì attorno. Lucio, con una scatola di fiammiferi, comincia ad accendere della carta di giornale con cui appiccare il fuoco.
DADO Perché alla sera i Lucenti diventano così cattivi?
MARIO Forse si vogliono vendicare...
DADO Vendicare di chi?
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MARIO Ma degli uomini. Ricordati che c’era la guerra... sparavano, bombardavano, si ammazzavano. I Lucenti hanno imparato a fare la guerra, sono diventati cattivi ed hanno sofferto molto per questo. Ora, non appena possono uscire dal loro buco...
LUCIO ...ma per fortuna sono stati imprigionati!
DADO E chi li ha imprigionati?
MARIO (a Lucio) Certo, per fortuna! (a Dado) Siamo stati noi. Ci abbiamo messo un soldato a fare la guardia. Quando ho incontrato il soldato tedesco...
DADO No! L’ha incontrato Lucio! E non è morto poi?
MARIO Lucio? Ma che dici? (ride)Certo che non è morto... è rimasto qui per sempre.
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MARA Anche se imprigionati, però ogni tanto i Lucenti riescono a scappare: e io sento che tre poco potrebbero venire.
DADO Non ci credo
MARA Sì, non ci credere... ma intanto stai bene attento, e soprattutto non venire mai qui da solo se non vuoi essere torturato e mangiato dai Lucenti!
MARIO E resta vicino a noi, che questa mi sembra proprio una serata buona per i Lucenti.
Il fuoco comincia ora a bruciare allegramente.
SCENA 22. CASA DIROCCATA. INT. TRAMONTO
Come la 19. I tre ragazzi ora sono completamente camuffati e sporchi di nerofumo. Sergio impugna la fiaccola, si alza in piedi e inventa una cantilena
SERGIO Paikatan’kalla, sciallakatalla, issavìa kailòng, indiripina, indiripina, kantilò bizzichina,
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Opoi Scialòk, kaine Scialòk e mizzichina! Pape Bagòng! apé Bagòng! apé Bagòng!
PIERO E PINA Papé Bagòng! apé Bagòng! apé Bagòng! Uuuh! Uuuh! Uuuuh!
I ragazzi escono dalla stanza gridando.
SCENA 23. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. TRAMONTO/SERA
MARA (ridendo) Scappa, bagonghino, stanno arrivando!
Irrompono i tre ragazzi travestiti, con la fiaccola a mano. Dado corre, tutti corrono intorno alla villa e si scatenano in un frenetico gioco ad acchiappa-acchiappa. Ora è sera e solo il fuoco illumina la scena. I ragazzi, accaldati, seminudi, dipinti col nerofumo, girano attorno al falò, ballando e gridando, in una sorta di danza indiana.
TUTTI Uuuh! Uuuh! Uuuuh! Papé Bagòng! apé Bagòng! apé Bagòng!
Ora vengono buttate delle secchiate d’acqua sul fuoco. Un gran fumo invade il giardino. Nella semioscurità i ragazzi si arrampicano sul muro e scivolano fuori dalla villa. Dado è insieme a loro.
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SCENA 24. STRADE DI PERIFERIA. EXT. SERA
Siamo alle prime case del paese, la strada è illuminata da alcuni fiochi lampioni. I ragazzini rientrano canticchiando. Da una casa si illumina una finestra VOCE FEMMINILE (dall’interno) Olivia! Lia!
OLIVIA Certo che abbiamo fatto tardi questa sera...
LIA La mamma sarà furiosa
Corrono via
PIERO Femminucce, puah! (a Mara) E a te non ti vengono a cercare?
MARA No, se Ciccio è già a casa. Altrimenti mio padre sarebbe già qui con i carabinieri.
MARIO E SERGIO Noi salutiamo. Ci vediamo domani (si allontanano)
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Dopo aver fatto qualche passo ancora, anche Piero e Pina imboccano una stradina secondaria
PIERO Rientro a casa anch’io. Arrivederci.
PINA Buonanotte.
Si allontanano. Con Lucio e Dado è rimasta solo Mara.
LUCIO Dado!
DADO Eh?
LUCIO È tardi, torna a casa. A quest’ora la mamma è preoccupata di non vederti.
DADO E tu?
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LUCIO Io? Che t’interessa quello che faccio io? È di te che la mamma si preoccupa
DADO Se devo tornare a casa io, pure tu torni a casa con me!
MARA (a Lucio) Ora tuo fratello ti dice quello che devi fare!
LUCIO (a Dado) Ma fila via, moccioso!
Dado, contrariato si avvia verso casa da solo. Si ferma per un attimo davanti alla porta di casa: una finestra è illuminata, immagina che la madre lo stia aspettando. Ci ripensa, torna sui suoi passi.
SCENA 25. SPIAGGIA. EXT. NOTTE
Dado è sulla strada che porta alla spiaggia; due figure indistinte sono già in riva al mare. Una di queste si stacca e risale la strada fino a passare accanto a Dado. È Mara.
MARA ‘Notte, bagonghino
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DADO (sottovoce) ...brutta scema!
Dado si avvicina a suo fratello Lucio, rimasto seduto in riva al mare.
LUCIO È proprio impossibile staccarsi da te!
DADO Cosa stai facendo?
LUCIO Guardo il mare. Poco fa è passata una balena.
DADO Una balena?
LUCIO Sì, un pesce grandissimo, come Moby Dick. Conosci Moby Dick?
DADO Sì!
LUCIO Sì? Ma che ne devi sapere tu di Moby Dick!
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DADO Allora non c’era nessuna balena, e tu non hai visto niente!
LUCIO Non ho visto niente, come vuoi tu. Andiamo a casa.
S’incamminano verso casa.
SCENA 26. CASA DI DADO. EXT. NOTTE
Casa di Dado, come nella scena 24.Una finestra accesa. Un lampione la illumina da un angolo di strada, altre case a schiera vicine. Lucio sta per entrare.
DADO Ma oggi non c’erano Lucenti... erano solo i tuoi amici.
LUCIO Certo, oggi i Lucenti non sono venuti.
DADO Ma esistono i Lucenti?
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LUCIO Credo che esistano davvero. E che un giorno ti porteranno via se continui a seguirmi.
DADO Io non ti ho seguito! Io non ti seguo mai!
Dado, arrabbiato, si china, coglie un sasso e lo tira al lampione, distruggendo la lampadina
LUCIO Oh, no! (entra in casa)
VOCE DI UOMO (da una casa vicina) Ma chi è stato?
LUCIO (da dentro casa) Ciao, mamma. Siamo tornati
Dado infila veloce la porta di casa.
SCENA 27. SOGNO. SUL MARE DI NOTTE.
Una grossa barca tra le onde illuminate dalla luna. Delle sagome scure di uomini si muovono sulla barca, c’è una certa agitazione tra loro: indicano qualcosa davanti alla prua. Sul mare, a poca distanza, emerge il dorso di una balena: sembra minaccioso. Uno degli uomini sulla barca prende un arpione e fa il gesto di lanciarlo. Dettaglio sulla mano: l’arpione ora è diventato una
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bomba di candelotti legati, con una lunga miccia accesa. Con un ampio movimento del braccio, l’uomo lancia la bomba verso la balena.
SCENA 28. CASA DI DADO. INT. PRIMO MATTINO
Bum. Un botto sordo fa tremare i vetri della finestra della stanza di Dado. Il sole è basso e Dado, in canottiera e mutandine, guarda verso il mare; lontana, fra i riflessi di luce delle onde, c’è davvero una grossa barca scura. Dado sembra molto interessato alla barca, ma all’improvviso si accorge di un altra cosa: il letto di Lucio, sfatto, è vuoto.
DADO Oh… diavolo!
Si veste velocemente ed esce dalla stanza quasi inciampando nei vestiti. Ora si muove attento a non far rumore: la porta della stanza della mamma è aperta. S’intravede la mamma che dorme ancora.
SCENA 29. CASA DI DADO. EXT. PRIMO MATTINO
Dado corre fuori dalla porta di casa. Una mano lo blocca prendendolo per un braccio. È la zia.
ZIA Dado, caro, esci sempre così presto da casa?
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DADO (tentando di divincolarsi) Zia… ho fretta.
ZIA Fretta? Che fretta puoi avere a quest’ora del mattino? La scuola è ancora chiusa.
DADO No… ora riapre… ZIA Apposta per te, immagino. Ma la mamma lo sa che stai uscendo? O forse dorme ancora?
DADO Dorme…
ZIA Peccato… odio svegliarla, ma devo proprio: ho una notizia davvero bella da darle: sta per arrivare una persona molto importante… oh!
Dado con uno strattone è riuscito a sfuggire alla presa della zia ed è subito corso a distanza di sicurezza. Si volta però ancora verso la zia.
DADO Papà?
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ZIA No. Ma che ti salta in testa?
DADO (fra sé) Allora non può essere importante per la mamma.
SCENA 30. CASA DIROCCATA. EXT. MATTINO
Due ragazzi scavalcano il muretto ed entrano nel giardino della casa diroccata. Sono Lucio e Mara, che si dirigono verso l’ingresso. A breve distanza, ma di soppiatto, li segue Dado, che rifà I loro passi ed ora si dirige verso il pozzo. Si sdraia, nascondendosi, dietro il muretto del pozzo. Giocherella un po’ con l’erba e osserva tra le pietre del muretto: alcune grosse lucertole si stanno godendo beatamente il sole.
SCENA 31. CASA DIROCCATA. INTERNO MATTINO
Il sole filtra dalle finestre sconnesse nella stessa stanza della scena 20. Lucio e Mara, seduti sulla brandina, si guardano negli occhi.
MARA …sono diventata grande ormai. Non ci credi?
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LUCIO No.
MARA Chiudi gli occhi.
LUCIO Mi posso fidare? (li chiude)
MARA Sì (lo bacia). Visto? Non sono più una bambina.
SCENA 32. CASA DIROCCATA. EXT. MATTINO
Dado sonnecchia all’ombra del pozzo. Un rumore lo sveglia. Le lucertole scappano via. Sbircia da dietro il pozzo e vede Lucio e Mara che fanno il percorso inverso, scavalcando il muro.
DADO (fra sé) Che maledetti! Sono andati nel paese dei Lucenti! (Si alza e si dirige verso l’ingresso della casa)
SCENA 33. CASA DIROCCATA. INT. MATTINO
Dado sale per delle scale piuttosto insicure. Al piano di sopra ci sono tre porte: da un lato una porta semichiusa sul lato distrutto, con salto direttamente giù. Di fronte una porta aperta su
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una stanza integra, è quella dove si trovavano Lucio e Mara. Dado la esamina ma non gli sembra particolarmente interessante. Si dirige verso il terzo ingresso, che dà sulla stanza più scura, senza finestre e con solo una porta sbarrata da assi di legno. L’unico arredo è una grande cassapanca coperta da un pesante panno di tessuto grezzo. Dado si avvicina alla porta, prova inutilmente ad aprirla. Vi bussa su. Un rumore, forse di passi, sembra provenire da lì dietro... insiste a bussare e i rumori si ripetono, si avvicinano. Dado è un po' incuriosito e un po' spaventato... Il rumore si sente più forte e questa volta sembra provenire dall’interno stesso della stanza. Dado si volta, capisce che c’è qualcosa che si muove dentro la cassapanca. Il panno che la ricopre ora ondeggia, come se vi fosse qualcosa di vivo lì sotto.
DADO Ah…. aiuto!
Scappa terrorizzato. Scende saltando a quattro a quattro i gradini della scala sconnessa, infila la porta di corsa ed esce nel giardino.
SCENA 34. CASA DI DADO, INT. GIORNO
La zia e la mamma di Dado stanno terminando una lunga discussione.
ZIA È un’occasione che non puoi perdere: cambierà non solo la tua vita, ma anche quella dei tuoi figli...
MAMMA Papà non avrebbe voluto...
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ZIA Non dovranno più partire per lavorare; e non passeranno tutto il loro tempo dentro un bar puzzolente o a bighellonare con quegli inutili dei loro amici... già ora non sai neppure dove si trova il piccolo.
In questo momento rientra Lucio.
LUCIO Ciao, ma’, ciao zia.
MAMMA Lucio, dov’è Dado?
LUCIO Mamma, che vuoi che ne sappia
ZIA (trionfante, alla sorella) Non sai neppure a che ora è uscito da casa questa mattina! E al solito c’è il lampione rotto. Scommetto che non immagini chi sia stato!
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MAMMA (a Lucio) Tu e tuo fratello... Dove ve ne siete andati questa mattina? Mi alzo e non trovo nessuno... mi avete fatto proprio spaventare. E Dado è sempre più pallido ed agitato... che gli avete fatto tu e i tuoi amici? è un bambino troppo piccolo, e poi è facilmente impressionabile, dovresti starci attento tu... Invece giochi insieme agli altri a riderne sue spalle! E non lo difendi nemmeno!
LUCIO Mamma, non siamo usciti insieme io e Dado, non ne so niente. E nessuno si diverte alle sue spalle.
MAMMA Sì, come ieri, quando l'avete mandato a tirar pietre al dottor Baroni... che incredibile figura che mi avete fatto fare!
LUCIO Ora ne ho abbastanza di Dado! Non devo fargli io da angelo custode!
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MAMMA Lucio, cosa vuoi dire? Non rispondere a tua mamma come fece Caino a nostro Signore quando gli chiese di suo fratello Abele...
LUCIO Ma che Caino e Caino! Voglio dire che Dado è da sempre che ce l’ho io appresso, e non posso muovere un passo senza averlo alle calcagna... e ne ho le scatole piene! E tu non ti ricordi mai che hai due figli e quello più piccolo specialmente, non te lo sei mai tenuto in casa!
MAMMA Lucio... come stai parlando a tua madre (scoppia a piangere)
ZIA Ninetta, che ti dicevo!
Lucio esce sbattendo la porta.
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SCENA 35. SOTTO UN ALBERO DI FICHI. EXT. GIORNO
Lucio, innervosito dalla discussione con la madre, si rincammina verso la campagna. Giunto ad un albero di fichi intravede, sporco e disteso con gli occhi socchiusi tra i fichi maturi spiaccicati sul terreno, il fratello Dado.
DADO (fra sé) Papé Bagòng! Papé Bagòng! Papé Bagòng!
LUCIO Eccoti qua, finalmente. Si può sapere dove ti sei cacciato questa mattina?
DADO (ancora agitato) Volevo andare anch’io al paese dei Lucenti
LUCIO Ma quale dannato paese dei Lucenti?!
DADO ...ma ho visto qualcosa.
LUCIO Cosa? Cosa hai visto?
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DADO Se te lo dico... giurami che mi credi!
LUCIO Perché dovrei giurare se non so cos’è?
DADO È una cosa spaventosa... Giuralo!
LUCIO Va bene. Lo giuro.
DADO No, così non basta
LUCIO Uffa. Te lo giuro sulla madonna. “Se a lui non credo, Madonna delle Calzette, che la mia anima sia fatta a fette; Madonnina cara di Dado non aver pietà Se non mi racconta subito la verità”
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SCENA 36. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Mario, Lia, Dado e Lucio nel giardino della casa diroccata di fronte all’ingresso.
MARIO (rivolto a Dado) Si può sapere, pezzo di bagonghino, cosa ci facevi questa mattina qui da solo?
DADO Volevo andare al paese dei Lucenti... e poi non ero solo.
LUCIO E con chi eri?!
DADO (a Lucio) Ti avevo seguito... eri insieme a Mara
LIA (a Lucio) Sei venuto qui con Mara questa mattina? (ride) Quando lo saprà mia sorella!
LUCIO (a Dado) Sei la peggiore spia che ci sia! Non sai proprio farteli gli affaracci tuoi?!
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DADO Andavate al paese dei Lucenti
LIA Sì, proprio a quel paese... (ride ancora)
LUCIO Giuro che questa me la pagherai!
MARIO Ragazzi, le liti in famiglia rimandatele a più tardi. Ora andiamo a vedere cosa c’è davvero dentro quella stanza. (A Lia) Tu aspettaci qui, facci da sentinella.
LIA E che cosa dovrei “sentinellare”?
MARIO Se ci fosse davvero un pericolo, chissà. Dado, tu te la senti di tornare su?
DADO Sono coraggioso, io...
Lucio, Dado e Mario entrano nella casa.
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SCENA 37. CASA DIROCCATA. INT. GIORNO
I tre ragazzi salgono con circospezione le scale cadenti della vecchia casa. Ora sono di fronte alle porta in cui era entrato Dado.
MARIO In questa stanza non entriamo quasi mai; è la più scura di tutte.
LUCIO Io la conosco, me la ricordo bene (entra, seguito dagli altri)
DADO C’era qualcuno che si avvicinava, dietro quella porta... ed un altro era nascosto lì, nella cassapanca.
MARIO Nella cassapanca! (ridacchia) Ora vado a vedere
LUCIO Dado, dietro quella porta non poteva esserci nessuno; ora ti faccio vedere perché.
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Lucio, raccoglie un bastone da terra e si avvicina, seguito da Dado, alla porta sprangata da assi. Facendo leva col bastone ne scardina un pezzo. Dall’apertura irrompe un luminosissimo raggio di sole. Dado fa un balzo all'indietro, poi, incoraggiato dal fratello va a guardare. La porta dà sul vuoto, su una stanza che non c'è più: dalla fessura si vede la parte di casa crollata, il pozzo nel cortile e Lia, lì vicino, che coglie margherite.
LUCIO Visto?
Ora guarda anche Lucio. Qualcosa attira la sua attenzione: un riflesso di luce, come di uno specchio, proviene da vicino il pozzo. In questo stesso istante però si sente un urlo improvviso e molto poco umano, seguito da un’imprecazione. I due fratelli si voltano spaventati: davanti a loro c’è Mario col volto visibilmente graffiato.
MARIO Scappiamo! I tre si precipitano per la scala.
SCENA 38. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Dado, uscito di corsa davanti a Mario e Lucio, sbatte contro Lia, facendola cadere con tutte le sue margherite. LIA Ma che vi prende?
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MARIO Fermi... fermi! Non è niente. Mi è saltata addosso una gatta... c'erano i micini dietro la cassapanca, ecco cos’era la cosa misteriosa che ha visto Dado!
LUCIO Sei proprio uno stupido, Dado.
DADO Micini? No, non potevano essere micini. Non erano micini. Torniamo su a vedere...
MARIO No, basta così. Non ne posso più di questa vecchia casa cadente. Andiamo a fare un bel tuffo a mare, piuttosto.
SCENA 39. SCOGLIERA. EXT. GIORNO
Il gruppo dei ragazzini al completo s’immerge e si spruzza nel mare azzurrissimo. Dado è il solo che non si è spogliato e li osserva, un po’ nervoso e un po’ invidioso, appollaiato sopra uno scoglio. DADO (fra sé) Non erano micini...
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SCENA 40. CASA DI DADO. EXT. SERA
Davanti alla porta di casa di Dado, un signore grande e baffuto (somiglia al domatore del circo), accompagnato da un ometto più piccolino che gli tiene una cartella fitta di documenti, saluta la zia di Dado.
SIGNORE COI BAFFI Mi sembra che tutto sia andato nel migliore dei modi.
ZIA Certo. Non faccia caso a mia sorella. È molto sentimentale. Ma anche lei la ringrazierà presto.
SIGNORE COI BAFFI È stato un piacere conoscerla...
ZIA Il piacere è stato tutto mio... oh, ecco i miei nipoti
Dado e Lucio si apprestano a rientrare. Dado guarda con sospetto gli sconosciuti.
SIGNORE COI BAFFI I figli della signora?
ZIA I figli di mia sorella; Lucio, il grande...
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LUCIO ‘Sera... (svicola dentro casa)
ZIA ...e Dado il più piccolo, una vera peste. Dado, aspetta, fatti vedere bene: c’è un tale scuro questa sera. Qualcuno deve avere rotto il lampione.
DADO Non sono stato io.
ZIA Certo che non sei stato tu… Ma come avrei mai potuto pensare una cosa simile! Dado, saluta il signore
SIGNORE COI BAFFI (avvicinandosi a Dado) Piacere di conoscerti, Dado, ho sentito già parlare di te...
Dado, intimidito, scappa anche lui dentro casa.
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SCENA 41. CASA DI DADO. INT. SERA
Dado, nell’ingresso, sente la voce di Lucio provenire dalla cucina.
LUCIO Mamma, ma chi sono quei tipi?
Dado entra in cucina. La mamma ha gli occhi rossi e lucidi. Sembra aver pianto.
MAMMA Oh, Dado! Eccoti qua finalmente. Dove sei stato tutto il giorno? Mangia qualcosa...
DADO No, mamma. Sono a posto.
MAMMA Sei sicuro? Con chi sei stato? Cosa hai mangiato?
DADO Sono molto stanco. Vado a dormire (esce)
MAMMA (a Lucio) È stato con te?
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LUCIO Tutto il santo giorno. Ma ora spiegami cosa è successo.
MAMMA Lucio, io e la zia abbiamo venduto la casa dei nonni, con tutto il terreno attorno
LUCIO Oh, no!
MAMMA È stato per il vostro bene, Lucio...
LUCIO Quante volte abbiamo sognato di ricostruirla così com’era, di tornarci ad abitare...
MAMMA Con questi soldi la nostra vita sarà diversa, tu potrai finire gli studi e poi costruiranno una grande fabbrica lì... ci sarà lavoro per te, per Dado, per tutti i vostri amici: non dovrete emigrare, resteremo vicini, sempre.
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LUCIO L’abbatteranno, mamma, distruggeranno tutto. Il nonno non te lo perdonerebbe...
MAMMA Mai (piange). E papà non ritroverà più la nostra casa. Non potevo dire di no a mia sorella. Lei ha più bisogno di noi di quei soldi...
SCENA 42. STANZA DI DADO. INT. NOTTE
Dado nel suo letto. Non dorme. Entra Lucio.
DADO Lucio...
LUCIO Sta zitto... io con te non parlo più. Olivia oggi, a mare, ha tentato di affogarmi. E Mara non mi si è avvicinata neppure. E sai perché? Perché sei un dannato spione, perché mi segui sempre - ora anche di nascosto - perché ti trovi dove non ti dovresti trovare. Io spero davvero che nella villa dei nonni ci sia nascosto un mostro. E che la prossima volta che ci vai, da solo, ti porti via e nessuno trovi mai più tracce di te.
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DADO Lucio…
LUCIO Che c’è ancora?
DADO Chi erano quelle persone che sono venute oggi?
LUCIO Ma che t’importa? Sei troppo piccolo ancora.
Dado si addormenta.
SCENA 43. SOGNO DI DADO
43a. Casa di Dado. Ext. giorno. L’uomo coi baffi, vestito da domatore e con la frusta in mano, davanti alla casa di Dado. Accanto a lui c’è sempre l’omino con la cartella. Dado giunge di corsa e vorrebbe entrare in casa, ma l’uomo gli si para davanti.
UOMO COI BAFFI Buonasera, signor Dado. Dove va così di fretta?
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DADO Io… vado a casa!
UOMO COI BAFFI Ah ah… (rivolto all’omino) Vuole andare a casa!
OMINO (ride) Ah ah… a casa!
DADO Questa è casa mia!
UOMO COI BAFFI Non è più casa tua, caro Dado. Oggi viene a prenderne possesso tuo padre.
DADO Papà! (entra in casa)
43b. Casa di Dado. Int. giorno La mamma di Dado si fa incontro al figlio.
MAMMA Dado… guarda quanto sei sporco: non farti trovare così da tuo padre.
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Dado spinge una porta a due ante e la richiude. Vi si appoggia contro. Da dietro la porta giunge un rumore di passi sempre più vicini.
UOMO COI BAFFI (v.o.) Dado, vieni a salutare papà!
Qualcuno spinge la porta da dietro. Dado si oppone, resiste finché può, ma poi cede. Da dietro la porta intravede un volto scheletrico e orribile. Dado fugge terrorizzato: la stanza (cieca) dietro di sé si è trasformata in una fuga di porte come la precedente, che Dado richiude alle sue spalle man mano che scappa, ma ad una ad una vengono riaperte da qualcuno che si avvicina.
43c. Stanza di Dado Dado si trova accovacciato sulla parete di fronte alla porta dell’ultima stanza, che è poi la sua stanza. La porta si apre lentamente e dietro c’è suo fratello Lucio.
LUCIO Dado, cosa fai chiuso qui dentro?
DADO Chi è venuto?
LUCIO Non è venuto nessuno.
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Dado ora è di nuovo nel suo letto. Dorme, ma il suo sonno è agitato. Dissolvenza tra il primo piano di Dado e le fiamme di un falò.
SCENA 44. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. NOTTE.
Il falò è quello acceso dai ragazzi nel giardino della villa diroccata, ma questa volta lì attorno non sembra esserci nessuno. La luce delle fiamme si riverbera sul pozzo. Dado è dietro il pozzo, coricato come nella scena 32. Si alza e guarda incuriosito le fiamme.
BIMBA (v.o.) Avvicinati, Dado, non aver paura.
Dado si avvicina con cautela al falò. Ben illuminata, ma parzialmente visibile, una bambina senza vestiti sembra accovacciata dietro il fuoco.
BIMBA Vieni qui, ti voglio parlare... (ride mentre Dado si avvicina)
DADO Chi sei?
La bambina ride ancora. Dado s'avvicina ed allunga la testa per guardarla meglio. Al di sotto del bacino le gambe della bimba sembrano unirsi.
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DADO Ma sei una sirena? (guarda meglio, quindi grida, spaventato) No! Sei un Lucente! Il grido di Dado spaventa la bimba che fa un balzo all’indietro, come per scappare, ma le s'impiglia la "coda": è un'enorme coda di lucertola. Dado guarda atterrito la scena. La bimba si rigira per terra, cercando di divincolarsi. La coda le si spezza - proprio come quella di una lucertola - e salta via dibattendosi impazzita. Dado è spaventatissimo, ma la bimba ora si è calmata e gli sorride di nuovo.
BIMBA Non aver paura… Dado, non aver paura…
SCENA 45. CASA DI DADO. EXT. MATTINO
Suonano le campane: è domenica mattina. La madre di Dado, su un terrazzino, è impegnata a stendere la biancheria. È più tranquilla della sera prima, canticchia. Dado, con gli occhi socchiusi perché abbagliato dal sole, le si avvicina.
MAMMA Ti sei alzato tardi questa mattina. Come mai non sei uscito con tuo fratello?
DADO Lucio non mi vuole più vedere.
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MAMMA Ma che dici… non è per niente vero che tuo fratello non ti vuole vedere. Meglio così, però. Questa mattina resti con me. Andiamo a messa insieme. DADO Non mi piace andare a messa.
MAMMA Non dire mai questa cosa Dado, che se no il Signore ti sente e ti punisce.
DADO Mamma, se ti racconto una cosa mi credi?
MAMMA Mi racconti di chi ha rotto il lampione?
DADO No, è una cosa più importante; però mi devi credere, mi devi credere!
MAMMA Non fare così, Dado: sembri spaventato.
DADO Ho fatto un incontro questa notte…
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MAMMA Non avere paura, non hai incontrato nessuno questa notte. Hai sognato. Hai fatto solo un brutto sogno. DADO Uffa! Non mi crede mai nessuno.
MAMMA Vieni a messa con me, Dado. Ti farà bene pregare un poco il Signore.
DADO No! Non voglio andare a messa.
SCENA 46. CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Dado s’introduce nel giardino della casa diroccata. È solo. Guarda all’ingresso, ma ha paura ad entrare; poi si avvicina ai resti del falò che avevano acceso i ragazzi. Con un bastone rivolta la cenere. Ci soffia sopra. Una piccola fiamma riprende a bruciare. Dado si accovaccia vicino al fuocherello e lo fissa intensamente.
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SCENA 47. CASA DIROCCATA. EXT. NOTTE
Dissolvenza dal piccolo fuoco riacceso da Dado a quello più grande e notturno della scena 44. C’è di nuovo la bimba davanti al fuoco. Per un attimo s’intravede la metà inferiore del corpo, a forma di lucertola. Poi la rivedremo quasi sempre in PP, illuminata dal riverbero delle fiamme.
BIMBA Dado, abbiamo molta paura. Tu solo ci puoi aiutare… però devi conoscere prima la nostra storia.
DADO Che cosa vi fa paura?
BIMBA Se non riusciamo ad allontanarci dal pozzo, se non possiamo scappare da qui, per punizione saremo prima trasformati in lucertole e poi moriremo tutti. Vedi? La mutazione è già cominciata.
DADO Perché non potete scappare? Quanti siete? E chi vi ha punito?
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BIMBA Non potremo andarcene di qua finché non verrà rimosso il “male”. E noi non possiamo rimuoverlo: un guardiano ce lo impedisce.
DADO Un guardiano?
BIMBA Noi siamo tanti quanto bastano a fare un popolo. Chi ci ha punito… la nostra superbia, e la crudeltà, hanno meritato vendetta.
DADO Cos’è il male?
BIMBA Solo un ragazzo generoso, che non sa cos’è la paura, può togliere il “male”. Solo tu ci puoi aiutare, Dado
DADO Ma io ho paura… e non so cos’è il male.
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BIMBA Il “male” è in fondo al pozzo. Però devi stare attento al guardiano.
DADO Chi è il guardiano?
BIMBA È un essere maledetto. Per poco non l’hai incontrato ieri. Per fortuna sei fuggito in tempo. Chissà cosa ti avrebbe fatto, se ti avesse raggiunto…
DADO Io… ho più paura di prima.
BIMBA Tu puoi farcela Dado, solo tu puoi farcela… Però stai attento al guardiano. E ricordati: il “male” è in fondo al pozzo. In fondo al pozzo.
SCENA 48. CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Dissolvenza inversa a quella che ha introdotto la scena precedente. Dado alza gli occhi dal fuoco e guarda verso il pozzo. Si avvicina cautamente al bordo del pozzo, si affaccia. Una grata di ferro lo chiude. Dado scuote la grata, che resiste. Cerca di guardare attraverso la grata. Una
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scaletta di ferro arrugginita porta verso il fondo limaccioso; un mucchio di pietre e detriti segnalano una piccola frana all’interno del pozzo. Dado raccoglie una grossa pietra, la soppesa e la fa cadere attraverso la grata. Lo “splash” viene ripetuto dall’eco. Dado si allontana dal bordo.
DADO Oh Dio! E se ora viene su?
La mdp risale dall’oscurità del fondo del pozzo fino alla piena luce del giorno, in tempo per inquadrare Dado che, di spalle, scavalca il muro del giardino.
SCENA 49. RIVA DEL MARE. EXT. GIORNO
Un piede, premendo una pompa a soffietto, finisce di gonfiare un canottino di gomma. Il canottino viene spinto in acqua. All’interno ci sono attrezzature da immersione. Vi si allontana sopra il figlio del dottor Baroni, parzialmente rivestito da una muta subacquea. Non molto lontano, Lucio e il gruppo dei suoi amici, giocano a chi fa i tuffi più spettacolari.
SERGIO (indicando il canottino) Spero proprio che un pesce spada glielo buchi.
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MARIO Si dà un mucchio di arie perché il papà gli ha comprato l’attrezzatura per la pesca subacquea; mai che sia venuto a fare un tuffo con noi.
LUCIO Ehi, ragazzi, guardate questo (si esibisce in un tuffo con capriola)
Mara li osserva un po’ più da lontano; è l’unica vestita, accanto a lei c’è il fratellino Ciccio.
MARA Fate tutti schifo! Ma dove avete imparato a tuffarvi così male?
MARIO Vieni a buttarti anche tu, invece di fare la saputella.
MARA Uff… mio padre mi ha lasciato Ciccio… Ciccio non sa ancora nuotare! Se non ci fosse lui vi farei vedere a tutti quanti come ci si tuffa davvero.
SERGIO Bella scusa quella di Ciccio! Non ti vuoi tuffare perché hai paura. Sei una fifona! Sei una fifona!
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OLIVIA …ed una smorfiosa!
I ragazzi ridono di Mara, che comincia a dare segni di nervosismo.
SCENA 50. SCOGLIERA. EXT. GIORNO
Dado si arrampica in un punto alto della scogliera. Si guarda d’attorno; da un lato intravede la campagna e la villa diroccata ormai lontana. Dall’altro la sua vista spazia sul mare; in lontananza c’è la barca scura; più vicini, sulla riva, individua gli amici che giocano e comincia ad incamminarsi verso di loro.
SCENA 51. RIVA DEL MARE. EXT. GIORNO
Mara ha visto Dado avvicinarsi.
MARA Ciccio, guarda: sta venendo Dado. Perché non vai da lui?
CICCIO Da…do! (s’incammina verso Dado)
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MARA (fra sé) Ora gli faccio vedere io!
Mara si spoglia rapidamente e quindi si arrampica sullo scoglio più alto che dà sul mare.
SERGIO (in acqua) Guardate Mara!
LUCIO Mara, che cosa vuoi fare?
MARA Vi faccio vedere un tuffo vero, un tuffo come si deve.
LUCIO Mara, ferma, ti puoi fare male! MARA Non sono una femminuccia!
LIA (a Lucio) Per me si ammazza…
PIERO Attenta agli scogli!
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LUCIO Torna indietro!
Mara è dritta sullo scoglio, ad alcuni metri dalla superficie dell’acqua, in posizione di tuffo. Sotto di lei ci sono altri scogli e i ragazzi che la guardano senza più fiatare. Mara socchiude gli occhi perché ha il sole di fronte, tira un gran respiro e poi si butta: un gran volo d’angelo che finisce in acqua. I ragazzi stanno a guardare il punto dello spruzzo, ma Mara non riemerge.
LUCIO Mara… (si tuffa)
MARA (riemergendo vicino a Lucio) Sei un vigliacco, ecco cosa sei ! (lo spinge sott’acqua)
OLIVIA (sopraggiungendo alle spalle di Mara) E tu una smorfiosa, una maledetta smorfiosa (spinge Mara sott’acqua).
SERGIO Sotto ragazzi, si fa la lotta in acqua!
I ragazzi che erano rimasti fuori dall’acqua si tuffano tutti assieme e iniziano un caotico combattimento a spingersi sott’acqua e a spruzzarsi acqua negli occhi. Mara e Lucio, al centro della lotta, bevono vistosamente.
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SCENA 52. SCOGLIERA. EXT. GIORNO
Stanchi e bagnati i ragazzi risalgono per la scogliera. Lucio si volta indietro.
LUCIO Guardate…
Spinto dalla corrente, il canottino sta ritornando vuoto verso la riva.
SERGIO Quel cretino non sa neanche come ancorare un canotto.
LUCIO Lo andiamo a prendere?
MARIO Non toccherei mai niente di quello che appartiene al dottor Baroni. Mi fa troppo disgusto.
MARA Avevo lasciato Ciccio con Dado. Dove sono finiti tutti e due?
MARIO A quest’ora saranno già tornati a casa.
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SCENA 53. RIVA MARE. EXT. GIORNO
Il canottino viene spinto dalle onde vicino a riva. Una mano lo blocca. È quella di Dado; vicino a lui c’è Ciccio.
DADO Sai, Ciccio, io sono un grande nuotatore.
CICCIO Anch'io . DADO No, tu non sai nuotare, tu hai bisogno della ciambella!
CICCIO No, non è vero. So nuotare, io.
DADO Vieni con me allora.
I due bimbi salgono sul canottino. Dado lo spinge via dalla riva e impugna la pagaia. Dalla scogliera si affaccia Lucio.
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SCENA 54. MARE. EXT. GIORNO
Il canottino con i due bimbi, poco al largo della scogliera. Tra le rocce s'intravedono numerose spaccature: è una zona ricca di grotte. Dado, sul canottino, governa come può con la pagaia.
CICCIO Dove stiamo andando?
DADO Sei mai stato alla grotta del bue?
CICCIO No. È pericoloso?
DADO Solo se si sveglia il bue.
SCENA 55. CASA DI DADO. EXT. GIORNO
Lucio raggiunge il gruppo dei ragazzini che, già rivestiti, sono in vicinanza della casa di Dado.
MARA (A Lucio) Non sono neppure qui. Hai idea di dove potrebbe essere andato tuo fratello?
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LUCIO Sì. Più che un’idea.
MARA E che ci aspetti a dirmi dov’è?
LUCIO A mare. Sul canotto di gomma.
MARA Da solo?
LUCIO No. Con Ciccio.
MARA Ma… se Ciccio non sa nemmeno nuotare. Dado è completamente pazzo. Fai qualcosa…
LUCIO Completamente pazza sei tu. Chi ha affidato Ciccio a Dado?
MARA Oh… aiuto! Mamma, papà, aiuto!
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SCENA 56. MARE/GROTTA. EXT. GIORNO
Il canottino con Dado e Ciccio è in difficoltà vicino agli scogli, a causa della risacca delle onde. Dado riesce però a portarlo dentro l’apertura della “Grotta del bue”, al cui interno l’acqua è calma.
DADO Siamo arrivati.
La grotta non è molto grande, ma Ciccio guarda attonito per la meraviglia.
CICCIO Dov’è il bue?
In fondo alla grotta c’è una piccola spiaggia di sassi. Dado vi accosta il canottino.
DADO Prima scendiamo; poi te lo faccio vedere
Scendono. Ciccio è molto esitante e impaurito. Si aggrappa come può ad uno scoglio. Dado invece sembra molto sicuro di sé. Appena sceso, spinge con una pedata il canottino, che si allontana, verso l’imboccatura della grotta.
DADO Conosci la storia del paese dei Lucenti?
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SCENA 57. CASA DI MARA. INT. GIORNO
Il padre di Mara compone nervosamente un numero sul disco di un telefono a muro. Sua moglie e la figlia gli sono accanto, agitatissime. Vicino la soglia, piuttosto imbarazzato, c’è Lucio.
PADRE DI MARA Pronto… pronto! …finalmente! Polizia? Ho smarrito mio figlio… cioè, no: è stato rapito mio figlio.
SCENA 58. MARE/GROTTA. EXT. GIORNO
Il canotto di gomma galleggia all’imboccatura della grotta; la risacca minaccia di portarselo via in qualunque istante. Ciccio lo guarda andar via, con estrema apprensione.
DADO …erano in lotta con gli uomini. Perché? Boh… forse per stabilire chi fosse il più bello… no, no: facevano proprio come gli uomini. Si ammazzavano fra loro. Ma sono stati puniti. Fra di loro ora c’è il “male”. Sai cos’è il male, Ciccio?
CICCIO Il canottino…
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DADO Un ragazzo coraggioso come me li potrebbe però salvare; io potrei salvarli… Ma cosa stai guardando?
CICCIO Il canottino… il mare lo sta portando via! (scoppia a piangere)
DADO E allora? Torniamo a nuoto. Mi hai detto che sai nuotare.
CICCIO L’acqua… è fredda!
DADO Però tu mi devi ascoltare… se non mi ascolti me ne vado da solo (fa il gesto di tuffarsi)
CICCIO Dado! Non mi lasciare solo…
L’apertura della grotta si oscura per un momento, come se qualcosa di grande le fosse passato davanti.
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DADO Aspetta… c’è qualcosa. Sto tornando (si tuffa)
L’acqua nella grotta è davvero gelida. Scosso dai brividi, Dado nuota lentamente fino all’imboccatura della grotta, dove c’è il canottino. Dapprima la luce del sole lo abbaglia. Poi vede qualcosa che lo fa spaventare. Salta sul canottino e lo spinge dentro la grotta gridando:
DADO Ciccio, Ciccio! Tieniti stretto, tieniti forte!
Ciccio si aggrappa allo scoglio con tutta la sua forza. Un boato sordo proviene dall’esterno della grotta. Una grossa onda vi fa irruzione, sballottando il canottino di Dado e innaffiando Ciccio, che riesce però a non farsi trascinare. Dado è arrivato col canottino vicino a Ciccio, completamente scolato e piangente.
DADO Salta su. In fretta.
Dall’esterno giungono ora delle voci di uomo, indistinte e concitate.
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SCENA 59. PORTICCIOLO. EXT. TRAMONTO
Dado e Ciccio sono sul molo, insieme ad un uomo in divisa. Un piccolo gruppo di persone, fra cui gli amici di Lucio, il padre e la madre di Mara, la madre di Dado si avvicinano.
CICCIO Mamma…
Corre ad abbracciare la mamma. Nel frattempo una lancia a motore con l’insegna dei carabinieri accosta al molo. Ne scendono, accompagnati dai carabinieri, tre uomini scuri con le manette ai polsi.
PADRE DI MARA (ad un carabiniere) Sono stati loro? Hanno rapito mio figlio? La forca ci vorrebbe!
CARABINIERE No… fanno pesca di frodo con le bombe. L’hanno combinata grossa, questa volta, ma suo figlio non c’entra. Suo figlio sta benissimo.
PADRE DI MARA Non c’entrano loro? Allora la colpa è stata tutta di questo piccolo delinquente (dà uno schiaffone a Dado)
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DADO Ahi! (scappa dietro la mamma)
MAMMA (al padre di Mara) Non ci provi più a toccare mio figlio! (a Dado) Con te facciamo i conti poi!
PADRE DI MARA Suo figlio per poco non faceva annegare al mio Ciccio! Ci pensi lei, se ne è capace, a suonargliele una buona volta!
MAMMA Ci penso io, sì. Ma se lei si prova un’altra volta ad alzare le mani sul mio Dado, uno schiaffone così (dà uno schiaffo a Dado) non glielo toglie nessuno!
PADRE DI MARA Signora, non le dico quello che penso di lei e di suo figlio perché sono un galantuomo…
La mamma di Dado sta per rispondergli arrabbiata, quando il suono di una sirena fa tacitare il gruppo. Un’autoambulanza risale il molo. Sulla lancia, ci si accorge ora, c’era il corpo di un ragazzo. È il figlio del dottor Baroni. Il dottore e i lettighieri scendono dall’autoambulanza, ma sembra che non c’è più niente da fare. Il corpo viene adagiato sul molo. Dado, semi piangente, per le botte ricevute, si avvicina per guardarlo da vicino. I ragazzi sono sgomenti, guardano intimoriti ora il corpo, ora il dottore piegato dal dolore. Lucio si avvicina al fratello.
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DADO È morto così? È per questa cosa che si fa la guerra?
LUCIO Non guardare, Dado, andiamocene.
DADO Non è stata colpa mia. È tutta colpa del “male”. Il “male” sta in fondo al pozzo.
LUCIO Ma cosa dici?
DADO C’è una cosa in fondo al pozzo. È il “male”, ma non ho potuto vedere come è fatto.
LUCIO Stai delirando, Dado.
DADO No. Non l’ho visto perché non sono riuscito ad aprire la grata. Ma c’è. Ti giuro che è lì in fondo al pozzo. E se noi l’avessimo cacciato di là, questo non sarebbe successo.
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Il gruppetto di persone si è allontanato silenziosamente. Lucio spinge via Dado e fa per avvicinarsi alla mamma, ma Dado si allontana.
SCENA 60. CASA DI DADO. EXT. SERA.
Lucio e la mamma rientrano in silenzio. Sulla porta di casa Lucio si volta a chiamare Dado.
LUCIO Dado, sbrigati a venire (nessuno risponde) E va bene, hai vinto tu. Domani andiamo a vedere cosa c’è nel pozzo.
DADO (emergendo dal buio) E nessuno mi picchierà?
LUCIO Perché mai? Dovresti sentirti abbastanza punito già così…
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SCENA 61. GIARDINO DELLA CASA DIROCCATA E POZZO. EXT./INT. GIORNO.
La grata e il viso di Dado si rispecchiano sul fondo del pozzo. Lucio è accanto a lui.
DADO Quanto è profondo?
LUCIO Al massimo, ci saranno due dita d’acqua. La cisterna è quasi completamente secca.
DADO Andiamo a vedere?
LUCIO Vado io solo. Tu stai attento al guardiano.
Lucio posa una torcia elettrica sul bordo del pozzo e, con un coltellino, armeggia sulla serratura della grata, fino a farla saltare. Apre la grata e porge il coltello al fratellino.
LUCIO Ecco... Ora sei armato, non devi avere paura di questo guardiano.
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Attaccandosi ai pioli di ferro di una scaletta rudimentale, Lucio scende con cautela dentro il pozzo. Sul fondo sono franati sassi e mattoni. Lucio tasta le pareti attorno a se finché non trova la fenditura da cui c’è stato il crollo. Nel frattempo Dado osserva una grossa lucertola che si nasconde tra le pietre del pozzo.
LUCIO C’è qualcosa di gelido qui… di metallico... Dado, buttami la torcia.
DADO Eccola…
Dado lancia la torcia a Lucio che la prende al volo, l’accende e guarda davanti a sé.
LUCIO Santo cielo…
Piantata nella fenditura, alla luce della torcia elettrica è ben visibile la testa metallica di una grossa bomba d’aeroplano.
SCENA 62. BOMBA CHE CADE E DISTRUZIONE CASA
La bomba cade come alla fine della 4a e nella 16b. Colpisce la villa; il lato della villa vicino al pozzo si affloscia con un gran polverone. La polvere sovrasta e avvolge il pozzo.
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SCENA 63. CANCELLO VILLA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Lucio e Dado sono al di fuori della villa diroccata, vicino al cancello.
LUCIO Vedi Dado, la bomba non è esplosa: ha colpito la villa dei nonni dalla parte della cucina, l’ala più vecchia e cadente: forse l’ha solo sfiorata, quel pezzo di casa non aspettava altro che di crollare. Invece la bomba ha centrato la cisterna, l’ha sfondata ed è finita in fondo al pozzo; e non è esplosa; le macerie della cucina hanno ricoperto il buco e così nessuno s’è accorto di niente.
DADO Come mai nessuno è andato a guardare?
LUCIO E chi aveva interesse? I nonni sono morti, poco prima che finisse la guerra, l’uno dopo l’altra. E la casa è stata abbandonata fino ad allora. Solo noi ragazzi ci andavamo a giocare. Non è stata mai venduta… anzi: non era mai stata venduta.
DADO Cosa?
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LUCIO Niente.
DADO E cosa faremo ora?
LUCIO Non faremo nulla. È lì da otto anni e non è mai scoppiata. Se lo sapessero i carabinieri che c’è una bomba, manderebbero gli artificieri. La farebbero brillare, cioè scoppiare. Un’esplosione enorme: quella bomba è grossissima. Ci allontanerebbero da casa nostra, potremmo addirittura restare senza casa.
DADO Ma non può rimanere lì. È il male. Senza quella bomba i Lucenti sarebbero già liberi, papà sarebbe tornato, il figlio del dottor Baroni non sarebbe morto…
LUCIO Quella bomba non può aver provocato tutto questo.
DADO Sì, invece.
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LUCIO E poi mi hai detto che c’è un guardiano. Come puoi mandare via la bomba, se prima non sconfiggi il guardiano?
DADO Troverò il guardiano…
LUCIO Non farai niente di tutto questo. Non ti bastano i guai che hai già combinato? Tu d’ora in poi a questa casa non ti avvicinerai neppure! Se ti scoprirò, o chiunque altro mi verrà a dire di averti visto dalle parti di questo cancello, allora imparerai finalmente cosa vuol dire averle suonate. Mi hai capito?
DADO Capito, sì… sei tu che non vuoi capire: sei come tutti gli altri, sei come la mamma, sei come il papà della tua amichetta, come il dottor Baroni prima che il cielo lo punisse… come i tuoi amici: siete tutti gli stessi: non volete capire e sentire nulla!
LUCIO Dado, questo non c’entra niente! È una cosa seria: giurami che non verrai mai più a giocare da queste parti!
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DADO Lo giuro! Lo giuro! Tanto… che te ne frega se sto a giurare, se non mi credi mai, se non mi hai mai ascoltato. Come tutti gli altri, sei come tutti.
Dado corre via per la campagna, sparisce rapidamente dalla vista di Dado. Si alza il vento, scuote i rami degli alberi vicino alla villa. Qualche foglia comincia a volare via.
NARRATORE (V.O.) Quel giorno finiva l’estate…
SCENA 64. DA CASA DI DADO ALLA FERMATA D’AUTOBUS. EXT. GIORNO
Fuori dalla porta di casa, la mamma con Dado vestito da scolaretto, col grembiulino nero e la cartella, gli aggiusta il fiocco azzurro da scolaro delle elementari.
MAMMA …e ubbidisci alla tua maestra, e non farle perdere la testa come la fai perdere a me. E non litigare con i tuoi compagnetti, almeno il primo giorno. Non gli tirare pietre addosso, come hai fatto l’anno scorso.
Dado, visibilmente annoiato, si volta per andarsene.
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MAMMA …ma, soprattutto, rispondi quando ti rivolgono la parola!
Sempre silenzioso, Dado si avvia verso la fermata dell’autobus. Nella strada davanti casa incrocia la zia.
ZIA Dado! Questa volta è vero che vai a scuola!
Dado procede a testa bassa. La zia si avvicina alla mamma che, sull’ingresso guarda il figlio allontanarsi.
ZIA Ma non parla più?
MAMMA Neanche a me dice più niente…
ZIA Bisogna proprio correggerlo questo ragazzino!
Dado ora incontra Lucio, che lo stava aspettando.
LUCIO Su, svelto! Il bus non ci aspetta di certo.
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I due camminano a fianco per un sentiero di campagna che, presto, li conduce sulla strada asfaltata, dove spicca l’insegna della fermata dell’autobus. Il bus arriva. Fra i ragazzi già lì ad attenderlo, ci sono Lia e Olivia, anche loro col grembiule nero da scolarette.
OLIVIA (a Lia, ma a voce alta per farsi sentire) Guarda lì: Bagonghi e Bagonghino.
LIA Davvero una bella coppia…
Lucio fa salire Dado sull’autobus dopo le due sorelle, sale anche lui e, assieme a Dado, sceglie un posto accuratamente lontano da quello in cui si sono sedute le ragazzine.
LUCIO (a Dado, sottovoce) Non si sono guardate bene allo specchio quelle due!
SCENA 65. SCUOLA ELEMENTARE. EXT./INT. GIORNO
All’ingresso di una scuola elementare i bambini entrano allegramente. Dado, in mezzo a loro, è sempre silenzioso e solitario. All’interno della classe, la maestra fa un dettato ai bambini chini sui banchi.
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MAESTRA “…pensa a quel malanno del paese, a quel Mozzoni che ora è in città a fare il vagabondo”, Mozzoni con due zeta, bambini, “che a ventiquattro anni è stato due volte in galera”, attenti a come lo scrivete ventiquattro, “e ha fatto morire di crepacuore quella povera donna di sua madre…”
Mentre Dado scrive, con calligrafia grossa e sgraziata, una voce bisbigliata lo distrae.
BIMBA (v.o.) Vieni qui, Dado, non aver paura…
Dado si volta: alle sue spalle una scolaretta sta scrivendo il dettato. Somiglia alla bimba dei Lucenti.. Dado le si avvicina.
DADO Sei tu? Come hai fatto a liberarti?
BIMBA (strilla) Signora maestra!
MAESTRA (interrompendo il dettato) Ferrandi, sei sempre tu! Non copiare il compito della tua compagnetta, se non vuoi essere messo in castigo!
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SCENA 66. CAMPAGNA NEI PRESSI DELLA CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Alcuni operai stendono una recinzione di filo spinato attorno alla villa diroccata. Dado, ancora in grembiulino e con la cartella in mano, osserva la scena a distanza di rispetto. Sul filo spinato, un operaio appende un cartello di pericolo, con un teschio disegnato sopra. Gli operai s’allontanano e Dado si avvicina.
DADO (osservando il teschio) È lui… Papé bagòng, papé bagòng, papé bagòng…
SCENA 67. CASA DI DADO. INT. SERA
Cena molto silenziosa a casa di Dado, a tavola con la mamma e il fratello. Dado, lasciando il piatto quasi pieno, si dirige verso la sua stanza.
LUCIO Ciao, mamma. Io esco…
MAMMA Lucio, dove vai a quest’ora? Perché non pensi invece a tuo fratello? Non mi dice più niente, ora non mangia neppure…
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LUCIO Mamma, che ci posso fare io!
MAMMA Prova a parlarci tu, una volta, visto che a me non mi ascolta nemmeno…
LUCIO Forse avresti dovuto parlarci tu, e molto prima…
MAMMA Lucio!
LUCIO Va bene mamma: vado io a parlarci.
SCENA 68. STANZA DI DADO. INT. SERA
Dado è già sul suo lettino, quando entra Lucio.
LUCIO Allora, Dado: oggi all’uscita da scuola non ti sei fatto trovare. Dove ti eri cacciato? Scommetto che sei andato alla villa dei nonni.
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DADO No.
LUCIO Non ci credo.
DADO Hanno recintato tutto.
LUCIO Cosa?
DADO Sì, col filo spinato.
LUCIO Non ti avevo detto forse di starci alla larga? (Dado non risponde) Uff… hanno fatto in fretta a recintare. Meglio così... Dado... si può sapere cosa ti prende?
DADO (non lo ascolta) C’è un cartello…
PP su Dado che chiude gli occhi steso nel letto.
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SCENA 69. SOGNO
69a. Giardino casa diroccata. EXT. notte. Il fuoco brucia di nuovo all’interno del giardino della villa diroccata.
BIMBA (v.o.) Dado… Dado!
DADO Dove sei?
BIMBA (in PPP dietro il fuoco) Sono qui… ma non venire. Sono orribile. Ormai la nostra trasformazione è quasi ultimata.
DADO Posso fare qualcosa, ancora?
BIMBA Sì… solo tu puoi fare qualcosa; ma in fretta. Domani distruggeranno la casa. E se non sconfiggi prima il male e il suo guardiano resteremo chiusi per sempre e finiremo col morire tutti… no, non ti avvicinare!
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Dado, come ipnotizzato, si dirige verso il fuoco. Dietro vede fuggire le fiamme l’ombra di un grosso animale; fa per inseguirlo, ma scivola; crede di cadere verso il fuoco…
DADO Aiuto…
69b. Prato. EXT. giorno. Dado è scivolato a faccia in giù nell’erba. Solleva la testa, ma una luce fortissima in un primo momento lo acceca. Ora riesce a vedere: si trova su di un prato illuminato dal sole di mezzogiorno. In lontananza, un uomo in divisa cammina verso di lui fischiettando. È il sergente della scena 4.
DADO Papà!
Il sergente gli va incontro e lo abbraccia.
SERGENTE Quanto sei bello, figlio mio! Saresti dovuto essere la mia gioia e la mia vita… invece, non ho mai saputo neppure che faccia avessi. Chiedimi pure tutto quello che vuoi, Dado, e io te lo darò.
DADO Papà, voglio il tuo coraggio!
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SERGENTE Il mio coraggio… è giusto. Ne hai di bisogno perché dovrai affrontare un nemico terribile. Ma tu non avere paura: andrai da lui e lo sconfiggerai, fallo per me, Dado!
DADO Ma dopo, tu tornerai?
SERGENTE Questo non è possibile.
DADO Perché lo devo fare, allora?
SERGENTE Per me, per la mamma, per tutti. Tutti quanti devono sapere quanto è coraggioso mio figlio. Come suo padre… Tu solo puoi salvare il paese dei Lucenti, ricordati però: prima devi sconfiggere il guardiano.
DADO Chi è il guardiano, papà?
SERGENTE Lo riconoscerai…
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Il padre svanisce in dissolvenza sul volto di Dado che si risveglia.
SCENA 70. STANZA DI DADO. INT. NOTTE
Dado si rialza dal letto e si guarda attorno: sul letto accanto al suo Lucio dorme profondamente. Con cautela, Dado scende dal letto e si avvicina a quello del fratello; sotto il letto trova la chiave del cassettone in cui Lucio custodisce la sua preziosa scatola. Apre il cassettone, mentre il fratello si rigira nel letto, ma non si sveglia. Prende la vecchia pistola tedesca e la nasconde dentro la sua cartella, da cui ha tolto via i libri e i quaderni. Richiude tutto e rimette la chiave sotto il letto di Lucio.
SCENA 71. CASA DI DADO. EXT. MATTINA
Lucio esce di casa e si guarda attorno.
LUCIO Mamma, dov’è Dado?
MAMMA (dall’interno) È uscito, è andato a scuola da solo.
LUCIO Così presto?
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MAMMA Se va a dormire presto, si sveglia presto.
LUCIO Sarà…
Si incammina verso la strada.
SCENA 72. FERMATA DELL’AUTOBUS. EXT. MATTINO
Lucio aspetta l’autobus alla solita fermata. Le due sorelle Lia e Olivia, lo guardano di sottecchi e ridacchiano. Lui gli alza le spalle. Passa Mario in bicicletta.
MARIO Ehi, Lucio!
LUCIO Ciao, Mario.
MARIO Ho una cosa molto importante da farti vedere.
LUCIO Ora non posso: sta arrivando il bus.
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MARIO Ma se ti dico che è molto importante. .. A scuola ti ci accompagno io. Oppure entreremo più tardi.
L’autobus giunge alla fermata. Le persone che lo aspettavano, tra cui Olivia e Lia, salgono. Lucio sembra un po’ indeciso, ma poi fa ripartire l’autobus.
LUCIO Allora, cosa c’è?
MARIO Guarda un po’ qui… (apre un sacchetto di carta e glielo porge)
LUCIO (allarmato) Che cos’è?
MARIO Dinamite! L'ho rubata ieri sera al cantiere.
LUCIO Quale cantiere?
MARIO Ma dove vivi? Sei sempre l’ultimo a sapere le cose.
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Il cantiere vicino alla villa diroccata. Stanno aprendo una grossa strada, e costruiranno una fabbrica. Faranno saltare tutte cose.
LUCIO Con l’esplosivo?
MARIO Sì, hanno una gran fretta di finire… così fanno prima.
LUCIO Non è possibile! Presto, è questione di vita o di morte: mi devi accompagnare dai carabinieri.
MARIO Con questa roba? Se me la trovano siamo nei guai tutti e due.
LUCIO Vado io solo, allora. Dammi la bicicletta, presto…
MARIO E io come ci vado a scuola?
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LUCIO Ti ho detto che è questione di vita o di morte! E poi, puoi entrare più tardi.
Lucio fa scendere l’esterrefatto Mario dalla bicicletta, se ne impossessa e comincia a pedalare furiosamente.
SCENA 73. COMANDO DEI CARABINIERI. EXT./INT. GIORNO
CARTELLO: “Comando stazione Carabinieri di …”. È un piccolo locale a piano terra. Lucio arriva trafelato sulla bicicletta, scende ed entra dopo averla poggiata al muro. All’interno un carabiniere in maniche di camicia, batte a macchina usando un dito solo.
LUCIO Buongiorno…
CARABINIERE Devi aspettare un momento.
LUCIO È una cosa urgente… c’è una bomba…
CARABINIERE Urgente? Ma chi sei? (lo guarda) Ah, sì, ti conosco: Lucio Ferrandi…
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LUCIO Sì…
CARABINIERE …il figlio di Ferrandi il disertore. Dove è scappato tuo padre? In Australia? In Sudamerica? Aveva la cassa del reggimento con sé, lo sai? E quella povera donna di tua madre, magari lo sta aspettando ancora!
LUCIO Ma che c’entra questo?!
CARABINIERE E di quale bomba vai parlando? Come quella con cui il mese scorso è morto quel povero ragazzo, Baroni? La colpa è stata di tuo fratello, vero? Quel piccolo delinquente sta venendo su come il papà…
LUCIO Ma perché non si fa gli affari suoi?
CARABINIERE Ma come ti permetti? Ci sei venuto tu qui. Cosa vuoi, insomma?
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LUCIO Niente, non voglio niente (si volta e fa per andarsene)
CARABINIERE E non dovresti essere a scuola a quest’ora?
Lucio esce. Inforca nervosamente la bicicletta, fa poche pedalate e poi si ferma.
LUCIO Possa scoppiare in culo a tutti quanti questa dannata bomba! Che faccia saltare in aria proprio tutti: gli operai del cantiere, i carabinieri e la polizia assieme, il treno, casa della mamma e mio fratello Dado! Dado… ma dove sarà Dado?
SCENA 74. RECINZIONE E GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Il cartello con il teschio e la scritta “Divieto d’accesso” appeso al filo spinato della recinzione. Proprio lì sotto, ben acquattato a terra e stringendo la sua cartellina, sta passando Dado. Si avvicina al cancello che è aperto, però subito si nasconde dietro un folto cespuglio: nel giardino stanno lavorando degli operai: con i martelli pneumatici scavano delle buche alla base dei muri della casa. Dado resta nascosto ad osservare.
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SCENA 75. SCUOLA ELEMENTARE. EXT. GIORNO
Lucio, che ha appena posato la bicicletta, si rivolge ad un bidello all’ingresso della scuola elementare di Dado.
LUCIO Devo chiamare un bambino, Ferrandi della Terza B…
BIDELLO Non è possibile. A quest’ora c’è lezione.
LUCIO Sono suo fratello… è per via della mamma… sta molto male, lo vuole vedere subito, prima di…
BIDELLO Sicuro?
LUCIO Sì, sì…
BIDELLO Mi stai prendendo in giro?
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LUCIO Certo che no… in fretta, per favore!
BIDELLO Aspettami qua… attento però: se mi hai preso in giro è un guaio per te!
Il bidello entra. Lucio lo aspetta un po’ nervoso. Dopo un po’ fa ritorno.
BIDELLO Guarda che tuo fratello in classe non c’è. Oggi a scuola non c’è venuto proprio.
LUCIO Oh, no! …povera mamma!
Lucio salta sulla bicicletta e scappa via.
SCENA 76. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Gli operai all’interno del giardino stanno terminando il loro lavoro. Uno ha finito di srotolare e tagliare un grosso cavo nero. Ora si allontanano dalla zona davanti all’ingresso. Dado esce dal suo nascondiglio. È il momento buono per attraversare il giardino. In un attimo è sui gradini davanti alla porta di casa. Entra senza essere visto.
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SCENA 77. RECINZIONE. EXT. GIORNO
Lucio, pedalando affannosamente verso la villa dei nonni, si trova all’improvviso davanti al filo spinato nel punto dove c’è il cartello di pericolo. Frena, ma la bicicletta gli scivola sotto i piedi, finisce a terra con la faccia in avanti verso la recinzione.
MARIO (venendo alle sue spalle) Ehi, così mi rovini la bicicletta!
Lucio si volta. Dietro di lui c’è Mario insieme a Mara e Sergio.
MARA Ciao, Lucio.
LUCIO Che cosa fate qui?
SERGIO Siamo venuti per non perderci lo spettacolo: fra poco fanno saltare in aria la vecchia villa.
LUCIO Siete pazzi? Qui fra poco potremmo saltare tutti in aria, non soltanto la casa… avete visto Dado?
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SERGIO Ma che stai dicendo?
MARIO No. Non c’è Dado.
MARA Forse sì… quello è per caso suo?
Impigliato al filo spinato c’è il fiocco azzurro di Dado.
LUCIO Sì… è là dentro. Devo andarci. Voi scappate più lontano che potete: c’è una bomba enorme sotto il pozzo!
SERGIO Non dire stupidaggini!
MARA Non fare follie, Lucio.
Lucio s’infila sotto il filo spinato e corre verso la casa. Mara, correndo lungo la recinzione, grida cercando di attirare l’attenzione degli operai.
MARA Fermi! Fermi!
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Una miccia viene accesa e comincia a bruciare in quello stesso istante.
SCENA 78. CASA DIROCCATA. INT. GIORNO
Dado è alla base della scala interna della casa diroccata. Guarda su con apprensione e poi inizia a salire i gradini con cautela, tenendo la cartella tra le braccia incrociate sul petto. Ora è davanti alla porta della stanza con la cassapanca ricoperta dal panno. Esita; poi entra.
DADO Dove sei?
Dapprima sembra non succedere niente. Poi un lieve rumore di passi sembra provenire dalla stanza accanto. Dado fissa ora la cassapanca. Il panno si muove come nella scena 33. Dado è molto impaurito ma non scappa.
DADO Fatti vedere! Fatti vedere subito!
Il panno si solleva e si dissolve, rivelando dietro di sé una figura mostruosa: il corpo semi scheletrito e semi putrefatto di un soldato tedesco, con l’elmetto e la divisa sbrindellata. Nella cintura vi sono appese due bombe a mano; le mani finiscono in artigli.
IL GUARDIANO Questa volta ti ho raggiunto… non puoi più scapparmi, Dado!
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DADO Io non scappo… perché sono coraggioso… e sono armato (esce la pistola dalla cartella)
IL GUARDIANO Ahahah! Mi fai ridere…
La creatura avanza verso Dado che gli punta contro la pistola
DADO Non devi più fare morire i bambini…
LUCIO (v.o.) Dado! Dado!
GRIDA DI UOMINI (dall’esterno) C’è un ragazzo! Buttati! Sta per scoppiare tutto! Oh Signore…
Dado preme il grilletto. La creatura grida e inizia a dissolversi in una nuvola di fumo.
SCENA 79. GIARDINO CASA DIROCCATA. EXT. GIORNO
Lucio, vicino al pozzo, si guarda intorno in cerca di Dado; poi si dirige verso l’ingresso della casa.
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LUCIO Dado!
GRIDA DI UOMINI A terra! A terra, ragazzo!
Dado esce dalla porta della casa, sporco di polvere e con una macchia di sangue sul volto; non ha più la pistola e la cartella. Lucio lo vede, lo prende per un braccio, lo spinge verso il pozzo e lo butta per terra coprendolo col suo corpo. La miccia finisce di consumarsi. Una, due, tre, quattro esplosioni in sequenza. Una pioggia di sassi grandina verso i ragazzi. Le pareti della casa ricadono su se stesse. Lucio, stringendo sotto di sé Dado, alza ora la testa per vedere cosa è successo; ma gli effetti delle esplosioni non sono finiti. Vicino al pozzo crollano i muri della cisterna e si aprono; si spacca anche il pozzo. La polvere ricopre tutte cose, mentre gli operai cominciano ad accorrere; ora si dirada, rivelando alla vista di questi ultimi non solo i due ragazzi, sporchi e laceri ma illesi, ma anche la bomba, che scintilla al sole, al centro della buca riaperta dalle esplosioni.
UN OPERAIO Gesùggiuseppemmarìa!
UN ALTRO OPERAIO (in siciliano) Bedda matri!
Tutti gli operai sono ora intorno alla bomba immobili per lo stupore e la paura. Qualcuno, in ginocchio, si fa il segno della croce. Lucio si rialza e fa alzare Dado. Lo ripulisce dalla polvere dai cui è completamente imbiancato.
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DADO Ce l’ho fatta, Lucio, ce l’ho fatta! I Lucenti sono salvi
LUCIO Lo so, Dado. Sei stato bravo. Ma ora andiamo a casa. La mamma ci aspetta.
Si incamminano verso la recinzione. Da dietro il filo spinato i ragazzi li guardano a bocca aperta. Dado stringe il braccio di Lucio.
SCENA 80. PAESAGGIO INDUSTRIALE E SPIAGGIA. EXT. MATTINO
Come alla fine della scena 1. Alcune ciminiere vomitano un fumo nero e denso.
NARRATORE (V.O.) La bomba fu disinnescata e la fabbrica fu costruita. Non portò lavoro e non ci fece restare nel nostro paese, anzi… fece fuggire tutti i suoi abitanti. Il paese fu evacuato perché era impossibile continuare a vivere in un posto così inquinato.
Una pietra affonda verso il fondo del mare. La sabbia si richiude sulla pietra.
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NARRATORE (V.O.) Ormai qui non ci sono più ragazzi che giocano o madri che attendono, ma la mia storia vi è rimasta racchiusa, per sempre; e non è poco. Non è poco in questi tempi sporchi, su questa terra inaridita e per questo mare ammalato, dove perfino le storie, oggi, si direbbero finite.
Il bimbo della prima scena lascia la spiaggia per dirigersi verso casa.
DADO Mamma, sto arrivando!
Panoramica sul paesaggio, mare e campagna, ritornato bello e luminoso come nel tempo dei ricordi.
FINE
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