Osservazioni Pgt Vigevano Architetti

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ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di pavia

Considerazioni sul Documento preliminare del nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Vigevano Per la città di Vigevano, l’elaborazione del nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) costituisce un motivo di riflessione su risorse, criticità e prospettive del proprio territorio comunale. Non solo: l’obbligo di preparare il PGT, disposto in modo perentorio dalla Legge Regionale n. 12 del 2005 con la sua fatidica norma transitoria, di cui all’articolo 25, è anche occasione per rivedere i contenuti dello strumento urbanistico vigente, pur approvato recentemente. Nel suo breve corso quadriennale, infatti, l’attuale Piano Regolatore Generale (PRG) ha mostrato alcune difficoltà di attuazione, alle quali si è ovviato con una rapida destituzione delle sue previsioni più raffinate e innovative. Le distorsioni applicative del PRG vigevanese, del resto, sono emerse più volte e in varie sedi, come è capitato spesso di evidenziare. E’ noto ad esempio che: 1.

a fronte delle maggiori volumetrie ammesse, negli spazi dei tessuti consolidati e diffusi si è costruito massicciamente, sfruttando la massima capacità edificatoria consentita, senza peraltro provvedere ad adeguamenti delle infrastrutture e dei sottoservizi di carattere pubblico necessari alla piena funzionalità degli stessi;

2.

inoltre, definiti i diversi obblighi onerosi, gli interventi attuativi nelle aree di trasformazione sono stati di fatto ridotti ai minimi termini, lasciando da parte la realizzazione dei corridoi boscati, previsti all’interno delle grandi superfici di cessioni imposte;

3.

poi, data la natura inventariale e orientativa attribuita al Piano dei Servizi, in tutto il territorio comunale è stato disatteso il riferimento a tale strumento quale guida

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costante per le scelte urbanistiche, e soprattutto per la definizione delle nuove funzioni collettive e delle occorrenti attrezzature pubbliche; 4.

e ancora, considerate le elevate quote di piantumazioni, fissate in relazione alle nuove edificazioni, nelle proprietà private è stata invece abbandonato l’obbligo di sistemazione delle stesse con alberi e arbusti, senza però pensare ad alternative per il raggiungimento di similari quantità di verde.

Evidentemente, tutte le questioni sopra citate derivano non solo da una non facile gestione dell’ultimo PRG (causata anche dalla persa abitudine ad affrontare le tematiche delle trasformazioni territoriali e dalla lunga astinenza a costruire nella nostra città), ma anche da impostazioni di Piano che, come reso manifesto negli ultimi dibattiti e come viene riconosciuto da questo Documento Preliminare, il Piano di Governo del Territorio dovrebbe e sembrerebbe intendere - correggere o perfezionare. Proprio in ragione di tali considerazioni, il nostro contributo riconosce al PGT la sua importanza strategica di indirizzo generale, ma anche di guida alle condotte particolari per le variazioni strutturali e paesaggistiche della futura Vigevano. Nelle linee generali del Documento Preliminare di PGT, pubblicato in rete e illustrato in riunioni e dibattiti partecipativi, sono già definiti, in sintesi, gli elementi significativi del nuovo strumento urbanistico comunale, indicando quali punti salienti: a.

l’importanza di riqualificare e completare il sistema della mobilità su gomma e su ferro, al fine di garantire migliore accessibilità alla città nel suo insieme;

b.

l’esigenza di riqualificare e dotare di funzioni al servizio dei cittadini gli spazi centrali e in particolare quelli del Castello visconteo sforzesco, della Stazione ferroviaria e del vecchio Macello;

c.

la necessità di insediare nuove macro funzioni, esternamente al centro abitato, lungo le direttrici principali della viabilità stradale, consistenti in quattro poli di sviluppo del territorio comunale: un’area commerciale a Nord (Outlet), un’area per il tempo libero ad Est (ex-Bocca), un’area produttiva ad Ovest (Cascina Cavalli) e un centro espositivo a Sud (Colombarone della Sforzesca);

d.

la conferma dimensionale delle aree di trasformazione, già individuate dal PRG in corso di vigenza, rivedendone in parte i meccanismi attuativi ed eliminando alcune delle precedenti limitazioni;

e.

l’urgenza di sistemare le aree di proprietà comunale, incluse quelle ottenute dalle cessioni nell’ambito della pianificazione esecutiva, tramite idonee destinazioni da

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inquadrare nel nuovo Piano dei Servizi, comprendendo tra queste anche l’edilizia residenziale pubblica; f.

l’utilità di revisionare i corridoi ecologici, introdotti nel vigente Piano ma non compiuti come prescritto dalle sue norme, anche riutilizzando i medesimi, temporaneamente, con piantagioni atte a produrre biomassa;

g.

l’aggiustamento delle norme prescrittive e gestionali del Piano urbanistico generale, da riformulare con attenzione agli aspetti più critici.

Per quanto attiene alle soluzioni proposte dal Documento Preliminare di PGT, si possono svolgere alcune considerazioni e suggerire qualche ipotesi, nell’intenzione di contribuire alla predisposizione del nuovo strumento di Governo del Territorio di Vigevano. In particolare:

A.

si condivide integralmente l’avere stabilito come prioritari per la città la riqualificazione e il completamento dell’intero sistema della mobilità, in modo da garantire piena accessibilità a Vigevano; e però si rimarca che il potenziamento della linea ferroviaria rappresenta e dovrebbe essere designato come priorità assoluta di tutto il PGT, inserendo come obiettivo primario la predisposizioni di atti e azioni utili al conseguimento di finanziamenti regionali o europei necessari agli interventi infrastrutturali sul ferro, anche ai sensi dell’articolo 8, comma 2, lettera “a”, della Legge Regionale n. 12 del 2005 (“il documento di piano individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le condizioni in ragione dei quali siano ambientalmente sostenibili

e

coerenti

con

le

previsioni

ad

efficacia

prevalente

di

livello

sovracomunale”);

B.

si ribadisce l’importanza di definire gli spazi centrali della città (in primis il Castello visconteo sforzesco, ma anche la Stazione ferroviaria, oppure il vecchio Macello) quali elementi strategici fondamentali del sistema di attrezzature cittadine, caricando gli stessi di funzioni regionali eccellenti, piuttosto che destinarli ai soli usi di carattere locale, anche ai sensi dell’articolo 8, comma 2, lettera “b”, della Legge Regionale n. 12 del 2005 (“il documento di piano determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto (…) della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale”);

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C.

si esprime poi qualche perplessità sulla localizzazione delle nuove macro funzioni, ubicate esternamente al centro abitato, le quali non sembrano sostenute da scelte motivate, di carattere urbanistico o territoriale, per il futuro della città, anche ai sensi dell’articolo 8, comma 2, lettera “c”, della Legge Regionale n. 12 del 2005 (“il documento di piano determina, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le politiche di intervento per la residenza (…), le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza sovracomunale”); nel dettaglio: -

l’area commerciale a Nord, ovvero la zona dell’Outlet lungo corso Novara, si inserisce in un’area libera in corrispondenza di uno dei pochi varchi ecologici rimasti tra le aree agricole occidentali e la valle del Ticino;

-

l’area ludica ad Est, nel comparto della ex-Bocca, si insedia a una distanza notevole dalla città, non servita dai mezzi pubblici e lungo un asse viabilistico oggi, si sa, pesantemente carico di traffico;

-

l’area produttiva a Ovest, vicino a Cascina Cavalli, viene impiantata in una zona priva di dotazioni infrastrutturali, occupando un ulteriore tassello della ormai satura strada Vigevanese;

-

in ultimo il centro espositivo a Sud, nell’area del Colombarone della Sforzesca, si innesta, con lo scopo di riqualificarlo, entro un complesso cascinale storico, tramite un’utilizzazione espositiva, giustamente dichiarata secondaria rispetto a quelle dell’area cittadina centrale, per la quale si potrebbe, con profitto e in prospettiva di lungo termine, pensare più ad attrazioni connesse alle risorse naturali e paesaggistiche del vicino Parco fluviale, che a luoghi espositivi generici e occasionali;

D.

per quanto concerne le aree di trasformazione, si rileva che sarebbe auspicabile stabilire, già all’interno del Piano di Governo del Territorio, i tempi e modi degli accordi tra pubblico e privato per l’attuazione delle stesse, nonché precisare univocamente in che cosa consista la coerenza degli strumenti urbanistici attuativi alle previsioni del PGT, come specificato dalla Legge 12 nel suo articolo 14, comma 1; tutto questo con lo scopo di garantire correttezza ed efficacia attuativa agli ambiti di trasformazione per la realizzazione delle idee del Piano, anche ai sensi dell’articolo 8, comma 2, lettera “e”, della Legge Regionale n. 12 del 2005 (“il documento di piano individua (…) gli ambiti di trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento);

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E.

si sottolinea inoltre l’occorrenza di dare sistemazione alle aree di proprietà comunale, comprese quelle cedute e cedibili all’interno delle citate aree di trasformazione, secondo una logica di fruibilità collettiva, considerando insieme le possibilità di accordo tra il soggetto pubblico e il soggetto privato, anche ai sensi dell’articolo 8, comma 2, lettera “d”, della Legge Regionale n. 12 del 2005 (“il documento di piano dimostra la compatibilità delle predette politiche di intervento e della mobilità con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione, anche in relazione agli effetti indotti sul territorio contiguo”);

F.

perciò non riconfermare l’idea di realizzare vere e proprie fasce a verde negli spazi ceduti al Comune dentro le aree di trasformazione, e proporre per gli stessi provvisorie piantagioni di biomassa, sembra una rinuncia all’uso comune di gran parte delle aree per servizi comunali, negando di fatto “la dotazione a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato” che la legge dispone come uno dei requisiti basilari del Piano dei Servizi, anche ai sensi dell’articolo 9, comma 1, della Legge Regionale n. 12 del 2005 (“I comuni redigono ed approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e da dotazione a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato, nonché tra le opere viabilistiche e le aree urbanizzate ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale, a supporto delle funzioni insediate e previste”);

G.

e’ utile ribadire che il perfezionamento delle Norme Tecniche del nuovo PGT dovrebbe, come in parte già fatto, correggere quegli aspetti particolari, e più volte segnalati (dapprima con le Osservazioni al PRG e poi direttamente attraverso confronti con l’Amministrazione Comunale e con gli Uffici Tecnici), che servono a dare precise regole prescrittive e gestionali del Piano di Governo del Territorio e a contribuire alla migliore costruzione architettonica e urbanistica della città di Vigevano, anche ai sensi dell’articolo 10 della Legge Regionale n. 12 del 2005.

Oltre agli argomenti generali sopra espressi si evidenziano anche le seguenti varie tematiche o spunti, che riteniamo doversi affrontare nel nuovo strumento urbanistico comunale:

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H.

Va segnalata l’urgenza di affrontare temi concreti che necessariamente un Piano di Governo deve valutare, al fine di ottenere un guadagno ecologico netto nell’azione artificiale svolta sul territorio. Si riportano per punti alcuni degli obiettivi ritenuti perseguibili: Obiettivi economici: -

incentivazione al risanamento ed alla manutenzione di edifici esistenti piuttosto che costruzione di nuovi edifici; Obiettivi ecologici:

-

evitare la dispersione urbanistica (dovrebbe essere ammissibile costruire in aree esterne solo se non si è in contrasto con il pubblico interesse ed in presenza di opere di urbanizzazione sufficienti);

-

ridurre la superficie edificabile, intesa come limitazione del consumo di suolo;

-

limitare l’impermeabilizzazione del terreno, ferme restando le necessità delle aree produttive artigianali e industriali;

-

costruire in modo energeticamente efficiente (oltre alle prescrizioni contenute nell’apparto normativo di riferimento, si dovrebbero studiare forme di incentivazione premiante per chi dimostra di ridurre ulteriormente le emissioni inquinanti e i gas climalteranti);

-

favorire il ricorso ad energie rinnovabili e favorire l’utilizzo di materiali naturali e certificati secondo criteri bioecologici (si può considerare l’introduzione di sistemi facoltativi e incentivanti di valutazione dell’ecobilancio riferiti alla sostenibilità degli organismi edilizi).

I.

Inoltre, si ribadisce che sia da incentivare una progettazione che pone come obbiettivi le maggiori dotazioni quali-quantitative di attrezzature e spazi pubblici,con particolare attenzione alla Qualità ambientale e agli interventi di riqualificazione paesaggistica. Sarebbe soprattutto opportuno introdurre una norma che preveda, laddove si realizzi un progetto con valenze ambientali ed energetiche di un certo valore, all’interno della città diffusa e di quella consolidata, una diminuzione degli oneri di urbanizzazione anziché in un bonus volumetrico che otterrebbe il risultato di congestionare ulteriormente un tessuto già saturo.

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L.

Con riguardo soprattutto agli spazi e ai vecchi edifici esistenti nel Nucleo di antica formazione si esprime la necessità di introdurre incentivi economici comunali, atti ad eseguire i lavori di manutenzione, di riparazione e di ripristino necessari per l’ottenimento del pubblico decoro.

M. Inoltre, sempre con attenzione al Nucleo di antica formazione, si suggerisce di regolare gli interventi edilizi sulla base di elementi prescrittivi relativi alle tipologie, nonché ai materiali e anche ai colori, in modo da non lasciare eccessiva e ampia discrezionalità sia per i progetti privati di intervento sia per le decisioni pubbliche sugli stessi.

N.

Per quanto attiene ancora alle Aree di Trasformazione, all’interno delle quali, nel Piano Regolatore Generale vigente sono imposte minime quote obbligatorie di destinazioni terziarie e commerciali, si chiede che queste siano eliminate dalle norme del nuovo Piano di Governo del Territorio, anche perché tali usi sono difficilmente attuabili nelle localizzazioni periferiche stabilite dallo strumento urbanistico per le aree soggette ai piani attuativi.

O.

Per il Territorio rurale è opportuno che, nell’ambito del nuovo PGT di Vigevano, anche considerando la sua appartenenza al territorio del Parco Lombardo del Ticino, sia effettuata un’analisi di dettaglio, verificando in particolare modo due aspetti: anzitutto quali siano gli edifici (o gli immobili) dismessi dall’attività agricola, ai sensi dell’articolo 10, comma 4, della Legge Regionale n. 12 del 2005, e parimenti quali siano gli insediamenti (o il complesso di edifici e relative pertinenze) non più utilizzati complessivamente ai fini agricoli, come previsto dalle norme tecniche del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco e dal suo “Regolamento relativo alle modalità per l’individuazione ed il recupero degli insediamenti rurali dismessi” emanato nel 2005 e sue s.m.i.

P.

Inoltre, nel Piano Regolatore Generale attuale ci sono refusi di varie dimensioni, cioè appezzamenti di terreni di pertinenza di edifici esistenti, inseriti in Piani di Lottizzazione, che andrebbero stralciati, edifici recenti a margine del centro storico inseriti nel tessuto del centro storico, appezzamenti di terreno a destinazione commerciale su strade sterrate a fondo chiuso ed altre situazioni ancora che andrebbero riviste con il contributo e la segnalazione dei privati e dei professionisti.

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Q.

Vista la necessità di utilizzare tetti e sottoetti e coperture piane per l’inserimento di pannelli solari e fotovoltaici ed eventuali centrali termiche ad impianto centralizzato, oltre che centrali di condizionamento, sarebbe opportuno che le scale condominiali accedessero a questi spazi in modo che le manutenzioni e le eventuali sostituzioni di parti di impianto possano avvenire in modo pratico, mentre attraverso le botole diventerebbe impossibile accedere se non con attrezzature di sollevamento esterne, con il conseguente aumento dei costi, contrario alla linea generale finalizzata a favorire l’inserimento di questo tipo di impianti.

R.

Sarebbe altresì opportuno specificare meglio le altezze massime degli edifici negli articoli che fanno riferimento ai tessuti. Infatti con le nuove normative entrate in vigore (cementi armati, risparmio energetico e acustica) è impossibile contenere l’interpiano a 3 metri (2,70 + 0,30): di fatto il pacchetto completo (struttura, riscaldamento a pavimento, isolamento termico ed acustico) ha uno spessore medio di almeno 45/50 cm; pertanto ne deriva che utilizzando questa tipologia di impalcato non è possibile rispettare le altezze massime imposte nei vari tessuti, se non rinunciando ad un piano. Si propone quindi di incrementare l’altezza massima attuale di una percentuale che permetta di rientrare nei nuovi parametri edilizi richiesti dalle norme.

S.

Infine, negli interventi industriali e artigianali non è possibile rispettare l’indice di permeabilità. Tutti le acque meteoriche derivanti dal dilavamento di piazzali e parcheggi di attività industriali e artigianali devono essere raccolte e mandate in fognatura così come prescritto sia dall’ASM di Vigevano che dal settore acque delle Provincia di Pavia (Regolamento Regionale del 24 marzo 2006 n. 4). Sarebbe necessario chiarire se per permeabilità s’intende un’area a verde, come pare sia, oppure un’area che garantisca un adeguato apporto di acqua alle falde sottostanti. Nella prima ipotesi, il 20% di Sf è una quota assolutamente inadeguata da utilizzare a prato, all’interno di un piazzale di movimentazione merci di un’azienda produttiva anche prescindendo dal veto di ASM e Provincia. Se invece la norma intende valorizzare l’utilizzo dell’acqua meteorica, si propone di recapitare alla pubblica fognatura tutte le acque di dilavamento dei piazzali e dei parcheggi, in parte contaminate dagli olii e da altre sostanze, mentre le acque di copertura potrebbero essere raccolte in una rete separata e convogliate negli strati

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superficiali del sottosuolo così da garantire un costante apporto di acqua piovana alla falda sottostante. Un’ulteriore proposta è quella di eliminare l’indice Ip e di fare riferimento ai pareri preventivi emessi dagli enti competenti (ASM e Provincia)

T.

Infine sarebbe opportuno inserire, all’interno delle tavole di PGT, il vincolo di 75 metri entro il quale bisogna richiedere ed ottenere il parere di Italfer e Ferrovie dello Stato, all’interno di un centro abitato, il quale peraltro appare sproporzionato, dato che è lo stesso che, le Ferrovie dello Stato, applicano come zona di rispetto per le tratte di alta velocità al di fuori dei centri abitati. Varrebbe la pena attivare degli interventi mirati presso le Ferrovie, così da dirimere una questione che oggi appare essere semplicemente un aggravio burocratico fine a se stesso e che ha come unico scopo quello di produrre un’ulteriore dilatazione dei tempi per il rilascio dei permessi per costruire. Fermo restando la disponibilità a produrre integrazioni e chiarimenti a quanto sopra

brevemente esposto, restiamo comunque in attesa di eventuali ulteriori incontri di discussione sul nuovo Piano di Governo del Territorio, soprattutto per un approfondimento al riguardo degli argomenti del Piano delle Regole e al ri-esame delle Norme Tecniche di Attuazione.

Pavia 9 dicembre 2008

Il presidente: arch. Marco Bosi

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