Ospedale Del Popolo

  • June 2020
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L'OSPEDALE DEL POPOLO Matteo Bosco Bertolaso, Los Angeles il Manifesto, 20 agosto 2009 Scene da day-after nel palazzetto dello sport di Inglewood, quartiere nero di Los Angeles dove medici volontari prestano cure gratuite a migliaia di persone senza assistenza.!È la fotografia del disastro sanitario americano. E la prova dell’urgenza della riforma ostacolata dalla destra C'è qualcosa di inquietante nello spazio cavernoso, immerso nella penombra all'interno del Forum, il palasport di Inglewood, antico teatro delle leggendarie gesta dei Lakers di Magic e di Kareem Abdul Jabbar, prima che questi traslocassero nella nuova scintillante arena del centro. Forse è l'abbinamento di stadio e divise e qui dentro ce ne sono molte, centinaia, anche se sono quelle verdi dei medici e degli infermieri, e poi i dentisti, indaffarati attorno alle loro sedie disposte in fila, dozzine e dozzine sul vecchio campo i basket. !Giù sul parquet è un brulicare di personale medico e tantissimi altri volontari come quelli addetti al lavaggio degli strumenti pinze, bisturi, forbici, punte di trapano vengono pulite in una serie di bacini pieni d'acqua saponosa e passati in uno sterilizzatore da campo prima di venire deposti in ordinate file su un tavolo lunghissimo da cui vengono prelevati dai dottori. Appeso alla tribuna un gigantesco stendardo con la scritta «Remote Area Medical Free Care». La Ram è un'organizzazione volontaria specializzata nel portare assistenza medica a zone sinistrate o in via di sviluppo che ha organizzato decine di missioni particolarmente nelle giungle della Guyana e altre comunità amazzoniche, e dopo l'uragano Katrina ha mantenuto una clinica gratuita per assistere i sinistrati di New Orleans. Ma la scorsa settimana ha intrapreso una missione ben più complessa: fornire assistenza medica alla popolazione dei quartieri popolari di Los Angeles.! Un enorme ospedale da campo !Per l'occasione è stato requisito il vecchio palazzetto dello sport di Inglewood, storico quartiere afroamericano della città, e sono state diramate richieste di volontari alle principali cliniche ed ospedali di Los Angeles. All'appello hanno risposto 650 medici, dentisti e operatori sanitari. Sul vecchio campo sportivo sono stati sistemati una mezza dozzina di autorimorchi con attrezzature radiologiche e per le mammografie e laboratori per analisi, poi le cinquanta sedie da dentista, diverse dozzine di apparecchi per l'esame della vista e il palasport è stato trasformato in un enorme ospedale da campo. !Stavolta attorno non c'era un disastro naturale o una guerra ma un'altra emergenza: il collasso ormai consolidato della sanità pubblica in un paese in cui 50 milioni di cittadini non hanno accesso a servizi sanitari di base.!Il primo giorno si sono presentati all'esterno del palazzetto oltre 15.000 persone di cui solo le prime 10.000 sono state e accettate. Parlo con Don Manelli, uno degli organizzatori dell'operazione. «Il bisogno è illimitato - dice - purtroppo i nostri mezzi non lo sono e anche con otto giorni a disposizione e 600 medici non abbiamo potuto accettare tutti».!Oggi centinaia di «fortunati» aspettano sugli spalti o sui filari di seggiole sistemate all'interno vicino ai dottori che stanno operando sui pazienti. Ci sono molti neri e ispanici ma anche bianchi, molti bambini: gli sfollati del disastro sanitario americano. Per molti l'attesa si protrae per ore ma vale abbondantemente la pena, la possibilità di farsi visitare qui oggi è un «miracolo» come affermano in molti. «Forse la cosa più sorprendente - mi dice Manelli - è stato vedere l'effetto terapeutico del semplice

rispetto che abbiamo dato a questa gente. La cortesia con cui li abbiamo trattati per una volta ha detto loro che la società non li considera rifiuti e questo vale quasi quanto le stesse cure che hanno ricevuto». Per otto giorni cioè il Forum è stato la lampante illustrazione della malasanità negli Stati Uniti.!« Benvenuto alla sanità pubblica americana» mi dice con ghigno amaro uno dei volontari indicando il trambusto nello stadio, non è un medico ma un avvocato di San Francisco che sta scaricando alcune scatole di garza da un trailer. «Raccontate ai vostri lettori cosa succede qui - soggiunge una signora che lavora al suo fianco - si commenta da solo. Ecco la risposta a quelli dei town hall meetings», il riferimento è ai comizi organizzati nelle scorse settimane dalla destra per ostacolare la riforma di Obama nel nome della libertà di scelta. E all'efficacia con cui i conservatori hanno saputo in questi giorni trascinare il dibattito sul familiare terreno degli slogan e della retorica dei «fondamentali valori americani», fa fronte oggi un'apparente inquietante vuoto di leadership progressista .!I l terzo mondo è qui! L'amarezza qui è accentuata dalle indiscrezioni sulla ventilata marcia indietro della Casa bianca sulla «opzione pubblica», cioè il cuore del progetto sanitario, una concessione che equivarrebbe alla capitolazione davanti alla campagna mediatica della minoranza repubblicana. A ulteriore riprova dei grandi interessi privati allineati contro una riforma, le voci di un dietrofront di Obama sono puntualmente coincise con l'impennata delle azioni dei grandi assicuratori quotati a Wall Street. «Ecco ciò che ci aspetta se il presidente rinuncia all'elemento essenziale della riforma, quello di una assistenza pubblica garantita per tutti - mi dice ancora l'avvocato-volontario quello che vedete qui, cioè il terzo mondo in cui stiamo già vivendo».!L'«ospedale» di fortuna del Forum è effettivamente un'illustrazione lampante della profonda crisi di un sistema sanitario appaltato al mercato, è suppergiù come se Emergency avesse aperto un ospedale allo stadio Flaminio di Roma per assistere la cittadinanza. E l'assalto disperato di pazienti avvenuto qui si ripeterebbe in qualunque grande città americana. !La felicità è un paio di occhiali !Al tavolo ottico su cui sono allineate centinaia di occhiali da vista, un anziano signore afroamericano ne inforca un paio e sfodera un sorriso da 100 watt, «adesso sì che va meglio» mi dice strizzando l'occhiolino. Ovunque continua il trambusto: volontari che portano materiale e acqua da bere alla gente che aspetta pazientemente il proprio turno, medici che schiacciano un pisolino appartati in un angolo, scene campali che assieme alla dimostrazione dello spirito di volontariato spesso in evidenza in America, raccontano una società che fatica a considerare quello alla salute come un fondamentale diritto umano.!«Non chiederemmo di meglio che diventare obsoleti - mi dice Manelli - vorrebbe dire che tutta questa gente sarebbe finalmente tutelata e noi potremmo tornare ad aiutare altri paesi bisognosi. Non so quale sarà la soluzione politica ma solo che questa situazione è ormai insostenibile».

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