Obama E Il Nucleare

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Lapo Bechelli

17 Aprile 2009

Obama e il nucleare Nel suo viaggio in Europa e Turchia il presidente Obama ha portato con sè un nuovo ed ambizioso approccio al nucleare. Se si potesse riassumerlo in una frase sarebbe così: energia nucleare per tutti, armi nucleari per nessuno. Iran incluso. Questa ultima affermazione è stata estrapolata dal professor Stephen M. Walt della Harvard University, il quale ha fatto notare il linguaggio usato da Obama in Turchia quando si è rivolto al programma nucleare iraniano, dicendo che "la pace della regione avanzerà inoltre se l'Iran rinuncerà ad ogni ambizione di ARMI nucleari...i leader iraniani devono scegliere se cotruire un'arma o costruire un futuro migliore per il loro popolo". Lo stesso concetto è stato affermato nel discorso del Presidente a Praga, quando ha detto "noi sosterremo il diritto dell'Iran ad avere energia nucleare pacifica con inspezioni rigorose". Ma gli Stati Uniti non staranno semplicemente a guardare sperando nelle buone intenzioni degli interlocutori. Se l'Iran dovesse continuare con il programma nucleare a scopi bellici, gli Stati Uniti proseguiranno con il sistema di difesa missilistica (quello che fa innervosire la Russia). Obama ha detto nel suo discorso a Praga "affermo chiaramente e con covinzione l'impegno dell'America per cercare la pace e la sicurezza di un mondo senza armi nucleari". In che modo Obama intende vivere in un mondo senza armi nucleari? Innanzitutto ha spiegato che gli Stati Uniti cercheranno un accordo con l'Unione Sovietica, l'unico paese che al momento possiede un arsenale nucleare iperdistruttivo, per ridurre ulteriormente la quantità di arsenale nucleare, accordo preso già a parole durante l'incontro tra Obama e Medvedev al G20 di Londra. Ma Obama ha saputo anche difendersi immediatamente dalle critiche che sarebbero potute piovere in questo momento in cui le minacce nucleari da parte di Iran e Corea del Nord si fanno sentire. Obama ha detto: "fintanto che queste armi esisteranno, gli Stati Uniti manterrano un sicuro ed efficace arsenale per dissuadere ogni avversario, e garantire la sicurezza dei nostri alleati". Poi ha affermato che gli Stati Uniti ratificheranno il Comprehensive Test Ban Treaty, che proibisce i test nucleari in qualsiasi ambiente. Inoltre intende raggiungere un accordo per un nuovo trattato che ponga fine alla produzione di materiale fissile per le armi nucleari. Obama ha inoltre affermato che le ispezioni internazionali dovranno essere rafforzare e dovranno ricevere più risorse, oltre a creare un sistema di punizione reale e rapido per i paesi che non rispetterano le regole. La cooperazione internazionale dovrà avvenire non soltanto sul piano coercitivo per allontanare le intenzioni nucleari a fini bellici, ma sarà fondata anche sul piano dell'energia nucleare pacifica, attraverso una banca internazionale del carburante, in modo tale da permettere a ogni paese di avere energia elettrica pacifica senza il rischio di proliferazione. Tutte ottime intenzioni, le quali richiederanno molte amministrazioni per essere realizzate. Proprio questo è uno dei problemi. L'amministrazione Obama porta con sè un bagaglio culturale che in Europa si direbbe di "sinistra," fatto di riduzione delle tensioni militari per mezzo della diplomazia. Cosa accadrà quando ci sarà una amministrazione repubblicana in futuro? Il processo rischia di rimanere a metà in seguito alle sfide che gli Stati Uniti dovranno affrontare tra una decina d'anni. Oltre a questo, le buone intenzioni di Obama sono incoraggianti e sicuramente danno un respiro di sollievo dopo otto anni di George W. Bush, ma dobbiamo ricordare che le buone intenzioni sul piano della cooperazione internazionale raramente hanno portato ad efficaci strutture di governo internazionale, basta vedere come le buone intenzioni portarono alla nascita della Società delle Nazioni e alle Nazioni Unite: una è stata cancellata dalla Seconda Guerra Mondiale, e l'altra è in stato febbricitante. La sfida è molto grande, e richiederà sicuramente tempo e un impegno duraturo da parte di tutti i protagonisti e di tutti i governi che si alterneranno sulla scena internazionale. E di questo Obama ne è consapevole, "questo obiettivo non sarà raggiunto rapidamente -forse non durante la mia vita", che suona molto come la famosa frase del presidente John F. Kennedy a proposito della

cooperazione tra le due superpotenze: "tutto questo non sarà concluso nei primi cento giorni. Nè sarà finito nei primi mille giorni; nè durante questa amministrazione; forse nemmeno durante la nostra vita su questo pianeta. Ma dobbiamo cominciare"

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