Museke N. 5 - Aprile 1996

  • June 2020
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  • Words: 2,350
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NOTIZIARIO DEL GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE – Via Brescia, 55 – 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. 030/2130053 – Fax 030/2130044

NUMERO CINQUE - APRILE 1996

impianti: nadir - ciliverghe (bs) / stampa: euroteam - ciliverghe (bs)

Pasqua, alba di speranza Da quella notte del 6 aprile 1994, il Ruanda non pare aver la forza di rialzarsi da quell’immane genocidio fratricida. Sono passati due anni e liturgicamente viviamo la più grande e santa delle notti; saremo nell’oscurità ma per celebrare il rito della luce. La nostra lingua si scioglierà nel canto dell’Exultet e dell’Alleluia che ci introdurrà ad accogliere le parole dell’Angelo alle donne: “Non è qui. È risorto come aveva detto”. Da questa certezza nasce la speranza: “Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Questo non è che l’epilogo già presagito in un’altra sera indimenticabile in cui si consuma la cena di amore e di addio da parte del Signore: Memoriale d’amore da perpetuare nel Suo nome. «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. Fatelo in memoria di me”. Far memoria è servire: “Cominciò a lavare i piedi dei discepoli”. Quella fu la sera della grandezza e dell’amore del Cristo e la notte del tradimento dell’uomo che prelude il mistero nascosto della Croce e il mistero del dolore di Dio e del Suo amore. Il Dio cristiano si manifesta nei limiti e nella morte che per amore nostro Egli assume e fa proprio. La lacerazione del morire, la debolezza della povertà, il faticare: sono luoghi dove Egli mostra il suo amore. Nella vita di ogni uomo allora può essere riconosciuta la Croce di Dio, nel soffrire diventa possibile aprirsi al Dio che si offre con noi e per noi. E il dolore si trasforma in amore. Siamo chia-

Pasika Nziza mati ad uscire da noi stessi per entrare nella via dolorosa dell’amore, ad essere poveri al servizio degli ultimi. “Se qualcuno vuole venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua Croce e mi segua”. Solo così stando sotto la sua Croce e portando la Sua Croce si diventa un popolo che aiuta gli uo-

mini di questo mondo a portare la loro croce e a combattere le cause inique che fabbricano le croci di tutti gli oppressi. Il Crocifisso si identifica ancora oggi con tutti i crocifissi del mondo che vivono i sotterranei della storia. La Croce di Cristo diventa quindi la grande guida dell’umanità che vuole percorrere le strade della giustizia e della verità. Nel nome della Croce vogliamo far risuonare in tutto il mondo annunci di pace; vogliamo essere voce di ogni calpestato, rifugiato e oppresso di questo mondo. Nel nome della Croce vogliamo diventare segno di accoglienza per ogni orfano e straniero e di riconciliazione per ogni uomo. “Ave o Croce, unica speranza, ottieni a tutte le genti la salvezza e la pace”. La Croce ci insegna a diventare uomini di perdono, annunciatori di speranza nuova e testimoni fedeli del Risorto. A Pasqua ha vinto l’amore e non la violenza, ha vinto la debolezza e non la forza. ha vinto il perdono e non l’odio. Il mattino di Pasqua sono cambiate le regole del gioco, è apparso un mondo nuovo. Non c’è più bisogno di cercare in mezzo ai morti. Il Vivente non è là. La morte ha dovuto rassegnarsi: l’ultima parola, ormai, la dice la vita. Triduo pasquale: tre giorni per spezzare il nostro buio. Amore fraterno, croce e silenzio sulla strada che ci porta a risorgere. Alla luce di questa nuova alba gridiamo la nostra speranza e auguriamoci l’un l’altro: Buona Pasqua, Pasika Nziza! Il Padiri

NOTIZIE DALLE FAMIGLIE Le gemelle B.B. Sono passati nove mesi da quando Bukuru e Butoya sono state affidate alla nostra famiglia. Se volessimo fare un bilancio di questo periodo dovremmo riconoscere che è stato senz’altro positivo. Non sono mancate comunque le difficolta. Abbiamo dovuto rimboccarci le maniche e ........ ricominciare tutto daccapo, visto che le nostre figlie ormai erano abbastanza cresciute: Chiara ha 17 anni e Annalisa ne ha 11. È stato faticoso ma non impossibile. Abbiamo dovuto imparare a collaborare, a programmare tempi e modalità di intervento, a fissare e rispettare tabelle di marcia, perché chiaramente la famiglia è raddoppiata. Le più disinvolte nella situazione sono state senz’altro loro: Bukuru e Butoya che ci chiedevano tempo, attenzioni,coccole, disponibilità di ascolto, ecc. ecc.. Dobbiamo ammettere che hanno portato trambusto e disorientamento, momenti di gelosia da parte di Annalisa, ma anche una ventata di buon umore, di vitalità, di simpatia. Sono riuscite a calamitare le attenzioni di tutti i nostri parenti, amici e conoscenti grazie alla loro immediatezza e spontaneità. Si sono inserite bene alla scuola materna, dove è arrivata a dicembre anche Agnes. Il mattino dobbiamo calcolare di arrivare a scuola quindici minuti prima della chiusura del cancello

perché Butoya da “brava africana” conosce tutte le mamme dei bambini e le saluta regolarmente, chiamandole per nome e chiedendo notizie della loro famiglia. Bukuru, da parte sua, si nasconde oppure cerca di entrare correndo velocemente, rivelando cosi’ la sua riservatezza. Malgrado la stanchezza fisica che ci coglie in alcuni momenti, ci ren-

diamo conto che stiamo vivendo un’esperienza umana ricca di gratificazioni e qualificante. Ringraziamo, dunque, per questa opportunità e ci auguriamo che Bukuru e Butoya, cosi’ come tutti gli altri bambini, possano avere un futuro ricco di esperienze positive. Buona Pasqua! Dario e Mariangela Pea

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Genitori per la prima volta 16 dicembre 1995 ore 16,00 usciamo dal centro con i nostri bambini per mano. Sarà proprio vero? È proprio vero! Da stasera saranno nostre tutte le gioie, i sorrisi, gli abbracci, ma anche i piccoli e grandi problemi, le responsabilità e le paure. Saremo in grado di affrontare tutto ciò essendo per noi questa la prima esperienza genitoriale? Effettivamente i primi giorni sono stati piuttosto difficili in quanto inconsciamente pretendevamo che i bambini si adattassero ai nostri ritmi di vita. Realizzato il fatto che dovevamo essere noi adulti ad adattarci ai loro ritmi, il cammino sino ad allora in salita si andava appianando, agevolato dal fatto che noi mamme, avendo usufruito dei tre mesi di aspettativa previsti dalla legge, avevamo tempo a disposizione per dedicarci interamente ai bimbi. Tempo utilizzato inizialmente ad inserire il bambino nell’ambito familiare facendogli conoscere zii, nonni e cugini. Successivamente il nostro entusiasmo e la nostra ”frenesia” ci ha portato a decidere che era giunto il momento di far loro conoscere e vivere le nostre esperienze quotidiane. Non ci sono parole per descrivere le loro espressioni la prima volta che hanno visto un supermercato, la neve, un autolavaggio, il luna-park. Passato questo primo momento di euforia siamo rientrati nella quotidianità con un occhio sempre attento ai loro piccoli grandi progressi: Dominique mette e toglie le scarpine da solo, ha imparato a fare pipì nel vasino, rimette a posto le scarpe nella scarpiera; Stefano si veste da solo, ripiega la bavaglia e la rimette nel cassetto, aiuta la mamma nelle faccende domestiche. Il bilancio di questi primi giorni con i bambini si chiude MUSEKE - 3

decisamente in positivo, infatti le gioie hanno superato di gran lunga le ansie, i nervosismi ed i problemi organizzativi derivati dal nostro rientro in ufficio. Nonostante sia trascorso un periodo brevissimo ci sembra che i bambini siano sempre stati con noi e quindi l’auspicio è che la Pasqua, che è alle porte, oltre che di resurrezione sia anche di speranza per il futuro dei nostri bambini. È superfluo ribadire che li vorremmo per sempre con noi. A tutti tanti auguri di Buona Pasqua. Federica e Luisa

Il diavoletto Beh, diciamolo francamente: che sia stata proprio una scelta ragionata, valutata e pensata a fondo e a lungo, non si può certamente dire. Sì, avevamo già avuto esperienze in qualche modo simili (ospitando una bambina di Chernobyl) ed avevamo già manifestato la disponibilità ad accogliere in famiglia un bambino, ma da qui ad avere realmente (e stabilmente) in casa un “diavoletto” nero di quattro anni ce ne passa e il tempo è stato talmente breve che, forse,

non abbiamo capito bene fino in fondo quello che ci stava succedendo. Certo avevamo parlato con don Roberto e avuto colloqui con la psicologa e l’assistente sociale, se ne era discusso in famiglia (abbiamo altri due figli di 14 e 16 anni), ma quando Deodatus è diventato uno di noi non avevamo ancora piena coscienza di quello che ci aspettava. Ed invece, come spesso accade, le scelte basate più sul cuore e sull’istinto che sul freddo ed approfondito ragionamento si sono dimostrate le più valide e giuste. Si’ perché l’arrivo di Deodatus ha portato un’aria nuova in famiglia e, all’interno dei ritmi di vita piuttosto “movimentati” che conducevamo è stato (e continua ad esserlo) un elemento di maggiore coesione e gioia. Egoisticamente, qualcosa sul pia-

no della libertà (?) individuale l’abbiamo pagato; prima ci muovevamo più liberamente e disponevamo di maggior tempo per curare i nostri interessi ed impegni; ora tutto questo non è più possibile o meglio, lo si deve calibrare tenendo conto dei tempi e delle necessita’ anche del “piccolino”, ma ve lo garantiamo non ci pesa per niente, anzi,è in qualche modo rivivere piacevolmente esperienze già fatte con i nostri due figli. È sicuramente piacevole accompagnare Deodatus all’asilo e vedere che si sia inserito con naturalezza in quell’ambiente; verificare giorno per giorno le cose che impara, i nuovi amici, i giochi, le nuove parole...; portarlo all’oratorio o in visita dai parenti e constatare come sia accolto da tutti con gioia.... Allora, tutto bene? tutto perfetto? Certo che no: Deodatus è lento in

maniera estenuante nel mangiare, insistente in molte sue richieste, incapace a distrarsi e a giocare da solo, cocciuto in tante situazioni; qualche volta è in grado di innervosirti veramente e di “strapparti “ qualche sculaccione o una severa ramanzina; insomma è un bambino come gli altri! Cosa dire allora per concludere? Che in tutto quello che abbiamo detto forse ci siamo limitati ed esprimere considerazioni e valutazioni un poco generiche, delle semplici sensazioni e non dei veri sentimenti ed emozioni profonde... Beh, sappiate che anche tutto questo c’è ma, un po per difficolta di trovare le parole adatte e un pò per un naturale senso di pudore, permetteteci di tenerlo solo per noi! Bruno e Marinella

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DOVE SONO LE RAGAZZE RWANDESI? Carissimi genitori, venuta a co-

bere, vestito, curato,ospitato e ac-

È una bella esperienza della quale

noscenza dell’incontro che avrete

colto naturalmente. Il Signore vi

ringrazio il Signore. Odette e Filo-

domenica prossima, approfitto

dira: “Benedetti voi, abbiate la

mena si trovano a Bologna presso

per farvi giungere il mio ricono-

gioia di avere aiutato a crescere

due famiglie e pure loro sono con-

scente ricordo, per ringraziarvi

questi bambini che saranno la spe-

tente del nuovo servizio.

della vostra generosità e del gran-

ranza di pace per il futuro della so-

Con me vi salutano tutti anche se

de altruismo dimostrato verso i

cietà”.

siamo lontane e impegnate in un

nostri bambini ai quali volete sem-

Carissimi genitori chiedo scusa se

altro lavoro vi siamo sempre vici-

pre bene.

in questi tre mesi non ho potuto

no. Ancora grazie! Grazie a voi re-

Carissimi genitori la sopravviven-

rispondere a tutti i vostri gentili in-

sponsabili di Museke per l’opera

za e la sicurezza di questi bambini

viti, ma ora mi sono orientata ver-

della carità al prossimo, il Signore

vengono proprio dal vostro modo

so un nuovo genere di attività che

ha ancora bisogno di voi.

di vivere il Vangelo nel quotidiano

mi ha portata fino a Torino. Mi tro-

Marianne e Catherine vi salutano

“ avevo fame e sete, ero nudo, or-

vo presso l’”OASI MARIA CON-

tanto con affetto e preghiera, un

fano, ammalato, handicappato,

SOLATA” di Cavoretto a disposi-

caloroso abbraccio ed un bacione

senza casa ....”.

zione della direzione per l’acco-

ad ogni bambino.

Voi avete dato da mangiare e da

glienza degli ospiti.

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Maria Goretti

CARICHI DI SPERANZA

Sono partiti finalmente! Dopo tante incertezze i container sono partiti per il Ruanda. Erano già pronti per l’invio quel terribile 6 aprile del 1994: nave prenotata, documenti fatti..... Erano due grandi contenitori da 40 piedi ed uno da 20. Nel frattempo se n’è aggiunto un altro da 20 piedi e ancora molte cose non indispensabili sono rimaste a Castenedolo. I container partiti contengono il materiale edile necessario per terminare la scuola di fisiokinesiterapia prevista quando tutto pareva abbastanza facile: il tetto grandissimo, le finestre e le porte, i pavimenti, le tubazioni per i servizi. Ci sono anche i generatori di corrente utili per una struttura così grande, uniti a tutte le cose in sostitu-

zione a quelle che sono andate perdute durante la guerra: letti, suppellettili varie comprese posate, bicchieri, pentole e biancheria. Abbiamo messo anche tutte le cose dei nostri bambini, dai lettini ai biberon e i vestitini, nella grande speranza che qualche altro bambino possa prendere il loro posto al centro di Rilima. Sono stati spediti anche i viveri per coloro che andranno laggiù per finire i lavori: pasta, riso, olio, zucchero e le valige di Catherine e Marianne che sono già in Ruanda e aspettano con ansia le loro cose e di Goretti, Odette e Philomene che sperano sempre di tornare nella loro patria. Ci sono anche le loro biciclette: potrebbero

fare tanta strada ancora! La partenza dei container questa volta è molto diversa. Sono carichi di speranza e aspettativa. Mentre li riempivano, toglievano e mettevano cose, spostavano da un contenitore all’altro, i due fratelli Beppe e Lino Costanzi intercalavano il lavoro con le loro rimuginazioni. Tutto andrà per il verso giusto e la povera gente usufruira di questi aiuti. Sono partiti finalmente! Il cortile ci sembra stranamente vuoto. Lunedì 25 marzo è arrivato un nuovo container vuoto .... è la speranza di tutti quelli che hanno dato una mano per l’Africa ed un buon auspicio di un NUOVO INIZIO. Mariuccia

GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE - Via Brescia, 55 - 25014 CASTENEDOLO (BS) - ITALY - Tel. 030/2130053 - Fax 030/2130044 c/c bancario: 27499 - Banca S. Paolo di Brescia Sede MUSEKE - 8

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