Lhc Apocalypse

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Come la famosa Alice di Lewis Carroll, che attraversando lo specchio si ritrova all'nterno del paese delle meraviglie, Lawrence Krauss, professore di fisica della Case Western Reserve University, ha iniziato ad esplorare i mondi extra-dimensionali con l'episodio della serie Twilight Zone dal titolo “Little Girl Lost”. Krauss ha poi continuato ad esplorare il fascino esercitato sia sugli scienziati che sulla gente comune dalla possibilità dell'esistenza di altri mondi, invisibili ad occhio nudo, scrivendo il suo nuovo libro: “Hiding in the Mirror: the Mysterious Allure of Extra Dimensions, from Plato to String Theory and Beyond” (Viking Press). A distanza di 40 anni da quell'episodio televisivo, in cui una giovane ragazza si ritrovava catapultata in un'altra dimensione, Krauss ripercorre la storia delle speculazioni umane riguardo le altre dimensioni, a cominciare dalla famosa allegoria di Platone in cui una persona intrappolata in una caverna è costretta a guardare il mutamento delle ombre sul muro per cercare di interpretare gli eventi reali che si svolgono al di fuori della sua vista diretta. Speculazioni che attraverso l'arte, la letteratura, la fantascienza, si sono susseguite per tutto il Ventesimo secolo, fino a culminare nella scienza con l'idea che l'universo sia strutturato su almeno 10 o 11 diverse dimensioni spaziali (iperspazio) secondo la teoria delle stringhe. “Ciò che lega l'uomo di tutte le epoche è la sua immaginazione”, dice Krauss, “il mondo oltre l'esperienza, che risiede nel profondo della nostra psiche, della nostra anima”. Krauss presenta un resoconto storico della scienza empirica degli ultimi due secoli, a partire dalla scoperta delle leggi dell'elettromagnetismo fino alle rivoluzionarie teorie di Albert Einstein (molte delle quali devono ancora essere dimostrate, ndr) sulla nozione di spazio-tempo che hanno condotto alla teoria della relatività. Continua poi con le scoperte associate alla natura del mondo subatomico, di particelle “esotiche” come i positroni, i muoni, i neutrini e i quarks, che hanno messo in discussione l'apporto e la relazione delle 4 forze fisiche fondamentali (la forza di gravità, l'elettromagnetismo, l'interazione atomica debole e forte). Proprio nel tentativo di riconciliare la forza di gravità con la meccanica quantistica, negli anni Ottanta è nata la teoria delle stringhe, che prevede la possibilità di dimensioni extra. Secondo la teoria delle stringhe (che ipotizza che la materia sia in realtà la manifestazione di entità fisiche sottostanti, chiamate appunto stringhe), lo spazio in cui viviamo ha molte più dimensioni (spesso 10, 11 o 26), inoltre l'universo misurato lungo queste dimensioni aggiuntive ha grandezza subatomica. La recente scoperta (teoretica) che alcune di queste ipotetiche e microscopiche extra-dimensioni possano essere in realtà di grandezza infinita pur rimanendo del tutto “oscure”, non fa che rendere il mistero ancora più fitto. Come dice Krauss, “vi è oggi la stessa evidenza che c'era 100 ani fa”, nel senso che siamo rimasti alla teoria.

Ricerche sulle extra-dimensioni vengono condotte al Fermilab di Chicago, il laboratorio con il più grande acceleratore di particelle del mondo. I fisici statunitensi del Fermilab stanno cercando di penetrare nelle extra-dimensioni dell'iperspazio, impossibili da osservare nella vita di tutti i giorni. L'esplorazione dettagliata di questo nuovissimo continente della fisica moderna sarà effettuata in un prossimo futuro da una macchina di magneti e di acciaio lunga 37 chilometri. Si tratta della più potente macchina della fisica concepita dall'uomo, alimentata da tanta energia quanta ne basterebbe a una città come Ginevra: il Large Hadron Collider (LHC) del CERN (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) nei pressi della capitale svizzera sarà presto in grado di verificare la cosiddetta “teoria del tutto” (in grado di spiegare la totalità dei fenomeni fisici) e di studiare lo spazio-tempo a 11 dimensioni. Qualunque sia il numero delle dimensioni extra dello spazio nelle quali la gravità agisce all'infuori della nostra consapevolezza, l’LHC del CERN sarà in grado di osservarle. Questa possibilità fu avanzata per la prima volta in una storia di fantascienza apparsa nel maggio del 1998 nella prestigiosa rivista Physics Today. In questa storia, scritta nell'aprile dello stesso anno dal fisico teorico Gordon L. Kane, si immaginava che, nel 2011, l’LHC avrebbe mostrato una serie di risultati sconvolgenti, spiegabili solo con l'esistenza di dimensioni extra dello spazio. Nel breve tempo intercorso tra la scrittura della storia e la sua pubblicazione, la possibilità effettiva che l’LHC potesse penetrare in queste dimensioni passò dalla fantascienza alla realtà. L'idea dell'esistenza di dimensioni extra, più precisamente di un iperspazio a 5 dimensioni, risale agli anni Venti, quando la quinta dimensione fu introdotta da Thodor Kaluza e Oskar Klein per unificare elettromagnetismo e gravità. L'idea fu però dimenticata quando furono scoperte due nuove interazioni fondamentali, l'interazione nucleare debole e l'interazione nucleare forte. Il successivo trionfo delle teorie di unificazione della forza elettromagnetica e della forza debole nella forza elettrodebole e la generalizzazione con l'unificazione della forza nucleare forte (Teorie di Grande Unificazione o GUT) lasciarono però fuori la forza gravitazionale, troppo debole per poter essere confrontabile con le altre forze se non a una scala così piccola da richiedere macchine di dimensioni inconcepibili. Tuttavia, la teoria delle superstringhe, balzata improvvisamente alla ribalta per una fondamentale scoperta dei fisici teorici Nima ArkaniHamed (dello SLAC, Stanford Linear Accelerator), Savan Dimopoulos (dell'Università di Stanford) e Georgi Dvali (Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste), ha aperto la porta all'osservazione dell'iperspazio, ad energie se non tanto basse come quelle raggiungibili al Fermilab, pur tuttavia abbastanza basse da essere raggiunte dall’LHC. In sostanza, già oggi potrebbe essere possibile osservare le dimensioni extra dell'iperspazio grazie a un meccanismo che amplifica le interazioni gravitazionali. (Pubblicato su Ecplanet 25-11-2005)

Dietro lo specchio (libro) - Wikipedia Hyperspace - Wikipedia Superstring theory - Wikipedia Case Western Reserve University Fermi National Accelerator Laboratory LHC - the Large Hadron Collider I risultati di un rilevatore di neutrini al Polo Sud, chiamato AMANDA, mostra che particelle spaziali "fantasma" potrebbero servire per sondare l'extra-mondo. Lo sostengono ricercatori della Northeastern University e della University of California, secondo cui si potrà avere molto presto la prova dell'esistenza di dimensioni extra e di altre predizioni esotiche della teoria delle stringhe. Finora, sono stati rilevati poco più che una dozzina di neutrini ad alta energia. Tuttavia, il successore di AMANDA, chiamato IceCube, attualmente in costruzione, potrà fornire la prima evidenza sperimentale della teoria delle stringhe e dell'iperspazio. Un articolo che descrive la ricerca è apparso su Physical Review Letters. Gli autori sono: Luis Anchordoqui e Haim Goldberg, del Physics Department dellat Northeastern University; e Jonathan Feng, del Department of Physics and Astronomy della University of California di Irvine. L'evidenza, dicono, verrà dal modo in cui i neutrini interagiscono con le altre forme di materia sulla Terra. "Per fornire delle prove a queste teorie, dobbiamo studiare come la materia interagisce con energie estreme", dice Anchordoqui, "gli acceleratori di particelle che abbiamo costruito non sono ancora in grado di generare queste energie, mentre può farlo la natura, in forma di neutrini ad alta energia". Teorie come quelle delle stringhe, delle dimensioni extra e della supersimmetria, sono nate in queste ultime decadi per tentare di sviluppare una "teoria del tutto" che riesca a mettere d'accordo la relatività generale con la meccanica quantistica. Quest'ultima descrive tre forze fondamentali: l'elettromagnetismo, le forze che legano i nuclei atomici e la radioattività. Che però appaiono incompatibili con la relatività generale di Einstein, che

descrive la quarta forza fondamentale: la gravità. Una teoria unificata dovrebbe fornire una descrizione quantistica di tutte e quattro queste forze. La chiave, secondo gli scienziati, risiederebbe nelle energie estreme. Gli acceleratori di particelle hanno già prodotto energie tali in cui le forze elettromagnetiche e quelle radioattive diventano indistinguibili. Si spera ora di giungere ad un livello ancora più alto in cui lo diventino anche i legami atomici. Per poi coniugare anche la forza di gravità, saranno necessarie energie ancora superiori. Anchordoqui e i suoi colleghi dicono che questo tipo di forze sono quelle extra-galattiche, che servono come acceleratori cosmici, e che i neutrini coinvolti nel processo potrebbero fornire la prima evidenza alla teoria delle stringhe. I neutrini sono particelle elementari, simili agli elettroni, ma molto meno massive, a carica neutra, in grado di interagire attivamente con la materia. Sono tra le particelle più abbondanti nell'universo: a miliardi passano attraverso i nostri corpi ogni secondo. Molti dei neutrini che raggiungono la Terra sono particelle a bassa energia che provengono dal sole. AMANDA, finanziato dalla National Science Foundation, è stato progettato per rilevare questi neutrini che piovono dal cielo e attraversano la Terra. Non è facile rilevarli data la loro estrema leggerezza e fuggibilità. I rilevatori di cui è provvisto AMANDA sono posizionati nel profondo del ghiaccio Antartico. IceCube ha un disegno simile, ma con un numero di rilevatori sei volte superiore, in grado di coprire un volume di un chilometro cubico. Quando un neutrino collide con gli atomi del ghiaccio emette una breve luce blu spia che, tramite i rilevatori, può essere usata per determinare l'energia relativa al neutrino. "I neutrini che subiscono accelerazioni cosmiche inottenibili sulla Terra potrebbero fornirci le tracce della nuova fisica", dice Goldberg. (pubblicato su Ecplanet 20-04-2006) South Pole Neutrino Detector Could Yield Evidences of String Theory 26 gennaio 2006Teoria delle stringhe - Wikipedia Amanda II Project IceCube LA PARTICELLA DI DIO Il “bosone di Higgs” è una ipotetica particella elementare, prevista dal modello standard della fisica delle particelle, che gioca un ruolo fondamentale: la teoria la indica come portatrice di forza del “campo di Higgs” che si ritiene permei l'universo e dia massa a tutte le particelle (anche se ancora non è stata trovata alcuna evidenza sperimentale dell'esistenza dei bosoni e del campo di Higgs, ndr). Chiamata ironicamente “la particella di Dio” in un libro del direttore del Fermilab, il fisico Leon Lederman (“La Particella di Dio: se l'universo è la domanda, qual è la risposta?” Milano, Mondadori, 1996), fu predetta per la prima volta negli anni Sessanta dal fisico scozzese Peter Higgs e sarebbe dotata di massa propria (la teoria dà un limite superiore

per questa massa di circa 200 gigaelettronvolt, o GeV). Nel 2002, gli acceleratori di particelle hanno raggiunto energie fino a 115 GeV. Si spera che il Large Hadron Collider, in via di ultimazione al CERN, possa confermare l'esistenza dei bosoni di Higgs. Il fisico Vlatko Vedral ha avanzato la supposizione che l'origine della massa delle particelle sia dovuta all'entanglement quantistico tra i bosoni, analogamente a quanto espresso dalla sua teoria sull'effetto Meissner (quando un superconduttore immerso in un campo magnetico di intensità non eccessiva genera correnti superficiali che inducono, all'interno del superconduttore, un campo magnetico uguale e contrario a quello applicato), che prende il nome da Walter Meissner. INFERNO SUBATOMICO Nei sotterranei della pastorale Ginevra, tra non molto, i magneti superconduttori del Large Hadron Collider (LHC) cominceranno ad accelerare le particelle atomiche a velocità della luce, spingendole a collidere le une con le atre, nel tentativo di replicare le condizioni dei microsecondi seguiti al Big Bang. Le esplosioni risultanti sprigioneranno un'incredibile ammontare di energia. L'esperimento ha come obiettivo la comprensione delle origini dell'universo. “Speriamo di trovare qualcosa che ci spalanchi le porte”, ha detto il fisico Nigel Lockyer della University of Pennsylvania. L'esperimento, da 8 miliardi di dollari, coinvolgerà più della metà dei fisici delle particelle di tutto il mondo, impazienti di testare le proprie teorie. “Testeremo alcune nostre idee”, ha detto Tatsuya Nakada, un fisico del CERN impegnato ad esplorare le relazioni tra materia e anti-materia, “anche se non osserveremo nulla, impareremo qualcosa”. Se tutto andrà bene, l'LHC risponderà ad alcune questioni fondamentali, tipo: Cos'è la massa? Di cosa è fatta la materia oscura? Come è sopravvissuta al Big Bang la materia “ordinaria” di cui sono fatte le nostre cellule? La nota equazione di Einstein, E=mc2, descrive la relazione che intercorre tra massa, energia e velocità. I fisici del CERN sperano che le collisioni atomiche creino delle particelle “esotiche”, mai osservate prima ma solo teorizzate. Sarà come avere a disposizione un potente microscopio con cui osservare il “makeup” basico dell'universo.

I rilevatori delle particelle - macchine mostruose formate da metallo, chips al silicio, camere a gas e magneti - sono stati costruiti, pezzo dopo pezzo, in caverne grandi quanto le navate delle cattedrali. Il più grande, chiamato “Atlas”, quando sarà completato sarà lungo 45 metri e alto 25, e peserà circa 7000 tonnellate. Il più pesante, il Compact Muon Solenoid, o CMS detector, lungo 21 metri e con diametro di 16 metri, peserà circa 12,500 tonnellate. Nel complesso, l'LHC si servirà di un tunnel di 27 km e userà campi magnetici di circa 8 Tesla, sfruttando magneti superconduttori raffreddati ad elio liquido alla temperatura di 2 gradi Kelvin. I fasci collideranno ad una energia nel centro di massa, ancora mai raggiunta, di 14 TeV (Teraelettronvolt) - sette volte maggiore rispetto al Tevatron, la macchina del Fermi National Accelerator Laboratory di Batavia, nell’Illinois, che ha permesso la scoperta del quark “top” - la stessa energia sviluppatasi un milionesimo di milionesimo di secondi dopo il Big Bang. Quello dellla “Terascala” (un trilione di volts) è un territorio ancora inesplorato: nessun modello della fisica standard è in grado di predire ciò che potrà accadere. Ogni 25 nanosecondi collideranno circa 20 particelle, Ogni secondo, avranno luogo tra 600 milioni e 1 miliardo di collisioni e ogni collisione lascerà una traccia nei rilevatori, anche se la maggior parte sarà irrilevante per gli obiettivi degli scienziati. Si dovranno verificare delle condizioni particolari affinché l'informazione registrata potrà dirsi rilevante. Si è calcolato che questi frammenti di informazione potrebbero riempire 100.000 DVD ogni anno. Per facilitare la registrazione e l'accesso ai dati è stato preparato un sistema all'avanguardia di calcolo distribuito reticolare, ovvero una grid (LCG, Large Computing Grid), collegata, in parte, a tutte le istituzioni che parteciperanno all'evento da tutto il mondo. Dopodiché, occorrerà un laborioso processo di ordinamento dei dati, da cui si ricaverà l'informazione necessaria a confermare o meno le tante teorie esistenti, o, magari, a svilupparne di nuove. “Una nuova fisica sta per essere rivelata”, ha detto il fisico Lee Smolin, membro del Perimeter Institute for Theoretical Physics canadese. (Pubblicato su Ecplanet 11-12-2006) Subatomic Inferno Under the Alps: A Tour of the Large Hadron Collider 30 novembre 2006 Bosone di Higgs - Wikipedia Leon M. Lederman - Wikipedia Un nuovo studio, da parte di fisici della University of Wisconsin-Madison, ha escogitato un approccio che potrà aiutare a svelare la forma “occulta” dell'universo: le forme delle dimensioni extra potranno essere “viste” decifrando la loro influenza sull'energia cosmica rilasciata dalla violenta nascita dell'universo, circa 13 miliardi di anni fa. Il metodo, pubblicato su Physical Review Letters, in pratica fornisce la prova che, usando dati sperimentali, si può arrivare a visualizzare queste dimensioni elusive, la cui esistenza è alla base della teoria delle stringhe, principale candidata per una unificata “teoria del tutto”. La teoria delle stringhe propone l'idea che tutto nell'universo, dalle più immense galassie alle particelle subatomiche, sia

fatto di sottili e vibranti corde di energia. Una teoria affascinante, ma che al momento è ancora in cerca di dimostrazione. Dal punto di vista matematico, la teoria delle stringhe suggerisce che il mondo che conosciamo non è completo, e che oltre le 4 dimensioni con cui abbiamo familiarità - il tempo e lo spazio tridimensionale - esistono sei dimensioni spaziali extra, presenti in forme geometriche occulte ad ogni singolo punto nell'universo. “Anche se gli scienziati usano potenti super-computers per cercare di visualizzare queste dimensioni extra”, dice il fisico Gary Shiu, che ha condotto lo studio, “nessuno è ancora riuscito a svelarne la forma”. Secondo la teoria delle stringhe, queste dimensioni extra potrebbero avere 10.000 forme possibili diverse, ognuna teoricamente corrispondente al proprio universo e alle proprie leggi fisiche. "Vorremmo conoscere quella che corrisponde al nostro di universo", dice Henry Tye, fisico della Cornell University che non ha partecipato allo studio. In realtà, esistono ben 5 teorie delle stringhe che si distinguono in base alla forma delle stringhe e a come esse implementano la supersimmetria, che è una parte tecnica della teoria che porta alla cosiddetta teoria delle superstringhe. Secondo alcune versioni della teoria esisterebbero in totale non 9 ma addirittura 25 dimensioni spaziali. Nel 1995, Edward Witten diede inizio alla “Second Superstring Revolution” (“Seconda Rivoluzione delle Superstringhe”), introducendo la Teoria M. Questa teoria raggruppa le 5 teorie delle stringhe in una sola formulazione matematicamente coerente ed abbandona il precedente tentativo di unificare relatività generale e meccanica quantistica noto col termine di “Supergravità” che introduceva una undicesima dimensione. L'unificazione delle teorie delle stringhe fu ottenuta associandole in una specie di trama di rapporti reciproci detta “dualità” (in dettaglio “S-dualità”, “T-dualità” ed “U-dualità”). Ciascuna di queste dualità fornisce un metodo per convertire una teoria delle stringhe in un'altra. Nel mondo fantastico delle stringhe e delle superstringhe, un mondo infinitamente piccolo dove i costituenti fondamentali della materia e dell'energia sono miliardi e miliardi di volte più piccole degli elettroni o dei fotoni, non vi è un solo universo, ma molti universi paralleli che possono anche venire a contatto tra loro. Shiu dice che le forme multidimensionali dell'extra-mondo sono troppo piccole per poter mai essere osservate attraverso gli usuali mezzi, per questo la teoria è così difficile da dimostrare. “Possiamo teorizzare qualsiasi cosa, ma poi dobbiamo essere in grado di dimostrarlo sperimentalmente. Il problema dunque è: come facciamo?”. Il metodo sviluppato da Shiu, Insieme al suo studente Bret Underwood, si basa sull'idea che le sei dimensioni extra abbiano avuto una forte influenza sull'universo, quando questo era ancora un piccolo blocco altamente compresso di materia ed energia, nell'istante dopo il Big Bang. Non esistendo ancora una macchina del tempo per tornare a quel momento, i nostri eroi hanno usato una mappa dell'energia cosmica rilasciata dopo il Big Bang che è stata catturata da satelliti come il WMAP (Wilkinson Microwave Anisotropy Probe) della NASA essendo rimasta praticamente tale e quale, fornendo una fotografia del babyuniverso. “Così come un'ombra può dare un'idea di un oggetto, questa traccia di energia cosmica può fornire un'indicazione della forma delle altre sei dimensioni presenti”, spiega

Shiu. Per decifrare da questa ombra cosmica la geometria a sei dimensioni dell'extra-mondo, i nostri eroi sono partiti da due differenti tipi di geometrie matematicamente semplici, chiamate “warped throats” (gole deformate), calcolando l'ammontare di energia che in teoria corrisponderebbe all'universo descritto da ogni forma. Comparando poi le due mappe, hanno riscontrato piccole ma significative differenze. Il risultato mostra che specifici pattern di energia cosmica possono fornire indicazioni sulla geometria delle forme a sei dimensioni. Sebbene i dati attuali non siano ancora precisi abbastanza per essere comparabili col nostro universo, esperimenti prossimi futuri, come quelli che verranno effettuati tramite il satellite Planck dell'Agenzia Spaziale Europea, potranno forse rilevare le sottili variazioni tra le differenti geometrie, almeno è quello che spera Shiu, che dice: “I nostri risultati con geometrie semplici provano che la geometria delle dimensioni extra potrà essere decifrata dalle tracce di energia cosmica, fornendo così una rara opportunità per testare finalmente la teoria delle stringhe”. Se il progresso tecnologico renderà possibile realizzare delle più dettagliate mappe dell'energia cosmica, e magari identificare la singola geometria alla base del nostro universo, allora potrà anche darsi che la teoria delle stringhe si riveli corretta. (Pubblicato su Ecplanet 05-03-2007) Finding the Shapes of Alternative Spatial Dimensions 01 febbraio 2008 Planck Science Team Un gruppo di ricerca americano, coordinato da Petar Maksimovic della Scuola di Arti e Scienze Krieger, ha annunciato la scoperta di due nuove particelle subatomiche, “Sigmasecondarie-b”, nel corso di un esperimento volto a ricreare la materia “esotica” che si è formata subito dopo il Big Bang. I fisici hanno definito le due particelle, che a quanto pare si decompongono molto velocemente, “rari gioielli estratti da una montagna di informazioni”. Barione (Credit: Ian MacVicar - University of Glasgow)

“Le Sigma-secondarie-b ha sottolineato Maksimovic - sono membri di una famiglia chiamata barionica, dalla parola greca barys, che significa pesante, alla quale appartengono anche neutroni e protoni”. Tale famiglia è composta da particelle che contengono tre quark, i blocchetti di costruzione alla base della materia. I barioni più comuni, hanno spiegato gli esperti, sono il protone e il neutrone, che compongono i nuclei degli atomi della materia ordinaria. Secondo Maksimovic, le caratteristiche di instabilità delle nuove particelle possono aiutare i fisici a

comprendere le forze che legano insieme i quark nella materia. “Si tratta - ha rilevato Maksimovic - dei barioni più pesanti trovati finora”. Per scovare l'esistenza delle nuove particelle, in precedenza solo teorizzate, i fisici hanno esaminato attentamente i prodotti delle collisioni fra cento trilioni di protoni e antiprotoni avvenute nell'acceleratore di particelle Tevatron, al Fermi National Accelerator Laboratory (Fermilab), nell'Illinois. “Tassello dopo tassello - ha detto Maksimovic - stiamo realizzando una chiara immagine di come i quark sviluppano la materia e di come le forze subatomiche tengono insieme i quark”. Il Tevatron è lo strumento principale per l'esperimento CDF (Collider Detector, ovvero Rilevatore di Collisioni), teso a ricreare le circostanze presenti nella formazione iniziale dell'Universo, inclusa la materia “oscura” abbondante nei primi istanti successivi al Big Bang. Vi lavorano circa 700 fisici di 61 istituzioni e 13 Paesi. Gli scienziati dell'esperimento CDF sono anche riusciti a misurare il valore della massa del bosone W, con una precisione mai raggiunta finora. Il bosone W, particella fondamentale, mediatrice della forza nucleare debole, rappresenta la chiave per il Modello Standard di unificazione delle forze. La massa del bosone W, inoltre, è correlata alla massa del bosone di Higgs, la famigerata “particella di Dio”, non ancora scoperta. Il valore della massa del bosone di Higgs è stato determinato dall'analisi delle collisioni protone-antiprotone prodotte dal Tevatron del Fermilab. Dalla misura delle masse del bosone W e del quark top, particella scoperta nel 1995 al Fermilab, i fisici stabiliranno importanti restrizioni al valore della massa del bosone di Higgs. La “particella di Dio” sarebbe dunque più leggera di quanto finora previsto. Il Fermilab, inoltre, sta portando avanti anche un altro esperimento, chiamato “Dzero”, in cerca di segni delle particelle di materia oscura e delle dimensioni extra. (Pubblicato su Ecplanet 13 marzo 2007) Exotic new particles reported found 16 novembre 2006 CDF precision measurement of W-boson mass suggests a lighter Higgs particle 10 gennaio 2007 The DZero Experiment

The Collider Detector at Fermilab Fermi National Accelerator Laboratory LINKS LHC APOCALYPSE LHC APOCALYPSE 2 DARK FLUID UNIVERSO INFO-PLATONICO

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