Le lobby dei preservativi Gianni Toffali
I politici che nei giorni scorsi hanno criticato il papa per le parole pronunciate in Africa sul preservativo, sono degli emeriti somari, o sono al soldo di interessi occulti? Perché nonostante molteplici istituti scientifici, ultimo in ordine di tempo il centro Harvard per gli Studi su Popolazione Sviluppo, abbiano accertato che il virus dell’Hiv può trasmettersi anche se il preservativo è usato correttamente, i governi non divulgano tali dati? Forse per non mettere in pericolo il business di certe lobby a cui sono legati a doppio filo? La verità è che una propaganda interessata a cui non mancano ingenti mezzi economici, è riuscita, non solo a spacciare una menzogna per verità, ma pure a screditare l’unica voce controcorrente: la Chiesa Cattolica. Le accuse mosse sono sempre le stesse: Chiesa oscurantista, retrograda, senz’anima e crudele. Insomma, un refrain già sentito fin dell’era dei lumi. Il dato sconosciuto che la Chiesa e gli ambienti scientifici seri cercano di divulgare, è che il virus dell’Aids è infinitamente più piccolo degli spermatozoi (0,1 micron), e che perciò non presenta difficoltà alcuna a passare attraverso il profilattico che appare al microscopio come un insieme di crateri e di pori del diametro medio di 5 micron. Ciò significa un collegamento diretto tra l’interno e l’esterno del preservativo attraverso un condotto grande 50 volte il virus. Perché continuare a negare che la peste del secolo si può fermare soltanto con la fedeltà, e non un colabrodo al silicone? Siamo uomini o animali? Gianni Toffali Verona