Movimento di Volontariato Italiano
LA LA TALPA TALPA EE LA LA GIRAFFA GIRAFFA Volontariato in MoVimento: per un paese, per un mondo possibile
Un Volontariato smarrito, confuso, distratto, condizionato… Intende ritrovare un percorso comune insieme a possibili compagni di strada, volontari, gruppi, associazioni per il rilancio e lo sviluppo di un movimento di volontariato moderno e maturo… COSA NE PENSI? Sei disposto a metterti in gioco?
1. La talpa e la giraffa: agire localmente, pensare globalmente “Pensare in grande, agire in piccolo”. Questo “grande” diventa oggi immagine non solo dell'idealità e del sogno che vogliamo realizzare, ma anche della difficoltà e della sfida di avere una visione complessiva della realtà in cui ci troviamo ad agire.
1.1 La centralità dei territori: come talpe immersi nella concretezza delle nostre comunità Radicarsi vuol dire mettersi in ascolto di storie concrete, di persone, di volti. Significa farlo non “accademicamente” nella concretezza della vita di tutti i giorni.
1.2. Nella rete delle reti: come giraffe capaci di guardare lontano, ma radicati nella realtà Sappiamo ormai che per essere efficaci, nel nostro agire da volontari, non possiamo esimerci da uno sguardo che va oltre il locale.
1.3. Dove vogliamo arrivare? Il MoVI, con questo percorso vuole incrociare il cammino di quanti, associazioni o singoli, credono ancora nella gratuità, nella possibilità di rapporti fraterni e solidali tra gli uomini per costruire una società e un mondo migliore. Ci rivolgiamo ai piccoli gruppi, alle realtà periferiche e locali vorremmo tentare di rappresentare tutte quelle realtà che credono possibile un impegno sociale e politico dal basso, in dialogo con le forse politiche e le istituzioni, ma su un piano di rispettosa reciproca autonomia.
Le
nostre associazioni, nelle loro prassi operative, hanno la percezione che al centro dell’agire c’è l’interrelazione tra persona e territorio, ma anche quella fra locale e globale ?
Le nostre radici sono le nostre ali
– Fare memoria per guardare avanti
Ci sono tre passi fondamentali nel testamento che Luciano Tavazza, fondatore del MoVI e padre del volontariato moderno in Italia, ha dettato alla moglie una settimana prima di morire. "Impegnarsi a riscoprire l’etica nel volontariato e nella società." "La formazione degli uomini e dei volontari." "Essere Chiesa."
I due rischi nascosti sul cammino
Il primo è il rischio della riproposizione di un volontariato individualistico. Un volontariato che ti fa star bene ma che ti porta inevitabilmente a fare assistenzialismo perdendo la tensione al cambiamento.
L’altro rischio è quello del mercato della solidarietà. Verifichiamo una profonda trasformazione di molte esperienze, da volontariato a qualcosa di non molto preciso e chiaro, che nulla ha a che fare con il volontariato e che è ispirato solo dalla logica degli affari.
Le vecchie e nuove funzioni del volontariato 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
Cultura della solidarietà Centralità della persona Un impegno politico a favore dei più deboli Una politica di rimozione delle cause dell'ingiustizia e dell'emarginazione: Ricostruire e rivitalizzare le comunità Riscoprire la gratuità Una concezione alta e leale verso le istituzioni
Le sfide che dobbiamo affrontare Assistiamo ad un ridimensionamento del welfare, mentre è necessario assicurare ai cittadini un nuovo tipo di prestazioni: più efficienti, più capillari, meno anonime e meno burocratizzate di quelle attuate in precedenza.
Le sfide che dobbiamo affrontare Dinanzi al contesto culturale, sociale e politico del Paese nasce l'esigenza di un impegno educativo per la “costruzione” non tanto di volontari, cooperatori o membri di associazioni, ma soprattutto dell’“uomo solidale”: il cittadino attivo.
Le sfide che dobbiamo affrontare Sempre più il volontariato dovrà affrontare, non tanto i problemi della povertà, quanto i meccanismi di esclusione sociale. Inseguendo la povertà rischiamo di dedicarci solo alle conseguenze, ma è affrontando i meccanismi sociali, le cause, che si riduce realmente il numero degli emarginati.
Le sfide che dobbiamo affrontare Superare la frammentarietà del mondo del volontariato, costituire collegamenti che ci consentano di presentarci al mondo delle istituzioni con una credibilità ed una incisività che oggi non sono ancora sufficienti.
Le sfide che dobbiamo affrontare Essere co-protagonista della programmazione e della progettazione sociale
Le sfide che dobbiamo affrontare Il volontariato dovrà concentrarsi nel campo dei servizi “leggeri”; quelli caratterizzati dalla dimensione del dono, della gratuità e della libera scelta personale. Questo concentrarsi su i “servizi leggeri” riporta il volontariato alla sua vocazione iniziale: l’educazione alla solidarietà, la tutela, il rispetto, l’ampliamento dei diritti dei cittadini, il controllo dell'applicazione delle leggi, l’assistenza delle persone in difficoltà, l’accoglienza quotidiana.
Le sfide che dobbiamo affrontare Un problema prioritario che riguarda tutti i volontari è quello della formazione. Occorre promuovere una formazione trasversale che veda collegate più associazioni nel dar vita ad una preparazione di base comune su cui si innesterà quella specifica.
Le sfide che dobbiamo affrontare Fra le istituzioni con cui dobbiamo confrontarci c’è anche l’Unione Europea che oggi sembra più un'istituzione economica che politica. Il volontariato dovrà impegnarsi perché questa realtà diventi un ponte fra le culture, un luogo di accoglienza e di promozione umana.
Le sfide che dobbiamo affrontare Vorremmo quindi essere testimoni e promotori di uno stile di vita caratterizzato dalle relazioni più che dal consumo, dalla cultura dell’essenzialità, dall’uso intelligente delle risorse, dall’accoglienza, dal protagonismo e dalla partecipazione attiva alla gestione delle risorse sia umane che economiche, dalla cura e salvaguardia dei beni comuni.
Le nostre esperienze di volontariato, guardano ancora avanti? Ricercano ancora profezia e novità? Se il mercato, dominato dall'ideologia liberista che rischia di invadere anche la gestione dei servizi sociali, è una condizione disumanizzante della nostra società, perché abbiamo timore di proclamare centrale il valore della gratuità?
Volontariato e globalizzazione –
Il volontariato in un mondo globalizzato –
Quando i problemi di casa hanno radici lontane
E' esperienza sempre più frequente per i volontari, toccare con mano che i problemi delle persone del nostro territorio hanno radici lontane. Nel nostro operare, specialmente quando tentiamo di riflettere sulle radici e le cause dei problemi per i quali ci attiviamo con le nostre azioni di volontariato, dobbiamo fare i conti con i fenomeni globali che caratterizzano questa fase storica:
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delocalizzazione delle produzioni industriali, diminuzione del potere di acquisto degli stipendi, precarizzazione del mondo del lavoro. finanziarizzazione e globalizzazione dell'economia, ruolo predominante delle grosse imprese multinazionali che producono nei Paesi poveri a costi di manodopera bassissima, Diffusione globale,di stili di vita e modelli culturali, che rendono spesso difficili se non vani gli sforzi educativi nostri, senso diffuso di impotenza, paura e insicurezza davanti ad avvenimenti internazionali consapevolezza degli squilibri del pianeta, delle ingiustizie, dei rischi ecologici e sociali che si traduce in una difesa del proprio livello di benessere riemergere e prendere spazio di fanatismi di diverso colore e fenomeni di xenofobia,
Predominio dell'economia • La politica pura - intesa come attività
volontaristica degli uomini e donne per governare la società in cui vivono - è appunto diventata un fattore secondario perché è culturalmente egemonizzata dai meccanismi di mercato e dai soggetti che li regolano. La politica è in crisi, screditata e debole nello sforzo di governare una realtà che in qualche modo sembra esserle sfuggita di mano.
Squilibri violenti e ingiusti • Gli squilibri violenti fra una
minoranza ricca di abitanti della Terra e una stragrande maggioranza di poveri sono un'ingiustizia inaccettabile e ancora meno accettabile è l'azione del sistema della comunicazione che nasconde la realtà della vita degli uomini della Terra poiché solo gli uomini/consumatori sono oggetto di interesse mediatico, mentre coloro che non hanno capacità di acquisto
La povertà globale: impoveriti ed esclusi dal banchetto dello sviluppo • La povertà, oggi, si presenta con due volti molti
diversi: la povertà di coloro che non riescono a garantire i diritti fondamentali della loro persona (alimentazione, alloggio, sanità…) e quella di coloro che ogni giorno sperimentano il divario fra le diverse possibilità di vita a seconda del reddito che si ha e del luogo in cui si vive (possibilità di sviluppo, di progettare il domani, di migliorare la propria condizione di vita, di vedere garantiti i diritti sociali oltre che quelli personali…). • L'’Italia e gran parte dell’Europa, attraverso l’impegno degli enti pubblici e degli individui, hanno in gran parte debellato la prima povertà, ma la nuova situazione sociale nei paesi occidentali fa emergere in maniera sempre più allarmante la seconda povertà. Inoltre attorno a noi, se guardiamo l'insieme del mondo, notiamo che la povertà nominata per prima è in costante crescita a causa delle decisioni
Volontariati per un mondo migliore: esperienze e pratiche di costruzione di un'alternativa 1. Il nostro volontariato, il Movimento dei Movimenti, i giovani
Le nostre associazioni, il nostro lavoro nelle reti locali sono laboratori dove si sperimentano non solo nuove forme di cittadinanza ma soprattutto la prima concreta azione di nuova globalità. Le esperienze su cui riflettere non mancano: bisogna piuttosto metterle in rete e lavorare ad una loro organicità e riproducibilità.
• Nel territorio dove svolgiamo la
nostra attività, in quali aspetti i bisogni delle persone sono giudicati e risolti più come realtà economico-finanziarie che come dimensione reale delle persone? (es. Anziani, handicap, immigrati, indigenti…)
Dalle esperienze e dalle buone prassi al nuovo ruolo politico del volontariato
Il volontariato di fronte alla complessità
Il volontariato nel Terzo Settore Il Movimento deve proporsi quale riferimento
etico forte in un mondo del no-profit in cui si spinge verso la bassa intensità di valori ed identità. Tale proposta può articolarsi all'interno del contenitore del Forum del Terzo Settore, se ve ne è l'agibilità, ma in caso contrario deve individuare nuovi ambiti fra quelli esistenti o spendersi per crearne di nuovi.
Il volontariato di fronte alla crisi della politica Il rapporto del volontariato con la politica deve essere
autonomo e critico Ciò sarà tanto più possibile quanto più il Movimento saprà muoversi nella costruzione della rete e della rappresentanza del volontariato, Andranno quindi affrontati, non da soli ma con i compagni di strada necessari , i nodi principali della vita civile e soprattutto quelli più delicati per i cittadini più deboli Su questi terreni il Movimento, sia a livello centrale che locale, deve sfidare la politica - di qualunque colore - a esprimere la propria capacità progettuale e di governo.
Un quadro generale di tasselli scomposti: quale ruolo per il volontariato
I gruppi di volontariato hanno colto questa complessità? Hanno reagito: Cambiando? Adattandosi? Oppure sono “rimasti a guardare”?
I punti deboli del volontariato
Difficoltà di lettura di una realtà sempre più complessa C'è oggi una difficoltà di lettura e interpretazione di una realtà sociale, politica, istituzionale/organizzativa sempre più complessa e frammentata, sia per le dinamiche globali, ma anche nello scenario nazionale.
Volontariato stanco e invecchiato
Molte realtà di volontariato, in Italia, mostrano segni di stanchezza e chiusura: difficoltà a coinvolgere i giovani e quindi a rinnovare i nuovi quadri dirigenti; gruppi che spesso si “avvitano” su esperienze consolidate, senza cercare nuove strategie, senza rinnovare il proprio ruolo in una società che cambia vorticosamente. Le energie vengono dedicate alla ricerca di strade più “gratificanti” come le convenzioni e/o le sovvenzioni pubbliche: si tratta di gruppi che si “rinchiudono” nei propri progetti o al massimo cercano alleanze all’interno della propria area (minori, disabili, ecc.).
Come essere efficaci senza perdere l'anima: la sfida del terzo settore Una ulteriore difficoltà nel mettere in atto interventi efficaci ed efficienti di risposta ai bisogni senza perdere le proprie caratteristiche peculiari di volontari viene dal confronto con altri soggetti, pubblici e privati, oggi tutti orientati verso un modello “aziendalistico”, oggi prevalente nel Terzo Settore.
Appartenenza e rappresentanza: fragilità di una rete incompiuta Bisognerebbe indagare quanto le associazioni aderenti sanno dell’attività politica del MoVI e dei vantaggi che pensano di riceverne, di come vorrebbero cambiassero le cose, eventualmente, di quanto sono disposte a formare i propri volontari e a metterli a disposizione del Movimento.
Bravi volontari ma anche buoni cittadini e animatori della rete sociale Il volontario oggi è chiamato a svolgere funzioni e azioni complesse, che richiedono competenze e capacità che vanno ben al di la della buona volontà o della capacità di operare nelle singole azioni di volontariato. Vi è una certa difficoltà nel trovare persone impegnate nell’azione volontaria e contemporaneamente disponibili e competenti rispetto alle esigenze di partecipazione sopra indicate: non “esperti” accademici, ma attori sociali capaci di dare un apporto valido e originale, basato sull’esperienza e sul confronto costruttivo con altri soggetti, come concertatori ai tavoli, come attivatori della rete sociale di un territorio, come interlocutori con le forze politiche, come promotori e attivisti in coordinamenti e campagne ai diversi livelli, dal locale al globale.
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Sono condivisi questi punti di debolezza? Quali altri se ne potrebbero aggiungere secondo l’esperienza dei vostri gruppi?
Gli strumenti per una nuova azione politica
Torniamo a pensare in grande: la politica come progettualità globale per il bene comune Caratteristica e obiettivo comune del
volontariato può essere la creazione e l’attuazione di una politica di advocacy. Nell’azione del volontariato la funzione di advocacy rappresenta la promozione e la tutela dei diritti quale pratica di cittadinanza solidale, impegno nella rimozione delle cause di emarginazione e disuguaglianza, denuncia dei diritti negati
Una linea chiara e obiettivi condivisi sulle politiche sociali: unire la base, cercare alleanze Occorre riuscire a stringere alleanze con gli altri soggetti del mondo del volontariato, ma anche con gli altri attori del Terzo Settore più in generale. Mostrare una larga rappresentanza di cittadini che si identificano in una cultura e in una posizione politica ben definite è fondamentale per porsi come interlocutori competenti (per conoscenze dei problemi, esperienze realizzate e formazione acquisita) e rilevanti (per la base che si rappresenta, composta sì dai più deboli che si vogliono tutelare, ma anche da tutte le componenti che si impegnano per la promozione dei diritti di tutti)
La sussidiarietà circolare: cambiare le istituzioni per valorizzare le istituzioni Parlando di sussidiarietà orizzontale, si intende
affermare che l’ente pubblico non deve fare quello che possono fare le libere iniziative della società, ma deve promuoverle e sostenerle. Si potrebbe allora ipotizzare il principio della sussidiarietà circolare dove la rappresentanza del terzo settore - abitanti del territorio, associazioni, sindacati, gruppi intermedi, ecc. – porta, attraverso la partecipazione, un contributo al cambiamento sociale
Testimoniare, diffondere e organizzare pratiche di cittadinanza attiva e solidale Fondamentale sarà la comunicazione e
l’interazione con i cittadini che non svolgono azione di volontariato, al fine di divulgare in modo sempre più incisivo, anche con azioni significative sinora estranee al nostro modo di porci (ad esempio: discese in piazza, manifestazioni, presidi, ecc.), le nostre idee per una società diversa e migliore.
Scuola e volontariato: un percorso educativo ed esperienziale Non si tratta di reclutare volontari per le
organizzazioni di volontariato utilizzando la scuola oppure progetti per la promozione dell’immagine della propria scuola utilizzando il volontariato o peggio ancora ignorarsi reciprocamente. Non pensiamo ad una integrazione tra scuola e volontariato perché la solidarietà diventi materia di insegnamento. Ci auguriamo invece che la solidarietà, con tutto il carico dei valori di cui è portatrice si proponga come stile di vita, di relazione e di educazione.
La formazione alla nuova politica, e alla solidarietà globale La formazione diventa strumento indispensabile per dare al Movimento e alle associazioni che lo compongono gli strumenti necessari e opportuni perché l’azione politica svolta sia efficace. Il Mo.V.I, oltre a occuparsi della formazione dei propri rappresentanti in questo ambito deve farsi carico di organizzare a diversi livelli territoriali corsi di formazione politica/sociale.
La nostra presenza su un territorio è caratterizzata da questa passione per l’insieme o veniamo percepiti come realtà interessate al proprio orticello? Potrebbe avere senso pensare in territori specifici a coordinamenti o altre forme di unione per presentare una linea unitaria al potere di turno? Quanto tempo della nostra formazione viene dedicato all’allargamento del nostro campo visivo per poterci sentire, veramente, nell’agire e nell’emozionare “responsabili del tutto”?
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LA TALPA E LA GIRAFFA