LA MACCHINA DI WIMSHURST La macchina elettrostatica di Wimshurst (1885) rappresenta una modifica rispetto alla macchina a induzione di Holtz. Il funzionamento è analogo ma con il vantaggio di un innesco automatico, non appena il sistema viene messo in rotazione. La macchina è costituita da due dischi isolanti, di ebanite, disposti verticalmente, coassiali, ruotanti in senso inverso. Ogni disco presenta radialmente, in prossimità del bordo, una serie di settori di stagno. Come nella macchina di Holtz, parallelamente all'asse di rotazione dei dischi e da ambo i lati rispetto a essi, ci sono due conduttori isolati, terminanti ciascuno con un pettine le cui punte si affacciano verso i dischi. Ai conduttori sono collegati i poli della macchina tra i quali scocca la scintilla. Il sistema pettini-conduttori-poli può essere messo in comunicazione con le armature interne di due bottiglie di Leyda. L'autoeccitamento avviene grazie alla presenza dei due conduttori diametrali, costituiti da due astine di ottone inclinate ai pettini, munite di spazzole metalliche che strisciano sui settori di stagno. Lo strumento è stato acquistato dal Liceo “Cannizzaro” il giorno 8 febbraio 1924 al costo di lire 580.
A cura di: Liceo Scientifico Cannizzaro
Fisica Elettromagnetismo