Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale Dl 353/2003 (conv. In L.27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, CB/Torino - anno 2 numero 1 - Marzo Aprile 2009 - Abbonamento a 6 numeri 40 euro.
Media Partner Campagna Sustainable Energy Europe Periodico delle Comunità Eco-Sostenibili, Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna Sustainable Energy Europe, Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica
Anno 2 - Numero 1 (Marzo-Aprile Prezzo di copertina 8,00 euro Copia omaggio.
La preziosa alleanza dei Sindaci virtuosi La sorpresa dei piccoli Comuni Il ruolo strategico delle Agenzie Locali
Speciale Bruxelles
Decolla Il Patto dei Sindaci
Campagna SEE
Energia Sostenibile per l’Europa Settimana della sostenibilità, EUSEW 9-13 febbraio 2009
PRIMO PIANO Le Partnership Italiane che hanno aderito all'azione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel promuovere la Sostenibilità Energetica ed Ambientale in Ita-
Editoriale
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• Marco Frey, doc. Economia e Gestione delle Imprese presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. • Alessandro Giari, presidente APSTI. • Antonio Lumicisi, coordinatore Campagna SEE in Italia (Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare). • Anna Moreno, coordinatrice di DesireNet-Project. Dipartimento Innovazione-Enea. • Marzio Flavio Morini, presidente Commissione Ambiente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) • Davide Poli, dipartimento di Sistemi elettrici e Automazione Università di Pisa. • Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. • Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena. Collaboratori: Micaela Barilari (Toscana), Puccio Corona (inviato), Claudio Chiaves, Diego Favarato, Claudia Grandi, Viviana Lupi (Trentino), Piero Minuzzo (Valle d’Aosta), Luisella Duilia Meozzi (Emilia-Romagna), Marcello Paris (inviato), Paola Roveglia, Alessandro Sbrana. Fotografie: Gerry Annone, Comune di Carmagnola, Mauro Comodi, Cosvig, Comunicazione e territorio, CVA, Ufficio Stampa Enel, Provincia di Genova, Metan Alpi Sestriere, Ministero dell’Ambiente, Orano Pippucci, Renael, Presidenza Regione Toscana, Comune di Scansano, Uffcio Stampa Shell, Distretto Tecnologico del Trentino, Presidenza Regione Vallle d’Aosta. Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeo Magazine.
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bama ha promesso, nel corso della campagna elettorale, che investirà 15 miliardi di dollari l’anno, per un decennio, per sviluppare le energie alternative. Dichiarazioni rilasciate poco prima dell’insediamento parlavano di raddoppio della produzione da fonti rinnovabili nei prossimi tre anni con un forte programma di investimenti e fondi dedicati a supporto. Si sa che lo staff del neopresidente sta mettendo a punto un provvedimento per incentivare la moltiplicazione di piccoli impianti sparsi per il Paese. Un punto chiave del programma di Obama, che prevede di creare 5 milioni di posti di lavoro pilotando in questa direzione miliardi di dollari che oggi vengono spesi per acquistare petrolio. Potrebbe essere una risposta alla crisi finanziaria globale: l’energia rinnovabile non solo aiuta a migliorare il clima, ma potrebbe rivelarsi una formidabile leva economica. Basti pensare che i 700 miliardi di dollari messi a disposizione dal governo americano per salvare Wall Street equivalgono al costo di un anno di petrolio importato. Il neopresidente ha promesso in campagna elettorale la fine della dipendenza dal petrolio del Medio Oriente e del Venezuela entro 10 anni. Come? 150 miliardi di dollari di investimenti nelle energie rinnovabili, minori consumi di elettricità entro il 2020 (per una quota del 15%), riduzione dell’80% dei gas tossici entro il 2050. Questa la ricetta per trasformare gli Stati uniti in una Low Carbon Economy, un’economia a basse emissioni di carbonio. E l’Europa? Il vecchio Continente non ha scoperto il verde negli ultimi mesi, ma ci punta da anni. Il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha sottolineato come “le proposte dimostrano che gli obiettivi fissati l’anno scorso sono realizzabili sia dal punto di vista tecnologico che economico e offrono opportunità commerciali senza precedenti a migliaia di imprese europee. Le misure previste accresceranno significativamente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili in tutti i paesi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente vincolanti. La lotta ai cambiamenti climatici è la grande sfida politica che la nostra generazione deve affrontare”. “La nostra missione, o meglio il nostro dovere - ha aggiunto - è definire un quadro politico che consenta di trasformare l’economia europea in un’economia più attenta all’ambiente, e continuare a guidare l’azione internazionale volta a proteggere il nostro pianeta”. Gli obiettivi fissati a Bruxelles dall’Unione Europea nel cosiddetto “pacchetto 2020-20” prevedono-entro il 2020- risparmi energetici (+20%) e la riduzione delle emissioni di Co2 (-20%). E’ la sostanza del co-
siddetto “Pacchetto 20-20-20”. Il Ministero dell’Ambiente punta sulla fonti rinnovabili, il cui sfruttamento può seriamente contribuire alla indipendenza energetica nazionale e a diminuire i danni all’ecosistema. Un aggiornamento sulle prospettive future e gli appuntamenti internazionali che nell’Anno mondiale del clima, dovranno portare a una riduzione delle emissioni di anidride carbonica, potrà esserci a breve, ora che gli scenari stanno cambiando soprattutto in vista della Conferenza di Copenhagen che, nel dicembre 2009, dovrà rivedere e sostituire gli accordi di Kyoto. I progetti del Ministero dell’Ambiente vanno in questa direzione: cittadini e imprese sono stimolati a prendere coscienza del loro ruolo primario nell’aumentare l’efficienza energetica degli edifici. I Comuni, come si evince nell’ultimo Rapporto di Legambiente (Comuni Rinnovabili 2009), hanno imparato la lezione rispondendo massicciamente alla domanda di energia pulita. Secondo l’indagine c’è stato un salto impressionante nella crescita degli impianti installati nel territorio italiano. Sono 5.991 i Comuni in Italia dove è stato installato almeno un impianto, erano 3.190 solo un anno fa, in pratica le fonti pulite che fino a 10 anni fa interessavano con l’idroelettrico e la geotermia una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nel 79% dei Comuni. Uno dei risultati più interessanti è che cresce la diffusione per tutte le fonti e i parametri presi in considerazione. Questi dati mostrano come le energie pulite siano la migliore soluzione non solo per uscire dalle fonti fossili e salvare il pianeta dai cambiamenti climatici ma anche per rispondere alla crisi economica e per guardare con ottimismo al futuro.
Lo sanno bene i Comuni che stanno mostrando un grande interesse al Patto dei Sindaci (Covernat of Mayors), l’iniziativa promossa nell’ambito della Campagna SEE in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (che coordinerà le azioni al fine di coinvolgere un numero sempre maggiore di piccole e grandi città). Si tratta di un’efficace azione per promuovere una politica energetica comune e la sostenibilità ambientale con il coinvolgimento di piccole e grandi comunità locali (ma anche di sistemi di impresa che sapranno innovare) che si vorranno impegnare in obiettivi ambiziosi da realizzare entro il 2020. E proprio sulla scommessa dei territori che hanno scelto di puntare sulle fonti rinnovabili, punta la campagna “Energia Sostenibile per l’Europa” (Sustainable Energy for Europe - SEE), così come l’hanno chiamata a Bruxelles nel novembre 2005, quando è stata lanciata dalla Commissione europea con l’obiettivo di promuovere una produzione e un utilizzo più intelligente dell’energia. In questo numero, Energeo Magazine dedica uno speciale a questa importantissima iniziativa dell’UE ed alla Settimana dell’Energia Sostenibile che si è svolta, con grande successo, a febbraio a Bruxelles. Il nostro giornale è diventato, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, una cinghia di trasmissione a sostegno della Comunicazione destinata al territorio, anche per iniziative riguardanti le partnership interessate all’attuazione della Campagna “ENERGIA SOSTENIBILE PER L’EUROPASEE” presentate dai diversi attori del panorama energetico europeo. Insomma un numero ricco di notizie, spunti, curiosità, approfondimenti.
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Sommario ANNIVERSARI
SCENARI INTERNAZIONALI 32
IRENA, YES WE CAN
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INTERVISTA A CORRADO CLINI Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
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TECNOLOGIA E PRODOTTI 58
PRIMO PIANO 36
TOSCANA, VEDI ALLA VOCE SOSTENIBILITÀ
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LA CRPM Un laboratorio di idee per l’europa VIAGGIO NELL’ITALIA SOSTENIBILE
Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale Dl 353/2003 (conv. In L.27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, CB/Torino - anno 2 numero 1 - Marzo Aprile 2009 - Abbonamento a 6 numeri 40 euro.
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SPECIALE EUSEW
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VALLE D’AOSTA: UNA REGIONE 10 E LODE
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CVA: CHIARE, FRESCHE E REDDITIZIE ACQUE
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RIGENERGIA 2009
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Media Partner Campagna Sustainable Energy Europe Periodico delle Comunità Eco-Sostenibili, Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna Sustainable Energy Europe, Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica
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ENERGIA SOSTENIBILE PER L’EUROPA La campagna SEE in Italia
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AWARDS 2009 L’Oscar delle best practices
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IL PATTO DEI SINDACI
Anno 2 - Numero 1 (Marzo-Aprile 2009) Prezzo di copertina 8,00 euro Copia omaggio.
La preziosa alleanza dei Sindaci virtuosi La sorpresa dei piccoli Comuni Il ruolo strategico delle Agenzie Locali
Speciale Bruxelles
Decolla Il Patto dei Sindaci
Campagna SEE
Energia Sostenibile per l’Europa Settimana della sostenibilità, EUSEW 9-13 febbraio 2009
PRIMO PIANO Le Partnership Italiane che hanno aderito all'azione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel promuovere la Sostenibilità Energetica ed Ambientale in Italia attraverso la Campagna SEE
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VIAGGIO NELL’ITALIA DELLE BEST PRACTICES I numeri della Campagna SEE in Italia
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I PARTNERS DELLA CAMPAGNA SEE IN ITALIA 2005-2009
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MOLTO PIÙ DI UNA SEMPLICE PROMESSA
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LA GRANDE FAMIGLIA DEI SINDACI VIRTUOSI
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I VOLTI E LE SCELTE
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UN SUCCESSO TUTTO ITALIANO La notte degli Oscar della sostenibilità
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LE ALTRE INIZIATIVE REALIZZATE IN ITALIA
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PROTAGONISTI PER UN GIORNO
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SI PUÒ ESTRARRE CALORE DALLA TERRA?
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QUANDO IL KNOW-HOW SULLA GEOTERMIA PARLA ITALIANO
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LA TOSCANA PARTNER IDEALE PER FAR DECOLLARE AL GEOTERMIA IN EUROPA ENERGIA E IMPRESE
NOTIZIE DAL TERRITORIO
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LEITWIND: UN SUCCESSO TUTTO ITALIANO
LA RETE VIRTUOSA DELLE PROVINCE DEL NORD OVEST
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LEITNER TECHNOLOGIES, CI PIACE ARRIVARE PRIMA NEL FUTURO!
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DISTRETTI TECNOLOGICI, L’ESEMPIO VIRTUOSO DEL TRENTINO
VOGLIAMO RIDARE SPERANZE E PROSPETTIVE ALLA NOSTRA GENTE
ENERGIA PULITA, PROPOSTE CHIARE E TRASPARENTI A colloquio con Marzio Flavio Morini, Presidente Commissione Ambiente ANCI
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DOSSIER GEOTERMIA
VAI COL VENTO
SPECIALE ANCI AMBIENTE 48
LISCIO COME L’OLIO Le prestazioni di Shell Mysella
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INTERVISTA AD ALESSANDRO REPETTO 46
METAN ALPI SESTRIERE: CHE BELLA IMPRESA
AZIENDE E TERRITORIO 72
LA STORIA (DELL’ENERGIA PULITA) SIAMO NOI Enel Green Power PERISCOPIO
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NEWS E APPUNTAMENTI
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Speciale EUSEW 2009
Speciale EUSEW 2009 TRE ANNI DI SUCCESSI
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nibilità ambientale. Nel corso della Settimana della Sostenibilità, EUSEW 2009, nella più rappresentativa sala del prestigioso teatro Albert Hall, sono stati resi noti i vincitori assoluti per ogni Categoria. Gli italiani si sono comportati bene: nella Categoria Comunità Sostenibili si è classificato primo il Consorzio
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lando, benchè suscettibile di ulteriori margini di miglioramento. Il nostro Paese risulta tra i paesi più attivi avendo presentato, nell’ambito della Campagna SEE in Italia, 49 nuove partnership attivate nel corso del 2008 e portando a oltre 100 il numero totale delle partnership attivate nel periodo 2005-2008. E’ senz’altro il miglior risultato tra tutti gli Stati membri dell’UE.
UN VINCITORE ASSOLUTO ITALIANO
uò stupire ma un quinto delle Nominations europee dei Premi Awards 2009 (l’Oscar delle best practices) era costituito da iniziative proposte da partners della Campagna SEE in Italia. Cinque candidati italiani si sono presentati al rush finale per la conquista delle statuette-simbolo della soste-
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recente, terza edizione della Settimana Europea dell’Energia Sostenibile (EUSEW 2009) che si è svolta a Bruxelles.
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Energia sostenibile per l’Europa pea con l’obiettivo di promuovere una produzione e un utilizzo più intelligente dell’energia. Nell’ambito della campagna Energia sostenibile per l’Europa (SEE) sono state oltre 600 le partnership attivate dal 2005 ad oggi e, tra queste, 251 attivate in tutta Europa nel corso dell’anno appena trascorso (2008). In Italia, a tre anni dal suo lancio, questa iniziativa sta definitivamente decol-
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09/13/2009
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UNA CONCRETA COOPERAZIONE
La Campagna SEE in Italia (Sustainable Energy for Europe)
come un prezioso vademecum, utilissimo per chi si occupa di energia sostenibile. E al tempo stesso rappresenta uno stimolo, una vetrina. Ma è più semplice definirla campagna “Energia Sostenibile per l’Europa” (Sustainable Energy for Europe - SEE), così come l’hanno chiamata a Bruxelles nel novembre 2005, quando è stata lanciata dalla Commissione euro-
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Le iniziative presenti nel nostro Paese nell’ambito dell’attuazione della campagna SEE hanno superato quota 100, la migliore performance tra tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.
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A Bruxelles (9-13 Febbraio 2009) le “best practices” italiane hanno ben figurato alla Settimana della Sostenibilità, Eusew 2009. Decolla anche il Patto dei Sindaci.
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embra ieri, quando partì il primo anno di Campagna SEE. Decollò subito nel modo giusto: 16 partnership aderirono al progetto della Commissione Europea. Ancora un salto in avanti si fece nel 2007, rispetto ai già buoni risultati dell’anno precedente. Si registrò l’attivazione sul territorio di 38 partnership. Tappe che portarono, senza molti affanni (ma con tanto lavoro di divulgazione da parte dei responsabili del Ministero) ai risultati attuali: oltre 100 partnership, appunto. Tanta soddisfazione per la vocazione dell’Italia ai temi dell’energia sostenibile e della salvaguardia ambientale si è manifestata nell’ambito della
Brussels map
Impennata di adesioni alla campagna SEE in Italia, circa cinquanta le nuove partnership nel 2008 provenienti da tutte le parti d’Italia.
Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre, la statuetta è stata consegnata al presidente Renato Cami. Un gran bel risultato e certamente un buon inizio per una Campagna che si propone nel nostro Paese di fornire il supporto necessario per il raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione Europea al 2020.
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a grande kermesse dell’Energia Sostenibile per l’Europa ha visto confrontarsi i diversi portatori di interesse del panorama energetico europeo tra i quali anche i rappresentanti degli enti locali e dell’industria italiana della sostenibilità. Si intrecciavano dialetti e lingue diverse, dentro i Palazzi dell’Ue e fuori nelle strade e nei locali di Bruxelles, in un clima di un continuo e simpatico confronto. Il convegno dal titolo “La campagna SEE e il Patto dei Sindaci: insieme verso gli obiettivi del 2020” organizzato lo scorso 12 Febbraio nel Charlemagne Building a Bruxelles dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, focal point nazionale della campagna “Energia Sostenibile per l’Europa (SEE)”, ha richiamato un gran pubblico, ed è stata l’occasione per analizzare i risultati e le prospettive di sviluppo del rapporto di cooperazione in atto tra la Commissione Europea e uno Stato Membro nell’ambito della campagna SEE e del Patto dei Sindaci. Scopo del convegno è stato
quello di mostrare come la campagna SEE e il Patto dei Sindaci possano contribuire alla strategia nazionale per il raggiungimento degli obiettivi al 2020. E’ emerso che le priorità della Campagna SEE in Italia sono la definizione di impegni da parte degli attori pubblici e privati e la promozione di best practices nelle diverse aree e settori strategici di attuazione della Campagna (Comunità Sostenibili, Edilizia, Trasporti, Fonti di Energia Rinnovabile, Efficienza Energetica, Risparmio Energetico, Strumenti Finanziari, Comunicazione, Formazione, Educazione) al fine di replicare le azioni sul territorio, attrarre gli investimenti e aumentare l’impegno sociale e politico sui temi dell’energia sostenibile. “Questo evento - ha affermato Corrado Clini, direttore generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - è stato utile per presentare la concreta cooperazione in atto tra la Commissione Europea e uno Stato Membro nell’ambito dell’attuazione
della campagna SEE e del Patto dei Sindaci a livello nazionale, al fine di promuovere i migliori esempi sui temi dello sviluppo sostenibile nei diversi ambiti territoriali e, ad esempio, sottolineare e potenziare le sinergie tra le diverse Comunità che hanno già iniziato a percorrere la strada verso uno sviluppo sostenibile”.
“L’evento - ha dichiarato Fabrizio Barbaso, vice-direttore DG TREN - mostra come la cooperazione tra la Commissione Europea e uno Stato Membro nella gestione a livello nazionale della campagna SEE possa effettivamente contribuire al raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione Europea al 2020”.
Corrado Clini, direttore generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
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Speciale EUSEW 2009
Speciale EUSEW 2009
AWARDS 2009
L’Oscar delle best practices Il 10 febbraio 2009 sulla passerella del Premio Awards 2009 (l’Oscar delle “best practices”), allestita nella superba Sala multifunzionale dell’Albert Hall, (Avenue Eudore Pirmez, 9), dove sono stati resi noti i vincitori assoluti per ogni Categoria, nel corso della Settimana della Sostenibilità, EUSEW 2009, si sono presentate le cinque candidature italiane.
Applausi per il Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre che con un progetto per la produzione di energia da biomasse agricole locali, si è aggiudicato l’ambito premio nella categoria Comunità Sostenibili. Si è sperato fino all’ultimo nei premi assoluti anche per le altre partnership segnalate battute proprio sul filo di lana.
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Le 5 Nominations italiane, tutte incluse nella strategia congiunta con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tra le 25 selezionate dalla Commissione Europea nelle diverse Categorie, rappresentano il compimento di un lavoro effettuato con molta determinazione ad ampio raggio in ogni area di intervento.
I candidati italiani agli Awards 2009. GUARDIAMOLI PIU’ DA VICINO
La Commissione, ha poi individuato nella categoria Dimostrazione e Disseminazione, 2 Nominations italiane: l’Agenzia CasaClima di Bolzano con la prima CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI (dal 2002) e la Provincia di Reggio Emilia con il progetto ECO-ABITA sulla riduzione dei consumi energetici nelle abitazioni.
Infine, nella categoria Comunita’ Sostenibili ci sono altre due Nominations italiane: il Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre con un progetto per la PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIOMASSE AGRICOLE LOCALI e Anci Ideali (che è una Fondazione per le politiche urbane europee) con un progetto di SUPPORTO ALLA DIFFUSIONE DEL PATTO DEI SINDACI IN ITALIA.
IL PERCORSO DELLA CAMPAGNA SEE Cominciamo ad individuare il percorso della Campagna SEE. I coordinatori del Ministero dell’Ambiente, infatti, rilanciano al termine del successo ottenuto quest’anno a Bruxelles, alimentando anche l’altro aspetto della Campagna: la promozione e l’incremento delle partnership e il Patto dei Sindaci, un’ini-
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ziativa (www.campagnaseeitalia.it) avviata un anno fa, che ha già coinvolto i sindaci delle città europee al fine di migliorare in maniera significativa l’efficienza energetica negli ambienti urbani, ove le politiche e misure inerenti alcuni settori chiave, come i trasporti, risultano più importanti.
Valle d’Aosta cuore d’Europa metroaosta.it
Nella categoria Programmi di cooperazione (la Campagna SEE individua anche queste iniziative), l’Istituto Oikos si è contraddistinto con il progetto BEST RAY per la promozione di servizi energetici nelle aree rurali della Tanzania.
Premi e concorsi, si sono rivelati, in questi ultimi anni, strumenti in linea con i criteri di competitività indicati dall’Unione Europea, e idonei a far emergere le eccellenze dell’innovazione nelle forme integrate di governo del territorio. Non è però solo la lista di riconoscimenti conquistati o che si potrebbero conquistare in futuro, a rendere interessante la Campagna SEE. E nemmeno solo la tecnologia o la disponibilità di risorse economiche. A volte basta un’idea, semplice e vincente. Basta crederci.
Centoventimila abitanti in un territorio di 3262 km2 che confina a nord con la Svizzera, a sud e a est con il Piemonte e a ovest con la Francia: la Valle d’Aosta, la più piccola regione d’Italia, integralmente e autenticamente montanara, si trova in un ampio quadrilatero delimitato dalle cime più alte d’Europa – il Monte Bianco, il Cervino, il Monte Rosa, il Gran Paradiso. Divisa in 74 comuni e otto comunità montane, la regione ha per capitale Aosta, città di 35.000 abitanti, situata proprio al centro della Valle, in un punto strategico per le vie di comunicazione. Aosta, fondata dai Romani nel 25 a.C., è ricca di un patrimonio storico e artistico di grande rilievo, che rappresenta una preziosa testimonianza del passato: dai resti dei primi insediamenti del neolitico e dell’età del bronzo agli imponenti capolavori dell’epoca romana, dell’arte sacra e romanica del Medioevo. Il patrimonio di lingua, cultura, storia e tradizione deriva infatti proprio dalla sua posizione unica di “carrefour” tra le diverse culture francese, italiana e tedesca. Oltre alle due lingue ufficiali della Regione, l’italiano e il francese, vi è infatti anche uno spazio linguistico germanofono, localizzato nella valle del Lys.
www.regione.vda.it
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Speciale EUSEW 2009
Il Patto dei Sindaci
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l Patto dei Sindaci, dopo un primo anno di rodaggio, si è ritrovato definitivamente sulla rampa di lancio: è stato ufficialmente varato il 10 febbraio scorso, nell’ambito di Eusew 2009, con l’obiettivo di coinvolgere piccole e grandi municipalità italiane ed europee. La cerimonia è apparsa subito solenne, iniziativa esemplare e di grande effetto mediatico, sotto i riflettori di televisioni di mezza Europa. Circa 400 città si sono impegnate formalmente con la firma di un Patto a raggiungere una riduzione delle emissioni di CO2 superiore a quella del 20% indicata dall’UE entro il 2020. L’ambizioso e non facile obiettivo per la lotta al cambiamento climatico è stato sancito nell’emiciclo del Parlamento europeo da tanti rappresentanti di grandi e piccole città alla presenza del presidente della Com-
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missione José Manuel Barroso. Erano presenti i Comuni italiani che hanno già approvato in Consiglio comunale una delibera che impegna la città al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Patto dei sindaci. Al momento figurano 28 città, tra cui Torino, Verona, , Padova, Bolzano, Rimini, Alessandria, Ancona e Foggia. Ma c’erano molti osservatori di Enti locali provenienti dall’Italia che si accingono a sottoscrivere l’impegno, tra questi il sindaco di Genova Marta Vincenti, nella veste anche di presidente della Fondazione ANCI IDEALI. Da tutta Europa sono arrivati a Bruxelles centinaia di sindaci e assessori, tra loro anche le fasce tricolori dei primi cittadini italiani come quelli giunti dalla provincia di Milano, accompagnati dall’assessore provinciale all’ambiente Bruna Brembilla, quelli della
provincia di Salerno, accompagnati dall’assessore alle problematiche Ambientali, Angelo Paladino, tutti con la ferma intenzione di aderire formalmente al Patto al più presto. I due Enti provinciali costituiscono le prime strutture territoriali di supporto a questa iniziativa, altre sono in fase di costituzione. In Europa sono già funzionanti le strutture di supporto di Huelva, Pasque Country, Stuttgart. Nutrite le rappresentanze dei sindaci delle varie regioni. C’erano i sindaci dell’Umbria e della Liguria, Emilia Romagna, Alto Adige e Veneto. Il sindaco Franco Loris Greco di Cerisano, in provincia di Cosenza, tra i primi ad aderire al Patto a livello europeo, ha rappresentato la Calabria. Alla cerimonia inaugurale sono intervenuti oltre 100 sindaci di altrettante
città europee, in prima fila i sindaci di Budapest, Gábor Demzky, di Amburgo, Ole von Beust, di Madrid, Alberto Ruiz Gallardón, di Riga, Janis Birkse, e di Växjö (Svezia), Bo Frank. Nessuna ricetta uguale per tutti e nessun modello da seguire - “non ci sono città perfette”, ha spiegato il sindaco di Madrid Alberto Ruiz-Gallardon ma per ridurre i gas ad effetto serra e raggiungere una maggiore efficienza energetica i comuni europei sono pronti a invertire la rotta in tanti settori, da quello dell’edilizia fino ai trasporti pubblici e a scambiarsi le buone pratiche”. Un impegno ribadito, nonostante la Commissione non abbia inserito tra gli interventi anti-crisi, da attuare con l’utilizzo di 5 miliardi di euro di fondi Ue non spesi, quelli per ridurre l’inquinamento delle città, che pure figuravano in una prima
lista. Il Presidente del Comitato delle Regioni, Luc van den Brande ha detto che «Il Patto dei Sindaci è un´ iniziativa eccellente che si svilupperà in collaborazione con il Comitato delle Regioni. Gli obiettivi ambiziosi che l´Europa si è data per ridurre le emissioni di gas serra possono essere realizzati solo attraverso lo sforzo congiunto e convinto degli enti locali e regionali. Il Patto non è fatto soltanto per le grandi città, ma si rivolge anche alle città minori e ai comuni più piccoli e li incoraggia a aderire all´iniziativa e a sottoscrivere l´impegno per l´ambiente. Dal canto suo, il Comitato delle Regioni sta studiando come creare una rete delle città e regioni che hanno firmato il Patto, in modo da diffondere tra loro le migliori pratiche ed esperienze». Nel giorno della Cerimonia del Patto, il Presidente della Commissione Europea, José-
Manuel Barroso, il Commissario Europeo per l’Energia, Andris Piebalgs, ed altri rappresentanti delle istituzioni europee, accogliendo nell’Emiciclo del Parlamento Europeo, sindaci e rappresentanti di città e Comuni provenienti da tutta Europa, hanno lanciato un forte invito a collaborare nel sostegno degli impegni assunti dal Consiglio europeo in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione delle energie rinnovabili. Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha sottolineato come “le proposte dimostrano che gli obiettivi fissati l’anno scorso sono realizzabili sia dal punto di vista tecnologico che economico e offrono opportunità commerciali senza precedenti a migliaia di imprese europee. Le misure previste accresceranno significativamente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili
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Speciale EUSEW 2009 in tutti i paesi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente vincolanti. La lotta ai cambiamenti climatici è la grande sfida politica che la nostra generazione deve affrontare”. “La nostra missione, o meglio il nostro dovere - ha aggiunto - è definire un quadro politico che consenta di trasformare l’economia europea in un’economia più attenta all’ambiente, e continuare a guidare l’azione internazionale volta a proteggere il nostro pianeta”. Il commissario Andris Piebalgs, responsabile per la politica energetica, ha affermato che “in un momento di crescita dei prezzi del petrolio e di preoccupazione per il clima, le fonti energetiche rinnovabili ci offrono un’opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire. Ci aiuteranno a ridurre le emissioni di CO2, a rendere più sicuro il nostro approvvigionamento energetico e a sviluppare la crescita e l’occupazione in un settore ad alta tecnologia e in pieno sviluppo. Se riusciremo a compiere uno sforzo ora, l’Europa sarà in grado di guidare la corsa verso l’economia a basse emissioni di carbonio di cui il pianeta ha disperatamente bisogno”. Un plauso all’iniziativa dei sindaci è giunta nel corso della cerimonia dall’europarlamentare Guido Sacconi, che ha guidato la commissione temporanea del Parlamento Europeo sui cambiamenti climatici. Elemento fondamentale per
l’adesione, l’aver già approvato una Delibera del Consiglio Comunale che impegna la città al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Patto dei Sindaci. Le città che si impegneranno nell’ambito del Patto dei Sindaci dovranno adottare uno specifico Piano di Azione finalizzato a sostenere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. In particolare, il principale obiettivo consiste nella riduzione di almeno il 20% delle emissioni di CO2 attraverso una maggiore efficienza energetica, un maggior ricorso alle fonti di energia rinnovabile e ad appropriate azioni di promozione e comunicazione. Altre informazioni si potranno trovare nel nuovo sito internet (www.eumayors.eu) del Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), che fungerà da portale e struttura di supporto per le città partecipanti e per i cittadini. Sul sito della campagna SEE in Italia (www.campagnaseeitalia.it) una sezione specifica è dedicata al Patto dei Sindaci. “Le città hanno la capacità di intraprendere grandi iniziative mettendo in sinergia i diversi attori del panorama energetico, come dimostrato dalla radicale trasformazione di alcune città, come Londra e Barcellona, in occasione di grandi eventi internazionali ospitati”, ha affermato Fabrizio Barbaso, vice-direttore DG TREN. “Le città”, ha dichiarato, dal
Speciale EUSEW 2009 canto suo, Corrado Clini, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “sono il primo punto di contatto tra i cittadini e l’amministrazione pubblica. Il loro ruolo nelle attività di comunicazione ed informazione è cruciale e spesso più efficace delle iniziative a livello europeo, nazionale o regionale”. “Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, focal point per l’attuazione della campagna Energia Sostenibile per l’Europa (SEE) in Italia” - ha aggiunto Clini - “sta coordinando le azioni a livello nazionale al fine di sostenere e coinvolgere sempre più città nell’iniziativa”. “L’anno 2008 - ha concluso Clini - è stato eccezionale per la partenza del Patto dei Sindaci nel nostro Paese: 28 città, dal nord al sud dell’Italia hanno già preso un impegno ufficiale per rispettare gli obiettivi del Patto e il 2009 sarà l’anno nel quale i primi Piani di Azione vedranno la luce inserendo le città tra gli attori principali per la riduzione delle emissioni di gas serra”. Con tale atto queste città dichiarano di attivarsi concretamente nella riduzione dei gas serra e si impegnano, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ad agire da pioniere predisponendo entro un anno uno specifico Piano di Azione per il raggiungimento degli obiettivi delineati nel Patto dei Sindaci.
gente dell’energia. Ci siamo già impegnati con i nostri interlocutori del Ministero dell’Ambiente a presentare le più significative iniziative avviate nel territorio che si concentrano sui temi delle
Le città italiane che hanno già approvato la Delibera del Consiglio Comunale, come adesione formale al Patto dei Sindaci, invitate a Bruxelles alla Cerimonia del Patto dei Sindaci:
Abano Terme (Pd) Affi (Vr) Alessandria Ancona Andora (Sv) Arzignano (Vi) Atrani (Sa) Avigliana (To) Bevagna (Pg) Bolzano Campagna (Sa) Casola di Napoli (Na) Castelnuovo del Garda (Vr) Cerisano (Cs) Corciano (Pg) Correggio (Re) Foligno (Pg) Foggia Lodi Maiori (Sa) Minori (Sa) Padova Pojana Maggiore (Vi) Ravenna Rimini Scala (Sa) Torino Verona
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Aprile 2009 - Abbonamen 2 numero 1 - Marzo 1, CB/Torino - anno 4 n.46) art. 1, comma (conv. In L.27.02.200
Anno 2 - Numero 1 (Marzo-Aprile 2009) Prezzo di copertin a 8,00 euro Copia omaggio.
La preziosa allean za dei Sindaci virtu osi La sorpresa dei picco li Comuni Il ruolo strategico delle Agenzie Local i
Italiane Spa - Spedizione
postale Dl 353/2003
Campagna Sustainab Media Partner le Energy Europe
Periodico delle Comunità Eco-Sostenibili, Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna Sustainable Energy Europe, Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazion e Tecnologica
bimestrale - Poste
riodico esso stesso, partner della Campagna “Energia sostenibile per l’Europa/ AREA PROMOZIONE E COMUNICAZIONE”, prefiggendosi di promuovere l’Energia sostenibile a tutto campo, supportando, attraverso una fitta rete di contatti, il “local”, al fine di condividere argomenti, proposte, analisi, iniziative, programmi e progetti inerenti la produzione e l’utilizzo più intelli-
tions - Torino - Periodico
contraddistinguono per progettualità ambientale (sono più di tremila, quasi la metà delle municipalità presenti nel Paese), e inoltre a Enti (Regioni e province), Poli di ricerca, Università, Comunità eco-sostenibili, Comunità montane, Distretti energetici, rappresenta una piccola garanzia. Siamo lusingati perchè abbiamo ricevuto dal Ministero dell’Ambiente l’invito a far diventare il pe-
Edipress Communica
E
nergeo Magazine già da questo numero cercherà di semplificare quello che è un aspetto della Campagna SEE: far cogliere ai Comuni, anche quelli sperduti di montagna, l’aspetto vero della campagna. Che, in assoluto, ha un grande valore: l’accessibilità a tutti. Il canale di diffusione del nostro Magazine, distribuito nell’intero territorio nazionale a tutti i Comuni “virtuosi” che si
to a 6 numeri 40 euro.
Il nostro giornale Media-Partner dell’iniziativa.
Speciale Bruxelles
Decolla Il Patto dei Sindaci
Campagna SEE
Energia Sostenibil e per l’Europa Settimana della sosten ibilità, EUSEW 9-13 febbraio 2009
O
fonti di energia rinnovabile, del risparmio energetico e dell’efficienza energetica inserite nelle diverse aree di cui si compone la Campagna SEE, cogliendo gli aspetti significativi della Campagna
in Italia. Energeo Magazine si appresta ad essere punto di riferimento per i Comuni “virtuosi” e per gli Enti locali che hanno aderito o stanno aderendo al Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors),
l’iniziativa della Commissione Europea più ambiziosa promossa finora per coinvolgere i cittadini nella lotta contro i cambiamenti climatici e il riscaldamento del pianeta.
PROCEDURE SEMPLICI E ACCESSIBILI
ra con l’aiuto del Coordinatore della Campagna SEE in Italia, Antonio Lumicisi, che per conto del Ministero dell’Ambiente segue costantemente l’evolversi della Campagna SEE, proviamo ad entrare nel labirinto delle procedure che troppo spesso, a torto, costituiscono valichi impraticabili. L’obiettivo è il monitoraggio e l’esplorazione delle diverse aree della Campagna attraverso nuove ed innovative partnership su tutto il territorio nazionale per dimostrare che non si
tratta della solita aria fritta. ”Occorre collaborare concretamente - dice Antonio Lumicisi - affinché gli obiettivi fissati nelle partnership già attivate vengano raggiunti con successo”. “Il Ministero e la Commissione - precisa Lumicisi - hanno presentato la loro strategia congiunta finalizzata a gestire l’azione europea a livello nazionale attraverso l’attuazione della Campagna SEE nel nostro paese, occorre ora che ci sia l’impegno di tutti, piccole e grandi realtà”. Cominciamo dal nostro piccolo ma efficace contributo.
Antonio Lumicisi, coordinatore Campagna SEE in Italia
Idee giovani e concrete alla base del successo. Dott. Lumicisi c’è qualcosa che vuole ricordare dopo tre anni di lavoro per la promozione di questa campagna? “Senz’altro l’entusiasmo di coloro che si avvicinano ai temi della campagna SEE e la condivisione degli obiettivi che la campagna si prefigge. Temi ed obiettivi che riguardano ognuno di noi e la nostra quotidianità. Ciascuno può veramente fare qualcosa di concreto nella lotta ai cambiamenti climatici utilizzando diverse forme di energia in maniera sostenibile, iniziando magari proprio dal risparmio dell’energia!”. In sostanza quali sono gli obiettivi? “La campagna SEE si prefigge, in generale, la promozione di forme di produzione ed utilizzo intelligente dell’energia. Sia da un punto di vista tecnologico (sviluppo delle nuove fonti di energia rinnovabile e per l’efficienza energetica nei diversi settori) che culturale (promozione,
comunicazione e formazione ai diversi livelli e nei diversi settori della società civile). Per quanto riguarda poi il Patto dei Sindaci, iniziativa lanciata dalla Commissione Europea nell’ambito proprio della campagna SEE e che si indirizza nello specifico alle città, gli obiettivi sono anche “numerici”; in sostanza si tratta, per le città, di andare oltre gli obiettivi fissati a livello comunitario per gli Stati Membri (riduzione di oltre il 20% delle emissioni di CO2) entro il 2020”. Si possono proprio associare tutti? “Tutti coloro che si riconoscono negli obiettivi della campagna SEE possono diventarne Partner ufficiali e in Italia c’è questa possibilità di diventare Partner SEE nell’ambito della strategia congiunta attivata tra la Commissione Europea e il Ministero dell’Ambiente. Per la prima volta un’azione europea viene concretamente promossa e realizzata a
livello locale con un’azione sinergica di livello europeo, nazionale e locale”. Possiamo dire che è scoppiata la febbre dell’energia sostenibile? “Abbiamo rilevato un interesse sempre più crescente dovuto al fatto che, sempre di più, c’è consapevolezza del ruolo che i diversi attori della società civile (settore pubblico e privato) svolgono nella lotta ai cambiamenti climatici. Non si tratta più solo di azioni per la salvaguardia ambientale ma, anche e soprattutto, per lo sviluppo tecnologico e sociale del nostro Paese”. La crisi economica potrà rallentare questo processo di crescita del settore energetico-sostenibile? “E’ difficile prevedere gli impatti della crisi economica in atto ma è proprio in questi momenti che dobbiamo porci il problema di utilizzare bene le nostre risorse, sia economiche che naturali. La crescente consapevolez-
za e sensibilità verso i temi dell’energia sostenibile ci aiuterà a velocizzare il processo verso una società a basso contenuto carbonico tenendo a mente che i costi per affrontare l’emergenza climatica sono sicuramente inferiori, nel medio-lungo periodo, di quelli che dovremo affrontare come conseguenza della non-azione”. Ci sono le giovani generazioni in questa partecipazione collettiva? Sono queste le professioni del futuro? “I giovani sono una parte importante della nostra società e tutte le iniziative di promozione, comunicazione e formazione sui temi dell’energia sostenibile nella campagna SEE sono dirette principalmente a loro. Ci sono enormi potenzialità da sfruttare nel nostro Paese in termini di nuove professioni legate allo sviluppo dell’energia sostenibile e sta a noi, oggi, non deludere tali aspettative”.
PRIMO PIANO Le Partnership Italiane che hanno aderito all'azione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel promuovere la Sostenib ilità Energetica ed Ambien tale in Italia attraverso la Campag na SEE
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Speciale EUSEW 2009
Viaggio nell’Italia delle best practices L
a Settimana dell’Energia Sostenibile (EU Sustainable Energy Week - 2009) che si è chiusa il 13 febbraio, è stata un evento di portata comunitaria, organizzato su tutto il territorio europeo. In questi giorni diverse iniziative si sono svolte a Bruxelles ed in altre città europee. Consumatori e produttori di energia hanno potuto partecipare attivamente a conferenze, workshop, attività didattiche e visite ad aziende ed impianti che producono o utilizzano energia rinnovabile e tecnologie per l’efficienza energetica. In questi anni, ogni partner ha contri-
buito affinché emergesse tutto l’entusiasmo profuso giorno per giorno nelle iniziative che cambieranno il panorama energetico nazionale ed europeo. In questo contesto, l’Italia è risultata tra i paesi più attivi.
In totale sono state attivate 104 partnership
Due anni fa la Commissione Europea ha riformulato le Aree della campagna SEE al fine di organizzare al meglio le partnership selezionate ed inserite al loro interno. Troviamo quindi nelle nuove Aree della Campagna SEE , 30 partecipazioni nell’area delle Comunità sostenibili. L’area Promozione, Comunicazione, Educazione registra 41 adesioni. Risultano due le iscrizioni nei programmi di cooperazione. Undici partership sono attive nell’area di Trasformazione del mercato. Venti sono, invece, i Progetti dimostrativi.
I numeri della Campagna SEE in Italia: le Aree di intervento.
104 Partnership risultano attivate nel nostro paese. 18 Le Regioni italiane a cui appartengono le Partnership locali che hanno aderito al programma Campagna
SEE, promossa dall’UE e sostenuta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto,Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna.
30 Partnership attivate nell’area “Comunità sostenibili”. 11 Partnership attivate nell’area “Trasformazione del mercato”. 41 Partnership attivate nell’area “Promozione, Comunicazione e Formazione”. 20 Partnership attivate nell’area “Progetti dimostrativi e di disseminazione”. 2 Partnership attivate nell’area “Progetti di cooperazione”. 6 Nominations ai premi SEE Awards 2008 con 3 vincitori assoluti di categoria 5 Nominations ai premi SEE Awards 2009 con 1 vincitore assoluto di categoria 28 Le città italiane che, ad oggi, hanno già approvato una Delibera del Consiglio Comunale, come adesione formale al Patto dei Sindaci.
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COMUNITÀ SOSTENIBILI La Campagna Energia sostenibile per l’Europa mette in mostra e promuove programmi e progetti in Comunità d’avanguardia in ogni campo relativo alla produzione o all’uso di energia sostenibile al fine di farli apprezzare e ripetere in altre regioni europee. In Italia nell’area “Comunità sostenibili” della campagna SEE hanno aderito: A.I.C.C.R.E. AEA Perugia Ambiente Italia ANCI Ideali A.P.E.V.V. ARE Liguria Comune di Alessandria Comune di Arzignano (Vi) Comune di Lazise (Vr) Comune di Formigine (Mo) - AESS Comune di Lodi Comune di Milano Comune di Padova Comune di Torino Com. Mont “Montagna Fiorentina” Comune di Venezia Comunicazione e Territori coop. Centro Ricerche Fiat Consorzio Prod. Agricoli Acque Minerali Umbre Coord. Agende 21 Locali ENEA Casaccia ESI - Ferraloro Energia srl CRPV (IEE) Geovest - AESS Provincia di Genova (IEE) Provincia di Milano Regione Lazio Regione Lombardia Regione Sardegna RESCO Italia srl TRASFORMAZIONE DEL MERCATO Tra le funzioni della Campagna Energia sostenibile per l’Europa c’è anche quella di
promuovere maggiormente i prodotti e le tecnologie per l’efficienza energetica, accelerandone la penetrazione. Viene pertanto promossa una notevole azione divulgativa per informare in dettaglio i consumatori al fine di trasformare ed orientare gradatamente il mercato verso prodotti con un ciclo di vita a basso impatto ambientale. In Italia hanno aderito fino ad ora a quest’area: Ag. Energia e Ambiente Torino Associazione Le Fattorie APE Udine Bovislend Lease Comune di Capannori (Lu) Cooperativa SFCdue Federabitazione Free Pack Net ISIS (IEE) Regione Abruzzo Whirlpool Europe PROMOZIONE, COMUNICAZIONE E FORMAZIONE La campagna sta creando una rete di promozione e comunicazione a supporto dei diversi attori operanti sul territorio: Enti locali, Regioni, settore industriale - incluse le PMI - settore della ricerca, associazioni, ecc. al fine di aiutarli a cooperare fra loro e ad apprendere dalle migliori esperienze realizzate o in corso di realizzazione in tutta Europa. Le partnership attivate in Italia in quest’area sono: Adiconsum (IEE) AGIRE Mantova AIEE Ambiente TV ARPA Veneto Artenergy Publishing srl
ASEA Attiva srl BIT spa Camera di Commercio di Lucca CNA Rieti CNR Ivalsa Comunità Mont. App. Reggiano Consorzio BIM Brenta Consorzio Pannello Ecologico CRACA (IEE) ETA Florence Explora - Museo dei bambini Fiera di Bolzano - Klima House Fondazione Ambiente Pulito Fortunato productions Gesco srl Imes Sicilia Innovazione Sostenibile Intesa Sanpaolo INU ISIS Roma Isnova ITABIA Laplacian sas Legambiente Multiutility spa Pawlonia Italia srl Poste Italiane Provincia di Novara Provincia di Roma - Coord. L.E.A. Regione Piemonte Ri.b.e.s. Onlus SEA Sinopia Società Meteorologica Italiana PROGETTI DIMOSTRATIVI E DI DISSEMINAZIONE L’efficacia dell’attività di diffusione del know-how è essenziale. Il trasferimento di know-how è l’occasione ideale per trarre reciprocamente vantaggio dalle esperienze mostrando le modalità per superare le barriere e risolvere i problemi. In tal modo si possono aiutare sia le organizzazioni sia i cittadini nei loro primi
passi verso l’uso sostenibile dell’energia. In Italia abbiamo in questa area le seguenti partnership attivate: AESS - Geovest AGEAS Agenzia Casa Clima AIEL ARE Liguria ATM Milano Dealer Tecno srl Gruppo Loccioni EN.COR srl Intesa Sanpaolo PAEA Provincia di Bolzano Provincia di Reggio Emilia Regione Abruzzo Regione Umbria SDI Europe Studio Bartucci TNT Expresss Italy Università di Firenze Università della Tuscia PROGETTI DI COOPERAZIONE In linea con la strategia In linea con la strategia mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD), le partnership energetiche tra le parti dell’UE e quelle dei paesi in via di sviluppo stanno consolidando le competenze di questi ultimi. Sono quindi incentivati progetti di cooperazione con i paesi in via di sviluppo, promuovendo esempi di azioni proficue. In Italia si rilevano al momento le seguenti due eccellenze: Enea Casaccia Istituto Oikos
Fonte Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
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Speciale EUSEW 2009
644]TaVh
I partners della Campagna SEE in Italia 2005-2009. LOMBARDIA
PIEMONTE
A.G.I.R.E. • Mantova / Ambiente Italia • Milano / Artenergy Publishing • Cormano (Mi) ATM • Milano / Bovis Lend Lease • Milano / Coop. S.ta Francesca Cabrini Due • Lodi Comune di Milano • Milano / Comune di Lodi • Lodi / Free Pack Net • Gallarate (Va) Istituto Oikos • Milano / Legambiente • Milano / Provincia di Milano • Milano Regione Lombardia • Milano / SEA Aeroporti • Milano / Whirlpool Europe • Comerio (Va)
Agenzia Energia e Ambiente • Torino / A.P.E.V.V. • Vercelli Centro Ricerche Fiat • Orbassano (To) Comune di Alessandria • Alessandria Comune di Torino • Torino / Intesa Sanpaolo (2) • Torino Provincia di Novara • Novara Regione Piemonte • Torino / Ribes Onlus • Torino Società Meteorologica Italiana • Bussoleno (To) TNT Express Italy • S. Mauro To.se (To)
TRENTINO ALTO ADIGE Agenzia CasaClima • Bolzano / Consorzio BIM Brenta • Borgo Valsugana (Tn) KlimaHouse • Bolzano / Provincia di Bolzano • Bolzano
VALLE D’AOSTA
FRIULI VENEZIA GIULIA
Attiva srl • Aosta
APE • Udine
VENETO AIEL • Legnaro (Pd) / Arpav • Padova Comune di Arzignano • Arzignano (Vi) Comune di Lazise • Lazise (Vr) / Comune di Padova • Padova Comune di Venezia • Venezia / Craca • Marghera (Ve) Fondazione Ambiente Pulito • Verona Innovazione sostenibile • Venezia / Multiutility spa • Verona Paulownia Italia srl • Mestre (Ve) / Studio Bartucci • Soave (Vr)
EMILIA ROMAGNA AESS • Modena / Associazione PAEA • Montalto (Re) BIT spa • Parma / Comune di Formigine • Formigine (Mo) Comunità M.na “Appennino Reggiano” • Castelnovo ne’ Monti (Re) Consorzio Pannello Ecologico • Borgo Colonne (Pr) Coord. Agende 21 Locali • Modena / Crpv • Cesena EN.COR. srl • Correggio (Re) / Geovest • Bologna Provincia di Reggio Emilia • Reggio Emilia / Sinopia • Reggio Emilia
LIGURIA ARE Liguria • Genova ESI srl - Ferraloro Energia srl • Genova Provincia di Genova • Genova
MARCHE
TOSCANA
Gruppo Loccioni • Angeli di Rosora (An)
Camera di Commercio • Lucca CNR Ivalsa • Sesto F.no (Fi) Comune di Capannori • Capannori (Lu) Comunità M.na “Montagna Fiorentina” • Rufina (Fi) UMBRIA ETA Florence • Firenze AEA • Perugia Gesco srl • Colle di Val d’Elsa (Si) CPAAMU srl • Acquasparta (Tr) Università di Firenze • Firenze Regione Umbria• Perugia
ABRUZZO Regione Abruzzo (2) • Pescara Resco Italia srl • Pescara
LAZIO
SARDEGNA
Adiconsum • Roma A.I.C.C.R.E. • Roma / AIEE • Roma Ambiente TV • Roma Associazione “Le Fattorie” • Roma CNA • Rieti Dealer Tecno • Civitavecchia (Rm) Enea - Casaccia (2) • Roma Explora Museo dei bambini • Roma Federabitazione • Roma Fortunato Productions • Roma INU • Roma / Isnova • Roma Isis • Roma / Itabia • Roma Poste Italiane • Roma Provincia di Roma - Coord. LEA • Roma Regione Lazio • Roma Università della Tuscia • Viterbo
4]TaVXPTRP[^aT ^ed]`dTcde^V[XP 0dc^_a^SdiX^]TSXT]TaVXPT[TccaXRPR^]\^c^aXPVPb9T]QPRWTaD]{XSTPSPeeTa^bT\_[XRT)_a^SdRX[P cdPT]TaVXP8[]^bca^X\_XP]c^SX_a^SdiX^]TR^\QX]PcPSXT]TaVXPT[TccaXRPTRP[^aT27?X\_XTVPd]P cTR]^[^VXPPeP]iPcP_Ta_^cTaU^a]XaTT]TaVXPT[TccaXRPTRP[^aTR^]R^]cX]dXcÇTSP[cPTU RXT]iPP]RWT ]TX[d^VWX_XàaT\^cX
CAMPANIA AGEAS • Salerno Asea • Benevento Coop. Comunicazione e Territori • Tramonti (Sa)
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CALABRIA Laplacian sas • Rende (Cs)
Regione Sardegna • Cagliari
LE AREE DI INTERVENTO Partnership attivate Comunità energeticamente sostenibili Trasformazione del mercato Promozione, comunicazione e formazione
SICILIA IMES Sicilia • Catania
BELGIO ANCI Ideali • Bruxelles SDI Europe • Bruxelles
Progetti di cooperazione Progetti dimostrativi e di disseminazione
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Speciale EUSEW 2009
Molto più di una semplice promessa
Il “Patto dei Sindaci” (Covenant of Mayors) rappresenta un’ iniziativa destinata a coinvolgere i Sindaci delle città europee.
L’
Unione Europea è all’avanguardia in questo campo. Con decisioni e provvedimenti di vertice, certo, ma ora anche con una particolare attenzione al coinvolgimento della “base”, cioè di tutti i cittadini e dei loro primi e più diretti rappresentanti politico-amministrativi, vale a dire le Amministrazioni Comunali. E questo, innanzitutto nella convinzione che è necessario coinvolgere tutti nella salvaguardia dell’ambiente e poi perché sono proprio i Comuni a dover intervenire, direttamente e in prima istanza, in due settori chiave - il trasporto pubblico e l’edilizia - che sono determinanti in una politica ambientale.
Un ruolo estremamente importante se si considera che le città maggiori, oltre a gestire direttamente questi due settori, sono impegnate anche nella erogazione di servizi pubblici che vanno dalla produzione e distribuzione dell’energia elettrica alla raccolta dei rifiuti, all’impegno nei termovalorizzatori, al rifornimento idrico, agli impianti di cogenerazione e teleriscaldamento. Inoltre, i Comuni hanno un ruolo cruciale nelle attività di comunicazione e informazione nei confronti dei loro cittadini per mirare a obiettivi che solo congiuntamente, e in forma condivisa, possono essere raggiunti. Per questa ragione, nell’ambito della Settimana Europea dell’Energia Sostenibile (Eusew 2008), il Commissario Europeo per l’Energia, Andris Piebalgs, ha lanciato il “Patto dei Sindaci” (Covenant of Mayors), iniziativa destinata a coinvolgere i Sindaci delle città europee. Lo scopo è di migliorare in maniera significativa l’efficienza energetica negli ambienti urbani, dove le politiche e le misure inerenti alcuni settori chiave risultano più importanti. L’iniziativa dell’Unione Europea ha avu-
to, da subito, un largo successo. Sono già oltre cento le città - e basti ricordare che, in Italia, tra i Comuni maggiori figurano Alessandria, Lodi, Padova, Verona, Ancona e Torino - che hanno aderito al “Patto dei Sindaci”. Aderire all’iniziativa europea vuol dire, innanzitutto, impegnarsi ad adottare uno specifico Piano di Azione, finalizzato a sostenere gli obiettivi fissati dal Consiglio dell’Unione Europea nel marzo 2007. Ricordiamo che il documento europeo “Energia per un mondo che cambia”, impegna a ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020, aumentando contemporaneamente del 20% il livello di efficienza energetica e del 20% la quota di utilizzo delle fonti di energia rinnovabile sul totale del mix energetico. In particolare, il principale obiettivo consiste nella riduzione di almeno il 20% delle emissioni di CO2 attraverso l’adozione di provvedimenti che portino a una maggiore efficienza energetica, un maggiore ricorso alle fonti di energia rinnovabile e ad appropriate azioni di promozione e comunicazione.
Le attività per aumentare la consapevolezza risultano importanti per coinvolgere l’intera comunità nel sostenere le politiche sull’energia sostenibile.
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Lo scopo è di migliorare in maniera significativa l’efficienza energetica negli ambienti urbani, dove le politiche e le misure inerenti alcuni settori chiave - i trasporti e l’edilizia - risultano più importanti.
E’
un problema ormai planetario che chiama in causa, sempre più direttamente e in modo ormai ineludibile, la nostra stessa sopravvivenza. Progressivo e allarmante inqui-
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namento dell’atmosfera, buco dell’ozono, effetto serra, profondi mutamenti climatici, desertificazione, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento delle acque. Un immaginario apocalittico - che non è
nemmeno più tanto immaginario entrato da tempo nella coscienza collettiva. Per contro, altre parole, altri metodi comportamentali - efficienza energetica, energia sostenibile, energia
rinnovabile, risparmio energetico - sono entrati anch’essi nel linguaggio comune. La salvaguardia dell’ambiente diventa così, sempre di più, impegno politico prioritario di Stati e governi.
l documento istitutivo del Patto dei Sindaci parte da alcune premesse di carattere generale che sono, innanzitutto, una “presa di coscienza” da parte delle città. Ad esempio, che il cambiamento climatico è una realtà, la cui causa principale è l’utilizzo di energia da parte del genere umano e che le città sono responsabili, direttamente o indirettamente (attraverso i prodotti e i servizi utilizzati dai cittadini) di oltre il 50% delle emissioni di gas-serra derivanti dall’uso dell’energia nelle attività umane. Di qui, il riconoscimento della necessità di combinare azioni a livello locale e regionale e che, come strumento efficace per promuovere azioni efficienti contro il cambiamento climatico, sia promosso il coinvolgimento delle regioni nel Patto dei Sindaci, nella convinzione che “i governi regionali e locali condividono, unitamente ai governi nazionali, la responsabilità della lotta al riscaldamento globale e devono quindi impegnarsi indipendentemente dalle altre parti”. Al di là degli impegni di principio, di grande interesse risultano poi le linee guida operative indicate negli allegati e, in particolare, nel ruolo dei governi locali nell’attuazione del Patto dei Sin-
daci. “Le misure di efficienza energetica, i progetti sull’energia rinnovabile e le altre azioni in campo energetico possono essere introdotte in diverse aree di attività dei governi regionali e locali”. Si tratta di linee guida estremamente concrete e operative: ad esempio, si osserva che “i governi locali occupano molti edifici il cui utilizzo implica un sostanziale consumo di energia per il riscaldamento, l’illuminazione, ecc. L’introduzione di specifici programmi e azioni - osserva il documento - può portare a ottimi risultati in termini di risparmio energetico negli edifici pubblici”. E, ancora: ” i governi regionali e locali forniscono anche servizi ad alta intensità energetica, quali il trasporto pubblico e l’illuminazione stradale, settori ove interventi di miglioramento possono essere certamente effettuati. Anche nel caso in cui le autorità competenti abbiano delegato questo servizio ad altri enti fornitori, azioni di risparmio ed efficienza energetica possono essere attuate attraverso contratti di acquisizione e di servizi”. E c’è ancora una considerazione di carattere politico più generale che ben inquadra le ragioni della necessità di un coinvolgimento dei Comuni nella
grande, difficile battaglia per la salvaguardia del clima. “I governi regionali e locali - osserva il documento europeo - hanno un ruolo importante nell’informare e motivare i cittadini residenti, i professionisti e gli altri stakeholders locali su come utilizzare l’energia in maniera più intelligente. Le attività per aumentare la consapevolezza risultano importanti per coinvolgere l’intera comunità nel sostenere le politiche sull’energia sostenibile. I bambini e gli studenti - aggiunge il documento - sono molto importanti nei progetti di risparmio energetico e utilizzo delle fonti di energia rinnovabile: essi possono trasferire le lezioni apprese a scuola anche all’esterno. E’ allo stesso modo importante che le autorità competenti diano l’esempio tramite azioni concrete nel campo dell’energia sostenibile”. A Bruxelles, nel mese di febbraio c’è stato un atto ufficiale che rappresenta la verifica del progetto per dare slancio all’iniziativa su larga scala in tutte le Regioni Italiane. Energeo Magazine seguirà le varie fasi di questi sviluppi, individuando e rendendo note ai lettori le scelte più significative dei vari Municipi.
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Speciale EUSEW 2009
La grande famiglia dei sindaci virtuosi
Riscossa “eco-tech” firmata Italia
IL RUOLO STRATEGICO DELLE AGENZIE LOCALI In questa fase appare strategica l’attività delle Agenzie energetiche locali che, attraverso la Rete Renael, stanno creando proseliti tra gli enti locali e i piccoli centri, ribadendo la necessità di mettere a conoscenza i Comuni delle grandi opportunità offerte dalle fonti energetiche alternative e dal risparmio energetico, per abbattere i costi delle amministrazioni.
LA SORPRESA DEI PICCOLI COMUNI La sorpresa viene dai piccoli Comuni, esempi forse meno noti, ma indicativi di una sensibilità ambientalista diffusa tra amministrazioni e organizzazioni locali, ancora una volta protagonisti e interpreti di questo nuovo corso. Oggi il loro impegno è visibile a livello europeo. Si sono organizzati in ambiti territoriali ben definiti.
Un palcoscenico naturale per tutto quanto fa sostenibilità ambientale.
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L’adesione a questa iniziativa, il Patto dei Sindaci, promossa nell’ambito della Campagna SEE in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (che coordinerà le azioni al fine di coinvolgere un numero sempre maggiore di piccole e grandi città), può sembrare la scelta trendy del momento. Si tratta, invece, di un’efficace azione per promuovere una politica energetica comune e la sostenibilità ambientale con il coinvolgimento di piccole e grandi comunità locali (ma anche di sistemi di impresa che sapranno innovare) che si vorranno impegnare in obiettivi ambiziosi da realizzare entro il 2020. Non resta che seguire alcune regole...
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ono tanti i primi cittadini italiani in lista di attesa, pronti per entrare nella grande famiglia dei sindaci virtuosi. Può sembrare la scelta trendy del momento. Non è così. I responsabili del Ministero sono soddisfatti “anche se ammettono - il vero lavoro comincia adesso …”. Dice Antonio Lumicisi, coordinatore della Campagna SEE in Italia: “Le città stanno diventando sempre più il luo-
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go in cui occorre sperimentare idee nuove e realizzare progetti innovatori contro il riscaldamento del pianeta. Le città sono anche luoghi pubblici in cui è possibile trovare soluzioni dove può realizzarsi la necessaria conciliazione tra interessi privati e pubblici. La sfida va affrontata soprattutto coinvolgendo i cittadini. È al livello locale che questo quadro complesso può essere gestito al meglio.Per questo motivo anche le piccole città devono
diventare protagonisti di primo piano nell’attuazione delle politiche per l’energia sostenibile e devono essere sostenute nei loro sforzi”. In che modo? “La Commissione sosterrà la condivisione tra le città che aderiranno al Patto dei Sindaci, i quali, per raggiungere gli obiettivi insiti in esso, dovranno mettere in atto le migliori pratiche in materia di energia sostenibile, promuovendo sempre più meccanismi basati
su ‘criteri di eccellenza’”. Il Segretariato del Patto, finanziato dal programma “Energia Intelligente per l’Europa”, avrà compiti di controllo, di messa in rete e di promozione di questa nuova iniziativa; ma la vera sfida a livello nazionale la giocheranno direttamente le città e, per quanto riguarda l’Italia, il Ministero dell’Ambiente, che ne coordinerà l’attuazione. E’ un’autentica sfida raccolta al Nord come al Sud.
Italia rappresenta per l’Europa un esempio lungimirante delle best-practices, un palcoscenico naturale per tutto quanto fa sostenibilità ambientale. Gli enti locali diventano i veri protagonisti sapendo di impegnarsi sulle buone pratiche che conciliano produzione energetica e sostenibilità. Da Bruxelles è giunto puntuale il messaggio di far lavorare i cittadini europei per realizzare l’obiettivo comune di cambiare il nostro ambiente ed utilizzare l’energia in modo più razionale. E con l’esigenza di costruire una rete dei “campioni nazionali” della sostenibilità. Una rete delle buone pratiche, appunto. Molti, tra gli osservatori, temono ancora che, nel nostro Paese, stenti a diffondersi una cultura di qualità della vita e di sostenibilità. Oggi si fa un gran parlare di risparmio e produzione energetica, il mercato è affollato di proposte e progetti, anche innovativi. Lo sanno bene le associazioni di categoria dei produttori di energie rinnovabili che, per il momento, rimangono in attesa di nuovi sviluppi. In Italia si sta muovendo l’Anci con un’iniziativa del nuovo Presidente della Commissione Ambiente, il sindaco di Scansano Marzio Flavio Morini, che ha deciso di costituire una rete di Comuni per mettere a frutto le migliori esperienze concrete e portare questo patrimonio
di esperienze anche nelle sedi nazionali ed internazionali, in sede europea. E’ un riconoscimento del ruolo fondamentale che le amministrazioni locali svolgono sulle tematiche ambientali. Sta cambiando, in sostanza, l’approccio. I sindaci lo sanno e perciò si sono messi in gioco. Per stabilire un nuovo modello, un collage di pezzi che insieme creano un organismo intelligente come i distretti energetici, che in Toscana crescono e si moltiplicano, costituendo un esempio illuminante, anche in questo caso, di aree di eccellenza (l’Italia dei territori) che, in qualche modo, stanno crescendo. E’ una scommessa che segue le linee della Commissione Europa indicate dal Presidente Barroso e che tiene uniti i sindaci di città grandi e piccole, di regioni e nazioni diverse. Protagonisti dell’energia possibile. Un’iniziativa nata nel cuore dell’Europa per formare una grande famiglia dei sindaci virtuosi, pronti a stringere un patto con il territorio, il Patto dei sindaci, appunto. E che nei prossimi mesi dovrà dar lavoro ai municipi del vecchio continente nel nome di una politica energetica comune e della sostenibilità ambientale. Si sta muovendo anche il Comitato delle Regioni che sta studiando come creare una rete tra le regioni delle città che hanno firmato il Patto, in modo da
diffondere tra loro le migliori pratiche ed esperienze. L’iniziativa nasce dall’esigenza di mettere a confronto i diversi protagonisti dei territori (così come è stato fatto dal Ministero dell’Ambiente italiano a Bruxelles), attraverso un concreto confronto di conoscenze, esperienze e idee e valorizzando quelle realtà che rappresentano le migliori buone pratiche della nostra penisola. Piccoli e grandi esempi di territori virtuosi che si muovono come motori creativi dello sviluppo sostenibile. Nell’Italia dei territori troviamo anche aziende che hanno saputo sviluppare il know how seguendo le linee guida dello sviluppo sostenibile e del risparmio energetico, integrando il lavoro di industrie, università e centri di ricerca. La rete del Patto dei Sindaci si potrà imporre con la messa a punto degli strumenti di promozione (anche il nostro giornale potrà avere un ruolo) dei tanti soggetti protagonisti che animano il local, e raccogliere le esperienze più significative delle aziende e dei Territori italiani. Con l’obiettivo di sviluppare il continuo rinnovamento delle idee, dei progetti e delle strategie territoriali in materia di sostenibilità ambientale. I beneficiari dell’iniziativa, come si è visto nella capitale belga, sono i Comuni, le Città e i territori, vale a dire gli Enti che rappresentano i vari soggetti sotto il profilo isti-
tuzionale, economico e sociale. Soggetti che potranno pertanto considerarsi possibili destinatari delle politiche comunitarie in materia energetica e che hanno in comune la caratterizzazione territoriale. Non ci sono limiti per entrare nella grande famiglia dei territori virtuosi: possono aderire privati, pubblici, pubblico-privati; sistemi d’impresa selezionati; strutture di promozione e coalizione territoriale; Amministrazioni locali (dalle Regioni ai Comuni), Autonomie funzionali (Camere di Commercio, Università, Fondazioni, Consorzi) e aggregazioni locali di territori (Agenda 21 e Anci). Tutto quanto fa sostenibilità ambientale, non è soltanto uno slogan, riguarda tutti perché il territorio è tornato finalmente in auge. Bene ha lavorato il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che, attraverso il coordinamento della Campagna SEE in Italia, ha saputo riunire attorno ad un tavolo nella bella sala (room S1) del Building Charlemagne di Bruxelles tanti protagonisti della Campagna SEE. Visti da vicino questi protagonisti (che sono apparsi molto determinati) potranno essere considerati gli avamposti di una valida strategia nazionale che coinvolge enti pubblici virtuosi e imprese che sapranno innovare per il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2020.
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Speciale EUSEW 2009
I volti e le scelte I
Franco Floris, sindaco di Andora
l sindaco di Andora, Franco Floris, ha illustrato come il piccolo Comune della costa ligure di Ponente abbia coinvolto un gruppo di giovani che hanno costituito una società ESCO, la Ferrarolo Energia S.r.l. di Genova, che, con il patrocinio del Comune ed a seguito di incontri con i cittadini, installerà impianti fotovoltaici nelle abitazioni private, utilizzando il costo della bolletta. Questa iniziativa porta il nome di Energia a Costo Zero. Non è un caso che tutto questo accada ad Andora, la località della riviera ligure è una delle prime città in Italia e, quindi, in Europa, ad aver ratificato l’impegno del Patto dei Sindaci. Il sindaco Franco Floris, come
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Luigi Spagnoli, sindaco di Bolzano
l sindaco di Bolzano Luigi Spagnoli ha ribadito l’attenzione del capoluogo altoatesino rispetto alle politiche di integrazione europea con particolare riferimento alle recenti decisioni della Commissione UE per rispondere alla crisi e creare opportunità di occupazione. Il sindaco Spagnoli ha posto alcuni quesiti sulle reali possibilità della Città di sostenere questi progetti considerate le norme in materia di riduzione della spesa pubblica che vietano anche l’uso di fondi comunitari, ed ha il-
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l responsabile della campagna SEE a livello europeo, Pedro Ballesteros Torres ha sottolineato come il successo della cooperazione tra la Commissione Europa ed uno Stato Membro dell’Unione Europea (l’Italia in questo caso) nella promozione e gestione della campagna SEE, possa continuare ulteriormente e ripetersi anche per l’attua-
tutti i suoi colleghi Sindaci che faranno approvare un’apposita Delibera del Consiglio Comunale come ratifica ufficiale del Patto, si è impegnato a predisporre un rapporto, a cadenza biennale, sullo stato di attuazione del Patto dei Sindaci e relativo Piano di Azione ai fini di una concreta valutazione. Intanto nel suo paese dimostra di saper agire perché ha avviato alcune singolari iniziative da inserire tra gli esempi di eccellenza (Benchmarks of Excellence - BoE) della Campagna SEE, che sono poi quei programmi che rappresentano un modello mondiale di attuazione di successo dei concetti di sviluppo dell’energia sostenibile nei contesti urbani. lustrato il “modello Bolzano” rispetto al ruolo di Città Alpina 2009 ed al progetto di rendere il capoluogo entro i prossimi anni CO2 neutrale. L’iniziativa impegna la Città di Bolzano a predisporre un piano d’azione per l’energia sostenibile con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 attraverso politiche e misure locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, che migliorino l’efficienza energetica e attuino programmi ad hoc sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia. zione del Patto dei Sindaci. La forte sinergia tra la DG Energia e Trasporti della Commissione Europea e la DG Ricerca Ambientale e Sviluppo del Ministero dell’Ambiente potrà sostenere gli sforzi che le città italiane dovranno fare per attuare i Piani di Azione per l’energia sostenibile e raggiungere gli obiettivi fissati al 2020.
Gianluca Dradi, Assessore all’Ambiente della città di Ravenna
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Assessore all’Ambiente della città di Ravenna Gianluca Dradi ha spiegato le motivazioni che hanno spinto il Consiglio comunale ad aderire al “Patto dei Sindaci”. Innanzitutto c’è la condivisione dell’idea che la complessa partita energetico-ambientale richiede il necessario coinvolgimento delle istituzioni a tutti i livelli di governo: gli obiettivi europei del 20-20-20 non sono realizzabili senza l’attivo coinvolgimento degli enti locali.
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assimo De Santis, Amministratore delegato di Free Pack Net ha presentato un progetto innovativo che riguarda la riduzione dei rifiuti da imballaggio e delle emissioni di CO2 relative a confezionamento e logistica dei beni durevoli. Si tratta di un nuovo imballaggio ritornabile e riutilizzabile, realizzato dall’omonima società di Gallarate, in provincia di Varese, destinato anche a elettrodomestici e prodotti elettronici. “Si tratta di un guscio plastico protettivo e monomateriale, costituito da una base e un coperchio rigidi completati da quattro montanti angolari - ha spiegato l’ing. De Santis - Il sistema Free Pack Net protegge i prodotti adattandosi ai differenti profili grazie
“Voglio aggiungere, - ha dichiarato Draghi - il protagonismo positivo dei governi locali non è sufficiente senza un coerente impegno del governo nazionale. E, attraverso il “patto”, i sindaci chiedono al governo nazionale un salto di qualità nell’impegno a realizzare gli obiettivi europei in tema di riduzione della CO2 e della promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili. Uno dei punti strategici della politica energetica è individuabile nel governo del territorio, nella crea distanziatori in grado anche di assorbire urti e vibrazioni durante le fasi di trasporto e stoccaggio”. Questo guscio offre una soluzione subito utilizzabile nelle linee automatiche dell’industria europea e mondiale dei beni durevoli e sostituisce le attuali soluzioni multimateriali monouso che non solo producono rifiuti ma oltretutto non garantiscono adeguata protezione a beni di elevato valore unitario. Ricorrere invece a un contenitore ritornabile e riutilizzabile, che viene noleggiato alle imprese a costi competitivi con quelli delle soluzioni attuali, contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 di 160mila tonnellate. “Considerando anche le azioni di recupero del nuovo imballo e la sua riconsegna ai produtto-
scente importanza che viene ad assumere il collegamento tra dove e come l’energia viene prodotta ed utilizzata e nella ricerca di soluzioni che coinvolgano sempre di più la sfera locale”. Dradi ha poi individuato in un sistema energetico locale efficiente e sostenibile, le linee di intervento per realizzare una riduzione dei consumi da fonti fossili attraverso misure di contenimento della domanda di energia e di incentivazione della produzione energetica da fonti rinnovabili. La Città di Ravenna ha stabilito tre ambiti di intervento: il primo riguarda il patrimonio pubblico (edifici, illuminazione e veicoli) prevedendo l’installazione di impianti da fonti rinnovabili nelle scuole; l’ampliamento del teleriscaldamento; l’adozione del piano dell’illuminazione pubblica e la conversione del parco veicolare comunale verso il metano. Il secondo promuove l’integrazione degli obiettivi di sostenibilità energetica all’interno degli strumenti di pianificazione e regolamentazione del territorio (piano regolatore, regolamento urbanistico edilizio, piano traffico ecc.).
Fra gli interventi, l’introduzione nel RUE di norme cogenti relative ai criteri costruttivi, in grado di garantire il contenimento del fabbisogno energetico degli edifici, ma anche di requisiti volontari che premiano le migliori soluzioni di risparmio energico. Infine il Comune di Ravenna ha previsto tra i vari interventi la campagna di incentivazione delle trasformazioni dei veicoli da benzina a metano/Gpl; il progetto di mobilità pedonale nei percorsi casa-scuola “Pedibus”; il bando “Un mare di qualità” per migliorare l’eco-compatibilità degli stabilimenti balneari; la candidatura di Ravenna a sede di un centro di ricerca e sui temi dell’energia, con particolare riferimento alle fonti alternative e alla sperimentazione della cattura di CO2; la costituzione di un gruppo di acquisto di tecnologie per il risparmio energetico. Attraverso tutti questi interventi prevediamo di realizzare alla scadenza del Piano, cioè nel 2015, un risparmio energetico di oltre il 15% rispetto allo scenario tendenziale (quello senza correttivi), con conseguente analoga riduzione di emissioni climalteranti.
Massimo De Santis, Amministratore Delegato di FreePack Net
Pedro Ballesteros Torres, responsabile a Bruxelles della Campagna SEE
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Speciale EUSEW 2009 ri - ha concluso Massimo De Santis al convegno di Bruxelles - si ottiene un risparmio energetico dell’85%, oltre alla riduzione del 90% dei danni da trasporto che oggi incidono, nel solo settore degli elet-
trodomestici bianchi, per il 5% del valore complessivo delle vendite di questo comparto”. Inoltre lo sviluppo del sistema necessario a garantire la logistica di ritorno dei nuovi imballi è in grado di offrire 2.700
posti di lavoro a livello globale soltanto per la gestione dei grandi elettrodomestici bianchi; in Europa l’indotto occupazionale potrebbe essere di 730 unità, in Italia di 120. Non solo, per la particolare strut-
tura del nuovo imballo, adatto anche a diverse forme di disabilità, esiste la prospettiva reale di offrire occupazione a non vedenti (25% del personale in ogni centro logistico interregionale).
l professor Federico Butera del Politecnico di Milano insieme alla dottoressa Maddalena Spallacci del gruppo Loccioni, ha presentato un modello di casa sostenibile proiettata in un futuro molto prossimo. II progetto rientra nel programma Leaf Community, la prima community ecosostenibile realizzata in Italia. Ideata e voluta dal Gruppo Loccioni, la Leaf Community ricrea in un’area intera uno stile di vita completamente sostenibile, toccando gli aspetti che maggiormente interessano la vita di ciascuno di noi: abitare, lavorare, progettare, educare e muoversi. Per questo sono state costruite sei abitazioni ecosostenibili, sei appartamenti all’interno dei quali si produce energia utilizzando solo fonti rinnovabili, senza emissione di anidride carbonica. Ma il progetto include anche ambienti di lavoro inseriti in edifici eco-
compatibili, perfettamente integrati nell’ambiente naturale e auto-alimentati da forme rinnovabili. L’area è inoltre dotata di un laboratorio in grado di ospitare progetti sperimentali (Leaf Lab) e dispone anche di una propria scuola, adatta a educare i più piccoli al rispetto ambientale. Per garantire gli spostamenti all’interno della community, infine, si utilizzano solo veicoli elettrici, ricaricati con energia rinnovabile e quindi puliti, senza emissione di polveri sottili. Al progetto del gruppo Loccioni partecipa anche Beckhoff, assieme ad altre importanti realtà industriali come Enel Whirlpool, Siemens, Viessman, Schüco e i Guzzini, solo per fare alcuni nomi. In questo contesto Beckhoff è stata scelta dall’ideatore del progetto come partner tecnologico per le aree “Abitare” e “Lavorare”. Nel primo caso l’azienda tedesca ha svilup-
pato un sistema di risparmio energetico attivo, che integra gli impianti tecnologici dei sei appartamenti senza emissioni di anidride carbonica. Nel secondo caso, sono invece state impiegate soluzioni Beckhoff
per l’illuminazione dei siti produttivi, al fine di ottenere massima efficienza energetica e illuminazione ottimale di ogni punto, sfruttando la luce naturale proveniente da tubi solari e finestre.
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Tomada ha dato una buona notizia: in Italia decolla il fotovoltaico. E’ quanto emerge dai recentissimi
dati, illustrati a Bruxelles alla Settimana per l’Energia Sostenibile. Ad oggi, considerando anche il forte incremento registrato a gennaio, la potenza installata nel nostro paese e’ pari a 340 MW, prodotti da 28.000 impianti. Un numero destinato a crescere velocemente vista la massa di richieste, 4.000 al mese, che vengono avanzate al Gestore Servizi Elettrici per accedere alle facilitazioni previste dal conto energia. Secondo le previsioni a medio e breve termine fornite dal GSE alla fine del 2009 il fotovoltaico dovrebbe produrre una potenza pari quasi a 600 MW, suddivisa in 215 MW collegati alle installazioni che usufruiscono del regime ‘’Primo Conto Energia’’ e 365 MW generati dalle utenze ‘’Nuovo Conto
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l direttore relazioni istituzionali, Comunicazione e Strategie del GSE (Gestore Servizi Elettrici) Fabrizio
Fabrizio Tomada, Direttore relazioni istituzionali, Comunicazione e Strategie del GSE
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l sindaco di Cerisano Franco Loris Greco ha indicato come questo piccolo paese in provincia di Cosenza, di 3238 abitanti punta sulla produzione energetica da Fonti rinnovabili e sulla riduzione dei consumi e l’efficienza energetica. E’ prevista la costru-
zione di un parco eolico, condiviso dalla popolazione che non ha sottovalutato i vantaggi economici che deriveranno dai canoni di concessione dei terreni e della percentuale derivante dall’energia prodotta dall’Azienda che realizzerà il progetto.
Gran parte degli introiti serviranno per incentivare tutti coloro che decideranno di adottare azioni che vanno verso il risparmio energetico. Il Piano strutturale comunale (PSC), che sarà deliberato nei prossimi mesi, favorirà la sostenibilità energetico-ambientale conferendo incentivi sia di carattere economico sia di carattere edilizio, considerati “incentivi di volumetria” e destinati ad immobili orientati al risparmio energetico nell’illuminazione, riscaldamento, e risparmio idrico. Altro punto per il raggiungimento degli obiettivi è il piano di razionalizzazione del servizio di illuminazione pubblica che conseguirà altri significativi risparmi di energia. Ulteriore aiuto è la
raccolta differenziata dei rifiuti perché in un territorio prevalentemente montano/agricolo come quello del comune di Cerisano, l’iter giusto da perseguire è senza alcun dubbio, la produzione di biogas o biomasse. ”Una centrale a biomasse, infatti, alimentata da residui agroalimentari, cippato di legno proveniente da manutenzione boschiva e piante ad alta velocità di crescita - ha sottolineato il sindaco Greco - potrebbe risollevare, inoltre, le sorti economiche del nostro territorio, generando occupazione e redditività. Il governo del territorio è punto fondamentale da cui partire - per rispettare il patto - e al quale dovrà, però, unirsi il settore privato e la società civile”.
Franco Loris Greco, sindaco di Cerisano
Federico Butera , professore del Politecnico di Milano
Energia. La produzione globale 2009 corrisponderà ad un aumento del 100% rispetto ai 300 MW complessivi di fotovoltaico del 2008. Guardando avanti, al 2010, la produzione italiana dovrebbe arrivare quasi alla soglia dei 900 MW, grazie al massiccio incremento di 665 MW collegati alle utenze ‘’ Nuovo Conto Energia’’. In termini di numero nel 2009 si dovrebbero superare le 50.000 installazioni, di cui oltre 48.000 sono riconducibili al ‘’Nuovo Conto Energia ‘’. Uno strumento che dimostra la sua validità guardando alle cifre previste per il 2010 con 73.650 abbonamenti sottoposti a questo regime, a cui vanno aggiunte le 6350 utenze ‘’primo conto energia ‘’, stabili ai valori del 2009.
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assessore alle politiche ambientali della Provincia di Salerno, Angelo Paladino ha sottolineato come la provincia di Salerno e lo stesso capoluogo hanno mostrato ancora una volta di essere un laboratorio di idee e di buone pratiche al servizio dei giovani e del territorio, con un’ampia raccolta di esempi e di regole che, opportunamente canalizzate, potranno essere esportate
come modello in tutto il Mezzogiorno. E c’è ancora un progetto all’avanguardia sulla mobilità sostenibile che rappresenta il fiore all’occhiello dell’Agenzia Energetica Locale salernitana (Ageas) che a Bruxelles ha anche organizzato un Convegno sull’Efficienza energetica, fonti energetiche rinnovabili ed innovazione tecnologica. Insomma, tante idee, tanti progetti.
Angelo Paladino, Assessore alle politiche ambientali della Provincia di Salerno
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Speciale EUSEW 2009
La notte degli Oscar della sostenibilità
Un successo tutto italiano L’ambita statuetta è stata assegnata al Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre che sta realizzando un Distretto Agricolo Energetico Territoriale (DAET). Il premio è stato consegnato al Presidente del Consorzio Renato Cami.
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orti emozioni e qualche lacrima di gioia. Nell’affollata sala multifunzionale dell’Albert Hall, Renato Cami, 67 anni, che con il suo Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre era entrato a far parte delle Nominations dei Premi Awards 2009, quando è stato chiamato si è alzato visibilmente emozionato e si è avvicinato al palco. Quando poi si è trovato la statuetta tra le mani, abbagliato dai flash dei fotografi, non ha saputo trattenere la commozione. La gente applaudiva nella sala, molti si sono alzati in piedi. Può accadere di emozionarsi anche ad un uomo tutto d’un pezzo, con tante esperienze di lavoro alle spalle, un figlio, Sebastiano, che lo ha seguito in questa avventura e il coraggio di osare per far decollare un’impresa innovativa e giovane, con oltre 60 addetti e con basi solide. E con un futuro assicurato da nuove prospettive di sviluppo. E’ stata davvero indimenticabile la
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notte degli Oscar della sostenibilità per questo imprenditore umbrotoscano che ha stretto tante mani, comprese quelle del Commissario Europeo per l’energia Andris Piebalgs, nello spazioso foyer un po’ art deco e un po’ metafisico dello storico teatro di Bruxelles. C’era la gente delle grande occasioni. E’ un pubblico speciale quello che cerca questi eventi: imprenditori, tecnici, amministratori, studenti, giornalisti, curiosi. Tutti in qualche modo testimoni del nuovo corso che porta diritto all’evoluzione dello sviluppo sostenibile attraverso l’uso dell’energia pulita. I rappresentanti delle cinque nominations italiane erano in prima fila, con il fiato in gola, pronti a scattare per il rush finale. Alla fine è stato assegnato all’Italia soltanto un Premio assoluto nella categoria Comunità Sostenibili. “E’ andata bene comunque” ha affermato Antonio Lumicisi del Ministero dell’Ambiente, “e siamo orgogliosi sia che le 5 Nomina-
tions italiane siano tutte partner della campagna SEE coordinata in Italia dal nostro Ministero e che una di loro sia risultata vincitrice assoluta in una categoria. Il riconoscimento di queste eccellenze ne favorirà certamente la replicazione sul territorio”. Il progetto premiato è stato realizzato nella verde Umbria fra le Province di Terni e Perugia, per iniziativa dei comuni di Acquasparta e Massa Martana, in collaborazione con il Consorzio AMU, con il supporto di alcune società consorziate Atena, Gea Faber ed Euro Sinergy, che porterà alla realizzazione di un Distretto Agricolo Energetico Territoriale (DAET). Nel distretto è prevista la realizzazione di un sistema di produzione di energia rinnovabile (termica ed elettrica), basato sulla conversione di parte delle superfici agricole attuali verso la coltivazione di specie vegetali dedicate allo scopo (come alcune varietà di Pioppo da biomassa a crescita ve-
Andris Piebalgs, Commissario Europeo per l’Energia
loce Short Rotation Forestry - SRF) o attraverso il recupero dei residui agricoli vergini che oggi rappresentano un “costo di smaltimento” per aziende agricole ed Amministrazioni Pubbliche (potature di olivo e vite, paglie, verde pubblico, etc.). “Il concetto alla base di tale distretto - ha spiegato il presidente Renato Cami - è quello della filiera corta: tutto il sistema di produzione, trasformazione e consumo energetico deve avvenire nell’ambito di un’area limitata per abbattere i costi (economici ed ambientali) del trasporto e per mantenere sul territorio locale i benefici diretti ed indiretti di tale sistema”. A differenza delle altre tipologie di fonti energetiche rinnovabili, infatti, il DAET permette di mantenere il “costo energetico” nel territorio che lo ospita, dato che le comunità locali (agricoltori, trasportatori, contoterzisti, operatori economici locali, amministratori pubblici, singoli cittadini) sono direttamente coinvolte nella produzione dell’energia pulita di cui hanno effettivo bisogno per mezzo di piccoli impianti diffusi nel territorio e non attraverso la costruzione di catte-
drali nel deserto spesso imposte alle comunità locali. Molti sono anche i benefici indiretti di valenza ambientale e sociale, considerato che tale sistema di produzione energetica basata sulle PAE (Produzioni Agricole Energetiche vergini non geneticamente modificate), opera a “bilancio zero” per quel che concerne le emissioni di CO2 (principale responsabile dell’effetto serra) senza particolare produzione di inquinanti durante la trasformazione. Dopo anni di investimenti essenzialmente privati, realizzati da alcune società raccolte nel Consorzio produttori Agricoli delle Acque Minerali Umbre - AMU di Acquasparta, oggi è forte l’interesse di grandi gruppi imprenditoriali (settore energetico, meccanico, finanziario), dell’Unione Europea e di parte delle istituzioni centrali e regionali su quello che si sta realizzando in un territorio ricco di risorse naturali ma caratterizzato da un tessuto economico ed occupazionale poco sviluppato. Nei prossimi due anni nascerà nel territorio del Comune di Massa Martana (PG) il primo Distretto Agricolo Ener-
getico Territoriale (DAET) d’Italia che prevede un polo di produzione energetica da PAE (Produzioni Agricole Energetiche - biomasse vergini di origine agricola) ed un sito di produzione delle tecnologie del solare termodinamico, ultima frontiera dei sistemi di produzione energetica solare. Tale distretto di eccellenza, nato su un sito industriale dismesso ed inquinante, sarà completamente sostenibile dal punto di vista energetico. Verrà qui creata occupazione dando, allo stesso tempo, una seppur parziale risposta al mondo agricolo che in questi tempi sta attraversando una delle maggiori crisi economiche e di prospettiva che si ricordino. Tale modello di produzione energetica si pone un obiettivo nobile e necessario, cioè quello di realizzare ed esportare un sistema integrato per la conversione produttiva e soprattutto un cambiamento culturale per la creazione di comunità locali ad alta efficienza energetica che rappresentino una risposta concreta, seppur parziale, ai problemi che sono oggi sotto gli occhi di tutti.
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Speciale EUSEW 2009 Le altre iniziative realizzate in Italia. Sono circa una trentina gli eventi organizzati dai Partners italiani della campagna SEE nell’ambito della Settimana dell’Energia Sostenibile (EUSEW 2009). Anche qui, di nuovo, l’Italia al primo posto come numero di eventi decentralizzati (fuori Bruxelles) nella settimana Eusew 2009 (9-13 Febbraio 2009).
A Milano si è svolto un evento dal titolo “la sfida della sostenibilità: leadership attraverso buone pratiche e parternariati”, organizzato da Bovis Lease (BLL) e Isover St.Gobin come parte del programma “Actioning our aspirations”, con il quale BLL è diventato partner della campagna SEE.
A Perugia sono state coinvolte le scuole del territorio. E l’Università ha organizzato un seminario per dimostrare e presentare i risultati, in termini di costo-beneficio, dell’investimento nei veicoli elettrici con conseguente riduzione degli impatti ambientali ed energetici, nonché della sicurezza.
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the cinema), un Festival internazionale di film sui temi delle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la mobilità, presso lo Spazio Oberdan della Provincia. In provincia di Vicenza, ad Arzignano sono stati organizzati eventi dedicati ai temi dell’energia per studenti, cittadini e professionisti.
Un “Oper Day” in un impianto idroelettrico, con visite guidate per le scuole e i cittadini,si è svolto in Trentino.
Sempre a Milano, nella rassegna CityFutures, sono stati esaminati i problemi associati allo sviluppo delle grandi città metropolitane, quali quelli legati all’energia, all’ambiente, alla mobilità, alla pressione sociale e alla qualità della vita, problemi ancora ben lontani dall’essere risolti in termini di sostenibilità. Negli uffici pubblici del Veneto è stato realizzato e distribuito dall’Arpav un opuscolo per l’efficienza energetica negli uffici, al fine di aumentare la consapevolezza degli utenti e favorire il risparmio energetico.
progetti dimostrativi sul cosiddetto “social housing”, iniziativa co-finanziata dalla Commissione Europea.
La Camera di Commercio di Lucca ha promosso un “Percorso gratuito di formazione sull’eco-edilizia e l’efficienza energetica negli edifici.
Il Comune di Andora è stato promotore di incontri tematici sul risparmio energetico e fonti di energia rinnovabile, con particolare attenzione alle norme legislative e al sistema di incentivi.
A Lodi sono state organizzate visite guidate a tre impianti solari termici e uno fotovoltaico installati sulle scuole della città. Obiettivo è quello di migliorare la conoscenza sulle tecnologie solari e le sue applicazioni tra i non esperti del settore, in particolare gli studenti delle scuole secondarie. A Torino, su iniziativa di Intesa SanPaolo, si è tenuto un incontro tra amministratori locali, esperti di finanza, clienti e produttori di energia per presentare un aggiornamento sullo stato dell’arte delle energie rinnovabili in Italia.
le celle a combustibile sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente e da alcune Regioni italiane.
A Reggio Emilia, la rassegna ECOCASA ha proposto iniziative e strumenti per l’incremento del rendimento energetico degli edifici. Sono stati presentati esempi di case a basso consumo energetico.
A l’Aquila è stato organizzato un Seminario con l’obiettivo di mostrare soluzioni pratiche per il risparmio energetico nelle abitazioni, attraverso alcune buone pratiche già realizzate nella Regione Abruzzo.
A Roma è stato presentato il progetto Eco-Art, serie di eventi tematici sull’energia sostenibile.
Sempre in questa regione, grande successo per “M’illumino di meno”: passeggiata notturna sulla neve con spegnimento dell’illuminazione pubblica. Il Circolo “Baciati dal sole”, in collaborazione con la Provincia di Milano, ha dato vita all’evento “Energia verde al cinema” (Green energy at
Sempre nella capitale sono stati presentati da Federabitazione-Confcooperative i risultati finali relativi a otto
A Rende, in provincia di Cosenza, si è svolto un convegno sulle modalità energetiche alternative nei settori dell’illuminazione pubblica e dei trasporti.
A Pescara è stato dato vita all’evento “Trasporti sostenibili: le applicazioni dell’idrogeno” per presentare le soluzioni tecniche innovative a basso impatto ambientale nel settore dei trasporti, focalizzando l’attenzione sul binomio idrogeno-metano. In particolare, è stato presentato il Protocollo sull’idrogeno e
Otto Comuni della provincia di Cosenza, Rende, Paola, Bisignano, San Marco, Castrolibero, Rossano, Scalea, Belvedere hanno presentato nelle scuole il progetto ”Calabria per lo Sviluppo Sostenibile”.
A Bolzano è stata organizzata una visita guidata nel nuovo quartiere CASANOVA, progetto pilota di sviluppo sostenibile urbano attualmente in costruzione e che conterà 950 appartamenti. La realizzazione prevede l’utilizzo di tecnologie basate sulle fonti rinnovabili con un consumo finale per il riscaldamento delle case inferiore a 30 kWh/ m2/anno.
A Pistoia è stato presentato il prototipo di un veicolo elettri-
co multifunzione per gli agricoltori (progetto RAMseS). Nel corso dell’incontro, indirizzato alle associazioni di categoria (agricoltori), amministratori locali, provinciali e regionali, decisori e piccole e medie imprese sono stati analizzati e discussi gli impatti ambientali, economici e sociali.
A Viterbo, sono state affrontate, in un convegno, le iniziative per la promozione delle energie rinnovabili sul territorio della Tuscia. In particolare sono stati presentati due progetti dell’Università della Tuscia.
Il primo riguarda i “Crediti formativi nelle Università del Lazio”, con la realizzazione di un corso sulle FER e l’ambiente sostenibile e la presentazione del dizionario multimediale sulle rinnovabili ed energie sostenibili preparato dalla facoltà di Lingue.
Il secondo è relativo al progetto di un “Centro per la diffusione e la ricerca sulle energie rinnovabili”, che mira alla costruzione di un edificio ad uso didattico e di ricerca ad emissioni zero.
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Speciale EUSEW 2009 Le nuove frontiere della sostenibilità.
V
ista da Roma, dagli Uffici del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, questa iniziativa appare come “Un’opportunità per tutti”. L’Italia stavolta non è stata spiazzata dalle spinte innovative dell’UE, ma anzi le ha cavalcate e spesso anticipate perché l’energia rinnovabile rappresenta, nel nostro Paese, una formidabile leva economica per creare nuovi posti di lavoro. Le nuove frontiere della sostenibilità sono orien-
tate verso villaggi bioclimatici, costruzioni a energia zero, elevata riduzione dell’inquinamento e sistemi intelligenti capaci di abbattere i consumi energetici degli edifici attraverso un mix di tecnologie e materiali ecosostenibili. I Comuni provano a diventare autosufficienti nella produzione energetica concentrandosi su soluzioni d’avanguardia come i sistemi di pannelli fotovoltaici e solari. Senza trascurare l’eolico, le biomasse e, dove si può, il miniidro.
Altre informazioni sul sito www.campagnaseeitalia.it/il-patto-dei-sindaci Il Ministero è a supporto delle città; per qualsiasi informazione: Ufficio Campagna SEE in Italia Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Via Capitan Bavastro, 174 00154 Roma E-mail:
[email protected] Coordinatore: Antonio Lumicisi Email:
[email protected]
Protagonisti per un giorno Vestito della festa e occhi accesi dall’emozione, la settimana della sostenibilità, vissuta nei “santuari” della Capitale belga, ha significato per tanti l’occasione di una passerella da ricordare. Tutti protagonisti per un giorno, liberi di girare, esibendo un coloratissimo badge, nelle mitiche aule che contano, quella del Parlamento Europeo dedicata ad Altiero Spinelli, alle buvette, nella sale attigue, e nelle avveniristiche e plurifunzionali rooms dello Charlemagne, tra metal detector e addetti alla sorveglianza sempre, comunque cordiali e discreti, proprio di
fronte all’imponente edificio della Commissione europea. Nei corridoi un vociare di dialetti e lingue diverse, quasi assordante ha contagiato un po’ tutti. E’ l’occasione per tanti di una foto ricordo e della ricerca di un autografo, fatta con moderata insistenza ai parlamentari europei più noti: l’onorevole Elisabetta Gardini e l’ex astronauta Umberto Guidoni. Sono stati distribuiti diplomi e attestati di adesione alla Campagna SEE promossa dal Ministero dell’Ambiente prima di lasciarsi per un arrivederci al 2010 nel segno della sostenibilità.
Istruzioni per l’uso. Il Patto dei Sindaci é un’iniziativa orientata ai risultati, basata su progetti concreti e mirante a obiettivi quantificabili e misurabili. Le città aderenti si impegnano formalmente a ridurre di oltre il 20% le loro emissioni di CO2 entro il 2020, sviluppando ed attuando dei Piani di Azione per l’energia sostenibile. I cittadini saranno informati dei risultati raggiunti dalle rispettive città mediante relazioni periodiche che saranno anche soggette a controllo da parte di terzi. La Commissione Europea invita le città ad adottare un modello di lavoro basato su “criteri di eccellenza” e a finalizzare i Piani di Azione sulla base delle indicazioni da essa fornite. Dal punto di vista operativo, per quanto riguarda l’Italia, le città che intendono aderire formalmente al Patto dei Sindaci dovranno approvare apposita delibera da parte del Consiglio Comunale e compilare il Modulo di adesione scaricabile dal sito della campagna SEE in Italia (www.campagnaSEEitalia.it). Il Ministero dell’Ambiente italiano, insieme alle città che hanno già approvato l’apposita delibera del Consiglio Comunale, sta predisponendo delle Linee Guida specifiche per la realizzazione dei Piani di Azione. Una volta finalizzato il Piano di Azione, che vedrà coinvol32
ti i diversi settori della società civile a livello locale, esso dovrà essere approvato nuovamente attraverso un’apposita delibera del Consiglio Comunale. Al fine di operare in maniera integrata e omogenea sul territorio, oltre che dal Ministero dell’Ambiente, le città potranno essere coadiuvate nel loro percorso di attuazione del Patto dei Sindaci dalle cosiddette Strutture di Supporto che hanno l’obiettivo di facilitare la promozione e l’attuazione delle politiche e misure individuate all’interno dei singoli Piani d’Azione delle città. Per agire sul territorio come Struttura di Supporto è necessario fare una richiesta specifica alla Commissione Europea e coordinarsi con il Ministero dell’Ambiente al fine di creare una rete di attori operanti in maniera strategica sul territorio. Condizione imprescindibile per operare come Struttura di Supporto è la condivisione degli obiettivi del Patto dei Sindaci attraverso un atto formale dipendente dalla natura del soggetto candidato a divenire una Struttura di Supporto. Le Province e le Regioni sono le candidate ottimali per operare come Strutture di Supporto ma sarà possibile analizzare eventuali proposte provenienti da altri attori del panorama energetico territoriale.
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(1) Maria Fabianelli, AD AreLiguria - (2) Elisabetta Gardini, Parlamentare Europeo - (3) Angelo Paladino, Assessore alle Politiche Ambientali della Provincia di Salerno - (4) Umberto Guidoni, ex astronauta e Parlamentare Europeo - (5) Sindaci della Provincia di Milano - (6) Stefano Onofri, Dealer Tecno riceve il diploma SEE - (7) Mario Risso, Attiva Camera di commercio Aosta, riceve il diploma SEE - (8) Giorgia Favero EACI - (9) Patrizia Paris, SDI Europe riceve il diploma SEE - (10) Eriuccio Nora, Direttore Agenda 21 Locali, riceve il diploma SEE - (11) Maddalena Spallacci, gruppo Loccioni, riceve il diploma SEE - (12) Tommaso Onofri, Consorzio AMU riceve il diploma SEE - (13) Dario Carella, vice direttore TGR responsabile rubrica Regione Europa - (14, 15) Sindaci italiani - (16) Gianmario Varalda, direttore APEVV di Vercelli
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SCENARI INTERNAZIONALI
IRENA: Yes, we can
Nasce IRENA, l’Agenzia Internazionale che aiuterà gli Stati a sviluppare le condizioni più favorevoli allo sviluppo delle energie rinnovabili.
L’Italia s’é desta.
E
’ stato infatti in quel lunedì di ordinaria suspence che l’Italia ha annunciato di aver aderito ufficialmente alla nuova agenzia internazionale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili (Irena). Prima di entrare in questa organizzazione, come altri Paesi, il Governo italiano aveva tergiversato in attesa di sottoscrivere l’impegno a diventare membro dell’Agenzia IRENA. Un atteggiamento che era apparso, in una prima fase, incomprensibile, perchè alle riunioni preparatorie (l’ultima si è svolta a Madrid, lo scorso ottobre) non si erano presentati rappresentanti italiani, nè francesi. Sembra che si sia mosso, per stimolare il nostro Governo nazionale, lo stesso Cancelliere tedesco Angela Merkel che, insieme al primo Ministro Danese Anders
Fogh Rasmussen e al Primo Ministro spagnolo Jose Luis Zapatero, avevano sottoscritto l’iniziativa (come si legge in corposa brochure di 24 pagine) auspicando l’inizio immediato dei lavori della nuova Agenzia energetica senza “vuoti” di adesione degli Stati Membri dell’UE. L’annuncio della disponibilità del Governo italiano è stato dato dall’ambasciatore Antonio Puri Purini che ha sottoscritto a Bonn l’atto costitutivo insieme ad altri 75 Paesi, come ha riferito, in un comunicato, la Farnesina. Il ministro degli Esteri Franco Frattini (nella foto) ha espresso “vivo apprezzamento” per l’impegno della comunità internazionale a favore di un “rafforzamento della collaborazione nelle politiche e nei programmi per un approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile”. “L’adesione dell’Italia, - ha spiegato il ministero degli Esteri in una
nota - è dettata dalla convinzione che una risposta efficace alla sfida energeticoambientale passi, da un lato, attraverso la promozione delle fonti rinnovabili e, dall’altro, attraverso la creazione di un nuovo sistema di governance mondiale”. Nel quadro delle priorità della Presidenza italiana del G8 in materia ambientale e di sviluppo sostenibile, l’Italia ha accolto quindi “con favore la costituzione di Irena quale contributo alla diffusione di ‘best practices’ e allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche, nonché al trasferimento tecnologico a favore dei Paesi in Via di Sviluppo”. L’Italia, come ha sottolineato la Farnesina, si impegnerà affinchè la nuova agenzia svolga il suo mandato in modo efficace e ben coordinata con le Organizzazioni internazionali, in particolare con l’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Alla vigilia erano tutti perplessi, non è mancata qualche polemica.
C
Yes, we can, lo slogan della campagna elettorale di Obama, deve diventare anche il motto dell’Unione Europea nella lotta al global warming. La nascita di IRENA potrebbe essere il primo atto di una rivoluzione nell’approccio europeo alla questione del riscaldamento globale.
C
ostruire su solide basi un progetto concreto per far decollare le fonti alternative al petrolio per proteggere l’ambiente e salvare l’economia. Questo è l’obiettivo condiviso da tutti gli Stati Membri con il crescente interesse per le fonti rinnovabili, attra-
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verso un’agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA). A Bonn, in Germania, in una gelida giornata, il 27 gennaio 2009 è scivolato via nelle cronache di quello che avrebbe dovuto essere un evento da ricordare, almeno per le future scelte di salvaguardia del Pianeta.
Eppure questa data potrebbe acquisire una rilevanza particolare nella svolta che dovrebbe segnare le scelte future energetico-ambientaliste, in linea con le indicazioni e gli stimoli che provengono da oltre oceano, lanciate dal presidente americano Barack Obama che punta sull’economia verde in Usa.
osa è realmente accaduto? IRENA, sin dall’avvio delle Conferenze preparatorie, ha suscitato molte perplessità (se non addirittura, in qualche fase, polemiche) essenzialmente riguardanti la reale necessità di dotarsi di un nuovo organo internazionale, anche se specifico in materia di rinnovabili. Si è appreso che l’Italia, così come molti altri Paesi, ha spinto affinché IRENA si orientasse verso un approccio di confronto con le altre agenzie ed iniziative attive già da tempo nel settore delle rinnovabili come appunto la IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) che, anche se non in modo esclusivo, si occupa di fonti non rinnovabili di energia. Energeo Magazine ha provato a saperne di più, prima interpellando, senza esito, Rafael Conde, coordinatore dell’ultima Sessione preparatoria a Madrid di Irena, poi scrivendo direttamente alla Segreteria Generale e cercando conferme nella stessa Ambasciata Tedesca di Roma. “Su mandato di governi in tutto il mondo - è stato alla fine chiarito - IRENA punta a divenire la forza guida principale nel promuovere una transizione rapida verso un uso
esteso e sostenibile di energia rinnovabile su scala globale, con un programma di sostegno alla politica dei paesi evoluti e in via di sviluppo (ad esempio aiutarli a migliorare i loro piani regola-
L’on. Franco Frattini, Ministro degli Esteri
tori) e promuovendo il trasferimento di tecnologie, con la diffusione di consigli sulle tipologie di finanziamento”. L’Agenzia faciliterà, altresì, l’accesso a tutte le informazioni rilevanti, inclusi i dati sul potenziale di energia rinnovabile, sulle migliori pratiche, sugli
effettivi meccanismi finanziari e sullo stato dell’arte dell’expertise tecnologico. Una serie di organizzazioni internazionali, provenienti da ambiti diversi, si stanno sforzando di affrontare il pressante problema del cambio climatico, la spinta al consumo di energia delle economie emergenti e lo sviluppo di successo delle tecnologie legate all’energia rinnovabile, economicamente vitali. IRENA non intende sostituire queste attività, ma agire da complemento e supporto con considerevoli risorse e competenza. Si è saputo che la nuova Agenzia si consulterà regolarmente e coopererà con organizzazioni e networks impegnati nel settore dell’energia rinnovabile, per creare sinergie tra le risorse, creando valore aggiunto. Quello che veniva considerato un ostacolo è stato risolto, almeno per ora, in maniera soddisfacente, anche perché pare che il Governo Italiano potrà dare le giuste indicazioni per implementare il programma di lavoro. Ci aiuta a capire la posizione dell’Italia, in questa fase, il dott. Corrado Clini, direttore Generale del Ministero dell’Ambiente, interpellato da Energeo Magazine (intervista a pagina 35).
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SCENARI INTERNAZIONALI Il programma di lavoro di Irena.
N
ella prima riunione degli Stati Membri che si è svolta, sempre a Bonn, si è deliberato sulla scelta delle procedure da adottare per la nomina di un direttore Generale che avrà un incarico provvisorio, rimanendo in carica fino al 30 aprile 2009. In questa fase sono stati individuati anche i quartieri generali provvisori in attesa che tutti gli Stati membri dell’UE, invitati a firmare lo Statuto, diventino partecipi dell’iniziativa. Ci vorranno almeno sei mesi di lavori per stabilire le linee guida della nuova Agenzia, anche se una bozza di programma di lavoro è già stata discussa, sottolineando le attività prioritarie. Così il direttore generale incaricato avrà delle solide basi da cui iniziare a implementare il programma di lavoro. “Un numero sempre crescente di stati - confermano da Bonn - dimostra interesse nel firmare il trattato e nel costruire attivamente IRENA. Si tratta di Paesi emergenti e in via di sviluppo, ma anche industrializzati”. La nuova Agenzia si consulterà regolarmente e coopererà con organizzazioni e networks impegnati nel settore dell’energia rinnovabile, per creare sinergie tra le risorse, creando valore aggiunto. Queste indicazioni rappresentano una traccia importante per il programma IRENA. In questa fase sono stati individuati anche i quartieri generali provvisori in attesa che tutti gli Stati membri dell’UE, che hanno firmato lo Statuto, diventino partecipi dell’iniziativa. Chiediamo agli organizzatori cosa succederà concretamente tra gennaio e giugno 2009. “La Commissione preparatoria istituirà tre Comitati: il Comitato per la selezione ad interim del direttore - quello per la selezione ad interim del quartier generale - il Comitato amministrativo. Ci sarà un processo applicativo equo e trasparente. Tutti gli Stati firmatari potranno candidarsi ad offrire la sede centrale di IRENA e sottoporre una nomina per il posto di DG provvisorio. I Comitati stabiliti dalla Commissione Preparatoria raccoglieranno ed analizzeranno le nomine per la decisione. Alla prima riunione della Commissione dopo la fine del periodo applicativo, la Commissione selezionerà la sede centrale provvisoria e nominerà il DG provvisorio di IRENA”. Si vogliono evitare costi non necessari e sprechi. I Paesi interessati che hanno firmato lo Statuto sono invitati a nominare candidati fino al 30 aprile 2009.
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D. Come è stato calcolato il bilancio di IRENA nel primo anno dopo la ratifica in circa 25 milioni di dollari? R. “Il bilancio preventivo di IRENA si basa su un modello ideale che copre le competenze concordate durante le conferenze preparatorie. E’ necessaria una struttura organizzativa potente, snella ed efficiente per perfezionare gli incarichi. Le sorprese non mancano. Ci si aspetta anche che IRENA arruolerà uno staff di 120 persone. In base a queste considerazioni, si stima che un bilancio di 25 milioni di dollari, approssimativamente per il primo anno sia realistico. Il livello di contributo dipende dall’ammontare di bilancio, dalla scala di valutazione che è quella delle Nazioni Unite, e dal numero di Stati membri. Per il 2009, si stima che IRENA avrà bisogno di risorse finanziarie nella misura di pochi milioni dollari. IRENA comincerà ad assumere esperti e altro personale dopo la nomina del Direttore generale provvisorio e delle sedi centrali provvisorie. Entro la fine del 2009 il numero degli addetti salirà a 50. La fase di crescita principale delle strutture di IRENA e del personale sarà possibile fra due anni, entro il 2010. Da quel momento, saranno necessarie risorse finanziarie pari a milioni di dollari”. D. Perché IRENA non conta solamente su contributi volontari, come altre organizzazioni internazionali? R. “Fu deciso durante i lavori di giugno/luglio 2008 di provvedere ad IRENA un budget capace di adempiere efficacemente ai compiti effettivi, con una prospettiva a lungo termine. Di conseguenza, questo è stato incorporato nell’ Articolo XII dello Statuto (come “deciso” alla Conferenza Preparatoria Finale). Questo sottolinea la volontà dei membri di IRENA di assicurare affidabilità all’Agenzia nel campo dell’energia rinnovabile internazionale”. D. Questione di costi l’ingresso dell’Italia in IRENA o di sovrapposizione di compiti con IEA? R. “No. Comment! Comunque il contributo di ogni Stato di Membro decrescerà proporzionalmente. Il bilancio di IRENA è considerato sulla base dei compiti concreti di IRENA. Più Stati si associano, più i compiti dell’Agenzia, e perciò il bilancio totale, potranno aumentare. Se membri nuovi si associano, i contributi saranno ritoccati, prendendo in considerazione il bilancio adottato dall’Agenzia e la Scala di Valutazione”. E’ la risposta.
I numeri di IRENA, International Renewable Energy Agency
27/01/2009 anno di costituzione a Bonn in Germania.
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i Paesi promotori: Germania, Spagna, Danimarca.
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Paesi hanno sottoscritto l’atto costitutivo.
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è il termine ultimo per i Paesi interessati a nominare i propri candidati.
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i mesi di lavoro per stabilire le linee guida della nuova Agenzia. i Comitati istituiti: il Comitato per la selezione ad interim del direttore; quello per la selezione ad interim del quartier generale; il Comitato amministrativo.
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milioni di dollari il bilancio di IRENA previsto per il primo anno di attività.
50 120
il numero degli addetti da assumere entro la fine del 2009.
persone faranno parte dello staff operativo entro il 2010 (la fase di crescita principale delle strutture di IRENA e del personale sarà possibile fra due anni).
Il parere di Corrado Clini.
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ampio ed efficiente delle biomasse e dei biocarburanti, al fine di evitare il rischio di disperdere risorse e creare poco fruttuose sovrapposizioni di attività nel settore delle rinnovabili”. D. IRENA dovrebbe iniziare ad essere operativa il prima possibile. Un iniziale programma di lavoro è già stato discusso, sottolineando le attività prioritarie. Il programma di lavoro sarà ulteriormente sviluppato tra febbraio e giugno 2009 attraverso consultazioni con gli stakeholders, le organizzazioni e i networks. Il Governo Italiano potrà dare le giuste indicazioni per implementare il programma di lavoro? R. “IRENA è la prima Corrado Clini, Direttore Generale Ministero organizzazione internadell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare zionale a concentrarsi esclusivamente sulla ci chiediamo se sarà possibile un avvi- questione delle energie rinnovabili, ed cinamento fra i vari organi internazio- ha l’ambizione di diventare il leader glonali nei prossimi mesi. Lo chiediamo a bale in questo settore. Corrado Clini, Direttore Generale Il programma di lavoro di una iniziativa Ministero dell’Ambiente e della Tutela come IRENA va visto sempre come un del Territorio e del Mare (nella foto). “work in progress”. Fra i suoi compiti specifici IRENA ha quello di stimolare e supportare i Governi nell’adozione di politiche e misure per la promozione delle energie rinnovabili, offrire un canale aggiornato ed accessibile di informazione, cooperare con le istituzioni finanziarie per la definizione e l’adozione di nuovi ed idonei meccanismi finanziari a supporto della diffusione delle fonti rinnovabili di energia, facilitare il trasferimento di conoscenze e tecnologie tra i membri, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo. L’Italia, attraverso le numerose iniziative avviate nel settore delle rinnovabili sia a livello nazionale “In effetti IRENA, sin dalla sua gene- che internazionale, ha acquisito la giusi - afferma Clini - ha suscitato molte sta esperienza e competenza e potrà metperplessità essenzialmente riguardanti terle a disposizione di questa iniziativa, la reale necessità di dotarsi di un nuovo promuovendo anche i numerosi casi di organo internazionale, anche se speci- successo realizzati in collaborazione con fico in materia di rinnovabili. L’Italia, il settore privato, le università e i centri così come molti altri Paesi, ha spinto di ricerca italiani; potrà collaborare con affinché IRENA si orientasse verso un successo con gli altri Paesi firmatari approccio di confronto con le altre agen- nell’implementazione del programma di zie ed iniziative attive già da tempo nel lavoro di IRENA”. settore delle rinnovabili come appunto la D. Il 2009, in attesa della Conferenza di IEA che, anche se non in modo esclusi- Copenhagen, sarà l’anno della svolta? vo, si occupa di fonti non rinnovabili di R. “Certamente quest’anno sarà decisienergia, o come ad esempio la Global vo per l’avvio e l’attuazione di politiche Bioenergy Partnership, di cui l’Italia ambientali ed energetiche sostenibili su è attualmente chair, e che è nata con scala globale. La scadenza della COP15 l’obiettivo di sostenere uno sviluppo più a Copenaghen ci impone di finalizzare a decisione dell’Italia di partecipare all’iniziativa IRENA è piuttosto recente. Qualora l’ostacolo fosse la sovrapposizione di compiti con altre agenzie internazionali (ad es. IEA)
“Abbiamo la giusta esperienza e le competenze per collaborare a questo nuovo progetto”
programmi concreti da attuarsi da qui al 2020 e gli obiettivi fissati a livello europeo già mostrano la volontà dell’UE di perseguire seriamente il percorso verso lo sviluppo sostenibile. Per quanto riguarda il nostro Paese, il 2009 sarà un anno importante poiché dovremo focalizzare l’attenzione su quelle politiche e misure che ci consentiranno di ridurre le emissioni di anidride carbonica nei termini stabiliti nel cosiddetto pacchetto energia”.
La svolta sostenibile di IEA.
IRENA geographical coverage
IEA
Agenzia Internazionale dell’Energia ha chiesto di ricondursi ad una rivoluzione vera e propria orientata a “decarbonizzare” il mix energetico del settore elettrico sollecitando politiche molto più efficaci di quelle realizzate finora. Queste informazioni sono apparse nel libro della IEA “Energy Technology Perspective 2008”, uscito lo scorso ottobre, che (sorprendendo tutti), ha affermato che dobbiamo ridurre le emissioni del 50% perché questo lo chiede l’IPCC e anche quei leader politici che solo recentemente hanno compreso che le emissioni vanno tagliate. A questo punto si è analizzato quali potrebbero essere le conseguenze dal punto di vista delle tecnologie energetiche. Si è fissato un obiettivo e si è fatto un back casting. E questo è l’aspetto chiave del libro Deploying Renewables che valuta quello è successo finora nel settore delle rinnovabili. Notiamo che sebbene si sia registrato un forte progresso, esso è stato in effetti trainato solo da pochi Paesi. Queste indicazioni rappresentano una traccia importante per il programma IRENA. 37
PRIMO PIANO “Siamo impegnati a ridurre di 7,2 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 in Toscana, con grandi e piccole azioni, a partire dall’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle Sedi dei Comuni, per arrivare agli aiuti diretti alle imprese”
Toscana,
vedi alla voce sostenibilità Il Governatore Martini, Presidente del Coordinamento delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa (CRPM): “Copenhagen dovrà rappresentare un salto di qualità rispetto agli impegni presi con il protocollo di Kyoto. La Toscana è molto interessata alla riuscita dell’accordo e per questo ho proposto di realizzare una sorta di road map toscana per il clima, un “calendario” che fissi tutti i passaggi da fare di qui alla fine del 2009”. Sarà allargato il confronto con le altre Regioni.
E’
un obiettivo ambizioso quello indicato dalla Comunità Europea per il 2009, proclamato dal WWF “Anno del Clima”. Un anno nel quale far partire il percorso che porterà a ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica entro il 2020. Un percorso parte integrante del quale sarà la Conferenza internazionale di Copenhagen. A questo appuntamento la Toscana vuole arrivare preparata, come spiega il presidente della Regione, Claudio Martini (nella foto). Presidente Martini, il 2009, l’“Anno del clima”, culminerà con la Conferenza di Copenaghen del prossimo dicembre. Quali sono gli impegni della Regione Toscana? Sono convinto che questo sarà davvero un anno cruciale per i problemi dell’ambiente. All’appuntamento di dicembre non possiamo arrivare impreparati. Copenhagen dovrà rappresentare il salto di qualità rispetto agli impegni presi con il protocollo di Kyoto. La Toscana è molto interessata alla riuscita dell’accordo e per questo, in occasione della consegna, avvenuta a Novembre, del “calendario del clima” del WWF (che indica tutte le date importanti e gli appuntamenti internazionali nell’Anno mondiale del clima), ho proposto di realizzare una sorta di road map toscana per il clima, un “ca-
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lendario” che fissi tutti i passaggi da altre regioni e di scenari. fare di qui alla fine del 2009. La seconda: è già iniziata, e si conChe cosa prevede questa “road cluderà entro l’anno, la stesura di un map” toscana per il clima? Comprenderà tutte le azioni inserite nel Piano energetico regionale approvato lo scorso anno, che ha l’obiettivo di giungere, entro il 2020, ad una Toscana più sostenibile, meno dipendente dal petrolio, capace di utilizzare le fonti alternative per produrre fino al 50% del proprio fabbisogno energetico. Intanto stiamo lavorando, per il 2009, a tre proposte concrete. La prima: la Regione ha attivato un Osservatorio sulle politiche di Kyoto che si occupa soprattutto Claudio Martini, Presidente del Coordinamento delle degli assorbimenti. Entro Regioni Periferiche Marittime d’Europa (CRPM) la primavera sarà online un sito internet che rappresenterà il “focal point” delle emis- documento regionale sull’attuazione sioni in Toscana, suddivise per macro delle politiche pubbliche di Kyoto, che aree come i trasporti, l’agricoltura, le comprenderà le scelte e i progetti per abitazioni, i rifiuti, le industrie. Una la riduzione delle emissioni da qui al grande “banca dati” facilmente con- 2020. sultabile da tutti, con tanto di serie Ed infine: i nostri uffici proseguiranstoriche, di indici di confronto con le no nello studio degli scenari possibili
derivanti dai cambiamenti climatici e dei modelli di adattamento agli stessi cambiamenti. Ovvero, ci stiamo attrezzando per tentare di capire cosa ci riserva il futuro e per individuare azioni efficaci di contrasto alla desertificazione, ai fenomeni metereologici “estremi”, come alluvioni, esondazioni, siccità, ecc. Ci può fare qualche esempio delle iniziative a cui state lavorando? La Toscana proseguirà la sua azione su più fronti, in particolare sul piano energetico, sul piano del paesaggio e sulla riorganizzazione degli Ato, gli ambiti territoriali dei rifiuti: sono tutti obiettivi sui quali, nel corso dell’anno, si dovranno raggiungere risultati concreti. Il Piano energetico regionale recepisce gli obiettivi indicati dalla Comunità Europea di raggiungere entro il 2020 il 20% di diminuzione delle emissioni di CO2 e il 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili e guarda addirittura più avanti, ipotizzando il 50% di rinnovabili nella produzione di energia elettrica. Stiamo lavorando per questo. In che modo la Toscana può coinvolgere anche altre regioni? Naturalmente se le strategie non sono globali, possiamo fare ben poco: è il motivo per cui le ottime iniziative decise a Kyoto sono rimaste sulla carta. A maggior ragione, una regione da sola, seppur virtuosa, non può incidere granché sul contrasto al cambiamento
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climatico. Per questo ci impegniamo ad allargare il più possibile il confronto sulle scelte e sulle iniziative, a partire dalla Conferenza delle Regioni e Stato-Regioni, dal Comitato delle Regioni europee, dal Forum delle reti delle Regioni del Mondo. Anche dalla “piccola” Toscana può partire un segnale importante sul clima. Una sessione dedicata ai cambiamenti climatici sarà inserita nel programma del meeting di San Rossore del prossimo luglio, che sarà dedicato, nell’anno di Galileo, alla scienza e al pensiero razionale. In quella sede inviteremo a confrontarsi esperti da tutto il mondo. Nel corso dell’ultima Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa (CRPM), di cui lei è Presidente, è stata ribadita la volontà di un maggiore coinvolgimento nelle politiche energetiche nazionali. Quale ruolo possono avere le regioni nella crescita sostenibile? Le Regioni possono fare molto, su più fronti. Ad esempio favorendo una riduzione della dipendenza dall’importazione di energia, garantendo uno sviluppo sostenibile del paesaggio, o assicurando una gestione ambientale efficace a partire dalle nuove politiche dei rifiuti. Ne è un esempio il nostro Piano energetico, a cui accennavo prima. Concretamente, siamo impegnati a ridurre di 7,2 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 in Toscana, con grandi e piccole azioni, a partire dall’installazione dei pannelli fotovol-
taici sui tetti delle sedi dei Comuni, per arrivare agli aiuti diretti alle imprese. Riteniamo possibile la nascita di una industria toscana delle energie rinnovabili, con nuove opportunità di ricerca, di sviluppo e di crescita occupazionale. Stiamo sostenendo la produzione di energia da fonti rinnovabili come il vento, l’acqua, il sole, le biomasse (non dimentichiamo che la Toscana è l’unica produttrice in Italia di energia elettrica da fonte geotermica). Invitiamo i cittadini a adottare comportamenti eco-sostenibili. Grandi progetti, insieme alle piccole iniziative; aiuti diretti, assieme ad indirizzi
“Questo sarà un anno cruciale per i problemi dell’ambiente. Le regioni possono fare molto, su più fronti” e suggerimenti. Tutte azioni capaci di produrre davvero quel cambiamento di mentalità che porterà a risultati importanti.
LA CRPM: UN LABORATORIO DI IDEE PER L’EUROPA
a Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa (CRPM - www.crpm.org) raggruppa 156 regioni europee appartenenti a 28 Stati, membri e non dell’Unione Europea. In rappresentanza di circa 200 milioni di abitanti, si batte per favorire uno sviluppo più equilibrato del territorio comunitario. Interlocutore dei Governi nazionali e delle Istituzioni comunitarie, la CRPM agisce, dal 1973, affinché le esigenze e gli interessi delle proprie regioni siano prese in considerazione in tutte le politiche a forte impatto territoriale: la politica regionale, la politica marittima, lo sviluppo sostenibile, i trasporti e la pianificazione territoriale, la pesca, l’ambiente, l’agricoltura e lo sviluppo rurale, la ricerca e l’innovazione, l’energia, i cambiamenti climatici, l’immigrazione e il turismo. Per favorire lo sviluppo regionale
e la coesione territoriale in Europa, questa associazione è altresì un serbatoio di progetti di cooperazione tra i propri membri. E’ organizzata in sei commissioni geografiche sulla base dei bacini marittimi dell’Unione europea: Isole, Atlantico, Mediterraneo, Baltico, Mare del Nord, Balcani/Mar Nero. La CRPM che mira a creare una voce regionale sulla scena internazionale, avvia e stimola i progetti di cooperazione tra le Regioni su problematiche comuni e si muove come una vera e propria agenzia di idee per ridurre svantaggi e valorizzare tali benefici. Per fare della mondializzazione un processo riuscito e per contribuire alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile, la CRPM continuerà a promuovere su scala mondiale il dialogo tra i diversi livelli di
governance di regioni e stati di cui esse fanno parte. Le Regioni della CRPM corrispondono quasi interamente alla costa europea.
www.crpm.org 39
VIAGGIO NELL’ITALIA SOSTENIBILE
Una regione 10 e lode La Valle d’Aosta è una piccola regione alpina a spiccata caratterizzazione ambientale e turistica.
www.regione.vda.it sulla specialità del patrimonio ambientale e sulla sua varietà morfologica, climatica e biologica e aventi ricadute sui livelli di sicurezza, sulla salvaguardia e sull'accessibilità territoriale, salvaguardandone la sostenibilità e collocandosi al centro del sistema di reti di ricerca e sviluppo tecnologico d'eccellenza". Il delinearsi di questa vocazione ha conseguentemente portato all''individuazione, in via preliminare, di alcune piattaforme tecnologiche su cui la Regione investirà con un orizzonte temporale pluriennale, a breve, medio e lungo termine. Esse riguardano essenzialmente quattro aree e settori: • Tecnologie per il monitoraggio e la sicurezza del territorio • Energie rinnovabili e risparmio energetico • Tecnologie per la salvaguardia ambientale e il ripristino di ecosistemi • Elettronica - Microelettronica - Microrobotica - Meccatronica
La Valle si apre dunque verso l'esterno a nuovi insediamenti di aziende e centri di ricerca che possano offrire un considerevole contributo in materia di crescita basata su conoscenza, competitività, occupazione ed innovazione. All'interno, le ridotte dimensioni del territorio e l'autonomia economica e legislativa, istituita più di sessant'anni fa, sono poi gli aspetti principali in virtù dei quali è possibile instaurare rapporti diretti con la Pubblica Amministrazione, il che favorisce snellezza burocratica, efficienza procedurale, celerità decisionale e rapidità nella circolazione delle informazioni. Posizionata alla confluenza delle grandi direttrici stradali che connettono l'Italia con la Francia e la Svizzera, rispettivamente tramite i trafori del Monte Bianco (e il valico del Piccolo San Bernardo) e del Gran San Bernardo, e contigua al Piemonte, la Valle d'Aosta gode di una strategica e favorevole posizione logistica (a 300 km da Lione e a 150 km da Ginevra, a 100 km da Torino e a 180 km da Milano), baricentrica rispetto ai principali centri di sviluppo economico italiani ed europei. Attiva e perfettamente integrata all'interno della Comunità Europea, nel luglio del 2007, la Valle d'Aosta (in francese Vallée d'Aoste, in arpitano Vâl d'Aoutha o Vâl d’Aoûta, in lingua walser Augsttal) ha ufficializzato la sua presenza nell'Eurorégion Alpes - Méditerranée, insieme a Piemonte, Liguria, Provence - Alpes - Côte d'Azur e Rhône - Alpes, condividendone ed appoggiandone gli obiettivi comuni di promozione dello sviluppo economico, miglioramento dei trasporti, cooperazione nei campi della ricerca, dell'università, del turismo e dell'ambiente.
I numeri della
Valle d’Aosta
3.263
Km quadrati di superficie
126.660 Abitanti residenti
74
Comuni, di cui 73, ovvero il 99%, sono piccoli o piccolissimi.
85.486
Persone, pari al 71% della popolazione regionale, rappresentano la popolazione residente in questi territori costituiti da piccoli Comuni.
Come si Arriva
E’
la regione dei record, vicina all’Europa non soltanto per motivi legati alla vicinanza del confine. Conquista ogni anno i vertici della vivibilità, pur essendo la regione più piccola d'Italia (3.263 km²) e anche la meno popolata (126.660 abitanti). La Valle d’Aosta ha 74 comuni, di cui 73, ovvero il 99%, sono piccoli o piccolissimi.La popolazione residente in questi territori è di 85486 persone, pari al 71% della popolazione regionale. La rimanente parte dei residenti vive nel capoluogo Aosta. La piccola regione alpina è balzata in vetta anche nell’ultima, speciale classifica della Qualità della vita delle province italiane, la tradizionale inchiesta sulla vivibilità nel territorio
40
realizzata dal Sole 24 Ore, ed è virtuosa anche nei confronti dei fondi europei. Li ha presi tutti ed è la prima ad aver sfruttato il potenziale finanziario (oltre cento milioni, 830 euro per cittadino) tra le 271 regioni del continente. Dati emersi nel corso della recente visita di Danuta Hübner, commissario europeo per la Politica Regionale, che ha rilevato come la Vallèe è all’avanguardia per l’utilizzo dei fondi europei. Regione a spiccata caratterizzazione ambientale e turistica, la Valle d'Aosta si sta delineando sempre di più come "territorio d'elezione per lo sviluppo e la
La Valle d’Aosta, baricentrica rispetto ai principali centri di sviluppo economico italiani ed europei dista:
diffusione, anche in altri territori, di tecnologie innovative applicate, anche in modo sperimentale, che facciano leva
300 km da Lione 150 km da Ginevra 100 km da Torino Danuta Hübner, commissario europeo per la Politica Regionale, durante l’incontro con Augusto Rollandin, Presidente del Governo della Regione Autonoma Valle d’Aosta
180 km da Milano 41
VIAGGIO NELL’ITALIA SOSTENIBILE
Chiare, fresche e redditizie acque 35.000 punti di consumo in Italia, 2.700 milioni di kWh di energia verde prodotta con un risparmio di immissione in atmosfera di circa 2 miliardi di kg di Co2. Questi i numeri vincenti della Compagnia Valdostana Acque. Una situazione di assoluto prestigio nel contesto nazionale.
Eʼ
bastata unʼidea e un momento storico ben preciso. Ecco che in Valle dʼAosta, partendo da un progetto iniziale (era il 1995) che riguardava l’acquisizione, tramite la finanziaria regionale Finaosta, di tre centrali idroelettriche rimaste alla società Ilva Centrali Elettriche, subentrata alla Cogne al momento dello scorporo tra l’attività siderurgica e l’attività energetica, si è arrivati, in pochi anni, alla costituzione di un autentico modello di gestione delle risorse idriche in simbiosi con la natura, come in una sorta di tacito accordo per cui la produzione di energia si attua nel rispetto della stessa e di una costante protezione dellʼambiente alpino. Produrre energia idroelettrica realiz-
Un modello di gestione delle risorse idriche in simbiosi con la natura zando impianti in sintonia con l’ambiente rientra nelle priorità del gruppo Compagnia Valdostana delle Acque (CVA), costituita allʼepoca, che nel 2008 ha fornito agli oltre 35.000 punti di consumo in Italia, circa 2.700 milioni di kWh di energia verde prodotta in Valle d’Aosta, con un marchio sempre più conosciuto da banche e grande distribuzione organizzata, che la caratterizza “Eaux de la Vallée-Energia pura”, 100% idroelettrica, attraverso la quale si evita l’immissione in atmosfera di circa 2 miliardi di kg di Co2. Ed è stato subito business: la CVA ha consolidato le sue posizioni sul mercato nazionale, preservando lʼimmagine di azienda pulita e il ruolo forte dell’istituzione regionale autonoma, che la distingue per “il reimpiego degli utili a favore dell’ammodernamento delle infrastrutture idroelettriche esistenti e della diversificazione della produzione di energia, attraverso la creazione di impianti e piccole filiere legate alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico”. 42
La CVA, oltre all’attività di produzione, è chiamata dall’amministrazione regionale a sostenere la promozione delle eco-energie, investendo in azioni pilota di eccellenza messe a punto da Comuni e Comunità montane. La CVA destina alcune centinaia di migliaia di euro a progetti energetici che utilizzano fonti rinnovabili. E non solo. Il gruppo CVA - che raggruppa tre società, CVA Trading, Idroelettrica, Idroenergia - consente ad oltre 5.400 utenti valdostani di ottenere uno sconto del 10% sulla componente energia e l’offerta dedicata alle partite Iva è di circa 2.300 clienti. Un successo, insomma. Eʼ ottimista il presidente Riccardo Trisoldi, 52 anni, dirigente della Finaosta, ex vice presidente dell’azienda che, per i prossimi sei anni, ha destinato 400 milioni di euro per investimenti: due centrali sono in corso di realizzazione a La Thuile, a Faubourg ed a Torrent, e sono state presentate sette domande per nuove concessioni, due delle quali in alta Valle d’Aosta, che potranno apportare un significativo contributo, soprattutto per riaccensione in caso di black-out. Il 2008 è stato comunque un anno positivo che ha consentito il superamento
della soglia dei cinque miliardi di chilowattora venduti a livello di gruppo. Tra gli obiettivi, lʼaumento dellʼattività di trading e il progetto di diventare l’operatore di riferimento per le famiglie valdostane così da alleviare il costo dell’energia per i residenti. Secondo i dati di CVA, la nuova produzione
potenziale sarà di oltre 400 milioni di kWh. La Valle d’Aosta fa parte della “triade virtuosa”, è infatti la seconda regione d’Italia che produce un surplus di produzione elettrica, dietro al Molise e davanti alla Puglia. La CVA, entrata con un suo ruolo preciso nel mercato dell’energia, è il frutto dell’operazione effettuata nel 2001, quando la regione, tramite Finaosta, ha acquistato i 26 im-
www.cva-ao.it pianti ubicati sul territorio valdostano di proprietà di Enel, raggiungendo così il numero di 30 impianti (nella foto), di cui 29 dislocati in tutta la regione e uno nella vicina Quincinetto, con una potenza installata complessiva di più di 900 MW, 2.700 milioni di kWh prodotti ogni anno e 340 dipendenti. Nell’ambito della stessa operazione, la Regione Valle d’Aosta ha acquisito, sempre tramite Finaosta, il 49% di Deval, la società che esercita la distribuzione sul territorio regionale. Il presidente Trisoldi sottolinea che” è stato fatto uno sforzo notevole per i nuovi investimenti”, ma ha anche confermato “la validità delle scelte strategiche, commerciali e gestionali, condivise con l’azionista (la Regione, proprietaria, tramite “Finaosta” del cento per cento delle quote, n.d.r.). L’attenzione alla gestione aziendale e la correttezza, che da sempre contraddistinguono l’operatività del gruppo, lo pongono in una situazione di assoluto prestigio nel contesto nazionale”.
I numeri del
Gruppo CVA Compagnia Valdostana delle Acque
3
società di gestione: CVA Trading, Idroelettrica, Idroenergia
30
impianti
908
MW di potenza complessiva
340
dipendenti
5400
utenti valdostani CVA Trading
2.300
clienti CVA Trading con partite Iva
35.000
punti di consumo in Italia
2.700 milioni
di kWh di energia idroelettrica distribuita con il marchio “Eaux de la Vallée Energia pura”
2 miliardi
di kg di CO2 non immessi in atmosfera 44
Rigenergia 2009 La fiera convegno su energie rinnovabili, risparmio energetico e riduzione delle emissioni. “Il settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico costituisce uno dei capisaldi sui quali rinforzare e rilanciare l'economia della Valle d'Aosta. Tutti noi sappiamo che il mondo è cambiato e sta cambiando. Ma spesso, nel ragionare sulla crisi internazionale e sulle possibili cure ce ne dimentichiamo, non ricordandoci che nuove situazioni impongono soluzioni nuove. E Rigenergia costituisce un esempio di come la sinergia dei due gruppi di lavoro composti da personale dell’Amministrazione regionale e della Chambre abbia funzionato, elaborando un progetto che nella continuità delle versioni precedenti ha saputo crescere ed evolvere, proponendo risposte innovative”. Le parole del presidente della Regione Augusto Rollandin non lasciano spazio ad equivoci nell’evidenziare quanto la Valle d’Aosta punti a proporsi tra le regioni alpine leader nell'ideazione, nello sviluppo, nella produzione e nell'utilizzo di impianti e sistemi che sappiano sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle fonti rinnovabili. “L’obiettivo è quello di trasformare la nostra regione in un laboratorio sulle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni, in grado di creare un modello che possa essere di riferimento ed esportato anche nelle altre regioni alpine” - hanno aggiunto l’assessore alle Attività Produttive Ennio Pastoret e il presidente della Camera valdostana delle imprese Pierantonio Genestrone. Pertanto, dopo una prima edizione rivolta al grande pubblico ed agli installatori la cui finalità era stata quella di passare dal concetto di “produci il tuo consumo” a quello di “produci il tuo risparmio” ed una seconda indirizzata soprattutto verso i professionisti investiti del compito di proporre “la nostra cura d’energia”, per Rigenergia ‘09 si è deciso di puntare decisamente sulle imprese, senza comunque trascurare gli altri attori della filiera delle rinnovabili. E, proprio per offrire agli espositori e ai visitatori maggiori possibilità di incontro, Rigenergia ‘09, in programma dal 5 al 7 giugno, sarà organizzata nell’area dell'autoporto di Pollein, dove verrà allestito un Palaexpo in grado di accogliere sotto seimi-
la metri quadrati di tensostruttura fino a 150 espositori. Anche per i temi di riferimento sono previste delle importanti novità. Così, a fianco dei classici ambiti che accomunano un po’ tutte le fiere del settore legati alla produzione di energia da fonti rinnovabili (Idroelettrico, Solare fotovoltaico, Solare termico, Eolico, Cogenerazione, Geotermia e Micro generazione distribuita) e al risparmio e all'efficienza energetica nell’edilizia, sono stati inseriti l'arredo urbano, la mobilità veicolare a basso consumo e la mobilità sostenibile (con la predisposizione di un mini circuito per testare i veicoli non emissivi). Non mancheranno poi la Borsa internazionale per la cooperazione, i Tecno camp e il Punto Info Energia.
Appuntamento al Palaexpo (Autoporto di Pollein) dal 5 al 7 giugno 2009 Per quanto attiene, invece, alle iniziative di avvicinamento alla fiera, sono in programma due corsi di formazione tecnici, un concorso per amministratori di condominio, seminari informativi e divulgativi e un convegno internazionale dedicato alle PMI del settore.
www.rigenergia.it
NOTIZIE DAL TERRITORIO
La rete “virtuosa” delle province del nord ovest E’ nata la Fondazione delle Province del Nord Ovest. Ad Alessandria la costituzione ufficiale ratificata da 21 province. Condividono un’economia integrata, una logistica innervata, una storia comune e soprattutto comuni prospettive di sviluppo. L’obiettivo è quello di raccogliere le progettualità già esistenti, ampliarle, superare la dimensione locale e dare loro un respiro territoriale macroregionale, cogliendo le opportunità offerte a partire dall’Esposizione Universale di Milano del 2015.
“I
territori che compongono il Nord Ovest d’Italia, comprendenti il Piemonte, la Liguria, la Valle d’Aosta, la Lombardia e l’Emilia-Romagna, sono stati e rimangono tuttora il cuore dello sviluppo economico e sociale del nostro Paese”. Con questa constatazione, che è sotto gli occhi di tutti e che non è contestabile, nonostante il consistente sviluppo registrato in anni recenti anche in altre zone d’Italia, come nel Nord Est, si apre il “Manifesto del Nord Ovest”, documento che ha motivato la nascita della “Fondazione delle Province del Nord Ovest”. E’ facile ricordare che in queste terre, nel corso di secoli, “sono state sperimentate - osserva il documento - le forme più evolute e moderne dell’agricoltura e della zootecnia; qui ha avuto origine e impulso l’industria manifatturiera e di trasformazione; qui,
con poche eccezioni,si sono concentrati i maggiori gruppi industriali d’Italia; da qui hanno avuto inizio la rivoluzione tecnologica nel nostro Paese e le prime sperimentazioni informatiche di livello europeo”. Nasce dunque dalla presa di coscienza di questa realtà e dalla consapevolezza che, per affrontare le sfide crescenti della globalizzazione, è necessario superare campanilismi e interessi locali, e “lavorare in rete”, “fare squadra”, trovare soluzioni condivise a questioni di comune interesse. “La meta è quella di arrivare - osserva ancora il documento della Fondazione delle Province del Nord Ovest - alla costruzione di una rete virtuosa di saperi, buone pratiche, ricerca, attività economica e imprenditoriale e sviluppo sociale, che è oggi più che mai necessaria alla promozione dell’area del Nord Ovest”. Il cammino che ha portato con un atto
ufficiale stilato il 4 dicembre del 2008, a Palazzo Ghilini, sede della Provincia di Alessandria -, alla nascita della Fondazione delle Province del Nord Ovest, era iniziato poco più di quattro anni prima, nel corso di una assemblea a Genova fra le Province di Liguria, Piemonte, Lombardia e, per l’Emilia-Romagna, quelle di Parma e di Piacenza, territorialmente più legate a interessi comuni lungo il bacino fluviale del Po. Non ha aderito la Valle d’Aosta anche se strategicamente è inserita in questo contesto, in quanto si tratta di Regione a Statuto Speciale che individua il capoluogo Aosta con la doppia funzione di Regione e Provincia insieme. Il presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto, ideatore e primo promotore del comitato, è stato eletto per acclamazione presidente della fondazione. Sono stati quattro anni dedicati a una ricerca siste-
www.provincenordovest.it 46
matica, finalizzata a comprendere nel profondo le esigenze di questo territorio strategico nell’industria, nei trasporti e nelle infrastrutture, nelle nuove tecnologie, nella programmazione territoriale, tutela del patrimonio ambientale e culturale. Si è così giunti, nel dicembre del 2008, alla nascita della Fondazione delle Province del Nord Ovest (la sua sede legale è stata individuata presso la sede della Provincia di Alessandria, a Palazzo Ghilini), alla quale hanno aderito le Unioncamere delle quattro regioni interessate. Sfruttando la notevole dimensione istituzionale rappresentata dalle 21 Province aderenti, la Fondazione intende raccogliere le progettualità già esistenti, ampliarle, superare “l’abito stretto” locale e dare invece loro un respiro territoriale macroregionale, metterle in relazione e valutarne le possibilità concrete di spesa su di un’area vasta, cogliendo le opportunità che sono offerte, a partire dall’Esposizione Universale di Milano del 2015. La Fondazione costituirà anche la “cornice” entro la quale inserire gli accordi che, a livello bilaterale o plurilaterale,le 21 Province aderenti riterranno di stipulare in funzione progettuale e di collaborazione istituzionale. Nell’atto costitutivo della Fondazione della Province del Nord Ovest,si è dunque voluto mettere in rilievo che essa rappresenta una “rete” e non un ulteriore”centro di governo”.Si
tratta, allora, di un soggetto portatore di una visione dello sviluppo complessivo di un’area cruciale del nostro Paese, che vada oltre gli scenari di breve respiro locale e che punti piuttosto a comprendere le linee dello sviluppo economico e sociale dei prossimi anni, promuovendo le necessarie “policies” di gestione del territorio e di integrazione sociale, in un rapporto di collaborazione con tutti i soggetti interessati. Concetti, linee di condotta e modus operandi che vengono ribaditi e “codificati” nella premessa dello Statuto della Fondazione delle Province del Nord Ovest, dove si afferma che la Fondazione stessa “nasce per la finalità alta di progettare, costruire e sperimentare nuove forme istituzionali e organizzative del governo di area vasta, appropriate alle necessità di perseguire non solo la crescita economica, ma lo sviluppo dei territori, dei beni pubblici comuni, della libertà e dei diritti, delle infrastrutture materiali e immateriali, delle conoscenze e dei saperi, del capitale sociale e umano, della qualità della vita delle persone”. Nella stessa premessa allo Statuto, si afferma ancora che “la Fondazione è animata dall’idea di fondo che il territorio, le politiche e il governo territoriale costituiscano il terreno e il tessuto vivo dell’integrazione, della sostenibilità,della coesione e della capacitazione”. Inoltre, si stabilisce
Liguria Provincia di Genova Provincia di Imperia Provincia della Spezia
Presidente Alessandro Repetto Presidente Gianni Giuliano Presidente Marino Fiasella
Lombardia Provincia di Brescia Provincia di Como Provincia di Cremona Provincia di Lecco Provincia di Lodi Provincia di Mantova Provincia di Milano Provincia di Pavia Provincia di Varese
Presidente Alberto Cavalli Presidente Leonardo Carioni Presidente Giuseppe Torchio Presidente Virginio Brivio Presidente Lino Felissari Presidente Maurizio Fontanili Presidente Filippo Penati Presidente Vittorio Poma Presidente Dario Galli
Piemonte Provincia di Alessandria Provincia di Asti Provincia di Biella Provincia di Novara Provincia di Torino Provincia di Verbano C.O. Provincia di Vercelli
Presidente Paolo Filippi Presidente Maria Teresa Armosino Presidente Sergio Scaramal Presidente Sergio Vedovato Presidente Antonio Saitta Presidente Paolo Ravaioli Presidente Renzo Masoero
Emilia Romagna Provincia di Parma Provincia di Piacenza
Presidente Vincenzo Bernazzoli Presidente Gianluigi Boiardi
che “la Fondazione opera perchè politiche e azioni di sviluppo efficaci e di successo siano accompagnate, sui territori, dalle necessarie azioni di semplificazione,snellimento, efficienza e trasparenza dall’intero sistema delle pubbliche amministrazioni”. A questo punto, diventa interessante capire scopo e finalità operative, concrete, della Fondazione delle Province del Nord Ovest. Scopi e finalità vengono definiti e precisati nell’articolo 2 dello Statuto, in cui si afferma: “la Fondazione opera principalmente quale luogo di concertazione e condivisione di studi, progetti e iniziative nei settori ritenuti strategici per lo sviluppo dell’area del Nord Ovest”. Ma quali sono, per la Fondazione, i settori strategici? Li individua con chiarezza, in 10 punti, lo Statuto stesso: “infrastrutture, logistica, intermodalità gomma, ferro, portualità e retroporti; sviluppo locale e marketing territoriale integrato; ambiente, paesaggio e sostenibilità dello sviluppo; ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico; Università e alta formazione; economia della cultura,turismo e grandi eventi; politiche per l’Europa; politiche del mare; politiche e valorizzazione del Po; supportare politiche di qualificazione, formazione e innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni”.
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INTERVISTA
Vogliamo ridare speranze e prospettive alla nostra gente La condivisione delle best practices rappresenta un punto di forza della Fondazione delle Province del Nord Ovest.
Alessandro Repetto, Presidente della Fondazione delle Province del Nord Ovest
P
residente, lei, quattro anni fa, ha ideato e promosso questo progetto. Com’è andata? Lungo il cammino intrapreso con le altre Province ci siamo convinti che il nordovest non esistesse in quanto strutturata e definita consapevolezza di un’appartenenza comune, nonostante si stesse palesando l’intuizione di una possibile rete di interessi e opportunità comuni, una possibile trama di relazioni ancora abbozzate che possono, se consapevoli e articolate, proporre qualche risposta al declino italiano. Noi abbiamo voluto cogliere quest’intuizione e trasformarla in opportunità, partendo da una ricerca sistematica finalizzata a comprendere nel profondo le esigenze di questo territorio così strategico per lo sviluppo dell’Italia e per definire i lineamenti delle buone pratiche necessarie per indirizzarne le strategie di fondo, in particolare per i temi cruciali dello sviluppo locale, dei trasporti, delle infrastrutture (particolarmente rilevante nell’area che ospita il maggior porto commerciale d’Italia e uno dei principali del Mediterraneo), del sistema formativo, delle politiche culturali e ambientali e del patrimonio agroalimentare.
E’ stato facile? E’ stato facile trovare assoluta condivisione nel progetto e l’impegno da parte di tutti nel portarlo avanti. Ora è importante superare i confini amministrativi che devono valere solo per le procedure e mantenere la coesione al di là degli schieramenti. Con questo spirito abbiamo offerto una partecipazione attiva al percorso che prepara l’Expo milanese del 2015 per valorizzare tutte le eccellenze della nostra macroregione, con particolare riguardo a quelle agroalimentari ed enogastronomiche che la candidano a “Food Valley” italiana in occasione dell’esposizione mondiale. L’Expo milanese rappresenta una grande attrattiva, quali saranno i primi passi? Siamo di fronte a grandi fallimenti, come quello del G8 o il vertice della Fao a Roma, con un vuoto su idee propulsive nel governo del mondo. Occorre produrre una governance dei problemi efficace, soprattutto da parte dei paesi più sviluppati. Anche le Province sono chiamate ad azioni concrete e significative e in particolare in quest’occasione che richiede un ruolo di accordo e coordinamento insito nella natura e negli obiettivi delle Amministrazioni provinciali: Expo 2015 è un evento che riguarda tutto il nostro territorio e che dovremo affrontare rafforzando alleanze per proporre progetti e temi comuni che rappresentino una svolta significativa verso il futuro, come quello dell’acqua, una risorsa preziosa e fondamentale che nel nord ovest spazia dal mare a laghi e fiumi, e quello della formazione e dell’educazione, una competenza specifica delle Province da articolare sia nell’accoglienza sia, più strettamente, nei temi dell’Expo.
C’è un punto di forza della Fondazione? La condivisione delle best practices è e sarà un nostro punto di forza. La Provincia di Genova, per esempio, si è già distinta per la creazione del Muvita - l’agenzia per l’ambiente, l’innovazione e l’energia nonché il primo science centre in Italia dedicato a interamente a questi temi - e la realizzazione di uno sportello per promuovere le energie rinnovabili, riducendo i gas serra nell’ambiente, i consumi di energia e il bilancio delle emissioni di CO2. Iniziative come queste, che possono accomunare tutte le Province, sono in linea con gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea per la salvaguardia dell’ambiente, nel rispetto del protocollo di Kyoto. Allora, addio confini? Occasioni come quelle citate potranno cementare un nuovo spirito di frontiera fra tutti gli attori più importanti del Nord Ovest affinché questa macro-regione non si limiti a gestire l’esistente ma sappia riaccendere i motori, ridare speranze e prospettive alla sua gente, sviluppare e migliorare le proprie eccellenze, il proprio sviluppo economico, la qualità della vita, realizzare un’efficace crescita dei livelli occupazionali attraverso l’innalzamento degli standard qualitativi e formativi per un lavoro di qualità, internazionalizzare le nostre produzioni anziché delocalizzarle e portarsi sempre più in alto nel confronto con l’Europa e il mondo.
AGEAS
Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino
Osservatorio Provinciale sui Rifiuti
L’Agenzia Gestione Energia-Ambiente e Sviluppo Sostenibile della Provincia di Salerno (Ageas) opera nell’ambito della promozione delle fonti rinnovabili e dell’uso razionale dell’energia, in un quadro di sviluppo sostenibile. Nata per volontà della Provincia di Salerno, con il supporto finanziario del programma Save della Commissione Europea, offre una varietà di servizi ad enti pubblici e privati, operatori di settore e gruppi mirati su tematiche energetiche ed ambientali. www.ageassalerno.net
[email protected]
L’iniziativa unica in Italia è frutto della lungo rapporto di cooperazione della Provincia di Salerno con la rete europea di Arco Latino istituita fra le comunità territoriali che si affacciano sul mediterraneo occidentale (Francia, Italia, Portogallo e Spagna) per la definizione di azioni integrate in diversi ambiti strategici finalizzate alla coesione economica sociale e culturale dello spazio euro mediterraneo. L’Assessorato alle Politiche Ambientali della Provincia di Salerno che ha promosso l’iniziativa nell’ambito di un programma di attività conseguente alla sottoscrizione dell’Accordo per il Paesaggi, intende finalizzare le attività di sensibilizzazione, formazione - informazione in un quadro di prospettive ambizioso, complesso ed articolato ma ricco di volontà, determinazione e consensi nazionali ed internazionali (art. 6 della Convenzione Europea del Paesaggio). Tra le iniziative è previsto lo scambio di modelli, strumenti e buone pratiche per la comprensione e l’interpretazione dei livelli evolutivi del paesaggio quale componente essenziale dell’identità e della qualità della vita delle comunità euromediterranee. La sede di rappresentanza nella prestigiosa Certosa di San Lorenzo in Padula (SA), mentre quella operativa nella Grancia di Sala Consilina (SA). www.osservatorioeuropeopaesaggio.eu
[email protected]
La Provincia di Salerno ha istituito l’Osservatorio Provinciale sui Rifiuti, al fine di realizzare un modello a rete collegato agli altri Osservatori Provinciali e relazionato all’Osservatorio Nazionale Rifiuti e di costituire un punto di riferimento a favore degli operatori pubblici e privati per la gestione di tale complessa problematica. • L’Osservatorio ha il compito di realizzare un monitoraggio mensile sui dati relativi alla raccolta, allo smaltimento e al trattamento dei RSU in tutta la provincia. • Tale attività consente la verifica costante ed in tempo reale della produzione e dei flussi di rifiuti, offrendo nuove possibilità di sostegno agli Enti locali e di controllo sulla eco-compatibilità dei comportamenti dei soggetti coinvolti. • I risultati dell’Osservatorio sono sintetizzati nel “Rapporto Annuale sui Rifiuti prodotti in provincia di Salerno” che costituisce il documento di programmazione per l’attuazione delle previsioni del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti e la raccolta dei dati da fornire all’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti. • Dalla compilazione di tale report è assegnato, ogni anno, il Premio “Ricicla” destinato al comune salernitano che ha fatto registrare la più alta percentuale di raccolta differenziata.
Provincia di Salerno Politiche Ambientali
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Assessore: Angelo Paladino
Via Roma,104 - 84100 Salerno Telefono: 089-614260/234023 Fax: 089-614321
[email protected] www.salernoambiente.it
MEAKIKI.COM
La Provincia di Salerno è il partner istituzionale per dare nuove energie al mezzogiorno e rappresenta il perno delle iniziative energetico-ambientali del territorio
SPECIALE ANCI AMBIENTE
Energia pulita, proposte chiare e trasparenti A colloquio con Marzio Flavio Morini, presidente della Commissione Ambiente ANCI.
L
a “scommessa verde” del neo presidente della Commissione ambiente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), architetto Marzio Flavio Morini, sindaco di Scansano, in provincia di Grosseto (nella foto), punta decisamente sul rinnovamento e su proposte concrete. Dopo il Patto dei Sindaci avviato dalla Commissione Europa, ecco le mosse dell’Anci che vuol proporre scelte importanti proprio ai sindaci che sanno di poter esercitare un ruolo fondamentale sulle tematiche ambientali. “E’ una autentica svolta - afferma il Presidente Morini. - I sindaci potranno giocare un ruolo interessante nella transizione verso un’economia a bassa emissione di anidride carbonica”. In questa direzione si sta muovendo l’ANCI che intende estendere i compiti della Commissione Ambiente, chiamata a svolgere non più soltanto un ruolo consultivo, ma alla quale si affiderà anche un ruolo importante per promuovere le politiche ambientali che partono dai Comuni. Il segnale che arriva dall’Associazione dei Comuni è davvero incoraggiante. In passato molti sindaci si sono trovati disarmati di fronte alle prospettive di sviluppo delle fonti alternative. I Comuni credono molto nella collaborazione, sapendo di essere in vantaggio nella corsa verso l’energia sostenibile. Il traguardo da raggiungere è, comunque, ancora lontano. Il Presidente della Commissione Ambiente Marzio Flavio Morini ha pronto il suo piano d’azione. «Quello che vorrei fare è una convenzione-quadro per stabilire protocolli comuni e investire in questo settore economico emergente. Vorrei anche lavorare perché i Comuni possano essere sullo stesso piano dei privati nel fare investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Per questo è tuttavia necessario che questi investimenti siano svincolati dal patto di stabilità e, in particolare, la nostra richiesta è che i piccoli comuni non debbano incidere sulle capacità di spesa vincolata alle entrate». Presidente, da due anni Lei è sindaco di un paese che produce ottimo vino (il Morellino di Scansano) ma è anche un apprezzato architetto che esercita la politica come passione. E’ più facile veder produrre buon vino o far rea-
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lizzare progetti sostenibili? «In entrambi i casi sono necessari metodo ed esperienza. E poi, le due iniziative riguardano lo sviluppo del territorio. In merito al mio nuovo incarico, penso che sia utile investire in uno dei settori che io credo fondamentali, ovvero quello delle energie rinnovabili. Quello che vorrei fare, è stabilire regole nuove per dare più forza, risorse e fiducia ai Comuni…». In Italia negli ultimi mesi si è sviluppata una polemica con particolare riferimento alla produzione di energia attraverso parchi eolici. Come far convivere esigenze di trasformazione (torri eoliche) e tutela del paesaggio? «Credo sia stato messo in luce quanto poveri siano gli strumenti di valutazione a nostra disposizione. Ho maturato la convinzione che oltre al contributo degli esperti, le decisioni degli amministratori locali debbano essere accompagnate da una progressiva presa di coscienza dei cittadini dei valori dei loro luoghi. Non è il solito facile richiamo a una generica partecipazione, quanto piuttosto alla necessità di strumenti e procedure tramite le quali sia possibile far maturare tale consapevolezza». Ma non è in gioco la salvaguardia di valori paesaggistici e ambientali, come sostengono gruppi di ambientalisti o promotori di comitati spontanei? Si tratta, forse di eccessi? «La Convenzione europea del 2000 definisce il paesaggio come “una parte di territorio, determinata così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” e si pone come obiettivo quello “di promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi”. Se per paesaggio si intende dunque un’espressione di identità, quest’ultima non può risultare che dalla composizione della molteplicità dei paesaggi locali. Si configura così per le comunità e per i loro governi (Comuni, Province e Regioni) il compito non semplice di definire i paesaggi e i modi della gestione di beni che “derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni”. Oggi abbiamo a disposizione il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio che ci chiama al non semplice compito della tutela di “aspetti e caratteri che costitu-
tate) poste dai produttori di energie rinnovabili? «Esattamente, e anziché ottenere pochi spiccioli dai privati, che rappresentano un’autentica giungla (e tanti improvvisano), il Comune potrebbe avere più risorse da spendere per migliorare i servizi per i cittadini. Dobbiamo arrivare alla consapevolezza che i Comuni sono detentori del patrimonio ambientale e aiutarli a mettersi assieme anche per fare investimenti. Io credo molto
Vorrei lavorare affinché i Comuni possano essere sullo stesso piano dei privati nel fare investimenti nel settore delle energie rinnovabili I sindaci potranno giocare un ruolo chiave nella transizione verso un’economia a bassa emissione di anidride carbonica iscono rappresentazione materiale e visibile dell’identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali”. Il paesaggio fa parte di quello che possiamo definire capitale fisso sociale, un capitale che non può essere riprodotto una volta eroso e proprio per questo deve diventare centrale nella politica degli enti locali». Allora? «Per rispondere alla sua domanda, ritengo sia necessario fare attenzione a che cosa significhi incrementare l’energia prodotta attraverso l’eolico, con particolare attenzione però all’inserimento paesaggistico. Su questo ci aspetta dunque un lavoro complesso ma proprio per questo è una sfida entusiasmante». Certo, se un Comune potesse investire in energie rinnovabili e guadagnarci al pari di un privato, potrebbe essere meno legato agli oneri di edificazione e alle condizioni (non sempre rispet-
nell’importanza di investire nell’ambiente con scelte di lungo termine, che vadano anche oltre il mandato legislativo e i propri confini territoriali». Ma è l’esempio dei Distretti energetici! «Certo! Proprio come si sta facendo in Toscana, dalle mie parti».
Questa iniziativa potrà urtare la suscettibilità dei produttori di energie che sono ben organizzati in Associazioni di categoria con l’evidente interesse di produrre soltanto più chilowattora e sviluppare un settore in costante crescita? «L’ho messa sul conto questa lamentela. Non è tutto oro quello che luccica. Noi sindaci siamo oramai quotidianamente tempestati da telefonate o visite di imprenditori di vario genere che propongono investimenti nel campo delle rinnovabili. Molte volte sono semplici procacciatori di affari che tentano di strappare una percentuale alle aziende che poi effettueranno materialmente l’investimento, altre volte sono invece interlocutori affidabili, ma inizialmente non lo si capisce. Abbiamo molti sindaci che telefonano preoccupati in Associazione perché quotidianamente ricevono proposte apparentemente allettanti da individui che si presentano con un progetto”chiavi in mano”pronto, utilizzando aree dismesse o abbandonate al fine di localizzare campi fotovoltaici o altro con facili introiti per l’ente. Credo che, a partire dalle esperienze più virtuose dei Comuni, sia possibile arrivare tramite ANCI a una selezione, catalogazione e riformulazione delle convenzioni già prodotte per arrivare poi alla formulazione di convenzionitipo nei vari settori delle energie rinnovabili che serviranno ai Comuni quale base di partenza per raggiungere anche gli obiettivi locali, senza lasciare spazio all’ improvvisazione».
Allora stanno per finire i tempi di confusione, in alcuni casi pressoché totale? «Forse è arrivato il momento, per noi sindaci, di avere strumenti semplici a portata di mano che tengano conto sempre più di due fattori: la risorsa ambientale, nella sua accezione più ampia e l’interesse dei cittadini. In poche parole è giunto il momento di creare o applicare quegli strumenti che consentano investimenti sulle energie rinnovabili compiuti direttamente dai Comuni attraverso un diverso accesso al credito e che i benefici prodotti ricadano direttamente sui cittadini». Il Comune potrà sostituirsi al privato? «Non vorrei essere frainteso, il Comune non può e non deve sostituirsi al privato nella costruzione e nella manutenzione dell’impianto, lo potrà fare se esisteranno gli strumenti finanziari in tutto o in parte per la parte economica restandone in tutto o in parte proprietario. Va detto che il traguardo da raggiungere entro il 2030 è un mix che comprende tra il 26 e il 36 per cento di energie rinnovabili: solare, eolica, geotermica, idroelettrica, come pure derivanti da biomassa ( residui legnosi, scarti alimentari e di lavorazioni agricole) e biocombustibili, ma siamo cauti, stabiliamo le regole e non lasciamo soli i sindaci. Dobbiamo invitare le stesse Associazione di categoria a verificare il comportamento degli associati, applicando, al loro interno, un codice deontologico, proprio come fanno altre organizzazioni professionali».
I Numeri dell’ANCI ANCI è un acronimo che sta a significare Associazione Nazionale Comuni Italiani E’ un’Associazione senza fini di lucro, fondata oltre un secolo fa, con sede nazionale a Roma Aderiscono circa 7 mila Comuni, piccoli e grandi, di tutta Italia, che rappresentano il 90 per cento dell’intera popolazione italiana Nel 2004, l’ANCI ha ottenuto dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, la medaglia d’oro al Merito Civile “per lo spirito di dedizione ai valori del complesso dei Comuni italiani” 51
SPECIALE ANCI AMBIENTE
Un indice di gradimento per i nuovi impianti.
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Oltre ad ottenere le migliori condizioni di mercato, il CET si pone come obiettivo quello di diminuire i consumi al fine di ottenere vantaggi ambientali ed economici.
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rispettare l’ambiente significa investire in un futuro migliore, il Consorzio promuove le Fonti Rinnovabili e si propone ai soci come strumento per lo studio, la progettazione, il reperimento dei finanziamenti e la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile (Idroelettrico, Fotovoltaico, Solare termico, Biomasse, Eolico).
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CET Società Consortile Energia Toscana www.consorzioenergiatoscana.it
[email protected] Società Consortile Energia Toscana scrl Via Vincenzo Bellini, 58 50144 - Firenze Tel. +39 055 353888 +39 050 2217350 Fax +39 055 3217026
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I Soci hanno a disposizione un ufficio specializzato per il controllo dei contratti e l’aggiornamento sull’evoluzione normativa del Mercato dell’Energia senza dispendio di risorse. Viene fornita assistenza ai soci anche tramite servizi di interfaccia verso i fornitori, controllo delle fatturazioni (sia a campione che su richiesta), verifica dei consumi, informazione sulle modifiche normative del Mercato elettrico.
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Dialogo con le Associazioni di Categoria, partendo dal presupposto che gli interessi tra pubblico e privato coincidano e che alla base debba esserci anche la tutela del paesaggio. Le associazioni potranno illustrare le loro proposte e i loro metodi in un contesto di assoluta trasparenza.
privato siano incentivati e, in alcuni casi, obbligati ad acquistare prodotti “verdi”, solamente così si mette in moto un meccanismo che economicamente consente alle imprese che investono nel riciclo di essere remunerate. Se un sistema non regge economicamente, non ha futuro, a meno di continue sovvenzioni che invece devono esserci solamente nel momento iniziale. Se il sistema offre vantaggi economici, si innesca un meccanismo virtuoso dal quale poi non si torna più indietro. Pensate che, a oggi non esiste ancora un censimento certo che indichi quanto siano gli acquisti di materiale proveniente da riciclo, sia da parte pubblica che privata. Credo sia un elemento importante per il sistema». Altre priorità? «Non vorrei mettere troppe cose come priorità, altrimenti si rischia di fare la lista della spesa e poi di ottenere pochi risultati. Un mio proposito è comunque quello di far svolgere alla Commissione Ambiente, oltre al suo ruolo istituzionale, che è quello consultivo, anche un ruolo propulsivo. Costituire cioè una rete di Comuni che metta a frutto le migliori esperienze concrete e abbia la capacità di proporre e divulgare queste esperienze perché siano alla base di nuove norme e regolamenti, e diano la possibilità ai Comuni di svolgere al meglio il lavoro nella corsa verso l’energia sostenibile e favoriscano la crescita di un paese evoluto dal punto di vista delle politiche ambientali».
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Gli interessi tra pubblico e privato devono coincidere.
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La Società Consortile Energia Toscana (CET) nasce nel 2003 sotto l’impulso della Regione Toscana come stazione appaltante, per conto dei soci, per l’acquisto sul libero mercato di Energia Elettrica e Gas metano. Il fine del Consorzio è di aggregare la domanda di energia degli Enti Pubblici per ottenere prezzi migliori, minimizzando le spese di Bando degli Enti ed ottimizzando la gestione dei dati e degli atti necessari ai cambi di fornitore. Ad oggi CET acquista circa 370 GWh di Energia elettrica e 16 milioni di mc di Gas Naturale.
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Il Consorzio opera attraverso bandi pubblici di rilevanza Europea effettuati annualmente in pieno rispetto del Decreto Legislativo 163/06. Tramite una clausola posta all’interno del bando per la fornitura di energia elettrica viene garantito che le tariffe ottenute siano migliori di quelle CONSIP. Inoltre sono introdotte all’interno del bando clausole di aggiudicazione che garantiscono il Consorzio dall’instaurazione di “cartelli”.
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Costituzione di una sorta di Centrale rischi che segnali gli errori fatti dagli imprenditori che hanno disatteso le aspettative dei Comuni in cui sono stati realizzati i progetti. Errori, vuoi nella realizzazione degli impianti, vuoi nella successiva gestione. A fine lavori sindaco, amministratori e popolazione potranno esprimere un giudizio complessivo, proprio come si fa a scuola, dando un indice di gradimento e una valutazione sulla realizzazione e sulla gestione degli impianti. Chi sbaglia potrà essere segnalato in un apposito elenco che sarà divulgato, se necessario.
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I Comuni potranno essere sullo stesso piano dei privati nel fare investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Per questo è necessario che questi investimenti siano svincolati dal patto di stabilità e, in particolare, per i piccoli Comuni tali investimenti non devono incidere sulle capacità di spesa vincolata alle entrate.
Consorzio pubblico per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, per il risparmio energetico e per la promozione delle fonti rinnovabili
Società Consortile Energia Toscana
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Investimenti svincolati dal patto di stabilità.
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Ridurre il costo dell’energia? Insieme si puo’
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Il nuovo corso
Solamente se esisterà una richiesta di prodotti provenienti dal mercato del riciclo, il rifiuto potrà essere considerato una risorsa perché, in caso contrario, sarà sempre un costo. Dobbiamo intervenire affinché pubblico e
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che amministrazioni in modo corretto, dobbiamo bloccare gli imprenditori che applicano, come abitudine, la politica del mordi e fuggi. Queste dovranno essere le regole…». E’ pronto ad un dialogo con le Associazioni di categoria? «Certo! Basta partire dal presupposto che gli interessi tra pubblico e privato coincidano e che alla base deve esserci anche la tutela del paesaggio. Allora le associazioni stabiliscano le loro proposte e illustrino i loro metodi… tutto deve essere alla luce del sole». Cosa propone per le altre problematiche? «Un’altra priorità è senz’altro quella della gestione dei rifiuti, anche alla luce dei nuovi obiettivi di raccolta differenziata e della situazione in cui versano le Regioni del mezzogiorno ancora in forte ritardo. Mi farò carico anche di intervenire al Ministero dell’Ambiente, perchè siano portati a termine i disciplinari che consentano l’applicazione del DM 203/2003 in materia di acquisto di prodotti ottenuti con materiale riciclato in misura del 30%.
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In che modo? «Vogliamo stabilire anche un criterio che dia vantaggio ai sindaci e alle amministrazioni comunali, individuando, in una sorta di Centrale rischi, gli errori fatti dagli imprenditori del settore, vuoi nella realizzazione degli impianti, vuoi nella gestione successiva. Molti dei problemi paesaggistici che seguono la realizzazione di impianti, potrebbero essere evitati seguendo semplici regole che vanno però codificate. In particolare dobbiamo segnalare gli imprenditori “troppo disinvolti” che hanno disatteso le aspettative dei Comuni dove hanno realizzato i progetti. A fine lavoro, sindaco, amministratori e popolazione potranno dare un giudizio complessivo, proprio come si fa a scuola, esprimendo un indice di gradimento e una valutazione concreta sulla realizzazione e sulla gestione degli impianti. Chi sbaglia potrà essere segnalato in un apposito elenco, che non è il libro nero dell’ANCI, che sarà divulgato, se sarà necessario. I Comuni devono poter individuare prima gli imprenditori poco affidabili ». Cos’è? Una sorta di elenco dei cattivi? “Assolutamente no! Intendiamoci, la maggior parte delle aziende hanno professionalità, capacità tecniche serietà e si approcciano verso le pubbli-
ANNIVERSARI
Che bella impresa Vent’anni fa è partita la sfida imprenditoriale della Metan Alpi Sestriere che sulle Montagne Olimpiche ha fatto nascere il più alto impianto di cogenerazione e teleriscaldamento d’Europa.
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e direttive di Kyoto per combattere l’effetto serra? A Sestriere sono già state rispettate. Le emissioni di CO2 sono calate di oltre il 20% da quando è entrato in funzione l’impianto di cogenerazione e teleriscaldamento. Un’iniziativa che ha preso il via nel 1993 grazie a Metan Alpi Sestriere che, dal 2005, ha messo in funzione anche gli impianti di Sansicario
e Pragelato. Tutti impianti di cogenerazione che utilizzano il metano, arrivato per usi domestici già nel 1990 grazie alla posa di una condotta da record, progettata e realizzata dall’ingegnere Andrea Chiaves, presidente del gruppo Metan Alpi. Il Presidente assicura che, con la cogenerazione, fino all’85% dell’energia introdotta viene distribuita agli utenti.
Olimpiadi a basso impatto ambientale grazie al teleriscaldamento di Metan Alpi Sestriere.
Manutenzione continua, senza fermare mai gli impianti.
l’Ing. Andrea Chiaves, Presidente del Gruppo Metan Alpi
«Tra l’altro - prosegue Chiaves - con il teleriscaldamento riusciamo ad effettuare la manutenzione mentre gli impianti sono in funzione e assicuriamo il riscaldamento per tutto l’anno, a seconda delle necessità e delle richieste». Basta una telefonata per far alzare o abbassare la temperatura. «In questo modo - sottolinea Chiaves - si favorisce anche il turismo perché si allunga il periodo di utilizzo delle seconde case». I vantaggi sono evidenti. A partire dalla comodità per gli utenti sino alla riduzione dell’inquinamento, passando attraverso un taglio dei costi grazie all’efficienza degli impianti e all’esperienza nel servizio. Una sfida che pareva impossibile e che invece è stata vinta. Per arrivare a questi risultati è servita una grande capacità e un coraggio che, lo stesso Chiaves, giudica ai limiti della temerarietà. Perché, per trasportare il metano all’impianto di Sestriere, il più alto d’Europa, è stato necessario realizzare una condotta lunga una trentina di chilometri, con tubi d’acciaio dal diametro decrescente da 400 a 150 mm. «Merito anche del Gruppo
BancaIntesa Sanpaolo - ricorda il Presidente - disposto a finanziarci con 16 miliardi di lire. Una sfida anche per loro, considerando che la nostra società, di fatto, era appena nata, non esisteva quasi». In realtà l’ingegnere Chiaves era già un esperto di tubazioni, una sorta di figlio d’arte poiché suo padre Paolo, anch’egli ingegnere, operava nel settore degli acquedotti, come pure nonno Urbano Chiaves, affermato progettista e professore di Scienze delle Costruzioni all’Università di Torino e a quella di Montevideo. In Uruguay “nonno Urbano” aveva avviato alcune iniziative imprenditoriali e, tornando all’acqua, aveva studiato un sistema di sfruttamento di una nota marca d’acqua minerale locale. Particolare curioso, all’epoca non esisteva il titolo di ingegnere, professione riconosciuta soltanto molti anni dopo. Una dinastia di progettisti altamente specializzati, come pure i figli di Andrea, Claudio ed Anna, entrambi ingegneri. «L’importante - afferma il presidente di Metan Alpi Sestriere - è saper realizzare a regola d’arte le condotte. Poi non ha importanza cosa passi dentro i tubi».
Dagli acquedotti al metano. La scommessa di Andrea Chiaves, “figlio d’arte”.
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Ovviamente non è così semplice. Ma Andrea Chiaves, che considerava ormai conclusa la sua attività legata all’acqua, alla fine degli anni ’80 decise di affrontare la sfida in un nuovo ambito. Sfida complessa, perché non va dimenticato che all’epoca il settore del teleriscaldamento era sostanzialmente una scommessa: in Italia esistevano soltanto 19 impianti.
L’ingegnere Chiaves, appoggiato dalla famiglia, ha vinto la sfida. Il gas è arrivato sul Colle di Sestriere, l’inquinamento si è ridotto anche perché è in funzione un solo camino fuori dal paese, sempre monitorato, che è quello dell’impianto di cogenerazione ad alta efficienza, in sostituzione dei tanti camini fumosi e di altrettanti impianti non sempre perfettamente mantenuti.
La condotta da Pragelato a Oulx (circa 10,5 km in acciaio da 300 mm) realizzata alla fine del 1992, ha scavalcato i 2.300 metri di quota del Col Bourget per alimentare le reti di distribuzione di metano in Alta Valle di Susa.
Un’esperienza di successo che ha permesso di affrontare con fiducia le iniziative olimpiche a Pragelato e Sansicario, all’insegna dei Giochi a impatto ambientale zero. Non si tratta solo di slogan, perché quasi tutto il calore si ottiene da energia che altrimenti andrebbe sprecata. Tra l’altro i benefici sono evidenti sia per chi respira l’aria tutti i giorni nei paesi di montagna ma anche per chi arriva a trascorrervi qualche giorno di vacanza.
La centrale di teleriscaldamento di Sansicario
• Progettare e realizzare impianti di teleriscaldamento e cogenerazione all’avanguardia, alimentati a metano e con fonti rinnovabili. • Costruire metanodotti in alta montagna nel pieno rispetto dell’ambiente, garantendo continuità ed affidabilità del servizio di distribuzione e di trasporto del gas naturale nei luoghi dove le temperature rigide persistono molti mesi all’anno. • Produrre energia elettrica utilizzando la cogenerazione e distribuirla ai grandi utenti con attività di trading. È questa la mission di Metan Alpi, un gruppo profondamente radicato nella realtà alpina che opera nel settore ambientale e nella produzione di energia pulita.
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ANNIVERSARI
ANNIVERSARI Metan Alpi si rivolge: •Alle Pubbliche Amministrazioni che, nel loro ruolo di gestore del territorio, cercano interlocutori capaci di garantire la qualità dei servizi di pubblica utilità nel rispetto dell’ambiente in un mercato concorrenziale. Alla competenza professionale ed alla consolidata esperienza, Metan Alpi aggiunge anche standard di elevata qualità tecnico-co-
Metan Alpi garantisce standard di elevata qualità tecnico-costruttiva, soluzioni tecnologicamente all’avanguardia, capacità e trasparenza nei rapporti con la clientela struttiva, soluzioni tecnologicamente all’avanguardia, capacità e trasparenza nei rapporti con la clientela. •Più in generale, a tutti quei gruppi di utenti che possono essere definiti “comunità”, cioè le famiglie di residenti, i commercianti, i titolari di attività produttive e industriali, i proprietari di seconde case, gli amministratori di condominio e i gestori di strutture pubbliche (scuole ed edifici pubblici, discoteche, bar, ristoranti, impianti sportivi e attività per il tempo libero) ai quali viene offerto un servizio personalizzato e diretto, in funzione delle diverse esigenze di ciascuno.
Metan Alpi assicura: •Qualità del servizio: con la fornitura continua, sicura e garantita del riscaldamento domestico attraverso il teleriscaldamento (con produzione e distribuzione del calore a distanza) e del gas metano nel rispetto delle norme di qualità internazionali. •Telecontrollo continuo delle reti di teleriscaldamento che consente di intervenire immediatamente in base alle richieste specifiche della clientela, per individuare, prevenire e risolvere eventuali anomalie. •Monitoraggio continuo del costo di riscaldamento domestico, attraverso l’impianto di telecontrollo. •Rispetto per l’ambiente, con l’utilizzo di un combustibile pulito, il funzionamento di un’unica centrale termica per servire centinaia di condomini e la riduzione e il controllo delle emissioni in atmosfera attraverso un unico camino. •Sicurezza nel servizio: perché ogni centrale di cogenerazione può funzionare anche ad isola. •Corretta gestione del territorio: attraverso il ripristino attento delle aree interessate dagli interventi di posa della rete di tubazioni e di allacciamenti. •Competenze specifiche: acquisite nel settore della distribuzione del gas metano, della progettazione, realizzazione e gestione di impianti di teleriscaldamento abbinato a cogenerazione, arricchite da una ventennale esperienza. •Rispetto dei programmi attraverso un’attenta analisi dei progetti studiati e analizzati in collaborazione con le amministrazioni pubbliche.
•Costi competitivi e risparmio energetico ottenuti grazie all’efficienza degli impianti e ad una collaudata esperienza nella gestione del servizio.
Il Teleriscaldamento e la Cogenerazione. Teleriscaldamento e cogenerazione sono la combinazione di due moderne tecnologie sviluppate e sempre più diffuse nel Nord Europa per ottenere un risparmio dell’energia impiegata nel riscaldamento degli edifici e ridurre, quindi, l’impatto ambientale. Metan Alpi offre il servizio di teleriscaldamento e cogenerazione, mediante impianti di proprietà, a Sestriere, San Sicario e Pragelato.
Energia per il teleriscaldamento Rendimento generatori superiore al 96% Emissioni di NOx inferiori alle più restrittive normative nazionali
Generatori industriali per la produzione di energia termica con potenzialità fino a 20 MW, a tubi da fumo a tre giri effettivi e con fondo bagnato. Generatori ad elevati rendimenti e basse emissioni inquinanti in rispetto dell’ambiente.
energia termica per l’ambiente Gruppi di cogenerazione Jenbacher
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Ferroli spa ¬ 37047 San Bonifacio (Verona) Italy Via Ritonda 78/A ¬ tel. +39.045.6139915 ¬ www.ferroli.it Divisione Riscaldamento Industriale 37047 Villanova di San Bonifacio (Verona) Italy Via Marco Polo, 15 ¬ www.ferroli-industrialboilers.it
1988
Anno di costituzione della Società con l’obiettivo di portare il gas metano nei comuni turistici dell’Alta Val Chisone e dell’Alta Val Susa.
1993
Nel mese di ottobre entra in funzione la Centrale di Teleriscaldamento di Sestriere; l’impianto assicura il riscaldamento all’intero abitato di Sestriere Colle. L’impianto, da allora ininterrottamente in servizio, all’epoca era considerata la centrale di cogenerazione alla più alta quota europea.
1990
Nel mese di settembre il metanodotto da 400 millimetri di diametro arriva a Sestriere Colle stabilendo un record da Guinness dei Primati, a quota 2.000 metri, con una straordinaria impresa ad alto contenuto tecnologico e nel pieno rispetto dell’ambiente. Da questa rete principale si dipartono le reti comunali, con tubi di polietilene, ad alta sicurezza, che portano il metano ai singoli utenti, nel bacino dell’Alta val Chisone ed Alta Val Susa.
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I numeri di Metan Alpi Sestriere
La Marca delle due Province si propone come luogo naturale di incontro, di contatto e di proposte che rientrano nel programma più articolato dell’Agenda 21. Un territorio che si propone di rivestire un ruolo cardine nel rapporto tra la città e la campagna, lavorando sulle relazioni naturali e indotte tra il sistema produttivo agricolo, il paesaggio rurale e gli elementi di natura antropica, in alcuni casi intervenendo per ripristinare l’equilibrio originale, in altri valorizzandone e qualificandone i contenuti in termini di capacità produttiva e di confronto con il mercato, in altri ancora ricostruendo gli elementi compromessi. Un progetto di grande respiro, espressione di una politica territoriale mirata, che raggruppa i comuni di Caramagna Piemonte, Carignano, Carmagnola, Cavallerleone, Lombriasco, Piobesi Torinese, Racconigi, Villastellone.
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ANNIVERSARI
2006
La marca delle due province, un territorio bello e possibile 8
Oggi la città di Carmagnola, capoluogo di un’area eccellente che ha saputo coniugare, rispettare e preservare nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e sociali e lo sviluppo economico del territorio, in modo equo e positivo, si propone come partnership della campagna “Energia Sostenibile per l’Europa (SEE)” e intende aderire al Patto dei Sindaci promosso in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al fine di replicare le azioni sul territorio della Marca delle due Province, attrarre gli investimenti e aumentare l’impegno sociale e politico sui temi dell’energia sostenibile.
MEAKIKI.COM
I paesi serviti: Roure (dove la Snam Rete Gas consegna il gas), Fenestrelle, Usseaux, Pragelato, Sestriere, Sauze di Cesana e Cesana Torinese.
In occasione delle Olimpiadi di Torino 2006, la Metan Alpi ha realizzato due nuovi impianti di teleriscaldamento e cogenerazione, a Sansicario e a Pragelato. In ogni impianto è stato raggiunto l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, in sintonia con le direttive di Kyoto, in quantità tale da rendere i giochi olimpici a impatto ambientale zero.
FARE SISTEMA IN NOME DELLA GREEN ECONOMY CITTÀ DI CARMAGNOLA PROVINCIA DI TORINO - UFFICIO AMBIENTE IGIENE Tel. 011/9724384 - 011/9724260 - 011/9724258 Fax 011/9724261 e-mail:
[email protected] sito: www.comune.carmagnola.to.it
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AGENDA 21 dei Comuni di Caramagna Piemonte, Carignano, Carmagnola, Cavallerleone, Lombriasco, Osasio, Piobesi Torinese, Polonghera, Racconigi, Villastellone e-mail:
[email protected]
TECNOLOGIA E PRODOTTI
Liscio come l’olio
L’olio a lunga vita ad altissime prestazioni Shell Mysella riveste un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione e nell’efficienza del motore: efficienza che nel lungo termine si traduce in significativi risparmi in termini di consumi energetici, costi di manutenzione ed emissioni di gas serra nell’atmosfera.
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oyal Dutch Shell plc è uno dei maggiori gruppi mondiali nel settore dell’energia, presente in oltre 110 paesi con oltre 104.000 dipendenti. Shell, in Italia dal 1912, è oggi tra i principali gruppi energetici operanti nel Paese con attività che si sviluppano in modo integrato attraverso l’arco upstream (ricerca e produzione) - downstream (commercializzazione e distribuzione). Tra le diverse attività di downstream un ruolo di primissimo ordine è rivestito dalla produzione, commercializzazione e vendita di lubrificanti per l’industria, l’auto-trazione, l’aviazione e il trasporto marittimo. A Shell è riconosciuta una leadership di innovazione tecnologica legata alla capacità di sviluppare prodotti di altissima qualità e in grado di anticipare le esigenze del mercato. L’innovazione tecnologica per Shell è un impegno quotidiano di lungo periodo. Una delle maggiori sfide di questo secolo è quella di riuscire a soddisfare il fabbisogno energetico mondiale in modo sostenibile, contenendo il rilascio di gas serra nell’ambiente e garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti. La domanda di energia, infatti, continuerà a crescere molto rapidamente: si stima che il consumo mondiale di energia aumenterà del 50% nei prossimi 25 anni e che i carburanti fossili continueranno a
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mantenere un ruolo centrale nell’assetto energetico mondiale ancora per molto tempo. Shell persegue l’obiettivo di rispondere alla crescente domanda globale di energia ottimizzando al contempo le emissioni di gas serra, coerentemente con il target UE di ridurre le emissioni di CO2 entro il 2020. Nella convinzione che questa sfida possa essere vinta con la giusta combinazione di governance, tecnologia, investimenti e partnership, Shell è impegnata su tre fronti: aumentare l’esplorazione e la produzione di fonti di energia tradizionale in modo responsabile sotto i profili ambientale, sociale e di miglioramento dell’efficienza energetica; contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti attraverso un portafoglio articolato di fonti; sviluppare fonti energetiche alternative, quali i carburanti del futuro - biocarburanti, Gas-to-Liquid, Biomass-to-Liquid, idrogeno - o le energie rinnovabili, solare ed eolica. Tra le tecnologie avanzate di co-generazione e produzione on-site di energia termica ed elettrica, i motori a gas di ultima generazione costituiscono un importante esempio di applicazioni industriali in cui la sicurezza e l’efficienza energetica rivestono un ruolo chiave. Sempre più spesso i motori a gas vengono impiegati dall’industria in quanto aiutano a ridurre sensibilmente il
rilascio nell’atmosfera di gas responsabili del riscaldamento globale. Pertanto contribuiscono in maniera tangibile al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni come previsto dal Protocollo di Kyoto. I motori a gas per le loro particolarità e specificità tecniche richiedono prodotti lubrificanti ad altissime prestazioni che siano all’altezza delle sfide e delle condizioni estreme cui i motori vengono sottoposti durante il ciclo produttivo. In generale il ruolo di un olio all’interno
ne della miscela di gas è incontrollata, possono generarsi onde d’urto, denominate anche detonazioni o knocking, con grande dispendio di calore. Queste provocano un sovraccarico meccanico e termico delle componenti della camera di combustione e alla fine possono verificarsi danni molto seri per il motore stesso. Pertanto il lubrificante deve essere formulato in modo tale da avere un’alta resistenza all’ossidazione e alle alte temperature della camera di combustione, così da garantire un margine di sicurezza contro il knocking. Un lubrificante ad altissime prestazioni come Shell Mysella XL può aiutare gli operatori ad affrontare queste sfide e
Shell è impegnata su tre fronti: aumentare l’esplorazione e la produzione di fonti di energia tradizionale in modo responsabile; contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti; sviluppare fonti energetiche alternative o energie rinnovabili, solare ed eolica.
a vincerle, garantendo sia l’efficienza della combustione e di produzione di energia sia il contenimento dei costi di manutenzione. Si tratta di un olio a lunga durata ideato da Shell Lubricants specificamente per motori a gas a 4 tempi. L’intervallo di cambio olio del Mysella XL è due volte più lungo rispetto a qualsiasi altro olio di vita standard presente sul mercato. Questo è particolarmente vantaggioso per quegli operatori i cui motori a gas vengono fatti operare senza la supervisione on-site del personale. Con Shell Mysella XL l’intervallo del cambio dell’olio è sensibilmente prolungato, così da permettere una sincronizzazione con gli intervalli di manutenzione del motore. La quantità di energia cui un singolo grammo di lubrificante è esposto lungo tutta la sua vita è il cosiddetto ‘oil stress’. Nei motori a gas moderni l’olio è soggetto a stress molto intensi e continuativi. Ciò richiede necessariamente oli ad altissime prestazioni che siano il frutto di una corretta combinazione di basi e additivi. Un aspetto importante degli oli per motori a gas è il contenuto di ceneri solfatate che approssimativamente indicano la quantità di additivi presenti nel lubrificante. Tutti i maggiori costruttori di motori a gas attualmente preferiscono
oli a basso contenuto di ceneri solfatate per i loro portafogli prodotto, ovvero lubrificanti con un contenuto di solfatate
www.shell.com inferiore a 0.5 percento. La quantità di additivi che produce ceneri solfatate deve essere sufficiente per proteggere le valvole e le sedi delle valvole, e garantire la neutralizzazione degli acidi e protezione dall’usura degli ingranaggi, cuscinetti, cilindri, e anelli pistoni. Nel contempo deve essere sufficientemente bassa per evitare il knocking, la lucidatura e rigatura dei cilindri, la formazione di depositi nei turbocompressori, nei catalizzatori e nelle caldaie recupero calore. Shell Mysella XL è stato formulato per rispondere a tutte queste esigenze.
Un vero record.
di un motore non è solo quello di fornire una semplice lubrificazione. Gli oli devono infatti anche raffreddare i pistoni e i cuscinetti, fornire protezione dalla corrosione, minimizzare l’usura e mantenere l’interno del motore e tutte le altre componenti pulite e prive di depositi. Nel caso specifico del motore a gas sono inoltre presenti una serie di sfide tecniche e operative che il lubrificante deve necessariamente affrontare. I processi di accensione e combustione in un motore a gas hanno bisogno di essere attentamente monitorati. Se l’accensio-
Test sul campo e circa 100 casi certificati hanno confermato che la nuova tecnologia di Mysella XL resiste allo stress meglio dei prodotti precedenti. Le sue caratteristiche sono particolarmente vantaggiose per gli operatori per quanto riguarda la vita dei filtri e i depositi all’interno dell’intercooler, dei catalizzatori e delle caldaie recupero calore. Permette di avere una vita dell’olio e delle componenti del motore prolungata, anche in motori impegnativi con temperature molto elevate in camera di combustione. Rende possibile la sincronizzazione degli intervalli di cambio olio con quelli di manutenzione del motore. Un olio a lunga vita di altissime prestazioni come Shell Mysella XL riveste un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione e
Dopo 3.000 ore di test il pistone è completamente pulito. Il test sul campo è stato condotto in Danimarca su un motore Rolls Royce
nell’efficienza del motore: efficienza che nel lungo termine si traduce in significativi risparmi in termini di consumi energetici, costi di manutenzione e minori emissioni di gas serra nell’atmosfera. L’impegno nei confronti dello sviluppo sostenibile è parte integrante dei Principi Generali di Comportamento di Shell. Tale impegno richiede la ricerca di un equilibrio tra interessi di breve e di lungo termine, integrando considerazioni economiche, ambientali e sociali nei processi decisionali. Sono queste le direttrici su cui Shell sviluppa ogni giorno la propria attività per trovare l’equilibrio tra fabbisogno energetico, aspettative sociali e ambientali e obiettivi aziendali. Si tratta di una sfida, e allo stesso tempo di un’opportunità, che richiede l’assunzione di impegni economici e organizzativi di lungo termine. Agire in modo responsabile per contribuire a soddisfare i bisogni della società e incoraggiare lo sviluppo sostenibile è essenziale per operare con successo nel tempo. 61
DOSSIER GEOTERMIA
Si può estrarre calore dalla terra? Il Cegl sta avviando un’accurata indagine per sviluppare gli usi del calore naturale in Italia per offrire nuove opportunità ai Comuni. Ne parliamo con il Professor Alessandro Sbrana dell’Università di Pisa. Il docente ha coordinato un’interessante attività di ricerca ed ha avviato uno screening di tutto il territorio toscano per scoprire le ulteriori potenzialità geotermiche. La ricerca è stata allargata anche a livello nazionale e internazionale, ed è finalizzata a studiare dove sono i fluidi e a quale profondità, capire come sfruttarli in maniera sostenibile e con quali tecnologie possano essere estratti. L’obiettivo sarà quello di fornire personale tecnico qualificato per le industrie del settore, in grado di esportare le competenze in un tessuto internazionale. Alessandro Sbrana, docente dell’Università di Pisa
L’
utilizzazione delle risorse geotermiche in Italia e nel mondo è all’inizio di questo nuovo anno ad una svolta molto significativa e stimolante; Stati Uniti, Europa, Australia e vari paesi delle Americhe e dell’Estremo Oriente investono risorse molto considerevoli nella geotermia, considerata una delle risorse rinnovabili in grado di contribuire in maniera significativa alla richiesta di energia globale rispettando l’ambiente. Come noto le risorse geotermiche sono impiegate per la produzione di energia elettrica e per usi diretti del calore, civili ed industriali. Il nostro paese con l’industria geotermoelettrica nazionale (Enel) è stato pioniere nella produzione di energia elettrica da fonti geotermiche ed è oggi tra i leader di Alessandro Sbrana* mondiali in questo settore industriale; ha inoltre sviluppato in particolare in Toscana competenze specifiche in vari settori della ricerca e della didattica applicata alla geotermia nelle strutture di ricerca del CNR e delle Università toscane e nazionali. Recentemente, nel 2007, la Regione Toscana di concerto con gli Enti locali delle aree geotermiche, considerato il know-how presente sul proprio territorio, sia nei settori della ricerca applicata che dell’industria geotermica e l’importanza della 62
geotermia nel panorama energetico regionale, ha favorito la nascita del Centro di Eccellenza per la Geotermia di Larderello (CEGL), nell’ambito del Distretto delle Energie Rinnovabili. Il Centro riunisce le competenze di strutture di ricerca che operano da anni in geotermia, quali l’Istituto di Geoscienze e Georisorse, il Dipartimento di Scienze della Terra della Università di Pisa, la Scuola di Studi Superiori Sant’Anna e le competenze di COSVIG e dei Comuni dell’area geotermica tradizionale. Il
CEGL è vocato alla ricerca applicata in geotermia, anche in sinergia con industrie di settore, con particolare attenzione alla utilizzazione di risorse a medio-bassa temperatura, allo sviluppo delle nuove tecnologie emergenti per l’utilizzazione del calore terrestre (sistemi EGS). Tra gli altri obiettivi del centro stimolare e favorire lo sviluppo tecnologico in
Il CEGL rappresenta un punto di riferimento per la geotermia mondiale geotermia promuovendo il raggiungimento anche nel nostro paese, di risultati quali la produzione geotermoelettrica con emissioni zero e seguire le problematiche ambientali legate alla geotermia per consentire la utilizzazione sostenibile di questa risorsa. In questo primo periodo di attività il CEGL ha svolto una intensa attività di formazione di personale specializzato nei vari settori necessari allo sviluppo di progetti geotermici. CEGL ha attualmente in corso indagini approfondite per valutare in maniera accurata le risorse di bassa e media temperatura esistenti in varie zone del territorio toscano e di altre regioni italiane sino ad oggi non utilizzate o scarsamente utilizzate, per offrire nuove possibilità energetiche ai Comuni. Lo screening del territorio è iniziato a partire dai dati del ranking geotermico del territorio nazionale eseguito negli anni 80 per conto del Ministero dell’Industria da parte del
CNR e delle industrie del settore e da studi specifici coordinati da COSVIG. I dati geologici e geotermici di superfice e di sottosuolo, le perforazioni superficiali e profonde, relative alle attività di esplorazione del territorio nazionale eseguiti dall’industria geotermica e petrolifera, sono stati inseriti in una banca dati geotermica, sviluppata con tecniche GIS. Questi dati, che forniscono già una buona base di partenza, vengono aggiornati con dati recenti di vario tipo (pubblici e privati) ed implementati con ricerche ad hoc. L’obiettivo è giungere a valutazioni quantitative delle risorse esistenti, che possano consentire progettazioni operative, dalla risorsa agli impianti di utilizzazione, da fornire ad enti pubblici ed investitori privati per lo sfruttamento sostenibile, ad impatto ambientale estremamente limitato e basso rischio industriale,
L’utilizzo delle risorse geotermiche locali. Al di fuori della Toscana attività di prospezione e di valutazione del potenziale geotermico a bassa media entalpia sono state sviluppate dal CEGL in Campania, nelle aree vulcaniche attive di Ischia e dei Campi Flegrei, dove lo sviluppo di sistemi idrotermali è molto esteso. In particolare l’isola d’Ischia possiede un patrimonio geotermico di grande importanza per lo più sfruttato dall’industria termale (Spa) e potrebbe raggiungere attraverso l’impiego delle tecnologie attuali sopra descritte di generazione di energia elettrica con cicli binari e di utilizzo diretto dei fluidi la autosufficenza energetica. Risorse di questo tipo a
bassa media entalpia sono presenti anche in molte altre regioni italiane: Piemonte (Vinadio, Valdieri), Veneto, nell’area dei Colli Euganei, in maniera molto estesa nel Lazio, in Sardegna e Sicilia, in Calabria. La utilizzazione delle risorse geotermiche locali è poi
delle risorse attualmente non sfruttate. Sono già state individuate aree molto promettenti in zone limitrofe al campo geotermico di Larderello potenzialmente utilizzabili per progetti di cogenerazione di energia elettrica e calore per usi diretti. Per rendere operativa la attività nell’area geotermica tradizionale e nelle aree limitrofe il CEGL stà sviluppando partenship con la società GES che si occupa dal punto di vista gestionale e tecnologico del teleriscaldamento nei comuni geotermici. Le nuove tecnologie per la produzione di energia elettrica da fluidi a media temperatura (90-150°C) basate su cicli termodinamici binari con fluidi a bassa temperatura di vaporizzazione e reiniezione completa dei fluidi geotermici esausti, aprono nuove prospettive per un contributo significativo al miglioramento delle problematiche energetiche ed
ambientali del paese e della nostra regione ricca di acquiferi termali del tipo sopra detto. Deve essere ricordato che anche questo settore tecnologico vedeva il nostro paese in posizione di eccellenza negli anni 50, una centrale sperimentale a ciclo binario che utilizzava cloruro di etile come fluido a bassa temperatura di vaporizzazione era infatti in funzione ad Ischia sulla spiaggia di Citara; purtroppo la centrale sperimentale fu abbandonata e mai più ripresa per problemi tecnologici. La combinazione di produzione di energia elettrica con centrali di piccola taglia del tipo sopra detto e di uso del calore per usi civili, climatizzazione di ambienti, agricoltura, calore di processo nell’industria, allevamento etc.. rappresentano un obiettivo concreto da perseguire in tempi brevissimi in numerosi siti della nostra regione e di altre regioni.
molto importante nelle isole minori. Oltre alla già citata Ischia, Pantelleria, Lipari e Vulcano possiedono importanti risorse geotermiche di media ed alta entalpia che potrebbero, se le amministrazioni locali ed imprenditori agissero per il loro sfruttamento, portare benefici economici ed ambientali alle popolazioni locali. La vocazione del CEGL è quella appunto di fornire assistenza specialistica agli enti locali, Regioni, Comuni, Province etc, per promuovere lo sviluppo della risorsa geotermica che tra le risorse energetiche rinnovabili presenta oggi una sicura economicità. Infine è molto importante considerare lo sviluppo e l’importanza che sta assumendo la tecnologia delle pompe di calore geotermiche che sta avendo una rapida diffusione in Europa, Svizzera, Germania e altri Paesi, negli Stati Uniti, Canada etc. Le pompe di calore geotermiche prevedono lo sfruttamento della energia termica contenuta nel suolo, in falde freatiche a bassa temperatura, 10-14 °C in acque superficiali, corsi d’acqua, laghi etc.. consentendo la climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) di ambienti anche di grandi dimensioni, vedi l’impianto con sonde geotermiche e pompe di calore di IKEA di Corsico (MI) anche attraverso perforazioni a bassa profondità, realizzate nella fase di realizzazione delle fondazioni degli edifici. Le pompe di calore ,fatte le debite valutazioni costi-benefici, potrebbero avere applicazioni in quasi tutte le nostre Regio-
ni, ma in Italia sono quasi inesistenti, a parte il recente e veloce sviluppo in Lombardia. In questo settore il CEGL stà acquisendo know-how; più in generale relativamente alla geotermia sta preparando personale in grado di operare per le industrie geotermiche anche in ambito internazionale per contribuire a mantenere il prestigio di cui godono l’industria e le strutture di ricerca geotermiche italiane nel mondo.
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DOSSIER GEOTERMIA
Quando il know-how sulla geotermia parla italiano Si consolida la presenza internazionale dell’Enel nel geotermico
La Toscana punta ancora sulla produzione geotermica.
K
yoto? Una provincia della Toscana. Perché il Consiglio regionale toscano ha approvato lo scorso anno il piano di indirizzo energetico che prevede, entro il 2020, un aumento del 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili, una diminuzione del 20% dei consumi energetici e un calo del 20% delle emissioni di CO2 in atmosfera.
Gli impianti geotermici che fanno capo a Enel North America
Enel, già presente in 20 Stati degli Usa, sbarca anche in Nevada.
L
eader mondiale nel settore della geotermia, Enel è sbarcata anche in Nevada, con due innovativi impianti geotermici che fanno capo a Enel North America. Con una capacità installata complessiva di 65 Megawatt, le due centrali produrranno oltre 400 milioni di chilowattora all’anno e saranno in grado di soddisfare i consumi di 46 mila famiglie, evitando l’emissioni in atmosfera di oltre 190 mila tonnellate all’anno di CO2. D’altronde il Nevada punta molto sulle centrali dell’Enel per ottenere, entro il 2015, il 20% della produzione di energia da fonti rinnovabili. Con la geotermia, in pratica, si utilizza il calore naturale di alcune particolari conformazioni geolo-
giche per trasformare l’acqua in vapore da cui generare energia elettrica. Dunque una fonte rinnovabile che riduce al minimo le emissioni, comprese quelle di CO2, e che non conosce interruzioni, a differenza dell’energia solare o di quella eolica. Enel - spiegano alla nuova Divisione Energie Rinnovabili del gruppo italiano che raggruppa le attività nei comparti eolico, solare, geotermico e idroelettrico fluente, per un totale di 4.300 MW di potenza installata - vanta già un’esperienza centenaria nel settore e negli Stati Uniti dispone di un impianto operativo con 4 progetti in stadio avanzato di sviluppo per una capacità di oltre 150 MW in Nevada, California e Utah. Nel Nord America Enel è presente in 20 Stati degli Usa e in 3 province del Canada, con oltre 70 impianti tra idroelettrici, eolici, geotermici e biomasse, per una capacità installata
di 410 MW. Sono inoltre in costruzione impianti eolici per 190 MW e oltre 1.000 MW in pipeline. Ma la presenza internazionale dell’Enel nel geotermico non si esaurisce negli Stati Uniti. Nel Salvador è stato realizzato il primo impianto geotermico all’estero, il Berlin III, per una capacità di 44 MW e una produzione di circa 320 milioni di chilowattora all’anno. E in Cile, in accordo con Enap, l’ente petrolifero nazionale, Enel sta esplorando alcune aree particolarmente adatte, con potenzialità superiori ai 100 MW. Il gruppo italiano sta comunque continuando ad investire nel geotermico. E con il progetto “Geotermia Innovativa” punta a rendere utilizzabili campi non ancora sfruttati, oltre a integrare le risorse geotermiche a bassa temperatura con altre fonti rinnovabili a partire dall’energia solare.
Etruschi e romani cominciarono la grande avventura.
L
e centrali geotermoelettriche toscane producono, oggi, oltre 5 miliardi di kwh di energia elettrica consentendo di risparmiare 1.100.000 Tonnellate equivalenti petrolio ed evitando l’emissione di 3,8 milioni di tonnellate di CO2. In principio erano le fumarole, i lagoni, i geygers, i getti di vapore. E già gli etruschi utlizzavano le sorgenti termali e i fanghi caldi per uso terapeutico. E l’alta maremma divenne famosa per le sue acque e i suoi fanghi termali anche presso i romani. Da allora l’utilizzo è proseguito, intensificandosi nell’era della rivoluzione industriale per quanto riguardava la produzione di acido borico. Ma solo all’inizio del ‘900 le perforazioni geotermiche cominciarono ad essere utilizzate per la produzione di energia elettrica dal vapore.
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Dal 1900 al 1940 si diffuse l’uso del calore geotermico per il riscaldamento di tutti i fabbricati, industriali e civili, nonché delle serre e degli impianti agricoli nell’area di Larderello, dove era sorta una importante industria chimica. Quanto all’elettricità, nel 1913 entrò in funzione la prima centrale commerciale di 250 kw e 3 anni più tardi due turboalternatori da 3.500 Kw ciascuno. La prima grande centrale, a Larderello, fu completata nel 1939, equipaggiata con sei gruppi da 10 mw alimentati con vapore puro. Alla fine del 1943 la potenza installata in tutta l’area era di 132 mw, 107 dei quali alimentati da vapore puro. Dopo le distruzioni belliche, nel 1950 fu costruita la centrale lardello 3 e la potenza installata salì a 210 mw. Per arrivare, nel 1975, a 17 centrali elettriche con 472 mw.
dere l’importanza delle energie pulite. Ma anche la Regione sta facendo la propria parte. Dal 2005 ad oggi ha già stanziato 37 milioni di euro tra spese per l’installazione di pannelli solari (13 milioni di euro), impianti alimentati a energia rinnovabile dei Comuni (9 milioni), la ricerca (10 milioni), gli alloggi ad alta efficienza energetica (5 milioni). Con l’arrivo dei fondi europei, però, il settore dovrebbe poter contare su una notevole accelerazione. Per il periodo 2008-2013 sono infatti stati destinati 53 milioni per favorire lo sviluppo delle rinnovabili negli enti pubblici e nelle aziende private. Con la consapevoleza che gli incentivi sono fondamentali ma non sono sufficienti, se non vengono accompagnati dalla
semplificazione delle norme per l’installazione di fonti rinnovabili. Da un lato, dunque, si alleggeriranno gli adempimenti previsti dalla legge sull’energia del 2005, dall’altro si interverrà per uniformare i criteri seguiti dai Comuni che, attualmente, hanno creato una selva di prescrizioni differenti. Particolarmente importante sarà il ruolo delle Province. Ognuna riceverà dalla Regione gli obiettivi da raggiungere in merito all’efficienza energetica di aziende, edifici pubblici e abitazioni, nonché relativamente alla produzione di energia da fonti rinnovabili. In questo modo dovrebbe essere più agevole il coinvolgimento del territorio, facilitando il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi.
Programma ambizioso, ma all’Assessorato regionale all’Ambiente sono ottimisti, soprattutto per quanto concerne le energie rinnovabili. D’altronde la Toscana può già contare sul 34% di energia elettrica prodotta da fonti pulite e gran parte del merito spetta al settore geotermico.
Fonte UGI Unione geotermica della Toscana
Per il 2020 gli obiettivi regionali indicano che la produzione geotermica passi dagli attuali 711 MW a 911 mentre l’energia elettrica prodotta dall’eolico dovrà passare da 27,8 a 300 MW e quella fotovoltaica da 3 a 150 MW. L’idroelettrico dovrà fornire 418 MW (ora sono 318) e le biomasse 171 MW rispetto agli attuali 71. Molto dipenderà, ovviamente, dai comportamenti delle famiglie che devono comprenL’attività di ricerca e sviluppo dell’Enel non si è mai arrestata e ora sono in funzione oltre 30 centrali geotermoelettriche per un totale di oltre 700 mw di potenza efficiente. Le centrali geotermoelettriche producono oltre 5 miliardi di kwh di energia elettrica consentendo di risparmiare 1.100.000 Tonnellate equivalenti petrolio ed evitando l’emissione di 3,8 milioni di tonnellate di CO2. 65
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DOSSIER GEOTERMIA
La Toscana partner ideale per far decollare la geotermia in Europa Da Bruxelles la proposta di far diventare la Toscana laboratorio europeo per sperimentare nuove tecnologie per la geotermia.
Burkhard Scanner, presidente di EGEC
D
alla Conferenza europea “Promotion and Regulations for Geothermal energy for a real sustainable future: Experiences and perspectives in Europe”, organizzata dalla Regione Toscana che ha promosso in collaborazione con EGEC, l’associazione europea delle regioni geotermiche, nella capitale Belga, il summit dei Paesi Membri che dispongono di risorse geotermiche, è uscita un’indicazione forte e chiara: l’EGEC (European Geothermal Energy Council) si farà portavoce presso i governi dei più importanti Paesi europei per sollecitare gli interventi necessari per lo sviluppo di questa preziosa risorsa, ancora poco diffusa in Germania, in Francia e nei Paesi Baschi, come in altri Paesi dell’UE. Nella circostanza è emersa la proposta di far diventare la Toscana laboratorio europeo per sperimentare nuove tecnologie per la geotermia, in particolare per la cattura e lo stoccaggio della CO2, la perforazione dei pozzi e la produzione di energia elettrica e termica. Le risorse geotermiche sono ben lontane dall’essere pienamente sviluppate in Europa. Il concetto di Sistemi Geotermici Avanzati potreb-
Gli Usi diretti.
U
n calore prodotto a una temperatura sufficientemente alta (circa 25 gradi) è utilizzabile per usi diretti di riscaldamento o raffreddamento. Fino ad ora è stata utilizzata solo una parte marginale del potenziale calorico sotterraneo. I campi più promettenti di utilizzo comprendono la costruzione di nuo66
be aumentare enormemente questo potenziale. Centrali innovative permetterebbero infatti di usare acque calde a bassa temperatura (circa 100°C) per la produzione di energia elettrica. L’attuale potenza installata è di circa 1000 MW per la produzione elettrica, con una produzione che si aggira intorno agli 8 Twh/anno. Nel 2020, secondo le previsioni, la potenza installata nelle centrali geotermoelettriche dovrebbe raggiungere i 6000 MW all’interno dei 27 Paesi dell’UE, con una produzione prevista che si dovrebbe aggirare intorno ai 50 Twh. ”E’ un segnale incoraggiante - come ha sottolineato Burkhard Scanner, presidente di EGEC prendendo spunto dalla pubblicazione della Dichiarazione di Bruxelles, aggiornando dieci anni dopo la cosiddetta Dichiarazione di Ferrara che poneva l’energia geotermica al primo posto nella ricerca di una fonte di energia sostenibile. L’iniziativa è stata presa nella stessa riunione che si è svolta a Bruxelles, lo scorso 11 febbraio, al quarto piano di Rond Point Schuman 14, negli uffici di rappresentanza della Regione Toscana. Nel documento si rileva che
“gli obiettivi per il 2020 del settore geotermico sono di contribuire per il 5% della produzione elettrica europea e per il 3,5% nella generazione totale del calore. Oggi l’energia geotermica è al 4° posto come fonte rinnovabile (dietro biomasse, idroelettrico, vento). Per raggiungere l’obiettivo del 20% entro il 2020 occorrerà usare tutte le energie rinnovabili, ivi compresa, appunto, la geotermia”. “Un mix di energie- ha ammonito Scanner- non può essere raggiunto senza la geotermia: occorre non ignorarla, perchè il futuro è proprio lì”. Uno dei più grossi vantaggi dell’energia geotermica è la disponibilità della risorsa sia di giorno che di notte, per tutto l’anno: uno “zoccolo duro” sulla rete elettrica, operante al 100% (il miglior grado di efficienza di tutta la tecnologia energetica). L’energia geotermica è una tecnologia sicura e rinnovabile: presente ovunque e disponibile sempre, indipendentemente dalla stagione, dalle condizioni climatiche e dall’ora del giorno, usata sin dall’antichità per raffreddamento e riscaldamento. L’energia geotermica fornisce circa 10000 Mwth per il riscaldamento e il raffreddamento soltanto in Europa, producendo circa 4 Mtoe/anno, ovunque gli usi diretti ed indiretti possano essere paragonabili. Nell’Europa a 27 Paesi, tale contributo risulterà per circa 40 Gwth installati per circa 10 Mtoe.
GEOTERMOELETTRICITA' EU-27
2007
2010
2020
Low temperature (MWe)
815
920
1200
Sistemi Geotermoelettrici Convenzionali (MWe)
15
70
300
-
10
4500
Potenza Installata Totale(MWe)
830
1000
6000
Produzione Elettrica Annuale (TWh)
6,5
8
50
Sistemi Geotermoelettrici Avanzati (MWe)
ve reti di teleriscaldamento e condizionamento abitativo (il teleriscaldamento geotermico con circa 50 €/ Mwh, risulta essere una delle tecnologie energetiche più convenienti), l’ottimizzazione di quelle esistenti, e investimenti nella ricerca di nuove ed innovative applicazioni dell’energia geotermica nel settore trasporti, industria ed agricoltura. L’assessore regionale all’ambiente Anna Rita
Bramerini ha aperto la conferenza sottolineando che le reti di teleriscaldamento alimentate da fluido geotermico sono state realizzate da tempo in Toscana ed ha segnalato le specificità di questa regione, diventata, nel tempo, un vero punto di riferimento scientifico, su scala planetaria, nel settore geotermia. Nel suo intervento ha chiesto alla Commissione di valutare la possibilità di sperimentare
UN DISTRETTO A TUTTA ENERGIA Nel cuore della Toscana, in un comprensorio di 1.200 chilometri quadrati, inserito tra i Comuni al confine delle province di Siena, Pisa e Grosseto, si è insediato il Distretto delle Energie Rinnovabili, tra i primi ad essere operativo in Italia e destinato a diventare tra i più avanzati d’Europa. • Il Distretto che si pone all’incrocio delle necessità di tutte le iniziative territoriali avviate in Italia per promuovere le energie rinnovabili, rientra tra gli obiettivi della politica energetica della Regione Toscana che, attraverso il Co.Svi.G. (Consorzio di Sviluppo delle Aree geotermiche), promuove le risorse geotermiche impiegate per la produzione di energia elettrica e per usi diretti del calore, civili ed industriali ed ha avviato iniziative di sviluppo di nuove tecnologie emergenti come l’eolico, il fotovoltaico, il solare termico e le biomasse. • Il Distretto, considerato il know-how presente sul territorio, è il luogo identificato come laboratorio di idee per promuovere la sostenibilità e le buone pratiche. Il motore trainante è rappresentato da due Centri di Ricerca, il Centro di Eccellenza sulla Geotermia di Larderello (CEGL) e il Centro Internazionale per il Trasferimento dell’Innovazione Tecnologica sulle Energie Rinnovabili di Monterotondo Marittimo (CITT) che hanno come partner l’ Istituto di Geoscienze e Georisorse, il Dipartimento di Scienze della Terra della Università di Pisa, la Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna di Pisa e il Dipartimento Energia e Trasporti del CNR di Roma. • L’ incubatore Alta Val di Cecina fa da stimolo alla nascita di nuove imprese e allo sviluppo delle aree più periferiche. In questa struttura si è costituita la prima Comunità del Cibo a Energia rinnovabile a livello mondiale, voluta da Slow Food e battezzata dal presidente Carlin Petrini come un esempio di eccellenza a livello planetario nella salvaguardia degli ecosistemi e nella promozione di metodi di sviluppo sostenibile in questo comprensorio, dove sono state individuate soluzioni appropriate per la produzione agroalimentare con sistemi innovativi attraverso l’uso di energie pulite e per la tutela dell’ambiente, puntando sulla produzione caratterizzate dalla tecnologie di processo (Comunità del Pulito). • Oggi il Distretto collabora con la Commissione Ambiente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ed affianca Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, come partner alla Campagna SEE (Energia Sostenibile per l’Europa) e si pone come struttura di supporto per la promozione del Patto dei Sindaci al fine di costituire una rete di località sostenibili e un Osservatorio sulle best practices che si basa su un lavoro di mappatura e di ricerca condotto sull’intero territorio nazionale.
ENERGIA GEOTERMIA DOSSIER E IMPRESE
Anna Rita Bramerini, Assessore all’Ambiente della Regione Toscana
anche nelle 32 centrali geotermoelettriche della Toscana le nuove tecniche di cattura e stoccaggio della CO2. L’obiettivo è individuare nuove tecnologie che possano ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e sfruttare al meglio questa risorsa che oggi contribuisce per il 25% al fabbisogno di energia elettrica della regione. «La Toscana - ha detto l’assessore - è l’unica regione italiana a coltivare la risorsa geotermica per la produzione di energia elettrica. Ricordiamo che
I
nella nostra regione sono installati 700 megawatt di potenza da fonti rinnovabili. Tutto questo senza contare che il territorio toscano presenta della caratteristiche peculiari anche rispetto alle altre aree geotermiche europee. Il fluido geotermico presente in Toscana, infatti, registra temperature oltre i 200 gradi, molto più alte, ad esempio, di quelle islandesi». «Non dobbiamo dimenticare - ha aggiunto - che nel tempo la geotermia ha prodotto anche problemi nei nostri territori. Anche una fonte rinnovabile può risultare problematica per l’ambiente e per la popolazione, proprio per questo il livello di attenzione deve essere alto e la coltivazione di questa risorsa deve avvenire con la massima attenzione per l’equilibrio del territorio ed utilizzando delle migliori tecnologie, senza mai perdere di vista le innovazioni prodotte dalla ricerca». L’assessore ha inoltre chiesto una disciplina europea che regoli lo sfruttamento geotermico e ricordato che dalla liberalizzazione del mercato elettrico (così come auspicato dall’Antitrust in una segnalazione dell’autunno scorso al parlamento ed al Governo italiano) potrebbero venire maggiori garanzie a tutela dei territori. Tra i temi toccati da Bramerini nel
suo intervento anche il futuro del rigassificatore Otl a largo di Livorno e del metanodotto italo-algerino Galsi. «Vorrei dare il mio sostegno - ha detto - alla proposta dell’onorevole Giuntini del Pse perchè la Commissione includa nel pacchetto dei progetti da finanziare con i fondi messi a disposizione per fronteggiare la crisi economica anche gli interventi strategici per il rigassificatore Otl e per il metanodotto Galsi che approderà a Piombino dopo aver metanizzato la Sardegna».
Un momento della Conferenza Europea organizzata dalla Regione Toscana e da EGEC
La riscossa delle basse Entalpie.
l calore sottorraneo è usato attraverso una pompa di calore che ne aumenta la temperatura rendendolo utilizzabile. Il sistema, attraverso l’utilizzo dell’energia geotermica come fonte di calore, beneficia del valore costante della temperatura riuscendo a incrementare il rendimento e l’efficienza. In alcune regioni europee, gli impianti geotermici già contribuiscono in maniera rilevante ad un approvvigionamento energetico sostenibile e non impattante per l’ambiente. Questo è il caso, principalmente, della Toscana. La regione Toscana ha presentato il proprio Piano per le Energie Rinnovabili e dimostrato come l’energia geotermica possa contribuire a un futuro energetico sostenibile. In un momento in cui gli la politica comunitaria ha posto degli obiettivi vincolanti ai singoli Stati Membri in termini di sviluppo di sistemi energetici competitivi e sostenibili, l’utilizzazione delle risorse geotermiche a bassa e bassissima entalpia sta oggi assumendo un 68
ENERGIA E IMPRESE
ruolo di primo piano nel panorama delle applicazioni per la climatizzazione degli ambienti edificati. Queste soluzioni, infatti, consentono una diminuzione delle emissioni specifiche di CO2 e, grazie al recupero di energia da una fonte rinnovabile (il calore terrestre), una diminuzione dei consumi di fonti energetiche fossili. La materia va affrontata con molta prudenza, in linea con le indicazioni contenute nel testo. del cosiddetto pacchetto “Clima-Energia”, approvato dal Parlamento Europeo nel dicembre 2008, che ha espressamente indicato i criteri per la rendicontazione della quota di energia geotermica catturata attraverso impianti a pompa di calore quale energia
per il riscaldamento o il raffrescamento da fonte rinnovabile, formalizzando così l’iscrizione della geotermia a bassa e bassissima entalpia nella lista degli strumenti a disposizione degli Stati Membri per il raggiungimento dei propri target di efficienza energetica ed ambientale. Ne parleremo più diffusamente nel prossimo numero di Energeo Magazine con l’aiuto dei tecnici del Cegl (Centro di Eccellenza per la Geotermia di Larderello) e dei ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’ Università di Pisa e della Scuola di Studi Superiori Sant’Anna e con una attenta analisi degli spazi e delle quote di mercato individuati dall’industria di settore.
Teleriscaldamento e condizionamento Europa 27
2007
2010
2020
Pompe di calore Geotermiche (MWth)
5700
11500
30000
Usi Diretti della Geotermia (MWth)
4100
4500
9000
Potenza installata totale (MWth)
9800
16000
39000
2,6
4,3
10,5
Produzionedi calore e freddo (Mtoe)
Vai col vento Nel Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana è partita la sfida per imbrigliare Eolo. Il Parco eolico che sarà inaugurato il 18 aprile, è stato costruito da Leitwind. Si tratta del primo impianto di proprietà pubblica fatto realizzare dal Cosvig (Consorzio sviluppo Aree geotermiche). Ne sarà costruito un secondo, con un investimento totale di 30 milioni di euro.
E’
stata realizzata in tempi da record, soltanto in quattro mesi. Allo scadere del 2008 le grandi pale della fattoria eolica, costruita in località La Miniera di Montecatini Val di Cecina, hanno cominciato a girare per produrre energia elettrica pulita. Il Parco eolico, progettato e realizzato dalla società di scopo ERT Srl Energie Rinnovabili Toscana, è il primo impianto di proprietà pubblica di due progetti eolici fatti realizzare dal Cosvig (saranno investiti complessivamente circa 30 milioni di euro) nel Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana. L’inaugurazione è prevista sabato 18 aprile prossimo. Ha annunciato la propria presenza l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini. L’evento sarà l’occasione per discutere e riflettere sull’evoluzione e il futuro del territorio geotermico in linea con gli obiettivi legati alla promozione della sostenibilità ambientale. E’ prevista una grande festa, insomma, che coinvolgerà grandi e piccoli, esperti di politiche ambientali e la popolazione. Nello stesso giorno si potrà vedere da vicino quell’autentico
gioiello di tecnologia Made in Italy, in grado di produrre a regime circa 14.400 MWh di energia elettrica, pari al consumo annuo di circa 6 mila famiglie e che consentirà il risparmio di 3715 tonnellate di petrolio. Diventerà, in futuro, una tappa obbligata, visitabile anche dalle scolaresche, entrando a pieno titolo nell’itinerario didattico di un museo territoriale diffuso del distretto delle energie rinnovabili, un progetto appoggiato della Regione Toscana. Come tipologia di impianto è stato scelto l’aerogeneratore Leitwind da 1,5 Mw, concepito e costruito dall’azienda di Vipiteno che ha utilizzato uno speciale sistema di derivazione della tecnologia degli impianti di risalita di cui l’azienda altoatesina è leader mondiale. L’aerogeneratore è realizzato completamente in Italia, per produrre energia pulita da fonte eolica, in linea con l’innovazione, l’affidabilità e le norme vigenti. La produzione di energia elettrica, utilizzando la forza del vento, permette di evitare l’immissione in atmosfera di pericolosi inquinanti che sono associati ai fenomeni di combustione presenti nella generazione elettrica convenzionale. In particolare l’impianto eolico “la Miniera” eviterà, ogni anno, l’immissione in atmosfera di 10.900 tonnellate di CO2. In totale sono entrati in funzione 6 aerogeneratori alti complessivamente 100 metri da 1500 KW di potenza nominale. Le torri eoliche hanno un diametro del rotore di 77 metri e una velocità di accensione di 3 m/s, mentre la velocità di spegnimento risulta di 20 m/s. Il sito eolico è collocato sui poggi a Nord-Ovest della località Miniera a Montecatini Val di Cecina (la località vide nascere nel 1888 la Montecatini, dal nome del posto, che divenne poi Montedison), ad una quota tra i 550 e i 600 m s.l.m. e si sviluppa per circa
Non soltanto vapori geotermici per produrre energia pulita
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Parco eolico “La Miniera” a Montecatini VC 5 km. Il progetto, nato dalla collaborazione tra il Comune di Montecatini Val di Cecina e il Cosvig (Consorzio per lo Sviluppo delle aree Geotecniche), prevede grossi benefici economici, attraverso vantaggiose royalties (e non solo), alla comunità locale. Tali somme saranno destinate in parte allo sviluppo economico e sociale dell’area geotermica, che si traduce in un risparmio per i cittadini nella gestione di servizi comunali. L’ opera che precede la costruzione di un secondo impianto eolico a Monterotondo Marittimo rimarrà di proprietà del Consorzio che ha affidato la concessione alla società energetica ERT sulla base di una gara di appalto europea. A seguito della costruzione, ERT avrà la concessione per ventinove anni dei due parchi eolici (per un totale di 16,5 MW) che dovranno produrre un quantitativo di energia in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 11 mila famiglie e l’abbattimento di quasi 21 mila tonnellate di emissioni di Co2. Il COSVIG che ha avviato l’iter procedurale del progetto preliminare, lo studio di screening e tutte le pratiche necessarie per le concessioni comunali e regionali, ha consegnato difatti all’azienda assegnataria un progetto praticamente in fase di definizione, realizzato, come si è visto, in pochissimi mesi. Al Cosvig, destinatario del contributo regionale di circa 2 milioni e mezzo di Euro, toccherà verificare la qualità tecnico-costruttiva dei nuovi impianti, la capacità e la trasparenza nei rapporti con il territorio e, più in generale, la realizzazione nel pieno rispetto dell’ambiente. Il Consorzio ha anche il compito di garantire la promozione dei due parchi eolici. Ci sono comunque i benefici economici diretti. 69
ENERGIA E IMPRESE
Un successo tutto italiano Anton Seeber, amministratore delegato di Leitwind, società che fa capo a Leitner Technologies, leader mondiale nel settore degli impianti a fune e battipista, racconta come sta realizzando “il sogno green del Gruppo”.
Al primo posto c’é il consenso del territorio
Anton Seeber, AD Leitwind
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ottor Anton Seeber, nel vostro Gruppo a Vipiteno in Alto Adige, nascono le idee che si trasformano in successi; ci racconta questa magnifica avventura nell’energia verde? Nasce tutto nel profondo nord dell’Italia. La nostra Azienda è un cantiere di innovazione da sempre, come è diventato cantiere di proposte avveniristiche, in questi anni la nostra regione alpina: l’Alto Adige. Oggi infatti anche la nostra terra non sfigura perchè apre la classifica della categoria più importante del Rapporto di Legambiente, in quanto quattro nostri Comuni ( Dobbiaco, Prato allo Stelvio, Vipiteno, Brunico) guidano la classifica delle realtà 100% rinnovabili che soddisfano i bisogni dei cittadini attraverso l’utilizzo di fonti energetiche pulite. Il nostro sogno ‘green’ comincia da qui, dalle nostre abitudini quotidiane. Siamo una realtà in costante crescita che sta conquistando buone fette di questo importante settore. Come vi muovete? Ricerca e innovazione sono fondamentali in un settore come questo, e ci ha permesso di sperimentare , e in seguito brevettare soluzioni ad alta funzionalità che adottano tecnologie innovative, soprattutto per far crescere reddito e occupazione grazie all’energia pulita. Il vostro segreto? La tradizione che ci lega alla realiz-
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zazione degli impianti a fune ci ha abituati a lavorare in condizioni estreme, in mezzo alla neve, all’acqua e al ghiaccio, con temperature siberiane. L’impegno che ci siamo presi in Toscana non è stato facile. Abbiamo costruito un impianto in tempi da record. I lavori sono iniziati il 28 agosto e la messa in servizio degli aerogeneratori è terminata il 18 dicembre 2008. Le avverse condizioni atmosferiche che quest’anno hanno contraddistinto l’autunno e l’inverno toscano non hanno fermato i tecnici e le maestranze della nostra azienda, che in neanche quattro mesi ha terminato la messa in servizio dei primi quattro aerogeneratori; l’installazione dei restanti due aerogeneratori, a causa dell’indisponibilità delle aree, è stata ultimata invece lo scorso mese. Oggi tiriamo un sospiro di sollievo. Siamo pronti per inaugurazione che ci sarà il prossimo mese di aprile. E’ stata una sfida? Abbiamo accettato la sfida di Montecatini, che dettava tempi strettissimi per la realizzazione, perché sapevamo di potercela fare. La nostra forza ed esperienza scaturiscono proprio dalla capacità di saperci muovere a tempi di record. Sono soddisfatto del lavoro fatto e dell’opportunità che ci è stata data dal Cosvig. Il gruppo Leitwind detiene anche la proprietà di Ert, una società che dovrà promuovere l’eolico in Toscana. Devo evidenziare che la collaborazione del Comune e di tutto il territorio è stato un elemento importante per riuscire ad ottenere questo importante risultato. Ritorniamo alla tecnologia, cosa è stato realizzato in particolare? Il Parco Eolico di Montecatini Val di Cecina rappresenta il primo parco eolico italiano costruito con aerogenera-
tori sviluppati e prodotti in Italia. La tradizione che lega il gruppo Leitwind all’innovazione tecnologica ha portato alla realizzazione di un aerogeneratore unico al mondo per la tecnologia utilizzata, la massima efficienza nella produzione di energia e l’innovazione nel design. Il generatore è sincrono a magneti permanenti, non utilizza riduttore ma è a presa diretta con rotazione lenta. L’innovativo concetto Leitwind è stato sviluppato partendo dal principio che si ispira alla tecnologia degli impianti di risalita ad azionamento diretto e si distingue per la sua semplicità ed affidabilità. Nei lavori si è tenuto conto anche dell’esigenza di ripristinare l’area occupata dagli impianti? Certo! Sono stati curati con particolare attenzione gli aspetti e gli impatti ambientali del parco eolico, più precisamente sono stati effettuati appositi monitoraggi dell’avifauna prima,
durante la costruzione e, attualmente sono in corso quelli con le pale in funzione. Il programma dei monitoraggi è stato concordato con il settore regionale tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e con il competente settore della Provincia di Pisa. E’ soddisfatto di questo risultato? Leitwind ha raggiunto un nuovo, importantissimo traguardo, che si aggiunge agli importanti risultati ottenuti lo scorso anno, come l’installazione del primo impianto classe MW nel nord Italia, impianto costruito a Badia Calavena vicino a Verona, che ci conferma come anche la parte settentrionale della nostra penisola possa fornire ottime opportunità di sfruttamento del vento per la produzione di energia eolica. Traguardi raggiunti dunque, ma anche ambiziosi obiettivi. Un futuro che offre già la certezza di progetti, come quello in Puglia, dove è prevista l’installazione di due aerogeneratori con potenza nominale di 950 kW e in Bulgaria dove accanto ai tre impianti già installati, e che hanno assicurato un’affidabilità pari al 98%, è prevista la realizzazione di un ulteriore parco eolico con sette macchine. Non ci pare poco. Anche perché la nostra equazione vincente è: Leitwind = local-content. Al primo posto c’è il consenso del territorio.
Leitner Technologies, ci piace arrivare prima del futuro! L’azienda con sede a Vipiteno (Alto Adige) interpreta oggi, con quasi 2.000 collaboratori sparsi in tutto il mondo, un ruolo di “global player”. Tradizione - fondata su oltre un secolo di vita aziendale sviluppatasi nella produzione di impianti a fune e di risalita - innovazione e ricerca scandiscono l’agire quotidiano. LEITNER TECHNOLOGIES, il gruppo industriale con sede a Vipiteno in Alto Adige, nell’ultimo decennio, sotto la presidenza di Michael Seeber, è stato protagonista di una vertiginosa espansione proiettata alla conquista di un mercato senza confini geografici ed economici. LEITNER TECHNOLOGIES progetta, produce, commercializza ed installa in tutto il mondo impianti a fune di ogni tipologia. Questo è e resta il “core business” del gruppo, che proprio nel corso degli ultimi mesi ha inaugurato due nuovi stabilimenti in Austria e negli Stati Uniti, e vanta negli ultimi anni la realizzazione di importanti opere come la nuova funicolare di Innsbruck (le stazioni portano la firma dell’architetto Zaha Hadid), la cabinovia del Montjuic a Barcellona (nella foto 1), la più grande cabinovia al mondo in quel di Hong Kong (nella foto 2) e il primo sistema 3 funi in Italia, in via di ultimazione a Bolzano. Una produzione ancorata alle tradizioni, ma che guarda costantemente anche al futuro, verso nuove sfide tecnologiche. In quest’ottica il MiniMetro di Perugia costituisce indub1
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www.leitwind.com biamente il fiore all’occhiello dell’azienda altoatesina (nella foto 3). Il rivoluzionario progetto di mobilità sostenibile, una “prima” mondiale approdata nell’acropoli di Perugia, costituisce una vera e propria perla non solamente sotto il profilo tecnologico e architettonico, grazie alla straordinaria creatività espressa dall’architetto parigino Jean Nouvel. Soffermandosi sul mondo neve, da sottolineare come la produzione LEITNER TECHNOLOGIES si muova a 360 gradi. Del Gruppo fa infatti parte anche PRINOTH, azienda specializzata nella produzione dei mezzi battipista. Sviluppo tecnologico, ricerca ed innovazione le linee guida di una crescita che ha portato negli ultimi anni il gruppo LEITNER, oltre 2.000 dipendenti sparsi nel mondo, a consolidare da una parte la propria posizione sul mercato sinora di esclusivo riferimento, ma contemporaneamente anche ad esplorare, con successo, nuovi mercati. Quello dei trasporti urbani in primo luogo, ma anche l’energia eolica. È questa la più recente sfida firmata LEITNER TECHNOLOGIES. Negli ultimi mesi infatti sono stati installati impianti eolici in Austria, India, Bulgaria e naturalmente in Italia. Con LEITWIND un nuovo mercato da conquistare con la forza ed il coraggio dell’innovazione. 71
ENERGIA E IMPRESE
Distretti tecnologici, l’esempio virtuoso del Trentino
Edilizia sostenibile. Il primo risultato del Distretto nel settore dell’edilizia sostenibile è stato promuovere la nascita del Green Building Council Italia (GBC Italia) per la certificazione LEED di sostenibilità ambientale degli edifici. Il GBC Italia, nato all’inizio del 2008 proprio in Trentino, è l’associazione che, al pari dell’analogo organismo americano (USGBC), sta trasformando il mercato dell’edilizia a livello nazionale grazie all’introduzione degli standard LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Si tratta di una serie di criteri sviluppati negli Stati Uniti e applicati in oltre 60 paesi del mondo per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale, economico e della salute. Oltre 100 enti pubblici, centri di ricerca e realtà imprenditoriali di tutt’Italia hanno aderito all’associazione non-profit, basata sulla partecipazione volontaria dei soci e recentemente entrata a far parte dell’organizzazione mondiale di edilizia sostenibile World GBC. In questo periodo sono stati registrati per la certificazione 15 progetti LEED proposti da soggetti italiani e il Distretto ha già cominciato ad offrire a progettisti
Oltre 300 imprese, enti di ricerca e agenzie pubbliche, per un totale di 8.000 addetti e un volume d’affari generato di circa 1 miliardo di euro. Sono i numeri della Società Consortile Distretto Tecnologico Trentino, nata nell’agosto del 2006 a Rovereto per attuare i progetti di Habitech, il Distretto Energia Ambiente promosso dalla Provincia Autonoma di Trento e riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Edilizia sostenibile, energie rinnovabili e tecnologie ambientali sono i settori chiave attorno ai quali il Distretto Tecnologico sviluppa la propria attività, coordinando competenze e conoscenze nuove o consolidate, allo scopo di fare della tutela dell’ambiente una leva strategica anche ai fini dello sviluppo economico del territorio. Guidata dall’amministratore delegato Gianni Lazzari e presieduta da Paolo Gurisatti, la società funziona come integratore di know-how per soggetti chiave nello sviluppo territoriale quali università, laboratori di ricerca,
imprese e istituzioni - allo scopo di sperimentare nuove combinazioni tecnologiche in grado di innovare il modo di abitare e di pianificare il paesaggio e il territorio. La Società consortile Distretto Tecnologico Trentino favorisce la collaborazione tra operatori privati, agenzie e istituzioni pubbliche, promuovendo lo sviluppo della filiera “edilizia - energia - gestione del territorio” in modo che il sistema trentino nel suo complesso sia in grado di offrire al mercato (locale, nazionale, internazionale) soluzioni certificate al passo con i segmenti più qualificati della domanda.
Gli obiettivi del distretto nelle parole dell’Amministratore Delegato Gianni Lazzari. Quali sono i progetti del Distretto nel campo delle energie rinnovabili e alternative? La promozione dell’uso delle energie rinnovabili e la realizzazione di progetti concreti e significativi in questo settore è una delle priorità nel piano strategico del Distretto Energia Am-
Il LEED è uno strumento innovativo nel settore dell’edilizia sostenibile biente. I soci del Consorzio che si occupano di questo segmento sono circa il 30% del totale, in particolare produttori di tecnologie per la produzione di energie rinnovabili, installatori di impianti a fonti rinnovabili, distributori di energia e fornitori di servizi energetici integrati (energy service). Inoltre, nel caso dell’edilizia sostenibile intendiamo sviluppare tutte le forme di tecnologia che usano il sole ed il vento, dal solare a concentrazione al fotovol72
taico, dall’eolico alla cogenerazione. Un obiettivo è anche la creazione di un mercato dell’efficienza energetica per gli edifici già esistenti. In particolare vogliamo realizzare delle Esco. Per quanto riguarda la mobilità, intendiamo proporre sperimentazioni in alcune aree a vocazione turistica del Trentino dove sia possibile usare veicoli ecologici alimentati con batterie, o fuel cell, oppure con motori alimentati a metano e idrogeno. Il Distretto ha deciso di adottare lo standard internazionale LEED per l’edilizia sostenibile. Quali i vantaggi di questa scelta? Abbiamo ritenuto LEED lo strumento di innovazione nel settore dell’edilizia sostenibile più adatto per far crescere le nostre aziende in una prospettiva di medio-lungo periodo. Si tratta infatti di un sistema volontario e definito da una comunità che comprende tutti gli attori della sostenibilità, premessa questa per poter coniugare sostenibilità, sviluppo e politica industriale. È diffuso a livello internazionale e ci permette quindi di confrontarci e di aprirci a nuove opportunità. È aperto a tutti, trasparente, in continua evoluzione, supportato da una numerosa comunità tecnico-scientifica, nonché praticato e riconosciuto dal mercato.
ed aziende i primi servizi di supporto alla certificazione LEED. Attraverso il percorso formativo supportato dal Distretto si sono accreditati 10 nuovi LEED AP, professionisti specializzati il cui compito è guidare il team di progettazione che si occupa della compatibilità di ciascun edificio rispetto ai parametri LEED. Attualmente - grazie al contributo del Consorzio Distretto Tecnologico Trentino, delle aziende e dell’Università di Trento - è in corso il processo di traduzione e trasposizione dei contenuti LEED rispetto alla realtà italiana.
www.dttn.it
Energie rinnovabili. La promozione dell’uso delle fonti rinnovabili e la realizzazione di progetti concreti e significativi in questo ambito sono priorità nel piano strategico del Distretto. Pannelli fotovoltaici, collettori solari, impianti eolici, prodotti bioenergeti-
Gianni Lazzari è Amministratore delegato della Società Consortile Distretto Tecnologico Trentino (nominato nel giugno 2007) e responsabile dei progetti del Distretto relativi all’efficienza energetica. Ha diretto per 15 anni (1994 - 2007) la Divisione Sistemi Sensoriali Interattivi del Centro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trento (ITC-irst), dalle cui attività di ricerca sono nate 5 iniziative imprenditoriali. Dal 1998 al 2001 è stato Vicedirettore dell’ITC-irst. Consulente della Provincia autonoma di Trento nel settore delle telecomunicazioni, ha promosso e gestito la fase di ricerca e sperimentale del Progetto WILMA. E’ attualmente Project Manager del progetto Società dell’Informazione della PAT.
E’ previsto lo sviluppo di tecnologie per garantire una buona autonomia energetica da fonti rinnovabili ci, teleriscaldamento, ma anche tecnologie per il recupero energetico e attività di ricerca per l’innovazione scientifica e tecnologica sono i campi d’azione dei soci. Senza dimenticare
attività di energy management, realizzazione, diagnosi, progettazione e gestione di sistemi tecnologici riferiti alle fonti alternative, nonché studi e consulenze sul risparmio energetico e redazione di piani energetici ambientali. Particolarmente sviluppato anche il settore per la produzione di idrogeno e le sue applicazioni energetiche. Il prossimo obiettivo del Consorzio sarà lo sviluppo di tecnologie che permettano di ottenere una buona autonomia energetica da fonti rinnovabili per un’abitazione o un complesso di abitazioni. Lo scopo sarà raggiunto grazie a una modalità di collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca che permetta di incrementare il knowhow territoriale. Verranno valorizzate le possibili sinergie tra le diverse tecnologie sviluppate, proponendo un sistema di rating delle performance che si affermi sul mercato. Alle tecnologie di produzione, inoltre, saranno abbinate opportune tecnologie di stoccaggio dell’energia rinnovabile. Accanto a ciò, uno degli obiettivi più importanti per il 2009 sarà la creazione di un mercato dell’efficienza energetica per gli edifici, anche attraverso la realizzazione di Esco (Energy Service Companies).
Paolo Gurisatti è Presidente della Società Consortile Distretto Tecnologico Trentino (nominato nel giugno 2007), all’interno della quale si occupa delle attività di ricerca e sviluppo. Economista dei distretti, insegna Politiche Regionali dell’UE alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova e tiene il corso di “Nascita di nuove imprese” presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trento. Imprenditore della ricerca è presidente di STEP srl (Società, Territorio, Economia e Politica) e cura progetti di sviluppo locale nella sezione MDA (Masters in District Administration). E’ autore di numerose pubblicazioni e collabora con organismi di programmazione dello sviluppo e dell’innovazione in diversi paesi del mondo.
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AZIENDE E TERRITORIO Enel GREEN POWER apre una nuova stagione delle rinnovabili in Italia e nel mondo
La storia (dell’energia pulita) siamo noi Con oltre 17 miliardi di chilowattora prodotti da acqua, sole, vento e calore della terra, la nuova Società è leader di settore a livello mondiale per energia prodotta senza emissioni.
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perativa dallo scorso dicembre, Enel Green Power, costola del Gruppo Enel, concentra in un’unica nuova azienda tutte le attività produttive nell’ambito delle energie rinnovabili. Alla nuova società fanno capo tutte le attività di Enel nell’eolico, solare, geotermico, idroelettrico “fluente” e biomasse, in Europa, Nord America, Centro e Sud America. Con circa 4.300 MW di potenza installata, Enel Green Power è la prima realtà italiana con un business integrato a livello internazionale nel settore delle fonti rinnovabili di energia e la prima in Europa per capacità produttiva: oltre 17 miliardi di chilowattora, sufficienti a
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soddisfare i consumi di circa 6.500.000 di famiglie, evitando l’emissione in atmosfera di 13 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, gas serra ritenuto tra i principali responsabili del cambiamento climatico. “Come Enel - afferma Francesco Starace, Direttore della Divisione Energie Rinnovabili alla quale fa capo Enel Green Power - crediamo nello sviluppo delle fonti rinnovabili che possono dare un contributo importante alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e alla qualità dell’ambiente. Con la nuova Società, puntiamo a incrementare sostanzialmente la capacità installata che utilizzi acqua, sole, vento e calore naturale della terra, nell’arco
dei prossimi 5 anni, grazie a importanti progetti di sviluppo e all’investimento mirato in progetti di alto valore.” Con l’obiettivo di valorizzare al meglio le fonti rinnovabili e sviluppare la presenza di Enel in questo settore a livello internazionale, confermando la leadership in Italia nel mercato del solare, dell’idroelettrico e del geotermico e la continua crescita nell’eolico, Enel Green Power già alla sua nascita può contare su una diffusa presenza nel settore a livello mondiale. Soltanto in Italia risultano installati 2.513 MW, di cui 331 MW di eolico; 671 MW di geotermico; 4 MW di solare-fotovoltaico e 1507 MW di idroelettrico. A Enel Green Power fa
AZIENDE E TERRITORIO La sperimentazione sul solare termodinamico avviata da Enel tramite il progetto Archimede presso la centrale di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, come sarà a completamento dei lavori. Impianto eolico di Nicosia, circa 47 MW installati - 55 aerogeneratori da 850 kW. capo anche Enel.si, la società leader nazionale nel settore del fotovoltaico e solare termico, con una quota di mercato del 35%, che opera sia direttamente, sia attraverso una rete in franchising di oltre 400 installatori , il cui numero è destinato ben presto a crescere, grazie alla recente campagna di recruiting lanciata dalla Società. Ingegner Starace, la storia dell’Enel è ricca di successi, ed ha fatto scuola per queste tecnologie emergenti. Le “aree eccellenti” italiane che stanno programmando investimenti nel settore delle rinnovabili avranno un interlocutore che offre precise garanzie. Sarà più facile superare i vincoli che a volte appaiono insormontabili? La crescita che abbiamo programmato nel nostro Paese riguarda soprattutto il settore solare e eolico. Vediamo subito cosa succede con l’energia pultita prodotta dal vento. L’energia eolica ha conosciuto uno sviluppo eccezionale negli ultimi anni. E si stima che nel prossimo futuro continui a crescere a un ritmo di circa il 30% l’anno. In Italia è stata la fonte che nell’ultimo decennio ha registrato il maggiore incremento. Una crescita a cui Enel Green Power partecipa in modo significativo. Partendo dal primo campo eolico italiano, realizzato nel 1984 da Enel ad Alta Nurra (Sardegna), attualmente la Società gestisce 17 centrali eoliche, per una potenza complessiva di 331 MW. Enel Green Power intende, inoltre, proseguire nell’impegno per la salvaguardia del valore paesaggistico del territorio, garantendo sia la massima attenzione ai criteri di armonizzazione degli impianti eolici nel contesto ambientale circostante, sia la valorizzazione sociale del territorio interessato dagli impianti. Il tutto puntando anche all’innovazione e alle nuo76
ve frontiere dell’eolico, come ad esempio le centrali off-shore. Ma i vincoli? Siamo consapevoli dei vincoli che riguardano il nostro mercato, ma non è certo la prima volta che gli uomini del gruppo Enel hanno da confrontarsi da simili ostacoli. Come sempre contiamo di superarli nel pieno rispetto dei regolamenti e con il totale coinvolgimento della popolazione locale… E per il solare? Enel Green Power ha intenzione di svolgere un ruolo da protagonista anche in questo mercato. In Italia - dove, tra l’altro, la Società gestisce la centrale da 3,3 MW di Serre Persano (Salerno), uno dei più grandi impianti fotovoltaici al mondo - si sta completando l’installazione di circa 50 MW fotovoltaici, con importanti progetti di crescita nei prossimi anni.E’ già stato avviato un ambizioso processo di revisione dei programmi a partire dal 2009, grazie anche a importanti partnership strategiche con alcuni dei principali operatori del settore. Per quanto riguarda gli sviluppi più avanzati della tecnologia fotovoltaica, Enel Green Power è impegnata nell’analisi dei vantaggi delle diverse opzioni disponibili, come ad esempio i materiali semiconduttori alternativi al silicio, che permettono di raggiungere rendimenti molto elevati e i sistemi a concentrazione con recupero del calore. A che punto è la ricerca sul solare termodinamico? Abbiamo fatto molti passi avanti nel campo delle tecnologie d’avanguardia, in particolare la sperimentazione sul solare termodinamico, che Enel ha avviato tramite il progetto Archimede presso la centrale di Priolo Gargallo
www.enelgreenpower.it (Siracusa). Si tratta della prima applicazione, a livello mondiale, di integrazione tra un ciclo combinato a gas con un impianto solare basato su una tecnologia fortemente innovativa elaborata dall’Enea. Le state esaminando tutte le risorse, le biomasse, per esempio? Ci sono due progetti già in fase di completamento all’interno del Gruppo: la conversione a biomasse della centrale termoelettrica di Mercure (Basilicata) e l’installazione nella centrale del Sulcis, presso Cagliari, di un nuovo gruppo termoelettrico idoneo ad utilizzare residui vegetali come combustibile. Si sta inoltre lavorando alla realizzazione di aree pilota per coltivazioni ad uso energetico in territori agricoli attualmente poco utilizzati e in via di spopolamento, con l’obiettivo di utilizzare le biomasse nella generazione elettrica e nella cogenerazione. Vogliamo parlare della parte “romantica” della produzione di energia pulita. Mi riferisco all’idroelettrico? Eh!Si!... La produzione di energia idroelettrica occupa una posizione di assoluto rilievo a livello mondiale. In Italia copre circa il 15% della domanda elettrica nazionale, grazie al fondamentale impegno di Enel che, ha sviluppato un know-how importante che pone la Società all’avanguardia nel mondo nello svi-
luppo di questa fonte di energia rinnovabile, pulita ed economica. In Europa il potenziale idroelettrico è ormai quasi del tutto utilizzato. Per questa ragione, oltre a rendere più efficienti le tecnologie esistenti, si guarda con particolare interesse allo sviluppo dell’idro fluente che, pur essendo di limitata potenza unitaria, può diventare complessivamente un contributo non trascurabile alla copertura della domanda elettrica. Il ruolo della mini-idraulica, peraltro, viene ulteriormente valorizzato anche dalle crescenti esigenze di salvaguardia dell’ambiente. Gli impianti idroelettrici di piccola taglia sono infatti caratterizzati da modalità costruttive e organizzative di scarso impatto sul territorio. Inoltre possono essere gestiti anche da piccole comunità, nonché integrati in un uso plurimo ed equilibrato della risorsa acqua. Attualmente Enel Green Power gestisce in Italia oltre 270 centraline idroelettriche (per una potenza complessiva di 1.507 MW), con un rilevante impegno professionale per la garanzia della sicurezza e della manutenzione delle opere idrauliche. Ma l’impegno per lo sviluppo idroelettrico prosegue in molti altri Paesi.Al di fuori dei confini nazionali, sono circa 100 gli impianti idroelettrici di Enel Green Power, per una potenza complessiva installata di circa 1.000 MW. L’ultima domanda riguarda la geotermia, last but not least, messa apposta per ultimo perché il nostro giornale è molto vicino alla promozione di questa risorsa. Ci dà qualche cifra? Certo! L’Italia è il Paese dove l’energia geotermica è stata sfruttata per la prima volta a fini industriali ed è tuttora uno dei principali produttori di energia geotermoelettrica. Sono passati oltre 100 anni da allora e oggi la storia della geotermia è diventata un vanto dell’industria energetica italiana e un fiore all’occhiello per Enel Green Power, che attualmente gestisce 31 impianti geotermoelettrici in Val di Cecina e sull’Amiata (Toscana), con oltre 8.700 utenze di teleriscaldamento, calore geotermico per 25 ettari di serre e una produzione elettrica di oltre 5 miliardi di kWh l’anno, pari al consumo medio di circa 2 milioni di famiglie italiane. L’ulteriore sviluppo della produzione geotermoelettrica in Italia rappresenta un obiettivo importante della strategia di Enel Green Power. Che è anche impegnata a rafforzare con nuove iniziative all’estero il proprio ruolo di leadership indiscussa nel panorama mondiale dell’energia geotermica. E voi, come giornale seguirete i nostri lavori? A proposito complimenti per l’iniziativa editoriale. In bocca al lupo”.
EnelGreenpower in pillole.
Italia: 2.513 MW installati, di cui 331 MW di eolico 671 MW di geotermico 4 MW di solare-fotovoltaico 1507 MW di idroelettrico. Spagna: 374 MW installati, di cui 322 MW di eolico 26 MW di idroelettrico 26 MW di cogenerazione. Nord America: 573 MW installati, di cui 231 MW di eolico 7 MW di geotermico 314 MW di idroelettrico 21 MW di biomasse. America Latina: 664 MW installati, di cui 24 MW di eolico 640 MW di idroelettrico. Inoltre: circa 100 MW di eolico sono già stati installati in Francia e in Grecia, mentre sono in corso di implementazione importanti progetti in alcuni paesi dell’Est europeo (Romania e Bulgaria). 77
PERISCOPIO PLANNING, L’ECO-AGENDA DI ENERGEO APPUNTAMENTI E DATE DA RICORDARE
22 Aprile
È la giornata simbolo della sensibilità ambientale collettiva dedicata alle emergenze ambientali e coinvolgerà oltre mezzo miliardo di persone in 174 nazioni.
GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA
Mobilitazione planetaria per la manifestazione giunta alla sua 39esima edizione. In tutto il mondo si moltiplicano le iniziative per promuovere una riflessione sull’importanza di una corretta gestione delle risorse ambientali.
A
lle conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici è dedicata la Giornata Mondiale della Terra - Earth Day che si celebra mercoledì 22 aprile in 174 paesi del mondo. Il 22 aprile 1970, rispondendo ad un appello lanciato dal senatore democratico Gaylord Nelson, 20 milioni di cittadini americani si riversarono nelle strade e nei parchi per una serie di manifestazioni in difesa dell’ambiente, contribuendo così alla nascita della Environmental Protection Agency (EPA), e in seguito dei movimenti per la salvaguardia dell’ambiente come Greenpeace. La Giornata mondiale della Terra (Earth Day) è celebrata oggi in 174 nazioni con modalita’ diverse (4 mila gli eventi in programma) con lo scopo di sensibilizzare cittadini e politici sulla necessita’ di intraprendere “buone azioni” per il nostro pianeta.
Tra le iniziative spicca quella di
RAPPORTO LEGAMBIENTE “COMUNI RINNOVABILI”: UNA RIVOLUZIONE VERDE
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olare fotovoltaico, solare termico, energia eolica, mini idroelettrico, geotermia, biomasse: la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili è in forte crescita in Italia e sta trasformando profondamente vecchi modelli di approccio al dilemma di scelte difficili tra sviluppo economico, salvaguardia dell’ambiente, qualità della vita. Una forte crescita che, in realtà, si potrebbe quasi definire una avanzata trionfale se si esaminano i risultati della quarta edizione del rapporto “Comuni rinnovabili”, rapporto realizzato da Legambiente con l’elaborazione dei dati forniti dai Comuni che hanno risposto a un questionario, e incrociando quei dati con studi specifici di Gse, Enea, ma anche di Regioni, Enti Locali e aziende. Il primo dato, davvero esaltante, è che ben 5.991 Comuni – il 79 per cento di tutti i Comuni italiani – hanno installato almeno un impianto per la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili. Una crescita davvero esponenziale se si considera che il numero dei Comuni “virtuosi” è più che raddoppiato in un solo anno. Sono dati particolarmente confortanti 78
invitare tutti i cittadini a telefonare a governanti e parlamentari, per spronarli a “mettere in atto leggi rigorose e giuste sui cambiamenti climatici” (per l’Italia il sito degli organizzatori riporta il numero di telefono della Camera dei Deputati). Nei soli Stati Uniti d’America l’obiettivo degli attivisti dell’Earth Day e’ quello di generare un milione di telefonate al Congresso.
A Roma, in piazza del Campidoglio, è previsto per le 20 un concerto “a impatto zero”
con Vinicio Capossela, Sud Sound System e Cesaria Evora. Per usare le parole del pioniere dell’ecologia moderna Barry Commoner, la Giornata mondiale della terra è in qualche modo il giorno in cui l’uomo fa la pace col pianeta su cui vive. È la giornata simbolo della sensibilità ambientale collettiva. L’Earth Day è un’occasione per sentirci tutti coinvolti e responsabili: in
questo senso i singoli possono fare molto con il loro comportamento quotidiano, con un utilizzo più consapevole delle risorse e con una quotidiana e continua opera di sensibilizzazione degli altri.
perchè testimoniano una progressiva consapevolezza ecologioca, l’esigenza di pensare a un futuro più pulito e sostenibile senza rinunciare allo sviluppo economico. Senza dimenticare – aggiunge il rapporto di Legambiente – che queste “buone pratiche” delle energie rinnovabili sono in grado “di far risparmiare soldi alle famiglie e alle Amministrazioni che sappiano investire in innovazione, aumentando significativamente i livelli di comfort abitativi e qualità della vita”. Un altro dato significativo che emerge dall’ultimo rapporto di Legambiente è che queste buone pratiche sono ugualmente diffuse su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud, e tanto nei Comuni maggiori quanto in quelli più piccoli, diversificando soltanto –sulla base di situazioni e caratteristiche locali – la scelta della fonte rinnovabile. Così, ad esempio, il piccolo Comune di Monrupino, sul Carso triestino, è in testa alla classifica per il solare fotovoltaico, con una produzione di energia pulita di molto superiore alle esigenze della popolazione residente. Lecce, invece, copre l’intero fabbisogno di energia pari suoi 50 mila abitanti con un mix composto da impianti solari termici, fotovoltaici ed eolici. Ed è proprio la grande diversificazione delle fonti rinnovabili, scelte caso
per caso a seconda delle caratteristiche ambientali e geomorfologiche del territorio, a rappresentare una straordinaria ricchezza di possibilità. Ad esempio, dei 5.991 Comuni “virtuosi”, 245 hanno realizzato impianti eolici in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di 3 milioni e 102 mila famiglie. Sono invece 698 i Comuni che hanno scelto impianti di mini-idroelettrico, mentre 73 Comuni – tutti in Toscana, tra le province di Siena, Grosseto e Pisa – sfruttano la risorsa della geotermia con una produzione di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di oltre 2 milioni e 200 mila famiglie. Da segnalare ancora che sono 604 i Comuni che hanno impianti di biomassa, con una forte crescita di impianti collegati a reti di teleriscaldamento. Una situazione, dunque, in rapida e positiva evoluzione. “Il territorio italiano – ha commentato Edoardo Zanchini, responsabile del settore energia di Legambiente – possiede tutte le risorse per diventare il palcoscenico di una rivoluzione energetica e ambientale incentrata sulle fonti rinnovabili, valorizzando le risorse naturali (sole, vento, acqua, biomasse, sottosuolo) attraverso le più moderne tecnologie e una declinazione locale capace di creare lavoro e ricerca applicata”.
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BANDO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE PER FINANZIARE INTERVENTI DI EFFICIENZA ENERGETICA ED UTILIZZO DELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI IN AREE URBANE
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inanziare progetti di ricerca finalizzati a interventi di efficienza energetica e all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili in aree urbane: è questo lo scopo del bando emanato dal Ministero dell’Ambiente, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.299 del 23 dicembre 2008. Il bando, che mette a disposizione fondi per 10 milioni di euro, vuole in sostanza dare una risposta concreta a quanti, di fronte alla volontà di impiegare energie rinnovabili in città per ridurre le emissioni inquinanti, si trovano di fronte a problemi di non facile soluzione. Infatti, il processo di conversione dell’utilizzo energetico richiede spesso, negli angusti spazi urbani che sono difficili da gestire e da modificare, non solo investimenti consistenti, ma anche nuove idee e
EDILIZIA E TUTELA DELL’AMBIENTE APPUNTAMENTO CON LEED
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etti verdi” ricoperti di vegetali, per migliorare l’isolamento termico, sistemi per utilizzare l’acqua piovana, impianti che riducono l’inquinamento luminoso. Sono alcune delle caratteristiche che rendono un edificio più sostenibile dal punto di vista
NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DEL FOTOVOLTAICO
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on solo Benedetto XVI è stato il primo papa a parlare di "uso non equilibrato di energia nel mondo”, ma il Vaticano appare seriamente “convertito” alle fonti rinnovabili.Nel nome della sostenibilità sono sempre più numerose le chiese scelgono di alimentarsi con l’energia solare. Mentre il Governo chiude con i francesi un accordo per la costruzione di nuove centrali nucleari, quasi contemporaneamente nel governo della Chiesa italiana, la CEI, si fa largo l’idea di dotare ogni parrocchia di impianti fotovoltaici ed eolici. E’ stato infatti presentato alla Presidenza dell’Istituto Centrale di Sostentamento del Clero il progetto Fiat Lux che prevede l’ingresso delle energie rinnovabili nelle parrocchie italiane. Si tratta di dare energia ed illuminare le chiese del nostro Paese utilizzando pannelli solari e mini impianti eolici. Certo si dovranno risolvere non facili
soluzioni. Possono presentare domanda di contributo le imprese associate, anche in forma temporanea. L’associazione deve comprendere enti pubblici di ricerca e, in via facoltativa, anche associazioni di categoria, agenzie energetiche locali, ESCO, agenzie enti o istituti preposti alla comunicazione, informazione e formazione in materia ambientale ed enti pubblici. Vediamo un po’ più in dettaglio i settori di intervento del bando del Ministero dell’Ambiente: incremento dell’efficienza energetica negli usi finali e utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, con particolare riguardo agli interventi mirati alla riduzione delle emissioni inquinanti in aree urbane; produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno da fonti di energia rinnovabili; interventi sui sistemi di locomozione e infrastrutture dedicate, per il miglioramento della qualità ambientale in aree urbane. Il costo complessivo ammissibile di ogni singolo progetto presentato dovrà essere non inferiore ai 300 mila euro e non superiore ai 3 milioni di euro. Il bando scade il 23 maggio 2009 ambientale ed economico e che vengono prese in considerazione quando la progettazione segue i criteri di LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), il sistema di certificazione per l’edilizia sostenibile nato negli Stati Uniti e diffuso in oltre 60 Paesi del mondo. Se ne è parlato durante il seminario LEED “Edilizia e tutela dell’ambiente. La conservazione delle risorse territoriali e ambientali e la sostenibilità dei siti”, organizzato venerdì 13 marzo dall’Uniproblemi di integrazione architettonica per la salvaguardia del valore artistico delle opere su cui si dovranno installare pannelli e pale ma l’esempio viene dall’alto: il Vaticano ha trasformato il tetto dell’aula Nervi dove si tengono le udienze del Papa, in un impianto fotovoltaico in grado di produrre 350 MWh/anno di energia elettrica. La grande superficie del tetto della Sala Nervi, detta anche Aula Paolo VI, è stata infatti coperta da 2400 pannelli fotovoltaici, che comunque lasciano immutato lo skyline del Vaticano, essendo praticamente invisibili da terra. “Con questo impianto – dicono fonti vaticane - "in circa due settimane eviteremo l’immissione nell’atmosfera di 200 tonnellate di diossido di carbonio, l’equivalente energetico di 70 tonnellate di petrolio”. Ma non si tratta di un “miracolo” tutto italiano: in Germania oltre 700 chiese sono alimentate da energia solare prodotta con impianti fotovoltaici. A proposito, a Serratelle, in provincia di Pisa, si sta per inaugurare il primo campanile fotovoltaico d’Italia.
versità di Trento, dal Distretto Tecnologico Trentino e dal GBC Italia a Povo in provincia di Trento. Fra le tematiche affrontate dai relatori, i criteri di scelta dei siti per la realizzazione degli edifici, la conservazione delle risorse ambientali e anche i più recenti risultati nelle ricerche per misurare l’effetto “isola di calore”, fenomeno che determina un microclima più caldo all'interno delle aree urbane cittadine, rispetto alle circostanti zone periferiche e rurali.
IMPRESE ITALIANE SOSTENIBILI: ICET INDUSTRIE C’è un’azienda tutta italiana che di sostenibilità nella costruzione delle chiese e dei luoghi di culto se ne intende. Si tratta di ICET Industrie di Poggibonsi, nel cui core business ci sono interventi e progetti multisettoriali che consentono la realizzazioni di lavori “chiavi in mano” avanzatissimi e “virtuosi” anche per gli edifici religiosi. Ancora prima che decollasse il progetto Fiat Lux , uno staff di giovani ingegneri era completamente dedicato allo studio e alla ricerca di soluzioni innovative di risparmio energetico. ICET è nota per l’utilizzo di materiali selezionati e la cura dei dettagli, come quello dell’inserimento in un tubo d’acciaio di una pergamena che ricorda la posa della prima pietra. “Nella prossima pergamena illustreremo le moderne tecnologie per rendere ecosostenibili i luoghi di culto - anticipa l’intraprendente e dinamico presidente Alighiero Irani che può considerarsi uno dei pionieri dell’industria sostenibile. 79
PERISCOPIO QUALICERT, UN PROGETTO PER CERTIFICARE LA PROFESSIONALITA’ DEGLI ISTALLATORI DI IMPIANTI DA FONTI RINNOVABILI
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partire dal trattato di Lisbona del marzo 2000, l’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di diventare l’economia basata sulla conoscenza più dinamica del mondo. Ciò significa investire massicciamente nella ricerca (fonte di nuove conoscenze), nell’istruzione e nella formazione. Durante un meeting, a Bruxelles, i Capi di Governo dell’UE hanno richiesto la creazione di un European Qualification Framework (EQF), inteso come un meta-quadro di riferimento, finalizzato a incrementare la trasparenza delle qualifiche e a sostenere reciproca fiducia. Tali principi sono stati recepiti nella risoluzione
INDAGINE SULLA MOBILITA' URBANA, LA PALMA DELLA SOSTENIBILITA’ VA A PARMA
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ultimo rapporto di Euromobility e Kyoto Club sulla mobilità sostenibile in 50 città italiane, rivela alcuni dati particolarmente interessanti. L’indagine - realizzata in collaborazione con Assogasliquidi e il Consorzio Ecogas e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente - voleva chiarire alcuni parametri relativi alla mobilità urbana: come ci si sposta in Italia, con quali mezzi preferibilmente si viaggia, qual è il loro livello di inquinamento atmosferico, in quale città – in sostanza – si vive meglio per quanto riguarda il rapporto fra trasporto, qualità dei servizi e salubrità atmosferica. Ad aggiudicarsi il titolo di città più “eco-mobile” d’Italia è stata, quest’anno, Parma che toglie così lo scettro a
RACCOLTA DIFFERENZIATA? A RIACE CI PENSANO ROSINA E ROSETTA
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ue asini, o meglio, due asinelle- Rosina e Rosetta, i loro nomi-, svolgono il servizio comunale della raccolta differenziata dei rifiuti nel centro storico di Riace. Nelle strette stradine l’inquinamento atmosferico è fortemente ridotto perchè, almeno per il servizio di nettezza urbana, non circolano più camioncini o furgoni. E così, con un provvedimento sicuramente insolito e nuovo, ma che in realtà è un ritorno all’antico, Riace lancia un segnale, forse piccolo ma molto importante, su come sia possibile contribuire in ogni modo, anche con scelte che appaiono minori, alla salvaguardia dell’ambiente. Riace – duemila abitanti, nell’alto Jonio reggino, in Calabria - è nota in tutto il mondo per le due straordinarie statue in bronzo e ora la scelta di impiegare due asinelle per garantire la raccolta rifiuti lo qualifica certamente
legislativa del Parlamento europeo del 24 ottobre 2007. Un ulteriore strumento in questa direzione è l’EUROPASS (Decisione n.2241/2004/CE), che rappresenta un insieme di documenti aggregati in un Dossier e pensati con l’obiettivo di rendere più trasparenti e leggibili i titoli, le qualifiche e le competenze acquisite nell’ambito di contesti di apprendimento formali, non formali e informali. Per completare il quadro delle direttive europee, l’ultima dal punto di vista temporale, è del 17 dicembre 2008: ”directive of the European Parliament and of the Council on the promotion of the use of energy from renewable sources”. In tale direttiva si prevede specificatamente, art.13, che i paesi membri si dotino di un sistema di certificazione di figure professionali di installatori di impianti da fonti rinnovabili di energia.
A tal proposito un consorzio di organizzazioni europee di produttori di impianti rinnovabili di energia ha presentato il progetto QualiCert, nell’ambito dell’iniziativa europea IEE. L’ENEA, Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, è partner di QualiCert che sta per: “Common quality certification and accreditation for installers of small-scale renewable energy systems”. Fin d’ora il responsabile ENEA del progetto, Ing. Anna Moreno, membro del comitato scientifico di Energeo Magazine, si rende disponibile a diffondere i risultati del progetto, che partirà a maggio, ed è interessata ad aprire un dibattito pubblico sul tema della definizione dei nuovi profili professionali necessari per una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili di energia. Chi è interessato all’argomento può contattarla a:
[email protected].
Bologna, prima in classifica nel 2007. Più in dettaglio, il monitoraggio di 50 città (i 20 capoluoghi di regione, i 2 capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti), ha permesso di stilare una graduatoria che ha tenuto conto di diversi fattori: innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing, bike sharing, taxi collettivi, piattaforme logistiche per le merci, mobility manager, car pooling e altro); lo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (Gpl, metano); l’ offerta di trasporto pubblico, le piste ciclabili, le ZTL, le corsie preferenziali; l’adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico. La vittoria è andata a Parma perché la città emiliana è risultata avere un trasporto pubblico che funziona, una quota rilevante di auto
a basso impatto ambientale, perchè ha realizzato importanti innovazioni nella gestione della mobilità, tiene sotto controllo lo smog e pianifica il traffico. Seguono nell’elenco Bologna, Firenze e Venezia a pari merito, quinta Padova, al sesto posto Torino, al settimo Bari, segue Modena all’ ottavo posto, Ferrara nona e Genova decima. Fanalini di coda nella classifica della mobilità sostenibile, Taranto, L’ Aquila, Campobasso. Se Brescia ha il maggior numero di biciclette in circolazione, Napoli ha uno dei primati negativi: è prima nella classifica delle città con le auto più inquinanti. Sono, infine, allarmanti i livelli di polveri sottili presenti nell’aria. Ben 44 città su 50 sono fuorilegge, le uniche che si salvano sono Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Catanzaro, Bolzano e Campobasso, dove lo sforamento dei limiti non è andato oltre i 35 giorni previsti dalla normativa europea.
tra i Comuni con una forte volontà di impegno nella difesa ambientale. Due asini con tanto di basto tradizionale sulla groppa, capaci di trasportare un carico massimo di cento chili per ogni viaggio, guidati da Gianfranco e Raffaele (due giovani della cooperativa “Il carrettiere” cui è stato affidato questo servizio comunale), potrebbero anche rappresentare una semplice curiosità estemporanea o una ulteriore attrazione turistica. Ma così non è perchè, come rileva il sindaco di Riace, Domenico Lucano, l’iniziativa “è un altro piccolo tassello, un obiettivo programmatico raggiunto dall’amministrazione comunale la cui attività è tesa all’attuazione di una governance in grado di interpretare le esigenze più profonde del territorio, per sviluppare, valorizzare e portare a regime le opportunità più impensabili. Sono occasioni di lavoro per i giovani, per una crescita ambientale, civile e culturale della comunità”. D’altra parte, l’idea messa in pratica a Riace rappresenta la riscoperta di una antica tradizione.
”L’asino- ricorda il sindaco, Domenico Lucano-,è un simbolo del nostro mondo contadino, ci riporta indietro negli anni, al nostro passato,con immagini e ritmi di vita che i nostri giovani non conoscono più e che meritano invece di essere rivissuti. Ma,soprattutto, l’impiego di due asini per la raccolta differenziata dei rifiuti nel centro storico ci permette di tornare a un ecosistema sostenibile e all’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico”. Rosina e Rosetta, le due asinelle di Riace, lavorano cinque ore al giorno, a giorni alterni, soltanto nelle stradine del borgo antico e sono in grado di garantire anche un consistente risparmio alle casse comunali,come ha ricordato il sindaco, Lucano. Per il loro acquisto sono stati spesi circa duemila euro, una somma uguale è prevista – ogni anno - per le spese di custodia, per la biada e per le eventuali cure veterinarie: infinitamente meno di quanto si dovrebbe spendere se lo stesso servizio fosse svolto con camioncini o furgoni.
BENVENUTA ENERGIA
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l più grande impianto fotovoltaico della provincia di Siena, che sarà finanziato da Monte dei Paschi e che verrà realizzato dalla società Anqua srl nel comune di Radicondoli, disporrà di pannelli per 16mila metri quadrati e svilupperà una potenza 1 megawatt, coprendo le esigenze energetiche di 600 famiglie e consentendo di evitare l'emissione nell'ambiente di circa 25mila tonnellate di anidride carbonica. Il finanziamento da 5 milioni di euro, firmato da Gianfranco Cenni, responsabile dell'Area Territoriale Toscana Centro Sud di Banca Monte dei Paschi, e da Andrea Pannocchieschi d'Elci, amministratore della Anqua srl, rientra in "Welcome Energy", pacchetto di servizi predisposto dal Gruppo Montepaschi a sostegno delle imprese e dei privati che vogliono investire nelle energie rinnovabili. “Ho trovato in Banca Monte dei Paschi di Siena un interlocutore in grado di comprendere le reali esigenze dell'imprenditore agricolo - ha commentato Andrea Pannocchieschi d'Elci, amministratore della società Anqua nonché presidente di Agroenergia, associazione di imprenditori agricoli che stanno
CON L’INIZIATIVA “ENERGIA IN GIOCO” E “YOUNG ENERGY” Enel PREMIA I GIOVANI E L’ENERGIA INTELLIGENTE
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ltre 440.000 studenti e più di 7.000 istituti italiani e della Romania, Slovacchia, Bulgaria, Cile, Costa Rica e Guatemala, hanno partecipato quest’anno ai concorsi “Energia in gioco” e “Young Energy” lanciati dall’Enel. I vincitori sono stati premiati nel corso di una cerimonia, a Roma. “Energia in Gioco – ha affermato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, presente all’incontro – conferma la sensibilità diffusa che i giovani nutrono per l’ambiente. Gli oltre quattrocentomila studenti che hanno partecipato al concorso dimostrano come, con un linguaggio appropriato e una metodo-
sviluppando progetti legati alla multifunzionalità dell'agricoltura in campo energetico. “Il buon esito dell'operazione è stato raggiunto grazie a un prodotto che, oltre a offrire il finanziamento a medio lungo termine dell'impianto fotovoltaico, prevede consulenza e servizi che coprono ogni esigenza dell'azienda realizzatrice”. Il Gruppo Montepaschi persegue da tempo la strada della sostenibilità ambientale, sia nel risparmio energetico che nello sviluppo di fonti rinnovabili. “In momenti complessi come quelli che stiamo vivendo, la sensibilità della Banca ai temi energetici è cresciuta - ha detto Gianfranco Cenni, capoarea Toscana Centro Sud di BMps-. Con l'operazione in favore della società Anqua verrà realizzato un grande progetto di sviluppo sostenibile, di crescita equilibrata nel rispetto del paesaggio e dell'ambiente. L'impianto consentirà di applicare le indicazioni del protocollo di Kyoto, e confermerà la sensibilità ambientale diffusa tra gli abitanti della nostra provincia. Questo primo importante investimento potrà fungere da volano per altre iniziative, intraprese anche da soggetti privati e famiglie che realizzano piccoli impianti integrati nell'ambiente”. logia adeguata, i giovani abbiano tanto da dire per migliorare l’ecosistema”. “Con Energia in Gioco – ha dichiarato l’AD di Enel, Fulvio Conti (nella foto) – l’Enel conferma l’attenzione al mondo dei giovani e all’educazione ambientale. Sensibilizzare gli studenti ai temi dello sviluppo sostenibile, dell’efficienza energetica, nonché al valore della ricerca scientifica, contribuisce a creare una cultura attenta e consapevole dei nuovi scenari energetici”. I ragazzi si sono sfidati nel trovare soluzioni efficaci per migliorare la qualità della vita e promuovere un utilizzo intelligente dell’energia elettrica nei luoghi in cui vivono, trasformando le città in modelli di efficienza energetica e di risparmio a beneficio dell’ambiente e dell’ intera collettività. Gli studenti di Paesi esteri sono stati chiamati a mettere alla prova le loro capacità creative e progettuali con un concorso dal titolo: “Tante idee luminose per la tua città”. Con la nuova edizione, Energia in Gioco e Young Energy confluiscono in un unico grande progetto PlayEnergy creando un vero e proprio network internazionale dell’energia. Cresce infatti la dimensione internazionale del progetto che coinvolgerà nuovi Paesi come Russia e Stati Uniti oltre alla già consolidata partecipazione di Italia, Romania, Slovacchia, Bulgaria, Guatemala, Cile, e Costa Rica. Con PlayEnergy l’energia diventa un terreno di dialogo ideale per mettere in contatto giovani di tutto il mondo, offrendo loro un’occasione formativa privilegiata e originale e contribuendo alla crescita e al progresso dei Paesi coinvolti dall’iniziativa.
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