Energeo N. 003 ( Giugno - Luglio 2009 )

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Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale Dl 353/2003 (conv. In L.27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, CB/Torino - anno 2 numero 2 - Giugno Luglio 2009 - Abbonamento a 6 numeri 40 euro.

ESCLUSIVO NASCE IL PROGETTO DI RETE DELL’ANCI Speciale EUSEW 2009

Campaign Associate

Periodico per le Comunità Eco-Sostenibili, Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna Sustainable Energy Europe, Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica

Anno 2 - Numero 2 (Giugno-Luglio Prezzo di copertina 8,00 euro - Copia omag-

Dal G8

LA SFIDA GLOBALE PER SALVARE IL CLIMA

In Toscana sviluppo a tutto vapore

Patto per l’ambiente tra Governo e aziende 1

Editoriale DAL G8 LA SFIDA GLOBALE PER SALVARE IL CLIMA

A

l vertice dell’Aquila il dossier sui cambiamenti climatici era tra quelli più scottanti sul tavolo delle trattative, la priorità dei leader del G8 è stata quella di raggiungere, in vista di Copenaghen, un accordo globale post 2012 che preveda riduzioni concrete delle emissioni, incentivando gli investimenti necessari per dar vita ad un’economia in grado da una parte di fronteggiare i cambiamenti climatici, dall’altra di creare nuovi posti di lavoro e trainare la crescita. In sostanza le misure volte a fronteggiare la crisi economica dovranno essere adottate contemporaneamente a quelle finalizzate a contrastare i cambiamenti climatici. Nel capoluogo abruzzese duramente provato dal terremoto, sono emersi una serie di obiettivi chiave: innanzitutto la necessità di rispettare il traguardo dei 2°C; l’esigenza di raggiungere l’obiettivo di ridurre almeno del 50% le emissioni globali entro il 2050 e l’impegno dei paesi industrializzati di ridurre le emissioni dell’80% nello stesso periodo. I fondi stanziati per la lotta contro i cambiamenti climatici daranno un contributo determinante in questo senso, l’Ue si è dichiarata pronta a fare la sua parte fino in fondo: gli Stati membri, fieri degli impegni assunti per ridurre le emissioni del 20% entro il 2020, sono pronti a fare anche di più, sviluppando ulteriormente il meccanismo di sviluppo pulito in modo da far beneficiare anche le popolazioni più povere del pianeta dei nuovi investimenti e delle nuove tecnologie. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon ha chiesto di essere ‘’audaci e ambiziosi’’ perché ‘’il tempo delle belle parole e delle mezze misure è finito’’ e il cambiamento climatico imporrà delle sfide ben più difficili della crisi economica. Un invito ai potenti del mondo riuniti all’Aquila a ‘’prendersi cura della creazione’’ è stato rivolto anche dal Papa, che è leader morale globale. La protezione dell’ambiente ‘’è una sfida per tutti, perché si tratta di difendere e di valorizzare un bene collettivo’’, ha detto Benedetto XVI. Per la prima volta i maggiori Paesi industrializzati e quelli emergenti hanno riconosciuto la necessità di contenere entro i due gradi centigradi il surriscaldamento del pianeta. Ma Cina e India non hanno voluto indicare l’obiettivo di un taglio del 50% delle emissioni di CO2 entro il 2050 ri-

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G8: Family photo dei leader, nell’ultimo giorno di lavoro del vertice G8 all’Aquila

Da sinistra: il Presidente del Sud Africa Jacob Zuma, il Consigliere di stato cinese Dai Bingguo, il Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, il Premier indiano Manmohan Singh, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il Premier del Regno unito Gordon Brown, il Presidente francese Nicolas Sarkozy, il Cancelliere tedesco Angela Merkel, il Premier canadese Stephen

spetto ai livelli del 1990. Un obiettivo per il quale si erano molto battuti Usa e Ue. I leader degli Otto hanno intanto sottoscritto una dichiarazione con cui si impegnano a raggiungere un accordo complessivo a dicembre a Copenaghen. “Intendiamo garantire la nostra prosperità presente e futura assumendo la guida nella lotta contro i cambiamenti climatici”, si legge nel testo. “Facciamo appello agli altri Paesi industrializzati e alle economie emergenti affinché si impegnino attivamente”, continua il documento, “in linea con il principio delle responsabilita’ comuni e differenziate, e sulla base delle rispettive capacità”. Nel testo che è stato approvato dai Paesi del Mef (gli Otto più

Australia, Brasile, Cina, Corea del sud, India, Indonesia, Messico e Sudafrica) e la Danimarca (per il ruolo di presidente della conferenza), si riconosce “l’opinione scientifica secondo la quale l’incremento della temperatura media globale al di sopra dei livelli pre-industriali non dovrebbe eccedere i due gradi centigradi”. È in assoluto la prima volta che i Paesi industrializzati e quelli emergenti fanno proprie le opinioni scientifiche del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu. Riguardo al mancato accordo sul taglio del 50 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2050, il negoziatore indiano, Dinesh Patnaik, ha accusato i Paesi industrializzati

Harper, il Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi, il Premier giapponese Taro Aso, il Presidente russo Dmitry Medvedev, il Presidente del Consiglio Europeo e Primo Ministro del Regno di Svezia Fredrik Reinfeldt, il Presidente messicano Felipe Calderon e il Presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso.

di non aver voluto fissare obiettivi di medio termine e di non essersi impegnati a fornire aiuti e tecnologie per la transizione delle economie emergenti verso le energie pulite. E la Cina, in particolare, ‘’non può che essere l’attore principale, assieme agli Stati Uniti, dell’intesa globale su ambiente e cambiamenti climatici cui stiamo lavorando da mesi in vista della conferenza Onu di Copenaghen’’, ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. -Per essere credibili - ha sottolineato - occorre partire subito’’ e fissare ‘’un’indicazione a medio termine’’ sul fronte della riduzione delle emissioni. Il Ministro ha riferito che ‘’il problema è

sulla mitigazione’’ mentre ‘’su adattamento e tecnologie c’é sostanzialmente un accordo’’. Sulla mitigazione, ha quindi aggiunto: ‘’all’Aquila non ci possiamo aspettare di entrare nel merito delle cifre ma affermare una riduzione nel medio periodo, 2020-2025, è un grandissimo risultato. Non possiamo fissarci su una percentuale di riduzione uguale per tutti, ci vuole flessibilità perché c’è chi parte più avvantaggiato di altri. Con questa flessibilità è più facile incontrare il favore di paesi come Cina e India che in questo momento, insieme al Brasile, stanno mostrando un irrigidimento’’. Questi paesi ‘’fanno fatica a vincolarsi ad obiettivi internazionali ma confido nella capacita’ del presidente Berlusconi’’.

L’INCOGNITA CINESE È stata dunque raggiunta l’intesa sul contenimento del riscaldamento globale (non più di 2 gradi oltre la temperatura media globale dell’era preindustriale, non quella sulla riduzione dei gas serra. Il cinese Hu Jintao, che era assente, in tacito accordo con l’indiano Manmohan Singh, ha di fatto svuotato l’accordo sul clima. I due maggiori paesi emergenti reclamano la loro quota di inquinamento per crescere. Davvero i cinesi si assumeranno la responsabilità di bloccare un accordo globale? Davvero penseranno di poter tenere in ostaggio il mondo? L’impressione è che la partita si giocherà a due, tra Cina e Stati Uniti, le due superpotenze dell’inquinamento (insieme producono il 40% delle emissioni globali annue di gas serra). Non dimentichiamo, in tema di crisi economica e finanziaria, che la Cina (che continua a crescere dell’8%) finanzia buona parte del deficit statunitense. Le rispettive diplomazie da mesi sono al lavoro, se Washington e Pechino riusciranno a trovare un accordo assisteremo ad una rivoluzione delle tecnologie pulite e dell’efficienza energetica, la strada più veloce per ridurre le emissioni. E sarà il più gigantesco passo avanti nella storia della diplomazia per il cambiamento climatico. Con la fine del vertice avrà inizio un duro periodo di delicate trattative: riusciranno Hu e Obama ad annunciare il raggiungimento di un accordo formale? Appuntamento a fine anno a Copenhagen. T.R.

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Sommario 28

CONTRAPPUNTI MA QUANTA OCCUPAZIONE GENERANO LE RINNOVABILI?

Direttore responsabile: Taty Rosa [email protected]

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I CONTI IN TASCA

Redazione: Pierpaolo Bo [email protected]

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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE

EFFETTO G8 PATTO PER L’AMBIENTE FRA GOVERNO E AZIENDE Il Ministro Stefania Prestigiacomo

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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE LA CAMPAGNA SEE E IL PATTO DEI SINDACI

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APPUNTAMENTI LA CITTÀ SOSTENIBILE

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FOCUS UN OSSERVATORIO AL SERVIZIO DELLA SOSTENIBILITÀ Nasce SEDO, l’Osservatorio sullo Sviluppo delle Energie Sostenibili

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INTERVISTA SFIDA VERDE NUOVI IMPEGNI DEL GOVERNO ITALIANO A colloquio con il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia

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INTERVISTA EFFICIENZA ENERGETICA PER GLI EDIFICI PUBBLICI A colloquio con il Presidente dell’Enea Luigi Paganetto ATTUALITÀ OGGI ESCO Come superare gli ostacoli dei severi vincoli del Patto di Stabilità

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RAPPORTO GEOTERMIA GEOTERMIA, IN TOSCANA SVILUPPO A TUTTO VAPORE

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ENERGIA E IMPRESE GEO ENERGY SERVICE, UN PROGETTO DIVENTATO REALTÀ

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IL SETTORE DELLE BASSE ENTALPIE GUARDA ALLA TOSCANA GEOTERMICA

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EXPO POMARANCE 2009

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Co.Svi.G. E CITT COLLABORANO CON LA CAMERA DI COMMERCIO DI LESKOVAC

FOCUS IL PROGETTO DI RETE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE DELL’ANCI Anci: rinnovabili, sulle Linee Guida la parola anche ai Comuni

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L’OSSERVATORIO SULL’INDUSTRIA DELLE RINNOVABILI La scommessa che fa crescere l’economia

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I PUNTI CHIAVE Ecco le principali novità dell’Osservatorio

L’ITALIA CHE PRODUCE EDISON: IMPRESA VINCENTE UN PIANO ENERGETICO PER RILANCIARE GLI INVESTIMENTI A colloquio con Nicola De Sanctis, Direttore Fonti Rinnovabili del Gruppo INIZIATIVE SUL TERRITORIO VIAGGIO IN ITALIA ALLA RICERCA DELLE BEST PRACTICES

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EDIFICI DEI COMUNI: IL RISPARMIO ENERGETICO IN DUE MOSSE

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LA NUOVA STAGIONE DELLE RINNOVABILI, TOCCA AI COMUNI

CONFRONTI SCIENZA, SOSTENIBILITÀ E PACE Ecco le proposte del Meeting di San Rossore

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SAN ROSSORE, LUOGO DELLE IDEE

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A SAN ROSSORE IL DIBATTITO SULLE OPPORTUNITÀ DELLA SCIENZA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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PRIMO PIANO IL FINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI COMUNALI

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LA BEI IN CONTROTENDENZA Il progetto-pilota illustrato da Marcello Antinucci, direttore Aess-Modena

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VALLE D’AOSTA, LABORATORIO ALPINO SULLE RINNOVABILI

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INFO ENERGIA CHEZ NOUS, UN UFFICIO INFORMAZIONI A DISPOSIZIONE DEGLI UTENTI VALDOSTANI

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ENERGIA E PACE STRETTAMENTE LEGATE

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ENERGEO PER L’ABRUZZO SIAMO TUTTI ABRUZZESI

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RICOSTRUZIONE SOSTENIBILE

Marketing: Luigi Letteriello 334 120.71.85 Progetti speciali e Pubblicità: Promedia Srl [email protected] Segreteria di Redazione: Anna Seravelli Progetto e realizzazione grafica: Meakiki Communication www.meakiki.com - [email protected]

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ESCLUSIVO NASCE IL PROGETTO DI RETE DELL’ANCI

Campaign Associate

Periodico per le Comunità Eco-Sostenibili, Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna Sustainable Energy Europe, Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica

Anno 2 - Numero 2 (Giugno-Luglio 2009) Prezzo di copertina 8,00 euro - Copia omaggio.

Dal G8

LA SFIDA GLOBALE PER SALVARE IL CLIMA

In Toscana sviluppo a tutto vapore

Comitato Scientifico • Dipak Pant, professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza. • Carlin Petrini, fondatore e presidente di Slow Food, è tra le 50 persone che “potrebbero salvare il pianeta”, secondo l’autorevole quotidiano The Guardian, il quale ha stilato una lista di personalità che si sono distinte per il loro impegnonel combattere inquinamento ed effetto serra, nella salvaguardia degli ecosistemi, nella promozione di metodi di sviluppo sostenibile. • Vincenzo Antonucci, Dirigente di ricerca CNR-ITAE. • Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. • Sergio De Sanctis, manager e progettista settore Idrogeno. • Antonio Frattari, direttore Centro Universitario Edifici Intelligenti Università di Trento. • Marco Frey, doc. Economia e Gestione delle Imprese presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. • Alessandro Giari, Presidente APSTI. • Antonio Lumicisi, coordinatore Campagna SEE in Italia (Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare). • Anna Moreno, coordinatrice di Desire-NetProject. Dipartimento Innovazione-Enea. • Marzio Flavio Morini, Presidente Commissione Ambiente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) • Davide Poli, dipartimento di Sistemi elettrici e Automazione Università di Pisa. • Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. • Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena. Collaboratori: Michaela Barilari (Toscana), Puccio Corona (inviato), Claudio Chiaves, Annalisa d’Orazio, Claudia Grandi, Elena Jachia, Viviana Lupi (Trentino), Piero Minuzzo (Valle d’Aosta), Luisella Duilia Meozzi (Emilia-Romagna), Marcello Paris (inviato), Adriano Pessina, Carlo Sacchettoni, Alessandro Sbrana. Fotografie: Foto Ansa, Gerry Annone, Comune di Carmagnola, Relazioni Esterne Centrobanca, Mauro Comodi, Cosvig: Comunicazione e territorio, Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre, Ufficio Stampa Edison, Ministero

Patto per l’ambiente tra Governo e aziende

dell’Ambiente, Orano Pippucci, Renael, Presidenza Regione Toscana, Comune di Scansano, Uffcio Stampa Rigenergia, Foto Giornalismo Torrini, Presidenza Regione Valle d’Aosta. Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeo Magazine. Tutela della Privacy: Energeo Magazine viene inviato in abbonamento postale. Il fruitore del servizio può chiedere la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della Legge 675/96. Prezzo di copertina: € 8,00 Abbonamento a 6 numeri € 40,00 Diffusione on line: www.distrettoenergierinnovabili.it www.campagnaseeitalia.it www.edipress.net Direzione,Redazione,Abbonamenti Edipress Communications Sas Corso Re Umberto. 82 10128 Torino (+39)11 5682082 335 60.60.490 - 334 120.71.85 www.edipress.net [email protected] Ufficio di Corrispondenza: Firenze, Via Bellini, 58 +39055 368123 (Seravelli). Stampa Società Tipografica Ianni Srl Strada Circonvallazione, 180 - Santena tel. 011 9492580 Registrazione Tribunale di Torino N° 4282 del 18-12-1990 Copywrite Energeo Magazine Edipress Communications Sas Periodico bimestrale Poste Italiane S.p.A. - Spedizione Postale Dl 353/2003 (conv. in L.27.02.2004 n.46) art.1, comma 1, CB/Torino n°2 Giugno-Luglio 2009 Il periodico Energeo Magazine è iscritto nel Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) N° iscrizione 17843 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.

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EFFETTO G8

Un impegno da 12 miliardi di euro in tre anni, 11 aziende in campo, solare nelle stazioni ferroviarie, nelle autostrade e negli aeroporti. L’obiettivo è quello di favorire la crescita economica attraverso l’innovazione e la tutela ambientale.

U

n impegno da 12 miliardi di euro in tre anni, 11 aziende in campo e solare nelle stazioni ferroviarie, nelle autostrade e negli aeroporti. Obiettivo: favorire la crescita economica attraverso la valorizzazione dell’innovazione e della tutela ambientale. È quanto sancisce il “Patto per l’ambiente” contro cambiamento climatico e inquinamento in grado di far recuperare all’Italia anche il 25% del gap che separa il nostro Paese agli obiettivi del Protocollo di Kyoto. L’accordo e’ stato sottoscritto a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e da Enel, Eni, Edison, Società Autostrade, Edipower, Enac, Finbieticola, Ferrovie dello Stato, Italcementi, Sorgenia e Terna. Corsia “preferenziale” per i finanziamenti a favore delle rinnovabili, stop alle produzioni inquinanti, via libera alla valorizzazione delle eco-risorse, comprese quelle dai sottoprodotti e dai rifiuti, accordi di programma per stimolare l’innovazione eco sono i punti qualificanti del “Patto”. “Quello sottoscritto - ha detto Prestigiacomo al termine della firma - è un patto aperto a soggetti pubblici e privati e da domani è a disposizione di quanti si vogliono impegnare. Si tratta di un approccio nuovo dove le aziende sono costrette a mettere sul tavolo i loro progetti che una volta nel patto

diventano impegno’’. Tra gli impegni 1 miliardo Edison, 450 milioni Eni, 510 milioni Italcementi e 1,2 miliardi Sorgenia. In aggiunta a tale Patto per l’Ambiente, è in dirittura d’arrivo il Fondo Rotativo (legge finanziaria 27 dicembre 2007, n.296) per finanziamenti

Il Patto punta alla riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento in un’ottica che mira a conciliare tutela ambientale e crescita occupazionale ed economica ed alla promozione dell’innovazione tecnologica, mediante la sottoscrizione di accordi di programma volontari con imprese che investono in fonti rinnovabili e risparmio energetico.

In aggiunta al Patto, si prevedono, per i soggetti pubblici e privati, finanziamenti agevolati per la diffusione di tecnologie a basse emissioni e ad alta efficienza attraverso un fondo di rotazione di 600 milioni di euro per il periodo 2009-2012 che può stimolare investimenti fino a 3 miliardi di euro. di Kyoto è stimato attualmente in circa 30 milioni di tonnellate/anno, il fondo di rotazione e gli accordi volontari ridurranno il gap di circa il 25%. Fra gli interventi più significativi il solare nelle stazioni (impegno Fs al 2012 per 1,1 MW da fotovoltaico per 4 mln di euro); nelle autostrade (4 MW da fotovoltaico); negli aeroporti (progetto pilota per Lampedusa e Pantelleria con una prima fase di 20% di fabbisogno da rinnovabili). Quindi l’impegno delle aziende:

I magnifici 11

produzione di energia da fonti rinnovabili: Autostrade, Edipower, Edison, Enel, Eni, Italcementi, Sorgenia, Finbieticola; illuminazione ad alta efficienza: Autostrade; risparmio energetico: Autostrade, Eni, Terna; sostituzione di combustibili fossili con Cdr: Edipower, Enel, Italcementi; efficienza energetica: Edison, Enel, Italcementi, Sorgenia; trasformazione centrali: Edipower, Edison, Enel, Italcementi; fotovoltaico nei trasporti: Autostrade, Enac, Ferrovie.

L’impegno delle aziende: Produzione di energia da fonti rinnovabili: Autostrade, Edipower, Edison, Enel, Eni, Italcementi, Sorgenia, Finbieticola Illuminazione ad alta efficienza: Autostrade Risparmio energetico: Autostrade, Eni, Terna Sostituzione di combustibili fossili con Cdr: Edipower, Enel, Italcementi

a tasso agevolato per la diffusione di tecnologie a basse emissioni e ad alta efficienza per l’attuazione del Protocollo di Kyoto in Italia.

Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

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Si calcola che tale Fondo Rotativo, con una dotazione di 600 milioni di euro per i primi tre anni, potrà generare nel periodo 2009-2012 investimenti fino a 3 miliardi di euro. A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 aprile 2009 del relativo decreto, il Fondo sarà pienamente operativo non appena sarà emanata un’apposita Circolare attuativa. Nel prossimo numero di Energeo daremo ampie indicazioni in merito. Le iniziative promosse attraverso il Fondo consentiranno - nel periodo 2009-2012 - una riduzione della CO2 per circa 5 milioni di tonnellate/anno rispetto agli scenari di emissione. Tornando al Patto, con le 11 imprese aderenti all’iniziativa del Ministero dell’Ambiente, sono stati finora negoziati accordi che prevedono investimenti complessivi per circa 12 miliardi di euro. Le iniziative delle 11 imprese contribuiranno alla diversificazione delle fonti energetiche, alla innovazione tecnologica dei processi industriali, e consentiranno una riduzione delle emissioni di CO2 a partire dal 2014 per circa 8,5 milioni di tonnellate/anno. Considerato che il “gap” dell’Italia rispetto all’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 stabilito dal Protocollo

Efficienza energetica: Edison, Enel, Italcementi, Sorgenia Trasformazione centrali: Edipower, Edison, Enel, Italcementi

Finbieticola Spa

Fotovoltaico nei trasporti: Autostrade, Enac, Ferrovie.

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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE

Un aggiornamento sulla situazione in Italia in vista di Copenhagen

La Campagna SEE e il Patto dei Sindaci Al momento sono 70 le città italiane che hanno ratificato il proprio impegno nel Patto dei Sindaci approvando un’apposita delibera nel Consiglio comunale. Questo impegno si concretizzerà ancora di più allorché tali città presenteranno il proprio Piano di azione per l’energia sostenibile al fine di raggiungere gli obiettivi del Patto.

Il Ministro Stefania Prestigiacomo ha consegnato, il 14 luglio scorso, l’attestato di partecipazione, come evento a sostegno della campagna SEE, al prof. Mauro Miccio, Presidente del Comitato organizzatore ITALIA 2009 - World Cup Baseball. I campionati del mondo di baseball, ospitati quest’anno dall’Italia, hanno avuto infatti una particolare attenzione verso i temi ambientali mettendo in atto azioni per ridurre il loro impatto sul territorio e renderli quindi sostenibili dal punto di vista ambientale ed energetico.

L

’Unione europea indica che la riduzione delle emissioni di gas climalteranti del 20% potrà raggiungersi principalmente aumentando contestualmente l’efficienza energetica generale del 20% e arrivando a soddisfare i consumi interni di energia con una quota del 20% da fonti rinnovabili. In sintesi, l’ormai famoso 2020-20 al 2020. Un impegno ambizioso, più che uno slogan, ma raggiungibile se ognuno farà la propria parte. Il cosiddetto “Pacchetto energia” consta di una serie di atti normativi che dovranno essere finalizzati ed attuati da qui al 2020. Atti che per gli specifici ambiti settoriali di intervento investiranno le città europee del ruolo di protagoniste assolute. E questo vale anche per le città italiane che hanno già dimostrato una certa attenzione nei riguardi del Patto

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dei Sindaci, l’iniziativa della Commissione Europea per coinvolgere le comunità locali nella lotta ai cambiamenti climatici. Ma andiamo con ordine, in quanto il Patto dei Sindaci si inserisce, nel nostro Paese, all’interno di una strategia integrata di lotta ai cambiamenti climatici. Il raggiungimento degli obiettivi al 2020 passa anche attraverso una maggiore consapevolezza sui temi dell’energia. Consapevolezza che deve trovare spazio nei diversi livelli della nostra società. Laddove la partecipazione e il coinvolgimento degli attori locali nelle scelte di natura energetica sono garantiti, vi è la quasi certezza del successo. Al fine di aumentare questa consapevolezza sui temi dell’energia, la Commissione europea ha lanciato nel novembre del 2005 la campagna Energia sostenibile per l’Europa

(Sustainable Energy for Europe - SEE). La campagna SEE, aperta a soggetti pubblici e privati, si propone quindi con quattro obiettivi principali: aumentare la consapevolezza dei decision-makers nei diversi settori (pubblico, privato, ONG, ecc.) e ai diversi livelli (locale, regionale, nazionale ed Europeo); diffondere le migliori pratiche (best-practices) e contribuire agli obiettivi di politica energetica dell’Ue, migliorando la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e combattere i cambiamenti climatici; assicurare una conoscenza appropriata e un adeguato supporto per raggiungere un alto livello di consapevolezza pubblica; stimolare l’aumento degli investimenti privati nel settore delle tecnologie energetiche sostenibili. Tutti coloro (soggetti pubblici e privati) che presentano progetti ed iniziative che rispondono agli obiettivi sopra elencati possono diventare Partner della campagna SEE, operando all’interno di una delle cinque aree di lavoro della campagna stessa (comunità sostenibili; trasformazione del mercato; progetti dimostrativi; comunicazione, educazione e formazione; programmi di cooperazione). In Italia la campagna SEE viene coordinata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed ha chiuso il 2008 con il record europeo di partnership attivate, ben 104 alla data del 31/12/2008. Il precedente numero di Energeo Magazine ha ampiamente riportato su quanto fatto in Italia nel triennio 2005-2008. Nessun altro Paese europeo è riuscito ad attivare un numero così alto di partnership nello stesso triennio. E nei primi mesi del 2009 già quattro nuove partnership sono state attivate nel nostro Paese. Tutti i dettagli sulle partnership sul sito www.campagnaSEEitalia.it. L’alto numero delle partnership attivate in Italia è associato anche all’alta qualità delle proposte presentate. Ogni anno infatti la Commissione europea premia le migliori proposte presentate nell’ambito della campagna SEE conferendo i SEE Awards. In pratica, la Commissione opera una dura se-

lezione per selezionare ogni anno le migliori 25 proposte (Nominations) e, tra queste, vengono poi scelti i vincitori assoluti (uno per ognuna delle cinque categorie del premio corrispondenti alle cinque aree della campagna SEE). Nell’edizione 2008 l’Italia l’ha fatta da padrona con ben 6 Nominations e 3 vincitori assoluti di categoria, ma anche l’edizione 2009 non è andata affatto male avendo registrato 5 Nominations ed un vincitore assoluto di categoria. Risultati questi che attestano la qualità delle proposte presentate dai partner italiani che, nelle loro diverse forme, si stanno impegnando concretamente sulla strada della sostenibilità ambientale ed energetica. Nell’ambito della campagna SEE, un ruolo speciale viene dato alle città europee. Come è noto, in esse viene utilizzato più del 50% dell’energia consumata in Europa, generando alti livelli di emissioni di CO2. È innegabile quindi che le città devono avere un ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici. La Commissione europea ha quindi lanciato nel 2008 il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) al fine di impegnare le città nel raggiungere e addirittura superare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2020. Al momento sono 70 le città italiane che hanno ratificato il proprio impegno nel Patto dei Sindaci approvando

un’apposita delibera nel Consiglio comunale. Questo impegno si concretizzerà ancora di più allorché tali città presenteranno il proprio Piano di azione per l’energia sostenibile (Sustainable Energy Action Plan - SEAP) al fine di raggiungere gli obiettivi del Patto. Con il Piano di Azione, di fatto, le città intendono presentare le proprie politiche e misure finalizzate alla lotta ai cambiamenti climatici e, per la prima volta in assoluto, assumendosi un impegno quantitativo di riduzione delle emissioni, al pari dei governi nazionali con i quali dovranno necessariamente collaborare per raggiungere insieme gli ambiziosi obiettivi fissati per il 2020. Anche qui il Ministero dell’Ambiente svolge un ruolo di coordinamento al fine di coinvolgere il maggior numero possibile di città e collabora direttamente con le città per la preparazione ed attuazione dei relativi Piani di Azione, nonché nell’organizzazione di eventi sul territorio finalizzati ad accrescere la consapevolezza sui temi dell’energia. Lo scorso 28 Maggio si è svolta un’importante riunione, ospitata dal Comune di Torino, nella quale diverse città italiane hanno iniziato a discutere sull’impostazione delle Linee Guida utili alla preparazione dei SEAP. L’obiettivo che ci si è posti tra le città partecipanti al Patto dei Sindaci, le prime Strutture di Supporto

attivate nel nostro Paese e lo stesso Ministero dell’Ambiente, è quello di finalizzare tali Linee Guida entro l’estate 2009. Le Linee Guida per la preparazione dei SEAP saranno redatte sulla base delle esperienze già maturate da alcune città nell’ambito della preparazione dei propri Piani e Programmi energetici locali e sulla base degli elementi guida forniti dalla Commissione Europea in uno spirito di piena condivisione e consapevolezza degli ambiziosi obiettivi che le città italiane si impegnano a raggiungere entro il 2020.

Antonio Lumicisi

Antonio Lumicisi, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Le città italiane che alla data del 1 Luglio 2009 hanno aderito al Patto dei Sindaci con apposita delibera del Consiglio Comunale LOMBARDIA

Basiano (Mi), Bresso (Mi), Cambiago (Mi), Cernusco S/N (Mi), Gaggiano (Mi), Grezzago (Mi), Lodi, Masate (Mi), Melzo (Mi), Motta Visconti (Mi), Nerviano (Mi), Nova Milanese (Mi), Paullo (Mi), Pioltello (Mi), Pozzo D’Adda (Mi), Pozzuolo Martesana (Mi), Sedriano (Mi), Settala (Mi), Vaprio D’Adda (Mi), Vizzolo Predabissi (Mi)

VALLE D’AOSTA Courmayeur

PIEMONTE

Alessandria Avigliana (TO) Torino

LIGURIA

Andora (Sv), Genova

TOSCANA

Castelnuovo di Val di Cecina (Pi), Chiusdino (Si), Montecatini Val di Cecina (Pi), Monterotondo Marittimo (Gr), Radicondoli (Si)

LAZIO

Viterbo, Roma

CAMPANIA

Atrani (Sa), Casola di Napoli (Na), Maiori (Sa), Minori (Sa), Scala (Sa)

CALABRIA

Cerisano (Cs), Rossano (Cs)

TRENTINO ALTO ADIGE Bolzano

VENETO

Affi (Vr), Alonte (Vi), Arcugnano (Vi), Abano Terme (Pd), Arcugnano (Vi), Arzignano (Vi), Barbarano V.no (Vi), Brendola (Vi), Campiglia dei Berici (Vi), Castelnuovo del Garda (Vr), Longare (Vi), Noventa Vicentina (Vi), Orgiano (Vi), Pojana Maggiore (Vi), San Germano dei Berici (Vi), Sossano (Vi), Verona, Villaga (Vi), Sarego (Vi)

EMILIA ROMAGNA

Bologna, Correggio (Re), Modena, Ravenna, Rimini

MARCHE

Bologna, Correggio (Re), Modena, Ravenna, Rimini

PUGLIA

Taranto

UMBRIA

Bevagna (Pg), Corciano (Pg), Foligno (Pg)

Abano Terme (Pd) Affi (Vr) Albiate (Mi) Alessandria Alonte (Vi) Ancona Andora (Sv) Arcugnano (Vi) Arzignano (Vi) Atrani (Sa) Avigliana (To) Barbarano V.no (Vi) Basiano (Mi) Bevagna (Pg) Bologna Bolzano Brendola (Vi) Bresso (Mi) Cambiago (Mi) Campiglia dei Berici (Vi) Casola di Napoli (Na) Castelnuovo del Garda (Vr) Castelnuovo di Val di Cecina (Pi) Cerisano (Cs) Cernusco sul Naviglio (Mi) Chiusdino (Si) Corciano (Pg) Correggio (Re) Courmayeur (Ao Foligno (Pg) Gaggiano (Mi) Genova Grezzago (Mi) Lodi Longare (Vi)

Maiori (Sa) Masate (Mi) Melzo (Mi) Minori (Sa) Modena Montecatini Val di Cecina (Pi) Monterotondo Marittimo (Gr) Motta Visconti (Mi) Nerviano (Mi) Nova Milanese (Mi) Noventa Vicentina (Vi) Orgiano (Vi) Paullo (Mi) Pioltello (Mi) Pojana Maggiore (Vi) Pozzo D’Adda (Mi) Pozzuolo M. (Mi) Radicondoli (Si) Ravenna Rimini Roma Rossano (Cs) San Germano dei Berici (Vi) Sarego (Vi) Scala (Sa) Sedriano (MI) Settala (Mi) Sossano (Vi) Taranto Torino Vaprio D’Adda (Mi) Verona Villaga (Vi) Viterbo Vizzolo Predabissi (Mi)

Fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare www.campagnaseeitalia.it

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APPUNTAMENTI

La città sostenibile Un concorso nazionale, nell’ambito dell’attuazione della campagna SEE in Italia, promuove la sostenibilità energetica applicata alla pianificazione urbanistica e al settore dell’edilizia.

TAV.

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Lo scorso anno, nell’ambito della prima edizione del Concorso, hanno avuto la meglio il Comune di Bologna e quello di Faenza. Il primo nella categoria dedicata alla metodologia presentando il progetto del Piano Energetico Comunale applicato al Piano Strutturale. Il secondo, nella sezione dei progetti energicamente sostenibili, con un progetto sul quartiere di San Rocco. Testimonial d’eccezione fu l’architetto Mario Cucinella che anche quest’anno ha confermato la sua presenza a Venezia in occasione di Urbanpromo 2009. I vincitori della terza sezione, che non richiede specifica domanda e coinvolge automaticamente i progetti esposti a Urbanpromo, saranno selezionati tramite referendum in occasione della manifestazione. La commissione giudicatrice si limiterà in questo caso ad un ruolo di supervisione al fine di verificare la congruenza con i criteri di base del concorso stesso. I progetti vincitori delle prime due sezioni (assieme a quello della terza sezione del 2008) saranno premiati in un’apposita cerimonia nel corso di Urbanpromo 2009.

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Pierpaolo Bo

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Valle d’Aosta cuore d’Europa metroaosta.it

stata presentata lo scorso 3 giugno la seconda edizione del Concorso Nazionale “Energia sostenibile nelle città” promosso dal Ministero dell’Ambiente e dall’ Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) nell’ambito dell’attuazione della campagna “Energia sostenibile per l’Europa-SEE” in Italia. Possono partecipare al concorso soggetti pubblici e privati che si sono distinti nell’elaborazione di piani e progetti urbanistici attenti alle problematiche energetiche e alla sostenibilità dello sviluppo. L’obiettivo è stimolare un cambiamento esemplare nella produzione e nell’utilizzo dell’energia all’interno delle comunità urbane, nella direzione di modelli più sostenibili. Il Concorso si divide in tre sezioni specifiche: la prima, dedicata alla “Metodologia”, riguarda le problematiche relative alla pianificazione urbana o di area vasta, quindi i piani regionali, provinciali o comunali strutturali e attuativi. Il metro di giudizio sarà tarato sull’efficienza che i progetti sono in grado di conferire al governo del territorio, anche in termini di domanda e di offerta di energia. La seconda sezione, “Progetti energicamente sostenibili”, interessa principalmente il livello edilizio, dunque singoli edifici o comparti ritenuti in grado di migliorare la gestione del capitale energetico delle città. Infine nell’ultima sezione intitolata “Urbanpromo sustainable Energy” saranno premiati i progetti più meritevoli sotto il profilo della sostenibilità energetica presenti nella mostra Urbanpromo, l’evento di marketing urbano e territoriale promosso dall’INU, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, che si terrà a Venezia dal 4 al 7 Novembre 2009. L’iscrizione alle prime due sezioni del concorso deve effettuarsi entro il 18 Settembre 2009, attraverso una domanda in carta semplice allegata al bando di Concorso (scaricabile dai siti www.inu.it, www.urbanpromo.it e www.campagnaSEEitalia.it) da inviare all’Istituto Nazionale di Urbanistica. Necessario il requisito del riconoscimento pubblico - ad esempio una delibera amministrativa o il rilascio del titolo abilitativo dell’intervento - risalente all’ultimo anno. I progetti saranno giudicati da una commissione composta da tre esperti del Ministero dell’Ambiente e tre esperti dell’INU. Per ognuna delle due categorie saranno scelte al massimo tre candidature “finaliste”, tra le quali la commissione designerà i vincitori assoluti. Particolare attenzione, all’interno del Bando di Concorso, è stata posta alla sinergia tra i temi del Concorso e il Patto dei Sindaci, l’iniziativa che impegna le città europee al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dall’Unione Europea per il 2020.

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VAR. AL N.

REGIONE VALLE D’AOSTA

DESCRIZIONE

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Centoventimila abitanti in un territorio di 3262 km2 che confina a nord con la Svizzera, a sud e a est con il Piemonte e a ovest con la Francia: la Valle d’Aosta, la più piccola regione d’Italia, integralmente e autenticamente montanara, si trova in un ampio quadrilatero delimitato dalle cime più alte d’Europa – il Monte Bianco, il Cervino, il Monte Rosa, il Gran Paradiso. Divisa in 74 comuni e otto comunità montane, la regione ha per capitale Aosta, città di 35.000 abitanti, situata proprio al centro della Valle, in un punto strategico per le vie di comunicazione. Aosta, fondata dai Romani nel 25 a.C., è ricca di un patrimonio storico e artistico di grande rilievo, che rappresenta una preziosa testimonianza del passato: dai resti dei primi insediamenti del neolitico e dell’età del bronzo agli imponenti capolavori dell’epoca romana, dell’arte sacra e romanica del Medioevo. Il patrimonio di lingua, cultura, storia e tradizione deriva infatti proprio dalla sua posizione unica di “carrefour” tra le diverse culture francese, italiana e tedesca. Oltre alle due lingue ufficiali della Regione, l’italiano e il francese, vi è infatti anche uno spazio linguistico germanofono, localizzato nella valle del Lys.

www.regione.vda.it

www.lovevda.it

FOCUS

INTERVISTA

Nasce SEDO, l’Osservatorio sullo Sviluppo delle Energie Sostenibili

Un Osservatorio al servizio della sostenibilità Il ruolo del SEDO consiste nella raccolta, nell’analisi e nella divulgazione di informazioni obiettive, affidabili e comparabili sulle best practices attivate su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al local, così da disporre di un quadro unitario e circostanziato del fenomeno.

C

on la nascita dell’Osservatorio SEDO (Sustainable Energy Development Observatory - www.sed-observatory.com), si completa un itinerario iniziato alcuni anni fa - insieme a Cosvig e alla Regione Toscana (Progetto Distretto Energie Rinnovabili) - e che ha portato, nel novembre dello scorso anno, alla pubblicazione di ENERGEO MAGAZINE, che ha fatto della comunicazione dello sviluppo sostenibile la propria mission. Il nostro giornale è diventato nei fatti l’house organ della Campagna See (Energia Sostenibile per l’Europa), ponendosi, in collaborazione con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, come struttura mediatica di supporto al Patto dei Sindaci, al fine di promuovere la partecipazione del maggior numero possibile di Amministrazioni Comunali all’iniziativa. L’idea di dar vita all’Osservatorio non è nata solo come proiezione della rivista (che puntualmente riporterà i contenuti e le notizie derivanti dall’attività dell’Osservatorio onde consentirne una più ampia diffusione e conoscenza); infatti l’obiettivo principale che ci si è posti è quello di offrire a tutti gli studiosi una mappatura aggiornata dello sviluppo delle buone pratiche sul territorio, nonché una sede specializzata di confronto 14

torio si basa sulla premessa che una corretta informazione è il presupposto di base per una strategia efficace in materia di rinnovabili. Il miglioramento della comparabilità delle informazioni sullo sviluppo delle best practices e l’identificazione dei metodi e degli strumenti necessari a tali fini sono al centro dell’operato del SEDO. Tra i destinatari principali dell’Osservatorio vi saranno i responsabili politici locali e nazionali, che si potranno avvalere delle informazioni per elaborare strategie in materia di energie rinnovabili a livello nazionale e comunitario. Lungi dal voler proporre un qualsivoglia modello politico, SEDO fornisce un contributo rilevante al processo

e discussione sui problemi, numerosi e complessi, che presenta oggi il sistema delle fonti rinnovabili. Tutto ciò in sintonia con l’iniziativa dell’Anci che vuole realizzare una rete di Comuni eco-sostenibili che dovrà porsi come struttura di supporto al Patto dei Sindaci, al fine di promuovere la partecipazione del maggior numero possibile di Amministrazioni comunali L’idea di dar vita SEDO è nata per all’iniziativa. Si tratta di un’opportunità da non offrire una mappatura aggiornata perdere anche perché consentirà dello sviluppo delle buone pratiche di inserire piccoli e grandi Comuni in una rete europea di località sul territorio, nonché una sede sostenibili come è stato proposto specializzata di confronto e a Bruxelles dal Comitato delle Regioni che sta studiando come discussione sui problemi, numerosi creare una rete delle città e regioni che hanno firmato il Patto, e complessi, che presenta oggi il in modo da diffondere tra loro le sistema delle fonti rinnovabili. migliori pratiche ed esperienze. Il ruolo del SEDO consiste nella raccolta, nell’analisi e nella divulgazione di informazioni obiettive, affidabili decisionale attraverso analisi, strumenti e e comparabili sulle best practices attivate su metodologie. Altri destinatari sono i profestutto il territorio nazionale, con particolare sionisti ed i ricercatori operanti nel campo attenzione al local, così da disporre di un delle fonti rinnovabili, l’industria e, più in quadro unitario e circostanziato del fenome- generale, i mezzi di comunicazione e l’opino a livello nazionale. Il lavoro dell’Osserva- nione pubblica.

Sfida verde

Nuovi impegni del Governo Italiano “Una strategia organica ed omogenea per tutte le regioni: questo l’impegno del governo per lo sviluppo delle rinnovabili”.

I

l Governo Italiano, impegnato come le amministrazioni degli altri paesi dell’Unione Europea al raggiungimento dell’obbiettivo 20-20-20 (20% consumo di energia primaria da fonti rinnovabili entro il 2020), guarda con grande interesse ad ogni iniziativa che possa incentivare

la ricerca nel settore e favorire in termini concreti lo sviluppo del comparto, con risultati di efficienza ed economicità. Alla presentazione del Rapporto 2009 dell’Osservatorio sull’industria delle Rinnovabili, che si è tenuta a Roma il 23 giugno scorso, in rappresentanza del ministro Claudio Scajola, ha preso parte ai lavori Stefano Saglia, Sottosegretario allo Sviluppo Economico, che ha rilevato come negli ultimi anni, in questo settore, ci sia stato un quadro instabile, una crescita disordinata nel campo delle rinnovabili: “quando si scatena la fantasia e la voglia di fare va sempre bene - ha detto il Sottosegeretario - però oggi è venuto il tempo di dare al comparto una sua omogeneità e un coordinamento, oltre quelle che possono essere le ambizioni dei singoli ministeri”. Ma allora come superare le sovrapposizioni di competenze dei vari dicasteri in un settore come quello delle Rinnovabili, che ha bisogno di obiettivi certi ed una strategia più organica? Il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dei Beni Culturali, le Regioni, le Province e il Comuni risponde Saglia - devono dialogare e cooperare per raggiungere obiettivi comuni. Per centrare l’obiettivo del 20% del consumo nazionale da rinnovabili, vorremmo che tutte le regioni concorressero. Per cui noi chiederemo alle Regioni quanto di questo 20% sarà assunto dal loro territorio. È chiaro che ogni Regione è diversa

dall’altra: la potenzialità di produzione di energia dal solare, dal geotermico o dall’eolico, non è uguale da tutte le parti: bisogna quindi indirizzare bene gli investimenti quando si sceglie dove andare a fare gli impianti. L’altro grande obiettivo è di riuscire a far crescere una industria italiana delle rinnovabili, altrimenti rischiamo di finanziare con le bollette degli italiani tecnologie e impianti che vengono per esempio dalla Germania, dalla Danimarca o dalla Cina. Insomma bisogna creare una grande industria della Green Economy in Italia. Che ruolo possono avere i Sindaci dei vari comuni italiani e gli Enti locali per favorire lo sviluppo della Green Economy? La nostra politica è una attuazione delle linee europee. I Sindaci, che sono i primi cittadini che operano sul territorio, dovranno favorire i processi di attuazione delle linee europee: i sindaci avranno maggiore responsabilità non nel subire passivamente l’installazione degli impianti, ma nel proporre soluzioni ottimali allo sviluppo degli impianti, in considerazione delle peculiarità del territorio. Che tempi ci attendono per la attuazione di queste politiche in favore delle rinnovabili? Le linee guida sono già pronte, sono già in consultazione: ci sarà un decreto in autunno e da lì, partirà tutto. Il ministero è pronto, ora ha bisogno della risposta degli amministratori che operano sul territorio per attuare le sue politiche. Parallelamente all’Osservatorio sull’industria delle rinnovabili, sta nascendo un altro nuovo Osservatorio sulle buone pratiche sul territorio, finalizzato alla creazione di una rete di Comuni eco-sostenibili. Ritiene che le due strutture possano interagire, possano collaborare? Tutto ciò che fa cultura nella politica energetica e ambientale è prezioso e ben venga. Noi non saremo mai di ostacolo.

Carlo Sacchettoni Stefano Saglia, Sottosegretario allo Sviluppo Economico

Pierpaolo Bo

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FOCUS

Intervista al presidente Marzio Flavio Morini

Il progetto di rete della Commissione Ambiente dell’Anci “Abbiamo l’obiettivo di realizzare una mappatura aggiornata dello sviluppo delle buone pratiche sul territorio. Uno dei progetti dovrà essere utilizzato per mettere a disposizione dei singoli comuni esperienze, iter amministrativi già affrontati e risolti da altri”.

P

residente Morini, recentemente Lei ha dichiarato che intende far svolgere alla Commissione Ambiente oltre al suo ruolo istituzionale, che è quello consultivo, anche un ruolo propulsivo. Costituire cioè una rete di Comuni che metta a frutto le migliori esperienze ed abbia la capacità di proporle e divulgarle, affinché diventino la base di nuove norme e regolamenti che possano dare alle municipalità del nostro Paese la possibilità di svolgere al meglio il lavoro nella corsa verso l’energia sostenibile. A che punto è questo progetto? “Stiamo procedendo con determinazione, benché l’iniziativa abbia subito un certo rallentamento a causa delle elezioni amministrative e del terremoto in Abruzzo, in quanto i nostri tecnici sono stati dirottati su altri urgenti problemi di carattere ambientale. Il progetto si inquadra nelle priorità definite recentemente a Bruxelles dalla Commissione Europea che, attraverso il coordinamento delle Regioni, vuole avviare, mediante la costruzione di una rete trans-nazionale di organizzazioni private e pubbliche funzionali, un sistema di applicazione delle politiche europee nel campo della sostenibilità ambientale. Un primo passo è stato fatto nel corso della IX Conferenza Nazionale ANCI Piccoli Comuni tenutasi a Cernobbio. Abbiamo proposto una pubblicazione multimediale frutto di una attenta valutazione avviata insieme alla Consulta Nazionale dei Piccoli Comuni e al suo coordinatore Mauro Guerra, oltre che su sollecitazione e volontà delle Consulte Regionali, per fornire uno strumento di orientamento ai Piccoli Comuni sui temi del risparmio energetico e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili - oggi al centro delle agen-

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de dei policy makers - e fornire loro assistenza nella ricerca di scelte ambientalmente ed economicamente sostenibili. Questo vademecum, predisposto in collaborazione con la Fondazione ANCI Cittalia, si propone di essere un primo importante contributo, che Marzio Flavio Morini, Presidente della Commissione sarà man mano ulteriormente agAmbiente dell’Anci giornato nei prossimi mesi, completando la ricognizione normativa con tema di politica ambientale, la cui esigenza il quadro regionale, con i contributi e le esperienze realizzate di recente sul terri- è nata dall’interesse manifestato, soprattuttorio oltre a tutte le eventuali altre indagini to negli ultimi anni, dagli Enti locali per la realizzazione di politiche ambientali speciqualitative disponibili,”. fiche e mirate. Il progetto Monitor si pone come obiettivo principale l’analisi costante Come dovrà funzionare? “Il ruolo dell’informazione, comunicazione dei procedimenti di spesa e l’individuae gestione delle conoscenze deve essere alla zione delle migliori e più rapide procedure base del lavoro di mappatura e di ricerca d’intervento in accordo con le esigenze dei condotto sull’intero territorio nazionale, per comuni. L’attività di monitoraggio si svolge costruire una rete di Comuni eco-sostenibili attraverso tre diversi censimenti indirizzati che interagisca con un’iniziativa simile av- all’acquisizione dei dati dei Comuni al di soviata dal Coordinamento delle Regioni d’Eu- pra dei 15.000 abitanti, di quelli tra i 5.000 ropa. In sostanza vogliamo rilanciare un’in- e i 15.000 abitanti e di quelli al di sotto dei tesa tra le istituzioni, le imprese e i cittadini 5.000 abitanti. Inoltre il progetto prevede per uno sviluppo sostenibile del territorio. una costante monitoraggio oltre ad un’azioGli strumenti di sviluppo locale sono tra ne di informazione e comunicazione, di senquelli che più incidono sul modo di portare sibilizzazione delle amministrazioni locali, avanti i progetti di nuove iniziative. Occor- assistenza e attività di supporto. L’obiettivo re però favorire il dialogo tra enti pubblici, è di trovare un anello di congiunzione tra i aziende e associazioni di privati nell’attua- portatori di interessi pubblici e privati”. zione di politiche di sostenibilità di livello In sostanza come state procedendo? territoriale”. “Occorre stabilire un contatto costante con Non c’è già il progetto Monitor? i Comuni sulle tematiche della sostenibilità “Sono due progetti diversi anche se com- e poi dobbiamo monitorare tutti gli appuntaplementari. ANCI e Ministero dell’Ambiente menti internazionali di maggior rilievo. Da hanno firmato, nel 2003, un Accordo Qua- alcuni mesi vado su e giù per l’Italia per codro per una più organica collaborazione in noscere e capire quali sono le principali ini-

ziative territoriali e per incontrare i soggetti più attivi, aperti al confronto, meno legati ad approcci con gli Enti pubblici volti soltanto all’autorizzazione e al controllo. In sostanza occorre modificare certi atteggiamenti nei confronti del pubblico: bisogna fare in fretta. Alcune Regioni si stanno muovendo da tempo, svolgono un ruolo dinamico e dialettico nei confronti del contesto sociale ed economico in cui operano. In altri luoghi ci si muove più lentamente. Occorre avere un quadro di insieme, ecco perchè la necessità una mappatura”. Marzio Flavio Morini che è anche sindaco di Scansano, in provincia di Grosseto, suggerisce di raccogliere e diffondere gli studi, le ricerche e le analisi che si effettuano sul territorio come quella esemplare, effettuata dalla Fondazione Cariplo a riguardo di audit energetici svolti su edifici pubblici, in Lombardia e Piemonte (che pubblichiamo a pag. 18) e di costituire un inventario degli organismi attivi con relativi referenti per individuare i progetti avviati. Dice: “È un lavoro enorme che contiamo di fare con partner specializzati, anche ad esempio con il vostro giornale e in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e la Commissione Europea che premia ogni anno le migliori proposte che vengono presentate in Europa”. A proposito di Ministero dell’Ambiente, quali sono le iniziative avviate dall’Anci per promuovere il Patto dei Sindaci, l’iniziativa della Commissione Europea coordinata in Italia proprio dal Ministero dell’Ambiente, per coinvolgere le comunità locali nella lotta ai cambiamenti clima-

tici? Quale sarà il vostro sostegno all’iniziativa? “Stiamo predisponendo alcuni incontri con i coordinatori del Ministero dell’Ambiente per individuare i modelli di intervento e la definizione delle linee di promozione di questa iniziativa nata nel cuore d’Europa. Già sono diverse le città italiane che hanno aderito al Patto dei Sindaci e cercheremo di organizzarci, in collaborazione con il Ministero, al fine di coinvolgerne sempre di più, offrendo supporto tecnico in particolare per la predisposizione dei Piani di Azione per l’energia sostenibile previsti dal Patto. Inoltre, formalizzare anche il ruolo che possono avere Regioni e Province a supporto degli ambiziosi obiettivi che i Comuni si assumeranno nell’ambito del Patto”. Cosa è stato fatto finora? “È auspicabile un’indagine mirata sui sistemi locali al fine di conoscere gli strumenti di programmazione avviati dai Comuni che integrano le iniziative dei privati sul territorio. Potrebbe essere utile una scheda da inviare ai Comuni, tutti piccoli e grandi e, in accordo con il nostro presidente vicario dell’ANCI, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, individuare tutte le azioni di marketing territoriale avviate e la destinazione d’uso delle azioni formative”. I sindaci sono preparati per questo tipo di lavoro? “Dal territorio stanno arrivando molte sollecitazioni. Le parole magiche inserite in quasi tutti i programmi elettorali alle ultime amministrative (ricordo che si è votato di recente in

4000 Comuni) sono sostenibilità, buone pratiche e risparmio energetico. C’è finalmente una presa di coscienza collettiva tra gli amministratori pubblici. I sindaci guardano con interesse ai tanti bandi europei. La sostenibilità ambientale non blocca lo sviluppo. Anzi, apre nuovi scenari. I Comuni faranno scelte di inversione di tendenza. Questi segnali sono molto incoraggianti. Oggi occorre una maggiore competitività ambientale per rilanciare imprese e territori. E i sindaci hanno finalmente capito che il concetto di “governance” potrà assumere un ruolo chiave nella elaborazione delle politiche di sviluppo territoriale per stabilire un nuovo modo di amministrare e governare il proprio Comune. Abbiamo avuto anche un’interessante proposta di istituire un scuola-master per i sindaci virtuosi. Occorre comunque cominciare a raccogliere e valutare le buone pratiche, un pò come sta facendo il vostro giornale, con il quale volentieri collaboriamo…”. Per finire parliamo di ricerca e innovazione. Il territorio, che rappresenta una base importante per la sperimentazione, spesso non viene considerato. È d’accordo? “È vero,i sindaci sentono questa esigenza. Molti colleghi vogliono adottare soluzioni locali innovative, ma spesso si bloccano perchè manca lo scambio di strumenti e metodologie in grado di offrire una comparazione semplice e automatica dei sistemi territoriali qualificati. Occorre individuare partners adeguati ed adottare progetti di collaborazione e cooperazione efficaci, ancora non siamo pronti per fare veramente sistema”.

G. L.

Anci: rinnovabili, sulle Linee Guida la parola anche ai Comuni L’Associazione dei Comuni Italiani chiede un confronto con il Ministero dello Sviluppo Economico.

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n confronto con i Comuni sulle linee guida per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili, è indispensabile. Lo afferma il Presidente dell’ANCI Sergio Chiamparino il quale, in una lettera inviata al Ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola, avanza la richiesta di un coinvolgimento dell’ Associazione. Nel sottolineare che la notizia della prossima pubblicazione delle linee guida è giunta all’ANCI da fonti di stampa, Chiamparino - citando le stesse fonti - evidenzia che l’intenzione del Ministro sarebbe quella di procedere alla pubblicazione ‘’a seguito di concertazione della bozza di provvedimento con gli operatori del settore’’. Ritenendo indispensabile un confronto anche con i Comuni sui cui territori ricadono gli

impianti in questione e cui competono tecnico-operativo che faciliti e standarle relative pratiche autorizzatorie e am- dizzi le procedure di richiesta dell’incenministrative, il Presidente ANCI chiede tivazione per gli impianti fotovoltaici e quindi al Ministro Scajola ‘’di essere l’istituzione di una rete di Comuni che quanto prima coinvolti, al pari degli al- elabori un programma per la promoziotri operatori, nella già avviata procedu- ne, la pianificazione e la realizzazione di ra di consultazione, al fine di contribuire installazioni “pulite”. positivamente alla redazione del testo in oggetto’’. Dopotutto per l’ANCI le energie rinnovabili sono sempre state una priorità come dimostra anche il rinnovo questa primavera dell’accordo con il Gse e Claudio Scajola, Ministro che mira, tra le altre dello Sviluppo Economico cose, alla realizzaSergio Chiamparino Presidente ANCI zione di un sistema

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FOCUS

L’Osservatorio sull’industria delle rinnovabili L’obiettivo della neonata istituzione è monitorare il settore italiano ed europeo delle rinnovabili concentrando l’analisi sulle tematiche industriali. L’Osservatorio intende analizzare il comparto delle rinnovabili senza preconcetti ideologici, raccogliendo e mettendo a confronto le opinioni di tutti i soggetti coinvolti: Pubbliche Amministrazioni, aziende e operatori finanziari.

L

a produzione di energia da fonti rinnovabili è ormai una realtà promettente e consolidata. A questo settore guardano con interesse il mondo dell’industria, della finanza e del credito. Una dimostrazione di questa realtà è la recente creazione, a fine 2008, dell’Osservatorio sull’industria delle rinnovabili, costituito da UniCredit Mediocredito Centrale, Accenture e Agici Finanza d’impresa, con il patrocinio del GSE (Gestore Servizi Elettrici).

L’Osservatorio è diretto dal Prof. Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi; il Comitato di indirizzo è presieduto dal Prof. Carlo Andrea Bollino dell’Università di Perugia. L’obiettivo della neonata istituzione è monitorare il settore italiano ed europeo delle rinnovabili, superando una visione strettamente settoriale e concentrando l’analisi sulle tematiche industriali. L’Osservatorio intende analizzare il comparto delle rinnovabili senza pregiudizi favorevoli o contrari, senza preconcetti

ideologici, raccogliendo e mettendo a confronto le opinioni di tutti i soggetti coinvolti: Pubbliche Amministrazioni, aziende e operatori finanziari. Ogni anno, l’Osservatorio effettua un “focus” su un tema strategico. Quest’anno, per esempio, è stato pubblicato il Working Paper: “Energia e Agricoltura. Riflessioni per una politica del Paese”, che analizza il complesso rapporto tra energia e agricoltura e tenta di indicare alcune proposte organiche per lo sviluppo armonico dei due settori.

i Punti chiave Ecco le principali novità dell’Osservatorio Il Primo Rapporto dell’Osservatorio sull’industria delle rinnovabili ha individuato cinque temi chiave per una strategia di sviluppo. 1

Impatti economici sui settori industriali.

Investimenti per 42 Mld di Euro in centrali alimentate da rinnovabili tra il 2009 e il 2020. Ulteriori 40Mld è il potenziale di investimenti del fotovoltaico nel cosi detto building integrated. Il 70% degli investimenti sarà soddisfatto dall’industria nazionale. Le maggiori ricadute economiche saranno nell’industria elettrica, meccanica ed edile. C’è da aggiungere che il potenziale di investimento per l’interconnessione di impianti da rinnovabili nei Balcani e nel Nord Africa è pari almeno a 30 Mld di Euro.

Orientamento della finanza straordinaria nel settore. 2

È iniziato un processo di concentrazione anche nell’industria delle rinnovabili: nel 2008, in tutta Europa si sono registrati 121 accordi di rilievo, in maggioranza nell’eolico. Il valore complessivo delle operazioni ha superato 15 Mld di Euro.

La scommessa che fa crescere l’economia “Per il nostro paese è un percorso obbligato”. Lo sostiene il professor Andrea Gilardoni della Bocconi.

P

rof. Gilardoni, quali obiettivi specifici si propone di raggiungere l’Osservatorio sull’Industria delle rinnovabili? Lo sviluppo delle rinnovabili diventa un obbligo per il Paese. Noi ci crediamo sul serio, crediamo che questa sia una scommessa in grado di far crescere l’economia. Se ne è discusso molto, talora con una visione di parte o ideologica. È giunto il momento di prendere in considerazione il fenomeno in una maniera concreta, per favorire lo sviluppo di questa industria. Bisogna sedersi al tavolo e ragionare, perché una eccessiva crescita dei costi può essere controproducente. Intorno a questo tavolo c’è oggi circa il 90% della capacità produttiva nel settore delle rinnovabili del paese; ci sono persone

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di grande livello tecnico e imprenditoriale. Emerge la volontà di andare avanti e di avere un sistema equilibrato. Non c’è una richiesta di una esagerata contribuzione di sostegno: c’è invece l’esigenza di una adeguata contribuzione, che consenta di sviluppare dei piani industriali seri. È stata superata la fase dello “scetticismo paralizzante” e l’Osservatorio si pone come momento critico, ma soprattutto come strumento propositivo. Questa è la nostra sfida. Se oggi un imprenditore volesse orientare la sua attività verso questo settore, quali sono le fonti rinnovabili più promettenti? Le varie fonti rinnovabili non hanno tra di loro nulla in comune, tranne il fatto che si chiamano rinnovabili. L’analisi va fatta caso per caso. Nel settore delle biomasse ci

sono degli spazi molto interessanti, come ha rilevato Confagricoltura, sia per impianti di grossa dimensione, sia per impianti piccoli. L’eolico ha una prospettiva di sviluppo sicuramente di un certo rilievo, anche se non va sopravvalutato nel nostro paese. Nel solare bisogna fare un significativo balzo tecnologico per consentire una consistente riduzione dei costi che, al momento, continuano ad essere troppo alti. Nello sfruttamento dell’energia prodotta dalle maree, dalle onde e dalle correnti marine, bisogna fare dei progressi tecnologici e comunque l’Italia non è particolarmente adatta a questi sistemi. Ci sono degli spazi, non eccessivamente grandi, nell’idrico, soprattutto per quanto riguarda i piccoli impianti: settore particolarmente interessante per favorire

Andrea Gilardoni, Presidente di AGICI *

il bilanciamento con le produzioni eoliche. Insomma, ogni settore delle rinnovabili ha una sua strada, le sue problematiche, le sue potenzialità, più o meno elevate nella realtà del nostro paese.

Come si evolveranno i costi dell’energia dalle rinnovabili. 3

Nell’ipotesi, non improbabile, che il petrolio torni ad un costo intorno ai 100$ al barile, solo il grande idroelettrico, il geotermico e il biogas hanno costi uguali o minori. Il solare è la tecnologia che sta registrando e registrerà le più consistenti riduzioni di costo, pur rimanendo la fonte rinnovabile al momento più onerosa. Sono necessari ulteriori investimenti nella ricerca e recuperi di efficienza in tutte le fasi della filiera.

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L’efficacia in Italia dei sistemi di incentivazione.

Attualmente il sistema di incentivazione risulta complesso. Gli incentivi hanno sicuramente accelerato lo sviluppo delle rinnovabili, ma anche favorito fenomeni speculativi. È necessaria una rimodulazione delle politiche incentivanti per rendere sostenibile il sistema nel lungo periodo.

Gli studi condotti dal vostro Osservatorio indicano che, soprattutto nel solare, le regioni del centro sud hanno una potenzialità di sviluppo di circa una volta e mezzo in più rispetto alla regioni settentrionali. Inoltre, avete individuato, con criteri scientifici, 10 priorità nello sviluppo industriale dell’intero comparto: in sintesi, qual è la più urgente? Bisogna rendersi conto che lo sviluppo delle rinnovabili non può avvenire attraverso una mera addizione di impianti eolici o solari a un sistema preesistente. Sulla base delle esperienze di diversi Paesi del Nord Europa, diventa secondo noi centrale un discorso di programmazione, un percorso strategico e industriale che tenga conto che tutto il sistema cambia velocemente e va costantemente riadattato al nuovo contesto, più ampio e organico, che tenga conto di tutte le potenzialità e di tutte le tecnologie più avanzate.

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Il ruolo della Pubblica Amministrazione.

La Pubblica Amministrazione si presenta come un Giano Bifronte: se in molti casi favorisce lo sviluppo delle rinnovabili, in molti altri ne è ostacolo. Occorre un più ampio quadro normativo chiaro e stabili indicazioni per evitare decisioni spesso in contraddizione. In conclusione - sottolinea il Prof. Andrea Gilardoni, Direttore dell’Osservatorio - lo sviluppo delle rinnovabili impone la messa a fuoco di nuovi modelli integrati di generazione-distribuzione-consumo che sono in larga misura da costruire, non solo in Italia, ma in tutta Europa, dove il dibattito è ancora acceso. Si, dunque, ad un deciso sviluppo delle rinnovabili - conclude Gilardoni ma in un quadro che garantisca approcci razionali e il più possibile economici, in una pianificazione nazionale e regionale.

Carlo Sacchettoni

www.agici.it * Insegna Economia e Gestione delle Imprese all’Università Bocconi, dove è stato direttore del Master Meges sui servizi di pubblica utilità. È stato presidente o consigliere di azienda operanti nel comparto. È autore di numerose pubblicazioni in materia e dirige la rivista Management delle Utilities. È fondatore e presidente di AGICI Finanza d’Impresa.

C.S. 19

FOCUS

Edifici dei Comuni: il risparmio energetico in due mosse I

Due mosse per realizzare interventi di risparmio energetico negli edifici dei Comuni: questa la premessa da cui ha preso avvio l’attività della Fondazione Cariplo a sostegno del risparmio energetico negli edifici di proprietà dei Comuni.

l primo passo è stato quello di conoscere lo stato degli edifici, raccogliere e analizzare i dati sui consumi energetici, identificare interventi di risparmio energetico idonei per il singolo edificio e i relativi costi e benefici in termini sia ambientali che economici. La Fondazione Cariplo, nel periodo 2006-2008, ha quindi promosso un bando nelle province lombarde e di Novara

e Verbania, per sostenere gli audit energetici degli edifici dei Comuni sotto i 30.000 abitanti. Mettendo a disposizione risorse per 8 milioni di euro, Fondazione Cariplo ha coinvolto 650 Comuni (più di un terzo dei Comuni piccoli e medi del territorio), finanziando, oltre alla realizzazione del censimento energetico degli edifici da parte di tecnici specializzati, anche iniziative di for-

mazione dei dipendenti comunali e di sensibilizzazione dei cittadini. Per valorizzare il patrimonio di informazioni raccolte attraverso gli audit, è stata sviluppata una piattaforma web chiamata AUDIT GIS, consultabile sul sito www.webgis.fondazionecariplo.it. La banca dati, che è già on line, attualmente dispone di informazioni sui consumi relativi a circa 2.400 edifici e

di un approfondimento sugli interventi (oltre 2.300) di efficienza energetica suggeriti per 700 edifici. La banca dati utilizza un applicativo GIS che consente, inoltre, di localizzare e visualizzare gli edifici sul territorio. Quali sono le prestazioni energetiche degli edifici di proprietà dei Comuni in Lombardia e nelle province di Novara e Verbania? Il quadro emerso è piuttosto critico. Gli immobili nella maggior parte dei casi non sono edifici moderni, né progettati per minimizzare gli sprechi energetici o ridurre le emissioni di CO2 e infatti i consumi specifici medi sono decisamente elevati: circa 230 kWh/mq. La tipologia di impianti maggiormente impiegati per il riscaldamento sono le caldaie standard (71%), mentre ancora molto poco diffuse sono le caldaie a condensazione (7%). Il combustibile di gran lunga più utilizzato è il metano, in oltre il 94% dei casi. Per quanto riguarda la destinazione d’uso degli edifici monitorati - e per i quali sono stati identificati interventi di efficienza energetica - nel 62% dei casi si tratta di scuole e asili (circa 1500 dei 2300 interventi); il 21% degli interventi sarebbe invece destinato a municipi e uffici, l’8% a palestre e impianti sportivi, il 2% rispettivamente a centri ricreativi e residenze sanitarie e assistenziali, il restante 5% a diversi edifici. Dall’analisi degli interventi suggeriti per risparmiare energia emerge che, per migliorare la situazione in modo sostanziale, occorrerebbero nel 47% dei casi interventi sull’involucro dell’edificio (rifacimento tetti o cappotto, coibentazioni, finestre, serramenti ecc.). Seguono gli interventi sugli impianti di riscaldamento (sostituzioni caldaie) e quelli sulle utenze elettriche - pari rispettivamente al 26% e al 24% - mentre quasi trascurabili appaiono gli interventi sugli impianti di produzione di acqua calda (3%), come si vede nella figura 2. La seconda mossa sarà quella di trovare le risorse necessarie per realizzare gli interventi suggeriti. In alcuni casi i tempi di ritorno

degli investimenti sono molto veloci e i Comuni sono in grado di realizzarli direttamente (ad es. sostituzione di lampadine), nei casi più complessi (ad es. interventi sull’involucro o installazione di pannelli fotovoltaici) la mancanza di risorse e/o i vincoli di spesa imposti dal Patto di stabilità rendono più difficile il passaggio alla fase esecutiva. Ma quante sono complessivamente le risorse necessarie? La banca dati si è rivelata essenziale per rispondere a questa domanda. Intervenire sugli involucri degli edifici, sistemando tetti, cappotti e serramenti, sostituire vecchie caldaie con impianti a condensazione e installare pannelli fotovoltaici nei 700 edifici analizzati costerebbe circa 110 milioni di euro, consentendo però di risparmiare il 45% dei consumi energetici e di evitare l’emissione di 25.000 tonnellate di CO2, l’equivalente delle emissioni di un esercito di 12.000 utilitarie che viaggiano per 12.000 km/anno. I risultati del progetto Audit GIS sono stati presentati a Milano lo scorso 21 maggio 2009 nel corso del Convegno “Edifici pubblici ed energia: Comuni spreconi o parsimoniosi?”. Al Convegno molte sono state le esperienze e le proposte dai diversi oratori. Significativo l’esempio dell’Associazione Comuni per l’Adda, nel cui territorio gli interventi identificati sono già stati in parte realizzati attraverso investimenti per circa 700.000 € e un risparmio medio del 20% sui consumi. Ancor più rilevante la possibile ricaduta dell’attività della BEI (Banca Europea per gli Investimenti) che sta valutando attentamente una richiesta avanzata dalla Provincia di Milano per la realizzazione di interventi di risparmio energetico per 45 milioni di Euro in una quarantina di Comuni dell’hinterland, la maggior parte dei quali ha realizzato gli audit grazie al finanziamento della Fondazione.

www.webgis.fondazionecariplo.it

E questo potrebbe essere solo l’inizio. L’iniziativa della Fondazione Cariplo potrebbe essere, infatti, replicata e diffusa in altre aree del paese, con la collaborazione dell’ANCI e di altre fondazioni bancarie.

Elena Jachia

Interventi sul sistema di produzione di acqua calda sanitaria

3%

Interventi sulle utenze elettriche

26%

Interventi sull’impianto di riscaldamento

Interventi sull’involucro

20

Fig. 1: la distribuzione territoriale dei Comuni selezionati attraverso il Bando nelle tre annualità 2006, 2007 e 2008.

47%

24%

Fig. 2: dettaglio degli interventi suggeriti per risparmiare energia. 21

FOCUS

La nuova stagione delle rinnovabili, tocca ai Comuni Le politiche europee con l’approvazione del pacchetto Clima-Energia del dicembre 2008 spingono l’Italia ad assumersi la responsabilità del perseguimento degli obiettivi attraverso specifici interventi. I Comuni hanno una grande responsabilità in quanto interfaccia diretta con i cittadini-consumatori, nonchè controllori di una corretta gestione del territorio. Lo sviluppo degli impianti costituisce premessa fondamentale per rilanciare l’industria delle tecnologie rinnovabili in Italia e creare opportunità di crescita economica e di lavoro.

zione è concentrata in Europa. La produzione di energia elettrica da biomasse è più che raddoppiata negli ultimi dieci anni, pur rappresentando solo l’1,1% della produzione mondiale, lontano dalla quota dei combustibili fossili e del nucleare che coprono rispettivamente il 67,8% e il 13,8% della produzione globale. La biomassa è la seconda fonte rinnovabile utilizzata nella produzione di energia elettrica mondiale, con una quota del 6%. Le biomasse, inoltre, rappresentano dopo l’eolico (con un tasso medio annuo di crescita del 29,6%) e il solare fotovoltaico (25,6%) la

fonte rinnovabile con il maggior sviluppo negli ultimi dieci anni. L’idroelettrico rappresenta il 90% della produzione mondiale di energia elettrica da fonti rinnovabili. Asia, Africa e Sud America hanno ancora importanti potenziali di sviluppo, mentre Europa e Stati Uniti hanno oramai quasi esaurito i potenziali realizzabili, anche a fronte di problematiche ambientali collegate. Potenziali maggiori si riscontrano nella realizzazione di impianti di piccole dimensioni, in cui riveste un’estrema importanza la R&S nelle modalità di esplorazione di piccoli flussi e utiliz-

zo di canali di media portata e piccoli salti. La tecnologia geotermoelettrica si è focalizzata nello sfruttamento di bacini ad alta entalpia, caratterizzati da rendimenti elevati. Tale potenziale è tuttavia molto ridotto in Europa, maggiore negli Stati Uniti, Messico, Australia e Nicaragua. Le tecnologie utilizzate vanno da quelle tradizionali a vapore a quelle più evolute in co-generazione a ciclo binario. Potenziali maggiori si riscontrano nello sfruttamento del calore terrestre a bassa e media entalpia, i cui usi sono destinati principalmente a distretti calore e usi industriali.

L’industria italiana nel contesto internazionale

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’Italia si presenta piuttosto debole nello scenario internazionale, sebbene emergano degli aspetti positivi. Innanzitutto occorre evidenziare come il valore medio annuo degli acquisti di tecnologie rinnovabili sia stato in generale rallentato negli ultimi dieci anni da problematiche derivanti da alcune barriere alla realizzazione di nuovi impianti, prime fra tutte le difficoltà autorizzative e i ritardi amministrativi per l’ottenimento dei permessi necessari alla costruzione dei siti produttivi. In secondo luogo l’industria nazionale si è mostrata riluttante ad intraprendere la strada della specializzazione delle produzioni meccaniche ed elettrotecniche rivolte alle energie rinnovabili, a dispetto di alcuni passi mossi già negli anni ’90 dalla ricerca di base e industriale in alcuni comparti (eolico e solare in primis). In anni più recenti si intravede, tuttavia, una leggera ripresa dell’interesse dell’industria nazionale verso apparati e sistemi rivolti al

comparto delle energie rinnovabili. Negli ultimi cinque anni, le importazioni hanno coperto circa il 70% del totale acquisti di prodotti e sistemi rivolti al mercato delle energie rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Le performance peggiori si sono registrate nel comparto delle bioenergie (prodotti e apparati rivolti principalmente a impianti di piccole dimensioni a biomasse e biogas) e nel comparto del solare fotovoltaico (dove è quasi assente la presenza dell’industria nazionale nelle fasi a maggiore valore aggiunto di lavorazione del silicio e produzione di celle). Migliore performance ha avuto il comparto eolico (le importazioni coprono circa il 40% de-

gli acquisti degli ultimi cinque anni), anche se tale dato sconta il fatto che in Italia la capacità media annua installata sia stata relativamente bassa e, quindi, in gran parte assorbibile dalla capacità produttiva nazionale.

Le opportunità di crescita e il ruolo dei Comuni

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La crescita delle rinnovabili negli ultimi anni

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’industria delle tecnologie “low carbon” continua a mostrarsi anticiclica in questa fase di congiuntura negativa per il comparto manifatturiero. Nel 2008 gli investimenti mondiali hanno raggiunto i 200 miliardi di $. La crisi dei mercati finanziari si è fatta sentire nel primo trimestre del 2008, ma già nel secondo trimestre gli investimenti per la sostenibilità hanno avviato la ripresa tanto che il primo semestre 2008 registra una crescita leggermente positiva rispetto al semestre dell’anno precedente. Le previsioni registrano investimenti crescenti per i prossimi anni, anche se rallentati dalla congiuntura sfavorevole. L’investimento medio annuo stimato nel

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periodo 2012-2020 è pari a 450 miliardi di $, valore che sale a 600 miliardi di $ negli anni 2020-2030. La suddivisione degli investimenti per comparto mette in luce il grande successo delle tecnologie rinnovabili per la produzione di energia elettrica. La dinamica degli investimenti ha trainato l’occupazione mondiale nel settore delle rinnovabili. Nel 2007 l’occupazione mondiale nella produzione di tecnologie rinnovabili contava 2,5 milioni di persone, di cui circa la metà nella produzione di energia elettrica. La tecnologia eolica detiene la leadership tra le fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica di nuova generazione. Con

oltre 300.000 occupati nel mondo, un fatturato di oltre 20 miliardi di Euro nel 2007 e una crescita maggiore del 28% negli ultimi 10 anni. La capacità globale ha superato i 90.000 MW con circa 100.000 turbine installate in oltre 70 paesi. La tecnologia solare registra il maggiore tasso di crescita degli investimenti e continua ad aumentare la capacità globale. Nel 2007 risultano installati nel mondo 9.170 MW di impianti fotovoltaici, di cui il 42% in Germania, seguita da Giappone (21%) e Stati Uniti (9%). Il comparto del solare fotovoltaico assorbe circa 200.000 occupati nel mondo di cui circa 120.000 nella filiera manifatturiera. Circa la metà dell’occupa-

’analisi degli scenari di crescita delle energie rinnovabili evidenzia forti opportunità di investimento nella produzione di tecnologie e nella realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica nel prossimo futuro. I principali driver della crescita sono da un lato le politiche di promozione delle energie rinnovabili a copertura dei consumi elettrici, dall’altro la maggiore competitività dell’industria mondiale. Le politiche europee con l’approvazione del pacchetto Clima-Energia del dicembre 2008 (che prevede il raggiungimento di una quota del 17% dei consumi totali di energia soddisfatti con energie rinnovabili) spingono l’Italia ad assumersi la responsabilità del perseguimento dell’obiettivo attraverso specifici interventi. L’Italia può contare al suo attivo un ampio quadro di incentivi e strumenti per sostenere la realizzazione degli investimenti.

Alcuni fattori concorrono, tuttavia, a limitarne la crescita: primo fra tutti un quadro regolamentare incerto e instabile, soprattutto a motivo della difficoltà degli iter autorizzativi e dei numerosi cambiamenti delle regole del gioco anche nei sistemi incentivanti. Un ulteriore elemento critico è l’assetto del sistema elettrico e le difficoltà di gestione dei flussi elettrici, a fronte di problemi di congestione e di alcune rigidità delle reti di trasporto. Eliminare le barriere è una condizione necessaria per il raggiungimento degli impegni sottoscritti dal nostro paese in ambito europeo. I Comuni hanno una grande responsabilità in questa direzione in quanto interfaccia diretta con i cittadini-consumatori e in qualità di controllori di una corretta gestione del territorio. É dovere degli EELL quello di informare la collettività e rendere i cittadini italiani consapevoli del fatto che gli investimenti in rinnovabili sul loro territorio

costituiscono un mezzo per migliorare la qualità dell’aria e l’efficienza nel modo in cui utilizzano l’energia. Ma questo non basta, lo sviluppo degli impianti costituisce premessa fondamentale per rilanciare l’industria delle tecnologie rinnovabili in Italia e creare opportunità di crescita economica e di lavoro. La delocalizzazione degli impianti in aree rurali, inoltre, costituisce un’opportunità di creazione di posti di lavoro in aree spesso depresse; così come la valorizzazione energetica della biomassa (nella foto a sinistra) può contribuire a ricercare forme di diversificazione del business in agricoltura, settore altamente in crisi. Porre un freno non giustificato alla realizzazione degli investimenti in grandi e piccoli impianti per la produzione di energia rinnovabile significa innanzitutto porre un limite alle opportunità di crescita della ricchezza per la collettività locale che rappresentano.

Annalisa D’Orazio (IEFE-Università Bocconi) 23

PRIMO PIANO

Il finanziamento degli investimenti comunali Per l’accesso al credito le banche con forte radicamento sul territorio, risultano essere più efficaci nel condurre partenariati pubblico-privati anche per la migliore conoscenza del territorio in cui operano.

I

n una fase di indubbia crisi per l’economia e di maggiore difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese, l’investimento in fonti di energia rinnovabile continua a trovare, con riferimento ai progetti più qualificati, possibilità di essere finanziato grazie anche al sistema di garanzie offerto dall’incentivazione pubblica. Alessandro Nova, del dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi, che ha presentato in un recente convegno organizza-

to dalla Camera di Commercio di Lecco i risultati di una ricerca realizzata con Centrobanca, la Corporate e Investment Bank del Gruppo Ubi Banca, sulla convenienza finanziaria per le imprese, non ha dubbi: “Le Energie rinnovabili rappresentano un buon affare per le aziende”. A conti fatti, lo studio Bocconi dimostra che l’investimento nelle tecnologie pulite ha un rendimento molto interessante e ne quantifica gli aspetti economici e finanziari. Gli investimenti in impianti a energie rinnovabili risultano attraenti per le imprese, sia nell’ipotesi di produzione e successiva cessione dell’energia alla rete elettrica nazionale, che in qualità di utilizzatori diretti dell’energia prodotta. E il rendimento cresce al crescere della quota destinata al proprio consumo.

“Grazie al sistema di incentivazione della legislazione italiana un investimento in materia di energie rinnovabili risulta estremamente appetibile sotto il profilo del rendimento”.

Nella ricerca “Investire in energie rinnovabili - La convenienza economica per le imprese”, coordinata da Alessandro Nova e realizzata in collaborazione con Centrobanca (la Corporate Investment Bank del Gruppo Ubi), si evince che “in tempi di grande attenzione per l’impatto che la produzione industriale ed energetica ha sull’ambiente e di grande dibattito sulla dipendenza italiana dall’estero per l’energia elettrica (l’Italia è il secondo importatore al mondo), cresce l’attesa per le prospettive di sviluppo delle energie rinnovabili”. Un settore in grande fermento, come dimostra, ap24

punto, la ricerca. Si tratta, in termini puramente finanziari ed economici, di una convenienza solo artificiale, perché in buona parte dovuta al robusto sistema di pubblica incentivazione previsto nel nostro Paese: l’Italia è infatti al primo posto in Europa per le agevolazioni, anche perché, in termini di energia prodotta da fonti rinnovabili, deve colmare un gap elevato per raggiungere gli obiettivi fissati dall’UE all’inizio del 2008 e sintetizzati nella sigla 20-20-20 (crescita al 20% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020). “Grazie al sistema di incentivazione della legislazione italiana per la produzione da energie rinnovabili - si legge nella ricerca - un investimento di questo tipo risulta estremamente appetibile sotto il profilo del rendimento. L’innovatività dello studio è rappresentata dalla quantificazione degli effetti economico-finanziari degli investimenti in energie rinnovabili sia nell’ipotesi di cessione dell’energia prodotta alla rete elettrica nazionale che in quella di un utilizzo nell’ambito dei processi produttivi delle imprese finanziatrici”. In termini di strumenti finanziari per la realizzazione è possibile affermare che la parte prevalente degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, quando prevede investimenti superiori ai 10 milioni di euro, viene realizzato attraverso il Project Finance. Tra i principali vantaggi di questo strumento rientra una corretta allocazione dei rischi tra i diversi soggetti in grado di gestirli professionalmente: il finanziatore,

Alessandro Nova, Università Bocconi

chi realizza l’impianto, chi lo gestisce. Il principale vantaggio del Project Finance, risiede nella costituzione di una società apposita (Special Purpose Vehicle), proprietaria dell’impianto. A prescindere quindi dall’attività principale dell’imprenditore, i rischi sono limitati al capitale conferito Per importi inferiori ai 10 milioni di euro le soluzioni sono molteplici e vanno dal credito tradizionale, al leasing fino a prodotti maggiormente innovativi come per esempio il cosiddetto mini project proposto da Centrobanca che estende i vantaggi del project finance anche alla fascia di investimenti compresi tra tre e dieci milioni di euro, riducendo però in maniera significativa, attraverso la standardizzazione di alcune fasi, i tempi di erogazione e i costi tipici dell’impianto di un’operazione in project financig classico. “Un investimento che rimane conveniente e la cui convenienza cresce - aggiunge Alessandro Nova - dunque, e che, dal punto di vista industriale trae origine dal differenziale tra prezzo-costo dell’energia acquistata e costo di produzione dell’energia, integrato però dagli incentivi economici che caratterizzano questi progetti”. Una convenienza che cresce con l’effetto leva introdotto con il ricorso al capitale di credito. Il project finance rappresenta un modello per il finanziamento e la realizzazione degli investimenti privati relativamente nuovo

in Italia ma, nelle aspettative del sistema bancario, è possibile che farà una parte importante nel finanziare i circa 100 miliardi di euro che si stima siano necessari, da qui al 2020, per assicurare anche all’Italia gli obiettivi posti dal protocollo di Kyoto. Valeriano d’Urbano, Direttore Generale di Centrobanca, forte anche dell’evidenza prodotta da vari istituti di ricerca tra cui lo stesso IEFE dell’Università Bocconi, afferma: “Il sistema bancario continuerà a sostenere lo sviluppo delle Fonti di Energia Rinnovabile”. E illustra i dati che mostrano come nel caso della banca Corporate di Ubi Banca, lo stock di impieghi dedicato al settore sia cresciuto rapidamente nell’ultimo triennio: “nel 2007 lo stock ammontava a circa 180 milioni, saliti a 250 nel 2008 e nell’anno in corso, invece, prevediamo investimenti in impianti di energia da fonti rinnovabili per almeno 450 milioni di euro che condurranno lo stock delle risorse dedicate a circa 700 milioni di euro complessivi”. Un modello di soggetto finanziatore che quindi pare funzionare, è quello di soggetti come il Gruppo Ubi Banca che al radicamento territoriale assicurato dal fatto di controllare otto banche popolari storicamente presenti nelle rispettive aree di attività, unisce la presenza di una banca come Centrobanca, specializzata nelle problematiche più innovative che riguardano la finanza e in generale il mondo delle imprese.

Il sostegno di Centrobanca per lo sviluppo delle Fonti di Energia Rinnovabili

nel 2007 sono stati erogati circa 180 milioni di Euro nel 2008 250 milioni di Euro nel 2009 sono previsti investimenti per almeno 450 milioni di Euro

Il Project Finance Un nuovo modello di finanziamento Il project financing rappresenta un modello per il finanziamento e la realizzazione degli investimenti privati relativamente nuovo in Italia ma, nelle aspettative del sistema bancario, è possibile che farà una parte importante nel finanziare i circa 100 miliardi di euro che si stima siano necessari, da qui al 2020, per assicurare anche all’Italia gli obiettivi posti dal protocollo di Kyoto.

Valeriano d’Urbano, direttore generale di Centrobanca

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PRIMO PIANO

La Banca Europea degli Investimenti finanzierà iniziative di riqualificazione energetica degli edifici di proprietà comunale.

La BEI

in controtendenza Il percorso viene reso più agevole se si aderisce al Patto dei Sindaci, iniziativa lanciata dalla Commissione Europea e rivolta agli enti locali di tutti gli Stati Membri. Il modello operativo messo a punto dalla Provincia di Milano e l’esperienza pilota della Provincia di Modena.

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utti sanno che è molto complesso farsi finanziare nuovi impianti energetici dalla Banca Europea degli Investimenti. Consultando il sito della Campagna SEE in Italia (www.campagnaseeitalia.it) si potrà capire perché la BEI finanzierà iniziative di riqualificazione energetica degli edifici di proprietà comunale tenendo conto di determinati parametri. Entra in gioco il Patto dei Sindaci che consentirà ai Comuni di accedere ai Fondi Bei da utilizzare per ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020. A tal proposito la Commissione Europea ha previsto il ruolo di apposite strutture di supporto per accompagnare le Pubbliche Amministrazioni più piccole: in Italia la prima struttura individuata è la Provincia di Milano, in Spagna la Provincia di Barcellona.

Sergio Zabot, direttore Settore Energia della Provincia di Milano

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L’obiettivo della Provincia di Milano è quello di presentare alla Commissione Europea nella prima fase del progetto almeno 30 soggetti per un finanziamento complessivo di 40 milioni di euro. Gli esperti della Provincia hanno cercato, in questi mesi, le migliori soluzioni per portare avanti gli investimenti, anche se è stato necessario un pizzico di genio e fantasia per guardare all’Europa. Il percorso viene reso più agevole se si aderisce al Patto dei Sindaci, iniziativa lanciata dalla Commissione Europea, DG Tren, rivolta agli enti locali di tutti gli Stati Membri. Il Patto prevede un impegno dei Sindaci direttamente con la Commissione, per raggiungere almeno una riduzione del 20% delle emissioni di CO2, entro il 2020. Entro un anno dalla firma le Amministrazioni devono presentare un Piano d’Azione in grado di raggiungere il risultato previsto. Nell’ambito di questa iniziativa, la DG TREN ha coinvolto la BEI (Banca Europea degli Investimenti), per mettere a disposizione le ingenti risorse finanziarie necessarie per investimenti fissi sul patrimonio dei Comuni, tali da produrre forti riduzioni dei consumi energetici e larga produzione da fonti rinnovabili. La Commissione prevede di supportare in diversi modi gli organismi intermedi (province e regioni) che si offrono di coordinare e supportare le iniziative dei Sindaci in questo programma. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha deciso di coordinare e supportare finanziariamente tutte queste iniziative di supporto. Questo tipo di progetto si ispira ad un’iniziativa attualmente in preparazione da parte della Provincia di Milano, che è -come si è visto- in

trattativa con la BEI. Un progetto portato avanti grazie all’esperienza, capacità gestionale, competenza e caparbietà di volenterosi dirigenti dell’Ente lombardo. L’ing. Sergio Zabot, direttore Settore Energia della Provincia di Milano, non si sbilancia, anche se ammette che alcune soluzioni realizzabili con complessi artifici finanziari saranno avviate nella Provincia di Milano. L’iniziativa è decollata sull’esempio della rete di “Guichet pour l’Energie” della Regione Vallonia in Belgio. L’esperienza belga è stata studiata e adattata poi alla realtà milanese. Iniziativa che ha fatto partire la Rete di Sportelli per l’Energia, meglio nota come InfoEnergia (www.infoenergia.eu). Analogamente, le partnership pubblico-privato avviate con alcuni istituti di credito, le Banche di Credito Cooperati-

vo, sono state mutuate da analoghe esperienze condotte nelle Regioni Nord-Pas-de-Calais e Picardia in Francia. Il direttore Zabot non anticipa altro mentre lascia intendere che “i tempi non sono ancora maturi”. Si capisce però che il modello operativo messo a punto dalla Provincia di Milano rappresenta una delle esperienze nazionali più significative e consolidate dell’applicazione della direttiva Europea 2002/91/CE. Si tratta di una concreta attivazione di un servizio pubblico con l’obiettivo di riqualificare il settore del riscaldamento, incrementare la qualità tecnica delle imprese di manutenzione ed offrire un miglior servizio al cittadino. “Il problema dell’inquinamento delle città dice l’ing. Sergio Zabot - non riguarda solo le automobili; nelle stagioni invernali, le emissioni delle caldaie influiscono per il 40% sull’inquinamento dell’aria e una corretta manutenzione degli impianti termici consente di ridurre le emissioni inquinanti anche fino a valori del 5%”. Oggi questa esperienza pilota potrebbe essere trasferita alla Provincia di Modena. Ne parliamo con il dottor Marcello Antinucci, direttore di AESS, l’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile, braccio operativo della Provincia e di una trentina di Comuni del modenese, attiva da oltre dieci anni. D.: Dottor Antinucci, ci illustra esattamente il complicato meccanismo finanziario? R.:“I progetti possono riguardare un territorio vasto. Inoltre occorre sapere che la BEI non agisce direttamente ma attraverso una delle Banche nazionali ad essa associate, impegnandosi per un ammontare minimo di 50 M € (meglio 100), per tutto l’insieme delle iniziative nel territorio candidato (Comuni della provincia). La Provincia ha il compito di selezionare la Banca Associata che agirà sul suo territorio tramite bando pubblico. La Banca Associata eroga il finanziamento non ai Comuni, ma alle aziende che effettuano gli investimenti, con un meccanismo di project financing (che nel settore dell’energia viene denominato Finanziamento Tramite Terzi - FTT - e le aziende che operano assumendo il rischio tecnico e finanziario si chiamano ESCO - Energy Service Companies). La Provincia ha il compito di predisporre e presentare alla BEI tutto l’insieme dei progetti per il finanziamento (i costi possono essere parzialmente coperti dal MATTM o dalla DGTREN col programma EIE). I Comuni devono organizzare le gare per la progettazione esecutiva, fornitura dei materiali, installazione e manutenzione/gestione dell’oggetto del finanziamento per la durata contrattuale, relativa ai progetti (per esempio isolamento edifici, rinnovo impianti, produzione da fonti rinnovabili, ecc.). Deve restare esclusa dalla gara la fornitura di combustibile (gas) o energia elettrica. L’ammontare minimo fissato dalla BEI Marcello Antinucci, direttore di AESS Modena

per ciascun bando è 5 M€, per cui si rende indispensabile che più Comuni si associno ed affidino ad una stazione di committenza unica l’espletamento della gara”. Scopriamo che la gara prevede la realizzazione dell’investimento da parte di un privato che utilizzerà il prestito BEI ed altre eventuali sue risorse finanziarie, e recupererà l’investimento nella durata contrattuale tramite una quota versata annualmente dai Comuni utenti (proprietari di edifici, reti di illuminazione pubblica, impianti sportivi ecc.) che deve essere pari ad una quota del risparmio energetico ottenuto tramite l’investimento: praticamente il Comune paga una bolletta più bassa e assegna una quota della differenza tra bolletta vecchia e nuova alla ESCO per remunerare la sua attività. La BEI impone che la quota da destinare alla ESCO sia inferiore al 100% del risparmio (cioè che resti un beneficio economico, anche se piccolo, al Comune). “Il principale dubbio da chiarire - aggiunge Antinucci - è a quale titolo del bilancio vengano attribuite le quote annuali versate dai Comuni alle ESCO. Se queste quote sono considerate in conto capitale, cioè un pagamento dilazionato dell’investimento, è presumibile che esse rientrino nel Patto di Stabilità, e tutta l’operazione diviene poco praticabile finché i vincoli del Patto di Stabilità restano rigidi per tutti i Comuni. Se invece le quote pagate dai Comuni alle ESCO sono considerate la remunerazione di un servizio di risparmio energetico, perciò spese correnti, possono essere compensate dalla riduzione dei costi per le bollette energetiche ed essere non influenti sul bilancio delle partite correnti. In ogni caso, al termine del contratto con la ESCO, la proprietà e la gestione dell’investimento finanziato dalla BEI passa sotto la piena responsabilità del Comune. Altre difficoltà pratiche risiedono nella capacità dei Comuni di associarsi per predisporre e gestire le gare da minimo 5 M€: la Provincia dovrebbe

avere un ruolo di pressione, poiché questa è l’unica condizione per accedere al sistema finanziario”. “L’AESS - conclude Antinucci - può anche assumersi il compito di predisporre i materiali di gara per i gruppi di Comuni associati per la gestione dei bandi. Più difficile è immaginare che AESS possa assumersi il compito di stazione di committenza (ma non da escludere, perché fu fatto per il Piano Triennale per l’Ambiente della Provincia di Modena nel 2003-4). L’operazione può essere inserita tra le azioni (a costo molto contenuto per la provincia) del Piano-Programma per l’Energia che l’Assessorato Ambiente della Provincia sta presentando all’approvazione di Giunta e Consiglio”. Altri accordi con istituti di credito locali consentono ulteriori interventi particolarmente vantaggiosi per i cittadini ma anche per gli stessi enti pubblici che vogliono migliorare l’efficienza dei loro edifici.

Di cosa si occupa la BEI La BEI non ha scopi di lucro e persegue finalità che sono in linea con le politiche dell’UE. Diversamente dalle banche commerciali, la BEI non gestisce conti bancari personali, non effettua operazioni allo sportello e non fornisce consulenza per investimenti privati. Concede invece prestiti a lungo termine per progetti di investimento (soprattutto in attività fisse), ma non eroga sovvenzioni. La BEI appartiene agli Stati membri dell’Unione europea. Questi ne sottoscrivono congiuntamente il capitale secondo una ripartizione che riflette il peso economico di ciascuno nell’UE. La BEI non utilizza fondi del bilancio dell’UE. Si finanzia invece da sola mediante l’emissione di prestiti sui mercati finanziari. Poiché i suoi azionisti sono gli Stati membri dell’UE, la BEI beneficia sul mercato dei capitali del migliore rating di credito (tripla A), che le consente di mobilitare, a condizioni estremamente competitive, importanti volumi finanziari. Non avendo scopo di lucro, è in grado di offrire condizioni di credito altrettanto favorevoli. Non può tuttavia coprire più del 50% del costo totale di un singolo progetto. La Banca investe in progetti accuratamente selezionati in base ai seguenti criteri: • devono concorrere al raggiungimento degli obiettivi generali dell’UE; • devono essere validi dal punto di vista economico, finanziario, tecnico ed ambientale; • devono contribuire ad attrarre altre fonti di finanziamento. La BEI promuove inoltre lo sviluppo sostenibile nei paesi candidati e potenzialmente candidati a far parte dell’UE, nei paesi che confinano a sud e ad est con l’UE e nei paesi partner di altre regioni.

www.campagnaseeitalia.it 27

PRIMO PIANO

Valle d’Aosta,

laboratorio alpino sulle rinnovabili Rigeneregia, la fiera su energie rinnovabili, risparmio energetico, riduzione delle emissioni e mobilità sostenibile, organizzata dalla Chambre Valdôtaine e dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione, ha chiuso i battenti con risultati lusinghieri. Piena soddisfazione di espositori e pubblico attento e numeroso, in pratica un successo.

Alla cerimonia del taglio del nastro sono intervenuti: Enrico Barbieri direttore ICE Torino, Renato Praduroux, a.d. Società Autoporto, Augusto Rollandin, Presidente Regione VdA, Paolo Gyppaz, Sindaco di Pollein, Ennio Pastoret, Assessore regionale Attività produttive, Pierantonio Genestrone, Presidente Chambre Valdôtaine.

I

n Val d’Aosta hanno le idee chiare: promozione dell’efficienza energetica, uso razionale delle risorse, tutela dell’ambiente, sviluppo delle rinnovabili sono diventati temi prioritari del Governo della Regione. La sfida è stata lanciata dal Presidente Angusto Rollandin: “Il nostro obiettivo è quello di trasformare la nostra regione in un laboratorio alpino sulle rinnovabili e sul risparmio energetico, in grado di sviluppare un modello esportabile e replicabile in altre realtà simili alla nostra”. “Occorre - spiega il Presidente della Regione - creare occasioni forti sul territorio per trasformare le sfide della sostenibilità energetiche in opportunità economiche per le imprese”. La parola d’ordine, in questa piccola regione alpina, è fare sistema. La questione è stata affrontata a Rigeneregia, la fiera su energie rinnovabili, risparmio energetico, riduzione delle emissioni e mobilità sostenibile, che ha chiuso i battenti domenica 7 giugno, al VD’A Palaexpo di 28

Pollein. La fiera, organizzata dalla Chambre Valdôtaine e dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione, giunta alla terza edizione, viene considerata una piattaforma delle iniziative sostenibili dell’intero arco alpino, infatti gli organizzatori vogliono dare ulteriore slancio alla rassegna valdostana, per farla diventare l’hub fieristico sulle rinnovabili delle Regioni alpine.

I numeri del successo di Rigenergia parlano chiaro: ottomila visitatori, 548 contatti di cooperazione internazionale, 120 espositori, 150 marchi presenti, 150 iscritti ai corsi di formazione per professionisti e imprese, oltre 200 bambini presenti al Coalab, 21 tra presentazioni e testimonianze dirette. Strategica è apparsa anche la collocazione della Fiera nell’area autoportuale, una strut-

La sfida del Presidente Augusto Rollandin “Il nostro obiettivo è quello di trasformare la nostra regione in un laboratorio alpino sulle rinnovabili e sul risparmio energetico, in grado di sviluppare un modello esportabile e replicabile in altre realtà simili alla nostra. Occorre creare occasioni forti sul territorio per trasformare le sfide della sostenibilità energetiche in opportunità economiche per le imprese”.

tura idonea per ospitare l’evento fieristico in grado di attrarre anche tanti visitatori provenienti dalla Svizzera che hanno potuto sfruttare l’opportunità offerta dal traforo del Gran San Bernardo di fruire del rientro gratuito attraverso il tunnel. “Siamo molto soddisfatti per i risultati raggiunti - commenta il Presidente della Chambre Pierantonio Genestrone -. Possiamo dire che tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati conseguiti. La soddisfazione di gran parte degli espositori e la risposta in termini di numero di un pubblico preparato e pronto a confrontarsi con le imprese presenti, costituiscono le basi vincenti sulle quali portare avanti il nostri progetti”. È soddisfatto anche il vice Presidente della Chambre Mario Felix Risso. “La scommessa di allestire un Palaexpo all’interno dell’area dell’Autoporto è stata vincente, in quanto ci ha permesso di qualificare la domanda: le persone che hanno visitato la fiera hanno deciso di farlo e non si sono imbattute casualmente nell’evento. In particolare, da una prima analisi delle schede, emerge che dei circa ottomila visitatori (il 23% provenienti da fuori Valle e il 5% dall’estero), oltre il 40% sono stati liberi professionisti, im-

prenditori e dirigenti d’azienda”. In questa occasione si è rimarcato come l’ecosistema naturale della Valle d’Aosta può trovare nella sostenibilità di qualità le concrete chiavi di sviluppo, mediante l’offerta di servizi e prodotti a basso impatto ambientale e un progetto di rilettura del territorio attraverso un concreto approccio ecologico. “Per riuscirci - ha aggiunto l’assessore alle Attività produttive Ennio Pastoret - è indispensabile creare un tessuto culturale, scientifico e imprenditoriale brillante, capace di stimolare e far crescere l’interesse di tutti sulla materia e di innescare così un volano virtuoso che tragga spunto dalle scuole professionali e dalla ricerca universitaria, per arrivare all’utente finale, attraverso l’ideazione, la produzione e la commercializzazione di prodotti o sistemi. In effetti nel prossimo futuro questo settore rappresenterà, per la Valle d’Aosta,

uno dei capisaldi per lo sviluppo dell’economia: per accrescere l’occupazione, per creare sinergie tra i diversi attori e, soprattutto, migliorare la qualità della vita delle generazioni future. Le risorse energetiche a nostra disposizione sono un bene prezioso, che va preservato evitando inutili sprechi; per questa ragione occorre fissare la nostra attenzione sulla riduzione dei consumi e, soprattutto, perseguire la strada della certificazione energetica degli edifici, per ridurre il fabbisogno di energia delle nostre case, che rappresenta circa il 40% dei consumi dell’intera Regione ed è una voce di costo importante per ogni famiglia. Su questo asse, la Regione metterà a disposizione risorse economiche, a sostegno della politica di risparmio energetico, con la prospettiva di generare risultati effettivi che dovranno produrre benefici positivi per tutti”.

Info energia Chez Nous, un ufficio informazioni a disposizione degli utenti valdostani.

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ssicurare conoscenze e analisi adeguate ad un’efficace programmazione di settore nei campi dell’uso razionale delle risorse energetiche, del risparmio dell’energia e dello sfruttamento delle energie rinnovabili. È il compito del Coa (Centro di osservazione avanzato sulle energie di flusso e sull’energia di rete), istituito dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta nel 2007 e presentato a Rigenergia (Foto in alto). Durante la manifestazione il Coa ha presentato i servizi offerti dagli operatori dello sportello Info Energia Chez Nous, con tecnici ed esperti del settore messi a disposizione degli utenti per approfondire le tematiche degli incentivi allo sviluppo delle rinnovabili e all’efficienza energetica negli edifici, collegati alle leggi regionali. “Un’occasione per conoscere più in dettaglio le attività - ha dichiarato l’assessore alle Attività produttive della

Valle d’Aosta, Ennio Pastoret - che con gli uffici e con il Coa stiamo portando avanti per predisporre il nuovo Piano energetico regionale, per sostenere con appositi bandi lo sviluppo del fotovoltaico e le realizzazione di diagnosi energetiche nei comuni, oltre che la partecipazione a progetti europei e molto altro ancora”. “L’iniziativa - conclude l’assessore Pastoret - riflette il ruolo centrale di pianificazione energetica che l’Amministrazione regionale, con il Coa, è chiamata a svolgere in Valle d’Aosta. Il tema principale proposto all’attenzione del pubblico è stato la certificazione energetica degli edifici, sistema che sarà attivo nella nostra Regione dal 2010”. Lo sviluppo di un percorso di conoscenza dell’energia nelle sue varie forme, nelle diverse fonti disponibili e nelle applicazioni tecnologiche, attraverso sperimentazione diretta e pannelli esplicativi nell’area espositiva, ha permesso

inoltre ai ragazzi delle scuole elementari e medie di partecipare a un’esperienza formativa appositamente studiata per loro, che si aggiunge alle altre attività nelle scuole che l’assessorato ha sviluppato negli ultimi anni per costruire nelle nuove generazioni una cultura in materia di energia che possa essere di esempio anche per gli adulti. La presenza dell’assessorato nella tre giorni fieristica di Rigenergia si è inoltre concretizzata in alcuni percorsi formativi destinati sia ai professionisti che ai cittadini. In particolare, “hanno avuto un ottimo riscontro di partecipazione e grande soddisfazione per la qualità contenuti”, i due corsi di formazione riguardanti gli impianti eolici di piccola taglia e la progettazione e installazione di sistemi fotovoltaici, realizzati in collaborazione con il Kyoto Club e con il patrocinio degli ordini e collegi professionali regionali. 29

CONTRAPPUNTI

Ma quanta occupazione generano le rinnovabili? Il sogno green sta attraversando l’economia mondiale fiaccata dalla recessione: far crescere reddito e occupazione grazie all’energia pulita

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el primo trimestre del 2009 nell’Ue sono stati persi 1.916.000 posti di lavoro. Quale miglior momento, con tutti gli europarlamentari freschi di nomina, per affrontare il problema e avanzare proposte? Energie alternative e rinnovabili, secondo una valutazione prudenziale, danno già lavoro a più di due milioni di persone. L’energia eolica ne assorbe 300mila, 170mila sono occupate nell’energia fotovoltaica e 600mila nell’energia solare termica. Più di un milione operano nella coltivazione e trasformazione delle materie prime destinate a diventare biocombustibili. In quest’ultimo settore sono attivi laboratori di ricerca che impegnano figure professionali di alto livello, quali esperti in biologia sintetica e biotecnologie in generale. Va inoltre considerato che le energie rinnovabili richiedono un maggior fabbisogno di manodopera rispetto ai combustibili fossili e dunque la riconversione richiesta dall’abbattimento di CO2 genera per se stessa un incremento occupazionale. Lo stesso fenomeno si manifesta in altri settori strategici, come per esempio l’agricoltura biologica, dove il rapporto di addetti rispetto alla tradizionale è di un terzo in più. Inoltre i programmi di riforestazione e di gestione degli ecosistemi critici possono garantire il sostentamento a oltre un miliardo e mezzo di persone con la messa a dimora di alberi che garantiscono lavoro anche se in parte solo stagionale. Secondo uno studio realizzato dalla Commissione europea sulle ricadute professionali derivanti dall’implementazione delle misure

in materia di fonti rinnovabili, grazie al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo europeo, da qui al 2020 verranno creati 2,8 milioni di posti di lavoro. Il commissario all’Energia, Andris Piebalgs, sostiene che “i benefici delle fonti rinnovabili sono evidenti in materie come sicurezza degli approvvigionamenti e cambiamento climatico, ma anche dal punto di vista economico”. Se questi temi erano, soprattutto in Italia, una nicchia per pochi, oggi anche nel nostro Paese si presta attenzione a un mercato che si sta nettamente espandendo. Sull’onda di una nuova domanda si sono mosse le università con corsi di laurea ad hoc e la formazione di nuovi profili professionali. Accanto ai laureati si aprono spazi per figure tecniche che affinano le competenze dei vecchi impiantisti. Dal punto di vista imprenditoriale sono nate le Esco (di Energy Service Company ci parla Adriano Pessina a pag 32), società che forniscono servizi energetici integrati in grado di progettare, realizzare, gestire e finanziare la messa in opera di sistemi energetici innovativi negli edifici. Ma anche consulenza nelle scelte di efficienza energetica, valutazione costi /benefici e business plan considerando l’incremento di valore che la bioedilizia certificata produce. Le Tecnology Broker sono invece società dedicate alla ricerca e commercializzazione di nuove tecnologie nell’ambito delle energie alternative, nelle energie rinnovabili e nei settori collegati. Le nuove figure professionali sono i Green Businnes Manager, capaci di attivare e gestire budget privati e pubblici legati ai comparti verdi e gli Energy Manager, profes-

sionisti con il compito di ottimizzare e gestire il risparmio energetico di imprese e complessi edilizi nei settori privati e in quelli di pubblica utilità come scuole e ospedali, stadi. Largo quindi a ingegneri, architetti ma anche a ricercatori e tecnici. Solo per gli impianti termici si stima una richiesta di 100mila unità con una crescita stimata in 250/300mila posti di lavoro in un quinquennio. Le ripercussioni a livello economico, le opportunità di sviluppo che il mercato delle rinnovabili sta proponendo allo scenario strategico internazionale, sono tanto rilevanti che ogni realtà economica e produttiva mondiale non può non esserne coinvolta in maniera condizionante.

Pierpaolo Bo

Andris Piebalgs, commissario Europeo per l’Energia

I CONTI IN TASCA

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Energie alternative e rinnovabili, secondo una valutazione prudenziale, danno già lavoro a più di due milioni di persone. Anche nel nostro Paese si comincia a prestare attenzione a un mercato in netta espansione. Sull’onda della nuova domanda si sono mosse le università con corsi di laurea ad hoc e la formazione di nuovi profili professionali. Accanto ai laureati si aprono spazi per figure tecniche che affinano le competenze dei vecchi impiantisti. 30

umenta il debito pubblico dell’Italia e aumenta ancor più il suo peso sul Pil, in perenne discesa. Non stanno meglio gli USA, attualmente all’83% del Pil, solo una trentina di punti sotto quello italiano, che veleggia attorno al 110%. Situazione destinata a peggiorare a causa del 1000 miliardi di dollari spesi per salvare le banche e l’industria dell’auto. Senza dimenticare che gli States restano il paese col debito pubblico più elevato al mondo: ogni americano è indebitato per 37.000 dollari. Fino a quando le nuove generazioni saranno disposte a tollerare di pagare i debiti contratti da persone che non hanno mai conosciuto? Al nuovo Presidente USA Barack Obama (nella foto) va riconosciuto il merito di aver capito che solo il passaggio verso un nuovo modello di sviluppo potrà salvare il pianeta dalla recessione globale. E che il problema economico è strettamente connesso a quello energetico. L’energia è infatti alla base di tutti gli scambi economici internazionali. Fino a cento anni fa l’economia dei Paesi avanzati era basata per i due terzi sull’agricoltura, che di petrolio non aveva bisogno. Oggi il petrolio ha sostituito per la quasi totalità la forza motrice-uomo del secolo scorso. Il fabbisogno energetico è in ascesa esponenziale, mentre le fonti sono in esaurimento e l’allarme internazionale è forte perché i cambiamenti climatici stanno mettendo in pericolo i consumi, costantemente in aumento. Occorre realizzare una transizione epocale verso le P.B. energie rinnovabili, per riportare in crescita un’economia globale oberata dai debiti. 31

INTERVISTA

Efficienza energetica per gli edifici pubblici Il Presidente dell’Enea Luigi Paganetto sottolinea l’importanza del coinvolgimento degli edifici pubblici, in particolare uffici amministrativi e insediamenti scolastici, nel miglioramento dell’efficienza energetica, agendo sulla climatizzazione, il riscaldamento dell’acqua e l’illuminazione.

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on solo il settore residenziale deve essere investito da interventi di efficienza energetica. Anche gli edifici pubblici possono concorrere significativamente all’attuazione di politiche di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni in linea con l’obiettivo europeo del 20-20-20. Parte da qui l’iniziativa dell’Enea che non è solo l’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, ma ha assunto anche le funzioni di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica. La rubrica della Tgr - Rai “Regioneuropa”, da tempo attenta a queste tematiche, ha recentemente mandato in onda un’intervista di Antonio Silvestri al Presidente dell’Enea Luigi Paganetto, che ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento degli edifici pubblici, in particolare uffici amministrativi e insediamenti scolastici, nel miglioramento dell’efficienza energetica, agendo sulla climatizzazione, il riscaldamento dell’acqua e l’illuminazione.

D: Presidente Paganetto, che ruolo può avere l’Enea nel miglioramento dell’efficienza energetica? R: Sui temi dell’efficienza energetica l’Enea è presente da tempo, ha la capacità tecnologica di individuare soluzioni utili in merito ed ha una presenza sul territorio, attraverso i suoi Centri, che consente poi di distribuire conoscenze e informazioni sia al livello regionale e provinciale, sia nei confronti delle imprese e delle Associazioni di rappresentanza. Pensiamo che mettendo insieme capacità tecnologiche, competenze in materia di efficienza energetica e rapporto col territorio si possa fare un buon lavoro. D: Buono anche grazie alla nuova veste di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica... R: L’Enea è diventata Agenzia in seguito alla richiesta dell’Unione Europea di avere un unico punto di riferimento in materia. Una questione importante perché in passato molti si sono occupati di efficienza energetica con efficacia e competenza ma avere un solo referente consente di fare un coordinamento per le proposte, le iniziative, le attività su questi temi, e quindi aumentare l’efficacia dell’intervento. Ora occorre rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato, tra ricerca e industria, dando vita a partnership strategiche che operino nel medio e nel lungo periodo. D: Questa iniziativa sugli edifici pubblici quali obiettivi si pone? R: Nasce da un lavoro preparatorio in quanto era giusto e opportuno verificare non solo l’interesse della pubblica amministrazione ma anche degli altri attori presenti poiché ci vuole un insieme di regole, la possibilità di finanziare le iniziative e ci vuole anche la volontà complessiva di andare in questa direzione da parte di una pubblica amministrazione che può fare molto nei riguardi del proprio patrimonio immobiliare, per raggiungere il risultato di un’efficiente azione in materia di risparmio energetico. Anche in relazione al nuovo compito di Agenzia per l’efficienza energetica sono state

www.enea.it poste in essere le Convenzioni con Consip e Unioncamere incentrate sulle più opportune strategie di diffusione di metodi e interventi utili a raggiungere gli obiettivi citati. Del progetto fanno parte anche Ance e Abi. Consip ha già convenzioni per 4800 edifici della P.A. e con 108 Comuni per l’illuminazione pubblica, Unioncamere ha quarantamila imprese potenzialmente interessate a entrare in queste iniziative, l’Ance può giocare un ruolo importante nell’accrescimento dell’efficienza energetica degli edifici e l’Abi a sua volta si può occupare dei finanziamenti alle imprese, soprattutto medio piccole, che per ora non sono un prodotto di uso di massa ma lo potrebbero diventare. D: Recentemente si è sottolineato il nuovo ruolo che potrebbe giocare l’energia nucleare, fermata dal referendum oltre vent’anni fa. Questo potrebbe andare a scapito delle energie rinnovabili? R: No, è bene essere rientrati nel nucleare ed era sbagliato lasciare questa tecnologia, ma è anche bene stare nelle altre tecnologie in cui c’è cambiamento e nelle rinnovabili, ad esempio sul solare, ci sono molte possibilità di risultati positivi. L’Enea è leader nel solare a livello internazionale. Nel Mediterraneo ci sono grandi opportunità e io credo che occorra lavorare su questo insieme alle altre tecnologie.

A.Sr. Luigi Paganetto, Presidente Enea

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ATTUALITÀ

Come superare gli ostacoli dei severi vincoli del Patto di Stabilità

Oggi ESCo Le Energy Service Company nascono per rispondere in modo concreto al bisogno di risparmio energetico e di ottimizzazione di energie alternative. Gli investimenti in favore di efficienza e rinnovabili quasi sempre hanno tempi di recupero contenuti e permettono agli Enti di risparmiare o addirittura di guadagnarci.

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n un momento di crisi finanziaria a livello internazionale, è importante sapere che esiste un “serbatoio” economico a cui possiamo attingere. Questa ricchezza non è visibile, non si può toccare né vedere, ma ne sentiamo gli effetti ogni mese quando paghiamo le bollette energetiche. Ci riferiamo ai consumi energetici delle grandi utenze pubbliche, delle imprese e dei complessi residenziali che presentano potenziali interessanti di risparmio energetico. È proprio lì il serbatoio, l’energia che tutti gli anni queste utenze

Adriano Pessina, General manager dell’informazione energetica

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Realizza interventi di efficienza energetica

ESCo

CLIENTE

to spesso oltre alla gestione degli impianti, la manutenzione ordinaria e straordinaria, è compresa la fornitura del combustile. Quest’ultima parte è il vero “core business” del contratto in quanto rappresenta dal 70 all’85% del fatturato complessivo. Abbiamo sicuramente la possibilità di migliorare questi contratti spingendo realmente sulla riduzione dei consumi energetici, legando il pagamento delle prestazioni al raggiungimento di performance. L’esempio virtuoso ci arriva dai paesi del centro europa (Germania ed Austria) dove le ESCo sono molto diffuse ed operano esclusivamente sull’efficienza energetica. La loro specializzazione è quella di catturare le inefficienze energetiche e trasformarle in opportunità di investimento e sviluppo. Applicano spesso l’Energy Performance Contract (EPC) che può essere tradotto come contratto a prestazione garantita. Lo schema virtuoso è rappresentato nella figura 1. Il cliente si continua ad occupare dell’approvvigionamento dei vettori energetici e mette in “gara” la sua inefficienza energetica. La Esco arriva, verifica i dati energetici, la situazione impiantistica, le condizioni dell’involucro e dell’utilizzo del sistema edificio-impianto, e propone gli interventi di efficienza energetica. Con il risparmio ottenuto si possono ripagare gli investimenti e alla fine del contratto il cliente si trova a gestire un sistema efficiente senza aver ef-

fettuato alcun investimento. Le due figure illustrano i possibili schemi di funzionamento (fig. 2 e fig.3). In questo caso la ESCo utilizza tutto il risparmio energetico per recuperare gli investimenti ed il cliente si accorge del beneficio al termine del contratto. Nel secondo caso al cliente viene assegnato una quota del risparmio in modo che si accorge della riduzione della consumi e la ESCo avrà una durata un pò più lunga per recuperare gli investi-

Realizza interventi di efficienza energetica

ESCo Remunera gli interventi con il risparmio

Costi energetici €

Remunera gli interventi con il risparmio

nel nostro paese hanno assicurato la gestione dell’energia secondo gli standard previsti dalle norme garantendo il confort ambientale di ospedali, edifici pubblici, complessi residenziali. Nello stesso tempo si sono sviluppate nel nostro paese realtà imprenditoriali importanti che operano nella gestione dell’energia che hanno dimensioni europee e rappresentano un patrimonio importante per il mondo industriale. Un sistema radicato, diffuso, in grado di operare nelle diverse situazioni ma che non ha sviluppato una significativa efficienza energetica dei nostri sistemi edifici impianto. È sufficiente confrontare i consumi energetici con quelli degli altri paesi europei per rendersi conto che generalmente abbiamo livelli molto elevati, o meglio esistono potenziali di risparmio energetico a cui possiamo attingere. Le ragioni di questo comportamento anomalo sono molteplici e sono da ricercare nelle modalità costruttive sia edilizie che impiantistiche che hanno trascurato per molto tempo l’efficienza energetica. Esiste anche un altro aspetto che non alimenta la riduzione dei consumi energetici; mol-

Costo attuale

Costo energia dopo intervento ESCo

Fig. 2

Anni Inizio contratto

Fine contratto

AREA DEL RISPARMIO

Costi attuali – costi dopo intervento = Volume del risparmio utilizzato dalla Esco per realizzare l’intervento

Contratto a prestazione garantita con partecipazione al risparmio Costi energetici € Costo attuale

Costo energia dopo intervento ESCo

Fig. 3

Anni Inizio contratto

Fornitore energia elettrica

Cliente Fornitore combustibili Fig. 1

Contratto a prestazione garantita

“sprecano” e che possono alimentare azioni di sviluppo per gli Enti Pubblici, le Imprese e gli utenti finali. Per accedere a questo serbatoio si debbono verificare alcune condizioni e ci vogliono operatori dotati di competenze particolari; sono le ESCo (Energy Service Company). Realizzano interventi di efficienza energetica e recuperano gli investimenti con i proventi derivanti dalla riduzione dei consumi. Queste Società, nate alcuni decenni fa negli Stati Uniti, si stanno radicando anche in molti paesi Europei quali Germania, Austria, Spagna e da qualche anno sono operative anche nel nostro Paese. Esistono esempi di successo che dimostrano che questa innovazione gestionale ed operativa può essere applicata anche nella nostra situazione. In Italia esiste una radicata diffusione del cosiddetto Contratto Energia (o gestione calore) che è stato oggetto di specifiche normative (dalla Legge n. 412 al recente D.Lgs 115/08). Le tipologie contrattuali largamente applicate e diffuse

menti, la gestione e la manutenzione e gli utili di impresa. Entrambi gli attori, cliente ed ESCo hanno l’interesse a ridurre i consumi e a far funzionare bene gli impianti in modo da avere il risparmio garantito. Aspetti delicati che devono essere regolamentati sono le variazioni di utilizzo e di volume degli edifici che possono variare i consumi energetici. Precondizione per applicare questi contratti è la conoscenza del nostro sistema energetico in termini di dati

Fine contratto

Porzione del risparmio assegnata al cliente da subito Parte del risparmio utilizzato dalla Esco per realizzare l’intervento

di consumo energetico (calore ed elettrico) per almeno 3 anni di dati e la completa conoscenza impiantistica e dell’edificio. E qui iniziano le prime difficoltà, in quanto queste informazioni non sono sempre disponibili e verificabili. Si sente perciò l’esigenza di un cambiamento radicale nei confronti della gestione dell’energia: appare indispensabile la conoscenza dettagliata di ciò che dobbiamo migliorare. Se governiamo questo aspetto, possiamo avere la certezza degli obiettivi di efficienza energetica, l’energy management deve essere la priorità su cui avviare i progetti di efficienza energetica. La base di partenza, la baseline, è fondamentale per il cliente ed è determinante per la ESCo che deve contare sulle dimensioni del serbatoio con il quale si ripaga degli investimenti. Praticamente dobbiamo creare le condizioni perché si possano applicare questi contratti; raccogliamo le informazioni per conoscere le dimensioni della nostra efficienza energetica e poi definiamo un contratto che si incentri sulla riduzione dei consumi. A fine anno uscirà una normativa europea sui sistemi di gestione dell’energia (EMS - Energy Management System), un altro stimolo a migliorare il nostro comportamento energetico e a creare le condizioni perché le ESCo possano intervenire con successo. Ma di questo racconteremo una prossima volta…

Adriano Pessina

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RAPPORTO GEOTERMIA

Geotermia, in Toscana sviluppo a tutto vapore Cosa cambia con l’accordo sulla geotermia del 20 aprile scorso per i Comuni toscani che possiedono questa risorsa energetica? Lo abbiamo chiesto a Sergio Chiacchella, direttore del Co.Svi.G., il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, società costituita, nel 1988, da enti pubblici locali e divenuta oggi braccio operativo della Regione Toscana per lo sviluppo sostenibile.

Sergio Chiacchella, direttore Co.Svi.G.

D

ottor Chiacchella, quali le novità di questo accordo? Con questo accordo si cerca per la prima volta di creare un sistema geotermia che abbia un quadro di riferimento certo rispetto a un passato affidato in gran parte alle volontà delle singole amministrazioni locali. Si stabilisce che la geotermia è una risorsa strategica della Toscana. L’accordo in qualche modo normalizza l’utilizzazione della risorsa geotermica e, per la prima volta, stabilisce anche dei criteri per la compatibilità di utilizzazione nei diversi territori. L’intesa definisce impegni e obblighi non solo in base alla normativa nazionale attuale, ma si spinge oltre. Per esempio, su parametri che non sono considerati “parametri-soglia” dalla legge dello Stato, viene stabilita invece la necessità di monitorarli e di definirne i livelli massimi ammissibili anche in modo più stringente rispetto alla normativa nazionale. L’accordo stabilisce dunque i parametri ambientali che devono essere rispettati, fino a oggi non regolati da norme, e quali sono le modalità operative del gestore che fino a oggi ha operato trovando accordi con i singoli comuni, agendo

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come monopolista della risorsa, e quindi valutando autonomamente gli investimenti necessari per l’ambiente, per la salvaguardia e la sicurezza oltre a quelli stabiliti per legge. Oggi la Regione dice: questa risorsa può essere utilizzata, ma a certe condizioni. L’aspetto più importante, direi, è che si regolamenta l’uso della geotermia e quindi se ne garantisce la compatibilità ambientale. In concreto, cosa cambia per il territorio e per i cittadini? I cittadini saranno più sicuri nel quotidiano convivere con i vapordotti e le centrali, con le emissioni connesse all’uso della geotermia per scopi elettrici. L’accordo li tutela in misura maggiore rispetto a quanto fatto finora. L’Enel potrà operare solo se certi aspetti ambientali saranno garantiti. Non solo, la Regione chiede che tutta l’attività geotermica dell’Enel venga in qualche modo certificata Emas (strumento europeo di valutazione delle prestazioni ambientali), e quindi c’è un impegno sul rispetto dei processi dal punto di vista ambientale, cosa che finora era demandata alla volontà del soggetto gestore (Enel) e alla pressione più o meno forte che le amministrazioni locali erano in grado di esercitare. L’accordo stabilisce controlli, verifiche, indica i soggetti che per conto della Regione possono garantire l’effettivo rispetto dei limiti stabiliti, quindi il ruolo di Arpat e dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana. La Regione ha individuato anche un osservatorio sulla geotermia, affinché alcune criticità vengano tenute sotto controllo e affrontate in maniera più attenta. Quali i vantaggi economici per i comuni? La legge nazionale, la 896/86, modificata dalla 470/95, prevedeva una compensazione ambientale: i comuni e la Regione sede di impianti ricevevano rispettivamente 2 lire e 1 lira per ogni kilowattora

prodotto. Questo si traduceva dai 160 milioni di lire del 1986, data in cui è entrata in vigore la legge, agli attuali 10 milioni di euro circa l’anno. 3,5 milioni alla Regione Toscana, 6,7 circa ai singoli comuni del territorio geotermico tradizionale più l’Amiata, ripartiti in funzione delle concessioni geotermiche, cioè in funzione della presenza più o meno massiccia dell’Enel e dello sfruttamento più o meno intensivo della risorsa. Ad esempio, un comune come Pomarance, dove si trova Larderello, prendeva oltre 2 milioni di euro l’anno, mentre un comune come Roccalbegna prendeva 130-150 euro. I 3,5 milioni destinati alla Regione venivano poi obbligatoriamente, per legge, reinvestiti sul territorio attraverso progetti presentati dai comuni una volta l’anno e coordinati dal Co.Svi.G., come soggetto tecnico che raccoglieva i progetti, istruiva le pratiche, ne dava conto alla Regione una volta completati e quindi erogava il contributo ai comuni soci. Contributo che non poteva essere formalmente utilizzato per attività di gestione ordinaria, come pagare operai e impiegati, o ripianare il bilancio, ma per investimenti. Di fatto fino a oggi c’era comunque un’utilizzazione programmata dai singoli comuni, che andava dal ripristino del muro o della strada, al cancello per il cimitero, a progetti che prevedessero investimenti nel settore delle rinnovabili e dello sviluppo economi-

co. Il tutto era però demandato alle volontà dei singoli comuni, e a un vaglio da parte della Regione, che sapeva che comunque quelle erano risorse da reinvestire sul territorio. Con l’accordo la Regione stabilisce una serie di priorità per l’utilizzo. Intanto c’è un incremento dei fondi. Enel si impegna a investire entro il 2011 circa 400 milioni di euro per incrementare la potenza installata di 112 megawatt. Per ogni megawatt installato il territorio riceverà un contributo di 650.000 euro una tantum, suddiviso in 65.000 euro all’anno per un periodo di 10 anni. Per una centrale di taglia minima standard, da 20 megawatt, ad esempio, nell’arco di 10 anni arriveranno 13 milioni di euro. Di questi, almeno il 60% andrà al comune dove verrà realizzata la nuova centrale, il resto sarà distribuito tra i vari comuni la cui concessione geotermica serve per alimentare la centrale. Resta poi il contributo legato alla produzione, valutato in 3,5 milioni di euro destinati alla regione e 6,7 ai comuni. Con l’accordo, a questa cifra si aggiungeranno 6,7 milioni annui per la regione, a produzione costante attuale. Ci sono poi 140 milioni di euro che Enel destinerà ad attività di ricerca e innovazione tecnologica sulle energie rinnovabili, concordando queste attività con la Regione Toscana e con i territori. Di questi, 40 verranno utilizzati per il riassetto dell’Amiata, cioè la mitigazione dell’impatto ambientale degli impianti nell’area amiatina, con la realizzazione del nuovo termodotto che consentirà di chiudere la centrale Piancastagnaio 2 a scarico libero. Tale somma sarà incrementata di 110 milioni se l’Enel riuscirà a installare altri 88 megawatt, a completamento delle previsioni del PIER, oltre ai 112 in programma. Come verranno utilizzati questi soldi?

I 6,7 milioni destinati direttamente ai comuni saranno utilizzati come sempre, per progetti di competenza comunale, dall’opera pubblica al finanziamento della manifestazione culturale estiva, cioè utilizzati dai comuni per i propri piani di investimento triennali. I circa 10 milioni che arriveranno nelle casse della Regione, e che la Regione riverserà ai comuni, verranno destinati al finanziamento di progetti inseriti nel piano triennale di sviluppo geotermico, la cui istruttoria verrà curata come soggetto tecnico da Co.Svi.G., e la cui approvazione è di competenza di un “Tavolo Istituzionale sulla Geotermia”, che vede riuniti la Regione, le province, i sindaci e i presidenti delle comunità firmatari dell’accordo. Il Tavolo valuterà il progetto proposto dai comuni e predisposto da Co.Svi.G.e ne deciderà la finanziabilità. Le risorse serviranno per un programma di sviluppo sostenibile del territorio che comprende una serie di priorità. Uno dei parametri di valutazione è l’immediata cantierabilità. Saranno progetti legati alle rinnovabili, progetti preferibilmente di area vasta, e potranno essere finanziate iniziative infrastrutturali sia materiali (strade, acquedotti) che virtuali (collegamenti informatici come banda larga o wi-fi), comunque legati alle necessità di un territorio che sia più ampio di un solo comune. Verranno finanziati anche progetti che i singoli comuni riterranno strategici e che siano coerenti con il piano di sviluppo di tutto il territorio, indirizzati verso lo sviluppo sostenibile. L’accordo volontario tra Regione ed Enel del 20 aprile scorso prevede una prima verifica nel 2011. Noi oggi possiamo contare su 650.000 euro per megawatt installato sulle nuove centrali, quelle che verranno fatte da qui al 2011, e abbiamo quelle già autorizzate sia nel pisano, a Castenuovo Val di Cecina, sia in corso di autorizzazione, a Radicondoli

Il Presidente dell’Enel Fulvio Conti e il Governatore della Toscana Claudio Martini firmano l’Accordo di Programma.

e a Chiusdino, che quindi porteranno delle risorse certe per un totale di 72 megawatt. Abbiamo quasi 17 milioni di euro l’anno sul territorio, legati alla produzione, che valgono anno per anno fino alla verifica, e che potranno poi valere fino al 2024 se la verifica sarà positiva e l’accordo potrà essere portato a completamento. La scadenza nel 2013 delle concessioni Enel sull’Amiata potrebbe portare a qualche sorpresa? La scadenza del 2013 potrebbe portare a un’interruzione dell’applicabilità dell’accordo; è però vero che se ciò dovesse succedere, ad esempio una gara della Regione che metta a bando il rinnovo delle concessioni, io credo che il punto di partenza della gara dovrà essere il contenuto di questa intesa, e quindi quanto meno si potrebbe pensare a un suo consolidamento. Un passo indietro sarebbe problematico da digerire per territori che hanno già sottoscritto un accordo, inferiore rispetto ad alcune aspettative originarie, ma, a oggi, comunque il migliore possibile. Passi indietro creerebbero difficoltà sulla compatibilità territoriale della risorsa. Le amministrazioni probabilmente si chiederebbero perché subire la presenza della geotermia, se a fronte di positive ricadute a livello mondiale, nazionale, regionale, sia economiche che ambientali, le stesse non venissero garantite sul territorio. I cittadini potrebbero avere qualche vantaggio sulle bollette? Non direttamente sui consumi elettrici, ma, ad esempio, nel caso di estensione del servizio di teleriscaldamento (l’uso del vapore endogeno per riscaldare abitazioni e imprese), coloro che ne usufruiscono risparmiano sui costi dell’energia, oltre all’indubbio vantaggio in termini di riduzione di emissioni di cui beneficia tutta la collettività.

Michaela Barilari

L’accordo Il 20 aprile scorso la Regione Toscana ed Enel hanno firmato un accordo che rende operativa l’intesa sottoscritta a novembre del 2007, che mira a regolamentare lo sfruttamento della risorsa geotermica. Enel si impegna a mettere 650 milioni di euro a disposizione di Regione ed enti locali da qui al 2024.

Le centrali in Toscana

www.distrettoenergierinnovabili.it

Il Presidente dell’Enel Fulvio Conti a colloquio con l’assessore Annarita Bramerini e il Governatore della Toscana Claudio Martini dopo la firma dell’Accordo di Programma.

Le centrali geotermiche in Toscana sono 31. La coltivazione dei campi geotermici interessa 16 comuni di 3 province: Siena, Grosseto e Pisa. Il potenziale geotermico della regione si suddivide in due aree principali: quella cosiddetta tradizionale, che ha come centro principale Larderello, e quella del monte Amiata. A Larderello è concentrato quasi il 90% della produzione totale della Toscana, con 702 megawatt su 783.

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ENERGIA E IMPRESE

Geo Energy Service, un progetto diventato realtà L’azienda di Pomarance ha consolidato la propria connotazione di società di servizio che eroga, in un bacino di utenza di circa seimilacinquecento abitanti, importanti servizi di pubblica utilità, in particolare nel settore della gestione del teleriscaldamento geotermico, della manutenzione e aggiornamento tecnologico degli impianti, della progettazione e realizzazione delle estensioni della rete e della protezione dell’ambiente.

La Geo Energy Service ha raggiunto, in pochi anni, gli obiettivi fissati: efficienza del servizio non solo in termini tecnici ed economici, ma anche di estensioni realizzate, manutenzione e tempestività degli interventi. della popolazione. Riteniamo di aver raggiunto, in pochi anni, gli obiettivi fissati: efficienza del servizio in termini sia economici (non ci sono stati aumenti delle tariffe ad oggi) sia tecnici; estensioni realizzate; manutenzione e tempestività degli interventi. Il merito va ai nostri collaboratori, validissimi e preparati” Siete pronti per entrare nel mercato dell’energia? “La nostra società, per la sua natura di partecipata pubblica, non può operare liberamente nel mercato, perchè è soggetta a molte limitazioni. La gestione attuale proviene da un contratto a suo tempo stipulato dal Comune di Pomarance con una impresa pri-

vata. Alla scadenza, il contratto al privato non è stato rinnovato, nella convinzione che una gestione diretta, con una propria azienda, sarebbe stata più adatta al servizio pubblico”.

zione un morosità contenuta). - Deve adottare tariffe che, nel tempo, non eccedano mai il tasso d’inflazione. É infatti cosa abbastanza semplice, in un servizio reso in regime di monopolio, fare il conto economico al rovescio, partendo non dalle risorse disponibili ma dalla spesa prevista. Tanto di acquisto di beni e servizi, tanto di personale, tanto di spese generali, tanto di ammortamenti e accantonamenti; aggiungiamo quindi l’utile programmato (con in sé una quota da distribuire al personale ed amministratori); suddividiamo il costo fra gli utenti, calcoliamo la tariffa e il gioco è fatto, con soddisfazione dei politici di turno, ma non sempre degli utenti. Riteniamo ancora che il servizio pubblico, ove possibile, non debba essere campo di attività di impresa privata, tendente per sua natura principalmente al profitto, ma una zona nella quale prevalga l’autodeterminazione della collettività. In questi tre anni di gestione è risultato chiaramente, da parte dei cittadini di Pomarance nonché di tutte le forze politiche del Consiglio Comunale, un chiaro apprezzamento per il lavoro svolto”.

Come pensate, allora, di ampliare il vostro raggio di azione? “Non è semplice. Oggi le società partecipate da enti pubblici non sono molto ben viste dal Legislatore che cerca di porre paletti alla loro espansione (vedi per ultima la legge 133 del 2008 con il famigerato art. 23 bis). Senza dubbio ci sono buone ragioni per frenare, mettere in riga società partecipate dissestate, o in ogni caso ricondurle esclusivamente nell’alveo della condotta di un pubblico servizio che il Comune ben potrebbe gestire direttamente. Credo che il metodo di valutazione dell’utilità o meno del permanere di un’azienda pubblica debba essere di carattere prettamente economico secondo i seguenti principi: - Non deve presentare conti economici con perdite di esercizio, con obbligo quindi dell’ente proprietario di ripianarle, con oneri aggiuntivi ovviamente a carico dei bilanci pubblici e quindi della collettività. - Deve avere una situazione patrimoniale sana, con - Fatturato: ca. € 2,5 milioni indebitamento verso banche e fornitori inferiore - Redditività: > € 300.000 all’ammontare dei crediti a - Utenze allacciate: ca. 2400 breve, e con altre postazio- Metri cubi allacciati: ca. 800.000 ni dell’attivo soddisfacenti (per esempio nel campo di - Potenza installata: 60MW su nove centrali servizi a tariffa e bolletta- Rete: ca. 200 Km

Risultati GES 2008

- Investimenti effettuati nell’area di riferimento in 2,5 anni: € 1.800.000

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a piccola azienda partecipata, che gestisce le reti di teleriscaldamento geotermico del Comune di Pomarance (nella foto), a protagonista di primissimo piano nel Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana. Consolidando, inoltre, la propria connotazione di società di servizio che eroga, in un bacino di utenza di circa seimilacinquecento abitanti, importanti servizi di pubblica utilità, in particolare nel settore della gestione del teleriscaldamento geotermico, della manutenzione e aggiornamento tecnologico degli impianti, della progettazione e realizzazione delle estensioni della rete e della protezione dell’ambiente. Parliamo di GES S.r.l. (Geo Energy Service) che, a tre anni dall’inizio dell’attività, può tracciare un bilancio più che lusinghiero mentre, per il futuro, si prospettano possibilità di grande interesse. La Geo Energy Service è un’azienda com-

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Giancarlo Ghilli, Presidente Geo-Energy Services

posta da personale qualificato ed esperto nel settore, ha la sede in Pomarance, Strada Statale Km.116, e rappresenta una realtà con un know how all’avanguardia, non soltanto nella gestione del teleriscaldamento. Ne parliamo con il presidente, Giancarlo Ghilli. Presidente Ghilli, in quale contesto economico si inserisce l’azienda? “Il contesto è quello del settore delle energie rinnovabili, che è in forte espansione e può quindi riservare grandi opportunità a operatori qualificati. Ma prima di tutto ritengo debba essere evidenziato il grande vantaggio per la popolazione che, oltre ad accedere direttamente a una risorsa naturale, può beneficiare di un servizio di alto livello a costi contenuti rispetto a quelli dei combustibili tradizionali. È un vantaggio esaltato anche da un contri-

buto erariale diretto, concesso e confermato nel tempo da varie leggi finanziarie. Si manifesta peraltro, ma questo esclusivamente in termini di cassa e quindi di liquidità, una problematica relativa alla esistente discrasia temporale fra la concessione dell’agevolazione immediata sulla bolletta e il recupero attraverso il meccanismo del credito d’imposta che tuttavia contiamo di attenuare con il consolidamento, nel tempo, della propria situazione finanziaria”. Non vi spaventa la concorrenza? “Assolutamente no! La Ges è una bella azienda, radicata sul territorio, gestita correttamente e che dispone di know how adeguato per le esigenze

Programmi a breve - Nuove estensioni di teleriscaldamento per ca. 50.000 m3 (investimento € 2,5 milioni) - Nuovo teleriscaldamento di Larderello (150.000 m3 e € 3.000.000 di investimento) - Realizzazione rete nuovo PIP Pomarance - Realizzazione condotta CO2 e accessori per nuovo PIP Larderello - Impianti fotovoltaici su edifici pubblici

A lungo termine - Ampliamento della compagine territoriale - Progetti di Volterra e Massa Marittima - Progetti internazionali 39

ENERGIA E IMPRESE

La tecnologia si sta diffondendo anche in altri comprensori d’Italia

Il settore delle basse entalpie guarda alla Toscana geotermica

L’utilizzazione delle risorse geotermiche negli usi diretti, a bassa e bassissima entalpia, sta assumendo un ruolo di primo piano nel panorama delle applicazioni per la climatizzazione degli edifici. Queste soluzioni, che si sperimentano alla GES e al Cegl di Pomarance, consentono infatti una diminuzione delle emissioni di CO2 ed un risparmio di consumi di fonti energetiche fossili. Ne parliamo con l’ingegner Roberto Amidei, direttore della GES (Geo Energy Service).

La posa delle tubazioni a Pomarance

qualcosa si stava muovendo in questo settore ed ha scommesso su questa tecnologia emergente. Come è cominciata questa avventura? “L’avventura è iniziata nel settembre del 2006, quando, dopo essere stato per un breve periodo, presidente del c.d.a della GES S.r.l., sono stato proposto per la Direzione, acquisendo quindi le responsabilità di gestione della società, con l’incarico di tracciare anche i possibili scenari di sviluppo. Ho trovato personale preparato e motivato, con la volontà di dimostrare che questa piccola società, appena costituita, aveva le potenzialità per poter svolgere un ruolo, nel campo della geotermia e delle rinnovabili in genere, molto più esteso rispetto anche ai motivi che avevano portato alla sua costituzione. Il mio lavoro è stato quello di mettere la struttura in condizioni di lavorare al meglio, coadiuvato dal cda e in particolare dal presidente, che hanno dato forza agli indirizzi proposti, definendoli con esperienza e professionalità”.

Particolare di torri di raffredamento delle centrali di Larderello

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el momento in cui la politica comunitaria ha posto degli obiettivi vincolanti ai singoli Stati Membri in termini di sviluppo di sistemi energetici competitivi e sostenibili, l’utilizzazione delle risorse geotermiche a bassa e bassissima entalpia sta assumendo un ruolo di primo piano nel panorama delle applicazioni per la climatizzazione degli ambienti edificati. Queste soluzioni, infatti, consentono una diminuzione delle emissioni specifiche di CO2 e, grazie al recupero di energia da una fonte rinnovabile (il calore terrestre), una diminuzione dei consumi di fonti energetiche fossili. Il testo del cosiddetto pacchetto “ClimaEnergia”, approvato dal Parlamento Europeo nel dicembre 2008, ha espressamente indi-

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cato i criteri per la rendicontazione della quota di energia geotermica catturata attraverso impianti a pompa di calore quale energia per il riscaldamento o il raffrescamento da fonte rinnovabile, formalizzando così l’iscrizione della geotermia a bassa e bassissima entalpia nella lista degli strumenti a disposizione degli Stati Membri per il raggiungimento dei propri target di efficienza energetica ed ambientale. Inoltre, il pacchetto “Clima-Energia” ha posto l’accento su ulteriori passaggi di fondamentale importanza per lo sviluppo del settore. Ingegner Amidei, Lei, da bravo tecnico, ha intuito che

L’uso diretto dell’energia geotermica è un comparto molto competitivo. Perché l’ha scelto? “L’azienda è stata istituita per la gestione dei teleriscaldamenti geotermici, quindi il settore, almeno inizialmente era già stato definito. Per me è stato un ritorno alle origini, visto che io sono cresciuto nell’area geotermica. É anche vero che si tratta di un settore molto dinamico dove, almeno a partire dagli ultimi anni, si assiste a un notevole sviluppo tecnologico, in particolare per lo sfrut-

tamento della bassa e media entalpia, sia per usi diretti (pompe di calore geotermiche), sia per produzione di energia elettrica con cicli binari. Questo è avvenuto principalmente nelle aree del nord Europa e del nord Italia, ma si sta diffondendo velocemente con vari operatori che si stanno affacciando sul mercato. La GES ha attivato una rete di conoscenze e collaborazioni con i maggiori esperti del settore, in modo da rimanere sempre aggiornati sullo sviluppo tecnologico. Ruolo importante in questo ambito, nella nostra area è svolto dal Centro di Eccellenza per la Geotermia di Larderello, nel quale sono presenti importanti enti di ricerca, in quanto polo per lo sviluppo delle tecnologia per la geotermia e con il quale abbiamo un contratto di collaborazione. Fondamentale è il ruolo del CoSvig, quale responsabile delle strategie nel distretto delle energie rinnovabili, con il quale lavoriamo abitualmente”. In che modo l’azienda si è inserita nell’area geotermica, dove è in gioco l’avanzamento tecnologico? “La GES è una realtà dinamica che è ormai inserita e conosciuta nel mondo geotermico, anche come promotore di un utilizzo più esteso dell’energia geotermica. Ad esempio, il nostro attuale impegno è quello di favorire l’utilizzo dell’energia peculiare di questa zona in cicli industriali, e non strettamente legati a fini alimentari e di floricoltura. Abbiamo già un’azienda che produce foraggio per animali utilizzando l’energia geotermica nell’intero ciclo di produzione, mentre altri progetti sono in fase di avanzamento. Tra questi, da menzionare il progetto, ormai definito, di un’importante azienda che utilizzerà l’energia, che noi mettiamo a disposizione, per la cattura a fini alimentari della CO2 in uscita dalla centrale ENEL situata nella località Valle Secolo. In sintesi, il nostro impegno è quello di fornire assistenza e collaborazione per l’utilizzo dell’energia geotermica anche alle aziende che vogliono insediarsi nella nostra zona, dando così un contributo allo sviluppo del territorio”. Siete presenti con i vostri progetti anche in altre aree? “Abbiamo contatti e collaboriamo alla definizione di progetti di altri enti, sia limitrofi come ad esempio a Massa Marittima e a Volterra, sia a livello internazionale, come in Polonia. Progetti che possono prevedere anche l’utilizzo di tecnologie diverse da quelle finora impiegate nei nostri attuali impianti”.

Ingegnere Amidei, i tempi sono maturi: sul fronte delle altre energie rinnovabili cosa state facendo? “Il nostro impegno non si limita allo sviluppo dell’energia geotermica, ma ci vogliamo candidare come azienda che può operare nell’intero settore delle rinnovabili, proponendo di volta in volta la soluzione più adatta da un punto di vista sia tecnico che economico. Le nostre conoscenze, infatti, si indirizzano anche ad altri settori quale il fotovoltaico, gli impianti a biomassa etc.”. In concreto? “Procederemo alla costruzione e gestione dell’impianto fotovoltaico sul tetto della palestra comunale, su progetto dell’azienda energetica pisana, e vorremmo estendere questo tipo di attività agli altri edifici pubblici. Inoltre abbiamo in previsione la costruzione di impianti a biomassa per quei paesi del territorio non ancora serviti dal teleriscaldamento geotermico e per i quali l’estensione di quest’ultimo non risulterebbe economicamente conveniente a causa della distanza dalle nostre reti attuali”. Qual’è il suo segreto, ingegner Amidei, per tenere un buon rapporto con il territorio? “Procedere con molta chiarezza rispettando le regole stabilite, dare alle utenze le risposte che richiedono, riconoscere e affrontare i problemi. Dare un servizio sempre più efficiente senza trascurare il lato umano del rapporto con le persone, soprattutto da parte di quei settori che sono in contatto con il pubblico come la manutenzione impianti o l’amministrazione”. Ingegnere, nella sua squadra ci sono giovani tecnici molto motivati, ci sono anche donne? “É una piccola struttura e il personale femminile è al momento impiegato nell’area amministrativa, anche a livello di responsabilità. In futuro speriamo di poterlo impiegare anche nella altre aree aziendali”.

Particolare della centrale di teleriscaldamento

Roberto Amidei, direttore GES (Geo Energy Service)

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MEAKIKI.COM

ENERGIA E IMPRESE

EXPO POMARANCE 2009 La fiera workshop sulle tecnologie che hanno garantito lo sviluppo e le applicazioni dell’energia geotermica.

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xpo Pomarance 2009, la rassegna che promuove le tecnologie destinate all’utilizzo delle Energie Rinnovabili, in programma dal 3 al 5 settembre nel complesso industriale Santo Stefano di Pomarance, raggrupperà una cinquantina di espositori all’interno di oltre 1000 metri quadrati di superficie. Il neo sindaco, Loris Martignoni, annuncia che la manifestazione, già da quest’anno, assumerà carattere internazionale perché sarà valorizzata da un Workshop sullo sviluppo e le applicazioni dell’energia geotermica. “Abbiamo due obiettivi principali. -afferma il sindaco- Da un lato vogliamo far conoscere Expo Pomarance al grande pubblico e ai professionisti, anche d’oltralpe, per invitarli a partecipare e a esporre alla nostra fiera; dall’altro far sapere che a Pomarance, nella frazione Larderello, venne avviata la prima esperienza di sfruttamento del vapore per produrre energia rinnovabile”. “É questa una prerogativa importanteprosegue il sindaco Martignoni- perchè la nostra cittadina, rappresenta il baricentro di un laboratorio naturale per sperimentare nuove tecnologie per la geotermia, in particolare per la cattura e lo stoccaggio

della CO2”. Così, dopo oltre un secolo di ricerche e di sviluppo, la Regione Toscana è in grado oggi di coprire circa il 26% del fabbisogno energetico totale, grazie alla geotermia. Un risultato addirittura superiore a quello previsto dalla Comunità Europea che ha fissato per il 2010 il termine in cui tutti i Paesi dovranno produrre il 25% di energia da fonti rinnovabili. Geotermia dunque come risorsa strategica per lo sviluppo ecosostenibile della Toscana e in modo ancor più palese dei Comuni geotermici come quello di Pomarance. Un Comune che oggi, assieme agli altri enti dell’area geotermica, può vantare il primo Centro di Eccellenza (CEGL), punto di riferimento a livello internazionale nella ricerca e nel trasferimento di knowhow tecnologico nel settore geotermico “Vogliamo puntare - dice il sindaco Martignoni - sulla geotermia per un rilancio socio-economico dell’intera Val di Cecina, rivolgendoci in modo speciale sull’utilizzo del vapore che vada oltre la produzione di energia elettrica, oggi prerogativa di ENEL SpA. Per questo, un’attenzione tutta parti-

UN DISTRETTO A TUTTA ENERGIA Loris Martignoni, Sindaco di Pomarance

colare andrà riservata all’applicazione della geotermia a bassa entalpia in grado – secondo molti esperti - di rappresentare un originale volano di sviluppo e produzione per svariate attività industriali”. La rassegna Expo Pomarance 2009, giunta alla seconda edizione, rappresenta un’importante vetrina per gli espositori che potranno cogliere l’opportunità di un possibile scambio tra imprese e di crescita di un nuovo mercato.

Avviata la creazione di un’agenzia italo-serba

Co.Svi.G. e CITT collaborano con la Camera di Commercio di Leskovac

U

na delegazione toscana, composta da rappresentanti della società ICARO, del Distretto delle Energie Rinnovabili (Co.Svi.G.-CITT) e dell’Istituto Vegni di Cortona, ha partecipato, il mese scorso, ad una missione di scambio in Serbia Meridionale, presso la città di Leskovac. La visita era finalizzata a consolidare i rapporti di collaborazione già avviati fra soggetti toscani e serbi all’interno dell’accordo firmato nel Settembre 2007 dalle Camera di Commercio di Leskovac e di Siena. Un gruppo internazionale di partner si sta muovendo congiuntamente per supportare e monitorare l’effettivo sviluppo delle previsioni fissate nell’accordo per uno sviluppo sostenibile della piccola e media impresa nella regione della Serbia Meridionale. La visita è stata l’occasione per avviare nuove iniziative di scambio e collaborazio-

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ne volte a supportare il processi di valorizzazione e sviluppo delle risorse energetiche locali (in particolare, biomassa legnosa e fluidi geotermici, di cui la regione è particolarmente ricca). Nel corso della visita si sono svolti incontri tecnici (nella foto) con i rappresentati della locale Camera di Commercio, che ha organizzato l’iniziativa, con alcuni imprenditori della filiera della trasformazione del legno (Simpo, Fenix, ecc.), con i rappresentanti della filiera agroalimentare (imprenditori e istituti di istruzione secondaria). Infine, il gruppo di lavoro ha potuto visitare uno dei siti dove sono presenti fluidi geotermici nei pressi della città di Vranje, dove esiste anche un istituto termale per la riabilitazione e la cura di alcune patologie. Al termine della visita il Presidente della Camera di Commercio di Leskovac ha promosso una iniziativa finalizzata alla crea-

zione di un’agenzia di sviluppo italo-serba che potrebbe coordinare e promuovere le iniziative che coinvolgeranno i due paesi e che consentirà il consolidamento dei rapporti e l’organizzazione coordinata delle attività di collaborazione avviate. A settembre 2009 è in programma una seconda visita della delegazione italiana a Leskovac finalizzata a definire ulteriori opportunità di collaborazione e a perfezionare i progetti già avviati.

Nel cuore della Toscana, in un comprensorio di 1.200 chilometri quadrati, inserito tra i Comuni al confine delle province di Siena, Pisa e Grosseto, si è insediato il Distretto delle Energie Rinnovabili, tra i primi ad essere operativo in Italia e destinato a diventare tra i più avanzati d’Europa. • Il Distretto che si pone all’incrocio delle necessità di tutte le iniziative territoriali avviate in Italia per promuovere le energie rinnovabili, rientra tra gli obiettivi della politica energetica della Regione Toscana che, attraverso il Co.Svi.G. (Consorzio di Sviluppo delle Aree geotermiche), promuove le risorse geotermiche impiegate per la produzione di energia elettrica e per usi diretti del calore, civili ed industriali ed ha avviato iniziative di sviluppo di nuove tecnologie emergenti come l’eolico, il fotovoltaico, il solare termico e le biomasse. • Il Distretto, considerato il know-how presente sul territorio, è il luogo identificato come laboratorio di idee per promuovere la sostenibilità e le buone pratiche. Il motore trainante è rappresentato da due Centri di Ricerca, il Centro di Eccellenza sulla Geotermia di Larderello (CEGL) e il Centro Internazionale per il Trasferimento dell’Innovazione Tecnologica sulle Energie Rinnovabili di Monterotondo Marittimo (CITT) che hanno come partner l’ Istituto di Geoscienze e Georisorse, il Dipartimento di Scienze della Terra della Università di Pisa, la Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna di Pisa e il Dipartimento Energia e Trasporti del CNR di Roma. • L’ incubatore Alta Val di Cecina fa da stimolo alla nascita di nuove imprese e allo sviluppo delle aree più periferiche. In questa struttura si è costituita la prima Comunità del Cibo a Energia rinnovabile a livello mondiale, voluta da Slow Food e battezzata dal presidente Carlin Petrini come un esempio di eccellenza a livello planetario nella salvaguardia degli ecosistemi e nella promozione di metodi di sviluppo sostenibile in questo comprensorio, dove sono state individuate soluzioni appropriate per la produzione agroalimentare con sistemi innovativi attraverso l’uso di energie pulite e per la tutela dell’ambiente, puntando sulla produzione caratterizzate dalla tecnologie di processo (Comunità del Pulito). • Oggi il Distretto collabora con la Commissione Ambiente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ed affianca Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, come partner alla Campagna SEE (Energia Sostenibile per l’Europa) e si pone come struttura di supporto per la promozione del Patto dei Sindaci al fine di costituire una rete di località sostenibili e un Osservatorio sulle best practices che si basa su un lavoro di mappatura e di ricerca condotto sull’intero territorio nazionale.

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L’ITALIA CHE PRODUCE Edison si propone di

Impresa vincente

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l Gruppo Edison, fin dal 1883 uno dei principali operatori dell’energia, ha realizzato recentemente una straordinaria performance, inserendosi nell’autorevole classifica “World’s Most Admired Companies”, stilata dalla rivista americana Fortune, segnalata come “most adimired” in Italia.

Il Gruppo di Foro Buonaparte ha replicato, nei giorni scorsi, con una seconda performance, attraverso un’intesa col Ministero dell’Ambiente su risparmio energetico e sviluppo delle Fonti rinnovabili. Gli interventi consentiranno entro il 2014 una riduzione di circa il 10% (1 milione di tonnellate) di emissioni di CO2 rispetto al parco di impianti termoelettrici a gas naturale. Si tratta di un accordo programmatico volto al contenimento delle emissioni di CO2 nell’ambito delle politiche di gestione dei cambiamenti climatici. Gli interventi ipotizzati sono rivolti principalmente all’efficientamento energetico dell’attuale parco produttivo e allo sviluppo di nuove fonti rinnovabili per un totale di circa 400 nuovi MW di produzione. Il Piano Industriale di Edison prevede investimenti per 1 miliardo di euro rivolti al settore delle energie rinnovabili e al risparmio energetico. “Con la sigla di questo accordo programmatico - ha sottolineato Umberto Quadrino, Amministratore Delegato di Edison- si conferma ancora una volta l’impegno di Edison verso la

perseguire un risparmio di emissioni di CO2 di circa un milione di tonnellate all’anno (10% del totale) entro il 2014 rispetto al parco di impianti termoelettrici a gas naturale. Il piano industriale prevede investimenti per un miliardo di euro rivolti al settore delle energie rinnovabili e al risparmio energetico.

riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Questo è un impegno che i governi e le imprese devono perseguire in perfetta sintonia e con sempre maggiore determinazione.” “Affinchè tutto questo si trasformi in azione concreta attraverso importanti investimenti è necessario - ha aggiunto ancora Umberto Quadrino - che si definisca un quadro normativo e un sistema di incentivazione stabili, in grado di programmare nel tempo gli impegni di sviluppo tecnologico e gli investimenti. L’impulso alle energie rinnovabili rappresenta inoltre un importante fattore di rilancio economico.” Fra gli interventi già individuati ricordiamo il revamping di centrali idroelettriche e la realizzazione di nuove centrali mini idro (circa 31 MW), l’installazione di impianti eolici (circa 356 MW) e solari (circa 22 MW). Sono previsti inoltre importanti interventi di efficientamento dell’attuale parco produttivo termoelettrico e la promozione e attuazione di interventi di efficienza energetica negli usi finali presso i clienti Edison. L’avanzamento del piano sarà monitorato da un comitato composto da 4 membri, di cui due designati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e due da Edison.

Edison è uno dei principali operatori in Italia nel settore dell’energia, attivo dall’approvvigionamento alla produzione, e vendita di energia elettrica e di gas.

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Protagonisti dal 1883 nel settore dell’energia

L’ottocentesco Palazzo di Foro Buonaparte, sede storica di Edison, si sta progressivamente trasformando in un edificio sostenibile, impegnato nella riduzione dei propri consumi energetici e nella produzione di energia rinnovabile come contributo al contenimento delle emissioni di anidride carbonica (CO2). Il progetto prevede l’adozione di sistemi di illuminazione a led a luce diffusa e di lampade fluorescenti, in sostituzione rispettivamente delle plafoniere al neon e delle lampade alogene oggi utilizzate negli uffici, nei corridoi e nelle lampade esterne. Questo intervento tecnico comporta la riduzione del 30% dei consumi di energia elettrica destinata ad alimentare l’illuminazione con evidenti vantaggi in termini di emissioni di CO2 i cui volumi saranno ridotti di 217 tonnellate all’anno.

La centrale Esterle di Robbiate (MI), costruita a valle della centrale Bertini di Paderno,venne costruita tra il 1906 ed il 1914. Era un impianto all’epoca assai potente in grado di produrre 30.000 chilowatt, il triplo dell’energia prodotta dalla centrale Bertini. Quest’ultima (pag.45) era considerata al momento dell’entrata in esercizio nel 1898 con i suoi 13.500 volt di potenza una della centrali più potenti in Europa e quella con la linea elettrica di trasporto più lunga. I due impianti, autentici gioielli architettonici, rappresentano la memoria storica del Gruppo Edison.

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L’ITALIA CHE PRODUCE

Un piano energetico per rilanciare gli investimenti Occorre mettere fine ai conflitti tra Regioni e Governo centrale. “Abbiamo stabilito una tabella di marcia nel nostro Piano Industriale. Edison prevede di investire circa 1 miliardo di euro nei prossimi sei anni per la realizzazione di nuovi parchi eolici in Italia e all’estero, per lo sviluppo di nuovi impianti idroelettrici, per l’installazione di impianti fotovoltaici e per interventi di efficientamento e di risparmio energetico. Tale investimento consentirà di diversificare il fuel mix del parco centrali Edison e di contribuire alla copertura del proprio fabbisogno di certificati verdi”.

Il lago artificiale di Santa Giustina che funge da bacino per una grossa centrale idroelettrica, si trova ad una quota di 658 metri in Valle di Non, vicino a Cles (Trentino). L’imponente diga, costruita fra il 1943 e il 1951, ha lo scopo di raccogliere le acque del bacino imbrifero del torrente Noce per ricavarne energia elettrica rinnovabile.



Oggi sentiamo l’esigenza di un piano energetico che preveda per ogni regione uno sviluppo coerente con il territorio e le sue potenzialità, con cui gli operatori possano confrontarsi per sviluppare i propri piani industriali.” Lo ha ribadito l’ingegner Nicola De Sanctis, il manager che dovrà far avanzare il piano di investimenti annunciati da Edison. Il progetto è stato affidato ad EDENS (Edison Energie Speciali) che dovrà gestire tutto il settore Energie Rinnovabili del Gruppo energetico milanese. “Occorre stabilizzare la normativa e il meccanismo di incentivazione a livello nazionale rendendo omogenee le linee guida autorizzative e riducendo, per quanto possibile, conflitti di competenza tra regioni e governo centrale: questi sono alcuni dei principali nodi che impediscono una pianificazione razionale del sistema energetico”. L’ingegner De Sanctis era stato esplicito in un recente incontro svoltosi a Roma, in occasione della presentazione dell’Osservatorio dell’Industria delle Energie Rinnovabili. In quella occasione aveva ricordato come la politica ambientale di EDENS (di cui è Presidente) non si accontenta semplicemente dell’impegno in un settore all’avanguardia per il rispetto dell’ambiente, ma si pone de-

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gli obiettivi ancora più rigidi per il conseguimento dell’eccellenza ambientale. È da questa politica che nascono dei modelli e delle procedure interne per limitare al massimo gli impatti ambientali. Ingegner De Sanctis, come si pone il Gruppo Edison di fronte alla sfida energetica in termini di ricerca, risorse e soluzioni innovative per la sostenibilità? “La EDENS, che in Edison è la società che si concentra sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, ha subito adottato il Regolamento EMAS per l’intera organizzazione nella convinzione che tale impegno, oltre a portare un significativo contributo alla protezione ambientale, costituisca un’occasione di miglioramento e di crescita all’interno dei propri siti produttivi. La Dichiarazione Ambientale per l’organizzazione di EDENS è uno stimolo per migliorare i rapporti con il territorio e per tendere al miglioramento continuo nella gestione delle tematiche ambientali, in piena sintonia con la politica del Gruppo Edison”.

Avete già effettuato un censimento del potenziale per tecnologia e per zona geografica? “Le tecnologie vengono esaminate sempre caso per caso. Negli ultimi anni lo sviluppo Edison nelle fonti rinnovabili si è concentrato soprattutto nel settore eolico coerentemente con una tendenza che si sta affermando in Italia dove la capacità totale installata a fine 2008 ammontava a circa 3.700 MW, con una crescita di circa 1.000 MW nel solo 2008. Secondo gli obiettivi di piano Edison arriverà entro il 2014 a 800 MW di nuova capacità eolica in Italia e all’estero”. In Italia, dove svilupperete maggiormente l’eolico? “Già alla fine del 2009 entreranno in funzione gli impianti di Melissa/Strongoli in Calabria e di Mistretta in Sicilia con il loro

La società Edison per il futuro prevede un proseguimento della produzione di energia derivanti da fonti rinnovabili?

contributo di 80 MW. Oggi gli impianti eolici di Edison sono concentrati in Abruzzo, Puglia, Molise e Campania. Per l’estero si prevede lo sviluppo della capacità eolica del gruppo per 150 MW con lo sviluppo di impianti green field da realizzare in particolare nel sud est europeo (Romania e Grecia)”. E per il fotovoltaico? “Il target è quello di raggiungere 20 - 25 MW a partire dalla capacità installata attuale di 3,3 MW dell’impianto di Altomonte. Da gennaio 2009 è entrato in esercizio un impianto fotovoltaico che è stato installato sulla copertura della sede di Foro Buonaparte di potenza pari a 20 KW: realizzato con le più moderne tecnologie disponibili utilizzando moduli in silicio monocristallino, i pannelli sono in grado di assicurare un’efficienza del 17%.” Le centrali idroelettriche di Edison rappresentano la memoria storica di questa tipologia di produzione energetica. Nei vostri programmi c’è la possibilità di utilizzare anche i piccoli corsi d’acqua, le cosiddette risorse energetiche marginali fino ad oggi appannaggio dei piccoli produttori. Cosa pensate di fare? “Il progetto prevede la realizzazione di nuove centrali mini idro per la produzione di circa 20 - 30 MW, dal momento che non trascuriamo le risorse marginali sempre nel rispetto dell’ambiente e dell’integrazione della centrale con il medesimo. La nostra esperienza servirà come garanzia per il territorio e per le associazioni ambientaliste. Si procede dove è possibile. Nel settore idroelettrico proseguono le attività di ripotenziamento e riammodernamento (revamping) delle centrali storiche di Edison ed Edipower Edison sta inoltre lavorando a progetti all’estero per individuare opportunità di sviluppo di potenziale idroelettrico non ancora espresso”.

Ingegnere, non trascurate in questo contesto le biomasse? “Per quanto riguarda il settore della produzione di energia da biomasse è stato avviato il progetto di rifacimento della centrale a biomassa solida di Castellavazzo, attraverso la partecipata Sistemi di Energia. E’ stato inoltre studiato un progetto integrato centrali - upstream per sviluppare nuovi impianti in Italia con una strategia di approvvigionamento di medio/lungo termine che prevede la partecipazione in piantagioni dedicate, attraverso partner locali qualificati, per l’impiego di coltivazioni non alimentari e certificate. Tale strategia facilita il più ampio utilizzo di biomasse domestica, anche in assenza di contratti di filiera pluriennali e vincolanti”. Quali i progetti di Edison a sostegno dell’efficienza energetica? “Edison da qualche mese è entrata con decisione nel mercato dell’Energy Efficiency & Sostenibilità creando una propria area di business. Il modello che Edison intende promuovere è semplice ma innovativo: mettendo a disposizione la sua esperienza di operatore energetico, Edison analizza la struttura dei consumi del cliente, impegnandosi sul conseguimento del risultato attraverso interventi di ottimizzazione e di autoproduzione. Inoltre, Edison è disponibile a inter-

A colloquio con Nicola De Sanctis, responsabile Fonti Rinnovabili del Gruppo Edison venire con proprie risorse finanziarie per sostenere l’investimento, a vantaggio non solo del cliente ma anche della collettività, con evidenti ricadute positive in termini di contenimento delle emissioni (protocollo di Kyoto). Il risparmio realizzato sulla bolletta energetica r a p p re s e n t a la remunerazione dell’investimento a favore sia di Edison, che dell’investimento garantisce l’efficacia e condivide il rischio imprenditoriale, sia del cliente”.

L’ingegner Nicola De Sanctis Campo eolico di Volturana

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alla ricerca delle best practices

Si tratta di un tour dedicato a Mario Soldati, realizzato da Anci, Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana, con il contributo di Comuni, Province e Regioni e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Un’indagine sul territorio, alla ricerca di realtà locali che hanno già realizzato le soluzioni tecnologiche più interessanti per promuovere l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. Il Progetto Un tour nelle regioni italiane

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’iniziativa intende coinvolgere un ampio numero di amministrazioni locali, in particolare quelle che hanno aderito o che intendono aderire al Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), il grande progetto nato a Bruxelles e destinato a formare una grande famiglia dei sindaci eco-impegnati, pronti a stringere un patto con il territorio, in vista del Summit di Copenhagen 2009, per un futuro più pulito e sostenibile. Oggi i territori hanno in mano un’opportunità straordinaria per realizzare politiche energetiche sostenibili che progressivamente possono liberare città e regioni dalla dipendenza delle fonti fossili. Ma per farlo hanno bisogno che Regioni e Governo fissino la cornice entro cui questi interventi possono diventare realtà.

Gli Obiettivi La Commissione Ambiente dell’ANCI, in collaborazione con il Ministero dell’Am48

biente, della Tutela del Territorio e del Mare, attraverso il Coordinamento della campagna SEE in Italia, vuole utilizzare la nuova iniziativa promossa nell’ambito delle attività del Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana, che sta collaborando come partner del progetto SEDO (Sustenaible Energy Development Observatory - Osservatorio sullo sviluppo delle energie sostenibili - sedobservatory.com), come stimolo e sostegno alla valorizzazione del know-how degli Enti locali dalla consolidata vocazione all’ecosostenibilità. É prevista la creazione di un canale di informazioni permanente sulle esigenze espresse dai Comuni, utilizzando pubblicazioni specializzate, come Energeo Magazine (media partner del progetto), un Annuario sui Comuni che hanno aderito al Patto dei Sindaci e tutti gli strumenti di Comunicazione che possano garantire la maggiore diffusione possibile. Accanto a questo programma di interventi si vogliono lanciare altre iniziative specifiche o performance che “fanno notizia”, ad es. un dibattito, in piena estate nella piazzetta di Courmayeur, dove sarà organizza-

ta una tappa con i protagonisti della Green Economy, o un incontro con i sindaci del Mezzogiorno. Sotto il profilo del metodo gli interventi di comunicazione sono accomunati da un’identica filosofia: la lettura del territorio si rifà al modello definito “indagini sul campo” di cui è stato precursore lo scrittore Mario Soldati, indimenticato protagonista della cultura italiana che anticipò il modo di approfondire le moderne indagini (anche televisive) di lettura del territorio, a cui il Viaggio in Italia alla ricerca delle best practices è dedicato. Il ruolo dell’informazione, comunicazione e gestione delle conoscenze sarà alla base del lavoro di mappatura e di ricerca condotto sull’intero territorio nazionale, per costruire una rete di Comuni eco-sostenibili che interagisca con un’iniziativa simile avviata dal Coordinamento delle Regioni d’Europa. L’eco-impegno degli Amministratori che hanno aderito alla grande famiglia dei sindaci virtuosi sarà anche evidenziato con oggettistica varia (anche semplici adesivi distribuiti ai cittadini e agli automobilisti del luogo) che rafforzano i valori di appartenenza ad una località a vocazione green.

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La marca delle due province, un territorio bello e possibile Oggi la città di Carmagnola, capoluogo di un’area eccellente che ha saputo coniugare, rispettare e preservare nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e sociali e lo sviluppo economico del territorio, in modo equo e positivo, si propone come partnership della campagna “Energia Sostenibile per l’Europa (SEE)” e intende aderire al Patto dei Sindaci promosso in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al fine di replicare le azioni sul territorio della Marca delle due Province, attrarre gli investimenti e aumentare l’impegno sociale e politico sui temi dell’energia sostenibile.

MEAKIKI.COM

Viaggio in Italia

La Marca delle due Province si propone come luogo naturale di incontro, di contatto e di proposte che rientrano nel programma più articolato dell’Agenda 21. Un territorio che si propone di rivestire un ruolo cardine nel rapporto tra la città e la campagna, lavorando sulle relazioni naturali e indotte tra il sistema produttivo agricolo, il paesaggio rurale e gli elementi di natura antropica, in alcuni casi intervenendo per ripristinare l’equilibrio originale, in altri valorizzandone e qualificandone i contenuti in termini di capacità produttiva e di confronto con il mercato, in altri ancora ricostruendo gli elementi compromessi. Un progetto di grande respiro, espressione di una politica territoriale mirata, che raggruppa i comuni di Caramagna Piemonte, Carignano, Carmagnola, Cavallerleone, Lombriasco, Piobesi Torinese, Racconigi, Villastellone.

agenda

INIZIATIVE SUL TERRITORIO

FARE SISTEMA IN NOME DELLA GREEN ECONOMY CITTÀ DI CARMAGNOLA PROVINCIA DI TORINO - UFFICIO AMBIENTE IGIENE Tel. 011/9724384 - 011/9724260 - 011/9724258 Fax 011/9724261 e-mail: [email protected] sito: www.comune.carmagnola.to.it AGENDA 21 dei Comuni di Caramagna Piemonte, Carignano, Carmagnola, Cavallerleone, Lombriasco, Osasio, Piobesi Torinese, Polonghera, Racconigi, Villastellone e-mail: [email protected]

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INIZIATIVE SUL TERRITORIO

CONFRONTI

La filosofia del Viaggio L’Energia Possibile Lo scopo è di costruire una rete di Comuni che metta a frutto le migliori esperienze concrete e abbia la capacità di proporre e divulgare queste esperienze perché siano alla base di nuove norme e regolamenti, diano la possibilità ai Comuni di svolgere al meglio il lavoro nella corsa verso l’energia sostenibile e favoriscano la crescita di un Paese evoluto dal punto di vista delle politiche ambientali:

La rete di Comuni eco-sostenibili dovrà occuparsi parallelamente della promozione delle iniziative riguardanti le Partnership interessate all’attuazione della Campagna SEE (Energia Sostenibile per L’Europa) e dovrà porsi come struttura di supporto al Patto dei Sindaci, al fine di promuovere la partecipazione del maggior numero possibile di Amministrazioni comunali all’iniziativa. Si tratta di un’opportunità da non perdere anche perché consentirà di inserire picco-

li e grandi Comuni in una rete europea di località sostenibili come è stato proposto a Bruxelles dal Comitato delle Regioni che sta studiando come creare una rete delle città e regioni che hanno firmato il Patto, in modo da diffondere tra loro le migliori pratiche ed esperienze. L’iniziativa prevede inoltre una costante azione di informazione e comunicazione, di sensibilizzazione delle amministrazioni locali, e attività promozionali di supporto.

Il ruolo della Regione Toscana Ancora una volta la Regione Toscana ha fatto da apripista alle iniziative dell’agire localmente sull’intero territorio nazionale, perché ha anticipato le indicazioni delle linee-guida della Commissione Europea annunciate dal Presidente Barroso che tiene uniti i sindaci di città grandi e piccole, di regioni e nazioni diverse, protagoniste dell’energia possibile. É partita, infatti, dal Distretto delle Energie Rinnovabili, nel cuore della Toscana, la prima tappa di questo Viaggio di estrema attualità perché si rifà ad una iniziativa nata nel cuore dell’Europa per formare una grande famiglia dei sindaci virtuosi, pronti a stringere un patto con il territorio, il Patto dei sindaci. E che nei prossimi mesi dovrà dar lavoro ai municipi del vecchio continente nel nome di una politica energetica comune e della sostenibilità ambientale. Il Viaggio in Italia sulle strade delle best practices sarà utilizzato come una piattaforma aperta alle iniziative territoriali, ai progetti e ai processi localmente individuati dello sviluppo sostenibile, attraverso l’utilizzo di energie pulite e rinnovabili: un incontro dinamico in cui ognuno potrà scoprire e individuare i competitors partecipanti a questa particolare anteprima di vetrina in movimento che potrà sviluppare un dibattito permanente, per valorizzare le pratiche più diffuse per la produzione energetica da fonti rinnovabili. Il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana che si caratterizza come uno dei “laboratori delle nuove energie pulite e rinnovabili”, sarà orientato ad un’attività in progress

mirata alla promozione di questa attività promulgativa. In questo luogo sarà avviato un Osservatorio sulle best practices che si basa su un lavoro di mappatura e di ricerca condotto sull’intero territorio nazionale. La prima tappa è stata organizzata a Montecatini Val di Cecina (località La Miniera) ed ha rappresentato una sorta di prova generale in attesa del Viaggio vero e proprio che ha effettuato altre “prove tecniche” ancora nei giorni scorsi nella Tenuta di San Rossore (ne parliamo a pag. 52). L’iniziativa sarà replicata in alcune località della penisola, prossimamente. In particolare è prevista una tappa a Courmayeur, il 2 settembre una tappa sarà organizzata a Carmagnola, viaggio dedicato alla promozione del progetto “Marca delle due Province” e il 25 settembre il tour raggiungerà Maranello, coinvolgendo l’AESSModena (che compie il decimo anniversario) e i Comuni della Provincia di Modena dove è operativa l’Agenzia energetica locale. Altre tappe sono previste in Umbria (ottobre) e il prossimo novembre all’Autodromo di Vallelunga (provincia di Roma) dove sarà inaugurato un modernissimo impianto fotovoltaico.

Un’iniziativa che guarda al futuro L’evento dovrà costituire una grande opportunità di dialogo tra le varie realtà territoriali sullo sviluppo di questi temi specifici e dovrà consentire la preparazione di un documento sottoscritto dagli Enti locali, nella tappa finale del tour che rappresenterà l’occasione per iniziare, prima l’inizio del

Summit Mondiale sul Clima, il Countdown verso Copenhagen 2009. Si sta pensando ad un evento (probabilmente organizzato in Valle d’Aosta), sostenuto dal Ministero dell’Ambiente, dal coordinamento dei Comuni che hanno aderito al Patto dei Sindaci e dei Distretti Energetici, e dalla Commissione Ambiente dell’Anci. A trenta giorni prima della Conferenza Mondiale, si tratta di un appuntamento necessario per fissare le proposte e le indicazioni di Regioni, Città e Comuni, in un documento da inviare ai partecipanti del vertice di Copenhagen. Le tappe del Viaggio in Italia alla ricerca delle best practices dovranno rappresentare un’autentica kermesse: due giorni di incontri tra Comunità sostenibili, Distretti energetici, imprese, enti di formazione e poli di ricerca per confrontarsi su tematiche di grande attualità. L’organizzazione di una tappa dovrà ispirarsi all’allegra e colorata carovana del Giro d’Italia, una vetrina dinamica e in continuo divenire, per comunicare le più recenti iniziative territoriali in termini di idee, prototipi e prodotti, a imprenditori, finanziatori, operatori del settore, oltre che al grande pubblico e alla stampa e mezzi di comunicazione in genere. L’elemento centrale del dibattito sarà il trasferimento di buone prassi e know how da parte di quelle Regioni che hanno affrontato, con successo, esperienze significative in questo settore verso altre comunità (anche internazionali) intenzionate all’apprendimento ed all’avvio di nuove attività.

Scienza, sostenibilità e pace

Ecco le proposte del Meeting di San Rossore Il mondo, al di là delle conoscenze e delle grandi scoperte scientifiche ha bisogno di idee nuove. Il Governatore Claudio Martini ha annunciato il progetto del prossimo Meeting che sarà dedicato all’Informazione e alla Comunicazione. É stata anche proposta la creazione proprio in Toscana di una “Casa del pensiero”, una sorta di “Nazioni Unite delle idee”.

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l’anno di Galileo, e l’edizione 2009 del Meeting di San Rossore non poteva sottrarsi a questo richiamo. Diritti, valori, innovazione e sostenibilità. Queste quattro parole inserite nel logo della Regione Toscana sono ricorse spesso nelle tavole rotonde e negli interventi che si sono svolti dall’8 al 10 luglio nell’ex tenuta presidenziale vicino a Pisa. La manifestazione quest’anno è stata dedicata a “La scienza motore dello sviluppo – La pace motore del mondo”. Un mondo nel quale, al di là delle conoscenze e delle grandi scoperte scientifiche, c’è bisogno “di idee nuove. Non perchè quelle attuali non siano giuste ma perchè non sono sufficienti”, ha detto Edward De Bono, fondatore del World center for new Thinking e creatore del pensiero laterale. Proprio lui ha lanciato l’idea di creare, “magari proprio in Toscana” la “Casa del pensiero”, una sorta di “Nazioni Unite delle idee”. Un luogo che, secondo De Bono, potrebbe essere “una piattaforma dove dare voce a qualsiasi fonte di pensiero”, e dove tutti gli Stati “potrebbero essere stimolati a mandare i loro migliori pensatori”. La proposta è piaciuta al Governatore Claudio Martini che, al termine della nona edizione del Meeting

(come nella tradizione dell’appuntamento) ha annunciato il tema della decima edizione della rassegna internazionale in programma nel 2010. “Vogliamo puntare sull’informazione e la Comunicazione per affrontare la grande galassia mediatica - ha detto il presidente - da tutti i punti di vista”. “Un modo per parlare di media e democrazia, di diritti delle persone, dello spazio di libertà, del senso comune”- ha proseguito Martini al quale piacerebbe chiamare a parlare “i reporter che lavorano in zone davvero difficili, ma anche confrontarmi con tv come Al Jazeera”. Tra l’altro quello dell’informazione, dei media, di internet, oltre a essere “trasversale” ai tanti argomenti affrontati fin dalla prima edizione di San Rossore, nel 2001, è un tema sempre di attualità perché tocca i diversi settori della vita dell’uomo moderno, e per primi democrazia e libertà. L’Onu delle “idee” potrebbe essere annunciata, o almeno rilanciata, proprio nel Meeting del 2010, davanti ai direttori di tv, quotidiani e siti internet di tutto il mondo, quelli che Martini ha detto di voler coinvolgere per parlare di libertà, democrazia e, quindi, d’informazione. Insomma quello della comunicazione è un tema che lo stesso Martini

ha proposto al termine del Meeting che lo ha soddisfatto per come si è svolta l’edizione di quest’anno. Martini ha anche invitato i giornalisti a partecipare con “un piccolo brain storming comune’’ alla preparazione dell’evento. “Sarà un modo per capire - ha concluso – se Youtube, Facebook, internet e altre cose ancora, ci passano davvero sopra la testa. Ma mi piacerebbe anche chiamare qualche direttore dei grandi giornali del mondo e capire quale sarà il futuro della carta stampata per capire quando loro pensano si stamperà l’ultimo giornale”.

Pierpaolo Bo

Un viaggio dedicato a Mario Soldati A poco più di un decennio dalla fine della seconda Guerra Mondiale, con le sue tragedie e distruzioni, l’opera di ricostruzione morale e sociale dell’Italia trovava un validissimo supporto anche nella televisione che, proprio in quegli anni, muoveva i primi passi. E tra i pionieri dell’utilizzo di quel nuovo, straordinario e utilissimo strumento ci fu lo scrittore e regista Mario Soldati. Con i suoi viaggi lungo il Po e in alcune regioni, contribuì a dare agli Italiani immagini e testimonianze di un Paese che stava rinascendo e che, pur fra difficoltà terribili, guardava con speranza al futuro. Alla sua figura e alla sua opera è dedicato “Progetto Viaggio in Italia alla ricerca delle best practices”: oggi, come allora, un viaggio alla ricerca e alla conoscenza di quanto si fa in ricerca, opere e iniziative destinate a creare un futuro migliore.

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Un pubblico attento e numeroso ha seguito il ciclo delle conferenze. Claudio Martini, Governatore della Regione Toscana

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CONFRONTI

San Rossore,

il luogo delle idee

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n tema trasversale come quello della Comunicazione sarà al centro del Meeting di San Rossore 2010. L’edizione appena svoltasi, ha visto il Governatore della Regione Claudio Martini chiudere con soddisfazione un ciclo aperto nel 2001, data del primo meeting, nato da una brillante idea dello stesso Presidente ed avvenuto mentre a Genova si teneva il G8, così come quest’anno in concomitanza si teneva il Summit a L’Aquila. Il mandato di Martini scade a primavera ma ormai il meeting di San Rossore “non è legato a una persona, è patrimonio della Regione e ci sono ancora tanti temi da affrontare”. Dunque l’anno prossimo si parlerà di comunicazione, informazione e Internet. “Tratteremo il tema - ha precisato Martini - in termini culturali generali e anche cercando di capire qual’ è lo spazio di intervento delle istituzioni locali”. In questo fermento di iniziative vorrà inserirsi e impegnarsi anche il nostro giornale

Energeo Magazine che già utilizza il territorio toscano, ed in particolare l’area geotermica, come laboratorio delle idee e progetti di comunicazione. II Governatore Martini non ha escluso la possibilità di lavorare sulla proposta lanciata proprio a San Rossore da Edward De Bono, l’inventore del pensiero laterale, che ha avanzato l’idea di creare una “Casa del pensiero” in Toscana: una piattaforma in cui poter recepire idee di qualsiasi forma e anche fare incontri periodici per discutere di temi specifici. In questo modo, tra l’altro, gli Stati sarebbero invogliati a mandare in questo luogo i pensatori migliori e si creerebbe una sorta di “Onu del pensiero’’. De Bono, che si è detto pronto a dirigere la “Casa del pensiero”, pensa alla Toscana perchè “ha grande ricchezza di luoghi bellissimi e una struttura del genere deve avere anche un significato iconico’’. Positiva la reazione di Martini. “E’ una proposta stimolante - ha detto - una bella idea su cui lavorare. Mi sento onorato perchè la Toscana è stata indicata: ne parleremo con altri toscani che possano realizzarla’’. Il Meeting di quest’anno ha visto al-

ternarsi, sul palco, scienziati, pensatori, amministratori a discutere su come la scienza e la pace, che sono strettamente collegati, possano essere motori del mondo. “Dal Meeting di San Rossore - ha detto Martini - parte uno straordinario impegno per la scienza e la ricerca, non come unico strumento per lo sviluppo, ma come uno degli strumenti, insieme alla cultura, all’umanità alla solidarietà e alla pace, che deve essere l’altro grande motore’’. Una visione che porta a un “nuovo umanesimo’’, come suggerito dal professor Aldo Schiavone, direttore dell’Istituto italiano di scienze umane. Il Governatore ha tra l’altro confermato che in Toscana ci sarà la sede per l’Onu del Centro internazionale delle conoscenze tradizionali e annunciato che da San Rossore parte la richiesta indirizzata all’Unesco per presentare a Parigi, nel prossimo novembre, il “Manifesto sul futuro dei sistemi della conoscenza all’opinione pubblica mondiale-Sovranità della conoscenza per un pianeta vitale”, frutto di un lavoro avviato sette anni fa, sin dalle prime edizioni del meeting, dalla Commissione internazionale sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura, coordinata dalla scienziata indiana Vandana Shiva.

L’antica Selva Palatina durante l’impero Romano

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a Tenuta di San Rossore è situata a nord-ovest della città di Pisa e si estende su una superficie complessiva di 4650 ettari, di cui 700 sono coltivati e recintati. La zona, abitata sin dai tempi degli etruschi, venne in seguito denominata Selva Palatina durante l’impero Romano. Dopo alterne vicende che portarono alla bonifica dell’area, nel 1784 la Tenuta entrò nel possesso del Granducato di Toscana. Pietro Leopoldo II di Lorena fece eseguire ulteriori modifiche all’assetto naturale, incluse varie opere idrauliche e di disboscamento. Successivamente la Tenuta passò alla Corona d’Italia, e infine, con la proclamazione della Repubblica Italiana, San Rossore è passata alla Presidenza della Repubblica. Dalla fine del 1996 la gestione è di competenza della Regione Toscana, che nel maggio 2000 l’ha passata all’Ente Parco Regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli. La Tenuta dal 2001 ospita, ogni anno, il Meeting Internazionale di San Rossore.

Il Governatore Martini ha ascoltato con estremo interesse Edward De Bono che ha avanzato l’idea di creare una “Casa del pensiero” in Toscana. Tra il pubblico moltissimi giovani.

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CONFRONTI

A San Rossore il dibattito sulle opportunità della scienza per lo sviluppo sostenibile

L’animato dibattito tra amministratori, docenti ed esperti di tematiche ambientali è stato moderato dal vicedirettore della TGR (al centro) Dario Carella, responsabile della Rubrica RegionEuropa.

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n piano massimalista non serve a niente, ma in Italia c’è una tentazione forte in questa direzione». Il professor Dipak Pant, docente di Antropologia ed economia all’Università di Castellanza, non lesina franchezza, affrontando con altri ospiti il tema «Scienza, governo, cittadini. Soluzioni, scelte, stili di vita». “Il termine sostenibilità – ha proseguito – è diventato troppo di moda, mentre manca una strategia

a lungo termine. Sostenibilità significa portare il caos vitale al livello della sopportabilità umana e dell’accettabilità etica. Possiamo procedere individuando piccoli bandoli della matassa. Uno di questi potrebbe essere, ad esempio, la mobilità multiforme, che non significa costruire piste ciclabili decorative ma assicurare alle persone la possibilità di muoversi normalmente anche con mezzi non motorizzati. Cosa che migliora la salute del

Energia e pace strettamente legate

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nergia e pace sono strettamente legate, per mantenere la seconda occorre garantirsi la prima. Samuele Furfari (nella foto), del Coordinamento per l’energia della Commissione Europea, dal Meeting internazionale di San Rossore ne ha così sottolineato il rapporto e ha ricordato l’impegno dell’Ue per ridurre i consumi energetici, garantire nuove fonti e allo stesso tempo ridurre le loro emissioni inquinanti in atmosfera’’. ‘’L’energia è un’arma politica - ha detto - visto che il bisogno di comfort dell’uomo e, di conseguenza, il suo bisogno di energia sono in costante aumento. Da quando è stata scoperta l’enorme potenza energetica delle fonti fossili, i governi si sono dimostrati pronti anche alla guerra pur di garantirsene il controllo. L’Unione europea sta cercando di ribaltare questa logica’’.

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Secondo Furfari i fondatori dell’Unione intuirono subito che pacificando i mercati dell’energia si pacificano i territori. Oggi la ricerca di pace, dialogo e sostenibilità è oggetto del G8, ma l’Ue ha anticipato questi temi. Oggi si parla del raggiungimento del 50% di energia da fonti rinnovabili entro il 2050, ma l’Ue da anni ha fissato gli obiettivi 20-20-20 : 20% di energie rinnovabili, aumento del 20% dell’efficienza energetica e abbattimento del 20% delle emissioni) entro il 2020. ‘’Le fonti rinnovabili - ha spiegato Furfari - sono ottime ma molto costose. Stiamo rivalutando la più antica delle fonti di energia: il calore. Dobbiamo pensare a tutto tondo. Grazie agli inceneritori possiamo recuperare energia dalla combustione di rifiuti urbani e trasformare un potenziale elemento inquinante in una risorsa energetica”.

singolo e la coesione sociale. Un altro esempio: l’Italia è policentrica, dovrebbe puntare i progetti su una sorta di strategia del marchio-luogo, il place brand, valorizzando la qualità del contesto”. Ha condiviso questi concetti il professor Ernesto Antonini, docente di tecnologia dell’architettura all’Università di Bologna, che ha parlato delle necessità di concretizzare le competenze esistenti e della ricerca di un

«dio delle piccole cose». “L’Italia è un Pa- nel 2006 dalla Regione Toscana. “Abbiamo Commissione europea ha promosso il patto ese vecchio. Da noi la sostenibilità rischia scommesso – ha detto Chiacchella - sullo svi- dei sindaci e sono già una settantina le città di essere solo un tema salottiero’’. Non usa luppo sostenibile legandolo al nostro territo- italiane che hanno aderito. Alla conferenza giri di parole l’assessore regionale toscano rio, ricco di calore geotermico. Ma oltre allo sul clima di Copenaghen, che sarà a fine diall’ambiente Anna Rita Bramerini, nel suo sfruttamento della geotermia, di cui ci sia- cembre, vorremmo essere cento”. intervento al dibattito. “L’impressione – ha mo impegnati a migliorare la compatibilità Intrattenuto a Cernobbio dove ha dovuto spiegato - è che abbiamo rinunciato al meri- ambientale, abbiamo puntato sull’uso delle presiedere alla nona conferenza nazionato, rinunciando a dare alle nuove generazioni altre rinnovabili con il risultato di produrre le dei piccoli Comuni, il presidente della gli stessi strumenti che hanno i giovani degli il 30% dell’energia elettrica necessaria alla Commissione Ambiente dell’Anci, Marzio altri Paesi del mondo’’. Per chiarire il con- Regione Toscana. In questo ambito abbiamo Flavio Morini, la cui partecipazione era stata cetto l’assessore ha fatto degli esempi: “Noi privilegiato gli aspetti della replicabilità e comunque preannunciata al Meeting, ha vofacciamo educazione ambientale nelle scuo- dunque del trasferimento e dell’applicazio- luto ugualmente far giungere una sua nota a le, ma mentre in Germania San Rossore: “Occorrono - ha ai bambini viene insegnato sottolineato Morini che è anche fin da piccolissimi a diffesindaco di Scansano- linee guirenziare i rifiuti, spiegando da precise e meno burocrazia loro che la parte non riciper potenziare le energie rinclabile deve essere impienovabili”. “Abbiamo i più alti gata per produrre energia, incentivi a livello europeo per da noi questo argomento e’ la realizzazione di impianti di ancora un tabù. Così come energia rinnovabile - ha sotnella nostra regione lo svitolineato Morini - ma siamo luppo delle fonti rinnovaanche quelli che realizziamo di bili per alcuni sembra conmeno. Serve una inversione di trastare con l’idea di una tendenza perché l’ambiente è Toscana da cartolina. La un capitale e abbiamo il dovere Toscana è un brand potenmorale di preservarlo’’. “Nel tissimo, ma la bellezza del 2010 - ha commentato Morini suo paesaggio deve essere Dipak Pant (a destra) e l’Assessore regionale all’Ambiente Annarita Bramerini gli incentivi finiranno ma molti tutelata senza diventare un protagonisti del dibattito sulla sostenibilità. amministratori non faranno in limite alle nostre possibilità tempo a realizzare gli impianti di sviluppo sostenibile”. Un progetto in linea ne tecnologica per conoscere e condividere per via della farraginosità della burocrazia e con “una nuova, buona, filosofia, che conci- le migliori pratiche in questo ambito. Stiamo di un buco nella normativa di settore. É quinlia economia e ambiente’’. così contribuendo a migliorare la vita della di necessario uno snellimento burocratico, “La sostenibilità - ha aggiunto l’assessore popolazione”. una semplificazione della normativa, magari della Toscana ai consumatori, alla ricerca e Alessandro Giari, presidente del polo tecno- tramite indirizzi e linee guida che i comuni all’edilizia sostenibile Eugenio Baronti - è logico di Navacchio e dell’Apsti, ha espres- aspettano ormai dal 2003’’. “Noi sindaci di una sfida che si insegue affrontandola nel suo so una voce critica: “Dobbiamo partire dal piccole amministrazioni dobbiamo andare insieme. Questo modello di sviluppo e di con- mercato – ha detto - non possiamo pensare verso una politica ecosostenibile - ha sottolisumi proprio non va. Lo dicono i numeri. Ma che la politica pubblica sostenga da sola neato Morini - facendo passi importanti verper cambiarlo serve un approccio globale e l’innovazione. Quello che manca qui è l’im- so la tutela dell’ambiente. Il non rispetto del dobbiamo lavorare sui comportamenti e gli presa”. “Le buone leggi non è che manchino protocollo di Kyoto ci costa 49 euro al seconstili di vita, collettivi e singoli”. - aveva detto Antonio Lumicisi, esperto del do e quindi bisogna invertire la rotta perché Il punto di vista del territorio, di chi mette Ministero dell’ambiente e della tutela del ter- l’ambiente è un capitale e abbiamo il dovere in pratica le scelte decise dagli amministra- ritorio - Il problema è che troppe volte sono morale di preservarlo. Dobbiamo arrivare al tori, lo ha immesso nella discussione pome- applicate male o non sono applicate”. “In 17% di energia rinnovabili - ha concluso - e ridiana Sergio Chiacchella, coordinatore del Italia comunque già si è fatto molto - aggiun- per questo servono politiche serie sia sugli Distretto delle Energie Rinnovabili istituito ge - Contro il riscaldamento del pianeta la edifici che sugli impianti’’.

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Il meglio dell’attualità e della divulgazione in materia di efficienza energetica e sviluppo delle energie rinnovabili. Una chiave di lettura attenta delle attività svolte nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni del nostro Paese. I dossier più aggiornati, le inchieste esclusive, gli ampi reportage, le opinioni che contano, le rubriche che aiutano a conoscere le iniziative più significative realizzate dagli Enti Locali virtuosi che si contraddistinguono per progettualità ambientale. Tutto ciò fa di Energeo Magazine una cinghia di trasmissione a sostegno della Comunicazione destinata al territorio, anche per iniziative riguardanti le partnership interessate all’attuazione della Campagna SEE (ENERGIA SOSTENIBILE PER L’EUROPA). La pubblicazione si pone come struttura di supporto al Patto dei Sindaci al fine di promuovere la partecipazione del maggior numero possibile di amministrazioni comunali all’iniziativa. Si tratta di un’opportunità da non perdere anche perché consentirà di inserire piccoli e grandi Comuni in una rete europea di località sostenibili. Energeo Magazine, partner della Campagna Energia sostenibile per l’Europa (Campaign Associate), fornisce un costante aggiornamento degli interventi dell’UE con il contributo di qualificati e affermati esperti, e stimola le azioni migliori e l’attuazione di iniziative più vaste e innovative sull’energia sostenibile, individuando i migliori progetti che costituiscono un esempio da seguire e promuovendo i loro risultati presso un più vasto pubblico.

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ENERGEO PER L’ABRUZZO

ENERGEO PER L’ABRUZZO

Ricostruzione sostenibile

I

Siamo tutti Abruzzesi L

a notte fra il 5 e il 6 aprile rimarrà per sempre nella memoria del nostro Paese. Un’intera popolazione messa in ginocchio, il tragico bilancio dei morti, la paura del futuro per chi, in pochi secondi, ha perso tutto. Di fronte ad una tragedia di simili proporzioni, ENERGEO non poteva rimanere impassibile e, tenendo fede al suo impegno etico e sociale, ha deciso ha deciso di dare il proprio contributo affinché i giornali locali – preziose sentinelle non solo della democrazia, ma anche delle modalità della ricostruzione- continuino a vivere. Abbiamo sentito il dovere di gemellarci idealmente coi colleghi di Portfolio e l’Impronta, nella consapevolezza che la ricostruzione debba passare anche attraverso il sostegno alla stampa libera. Perché dall’informazione deriva la conoscenza, merce di cui abbiamo più che mai bisogno. Perché questa è la funzione di

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un’editoria di qualità: fornirci le conoscenze che ci aiutino ad orientarci in un mondo fatto di promesse inattendibili, spot intrusivi, proposte politiche indecenti. I giornali legati al territorio - in quanto strumenti di cultura, libertà e democrazia- costituiscono una ricchezza per tutti, una risorsa che va difesa e che deve ricominciare a vivere. Luisa Stivani, direttore e giornalista di razza, ha reagito alla sciagura da abruzzese vera: fiera, dignitosa, costernata ma coraggiosa, pacata ma non rassegnata. Da vera fuoriclasse ha saputo avviare un rapporto intenso fra informazione e realtà operanti sul territorio ed oggi più che mai desidera che i suoi giornali continuino ad essere un punto di riferimento per i lettori, presenti “fisicamente” tra la gente, dalla parte dei cittadini, per raccontare i fatti, provocare discussioni, essere di indirizzo e di stimolo su temi di

interesse pubblico. Le redazioni dei grandi giornali e delle televisioni spesso sono uffici di collocamento per politici e potenti, io penso che il giornalismo italiano dovrebbe avere il coraggio di ammettere che non basta saper scrivere correttamente (il che non sempre avviene), per essere un giornalista vero. Per essere come Luisa Stifani. Pubblichiamo, nel box accanto, un appello della stessa Luisa Stifani -Direttore Responsabile dei magazine l’Impronta, Svago, Portfolio (trimestrale di cultura economica e cooperazione sociale)- ed invitiamo i lettori, gli sponsors e tutti i nostri interlocutori a sostenere in modo concreto e generoso i nostri colleghi abruzzesi. Confidiamo nella sensibilità dei protagonisti del mondo della sostenibilità ambientale, certi che risponderanno all’appello con la dovuta generosità. Taty Rosa

l dopo terremoto è stato il palcoscenico della partecipazione (un pò troppo) esibita, delle lacrime sulle macerie, ma anche della generosità vera. Gli italiani sono un grande popolo: nonostante la crisi hanno teso la mano ai loro fratelli abruzzesi ai quali il sisma aveva tolto tutto. Ma sono italiani anche gli sciacalli che frugavano nelle macerie e gli irresponsabili che avevano costruito l’ospedale dell’Aquila e la Casa dello Studente. Progetti sbagliati, materiali scadenti, cemento fatto con la sabbia marina. Se ci sarà un’inchiesta il verdetto è già scritto e affonda le radici nella storia nazionale: tutti colpevoli nessun colpevole. Ma adesso bisogna ricostruire, possibilmente facendo tesoro degli errori del passato: Gibellina, costruita come una città modello dopo il terremoto siciliano del 68, oggi è una città fantasma. Per non parlare della vergogna dell’Irpinia. I tempi sono strettissimi, sulle tendopoli incombe il caldo estivo. Per gli aquilani ancora negli accampamenti è una vita durissima, la preoccupazione è che la precarietà diventi stabile, la gente comincia a domandarsi cosa succederà davvero domani, quando l’attenzione mediatici, inevitabilmente, si ridurrà. La risposta dell’esecutivo, all’indomani del terremoto, è stata immediata, ma non è ancora ben chiaro che tipo di interventi ci saranno concretamente, quando e come si tradurranno davvero in pietre e muri, fiducia e speranza.

Gli abruzzesi dovranno reinventarsi la vita, ma una vita inestricabilmente legata i luoghi delle loro anime. Ricostruzione dunque, ma anche edilizia sostenibile e adeguamenti antisismici, nel rispetto dei luoghi, delle pietre delle città medievali, dei mattoni delle case degli anni trenta, delle mille storie di chi in quei luoghi è nato e che da quel sisma è stato ferito a morte e che oggi ha il diritto di ricominciare a vivere. Perché non cogliere la drammatica circostanza del terremoto per migliorare la realtà abruzzese, per coniugare comportamento ecologico e calcolo economico, creando valore e consentendo ai cittadini di risparmiare tutelando l’ambiente? Perché non ricostruire, sull’esempio dell’Alto Adige, secondo i canoni casaclima? Si

tratta di un sistema ad alto risparmio energetico, per riscaldare le abitazioni occorrono meno di tre litri di gasolio/anno al metro quadro (non dimentichiamo che l’Aquila è una delle città più fredde d’Italia). Costruirsi (o ricostruirsi) una casa ecologica significa risparmiare in bolletta ed elevare il valore della casa stessa. A tre mesi dal sisma, in Abruzzo l’angoscia si mescola alla paura delle scosse che continuano e alla preoccupazione per il futuro. Eppure in tanta tragedia siamo riusciti a trovare una piccolissima notizia, che ci piace interpretare come un segno di positività: nella tendopoli di Pizzoli, comune a 15 chilometri da l’Aquila, è attiva la raccolta differenziata porta a porta. T.R. Anzi, purtroppo, tenda a tenda.

C

ari Amici di ENERGEO MAGAZINE e Cari Lettori, il 6 aprile 2009, a causa del terribile e devastante sisma che ha colpito la città dell’Aquila, la nostra redazione è stata colpita (fortunatamente solo nelle strutture e nelle attrezzature). Le nostre riviste sono free-press, rette grazie al supporto delle attività produttive del territorio abruzzese e all’entusiasmo di tanti giovani free-lance, in questo momento duramente provati. Per continuare la nostra missione e renderci utili ed operativi chiediamo la vostra disponibilità a sostenerci per conservare e testimoniare la realtà del territorio e le nostre capacità professionali in questo difficile momento. I fondi raccolti saranno destinati alla continuità delle nostre attività e alla realizzazione di progetti mirati da attuare nella fase della riscostruzione. Sarà dato ampio e trasparente risalto al vostro aiuto di solidarietà in tutti i nostri interventi che riusciremo a realizzare, grazie alla vostra generosità. I contributi possono essere effettuati tramite Conto Corrente Bancario intestato a: L’IMPRONTA c/c BANCARIO n° 118227 presso Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila Ag.5 IBAN IT27 Q 06040 03799 000000118227 Causale: PRO TERREMOTO ABRUZZO. Per la detraibilità fiscale delle donazioni in denaro, i versamenti devono essere effettuati esclusivamente con bonifico bancario e con l’indicazione obbligatoria della causale. Per evitare truffe e per usufruire della detraibilità fiscale, si consiglia di utilizzare la modalità indicata. Grazie di cuore Luisa Stifani e.mail: [email protected] www.improntaonline.net • www.portfoliomagazine.it

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