ESAME SVIZZERO DI MATURITÀ INVERNO 2008 Opzione specifica: economia e diritto
MATURITÀ 2008
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OPZIONE SPECIFICA ECONOMIA E DIRITTO
Gli orari indicati devono essere rigorosamente rispettati. Il candidato può disporre di edizioni non commentate e non annotate del Codice civile svizzero, del Codice delle obbligazioni, del Codice penale e della Costituzione federale. Non è permesso l'uso in comune della calcolatrice e degli altri sussidi autorizzati. Se il tema lo richiede devono essere presentati i calcoli. La mancata presentazione implica una riduzione del voto. Il lavoro deve essere scritto con la penna stilografica o con la biro e presentato in modo decoroso e corretto dal profilo linguistico. La scrittura deve essere leggibile. La valutazione terrà conto anche della presentazione. Non è lecito utilizzare materiale privato: si useranno, anche per la brutta copia, i fogli ufficiali. L'uso di mezzi illeciti o altri comportamenti scorretti saranno segnalati per i provvedimenti del caso. Tutti i fogli usati devono essere riconsegnati con il tema e la soluzione, la quale deve figurare negli spazi previsti. BUON LAVORO
Temi I II III IV V VI
Lavoro e occupazione Mercato e concorrenza La moneta L’impresa da un punto di vista giuridico La borsa e i mercati finanziari Economia nazionale Totale
Punti massimi 14 12 24 22 16 12 100
Punti ottenuti
I LAVORO E OCCUPAZIONE Leggere con attenzione il testo che segue e rispondere alle domande. La ricchezza delle casalinghe GIORGIO CARRION Quanto vale il lavoro delle casalinghe? Sistematicamente, le donne svizzere dedicano al lavoro domestico più tempo degli uomini: tra 15 e 28 ore circa alla settimana a seconda della classe di età e della situazione lavorativa, contro le 10 fino alle 24 ore circa degli uomini. Se hanno figli molto piccoli, raggiungono una media di 60 ore la settimana. Sono dati tratti da uno studio del 2006 svolto di Jacqueline Schon-Buhlmann, una ricercatrice della sezione analisi socio economiche dell’Ufficio federale di statistica. L’esperta ha tentato di dare un valore al lavoro per tradizione non retribuito, semplicemente immaginando quanto costerebbe affidare a terzi (colf, babysitter, imprese di pulizia, ecc.) il lavoro effettuato in casa. È emerso che il salario orario medio di tutte le persone ‘esterne’ occupate nel lavoro domestico è di circa 29 franchi all’ora. Come dire: una casalinga se lavorasse otto ore (ma in realtà ne lavora almeno dieci) dovrebbe percepire 232 franchi al giorno! Fantasie? Calcoli troppo…empirici? Alcuni economisti dell’Università Bocconi di Milano, che si ritrovano nel sito la voce.info sono andati molto oltre. Hanno elaborato uno studio su base scientifica per calcolare il rapporto tra lavoro domestico non retribuito e prodotto interno lordo nazionale. E’ emerso un dato a dir poco sorprendente: il lavoro domestico è stimato valere 1/3 del Pil: 649 miliardi di franchi per l’esattezza. Una cifra enorme, che i ricercatori hanno ricavato dalla valorizzazione del lavoro casalingo in rapporto al tempo impiegato. È scaturito così anche il potenziale salario medio orario delle casalinghe italiane: 11,7 franchi all’ora, molto meno delle ‘colleghe’ svizzere. Ma non tanto da non rappresentare una voce virtuale importante dell’economia. Lo studio raffronta il salario virtuale medio delle casalinghe europee. Così le tedesche percepirebbero circa 17 franchi all’ora, le francesi circa 15, le olandesi circa 14,50, le inglese quasi 16. A cimentarsi seriamente nella valorizzazione del lavoro domestico è stata recentemente la Spagna. Il lavoro casalingo delle spagnole è a buon mercato: vale circa 8 franchi. “Una valutazione monetaria del lavoro domestico e familiare è un’operazione piuttosto teorica, dal momento che per definizione questo lavoro non retribuito non ha un sostituto corrispondente sul mercato”, spiega la ricercatrice svizzera interpellata via mail dal Caffè, “il significato del lavoro domestico e familiare non retribuito per l’economia nazionale è stimato in base alla valutazione monetaria di vari cosiddetti gruppi di equivalenza”, cioè delle mansioni svolte per preparare i pasti, lavare e riporre le stoviglie, apparecchiare la tavola, fare la spesa, pulire, riordinare la casa, fare i letti, ecc. La questione del salario alle casalinghe, però, più volte sollevato da diverse parti politiche, non è mai arrivato in porto. “Credo che anche in Svizzera sarebbe interessante capire quanto vale il lavoro delle donne in termini economici – nota Marilena Fontaine, dell’ufficio cantonale della legislazione e delle pari opportunità . In Ticino, in particolare, il lavoro domestico è ancora poco considerato”. In occasione della Giornata della donna Micheline Calmy-Rey, criticando il lavoro femminile sottopagato, ha lanciato un appello a tutti i partner delle donne attive professionalmente, affinché aiutino nei lavori domestici. Un appello che dovrebbe andare a sovvertire abitudini consolidate, visto che i padri sono particolarmente latitanti quando occorre fare il bucato e stirare (7%), pulire e riordinare (17%) e preparare i pasti (24%). Il loro impegno, però, è maggiore per il gioco e i compiti scolastici dei figli. Qui raggiungono infatti il 70 percento del dispendio di tempo registrato dalle madri. (Fonte: IL CAFFÈ, 16 dicembre 2007)
COMPITO. 1. Chiarire quale metodo è stato utilizzato per calcolare il valore economico dei lavori domestici svolti dalle donne nell’ambito familiare. 2. Chiarire i motivi dello scarto tra il valore del lavoro domestico svolto dalle donne svizzere rispetto alle donne italiane. 3. Alla luce di questi calcoli si può ragionevolmente dubitare del Prodotto interno lordo quale indicatore della ricchezza e del benessere complessivamente prodotti?
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4. Immaginare come si potrebbe realizzare, su scala nazionale, un sistema di retribuzione del lavoro svolto dalle casalinghe. 5. Immaginare le difficoltà economiche e politiche per la realizzazione di tale sistema. 6. Esprimere un parere personale sull’appello finale lanciato dalla Consigliera federale Calmy-Rey.
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II MERCATO E CONCORRENZA
COMPITO.
1. Indicare, per ciascun esercizio, se le risposte sono vere o false (V / F) e motivare brevemente la propria scelta, ma solo qualora esse fossero vere. 1a) La condizione di monopolio implica: - la presenza di un unico venditore
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- l’esistenza di barriere all’entrata
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- la presenza di un ristretto numero di clienti
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- un certo grado di concentrazione industriale
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- la tendenza a generale il monopolio
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III LA MONETA
COMPITO.
1. Presentare gli obiettivi macroeconomici fondamentali che la legge assegna alla Banca nazionale svizzera. 2. Chiarire le differenze tra la moneta legale e la moneta bancaria. 3. Chiarire che cosa si intende quando si parla del ruolo di moltiplicazione della moneta svolto dall’insieme delle banche commerciali. 4. Presentare due strumenti attraverso i quali una Banca centrale può attuare una politica monetaria restrittiva. 5. Chiarire in quale fase del ciclo congiunturale può avere senso attuare una politica monetaria espansiva. 6. Rappresentare graficamente la domanda di moneta, chiarendo anche quali sono le variabili sugli assi.
7. Scomporre la domanda di moneta nelle sue tre diverse componenti e fornire una spiegazione teorica esauriente.
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IV L’IMPRESA DA UN PUNTO DI VISTA GIURIDICO La Confederazione ha creato un interessante portale in rete, dedicato ai problemi di natura economica e giuridica delle piccole e medie imprese svizzere (PMI). Tra le altre, viene proposta anche una pagina dedicata alla scelta della forma giuridica più appropriata per la creazione di un’impresa. Nella presentazione si dice quanto segue: La giusta forma giuridica Chi intende costituire o ristrutturare un’impresa è confrontato con numerose questioni di natura giuridica, economica e assicurativa. Non tutte le forme giuridiche sono adatte per ogni impresa. La scelta della forma giuridica più adatta rappresenta una decisione importante che va ben ponderata. La forma scelta può certamente essere cambiata per un’altra in un secondo tempo. Questo però comporta spesso delle spese elevate e problemi di natura fiscale. La legge svizzera offre numerose possibilità nella scelta della forma giuridica per un’impresa. Fondamentalmente la scelta verte sulle forme personali o quelle di capitale, le quali presentano entrambe sia vantaggi che svantaggi. (http://www.kmu.admin.ch/gruendung/00182/index.html?lang=it#)
COMPITO.
1. Presentare la caratteristica giuridica fondamentale che differenzia le società di persone dalle società di capitali. 2. Indicare in quale dei codici svizzeri si possono trovare le norme relative alla forma giuridica delle imprese. 3. Costruire liberamente un ragionamento giuridico, sulla società anonima, utilizzando e collegando tra di loro in modo appropriato i seguenti termini: conferimento in natura - capitale azionario - liberazione – azioni nominative – foglio ufficiale
Nel sito della Confederazione viene anche proposto un elenco di criteri da tenere in considerazione qualora si volesse creare una nuova impresa. Essi sono: -
il capitale il rischio/responsabilità l’autonomia le imposte la sicurezza sociale
4. Per ognuno dei cinque criteri indicare una differenza giuridica fondamentale tra le imprese individuali e le società (di persone o di capitali).
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V LA BORSA E I MERCATI FINANZIARI Leggere con attenzione il testo che segue e rispondere alle domande. Si tratta della prima parte di un lungo articolo del noto economista americano Nouriel Roubini, dedicato alla crisi finanziaria internazionale attualmente in corso.
La crisi Usa può contagiare il mondo di Nouriel Roubini Le preoccupazioni e domande degli investitori, degli economisti e degli uomini politici sono in questo momento: riusciranno gli Stati Uniti a compiere un atterraggio morbido o subiranno un atterraggio brusco? L'attuale crisi dei mercati finanziari rappresenta un problema serio e persistente o una temporanea impennata della volatilità? La Fed ritoccherà i tassi di interesse e queste politiche monetarie contribuiranno a prevenire l'hard landing dell'economia? Il resto del mondo riuscirà a sganciarsi dal rallentamento economico degli Usa? Le probabilità per un atterraggio brusco dell'economia statunitense (una recessione economica) erano già alte prima della crisi e dell'impennata della volatilità nei mercati finanziari dell'estate. La crisi, però, manifestatasi sotto forma di una seria stretta creditizia e della liquidità, aumenta le probabilità di un hard landing. Siamo di fronte a un circolo vizioso, dove un'economia Usa che continua a indebolirsi aggrava ancor di più la stretta nei mercati finanziari e dove la stretta delle condizioni creditizie e della liquidità nei mercati finanziari indebolirà l'economia con un ulteriore crollo degli investimenti immobiliari e un rallentamento dei consumi e della spesa in conto capitale delle aziende. Il rallentamento dell'economia statunitense peggiorerà nei prossimi trimestri per diversi motivi. Gli Stati Uniti stanno attraversando la più grave recessione nel settore immobiliare degli ultimi 30 anni: la domanda e l'offerta di case di nuova costruzione scende drasticamente da un anno e per la prima volta dalla Grande Depressione i prezzi delle case sono scesi su base annua. Prezzi che scenderanno molto di più nei prossimi due anni – di circa un 15% – per via di cinque fattori che gonfieranno ancor più il già enorme eccesso di case di nuova e vecchia costruzione disponibili, già alto a livelli storici. La stretta creditizia nei mutui ridurrà ulteriormente la domanda di case di nuova costruzione; milioni di famiglie che non onoreranno i mutui perderanno la casa e una volta rientrate in possesso di queste case le banche le riverseranno sul mercato incrementando un'offerta già eccessiva; nei prossimi 12 mesi sarà rinegoziato l'equivalente di mille miliardi in mutui a tasso variabile a tassi di interesse molto più alti e le famiglie che non saranno in grado di rinegoziarli o permettersi questi interessi più alti saranno costrette a vendere le case a prezzi stracciati; coloro che in condizioni patrimoniali non particolarmente agiate hanno comprato immobili a fini speculativi ora tenteranno di venderli anche se i prezzi scendono. Aspettatevi nei prossimi due anni una caduta dei prezzi degli immobili residenziali veloce e drastica. Una crisi immobiliare non può comportare una recessione perché il settore rappresenta solo il 5% del pil, ma la valanga si sta riversando su altri settori: l'industria auto è in recessione, il manifatturiero rallenta, la domanda di beni durevoli legati alla casa (mobili, elettrodomestici) scende e l'occupazione e la creazione di posti di lavoro decresce. Inoltre il consumo delle famiglie americane (70% della domanda aggregata) è in sofferenza. I consumatori non hanno risparmi, sono oberati dai debiti e in balia di forze negative. Finché i prezzi delle case crescevano (fino al 2006) era naturale per le famiglie usare il valore della casa come un Bancomat, accendendo crediti sulla base di immobili il cui valore aumentava. Ora che i prezzi scendono, si assiste ad una contrazione del consumo, la cui crescita è rallentata da una media del 4% fino al primo trimestre 2007 a un debole 1,3 nel secondo trimestre, e ciò prima dalla crisi estiva. I consumatori sono messi alle strette dal decremento del valore degli immobili che porta a un effetto di ricchezza negativa, dall'impossibilità di attingere al patrimonio immobiliare che spinge le famiglie a non spendere, dalla stretta creditizia che implica costi più alti per il servizio del debito; dall'indebolimento del mercato del lavoro (il numero degli occupati è sceso in agosto per la prima volta in 4 anni) che riduce le possibilità di generare reddito. (…) (Fonte: Affari&Finanza, 10 novembre 2007)
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COMPITO.
1) Riassumere brevemente le cause della crisi finanziaria internazionale attualmente in corso, anche attingendo dalle conoscenze personali. 2) Estrapolare dal testo tre fattori che potrebbero, secondo Roubini, portare ad una recessione dell’economia USA. Esprimere un parere personale su questa previsione. 3) Indicare quali sono i maggiori problemi economici che (in questa fase congiunturale ed in prospettva) sembrano coinvolgere il settore delle banche commerciali americane. 4) Chiarire in che modo una recessione negli USA potrebbe avere conseguenze negative e quindi trasmettersi anche in Europa ed in Svizzera. Possiamo stare tranquilli? Esprimere un parere personale.
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VI ECONOMIA NAZIONALE
Alcuni studiosi di storia del pensiero economico, riferendosi alle importanti innovazioni teoriche elaborate dall’economista inglese John Maynard Keynes, parlano di una vera e propria “rivoluzione keynesiana”.
COMPITO.
a) Riassumere brevemente un aspetto del pensiero keynesiano che si possa considerare, senza dubbio, particolarmente innovativo, appunto “rivoluzionario”, rispetto alla tradizione economica ancora dominante fino al periodo tra le due guerre mondiali. b) Chiarire in che cosa consiste il moltiplicatore keynesiano e spiegarne l’importanza nell’ambito degli interventi di politica economica proposti da Keynes. c) E’ corretto sostenere che il ragionamento macroeconomico keynesiano porta alla teoria della “disoccupazione volontaria”? Che cosa si intende con quest’ultima espressione?
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