Eco 4 Inverno 2006

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Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006

Nome e cognome:……….………………………………… Gruppo e numero:………………………………………

.

OPZIONE SPECIFICA ECONOMIA E DIRITTO Il candidato può disporre di edizioni non commentate e non annotate del Codice civile svizzero, del Codice delle obbligazioni, del Codice penale e della Costituzione federale Non è permesso l'uso in comune della calcolatrice e degli altri sussidi autorizzati. Se il tema lo richiede devono essere presentati i calcoli. La mancata presentazione implica una riduzione del voto. Il lavoro deve essere scritto con la penna stilografica o con la biro e presentato in modo decoroso e corretto dal profilo linguistico. La scrittura deve essere leggibile. La valutazione terrà conto anche della presentazione. Non è lecito utilizzare materiale privato: si useranno, anche per la brutta copia, i fogli ufficiali. L'uso di mezzi illeciti o altri comportamenti scorretti saranno segnalati per i provvedimenti del caso. Tutti i fogli usati devono essere riconsegnati con il tema e la soluzione, la quale deve figurare negli spazi previsti. BUON LAVORO

Temi I II III IV V VI

Conoscenze generali Lavoro ed occupazione La moneta L’impresa da un punto di vista economico. Economia nazionale/bilancio nazionale Economia aziendale Totale

Punti massimi 18 18 12 16 16 20 100

Punti ottenuti

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006 I CONOSCENZE GENERALI

1. Chiarire il concetto di stagflazione .

2. Chiarire il significato del conto accantonamenti.

3. Chiarire il concetto di moltiplicatore keynesiano.

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006 4. Chiarire il significato dell’aggregato monetario M2.

5. Chiarire la differenza tra reddito reale e reddito nominale.

6. Presentare il ruolo del Consiglio di amministrazione nella società anonima.

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006 7. Presentare le peculiarità giuridiche delle società di persone rispetto al problema rischio aziendale.

8. Presentare il concetto di ammortamento indiretto.

9. Collocare storicamente la nascita della scuola di pensiero neoclassica (marginalista).

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006 II IL LAVORO E L’OCCUPAZIONE Leggere con attenzione il testo che segue e rispondere alle domande. Rivedere l’organizzazione del lavoro. Smettere di sacralizzare il lavoro dovrebbe ugualmente permetterci di considerarlo semplicemente nella sua funzione di distributore delle ricchezze e offrirci in definitiva l’occasione di interrogarci su di essa. Se non vogliamo modificare il modo in cui è distribuito il lavoro tra gli individui oggi, è proprio perché esso costituisce il principale strumento di distribuzione dei redditi, degli statuti, della protezione e delle posizioni sociali: rivedere il modo in cui è stato distribuito il lavoro porta a ripensare la partizione dell’insieme dei beni sociali. Ma è forse legittimo che il lavoro continui a esercitare questa funzione di distribuzione delle ricchezze quando di fatto esso si riduce, quando ne auspichiamo la riduzione, quando il progresso tecnico continuerà a ridurne il volume? È normale che la sua funzione rimanga la stessa quando il processo di entrata e di uscita dal mercato del lavoro non è controllato né regolato ma risulta dall’arbitraggio di attori privati il cui imperativo non è in alcun modo l’impiego, ma la produzione o il loro stesso sviluppo? È forse legittimo che una società ricca lasci che la ripartizione dell’insieme dei beni sociali avvenga in modo “naturale”, selvaggio e aleatorio? E soprattutto che rifiuti di considerare il lavoro come un bene del tutto particolare, la cui ripartizione e la fluttuazione andrebbero controllate, dal momento che il lavoro dà accesso a tutti gli altri beni? Una società che si prendesse cura del bene comune e della coesione sociale, possiamo esserne certi, funzionerebbe in modo diverso. Considererebbe il lavoro, i redditi, gli statuti e i vantaggi finora legati al lavoro come altrettanti beni che devono essere distribuiti tra i suoi membri e la cui equa ripartizione fa parte dello stesso bene comune. Rifiuterebbe di avvallare la distribuzione delle ricchezze nate dall’evoluzione arbitraria per cui un individuo ha avuto la sfortuna di trovarsi in quella certa ditta in quella certa regione, di aver esercitato il tal mestiere, mentre un altro si è trovato in condizioni diverse. Possiamo lasciare che all’origine delle nostre società moderne ci sia il caso? È evidente che il vero problema delle nostre società non è affatto la scarsità di lavoro ma la mancanza di un “modo convincente di ripartizione”. Quest’ultima si realizza nel nostro paese “naturalmente”, sia attraverso l’esclusione dal mercato del lavoro delle persone più anziane o più fragili, sia attraverso filtri che allontanano sempre più l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, sia, infine, attraverso una forte selettività di quest’ultimo: la nostra distribuzione avviene per riversamento nella categoria della disoccupazione. (Fonte: D. Méda, Società senza lavoro, Feltrinelli, 1997)

1. Individuare il passaggio dove l’autrice fa riferimento al problema della disoccupazione tecnologica. 2. Inquadrare brevemente le teorie (e gli autori) alla base del concetto di “disoccupazione tecnologica. 3. Chiarire in che senso appare corretto sostenere che la disoccupazione può minare la coesione sociale. 4. Presentare i fattori che determinano ed influenzano il grado di flessibilità del mercato del lavoro. 5. Elaborare un commento personale al testo, analizzando criticamente il problema della “ripartizione del lavoro” posto dall’autrice.

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006

III LA MONETA

1. Presentare brevemente la teoria quantitativa della moneta di I. Fisher. 2. Chiarire quali sono i presupposti teorici affinché la relazione tra moneta e prezzi possa essere considerata valida. 3. Chiarire come si misura tecnicamente il tasso d’inflazione, soffermandosi in particolare sui problemi legati alla composizione del paniere dei beni. 4. Chiarire i motivi per i quali tra i consumatori svizzeri vi è un’impressione diffusa che il tasso ufficiale d’inflazione non corrisponda al reale aumento del costo della vita. E’ in qualche modo fondata questa impressione?

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006

IV L’IMPRESA DA UN PUNTO DI VISTA ECONOMICO.

Leggere con attenzione l’articolo che segue e rispondere alle domande.

Gm, piano choc anti-bancarotta chiude 12 fabbriche, 30 mila tagli. di ARTURO ZAMPAGLIONE

NEW YORK - Le mappe del Nord-America si sono riempite ieri di una dozzina

di punti rossi, che lampeggiavano sugli schermi delle televisioni e sui monitor dei computer, ricordando le dimensioni nazionali della crisi della General Motors. I punti rossi sono quelli delle fabbriche che la più grande società automobilistica mondiale (in attesa del sorpasso della Toyota) chiuderà o ridimensionerà a breve negli Stati Uniti e nel Canada: Oklahoma city, Ypsilanti nel Michigan, Doraville in Georgia, Portland nell'Oregon, e così via. Trentamila operai perderanno il posto di lavoro: 5mila in più delle cifre preannunciate nel mese di giugno, 27 per cento del totale della forza lavoro (325mila). Il colosso di Detroit spera così di risparmiare 7 miliardi di dollari all'anno e arginare le perdite nel suo mercato più importante, quello nord-americano, adeguando i livelli produttivi alla flessione della domanda. "E' una mossa di grande portata, siamo convinti che ci porterà fuori dal tunnel", ha promesso il presidente della Gm, Rick Wagoner, annunciando i maxilicenziamenti e senza mostrarsi troppo preoccupato delle violazioni degli accordi sindacali, che vietavano tagli del genere fino al 2007. Ha dato la colpa alla "globalizzazione della concorrenza", tra gli applausi di Wall Street, che ieri ha premiato l'operazione, con un rafforzamento del titolo. Wagoner, che nel 2000 è arrivato al vertice della società, continua ad accumulare un insuccesso dopo l'altro: dall'umiliante uscita dalla Fiat (per la quale ora Torino tirerà un respiro di sollievo) alla rapida perdita di quote di mercato, a una flessione delle quotazioni in Borsa del 45 per cento in un anno. Nella conferenza stampa di ieri non ha voluto fare previsioni per il bilancio 2006. Si è solo limitato a dire che, "nulla è garantito nel mondo del business" e che "guardando alla liquidità del gruppo, le finanze appaiono solide". Una magra consolazione, questa, per decine di migliaia di dipendenti, che vivono soprattutto in zone di vecchia industrializzazione, dove la delocalizzazione ha ridotto drasticamente le possibilità di trovare lavoro. "Il tentativo della Gm di rilanciare la società attraverso una cura dimagrante ha l'effetto di esacerbare i problemi, non di risolverli", ha tuonato il presidente della Uaw (United auto workers), il sindacato di categoria, Ron Gettelfinger. "Il piano di Wagoner è ingiusto e deludente, e avrà effetti devastanti su migliaia di operai e le loro famiglie. Faremo tutto il possibile per proteggere gli interessi dei membri del sindacato". Ma non sarà facile contrastare le decisioni di Wagoner, che sono state avallate anche dal consiglio di amministrazione. Da un lato i sindacati americani sono fragili, deboli, in declino. Dall'altro esistono ragioni profonde per la crisi della Gm. La multinazionale ha sofferto per gli alti costi previdenziali, per l'impennata delle materie prime, per gli effetti del caro-petrolio sui modelli fuoristrada, che fino a qualche anno fa erano anche i più redditizi, e soprattutto per la concorrenza della case asiatiche, a cominciare dalla

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006 Toyota. In termini di qualità le Big di Detroit sono riuscite, negli ultimi anni, a recuperare il terreno nei confronti di Tokyo o Seul. Le auto americane sono più solide, affidabili. Ma anni di ritardi hanno creato una immagine negativa sui consumatori, che pesa ancora a livello di vendite. Non solo: i costi di produzione sono nettamente più alti, per effetto di pastoie burocratico-assistenziali e di investimenti mal concepiti. (Fonte: La Repubblica, 22 novembre 2005)

1. Riassumere le cause della crisi aziendale della GM. A chi o a che cosa si può attribuire la responsabilità di tale crisi? 2. Chiarire quali sono gli obiettivi aziendali che la direzione della GM intende perseguire con i licenziamenti. 3. A che cosa allude Wagoner quando parla di liquidità? In che misura può essere importante il problema della liquidità aziendale? 4. Quali sono, in generale, i fattori -aziendali- determinanti la quotazione di un titolo in borsa? 5. Vi possono essere anche fattori –macroeconomici- determinanti la quotazione di un titolo in borsa? 6. Come si può spiegare l’andamento della quotazione del titolo GM in borsa, dopo l’annuncio della ristrutturazione? 7. Di quali strumenti dispone teoricamente un sindacato per tutelare gli interessi dei propri associati? 8. Valutare complessivamente la crisi aziendale descritta nell’articolo.

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006

V ECONOMIA NAZIONALE, BILANCIO NAZIONALE

I grafici offrono una rappresentazione del modello reddito-spesa keynesiano. Sull’asse delle x si trova il PIL (Y), sull’asse delle y si trova la DOMANDA AGGREGATA (D.A.)

A

B

D.A.

D.A.

Y1

Y*

D.A.

Y

Y1

Y*

D.A.

D.A.

Y1

Y*

D.A.

Y

D.A.

Y1

Y*

reddito d'equilibrio reddito di pieno impiego

Rappresentare nei quattro grafici i mutamenti della D.A. (e del reddito di equilibrio) derivanti da:

A B C D

Y

D

C

Y1= Y* =

D.A.

un calo netto degli investimenti un aumento della propensione marginale al consumo un aumento della spesa pubblica un calo della componente costante dei consumi

Commentare brevemente i risultati.

Y

Esame svizzero di maturità Lugano, gennaio 2006

VI ECONOMIA AZIENDALE

1. Chiarire i differenti obiettivi della contabilità finanziaria rispetto alla contabilità analitica (industriale) 2. Spiegare in che cosa consiste il metodo della partita doppia. 3. Chiarire il concetto di riserva occulta facendo riferimento alla sua base legale nel diritto svizzero. 4. Presentare un semplice esempio numerico relativo alla creazione, tra gli attivi fissi aziendali, di una riserva occulta. Presentare anche l’articolo contabile (a giornale) per la creazione di tale riserva. 5. In quali situazioni un’impresa potrebbe aver interesse a peggiorare il proprio risultato netto d’esercizio? 6. Chiarire il significato e l’esatta collocazione contabile (ATTIVI / PASSIVI / RICAVI / COSTI) del conto riserve (palesi) nei documenti contabili di chiusura dell’esercizio contabile. 7. Inserire i dati mancanti relativi alla tripartizione del conto merci. PCMA

12'000.16’000 ? 10'000.-

+ SCORTA

? 2000.?

- SCORTA

3000.? ?

PCMV

? ? 16'000.6000.-

VENDITE

24'000.25'000.? ?

UTILE LORDO

? 6000.5000.1000.-

8. Chiarire il concetto contabile di ammortamento economico. Spiegare, in seguito, in che senso si considera l’ammortamento economico uno strumento di “autofinanziamento aziendale”. 9. Riassumere i poteri più importanti dell’assemblea degli azionisti in seno alla società anonima. 10. Nel caso una società anonima abbia realizzato, alla fine dell’esercizio contabile, un utile netto, agli azionisti è garantito un dividendo?

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