Don Quijote & (Don)na Chisciotta Commedia in due atti e un epilogo Di
Caldognetto Samuele
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Personaggi
Don Quijote Sancho Panza Donna Chisciotta Sancia Panza
La scena si svolge in un non ben precisato luogo, in scena si vedono un albero, una roccia e un mulino a vento con una strana ruota della fortuna come perno delle pale, che campeggia in fondo alla scena al centro. Fondale nero. Luci a crescere con l’ingresso dei personaggi nel primo atto, luci a decrescere nel secondo atto. Proiezione di diapositive sull’albero nel terzo atto con luci ad intermittenza sui mimi sul palco. La scena si svolge in un tempo deliberatamente incongruo e imprecisato.
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Atto primo (Don Quijote e Sancho Panza)
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Don: ma che ore saranno amico? San: che? Don: che ore si saranno fatte? San: ah!! Non saprei.. scusate Vossignoria, ma con questo caldo mi si tappano anche le orecchie! Comunque,
deve esser primo
pomeriggio Don: ti si tappano anche le orecchie? Che strano modo di dire, non lo avevo mai udito prima d’ora San: nessun modo di dire, signore. È il cerume Don: cerume? San: sì sì! Mi si deve sciogliere per l’alta temperatura, e così mi tappa tutto l’orecchio e non sento più, guardate! Don: per favore Sancho! Sei un nobile d’animo ma in quanto a portamento fai spavento al tuo stesso bestiame alle volte! Come farai dico io, quando dovrai governare la tua isola? San: grazie Vossignoria, (il Don Quijote si ferma) ma che fate, vi fermate? Don: sì, la nostra solita pausa prandiale, amico.. oramai è da tempo che mi sei al fianco, dovresti sapere gli usi e i costumi della nostra avventura San: non penso di aver capito. Ma vi credo! Riguardo ai costumi.. io ho sempre fatto il bagno nudo, era così bello il mio ruscello a casa mia. Per i musi invece non so che fare Don: usi e costumi, amico Sancho, usi e costumi, non musi! Comunque intendevo dire le abitudini. Ormai è consuetu..ehm.. abitudine fermarsi a riposare un poco per pranzare, in attesa che il nostro destino di cavalieri ci chiami San: ah! Perdonatemi, non avevo capito. Ehm.. scusatemi, non vorrei essere scortese, ma le nostre abitudini dicono che la pausa pranzo la dobbiamo fare sempre nello stesso posto? Don: no, direi che qualsiasi radura va bene, non trovi? San: sì sì, io dormirei anche sui sassi.. ma scusatemi, se va bene ogni radura, perché sempre qua? Don: non ti piace? San: cosa? Don: questo posto?
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San: ehm, no va bene, va benissimo, sì sì!! Benissimo.. ma insomma.. credevo che.. insomma, per conquistare terre ed isole bisognava allontanarsi un pochino di più, saranno ormai settimane che pranziamo qui… Don: ma che dici Sancho? E poi.. più lontani da dove? Il sole ti deve essere molto nemico se ti fa certi effetti. Di quale posto stai parlando? San: di.. Ehm.. questo? Don: a volte il tuo linguaggio mi è proprio incomprensibile San: perdonatemi! È che questo è lo stesso posto di ieri, e dell’altro ieri, e dell’altro.. ehm.. altro altro ieri!.. non sarà che stiamo girando in tondo? Don: ah ah ah! questa è proprio bella Sancho! Comunque, devo rimproverarti di una cosa amico: io cavaliere errante con il nome di Don Quijote de la Mancha, non ho mai avuto l’intenzione di spargere inutile sangue puro sulle mie azioni di sano ideale. La mia fermezza sta nello sconfiggere i soprusi ed annientare nemici. È così che ci conquisteremo la gloria e la fama. Solo così: solo mantenendo un comportamento rigido e ferreo, non cadendo in tentazione. Un atto dovuto al nostro spirito di sacrificio, ecco cos’è! Come due eroi attraversiamo il mondo in nome della giustizia come la tradizione dei cavalieri erranti vuole, come Ulisse in mezzo ai mari, come l’Ariosto descrisse, come Dante enunciò e come Batman fece San: Batman? Don: ho sempre sognato di fare Batman.. San: va beh.. Don: io Don Quijote de la Mancha, con te fido scudiero Sancho Panza San: che fa pure rima Don: noi.. eroi dei tempi nostri passati e futuri San: sì! Don: noi San: sì Don: noi porteremo la pace a svellere la radici ove il maligno le abbia piantate San: sì?? Don: noi.. noi.. noi.. San: sì sì sì sì! Bravo mio signore!! Bravissimo! Ed io vi seguirò, sarò il vostro scudiero fino alla fine dei vostri giorni Don: dei miei giorni? San: sì sì!! E vi seguirò ovunque andiate.. non per fame!
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Don: fama San: non per fame Don: fama San: non per fama Don: bravo San: grazie Don: prego San: non per fame, non per onore, ma per l’isola che voi mi donerete! Don: ammiro la sincerità Sancho, ma un pizzico di spirito di sacrificio non guasterebbe alla nostra impresa San: a proposito, questo spirito di sacrificio.. dove lo fanno? Don: come dove, caso mai chi San: lo sapevo che doveva essere una persona sola questo Sacrificio!! Per fare una bevanda così famosa, deve essere molto bravo e molto ricco! Don: no guarda Sancho che lo spirito di sacrificio non è.. San: sì sì, lo so cosa volete dire, che io non sono abbastanza ricco e famoso per potermelo permettere, ma anche io un giorno spero di poterlo bere.. Don: no non hai capito Sancho.. San: ho capito benissimo.. lo so che non è cosa per contadini e scudieri, ma magari sull’isola… Don: Sancho? San: dite Don: ma ci sei o ci fai? San: ci sono o ci faccio cosa? Don: va beh.. buona notte amico! San: okej, buona notte mio “impale” padrone Don: ma no! Ma che fai? A parte il fatto che è impave e non impale San: ah già! Sì sì è vero.. imp.. quella roba là Don: e poi chi ti ha detto di andare a dormire scusa? San: voi Don: non l’ho mai detto io San: sì sì, mi avete detto “buonanotte amico” Don: oh per tutte le bacche di un cespuglio secco! Hai ragione Sancho.. scusa! Con tutti questi ragionamenti mi sono dimenticato del pranzo! Converrai con me, mio IMPAVE scudiero che è ben affrontare il nemico a stomaco pieno San: sì sì.. sissignore! Preparo subito qualcosa…(a se stesso) si, ma cosa?
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Don: benissimo, intanto io preparerò la tavola.. e darò da mangiare qualcosa ai cavalli.. (pausa) cosa ci regala il destino oggi? San: ehm.. una mela! Don: sigh.. come una mela? San: ehm.. sì sì.. una mela.. Vossignoria! Don: ma scusa amico scudiero San: dite Don: la signora che ieri abbiamo incontrato, che ci ha porto delle ottime vivande in cambio del nostro impegno nei suoi confronti San: (incalzando) state parlando di quella vecchia che urlava e sbraitava in non so quale lingua e che ci ha tirato dietro tutta quella verdura e frutta e anche quel pollo? Don: esatto Sancho.. per un momento mi stavo preoccupando che tu avessi buttato tutto! E pensare che quel magnate col cappello si stava apprestando ad ammazzare tutte le galline e a distruggere i campi. Crepi la rivalità dei più potenti che temono chi il suo onesto dovere compie per vivere.. al rogo marrano!!! Gentile comunque quella signora ad averci offerto la ricompensa per aver fatto fuggire quel maledetto, no? San: e a me che pareva uno spaventapasseri! Questi nuovi ricconi! Le studiano proprio tutte pur di rovinare i più poveri, arrivano anche a travestirsi da spaventapasseri! Ma.. signore, come mai allora la vecchia ci tirava dietro le cose? E come mai era andata a soccorrere il riccone? Don: e cosa ne posso sapere io? L’agire umano risulta incomprensibile! Per esempio, in questo caso, il rapporto vittima/carnefice è un qualcosa in continuo oscuro evolversi: è capitato a qualsiasi giovane donna, di innamorarsi di un malcapitato sfruttatore, cosa già di per sé alquanto autolesionista, ma addirittura ora pare che siamo arrivati all’accecamento della ragione: non solo si ammette lo sbaglio ma si continua a seguire l’inopportuno.. si chiama sindrome di Stoccolma.. San: Stocché?? Don: Stoccolma.. ehm.. San: mah.. Don: lasciamo perdere.. San: meglio Don: rimangono ancora due dubbi da chiarire mio caro amico San: chi è ‘sta Stoccolma? Don: no.. dove sono finite le provviste che ti avevo detto di custodire con cura?
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San: le ho messe al sicuro proprio come voi mi avevate ordinato Don: bravissimo! Dove? San: ehm.. proprio qui! Nel mio bel pancione! Don: li hai mangiati? San: sì, perché? Voi avevate detto di metterli al sicuro! Più al sicuro di così! Qui nessuno vi toccherà più piccolini miei! Pensavo che vi arrabbiaste che non fossi riuscito a custodire anche le due mele.. ma ero pieno zuppo! Don: zeppo! Pieno zeppo! Ma allora.. sono due le mele non una? San: ehm.. sì!! Uff… Don: va bene allora.. ce le faremo bastare.. d’altronde c’è anche il proverbio.. una mela al giorno.. San: non basta! Don: toglie il medico di torno! San: uff Don: però.. mio carissimo amico.. San: sì? Don: c’è ancora un angolo buio in tutta questa faccenda che non riesco ad illuminare San: sì? Don: come diavolo hai fatto a mangiarti anche il pollo? San: ehm.. sinceramente non ricordo! Penso di averlo mangiato così Don: con tutte le piume? San: sì sì! No no.. boh.. ma no! No! Non sono mica un cuscino eh!? Don: eh certo! In effetti sarebbe stato oltremodo disgustoso! San: a proposito! È proprio così!! Don: è proprio così cosa? San: allora.. dopo aver mangiato carote, zucchine, pomodori, zucca, cavolo, fiori di zucca, melanzana, cipolle, mele.. mele mele e ancora mele.. Don: Sancho.. San: sì, insomma.. mi era preso molto sonno.. molto sonno. Ma non riuscivo ad appoggiare bene la testa sul mio destriero Don: e tu chiamalo destriero.. comunque dicevi? San: sì sì.. è vero che dormo anche sui sassi e sulle pietre, ma avevo voglia di un bel cuscino.. si sa un cuscino è un cuscino Don: come darti torto San: e così mi sono detto: perché non spiumare quel pollo? E con le piume mi ci faccio il mio cuscino, no? Ma siccome non riuscivo a spiumarlo ho infilato il pollo intero così com’era nel sacco.. ed ecco fatto un bel cuscino.. wow.. che dormita che mi son fatto!
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Don: ma è perfetto! Ora abbiamo trovato anche il pollo! San: ehm.. si.. perfetto! Lo prendo subito.. dunque.. lo avevo messo dentro qua.. ah.. ah.. ahi ahi! (si mette a cercare la sua sacca) Don: beh? San: ehm.. non riesco a trovarlo! (trova la borsa ma vede che il è pollo schiacciato e tenta di nasconderlo) Don: ma come.. non avevi detto che lo avevi messo dentro la borsa? Se non hai perso nient’altro è difficile che tu lo abbia perso.. San: ehm.. sì sì.. cioè volevo dire no no!.. oh cavolo! Don: hai anche un cavolo? San: no.. porco cavolo! Don: insomma Sancho.. hai bisogno di una mano anche per trovare ciò che metti via? San: ehm.. no! Don: ho capito.. arrivo! San: ehm.. ahi aiaahi! (lancia la sacca sul lato sinistro) Don: dunque? San: dunque non c’è.. non si trova! Devo averlo perduto! Porco cavolo! Don: perdincibacco! Ma questo è un malocchio! San: ah sì!! Il finocchio! Li ho conservati perché non mi piacciono! Don: bene! Almeno abbiamo qualcosa San: sì sì.. ce ne sono 2 a testa Don: ma non hai detto che non ti piacciono? San: ehm.. sì.. sì sì! Ma li mangio volentieri lo stesso.. Don: buon viso a cattiva sorte, bravo sancho! Vedo che cominci ad essere un degno scudiero! Anche se potevo mangiare qualcosa in più io, preferisco condividere il mio pasto con te amico San: grazie Don: però caro Sancho.. lasciami dire il mio libero pensiero un momento, senza prendertela a male: devi cercare di stare più attento alle nostre provviste! Sono la fonte energetica per le nostre missioni, come si farà poi, altrimenti, ad avere le forze giuste per affrontare nemici, giganti, mostri, misogini e quant’altro la vita sceglie e ci pone di fronte? La vita ce li offre come opportunità di consumare la nostra sete di giustizia universale nei confronti di un destino mai domo di scherzi ed ingiurie, ma noi.. San: …(si mette a piangere) Don: cosa c’è ora? Dai su Sancho.. non piangere.. non hai motivo di preoccuparti! Sei un po’ maldestro ma è ancora poco che mi segui. Avrai modo di imparare e di rifarti! Imparerai la piena arte del combattere, il mestiere dei mestieri: esser cavalieri!
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San: non è per questo… Don: e allora per cosa? San: è che parlate così bene, mia signoria! Don: è nell’esser cavalieri: un nemico va prima di tutto ammazzato nell’orgoglio, poi trafitto per le sue impure azioni per poi condannarlo all’unica via: la redenzione del paradiso, sempre che ne sia degno San: sì ma… Don: e poi come credere che dame dalla bellezza, dal portamento, dalla signorilità, dall’essere fine regale come la mia Dulcinea.. come possono innamorarsi di un rozzo mestierante? Oh mia Dulcinea.. San: non fate così sire Don: non sono un re, ma un errante cavaliere! Cavaliere Don Quijote de la Mancha che ha preso la via dell’avventura, per difendere con ardore l’onore della mia Dulcinea. È per te, unico mio amor, che io impavido, sfido il destino, idolatrando la libertà nella quale vivremo una volta che i malefici e le sventure non solcheranno più la nostra linea della vita.. Dulcinea.. Dulcinea.. San: porco cavolo! Se avessi fatto una dichiarazione così a mia moglie!! Signore! Signore!! Don: quindi? San: quindi cosa? Don: quindi che avresti fatto? San: boh.. tanto l’ho fregata.. beh insomma l’ho sposata lo stesso! Penso almeno.. però magari mi avrebbe ricompensato.. eh eh! Don: ti manca tua moglie, eh? San: sì.. soprattutto il suo stufato di fagioli.. me lo fa due volte a settimana.. non mi ha mai stufato! Don: ha ha ha!.. mamma mia! Caro Sancho, sei proprio un uomo fortunato sai? San: io? Don: certo! Hai una moglie che ti ama e ti sta aspettando. Hai l’opportunità di renderti fiero di te stesso e della tua vita sfidando il destino e tra poco potrai diventare proprietario terriero di un’intera isola, se non di più! San: a proposito Vossignoria: quand’è che potremo vedere.. insomma.. i frutti del nostro lavoro? Don: il nostro non è un lavoro Sancho, ma è una eroica azione! Ed i frutti si vedono già San: dove?
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Don: mi piaci Sancho, sei sincero! Un pregio che pochi oggi ancora hanno! San: sì ma dove! Dove? Dove sono i frutti? Don: vedi caro Sancho, anche io sono una persona sincera ed è per questo motivo che ho chiesto proprio il tuo di aiuto per questa avventura San: sì ma.. Don: perché nella vita il coraggio è ormai una lontana chimera, un’ancora in fondo ad un mare di egoismo e di ostentazione del nulla, non ci rimangono che poche anime solinghe, che lottano contro tutti e tutto per portare in alto la bandiera della libertà San: sì avete ragione sicuramente, anche se non ho capito.. ma i frutti!? Don: tu cosa ne pensi, amico mio? San: che la mia isola è lontana, bella e mi sta spettando! Ooooh.. mia dolce isola.. vi sto aspettando! Sto arrivan…ronf (incomincia a dormire) Don: hai ragione Sancho! La gente oramai si isola, non si ricerca più in elementi di socialità, ma di solitudine.. come se non bastasse la morte a lasciarci da soli. Ci si spreca nella ricchezza. Ma non bisogna disperare! Sono sicuro che il mondo è pieno di Don Quijote e di Sancho Panza.. ne sono certo San: ronf Don: non esserne perplesso Sancho, sii fiero! Fiero di essere da esempio, fiero di essere un lavoratore, dei tuoi campi che tu conosci come nessun altro e che ti permettono di vedere ogni mattina una nuova alba nel sorriso della tua compagna di vita San: ronf Don: ti invidio sai Sancho San: ronf Don: mi stupisci amico! Come puoi dubitare della mia sincerità? Dico che ti invidio.. San: io no.. ronf.. Don: bravo Sancho.. tu non mi invidiare! È una brutta cosa l’invidia sai.. San: nooooo Don: e quanta furia.. ora ti racconto il perché San: ronf Don: ho invidiato un'altra persona nella mia vita San: mia nonna Don: macché tua nonna! Chi la conosce scusa? Era il padrone del castello dove vidi per la prima volta l’amor mio, lui poteva vederla tutti i giorni capisci? Proprio come il mio futuro vorrebbe
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San: ronf Don: non mi schernire! I miei dolori d’amore sono infausti! Soffro.. soffro nel non poterla vedere! Lei è la ragione della mia avventura San: no no! Io no! Maledizione! Sono bloccato! Ho detto no.. nna… Don: è normale che tu abbia altre stimolanti ragioni che ti portano al mio fianco! Ma raccontami.. dimmi di tua nonna San: no.. Don: scusa amico.. non volevo essere invadente San: non me la sono fatta addosso, non no! Don: non ti preoccupare, sono sicuro del tuo coraggio. E comunque non c’è niente di male ad avere paura. Tutti ce l’hanno.. anche io l’ho avuta. Non sapevo che l’amore potesse spingermi fino a qui. Alla ricerca di ingiustizie, di nemici, di infamie e del destino! Ma ora non temo che il non poterti vedere più mia Dulcinea, anche se devo aspettare! Non posso farlo in questo mondo spazzatura. Finirebbe per sporcare anche il mio sentimento più puro e pulito! No! Io sono qui per ripulirlo, e ci riuscirò! Al costo della mia vita, al costo di dover affrontare i più grandi e grossi cavalieri neri della regina della grande falce.. San: non sono più un piccolino Don: bravo Sancho! Sentiti uomo! San: ho le mutande.. ma la marmellata mi piace però! Don: vero! La morte giace vellutata sulle nostre lande di vita! Ma noi le scanseremo, batterla purtroppo non si può San: sì posso! non fa ingrassare! Don: come amico? San: la voglio.. nonna! Don: non volerla la morte.. e non chiamarla nonna! La morte ha orecchie finissime e come la sfortuna ci vede benissimo! Aiutiamoci insieme a schivarla, ad affrontarla! Ma non scappando come gobbi timorosi con la coda fra le gambe San: anche il coniglio arrosto mi piace Don: no i conigli non hanno la coda! San: ma io ho fame Don: anche io! Ma ho più fame e sete di giustizia San: e quel vino? Don: si è divino! San: di chi è? Don: divino è chi si sente tale San: uff.. ronf
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Don: non ti spazientire! Tra poco vedrai che avremo modo di adempiere al nostro volere-dovere! San: Sancho Panza Don: Don Quijote de la Mancha.. per sempre insieme San: sempre? Don: si sempre insieme! Amico… devo confessarti una cosa San: solo a stomaco pieno Don: dove è finita la tua smania di sapere? Comunque quello che ti devo dire non è così preoccupante!! Non devi essere esitante.. io ti sono amico.. un amico onesto San: .. ronf Don: una volta, guardando il tramonto, mi sono soffermato sul sole con lo sguardo, l’ho fissato immergersi nella nebbia, nella foschia, nel quotidiano. Una linea d’orizzonte lo divorava e lui, pur cambiando colore stava lì, bello, sereno, sorridente, anche sul punto del crepuscolo, dove i rosa si confondevano all’odore, dove la brezza faceva rotolare il granello di terra, dove la pioggia sembrava un miraggio, lontano, molto lontano, distante un raggio.. là in quel crepuscolo del mondo e del giorno io sorridevo. Perché un sole morente stava sorridendo, felice dell’essere sole. Non gli importava di essere inghiottito dalle montagne, non gli importava di essere oscurato dalla notte, non sapeva di essere riflesso in una luna. Ma diceva che la sua luce sarebbe stata riflessa da qualcuno, ne era sicuro. Mai avrebbe sperato sorte migliore: proprio la sua ombra notturna, la luna, l’avrebbe ricordato! Era contento, lui era il sole. Era niente e nessuno. Solo sole San: sale Don: sole Sancho.. sole! San: più sale, è sciocco! Don: forse sono uno sciocco! Un povero cavaliere errante, hidalgo de la Mancha, ambasciatore dei soprusi, boia dei torti, illuso degli illusi, innamorato della vita, vissuto nell’amore, solo come il sole San: sale… mmm.. ronf Don: Sole! Mi ricordo anche di quando ero bambino.. non so se un cavaliere possa essere stato bambino.. non credo che gli eroi veri abbiano diritto ad un passato.. mi sembra di esserlo stato comunque.. un bambino come tutti i bambini… San: pappa buona papp.. ronf! Don: sempre a mangiare pensi, Sancho! E che diamine! Non si può fare un discorso serio con te che tu subito.. San: piatto grande tanta pappa nonna!
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Don: per tutte le vacche senza coda.. Sancho! Sancho!!! San: sì sì! Signore! Avete ragione signore.. Don: stavi dormendo per caso? Ti annoio? San: no è che.. mi sono appisolato, ma ascoltavo eh! Cosa non so bene, ma ascoltavo. Ma mi pareva che dicere.. che dicente.. che dite? Insomma parlavate del.. ehm.. cibo? Don: del sole? San: sì sì! Me lo ricordo.. Don: va beh.. comunque non ti sei perso molto.. ti stavo parlando di quando ero bambino! San: sì sì.. ma ditemi pure.. vi ascolto! Don: dicevo.. i bambini San: io ne ho tre.. sono bellissimi! Tutti belli paciocconi.. hanno preso dal padre, sono il mio manto Don: manto? San: ehm.. Panto? Santo? Canto? Nanto? Fanto? Ranto? Schianto? Ehm.. Vanto? Don: ah sono il tuo vanto! San: sì sì! Vanto vanto! Don: e sentiamo.. cosa c’è da vantarsi nel fare figli? San: boh.. forse perché è la prima vera cosa che è nata grazie a me! Don: forse.. ma fare un figlio è un grande atto di egoismo.. secondo me San: ehm.. forse! Se solo sapessi cosa vuol dire egoismo di preciso.. io so solo che un bimbo lo fai perché lo vuoi.. o dovrebbe essere così.. Don: appunto.. è un qualcosa che vuoi tu.. non lui.. o almeno, non lo sappiamo, perciò è un atto di egoismo.. San: ehm.. lui?? Ehm.. boh.. ma cosa c’è di male in questo egoismo dei figli? Don: egoismo nel fare figli non dei figli San: sì sì.. quello lì Don: nulla, solo che se fai un bambino per te stesso.. San: ma io non l’ho fatto per me stesso.. o meglio non solo per me.. io l’ho voluto, e l’ho voluto insieme alla mia donna, ma è stato lui a nascere Don: si per colpa tua però! San: e di mia moglie Don: certo.. due colpevoli e complici! Ma non pensare che mi senta un puro.. anche a me forse piacerebbe peccare!
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San: io so solo una cosa Vossignoria.. e la so nella mia umiltà di contadino.. di umile contadino.. mia nonna diceva sempre quando raccontavo qualche balla… Don: Sancho, modera il linguaggio! Comportati anche da reale! San: perdono, ma come si dice balle in un'altra maniera? Don: menzogne San: che? Ma quelle sono dei frutti Don: no che io sappia San: ah no avete ragione.. quelle sono delle melanzane! Don: che poi non sono dei frutti ma delle verdure.. ma vai avanti! San: dove ero rimasto? Don: alle balle San: ma Vossignoria?! Don: andate avanti Sancho.. San: ah sì! Io quando ero piccolo ne combinavo di tutti i colori! Ero una peste.. spostavo le cose, incasinavo tutto.. non mi piaceva la roba in ordine.. io, se vedevo la stessa cosa nello steso posto per due giorni di fila la dovevo spostare, e poi se mi scoprivano non dicevo mai che ero stato io.. Don: bene e quindi? San: mia nonna quando mi prendeva, oltre a darmi una scarica di legnate mi diceva: “Quando la colpa la si ha in molti, si è un gruppo, quando la si ha in due si è in amore, se la si ha da soli si è scemi!”. E giù con le legnate ancora! Adoravo mia nonna! Don: eh eh carina questa San: comunque.. io penso che i miei figli siano colpa mia e di mia moglie.. quindi.. allora.. Don: bello… bello San: eh sì Don: forse anche io un giorno diventerò padre.. San: come forse? Don: beh.. bisogna vedere cosa ne pensa la mia complice.. che ne dici!? Oh Dulcinea.. Dulcinea.. San: ecco lo sapevo io! S’è incantato! Ma porco cavolo! Ma si può che si inceppa così.. sembri la mia moto dopo un frontale Don: cosa c’entra San: non lo so guardati? Don: … San: signore! Hidalgo? Ohi.. non c’è verso eh? Ma stavolta mica lo sblocco io.. lo lascio così.. e io mi rimetto a dormire.. tanto qui.. di
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nemici nemmeno l’ombra… Oh.. che bello.. mamma mia che sonn.. ronf (si rimette a dormire) Don: è per sfidare l’infausto destino, meravigliosa volontà divina San: (si sveglia) porca cacca! Mio signore mi avete fatto prendere un colpo! Don: il colpo te lo do io se non la smetti di dire certe schifezze San: ma che ho detto? Ah si porca cacca! Don: mmm… San:.. o porca cacca! Don: mmmm! E comunque caro Sancho, non vedo l’ora della nostra prossima avventura San: anche io!! Soprattutto perché fino ad ora… Don: hai ragione, hai ragione! Anche se sfidare quel bruto nei campi… San: quello che si travestiva da spaventapasseri? Don: si.. quello! Per non parlare dei malpensanti con le fanciulle o di quel povero ragazzo San: si.. quante avventure è vero! Ma chissà se arriveremo alla prossima Don: certo che ci arriveremo Sancho! Cos’è questo pessimismo?! Lo sconfiggeremo insieme il nemico.. terremo fede ed alto il nome dei cavalieri erranti e dei loro scudieri, i sempre contro corrente San: è vero, ma non so Don: cosa c’è amico? Dimmi cosa ti turba? San: quanto ancora dovremo aspettare? Don: sei un volenteroso, ma non pretendere tutto e subito San: è che.. dico.. io mi immagino già sull’isola, capite? Don: capisco Sancho.. San: (sognante) mi ci vedo su un bel trono a padroneggiare, a scegliere chi e come giustiziare, cosa poter mangiare! Darmi da fare con mia moglie e aumentare.. come dire.. le nostre colpe!! Così che i Panza governino a lungo su quel terreno.. ehm isola e poi… Don: Sancho San: e poi far visita ai miei sudditi, sempre che ne abbia, e dir loro di comportarsi bene altrimenti la mia ira cadrà su di loro.. ed avere la loro attenzione! Don: Sancho.. ma così finirai per fare ciò che fa il tuo stesso re! Non lo odi tanto!? San: ah già.. ma io sarei buono Don: eh sì.. fin troppo buono! San: come dite padrone? Don: niente Sancho! E smettila di chiamarmi padrone ! io sono Don Quijote de la Mancha, cavaliere errante in lotta con..
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San: uff.. Dulcinea! Don: Dulcinea.. Dulcinea.. San: via via ora si torna a dormire! Eh eh.. oooohhhh! Sogni d’oro cavaliere! Don: errante! In lotta col destino e con il fato… San: Dulcinea! Dulcinea! Dulcinea! Don: sì! Ed è per colei il cui sorriso albeggia insieme all’alba, per colei che ogni giorno albeggia nella mia mente… San: sì sì Dulcinea! Don: Dulcinea, amor mio! San: o-oh Don: sì San: no Don: sì San: no no Don: sì sì sì! San: no no no no! Don: Sancho!!! San: porca porchetta! Don: Sancho!!! San: sì.. ai vostri ordini capitano! Don: prepara l’armatura! San: l’armatura? Don: sì.. armami! San: Vossignoria! Perché vagheggiate!? Don: Sancho, sulla collina alle nostre spalle San: eh.. cosa c’è? Don: c’è… San: c’è? Don: il nemico San: dove? Don: non girarti così! Fai finta di niente.. lo coglieremo di sorpresa. Ti colpiremo gigante maledetto San: un gigante? O mio dio! Don: non bestemmiare! Sì, un gigante! Noi affronteremo quel gigante! San: magari è un gigante buono Don: Sancho non scappare! Il nemico va affrontato e a testa alta! San: anche perché se è un gigante.. Don: io ho bisogno di te! San: è una follia.. Don: guardalo Sancho! Guardalo ora!
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San: ma come? Don: girati lentamente! È alle nostra spalle.. ci osserva.. si mimetizza.. San: non lo vedo.. Vossignoria non lo vedo! C’è solo un gran mulino a vento! Don: quale mulino a vento Sancho! La paura non ti dà la capacità di razionalizzare.. ti illude di farti vedere ciò che vuoi veder! San: eh? Don: Sancho! Quello è un gigante mandato dal male in persona! È l’ostacolo che tanto aspettavamo! E che oggi dobbiamo superare.. quel gigante è la mia paura.. è la tua paura, i miei ed i tuoi problemi riflessi in quel corpo enorme e grottesco, dalle grandi braccia e dall’aspetto insuperabile. Ma ogni ostacolo va saltato correndogli incontro, non aggirandolo! Nel bene e nel male! San: io vi seguirò amico! Don: preparati Sancho! San: preparati Sancho! Don: prendimi la lancia San: sì sì Don: e lo scudo San: non lo vedo! Don: prendimi lo scudo San: eccolo Don: con calma.. ma non troppo Sancho.. non devi dare nell’occhio! E soprattutto non devi dare l’idea che tu sia in panico. Non dobbiamo aver fretta di colpire, la fretta è cattiva consigliera. Dobbiamo vendicarci del diavolo e rispedirlo all’inferno.. la vendetta è un piatto che va servito freddo.. specialmente al tuo nemico San: volete invitarlo fuori a cena? Don: no Sancho! Sempre al cibo pensi! San: con tutto il rispetto sire.. Don: ancora con questo sire! Io non sono un re! San: volevo dire maestà Don: maestà?? San: padrone, signore, collega, amico, amore? Ehm.. amore no! Amore fraterno intendo! Va beh.. vossignoria!!!… Don: Sancho.. è giunto il momento.. il tempo è arrivato! Sei pronto? San: mmm Don: sei pronto si o no? San: devo essere sincero? Don: sì San: no
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Don: allora menti San: sì.. sono pronto! Don: bravo Sancho! Seguimi se ti riesce.. ma non ti biasimerò se tu dovessi abbandonarmi San: non lo farò.. l’ho promesso.. solo.. posso stare un pochino distante? Penso che la collisione con quel coso avrà un effetto devastante! Don: quale collisione! Quale coso? San: quel cos.. va beh.. siete divino hidalgo! Don: eccoci dunque a noi gigante! Sancho! Vai a svegliare il gigante! San: ehm… eh? Don: Sancho non mi abbandonare proprio ora! Ho bisogno di un tuo atto di coraggio! Gira quella specie di ruota della fortuna che vedi.. è il suo cuore.. San: ma.. ehm.. che razza di gigante è questo? Don: tu non puoi capire.. è il loro modo di mimetizzarsi.. dormire.. fanno finta di dormire.. quando in realtà sono svegli.. ma per affrontarli bisogna girare quella ruota, per svegliarli.. e scontrarsi come la cavalleria comanda.. in faccia.. con onore San: signore io sono pronto ma a me pare proprio un mulino a vento! Don: non esitare Sancho.. fidati di me San: … Don: oramai è tardi per tornare indietro.. oramai è tardi per qualsiasi cosa.. gira cuore.. gira ruota.. gira fortuna! Non ho paura.. ho scelto tutto ciò e non ho paura! È solo un ostacolo.. l’ennesimo ostacolo.. capisco chi non mi segue e non mi capisce.. io sono la folgore della follia per molti.. ma io sono uno di quei molti.. io non posso essere voi.. voi non potete essere me! Io ho deciso! Il mio destino è segnato! Giganti, mulini, spaventapasseri, ricconi, cavalieri e scudieri, amori e sogni. Ognuno li vive.. ognuno li uccide.. ed io ho deciso che oggi il mio Gigante va affrontato! Morte non ti temo.. anche se sottoforma di spalle somiglianti a catene montuose, dalle braccia di fiumi in piena, dai muscoli come colline, dai muscoli di cemento, dalle gambe di tronchi secolari, dagli occhi neri come la pece. O dal cuore a forma di ruota della fortuna.. io non ti temo.. io ti affronto e ti vivo… sei stato toccato lì dal mio compagno.. al cuore, dove si feriscono gli amori, dove si tacciono per sempre gli ardori.. ed ora vieni a me.. affrontami in questo infausto giorno di gloria.. San: fate attenzione vossignoria.. è solo un mulino! Don: per te è un mulino.. per me è il mio destino San: ma come..
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Don: sono le mie colonne d’Ercole.. devo superare me stesso e sconfinare in un nuovo giorno San: ma chi se ne frega di Ercole! Dormivamo così bene.. Don: non posso dormire amico Sancho, non posso dormire sapendo di risvegliarmi in un incubo! La ruota oramai è stata girata… il dado tratto… nel nostro cuore il nostro destino San: ma il destino non esiste… Don: il destino siete voi e sono io… San: ma perché.. perché tutto questo? Don: perché.. perché io sono l’hidalgo.. io sono Don Quijote de la Mancha, cavaliere errante negli erranti, solo ed unico eroe dei nostri tempi. Sfido me stesso e la morte, per me stesso e la vita. Io, che guardo il tramonto e sorrido, faccio ogni mio singolo gesto per te, mia Dulcinea, per te. Che il mio amore penetri il male e che lo condanni allo stremo dolore, come io sono stato condannato nell’amarti.. ti amo Dulcinea, ti amo e sorrido, come il passato fece, come il mio presente dice e come il mio futuro tace. Destino infame, tu male dei mali, tu che non esisti e che verrai solo illuso di esistere e sognante verrai trafitto dalla mia lancia.. tornerai a capire che sei solo la mia volontà… San: signore? Che botta porca cacca! Vossignoria siete vivo?
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Atto secondo (Donna Chisciotta, Sancia Panza)
Don: di qua, di qua!
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San: ma no signora! Vi dico che di qui ci siamo già passati un sacco di volte.. ieri l’altro ieri.. guardi questo è l’albero che secondo me piangeva, questo invece è il cespuglio dove vi siete fermata a fare i vostri bisogni.. si sì! Don: vi sbagliate Sancia San: ma.. ma questo è il mio braccialetto! Che bello.. l’ho ritrovato! Don: benedetta fortuna! (ironica) Avete ritrovato il vostro “coso”! San: braccialetto signora, braccialetto. Questo fu di mia nonna, e forse della nonna di mia nonna.. la nonna nonna Don: bisnonna! San: ma che bis! Che razza di nome è bis? Vi pare che mia nonna potesse avere un nome così ridicolo?.. si chiamava Getulia Giannetta Giorgina.. si chiamava.. la chiamavamo la nonna delle 3g.. Don: ah beh.. appunto bis nonna Getulia, Giorgina, Giannetta.. San: no Giannetta Giorgina.. Don: si insomma.. bisnonna tre g! San: ah! Ho capito.. intendete dire il cognome.. beh.. quello non so, può darsi! Don: no Sancia! Bisnonna è il modo comune per chiamare la mamma di tua nonna! San: mi sono persa.. Don: ci siamo perse.. (fermandosi del tutto) comunque è semplice guardate San: che cosa la strada o la cosa? Don: la cosa cosa? San: se non lo sapete voi Don: oh miseria gialla! Allora: tutte le mamme delle nonne.. Sancia mi ascoltate? San: è proprio bello il mio braccialetto, scusatemi.. sì sì Don: allora dicevo.. tutte le mamme delle nonne si chiamano bisnonne San: ho capito, sì sì! Quindi mia nonna si chiamava bis, come la vostra? Don: Sancia? Siete peggio dell’ortica San: verde? Don: no.. irritante!!!! San: eh? Don: comunque, che si fa? San: mmm? Don: che si fa adesso? San: ed io che ne so? Saranno tre settimane che si rifinisce sempre qua
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Don: ma cosa dite Sancia! Sempre esagerata.. ma siete tutti così in famiglia? San: chi? Don: lasciamo perdere.. io direi che possiamo accamparci qui per stanotte, ci mettiamo qua, i cavalli li lasciamo tranquilli di qua.. San: il mio lo posso mettere di là? Don: perché? San: così.. Don: mai chiedere perché.. San: perché? Don: appunto.. si fate pure.. San: grazie! Don: questo posto è proprio carino, non trovate? San: carino carino.. sì sì Don: però? San: però? Don: ve l’ho chiesto io però, Sancia! San: sì avete ragione.. Don: va beh.. oggi siete incredibile, non capite nulla! Siete la mia prode scudiera stordita.. San: ma con chi parlate? Don: conoscete molti scudieri storditi da queste parti? San: no? Don: e quindi? San: ha ha ha ha! Carina questa.. (a se stessa) boh? Don: a volte mi stupisco di me stessa…va beh.. riproviamoci.. beh che si fa? San: non si era detto di accamparci qui? Don: brava Sancia! Ottima idea, a volte siete un po’ strana, ma vedete che quando vi ci mettete sapete il fatto vostro? San: che ho fatto? Don: avete fatto un’ottima scelta! San: io? Ma non ho scelto mica nulla.. a parte quella di mettere il cavallo di là Don: su su! Non fate la modesta, è giusto fermarsi per un po’ di riposo, temprare lo spirito è fondamentale quanto saper rilassare il corpo. Il nostro è un duro viaggio, ci servirà per affrontare il dì che sorgerà domani con l’alba, e con esso le nostre sfide! San: temperare che? Sono rimasta un po’ indietro.. Don: insomma Sancia, pulitevi le orecchie.. San: sarà fatto! (imbarazzo).. devo farlo ora?
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Don: ma cosa? San: mia signora.. siete splendida ma a volte siete un po’ lenta di condominio Don: come? San: vedete! Siete un po’ lenta di condominio.. non ve la prendete però Don: di comprendonio intendete? Eh sì.. a volte proprio.. ditemi mia prode inquilina di grattacielo San: guarda che il grattacielo non esiste Don: sì sì San: no dico.. non lo puoi dire.. Don: e perché? San: va beh..(pausa) signora
devo andare ora? È che io ho un
problema Don: se è per questo più d’uno San: no dico.. con voi.. Don: ditemi Sancia.. senza patemi San: sì.. sì.. senza che? Don: ditemi Sancia! San: è che io non capisco quando scherzate e quando no.. ma non voglio essere scorzese Don: scortese intendete? San: sì sì.. scorzese Don: io non scherzo mai.. o quasi.. no ve beh scherzo dai! Anche parecchio.. ma se si tiene conto che l’ironia è fonte di verità non scherzo mai.. però, però.. la verità esiste? San: scusate signora Don: Sancia questa dovrebbe essere una siesta, non un tormento San: va bene farò in un portento.. devo pulirmele ora le orecchie? Don: ma se dovete pulirvi le orecchie fatelo senza chiedermelo! Non sono mica una balia io San: una balia? Don: mmm San: sì sì.. una balia.. eh mica siete una balia! Io vado a pulirmi le orecchie! Don: uff.. oggi deve avere la luna storta! Non capisce nulla.. ed io ora mi sono dimenticata quello di cui stavo parlando! Ed era anche importante.. penso.. Sancia? Di che stavo parlando? San: non vi sento! Don: e dove siete andata a pulirvi le orecchie, in Guatemala? San: che?? Don: Sancia?!!
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San: è che ho le orecchie tappate Don: voi avete il cervello tappato San: come? Don: che bello però se qui ci fosse un prato, eh? San: sì sì.. che bello. Magari con una mucca grande Don: ??? San: mucca.. latte Don: Sancia San: latte, formaggio, bistecche, cibo.. cibo.. Don: insomma Sancia! Non potete pensare sempre al cibo! Contenetevi che diamine! San: ma il cibo è importante Don: no, è essenziale! Ma anche l’aria.. e non mi sembra di vedervi andare in giro come un fenicottero boccheggiante che sbava per un po’ d’aria (imitando il fenicottero) San: ma i fenicotteri boccheggiano così scusate? Don: sì sì! San: mah Don: vedete Sancia, è che voi siete una buona di spirito, che ha sempre lottato per sopravvivere San: sì sì Don: ma avete mai vissuto veramente? San: ehm.. non ho capito.. scusate! Avete ragione.. sono stupida ignorante e brutta! Ma illuminatevi voi mia regina! Don: ma quale regina e regina…(si distrae) San: signora? Don: si? San: illuminatevi vi prego Don: comunque al massimo devo illuminare voi! Dunque.. ma no.. Sancia San: …( piange ) Don: ma no! Amica.. non dovete piangere! San: sono troppo stupida.. Don: ma no San: sono ignorante.. Don: ignoranti lo siamo tutti San: ma io di più.. Don: ma no.. San: sono nanalfabeta Don: ma no non siete analfabeta San: nanalfabeta..
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Don: sì, non siete nanalfabeta! San: sono brutta! Don: oh insomma Sancia! Smettetela.. piagnucolate come una bambina! San: (singhiozza) Don: insomma! Perdindirindina! Come farete dico io a governare un’isola in codesta maniera! San: la mia isola!! Don: sì.. come farete a governarla se ad ogni ostacolo vi mettete a piangere? San: ma ma Don: ma ma ma! Guardatevi! Cosa direbbe di voi la vostra famiglia.. i vostri figli? San: Gigi Gino Giraffo? Don: anche loro con tre G? San: in onore della nonna.. Don: e poi come si chiama il terzo? San: Giraffo! Don: ma che nome è? San: è che è alto Don: okej ma non è un nome normale.. San: è che avevo finito i nomi con la G Don: santa pazienza San: e oh! Don: comunque.. cosa direbbero di voi? Che cosa fareste se foste sull’isola dico io? San: la mia isola.. non la voglio mica grande dico.. Don: ditemi San: sì la mia isola.. non la voglio mica grande.. Don: questo lo avete già detto San: sì sì.. io non chiedo mica tanto.. una piccola isoletta, una bella spiaggia infinita, un po’ di foresta, tanta roba da mangiare Don: e figuriamoci! Nient’altro? San: sì sì.. prati e un po’ di buon terreno fertile da poter coltivare e niente pioggia.. non mi piace la pioggia Don: nient’altro? San: si si.. i miei tre bimbi e il mio bestiame Don: parlate di quella secca gallina e quella mucca striminzita? San: sì sì Don: gran bel bestiame San: sì sì!
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Don: see.. va beh! Cara Sancia.. è giunto il momento che voi
vi
riscattiate dalle vostre debolezze.. San: ovvero? Don: vi affido una missione difficilissima e di estrema importanza.. San: davvero? Tutta a me? Don: si.. mi fido! San: son tutta vostra! Don: non ditemi così che mi destabilizzate.. San: che??? Don: niente.. niente.. abbiamo poche provviste, proprio poche.. anzi direi il nulla più totale! San: devo andare a prendere da mangiare?? Don: ve la sentite?? San : certo che me la sento ! Don: brava Sancia! Vi fa onore.. e poi è un ottimo modo per superare i proprio dubbi, le proprie perplessità.. bisogna sempre sfidare i propri limiti e andare oltre le proprie colonne d’Ercole.. è la che si nasconde il vero coraggio! Essere se stessi oltre i propri limiti! San: (piange) Don: ma perché piangete ora? San: è che parlate così bene! Siete così buona con me.. mi insegnate tutto.. Don: santa pazienza! San: si si! Santa pazienza avete! Don: ma non vi avevo appena detto di non piangere ogni minuto? San: avete ragione! Vado e torno! Don: brava! E tornate vincitrice.. (a se stessa) altrimenti qui si digiuna! San: non temete vostro onore! Don: vostro onore? Chissà che fine avrei fatto se avessi seguito quella strada.. in fondo il tempo sui libri l’ho passato comunque.. ma è il mondo attuale il problema… non il modo in cui lo combatti. E per combatterlo sul serio bisogna andargli contro in pieno.. senza appartenervi se non per le cose essenziali.. come vivere.. respirare..
convivere
con
gli
altri..
suddividere
i
beni,
commerciare… bere.. mangiare.. San: mangiare! Cibo.. cibo! Don: ma che schifo Sancia! Perdindirindina! E poi che ci fate ancora qui? San: è che io?.. dove devo andare? Don: qui.. nei dintorni.. San: mmm
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Don: a cercare del cibo… San: ah! ho capito Don: speriamo! San: vado Don: Sancia? Dove andate senza borsa? Come la prendete la roba? San: vero sì sì! Vado! Don: Andate andate! Io intanto mi cambio per la cena! San: okej!!!!! Don: oh! Finalmente un po’ di pace! Finalmente ho tempo di ragionare con qualcuno che sappia quello di cui sto parlando.. (iniziando un monologo con se stessa) dimmi tutto.. prima la Sancia involontariamente mi ha fatto scaturire un pensiero.. quale? Riguarda il mio passato.. ti ricordi di quando litigai con miei genitori per il discorso della scuola da frequentare.. loro volevano mandarmi a studiare da un professore, un economista.. ed io che volevo andare a fare la ballerina, studiare nel corpo di ballo del paese, magari imparare tutti i balli.. per sapermi muovere come il vento.. si mi ricordo.. questo non lo dicevi ancora, sii sincera almeno con me.. hai ragione, ma lo sentivo.. forse non avevo le parole.. ma ti ricordi? Da quel momento io rimasi segnata.. mi distaccai da mia madre e da mio padre.. ma non per odio, no. Per incomprensione, volevo cambiare il mondo.. fare quello che volevo, quello per cui sentivo di esser nata, e volevo farlo da sola.. come cambiano i tempi vero? E soprattutto le idee.. perché ora sei un eroe.. e non vorresti più fare la ballerina.. si è vero.. la ballerina non ero nemmeno capace di farla.. sono un piccolo tronco di legno.. ma è bello sapere che avevo degli altri sogni, delle altre passioni.. ed è bello pensare anche che ogni tanto sia capace di ricordarmene.. gli eroi sono capaci di ricordare il passato? Sinceramente non lo so.. ma gli eroi sono persone normali, quindi il passato lo hanno.. Si! Ti ricordi quando mi mettevo i vestiti e di fronte allo specchio immaginavo di essere chiunque.. i miei personaggi preferiti erano quelli che ballavano, cantavano e recitavano! In questo poco è cambiato, sei ancora una bimba sognante! Dici? Si, dico. Ma oggi sono cresciuta, lotto contro i nemici del tempo, per migliorare questo mondo, per migliorare la vita.. la vita di chi? Non certo la tua! Si perché? È vero.. lo faccio anche per il mio principe Dulcineo! Oh mio Dulcineo.. se solo fossi qui con me.. se solo potessi vedere cosa sto facendo per noi.. per valere almeno il tuo sguardo su di me.. ma un giorno lo avrò tutto per me il tuo sguardo.. non ricadrò nell’errore di essere nessuno..
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tu non sei nessuno, sei Donna Chisciotta. Si.. l’eterna ballerina sui fili della vita.. e continuerò a ballare, per cercare di muovere i sentimenti, per cercare di insorgere nelle convenzioni, nelle abitudini, nelle ingiustizie.. nella gente banale.. a costo di inventarsi un ruolo in questo destino, troverò lo spazio per gridare il mio nome al cielo.. lo griderai.. ma non grazie al destino.. ma solo grazie a te.. o magari di cantarlo.. Ballarlo.. sì.. ballarlo… I wanna be loved by you, just you, nobody else but you.. I wanna be loved by you.. dupipdidupididupidida dudududdupidu! San: pam! Don: ahhhhhhhhhh! Sancia San: ahhhhhhhhhhhhh! Donna Chisciotta Don: ma vi pare il caso di arrivare così da dietro? Senza avvertire? San: devo anche avvertire? Don: cosa avete visto? San: cosa ho visto? Don: ma la smettete di ripetere sempre quello che dico io! San: va bene la smetto di ripetere sempre quello che… Don: Sancia! San: ho visto che stavate parlando.. soliti consigli di strategia? Don: sì.. qualcosa del genere! San: novità dal fronte? Don: ma quale fronte Sancia, non siamo mica in guerra! San: ah no? Don: beh.. non siamo ancora in trincea.. ci accontentiamo di questo appostamento e di questa pausa.. che ne dite?? San: sì sì Don: e che ne dite di mangiarci quello che avete trovato? San: ehm… dobbiamo proprio? Don: Sancia.. vi sentite bene? Mi spaventate San: è che c’è rimasta una sola mela Don: come una mela? San: sì..sì sì Don: e spiegatemi una cosa Sancia San: sìììì?? Don: come mai.. è rimasta? San: ehm… Don: non ditemi che vi siete mangiata le altre cose che avete trovato! San: io, no?? Don: allora come mai me la cedete così volentieri? San: generosità?
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Don: brutta mucca senza cervello vi siete mangiata la nostra cena!!! San: no! Non sono stata io! E colpa del tempo Don: se mi date una scusa decente questa volta non vi strozzo Sancia.. ma avete una sola possibilità!! San: mmm.. il tempo.. perché se fosse stato prima io non avrei avuto fame, o meglio non così tanta.. e non vi avrei lasciata senza Don: cosa vi siete mangiata? San: allora.. c’erano i lampioni.. buonissimi.. fragole di bosco, dei frutti strani, fichi.. tanti fichi Don: mmm San: ehm.. no! fichi no! Va beh.. visto che avete fame vi cedo volentieri la metà della mia mela.. Don: ma quella è la mia di mela San: si, ma se volete posso darvi anche la metà della mia.. Don: perché ne avete un’altra? San: ehm.. no.. no no.. se l’avessi avuta ve la darei volentieri! Don: mangiamo questa mela Sancia.. e non pensiamoci più San: sante parole padrona Don: see padrona.. magari fossi la vostra padrona! San: no guardate.. la mia padrona è una tale, si può dire bagascia? Don: direi di no San: vacca? Don: nemmeno San: pu Don: non ci pensate nemmeno San: str? Don: noo! San: neanche strega? Don: io pensavo voleste dire stro.. San: io? No!!! Comunque.. quella stronza della mia padrona Don: ma Sancia! San: uppss.. siete stata voi a farmelo dire! Don: andate avanti San: quella.. quella lì, mi vuole portare via anche il mio terreno.. con tutto il mio bestiame, come se non ne avesse abbastanza lei di bestiame Don: su su! Io non vorrei mai essere la vostra padrona! Non lo vorrei proprio…. Ma non per voi! Perché io odio chi mi dà gli ordini.. i suggerimenti, i consigli li adoro.. Ma odio le imposizioni.. San: anche io! Don: ve l’ho mai raccontata la volta in cui mi volevo tagliare i capelli?
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San: no Don: vi va? San: sì sì.. mi piace parlare a tavola Don: una tavola imbandita! San: sì sì.. e dove la mettiamo la banca? Don: la banca? San: scusate con i banditi ci vuole una banca no? Don: no, la tavola imbandita San: la tavola? Don: stavolta non ce la faccio a spiegarvelo.. uso le mie ultime energie per raccontarvi la mia storia dopo di che mi dedicherò ai sogni e al mio libero amore.. San: okej! Don: voi sapete quanto io odiassi quel tipo di metodi aristocratici inutili che professavano pulizia, ordine disciplina.. San: ma se avete un baule in ordine completo! Se vi tocco qualcosa mi gridate dietro per un’ora Don: ma perché quelle sono cose mie San: ah.. (a se stessa) boh Don: comunque.. I miei genitori erano di poche parole, ma sapevano farsi capire.. un giorno volevo tagliarmi i capelli.. corti come un maschiaccio.. così.. perché avevo visto una ragazza che mi piaceva con quei capelli.. la seguii per vicoli cercando di sapere come mai avesse quei capelli così corti! Ma poi non ebbi mai il coraggio! San: e quindi? Don: e quindi andai a casa.. e ne parlai con i miei genitori, e loro mi rinchiusero per tre giorni in casa.. e così me li tagliai da sola con le forbici di camera mia! San: una ribelle eh? Don: no.. è che quei capelli corti mi piacevano.. perché non potevo avere una cosa che mi piaceva? San: perché non si può ottenere tutto ciò che si vuole Don: non è assolutamente vero.. l’unica cosa che ci impedisce di espletare le nostre volontà sono le volontà degli altri.. con la quale dobbiamo convivere San: destino infame eh? Se aveste avuto dei genitori più morbidi magari ora avreste i vostro capelli corti Don: ma io me li tagliai lo stesso.. San: e i vostri genitori cosa fecero? Don: non dissero niente.. ma i loro occhi parlavano
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San: e cosa dicevano? Don: i loro occhi non li dimenticherò mai.. ormai era come se non fossi più la loro figlia! Non portavo i capelli lunghi e questo faceva di me una peccatrice San: wow! Qual è il peccato più grande che abbiate mai commesso? Don: essere me stessa, senza esserlo veramente San: eh? Don: non saprei San: io invece.. Don: avete mangiato una scorta intera per l’inverno? San: no.. quello lo faccio sempre! Sapeste mio marito! comunque ho rubato! Davvero.. sono una ladra.. Don: ah sì.. che cosa ? San : un braccialetto! Ero piccolina e mi piaceva tanto! Don: non si ruba Sancia! San: sì lo so! Ma mi piaceva! Ero piccola.. e non potevo permettermi un braccialetto tutto mio.. così lo rubai! Era quello di mia nonna! Non se n’è mai accorta! E diceva che ci teneva tanto! Don: sarà perché era arteriosclerotica? San: boh.. non era mica ricca! Ma era stupenda lei.. e quel braccialetto mi ricorda come era lei.. e come forse vorrei essere io! Comunque non era artistiocratica Don: arist.. va beh.. lasciamo perdere! Ho troppo sonno! San: non volete stare a sentire la mia storia? Don: sì! San: allora! In casa mia si viveva nel casino più totale, rumore a cena, rumore a pranzo, gente che dormiva, gente che russava, gente che ruttava, anzi facevano proprio le gare di rutti… mi ricordo che una volta vinsi io… ehm.. questa però è un’altra storia! Insomma.. mentre c’era tutto questo bordello.. Don: Sancia tesoro.. mi massaggereste un po’ la schiena? Dopo se volete ve la massaggio io! Ve ne prego! Ho un male tremendo da questa mattina.. sarà il tempo San: sì sì! Volentieri signora! Don: grazie Sancia! Siete un tesoro! (la Sancia si mette a massaggiarla) San: vede.. io ero contenta di tutto quel via vai di gente e di quel frastuono a tavola.. ma avevo bisogno di un po’ di pace.. così quando quel frastuono era troppo.. prendevo il mio braccialetto e andavo sul tetto a guardare le stelle.. era bello bello! Don: immagino!
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San: mi manca il mio tetto.. lassù potevo essere chiunque.. e quel braccialetto mi faceva essere ricca.. insomma.. nonna non era ricca ma era bella tosta! Tirava certe sventole quando sbagliavi.. Don: quindi vedete che c’entra l’aristocrazia? San: l’astotocrazia non c’entra! Il mio era essere ricca! Don: appunto! Va beh.. con un braccialetto? San: sì sì Don: capisco.. forse era un qualcosa che non potevate avere.. ed averlo vi faceva sentire potente San: boh.. mi piaceva! So solo questo Don: sto cercando di capire la natura di quelle vostre pause da sola! San: sì, mi piaceva stare in mezzo alla natura Don: no.. dicevo la natura.. la causa, il perché! San: perché? Don: cosa perché? San: lo avete detto voi mica io! Don: ricordarsi: mai chiedere perché!! (a se stessa) E si che ormai lo dovresti sapere!! Andate avanti Sancia! Finite la vostra storia! San: sì sì! Allora.. mi mettevo sul tetto e guardavo le stelle.. e facevo finta di essere non so.. la regina del castello! Una bellissima principessa d’oro Don: ehm.. principessa d’oro? San: sì sì! Don: per.. perdindirindina! San: cosa? Don: nulla! Era una esclamazione di stupore! San: che nazione è l’Escla? Ah ha! È dove vivono gli esclimesi?! Don: andate avanti Sancia! San: dov’ero? Ah si!.. una volta mi ricordo che mentre ero al ballo.. Don: ma non eri sul tetto? San: sì.. ma stavo immaginando di essere al ballo! Don: ah! San: insomma, cominciai a ballare sul tetto! Stavo ballando bene bene, fino a quando non scivolai e caddi! Mi feci tutto il tetto col culo! Un male! Don: perdindirindina! Sancia! Ma non potete parlare un po’ meglio!? San: non si è capito quello che ho detto? Don: fin troppo bene! San: ah.. Don: grazie comunque.. (le tocca le mani) per il massaggio intendo.. San: prego!
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Don: insomma che faceste? San: caddei dal tetto.. ma caddei su quello che poi alla fine divenne mio marito! Mi salvò la vita! Se fossi caduta per terra chissà che fine avrei fatto! Don: che fortuna San: sì sì.. due botte di cu.. (la donna le tira un calcio) ahi!! Don: Oh scusa.. un riflesso involontario! (sdraiandosi) San: vi mettete a dormire signora? Don: sì voi? San: io rimango un po’ sveglia! (la donna Chisciotta ride) Don: okej! Ma.. qual è la morale di questa storia? San: boh.. nessuna morale.. ho solo spaccato la schiena al mio futuro marito.. ma non lo sapevo ancora.. altrimenti non gliela avrei mica spaccata! Anche se comunque non l’ho fatta apposta Don: sì.. ma cosa c’entra con l’essere ballerina? San: boh.. magari quando sarò sulla mia isola, troverò il tempo per ballare come volevo fare quella sera, o forse mi basterebbe tirare le sventole come mia nonna! Visto che ora il braccialetto ce l’ho io! Don: povero marito allora! San: come dite? Don: nulla, buonanotte San: ‘notte signora! E che dormite bene.. Don: dormiate…. Dorm.. ronf San : era proprio stanca eh! Mah.. chissà come mai! Io non sono mica stanca! È vero che dormo tutto il giorno.. però Don: ronf… San: (sistemando le cose, vede l’armatura e le armi della donna Chisciotta e le prova) alla faccia del dormire! Comunque.. chissà se mi entrano questi cosi! In fondo sono sicura che con un’attrezzatura del genere sarei capace anche io di distruggere i nemici! No no.. distruggere.. ehm.. ammazzare i nemici e distruggere.. cos’è che distruggiamo noi? Boh.. ammazzare e distruggere! Ammazzare e distruggere? Che schifo.. Ma mica lo facciamo noi? Boh..! Però sono sicura che ne sarei capace anche io.. sì sì! Ecco! Guarda qua! Mi calza a pennello! E vai! Tu!! Si dico a te!! Dico a te! Guarda qua! Stai parlando con la tua regina!! E tu marrano! Prenditi questa! E questa!! E questa! Così impari a violentare la mie mucche!! Mamma mia come pesa sta roba però! Ci credo che ha il mal di testa.. no non il mal di testa.. il mal di schiena! Sì sì! E tu!!! Tu fermati! Fermati!! Lo sai chi sono io?? Io sono la Sancia Pancia della Mancia! Fa pure rima!!!!!! Anzi.. se ce
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ne sono tre si chiama trima?? Va beh lo chiederò domani alla Signora! Tu! Tu!! Dico! Hai mai visto niente di più bello e… e.. forte? Si si.. forte forte! No no! Io no!! Vi prego perdonatemi! No! Non meritate il mio perdono! Sconterete le vostre pene all’inferno!!! (prende la rincorsa, però inciampa, cade e rompe l’arma) ops.. Don: (si sveglia) che è successo? Chi è stato? San: non è successo nulla padrona, tornate a dormire! Don: (con ancora addosso i paraocchi) chi siete voi? Siete il male eh? Volete che io torni a dormire per potermi colpire alle spalle eh? Non avete nemmeno il coraggio di farvi vedere!! Dove siete marrano! Fatevi vedere! San: no no.. Don: avete paura ora eh? Ma io non ne ho! Sancia!!! San: sì sì! Sono io! Sono qui! Don: dove siete? San: sono qui! Don: Sancia vi sento ma non vi vedo! San: avete il paraocchi signora! Don: ops.. (si toglie il paraocchi) Sancia! Dove diavolo eravate ? San: ero.. ero.. perché? Don: ma come perché.. non avete sentito? San: cosa? Don: no chi! San: chi? Don: il nemico! È qui! San: il nemico! Don: il nemico! San: il nemico! Don: il nemico! San: il nemico! Don: il nemico! San: il ne.. Don: penso che abbiano capito San: sì direi di sì! Don: il nemico!!.. San: il nemico!!.. tanto per ribadirlo.. Don: è qui! È vicino! Lo dobbiamo trovare.. lo dobbiamo fronteggiare.. ora! San: dobbiamo? Don: non fate la fifona Sancia! Piuttosto.. prendetemi la mia roba!
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San: quale roba! Don: l’armatura, le armi! San: ehm.. l’armatura.. quale armatura!? Don: quella che mi serve per proteggermi Sancia.. una di quelle cose simili a quelle avete addosso voi.. Sancia! Come mai avete addosso la mia roba? San: la vostra roba? Ah… questa armatura intendete! Don: e quale altra sennò! San: no no! Questa questa.. è che.. ho sentito anche io le voci e ve la stavo portando! Don: e per portarla dovevate anche indossarla? San: non volevo che si rovinasse Don: mah.. Sancia.. non vi chiedo il perché.. tanto è inutile giusto? San: giusto! Fiuu!! Don: aiutatemi ad indossarla! Mi voleva colpire nel sonno capite! La voce era distante.. non ho capito bene chi fosse! San: che marrano! Si è nascosto eh? Quindi non avete visto chi era? Don: aveva una voce stranamente femminile.. ma non so.. era anche abbastanza distante! San: io non l’ho visto mi dispiace.. ero andata un attimo a .. di là! Don: non preoccupatevi Sancia.. la/lo troveremo! San: sì sì! Mi fido di voi! Don: avete finito? San: sì sì! Siete pronta! Don: finalmente abbiamo un’altra occasione per far valere la giustizia e la libertà.. (pausa) dobbiamo riuscirci.. (pausa) e la troveremo, la cercheremo per mari e monti.. non possiamo farcela scappare! Non ci scapperai sorte! San: da dove cominciamo Don: tu guarda a destra.. io a sinistra San: sì sì Don: a destra Sancia, dall’altra parte! San: ah.. sì sì! Scusi! (le due si muovono e si spostano una verso destra e l’altra verso sinistra per poi tornare indietro sui propri passi) Don: dove sei sventura? San: dove sei sventura? Don: dove ti nascondi? San: dove ti nascondi? Don: io ti troverò.. San: io ti troverò.. Don: Sancia
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San: Sancia! Don: no dico a voi Sancia! San: no dico a voi Sancia! Don: no! Sancia dico a v.. San: ahhhhh! Porca cacca! Don: oh perdindirindina! San: scusate.. mi avete fatto prendere un coccolone! Don: Sancia.. San: io non mi ero accorta che foste dietro di me Don: Sancia.. San: spero che non vi siate fatta nulla! Ma anche voi, porca cacca! Don: Sancia.. chetatevi! Ho visto il nemico! San: co.. come il nemico? Don: sì San: ma allora c’è davvero! Don: guardate! E sempre stato alle nostre spalle! San: dove! Don: qui, qui dietro! San: siete sicura? Don: sì.. è un gigante! San: io vedo solo un mulino a vento Don: non dite sciocchezze.. se avete paura mettetevi dietro quel masso.. mettetevi i paraocchi.. io non posso stare qui ancora a guardare San: ma è sempre lo stesso mulino signora! Don: andate a nascondervi ho detto! Ma se non mi credete.. andategli vicino.. c’è una ruota come perno delle sue braccia.. quello che dovete fare è girare.. è il suo cuore.. è il nostro destino.. San: ma perché devo girare il perno delle sue pale? Don: non è un mulino Sancia! San: va bene! Ma perché devo girargli il cuore Don: perché è lì che le persone vanno ferite.. ed è nel nostro destino ferire il nemico San: ah.. ehm.. eh? Don: andate! San: ma io.. Don: siete pronta Sancia? San: pronta prontissima.. ma a fare che? Don: sono pronta anche io! Questo è il nostro momento.. queste sono le nostre colonne d’Ercole.. superiamoci! Siete pronta a guadagnarvi l’isola? San: sì! (la Sancia gira la ruota)
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Don: bene! Girate! Ora sono pronta anch’io! La mia isola chiamata libertà.. dove in amore potrò vivere la vita.. come l’ho sempre sognata.. non sarà il primo né l’ultimo ostacolo.. ma solo un altro passo verso il paradiso! San: ma io non voglio morire! Don: non morirete Sancia! Ma dovete essere pronta ad ogni evenienza! A che serve vivere in questa maniera! San: ma che dite? Don: Sancia.. io sono Donna Chisciotta della Mancia.. niente mi spaventa.. la morte mi fa ridere, io che sfido questo mondo, dove un tramonto significa tempo e non sentimento, questo mondo dove un sole significa caldo e non sorriso, dove una rondine non fa più primavera ma nidi, escrementi e rumore. In questo mondo dove correre significa andare, dove non esiste più il camminare, in questo mondo dove l’essere soli è impossibile, in questo mondo dove l’essere soli significa fine, in questo mondo dove il filo della vita si tesse per il futuro e non per il presente! In questa vita dove un ballo rimane un ricordo e non un sogno.. io.. io mi scaglio contro di te.. mio nemico, mio illustre nemico.. ti temo ma ti domerò.. mi regalerò l’infinito sconfiggendoti per sempre.. io sono nessuno.. io super eroe! San: signora Don: noi super eroi San: sì sì Don: ho fatto molto.. ci ho provato, ci sto provando in ogni modo a cercare la libertà, ho perfino mentito.. io che l’unica cosa che so è che sto sanguinando.. in questo mondo, dove i veri supereroi vengono al banchetto degli déi cercando di assaggiare quel fulmine non ancora defunto, come bestie assetate, io assetata di giustizia.. io ci provo.. ti sfido.. sfido te mio destino.. San: non lo fate Don: non mi vedrai mai strisciare come gli altri.. così inutilmente come gli altri vermi sulla faccia del pianeta, perduti nel tempo, nello spazio e nel significato.. io cammino lungo il mio filo.. anzi ballo.. e tu puoi decidere se guardarmi, seguirmi, o fermarmi.. fermami se ci riesci, fermami! Io Donna Chisciotta! Io ti sfido.. mostro dei miei pensieri…
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Epilogo (Don Quijote, Sancho Panza, Donna Chisciotta, Sancia Panza)
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Il terzo atto prevede una sovrapposizione di immagini fotografiche e di pose degli attori in scena, in modo da ottenere una sovrapposizione dei ricordi e del pensiero reale del momento. Le immagini mostreranno l’incontro casuale delle due coppie di avventurieri, che si incontreranno per una ben non precisata ragione proprio nello steso posto dove è avvenuta la scena sia del primo che del secondo atto. Le diapositive vengono proiettate sulla sagoma dell’albero, mentre una singola luce illumina le pose mimiche degli attori che si susseguono. L’incontro si svolge in maniera ironica senza dare una fine precisa ed uno scopo preciso all’incontro, ma solo l’esplicazione di un incontro di due destini, di due volontà.
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