Università degli Studi di Cagliari
Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Neurologiche
Prof Giuseppe Mercuro Struttura di Cardiologia Policlinico Universitario, blocco M, piano 3° Tel 070 51096414 e-mail
Fax 070 51096413
[email protected]
www.pacs.unica/cardio
Principali cause di morte negli Stati Uniti 600
Uomini
Donne
Mortalità (in migliaia)
500 A B C D E F
400 300
Malattie cardiovascolari Tumori Incidenti Malattie croniche delle basse vie respiratorie Diabete Mellito Influenza, Polmonite
200 100 0 A
B
C
D
E
A
B
D
E
F
Heart and Stroke Statistical Update, Dallas, Tex. American Heart Association, 2002
Dati di Mortalità: Unione Europea Malattie del sistema respiratorio 6%
Malattie del sistema cardiocircolatorio 43%
Cancro 26%
Altre cause 20% Suicidi ed incidenti 5%
Trend di mortalità CV per uomini e donne 520 500 480 Deaths in thousands
460 440 420 20 0
1979
81
*United States: 1979-1996 mortality.
83
85
87 Years Males
89
91
93
95 1996
Females
AHA. 1999 Heart and Stroke Statistical Update; 1998.
L’impatto delle MCV nel futuro
Previsione di aumento globale per le prossime decadi, nonostante i progressi di prevenzione e terapia
1
2
modificazione dello stile di vita prolungamento della vita media
Clinicamente silente
Clinicamente silente o sintomatica
Crescita sostenuta da accumulo lipidico Dalla I decade
Lesione iniziale
CMF collagene
Dalla III decade
Stria lipidica
Lesione intermedia
Ateroma
Trombosi, ematoma
Dalla IV decade
Fibroateroma
EVOLUZIONE DELL’ATEROSCLEROSI
Lesione complicata
Fattori di rischio per la cardiopatia ischemica
• Condizioni individuali o ambientali che
accrescono significativamente lo sviluppo della malattia aterosclerotica
• Gli interventi che correggono i fattori di rischio
riducono la probabilità di cardiopatia ischemica
• L’aggregazione di 2 o più fattori di rischio
produce un effetto moltiplicativo sul rischio globale
I fattori di rischio non modificabili
FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI
FATTORI DI RISCHIO PARZIALMENTE MODIFICABILI
FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI
Età
Ipertensione arteriosa
Fumo di sigarette
Sesso
Diabete Mellito
Abuso di alcool
Fattori genetici e predisposizione familiare
Ipercolesterolemia Basso colesterolo HDL
Dieta ricca di grassi saturi, ipercalorica
Storia personale di malattie cardiovascolari
Obesità
Inattività Fisica
Età La frequenza della malattia coronarica aumenta progressivamente con l’età in entrambi i sessi, anche in assenza di altri fattori di rischio L’incremento diventa significativo dopo i 60 anni Gli uomini si ammalano di coronaropatia aterosclerotica circa 10 anni prima delle donne L’età media in cui compare il primo attacco di cuore è 65.8 anni per gli uomini e 70.4 anni per le donne.
Prevalenza della cardiopatia ischemica nella popolazione generale, in base all’età e al sesso Percentuale della popolazione
20,0
Uomini
Donne
15,0
10,0
5,0
0,0 25-44
45-54
55-64
65-74
75+
Heart and Stroke Statistical Update, Dallas, Tex. American Heart Association, 2002)
Sesso Le malattie cardiovascolari sono più frequenti nell’uomo rispetto alla donna in età fertile (protezione esercitata dagli estrogeni). In menopausa la differenza si annulla In menopausa nella donna diventa maggiore l’espressività di fattori di rischio quali l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, il diabete o la ridotta tolleranza ai carboidrati e l’obesità
Donne
Uomini
35 30 in % (dati del 1988)
Mortalità per cardiopatia ischemica
Mortalità per cardiopatia ischemica nella popolazione generale, in base all’età e al sesso
25 20 15 10 5 0 0 10
94
90
84
80
4 -7 70
64
60
54
50
4 -4 40
34
30
Età (anni)
Cause di morte nella donna Mortality Rate per 100,000
6500
CAD Stroke Lung cancer Breast cancer Colon cancer Endometrial cancer
4500 2500 1600 1200 800 400 0 45-49
50-54
55-59
60-64
65-69
70-74
75-79
80-84
85+
Age National Center for Health Statistics. Vital Statistics of the United States. Vol II-Mortality; Part A; 1992. National Cancer Institute. SEER Cancer Statistics Review 1973-1993; 1997.
Predisposizione familiare Il verificarsi di episodi di cardiopatia ischemica precoce
(prima dei 55 anni per gli uomini e prima dei 65 anni per le donne) tra i familiari consanguinei si associa ad un rischio incrementale (indipendente dai fattori di rischio)
Il rischio è influenzato dalla precocità dell’evento, dal vincolo
di parentela (la malattia in uno dei genitori conferisce un rischio maggiore) e dal numero di parenti colpiti dalla malattia coronarica
Incidenza di cardiopatia ischemica in gruppi di giapponesi residenti in diverse parti del mondo
GIAPPONE Incidenza di cardiopatia ischemica
25.4
HAWAII 34.7
SAN FRANCISCO 44.6
(per 1000)
Worth. Am J Epidemiol 1975
Fattori di rischio non modificabili
Tenere nella dovuta considerazione i Fattori di Rischio non modificabili è comunque molto importante in quanto può motivare il paziente e il medico a intervenire più energicamente sugli altri fattori di rischio modificabili
I fattori di rischio modificabili
FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI
FATTORI DI RISCHIO PARZIALMENTE MODIFICABILI
FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI
Fumo di sigarette
Ipertensione arteriosa
Età
Abuso di alcool
Diabete Mellito
Sesso
Dieta ricca di grassi saturi, ipercalorica
Ipercolesterolemia Basso colesterolo HDL
Fattori genetici e predisposizione familiare
Inattività Fisica
Obesità
Storia personale di malattie cardiovascolari
Fumo di sigaretta Miscela eterogenea di oltre 4000 sostanze gassose e corpuscolari, originate dal processo di combustione delle foglie di tabacco Le più dannose per l’organismo:
Nicotina (responsabile della dipendenza) Monossido di Carbonio Sostanze irritanti e ossidanti Benzopirene e altre sostanze cancerogene.
Effetti Fisiopatologici del Fumo 1 - Simpaticomimetici
PAS
++
PAD
++
FC
++
Gittata cardiaca ++ Flusso periferico - Aggregazione piastrinica ++
2 - Pro-trombotici
Ematocrito ++ Fibrinogeno ++ Viscosità ematica ++ Colesterolo Totale +
3 – Aterogenici
Colesterolo LDL + Colesterolo HDL Ac. Grassi liberi + Funzione endoteliale - -
“Se il tabacco fosse un nuovo
“ Se il tabacco fosse un nuovo prodotto da lanciare sul mercato
prodotto da lanciare non non risponderebbe alle norme di risponderebbe sicurezza di nessun Paese” alle norme di sicurezza di nessun paese”
Trends in smoking prevalence in Italy 60
54,2 50
% smokers
45,6 40,8
40
34 30 20
16,7
31,1
17,7
37,1
28,6 17,3
34,1
33,9
34,9
33,1
32,2
26,9
25,1
25,3
26,1
25
24,5
17,4
16,7
17,2
17,9
17,3
17,3
10 0 1980
1983
1986
1991
1994
1995
1996
1997
1998
calendar year total
males
females
Dati ISTAT Gp empowerment project
Smoking prevalence by sex and educational level -ISTAT 1998 40
36,5
35
33
31,8
31,5
% smokers
30
females 23,7
25 20,9
20 15
males
18,2 14,5
10 5 0 prim ary
m iddle
high
educational level
- Gp empowerment project -
university
RISCHIO RELATIVO (NON ESPOSTO =1) Cancro del polmone Cancro vie aeree superiori Cancro vescica e vie urinarie Cancro pancreas Cancro esofago Cancro rene Cardiopatia ischemica Aneurisma aorta Ischemia cerebrale Arteriopatie periferiche Ulcera gastroduodenale Morbo di Crohn BPCO
17,15 15 2,7 2,2 10 2,2 1,85 4,35 2 2 3,75 2,1 10,1
Fumo di sigaretta L’effetto del fumo è sinergico con gli altri fattori di rischio, in particolare ipercolesterolemia, ipertensione e diabete mellito Il danno è tanto più grave quanto più alto è il numero delle sigarette fumate e quanto più giovane è l’età di inizio dell’abitudine tabagica
Smettere di fumare Riduzione dell’incidenza di cardiopatia ischemica In un soggetto di 35 anni che smette di fumare: l’aspettativa di vita aumenta di 3-5 anni il rischio si riduce dopo un anno di astensione dal fumo dopo 20 anni diventa simile a quello di un soggetto che non ha mai fumato
I fattori di rischio parzialmente modificabili
FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI
FATTORI DI RISCHIO PARZIALMENTE MODIFICABILI
FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI
Fumo di sigarette
Ipertensione arteriosa
Età
Abuso di alcool
Diabete Mellito
Sesso
Dieta ricca di grassi saturi, ipercalorica
Ipercolesterolemia Basso colesterolo HDL
Fattori genetici e predisposizione familiare
Inattività Fisica
Obesità
Storia personale di malattie cardiovascolari
Mortalità per cardiopatia ischemica: dipendenza dal sesso e dal diabete mellito 8 Nondiabetic Men Nondiabetic women Diabetic Men Diabetic women
-log(-log survival)
7 6 5 4 3 2 1 1
3
5
7
9
Follow-up Barrett-Connor EL et al JAMA 1991;265:627
11
13
15
yrs
La Sindrome Metabolica: teoria unitaria e target di terapia Identificazione clinica
–
Obesità addominale ↑ trigliceridi ↓ low HDL
– – – –
↑ pressione arteriosa Glicemia a digiuno Iperinsulinemia LDL (piccole e dense) Difetti della coagulazione (↑ PAI1)
Uomo > 102 cm Donna > 88 cm ≥ 150 mg/dl Uomo < 40 mg/dl Donna < 50 mg/dl ≥ 130/85 mm Hg ≥ 110 mg/dl
Colesterolo COLESTEROLO
RISCHIO CORONAROPATIA
N = 361.662 uomini Follow-up = 6 anni 10 (per 1000)
Mortalità per cardiopatia ischemica
14
6
2
100
150
200
250
300
mg/dL
Colesterolo sierico
Figura 6. Relazione tra livelli ematici di colesterolo e mortalità per cardiopatia ischemica (studio MRFIT). (da: Stamler J, JAMA 1986).
(per 1000)
Mortalità per cardiopatia ischemica
700 FINLANDIA
600 IRLANDA
500 400
USA CANADA
NUOVA ZELANDA AUSTRALIA UNGHERIA DANIMARCA
SVEZIA
GERMANIA OVEST
300
ISRAELE
BELGIO
POLONIA
SVIZZERA
200
ITALIA
IUGOSLAVIA FRANCIA
100 0
INGHILTERRA
GIAPPONE
180
200
220
240
260
280
Colesterolo sierico
Figura 7. Relazione tra livelli ematici di colesterolo e mortalità per cardiopatia ischemica in 19 Paesi.(da :Simons LA, Am J Cardiol 1986).
Colesterolo Proteine Colesterolo
LIPOPROTEINE LDL Attraversano la parete arteriosa e si accumulano nella placca aterosclerotica
COLESTEROLO CATTIVO
HDL Contribuiscono a rimuovere il colesterolo dalla placca aterosclerotica ed hanno un’azione protettiva
COLESTEROLO BUONO
Colesterolo COLESTEROLO LDL
COLESTEROLO HDL
Valori plasmatici devono essere inferiori a 130 mg/dl
Valori plasmatici devono essere superiori a 40 mg/dl nell’uomo superiori a 50 mg(dl nella donna
Come ridurre il colesterolo Modificare le abitudini alimentari: eliminare o almeno
limitare i cibi ricchi di colesterolo (uova, latte intero, carne, formaggi) e l’assunzione di alcool Praticare regolarmente attività fisica aerobica: permette
di incrementare i livelli di colesterolo HDL, ridurre il sovrappeso ed i livelli di colesterolo LDL Trattamento farmacologico: se le misure precedenti non
sono soddisfacenti nel ridurre la concentrazione di colesterolo LDL ai valori desiderati, in particolare se il rischio globale d’infarto è elevato
300 250
c-LDL (mg/dl)
200 150 100
95 >1
Incidenza (per 1000 in 6 anni)
Trigliceridi elevati aumentano il rischio di CHD in associazione con c-LDL
<150
150-199
Trigliceridi (mg/dl)
200-400
35 <1
0
4 15 513
5 19 515
50
PROCAM, 4263 uomini (40-65 anni), 177 eventi
Definizione
BMI (Kg/m ) 2
Classe di obesità
Rischio relativo * Circonferenza vita
Uomini ≤ 102 cm Donne ≤ 88 cm
Sottopeso
< 18.5
Normopeso
18.5 – 24.9
Sovrappeso
25 – 29.9
Obesità
> 102 cm > 88 cm
aumentato
30 – 34.9
I
35 – 39.9
II
≥ 40
II
* Willett WC. J Am Med Assoc 1995;273:461 Rexrode KM. J Am Med Assoc 1998;280:1843
aumentato
alto
alto
molto alto
molto alto
molto alto
estremamente estremamente alto alto
Inattività fisica e obesità
L’eccesso di peso e l’inattività fisica sono in aumento in età pediatrica.
L’obesità presente al momento della pubertà, aumenta il rischio per malattie cardiovascolari anche qualora in età adulta si modifichi lo stile di vita e si raggiunga un peso normale.
Attività fisica L’esercizio fisico aerobico (corsa, ciclismo, nuoto) moderato ma costante nel tempo, riduce il rischio cardiovascolare in quanto: aiuta a mantenere un peso ideale riduce i valori di pressione arteriosa e di colesterolo LDL aumenta i valori di colesterolo HDL e migliora l’utilizzazione dei carboidrati potenzia la capacità dei muscoli di utilizzare l’ossigeno riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa durante sforzo riducendo quindi il consumo di ossigeno del cuore
Components of the Fibrous Plaque
AI
AII
Thr TGFβ 1
Inactive products
Platelets
Platelets Ach 5HT
ET1 Ach
ADP Thr BK
ACE M
AT1 bET1
T ECE
AT1
S1
Cyclooxygenase
CONTRACTION Proliferation Cell Growth
P
TXA2
PGH2
TX
TX
NO
PGI2
cAMP
cGMP
RELAXATION Antiproliferation
ACE
EDHF
NOS TX
ETB
M LArg
ET1
ETA
T
ETB
B2
MENOPAUSA ↑ LDL
↑ PA
Diabete
Fumo
Stress ossidativo
Disfunzione Endoteliale
↓ NO − ↑ Mediatori locali − ↑ ACE tessutale, Ang II PAI-1
Trombosi
VCAM ICAM Citochine Infiammazione
Endotelina
Vasocostrizione
Sequele cliniche
Fattori di crescita
Proteolisi
Lesione vasale, rimodellamento
Rottura della placca
Carta del Rischio: a cosa serve?
A calcolare in base ad ETA’, SESSO, PA, COLESTEROLO, FUMO, DIABETE il rischio che un individuo, che non ha ancora avuto manifestazioni CV, ha di soffrirne nei successivi 10 anni
Rischio Assoluto
Probabilità, espressa in %, di andare incontro, nei successivi 10 aa., ai seguenti eventi CV:
•
• Infarto miocardico • Morte improvvisa
Morte cardiaca non improvvisa • Interventi sulle coronarie • Evento cerebrovascolare maggiore - emorragia o trombosi cerebrale (ICTUS, STROKE) con esiti >24 ore)
Aorta
Coronaria sn
Coronaria dx Discendente anteriore
Circonflessa
discendente anteriore
Local Control of Function
Aortic Blood Pressure (mmHg)
Aortic Valve Closure 110 100 90 80 70
Systole
Zero Flow
Flow Through Left Coronary Artery
Zero Flow
Flow Through Right Coronary Artery
Diastole
Coronaria normale
Placca ateromasica subocclusiva (>75%)
Placca stenosante (< 50%)
Placca ateromasica associata a vasospasmo
Growing plaque Early lesion Stary IIV
Stary V
Complicated plaqueplaque Complicated Disruption Mural Thrombus
Disruption Occlusive No Disruption Oc Clusive Thrombus Thrombus
Acute syndromes
Ischemic sudden death
Myocardial infarction Unstable angina
No symptoms
Angina pectoris Acute silent occlusive process
Old fibrotic occlusion
Dermatomeria TRONCO: corrispondenza EVIDENTE fra segmenti nervosi e somatici ARTI: Distribuzione segmentale MASCHERATA
Decorso delle fibre afferenti cardio-toraciche
Nervi cardiaci Gangli del Gran Simpatico Rami comunicanti bianchi Radici posteriori Midollo spinale Fascio spino-talamico
Patogenesi del dolore radicolare riferito al dermatomero T1 nell’angina pectoris
Usuale localizzazione del dolore miocardico ischemico
Mascella Lato destro
Epigastrio
Dorso
Sedi meno frequenti del dolore miocardico ischemico
Il dolore toracico nella donna: differenze rispetto all’uomo nella presentazione della CAD “tipicità” dell’AP riferita ai sintomi della CAD nell’uomo “atipicità” dell’AP nella donna di mezza età assimilata all’assenza di CAD nel sesso femminile. In realtà, segno di una fisiopatologia più complessa maggiore presenza di cause meno frequenti d’ischemia: angina vasospastica, angina microvascolare maggiore frequenza di sindromi dolorose non ischemiche: prolasso della mitrale
Basi fisiopatologiche: differenze Uomo / Donna
• •
Anatomiche la donna ha un torace ed un cuore più piccoli le coronarie presentano diametro inferiore, pareti più sottili e decorso più tortuoso
Anatomopatologiche
•
più frequente trombo su erosione superficiale
•
maggior frequenza di dissecazione coronarica e di rottura di cuore come complicanza dell’IM
Presentazione della CAD nella donna (rispetto all’uomo)
•
10 - 15 anni più tardi
•
Più angina nel sonno, da stress mentale; più spesso in associazione con distensione addominale, vertigini, dispnea, nausea ed astenia
•
Nel 90% delle pazienti prima manifestazione clinica dell’IM
•
Maggiore co-morbilità: diabete mellito - ipertensione arteriosa – dislipidemie - insufficienza cardiaca
Quadri clinici della cardiopatia ischemica
• Sindromi coronariche stabili: • angina da sforzo • angina a riposo • angina mista
• Sindromi coronariche acute (instabili):
• angina instabile • infarto intramurale (non Q) • infarto transmurale (Q) • angina variante (vasospastica) di Prinzmetal
Quadri clinici della cardiopatia ischemica
• Sindromi coronariche stabili: • angina da sforzo • angina a riposo • angina mista
• Sindromi coronariche acute (instabili):
• angina instabile • infarto intramurale (non Q) • infarto transmurale (Q) • angina variante (vasospastica) di Prinzmetal
Angina STABILE o Angina CRONICA
• • •
Ischemia miocardica ACUTA TRANSITORIA Associata a SFORZO FISICO o EMOZIONE Si produce in condizioni OMOGENEE, STABILI NEL TEMPO (costante e ripetibile discrepanza fra domanda di O2 da
Angina da sforzo •
Dolore tipico durante lo sforzo
• Breve durata (in genere 5 min, comunque < 20 min) • Regressione del dolore con il riposo • Sensibilità ai nitroderivati SOGLIA FISSA (< 20%) / SOGLIA VARIABILE
Le caratteristiche dell’angina Fattori precipitanti: Attacco provocato da uno sforzo, da un lavoro che comporta l’utilizzo delle braccia al di sopra del livello della spalla. Ambiente freddo, camminare contro vento, camminare dopo un pasto abbondante Crisi ipertensiva, Paura, rabbia, stati d’ansia, tensione emotiva, Rapporti sessuali Sintomi associati: Respiro corto, vertigini, palpitazioni, debolezza.
Sequenza diagnostica nell’A. stabile •
QUADRO CLINICO – Anamnesi – Dolore: • costrizione, oppressione, peso, bruciore • associazione con malessere generale ed ansia • sede tipica retrosternale • irradiazione lungo l'avambraccio e mano sinistra, dorso, mandibola, collo, entrambe le braccia • altre sedi: epigastrio, emitorace e avambraccio destro • insorgenza graduale, massima intensità entro 1’, remissione dopo 2-10 minuti (riposo, cessazione del fattore scatenante o somministrazione s.l. di nitrati)
Classificazione funzionale dell’A. P. STABILE (Società CV Canadese)
• •
Classe I: la normale attività fisica non induce A.
•
Classe III: forte limitazione dell’attività ordinaria. L’A. insorge camminando per 2 isolati o salendo 1 piano di scale
•
Classe IV: impossibilità di compiere qualsiasi attività. L’A. insorge anche a riposo
Classe II: modesta limitazione dell’attività ordinaria. L’A. insorge camminando in fretta, dopo i pasti, al freddo, al vento
Angina a riposo •
Dolore tipico spontaneo
• Regressione spontanea • Sensibilità ai nitroderivati N.B. Dovuta al sovrapporsi di una componente funzionale (SPASMO) su una lesione preesistente
Placca ateromasica associata a vasospasmo
Angina mista •
Comparsa nello stesso individuo di angina da sforzo e a riposo
Quadri clinici della cardiopatia ischemica
• Sindromi coronariche stabili: • angina da sforzo • angina a riposo • angina mista
• Sindromi coronariche acute (instabili):
• angina instabile • infarto intramurale (non Q) • infarto transmurale (Q) • angina variante (vasospastica) di Prinzmetal
Angina instabile Il dolore toracico è simile per qualità a quello dell’angina da sforzo, sebbene spesso sia più intenso, possa persistere fino a 30 min e possa svegliare il paziente dal sonno. Il riposo e i nitrati per via sub-linguale, che controllano l’angina cronica, spesso danno un sollievo solo temporaneo ed incompleto.
Angina instabile (evolutiva) • •
•
Angina di nuova insorgenza (entro gli ultimi 2 mesi) per sforzi minimi o a riposo Angina ingravescente (entro gli ultimi 2 mesi); aggravamento di una angina preesistente per la comparsa di episodi anginosi: – più intensi – più prolungati – più frequenti – causati da sforzi meno intensi o a riposo Angina post-infartuale Quadro infiammatorio (PRC; L, Mon, Mastcells) Quadro trombotico (P - Selectin) Minima necrosi (positività Troponina)
Quadri clinici della cardiopatia ischemica
• Sindromi coronariche stabili: • angina da sforzo • angina a riposo • angina mista
• Sindromi coronariche acute (instabili):
• angina instabile • infarto intramurale (non Q) • infarto transmurale (Q) • angina variante (vasospastica) di Prinzmetal
R
ECG NORMALE ISCHEMIA
T
P Q S
Infarto Il dolore è il sintomo con cui l’infarto si manifesta più frequentemente al suo esordio; è presente nell’85% dei casi e ha le caratteristiche tipiche del dolore anginoso, ma più intenso e prolungato, spesso accompagnato da irrequietezza, sudorazione, astenia, nausea, più raramente vomito e dispnea. La durata del dolore di solito è superiore a 20-30 min.
Quadri clinici della cardiopatia ischemica
• Sindromi coronariche stabili: • angina da sforzo • angina a riposo • angina mista
• Sindromi coronariche acute (instabili):
• angina instabile • infarto intramurale (non Q) • infarto transmurale (Q) • angina variante (vasospastica) di Prinzmetal
IMA non Q Si tratta di un infarto miocardico tipico (dolore, aumento degli enzimi di necrosi CPKmb, Troponina I,T) con assenza di onde Q di durata > 30 ms. Quadro clinico: – dolore anginoso >20-30 min – ECG iniziale: ➬ T negativa ➬ ST sopraslivellato (> 1 mm) ➬ non Q > 30 ms Enzimi: – aumento di almeno il doppio degli enzimi sierici (CPK, LDM, CPK-MB) – prelievi per curva enzimatica (ogni 3 ore nelle prime 24 ore, ogni 6-8 ore per 48-72 ore)
R
ECG NORMALE ISCHEMIA
LESIONE
T
P Q S
IMA Q (Transmurale) Quadro clinico: – dolore anginoso >20-30 min – ECG : ➬ onda Q > 30 ms ➬ST sopraslivellato (> 1 mm) Enzimi: – aumento degli enzimi di necrosi
ISCHEMIA
LESIONE
INFARTO (+ lesione)
Onde Q con valore patologico 1 mm di ampiezza ( >30 ms )
1/3 in altezza del QRS
Angina variante (vasospastica) A differenza dell’angina pectoris classica che si manifesta durante sforzo e si accompagna a ↓ST, l’a. vasospastica si presenta quasi sempre a riposo, per lo più di notte, e si accompagna, in genere, a sopralivellamento di ST. E’ dovuta a spasmo dell’arteria coronaria.
Sindromi coronariche acute • •
Dolore > 20-30 min Complicazione della placca
Trombo Enzimi Angina instabile Infarto non Q Infarto Q Angina variante
ECG
+
-
↓T
++
+
↓ T, ↑ ST, non Q
+++
++
↓ T, ↑ ST, Q ↑ ST
-
-
Quadri clinici della cardiopatia ischemica •
Ischemia silente (senza angina):
• •
Insufficienza cardiaca cronica (in genere dopo IMA) Aritmie:
•
Morte improvvisa (in genere fibrillazione ventricolare)
• da sforzo • a riposo • angina instabile • infarto
• blocco A-V • tachicardia ventricolare
Diabetic Patients
120
% Survival
100 80 ND/No MI ND/MI DM/No MI DM/MI
60
p < 0.01
40 20 0 1
NEJM 1998;339:229-34
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Year
ISCHEMIA
LESIONE
INFARTO (+ lesione)
Cascata Ischemica
1 - Occlusione coronarica 2 - Alterazioni diastoliche 3 - Alterazioni sistoliche
4 - Modificazioni emodinamiche 5 - Alterazioni ECG 6 - Angina 6
4
2 1
ISCHEMIA
3
Tempo (sec)
5
10
20
30
Elettrocardiogramma e Prognosi nella sospetta Sindrome Coronarica Acuta Infarto o Morte %
30
ST ↓ + ST ↑ ST ↓
20
ST ↑ T invertita
10
ECG normale
0 0
60
180 120 240 300 Follow-up (giorni)
360
RISC Study Group, J Int Medicine 1993;234:293
Mortality at 42 Days (% of patients)
TROPONIN I LEVELS PREDICT THE RISK OF MORTALITY IN UA/NSTEMI 7.5
8
6.0 6
3.7 3.4
4
1.7 2
1.0
831
174
148
134
1.0 to <2.0
2.0 to <5.0
50
67
0 0 to <0.4
0.4 to <1.0
5.0 to <9.0
>9.0
Cardiac Troponin I (ng/ml) Antman N Engl J Med. 335:1342, 1996
CPU: CHE RUOLO IN EUROPA? La gestione ottimale del dolore toracico acuto in P.S.: Recommendations of a Task Force of The ESC
•
Immediato ‘triage’ all’arrivo al DEA di tutti i Pz con Dolore Toracico
•
Immediata esecuzione di un ‘ECG di routine’ (con rapida refertazione da parte del cardiologo di guardia)
•
Immediato prelievo ematico per i ‘marker’ di necrosi miocardica (Eur Heart J 1998; 19: 1140-1164)
A. da sforzo in ASSENZA di CORONAROPATIA
• • • • • •
stenosi aortica malattie associate a rilevante ipertrofia miocardica miocardiopatia dilatativa sindrome X ponti miocardici anomalie congenite e fistole coronariche
Il dolore toracico Di origine cardiaca Ischemico Cause coronariche aterosclerosi spasmo trombosi cocaina alterazioni del microcircolo Cause non coronariche tachicardia ↑ postcarico ↑ precarico Non ischemico Pericardite Dissezione aortica
Di origine non cardiaca Gastroenterico spasmo esofageo reflusso gastroesofageo ulcera peptica pancreatite Psicogeno ansia, attacchi di panico depressione Polmonare-pleurico embolia polmonare pneumotorace Mediastinico Neuromuscolare costocondrite herper zooster sindrome dello stretto toracico superiore
Le origini del dolore toracico •
Il cuore, i grossi vasi e il pericardio
•
Il tratto gastrointestinale
•
I polmoni e la pleura
• •
La parete toracica
Il profilo psichico ansioso-depressivo
Malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) Identifica un quadro clinico e/o endoscopico e/o istologico e/o pHmetrico secondario ad episodi di reflusso gastro esofageo L’esofagite da reflusso definisce un sottogruppo di individui con GERD associata a danno della mucosa esofagea Prevalenza pari al 20% della popolazione adulta (USA)
Ernia iatale Dislocazione intratoracica di una porzione dello stomaco attraverso lo iato esofageo del diaframma. Esempio di alterazione dei meccanismi anatomici che prevengono il reflusso. Non tutti i pazienti portatori di ernia iatale presentano una GERD
GERD: sintomi toracici
•
Pirosi (stimolazione da H+ delle terminazioni nervose dello
•
Rigurgito
• • • • •
strato profondo dell’epitelio esofageo)
Eruttazioni Scialorrea Disfagia Odinofagia Sintomi atipici (extraesofagei): dolore toracico, broncocostrizione (d.d. con crisi asmatica), patologie laringee e polmonari
Pirosi retrosternale Sensazione di dolore o fastidio urente solitamente localizzato nel terzo
inferiore dello sterno che, in situazioni più gravi, si può estendere alla base del collo ed irradiare in regione interscapolare
Scatenata da : • postura (clinostatismo, piegamenti del tronco) • alimenti ipotonizzanti il L.E.S. (caffè, menta, cioccolato, pomodori …) • alimenti irritanti (alcool, bevante calde o fredde) • pasti abbondanti • esercizio fisico impegnativo Alleviata da: • posizione eretta, deglutizione di saliva o acqua, assunzione di antiacidi
Diagnosi: pH-metria
La pHmetria è un monitoraggio del pH che consente l'analisi di eventuali episodi di GERD occulto Si esegue con l’introduzione di un sondino (2 mm) dal naso fino all'esofago, senza necessità di ricovero Vengono valutati gli episodi di reflusso acido e la loro durata ed il valore di pH in esofago
Dolore viscerale ed iperalgesia Stimolo nocivo da organo malato (V) attiva le fibre afferenti simpatiche (SyN) e invia segnali al midollo e al cervello attraverso una via nocicettiva (SN). Il dolore è riferito alla distribuzione periferica del nervo cutaneo convergente (Sk). La sensibilizzazione centrale (area verde) aumenta l’attività motoria (MN) e autonomica (SyN), che coinvolge altri visceri (V1)
MacKenzie J. London, Shaw & sons. 1909;1:297
Interferenze tra angina pectoris e dolore esofageo • •
La presenza di una patoogia può simulare la presenza dell’altra Le due patologie possono coesistere e infuenzarsi: – Il reflusso esofageo può ridurre la soglia per il dolore ischemico – Test stimolativi (ergonovina) possono indurre spasmo esofageo – Farmaci cardiologici (nitrati) possono risolvere lo spasmo esofageo
Embolia polmonare EP MASSIVA (13%) - CUORE POLMONARE ACUTO
•
Quadro ostruttivo (≥1/3 albero arterioso): alta mortalità (morte improvvisa)
•
Quadri clinici maggiori (insufficienza destra): – SINCOPE (FV - bradiaritmia vagale) – SHOCK CARDIOGENO – ARRESTO CARDIACO (dissociazione e.m.)
•
Sintomi premonitori: DOLORE TORACICO, tachipnea, cianosi
Infarto pomonare post-embolico
Il dolore pleurico
Proiezione del dolore a livello dei dermatomeri C4-C5 e T8-T11
Dolore toracico parietale • • • • •
Nevralgie intercostali
•
Dolori muscolari da “strapazzo” dei muscoli respiratori (bronchite acuta, pertosse, asma)
•
Dolori muscolari della malattia di Bornholm (virus Coxackie)
Costocondrite Nevralgie radicolari toraciche (es. herpes zooster) Dolori da frattura costale patologica o da osteolisi costale Dolori dorsali da osteoporosi, osteomalacia, spondiloartrite, spondiloartrosi o tumore vertebrale
Costocondrite Zooster
Herper
The Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) 14 questions: 2 subscales Subscales
Question’s number
Depression
Questions 2,4,6,8,10,12,14
Anxiety
Questions 1,3,5,7,9,11,13
The 7 questions rated from a score of 0 to 3 (depending on the severity of the problem described in each question)
Zigmond AS et al. Acta Psychiatr Scand 1983;67:361.
The Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) The 2 subscales can be aggregate to provide an overall anxiety and depression score
Aggregate score
Interpretation
0-7
Normal
8-10
Mild
11-14
Moderate
15-21
Severe
Zigmond AS et al. Acta Psychiatr Scand 1983;67:361.
Dolore Toracico negli Anziani Fattori confondenti Deficit di memoria e difficoltà nell’anamnesi Riduzione Study)
della sensibilità al dolore (non nelle donne-Framingham
Prevalenza età-dipendente anche per patologie esofagee e muscoloscheletriche
Maggiore
incidenza di cause cardiache e non coronariche stenosi
Dispnea
come
aortica
equivalente
anginoso
meccanismo di Starling rispetto ai giovani
maggiore
utilizzazione
del
Sensori diagnostici
•
Elettrocardiogramma
•
Ecocardiogramma
•
Scintigrafia
Sequenza diagnostica nell’Angina ANGINA PECTORIS STABILE
• • • • •
TEST ERGOMETRICO (ECG) TEST ERGOMETRICO (Scintig. miocardica con Tallio) TEST ERGOMETRICO (ECO) TEST ALLA DOBUTAMINA TEST AL DIPIRIDAMOLO
Sequenza diagnostica nell’Angina
ANGINA PECTORIS STABILE
•
TEST PROVOCATIVI:
– DOBUTAMINA (stimola β -1-2 e α -1) • ECG • Scintigrafia miocardica • Ecocardiogramma – DIPIRIDAMOLO (dilataz. piccoli vasi coronarici) • ECG • Scintigrafia miocardica • Ecocardiogramma
Sequenza diagnostica nell’Angina
ANGINA PECTORIS STABILE
•
TEST EVOCANTI LO SPASMO:
– IPERVENTILAZIONE – ERGOTAMINA
Sequenza diagnostica nell’Angina
ANGINA PECTORIS STABILE
•
L’ELETTROCARDIOGRAMMA CONTINUO:
– CARICO ISCHEMICO TOTALE QUOTIDIANO – ISCHEMIA SILENTE – A. P. DI PRINZMETAL
I fattori che influiscono maggiormente sul consumo di O2 da parte del miocardio sono la frequenza cardiaca, cardiaca la forza di contrazione del cuore e lo stress di parete (correlato alle dimensioni delle camere ventricolari). Viceversa gli elementi che interferiscono con la disponibilità di O2 per il tessuto miocardico sono rappresentati dalla stenosi coronarica di tipo organico o dinamico (spasmo vascolare) e dalla mancanza di un adeguato circolo collaterale. collaterale
STRESS DI PARETE
POST CARICO PRE CARICO
PRESSIONE DI PERFUSIONE RISOLUZIONE SPASMO VASODILATAZIONE
FREQUENZA CARDIACA CIRCOLO COLLATERALE CONTRATTILITÀ DOMANDA DI O2
OFFERTA DI O2
L’ischemia miocardica è il risultato dello squilibrio tra domanda di O2 da parte del tessuto miocardico ed offerta dello stesso attraverso il circolo coronarico.
L’obiettivo della terapia dell’ischemia miocardica è rappresentata dallo spostamento dell’equilibrio a favore di una minore richiesta e di un incremento dell’offerta di O2.
OFFERTA DI O2 DOMANDA DI O2
OFFERTA DI O2
DOMANDA DI O2
A.P. Cronica - La Decisione Terapeutica
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
• • •
NITRATI
BETABLOCCANTI
CALCIOANTAGONISTI
•
Associazioni
A.P. Cronica - La Decisione Terapeutica OBIETTIVI TERAPEUTICI
•
controllo della sintomatologia dolorosa
•
miglioramento della tolleranza all'esercizio fisico (miglioramento della qualità di vita)
•
riduzione a lungo termine degli eventi cardiovascolari maggiori (morte, IM non fatale)
A.P. Cronica - La Decisione Terapeutica
OBIETTIVI TERAPEUTICI
•
I primi due obbiettivi sono raggiungibili con la terapia anti-ischemica
•
Non vi sono evidenze cliniche certe che la stessa possa, da sola, migliorare la prognosi
•
Il trattamento dei Fattori di Rischio e gli antiaggreganti riducono mortalità ed eventi coronarici maggiori
NITRATI: perché antianginosi? RILASCIAMENTO DELLA MUSCOLATURA LISCIA DEI VASI
+
+ +
Arterie
Coronarie
Vene
A. periferiche ↓ Resistenze periferiche ↓ Postcarico
↑ APPORTO DI O2
↓ Ritorno venoso ↓ Precarico
↓ FABBISOGNO DI O2
ATTENUAZIONE DEI SINTOMI DELL’ANGINA
A.P. Cronica - La Decisione Terapeutica NITRATI: meccanismo d’azione
•
VENODILATAZIONE: ↓ precarico ∀ ↓ CONSUMO di O2 DILATAZIONE VASI EPICARDICI: ↑ flusso
•
e indicazioni
•
•
ATTACCO ANGINOSO (sublinguale) TRATTAMENTO CRONICO (↓ FE +++)
A.P. Cronica - La Decisione Terapeutica
NITRATI: modalità d’uso
•
•
Esposizione CONTINUA ai N. → TOLLERANZA Somministrazione DISCONTINUA (intervalli liberi di almeno 10 ore)
• •
Possibile ASSOCIAZIONE con β-bloc e Ca2+-antag CONTROINDICAZIONI: ipotensione, cardiomiopatia ipertrofica, glaucoma grave
Effetti dei β BLOCCANTI sul cuore ischemico ↓ Frequenza cardiaca
↑ Perfusione coronarica diastolica
↓ Pressione arteriosa ↑ Tono vasale
↓ Doppio prodotto
↓ ↓ ↓ FABBISOGNO DI O2
↑ ↓ APPORTO DI O2
A.P. Cronica - La Decisione Terapeutica
BETA-BLOCCANTI
•
Farmaci di PRIMA SCELTA, specie con ipertensione arteriosa e pregresso IM
• •
ASSOCIABILI ai Ca2+-antagonisti
Cautela nei pz con segni di disfunzione VS
Effetti dei CALCIO ANTAGONISTI sul cuore ischemico Vasodilatazione (↓ resistenze periferiche ↓ post carico)
Dilatazione coronarica
↓ Frequenza cardiaca
↓ Contrattilità miocardica
↓ FABBISOGNO DI O2
↑ APPORTO DI O2
A.P. Cronica - La Decisione Terapeutica
Ca2+-ANTAGONISTI: meccanismo d’azione
• •
Blocco del canali lenti del Ca2+
Vasodilatazione coronarica e sistemica
•
↓inotropismo cardiaco + modesto ↓cronotropismo (verapamil-diltiazem)
A.P. Cronica - La Decisione Terapeutica
Ca2+-ANTAGONISTI: modalità d’uso
•
Diidropiridinici ad azione breve in monoterapia = limitati da tachicardia riflessa con ↑consumo O2
•
Diidropiridinici di II generazione (Amlodipina, Felodipina ecc) = minor attivazione simpatica riflessa
•
Verapamil, diltiazem: I scelta per effetto dilatante coronarico + ↓ consumo O2