Lettera spedita a Yuri, amico giornalista a Sao Paolo del Brasile, già pubblicata a San Marino nel “sottobosco”: “…….I semi di cacao erano piccoli,…………. probabilmente della varietà criollo. Una varietà pregiata dal sapore intenso. La tostatura ha colorato i semi di marrone scuro. Petra controlla i semi sulla piastra rovente muovendoli di tanto in tanto con un cucchiaio di legno, quando saranno pronti la buccia annerita si separerà facilmente dai cotiledoni. I semi puliti e tostati adesso sono fatti passare dentro le macine del mulino per farne una pasta, oggi abbiamo usato un mulino elettrico facilitando il lavoro. Il cacao macinato è morbido a causa del calore sviluppato durante la macinatura. Ne assaggio un poco ed e’quasi assente la tipica acidità. Lo zucchero di canna grezzo si trova in pani da mezzo kilo, come nella foresta e’ prodotto dal succo cucinato della canna da zucchero. Ha un colore verdastro e quando si grattugia si frantuma in piccoli cristalli verdi e pastosi. Petra fa sciogliere lo zucchero assieme all’acqua in una pentola sulla piastra della stufa, a fuoco lento in circa mezzora si formerà uno sciroppo. Petra non smette di mescolare il liquido che bolle e aggiunge al bollore della pentola il succo filtrato di due arance dolci e un cucchiaino di sale. Continuando a mescolare energicamente aggiunge il cacao macinato, il liquido mano a mano che gira e cuoce si fa denso. Lo assaggia, aggiunge mezza tazza d’acqua alla pentola, ci sono ancora molti grumi si deve mescolare con forza fino a quando non ha raggiunto la consistenza giusta e omogenea, quindi tolta la pentola dal fuoco lo si lascia riposare. Quando la temperatura lo permetterà si distende l’impasto umido ad asciugare su di un tavolo in attesa di essere lavorato. Si dovrà aspettare ancora qualche giorno prima di lavorarlo, dipendendo dall’umidità dell’aria. Quando sarà pronto si potrà modellarlo con le mani, senza che si attacchi e sporchi le dita, questo e’ importante…se le dita rimangono pulite al manipolare l’impasto significa che il cioccolato ha la giusta umidità. Al cioccolato vengono infine conferiti forma e gusto con l’aggiunta di ingredienti per differenziarne i sapori. Petra sorridendo forma palline con la massa di cacao e ad alcune aggiunge menta, pepe, noccioline, ad altre persino pezzetti di tabacco. Quando le palline sono ben impastate e amalgamate con le spezie, forma un rotolino di cioccolato che conserva in carta oleosa e colorata con colori diversi, ad ogni colore corrisponde un gusto. Il cioccolato tradizionale del lago finalmente è pronto. …………Seguo i sogni, lungo la strada di questa vita come fosse una lunga passeggiata, incontro persone che andranno lontane come i giorni che passano, lasciando spesso un gusto amaro. Il cioccolato servirà ad addolcire anche questo. Forse cambierà anche i pensieri, come una medicina della felicità. Piano piano mi rimetto in marcia di nuovo verso la foresta, che come un corpo ammalato ogni giorno mostra nuove piaghe. Mi chiedo se l’umanità prenderà coscienza di questo bel pianeta e della vita che non è solo oggetti e lusso e che il bello della vita molto spesso non lo si può comperare con i soldi. Mi domando come nella mia corta vita potrò servire a qualcosa o a qualcuno. Mi chiedo quale senso ha la sofferenza delle persone, la povertà e la ricchezza, e del perché non ci
sentiamo fratelli gli uni con gli altri, pensiamo solo a noi stessi, ma in fondo noi stessi siamo gli altri, siamo il mondo. Amelia si ammalò di cancro e decise di venirsi a curare nella foresta, riuscì a sconfiggere la malattia solo cambiando radicalmente la sua vita, certamente la vita di prima le aveva provocato la malattia. La guarigione oltre ad essere stata nel corpo era avvenuta forse anche nella sua coscienza e nello spirito. Chissa? Abbiamo bisogno di questo,….di un cambio intimo nelle nostre coscienze, abbandonando le paure che ci accompagnano, poi a che servirà avere tutti i soldi del mondo? Se non ci possono liberare dal dolore? Quando moriremo a che serviranno tutti gli oggetti accumulati, tutte le lotte fatte per ottenerli e tutte le bugie dette? Tornerò alla selva con la ricetta del cioccolato, la regalerò ai nativi, ma il mio vero impegno li,…. sarà convincerli che il loro vero tesoro sta nella selva stessa, nella sua esistenza e non negli alberi abbattuti che vendono per pochi spiccioli. Al nostro mondo serve più quella legna, serve più quella cellulosa, serve più l’oro nascosto nelle sue montagne, serve più il petrolio nascosto nella terra, di quanto non serva l’acqua pura e l’aria pulita? Quando avremo mandato tutto in malora e la nostra fame non sarà soddisfatta, che faremo? Cosa farà chi verrà dopo di noi? Ogni giorno specie differenti nel pianeta si estinguono, non adattandosi al repentino cambio, quale era la loro funzione sul pianeta? Come rimpiazzare il loro servizio alla vita? La natura siamo anche noi, l’espressione più vicina a Dio. L’uomo è la creatura più influente nel pianeta e può salvarlo, ma può anche distruggerlo. La nostra casa sarà la casa degli uomini di domani e anche la casa degli animali selvatici, riusciremo a convivere con tutto ciò? Quando sorpasseremo l’idea di patria? Di razza? Sentendoci parte di un tutto? Quando impareremo a risolvere i conflitti con coscienza e non con le armi? Quando impareremo a soffrire anche per il dolore degli altri? Forse la cioccolata ci aiuterà come un sorriso a migliorare l’umore. Spero hai gradito la ricetta ed il mio primo scritto. ti voglio bene. Un grande saluto. Steven