2006 Gennaio

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  • Words: 1,734
  • Pages: 2
emise privatamente i voti di castità, povertà ed obbedienza. Alla comparsa dei primi sintomi della sua malattia, la fanciulla decise di trasferirsi in un appartamento privato assieme alla madre. Qualche tempo dopo, giunse in visita il Mora, con il proposito di trascorrere la notte nella medesima abitazione. Laura, scandalizzata e stravolta dal male, lasciò la casa della madre per rifugiarsi dalle amate suore. Mora la inseguì e, raggiuntala, la percosse violentemente. Il 22 gennaio 1904 Laura confessò alla madre il suo grande sogno: “Mamma, io muoio! Io stessa l’ho chiesto a Gesù. Sono quasi due anni che gli ho offerto la vita per te, per ottenere la grazia del tuo ritorno alla fede. Mamma, prima della morte non avrò la gioia di vederti pentita?”. Questa le promise allora di cambiare completamente vita e in occasione del funerale tornò ad accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Nel ricordo gioioso di Laura, figlia coraggiosa, e di quanti hanno dato la vita per la salvaguardia della famiglia, abbiamo celebrato lo scorso 8 gennaio l’ annuale “Festa della Famiglia”. Spero sia stato per tutti un momento grande di gioia, di festa e di grazia, monito per ricordare al mondo la sacralità della “Chiesa domestica”; ma spero sopra ogni cosa che per tutti noi, vicini e lontani, la parrocchia diventi presto una grande famiglia, rifugio caldo e accogliente. Enrica Mariani

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Cari lettori, la nostra troupe dei tre moschettieri (questo è il nostro nome in codice) ha partecipato all’uscita di alta squadriglia del Reparto Pattuglia della Jungla del Gruppo Scout Silvi 1. L' alta squadriglia è il gruppo di ragazze e ragazzi che frequentano il reparto e che hanno dimostrato di essere abbastanza maturi e responsabili per vivere e affrontare avventure e argomenti più complessi di quelli che vengono vissuti al reparto. Per questo ci siamo recati insieme a loro per vivere una fantastica giornata presso i bellissimi paesaggi del Voltigno, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Quando ormai il sole iniziava ad affacciarsi all' orizzonte, dopo aver preso i nostri zaini, preparati secondo gli insegnamenti dei bravi scout, li abbiamo montati in spalla e siamo partiti verso la nostra avventura da scout. Raggiunta la meta prestabilita abbiamo dovuto abbandonare i nostri autoveicoli e muniti di doposcì, ci siamo diretti verso un rifugio, dove durante la mattinata, abbiamo imparato ad usare la bussola e ad orientarci insieme all' alta squadriglia, che ha affrontato il bosco innevato. Umberto un ex capo scout con molta esperienza, ha trasmesso alcune delle sue conoscenze sulla topografia. Ma come ha detto, in una uscita scout non manca mai l' allegria ed il divertimento: infatti l' alta squadriglia, dopo aver reintegrato le proprie forze con un maestoso pasto a base di salsicce e bistecche, si è sbizzarrita con fantastiche evoluzioni a bordo di potentissimi slittini e un' avvincente battaglia a palle di neve. I nsomma, vivere l' avventura insieme all' alta squadriglia è stata un esperienza indimenticabile che ci piacerebbe rivivere spesso. Tanti saluti a tutti. Luigi Scarponi - Francesco Di Febo Federico Ronca

pro manuscripto

Anno IX - Gennaio 2006 - n. 1

Bollettino Mensile della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria - Silvi Marina

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Testimoniare la fede ovunque, perchè solo in parrocchia è facile! E’ una delle frasi, venuta fuori dagli incontri del Sinodo, che ha trovato molti d’accordo. E’ un’affermazione dettata dall’esperienza umana, comunque discutibile. Infatti tra singoli ed associazioni o anche all’interno dei vari gruppi abbiamo constatato in questi ultimi tempi, in parrocchia, la difficoltà di camminare insieme, di vivere quell’unità per cui il mondo può credere. Ma se la Parola di Dio ci chiede di essere “uno”, non solo… se è che ci dice che “è bello e che da gioia stare insieme come fratelli”, quando ciò non accade cosa significa? Disattende il titolo che invita a gioire riportare in questo nostro bollettino, la fatica e gli ostacoli che incontriamo nel cammino? “Centomila obiezioni non fanno una Verità”, diceva il Cardinale Newman; è necessario allora quando sembra ci sia poca

chiarezza, farsi aiutare da chi è la Luce, la Via, la Verità e la Vita a leggere la realtà dei fatti, per scorgere dietro le mille e mille obbiezioni, la gioia della comunione promessaci dal Signore. Il Vangelo ascoltato qualche giorno fa ci parlava dei tre re Magi che “nel vedere la stella provarono una grande gioia”!!! Per vedere una stella bisogna guardare in alto, molto in alto; meno che mai nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere i problemi. Sicuramente anche i Magi durante il loro cammino hanno trovato mille impedimenti, contrasti e pericoli ma la meta che la stella indicava, era il loro stimolo e la loro gioia. Tante volte la luce della stella si sarà coperta dietro le nuvole. Tante volte la fatica del viaggio avrà inasprito i caratteri, tante volte sarà successo che magari avranno allungato un po’ la strada per errore, una duna di più …ti pare niente nel deserto!? Quello che succe-

de a noi, Chiesa che cammina. Pensieri diversi, caratteri contrastanti, difetti e talenti da giocarsi! Anche chi riceve dal Signore il compito di guidare la carovana che ha i suoi limiti e suoi pregi, come tutti gli altri!!! E allora? Cosa al guardare la stella, la porzione di Chiesa dove viviamo, deve darci una grande gioia? La META che l’uno all’altro dobbiamo sempre richiamare. La gioia intima e inattaccabile nell’incontrarci, malgrado una risposta sgarbata, una scelta educativa non condivisa, l’indifferenza dell’abitudine, è saperci in cammino verso “l’Amato”. Di più …la consapevolezza di essere stati scelti e messi insieme da quel Signore che tutti cerchiamo e che vince le mille obbiezioni che ci sembrano insormontabili. Richiamarci sempre alla dimensione non sociologica ma teologica che ci ha voluti insieme; vie e pensieri che sovrastano i nostri pensieri e le nostre vie. Siamo chiamati a ritrovare sempre la forza della nostra appartenenza, non nella nostra o nell’altrui bravura, ma nella fedeltà del Signore che ci ha chiamati, che ci ha voluti nella sua Chiesa attraverso questa vocazione. Nessuno mette in discussione l’amore al Signore, il desiderio di stare con Lui, e i grandi e piccoli sacrifici personali, ma spesso accade che, quando il cammino si fa difficile, si mette in discussione il poterlo fare con questo o quell’altro compagno di viaggio. Con il Suo…Corpo mistico in poche parole!!! Tante volte la fatica dei rapporti, l’amarezza di non sentirsi capiti prima ancora che contraddetti, c’induce nella tentazione di “separarci” mantenendo rapporti di facciata un po’ asettici, distaccati, minimalisti come si usa oggi. la Parola di Dio, ci da un modello, Maria Santissima che sicura-

mente pur camminando spedita verso la meta, ha sofferto, se non il suo, l’altrui limite, l’altrui peccato. Perplessa e turbata nell’annunciazione, grata nel magnificat, orante e confidente alle nozze di Cana, dolorosa sotto la croce, ormai confortata e piena di gioia nel cenacolo della Pentecoste, Maria non viene mai meno, mai abbandona i “fratelli di Gesù” , dall’ “eccomi” allo “stabat mater”, Maria …“c’è”, sempre e comunque. Lei ci aiuti, ci guidi e sia anche oggi sempre in mezzo a noi, che vogliamo essere Chiesa del Signore. Tiziana Mariani

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Si, era “ER medici in prima linea” il tema del campo invernale che ho vissuto insieme al Reparto del Gruppo Scout Silvi 1, nei giorni 9, 10 e 11 dicembre. Siamo partiti venerdì 9 dalla chiesa dell’Assunta dove abbiamo preso il pullman e ci siamo diretti verso S. Eufemia a Maiella. Arrivati sul posto ci siamo accampati in una ex scuola. ER è una fiction che viene tra-

smessa su Rai due che parla di medicina: al campo abbiamo parlato di quest o facendo giochi e uscite. Il 10 dicembre è stato il giorno della missione: dovevamo dirigerci a Lama Bianca (1400 m.) per passare li la giornata, ma per sfortuna non ci siamo potuti andare per troppa neve. Allora siamo andati in un boschetto vicino al paese e li abbiamo giocato e riflettuto sotto una nevicata. L’ultimo giorno ha nevicato per tutta la mattinata e per poco i nostri genitori non riuscivano a salire. Questo è il mio terzo campo invernale e credo che è stato uno dei più belli. Roberto Ronca

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Gesù, Verbo eterno del Padre, è nato ed è venuto ad abitare tra gli uomini. Ad accoglierLo, Egli ha trovato le cure premurose di una famiglia che, con gioia e sollecitudine, Lo ha difeso e sorretto nella sua crescita umana e spirituale. Nel tempo di Natale da poco conclusosi, è stato l’ evangelista Luca a guidarci nella liturgia e nella meditazione. Con grande attenzione, egli descrive i momenti salienti dell’ infanzia di Gesù: la sua presentazione al Tempio, la visita a Gerusalemme per la festa di Pasqua e la sua vita quotidiana, con Maria e Giuseppe. Quella che ne viene fuori è l’ immagine di un figlio paziente, umile, sottomesso, che nella dedizione profonda verso i genitori terreni, mostra la sua intima unione con il Padre celeste. Questo mese vorrei presentarvi la storia di una ragazzina cilena che ha speso i 13 anni della sua breve esistenza per la conversione della madre. Laura del Carmen Vicuna fu una splendida icona di figlia esemplare, accesa d’ amore e di zelo per la sua famiglia. Certamente, il modello a cui ella costantemente guardava, era l’ infanzia del Signore: voleva imitare quell’ immagine così attuale di umiltà e mitezza, perché la sua mamma potesse cambiare vita e restare salda nella fede. Nata il 5 aprile 1891, Laura perse il padre quando aveva appena due anni. La madre Mercedes, sola con due figlie, si trovò costretta ad accettare un lavoro presso la tenuta agricola di Manuel Mora, che divenne il suo compagno. La fanciulla, seppur ancora piccola, si rese conto della precarietà e dell’irregolarità dal punto di vista religioso della mamma che non poteva essere ammessa ai sacramenti. Affidata con la sorellina ad un piccolo collegio missionario, nel giorno della sua prima Comunione, Laura decise di abbandonarsi totalmente al Signore per ottenere la conversione di sua madre. L’anno successivo le due bambine raggiunsero Mercedes a Quilquihué nel periodo delle vacanze. Mora, il compagno della donna, esternò immediatamente un eccessivo interesse nei confronti di Laura, la quale se ne accorse prontamente e si difese dai suoi malvagi propositi. Il 29 marzo 1902 le due sorelline ricevettero la cresima, ma la madre perseverò nell’astensione dai sacramenti. Distrutta dal dolore, Laura allora

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