15 gennaio ore 9.25: recessione in vista...... E' sul massimo l'oro (almeno secondo il relativo Taylor), secondo una discesa che dovrebbe portarlo a (circa) 620 dollari nell'estate 2009, quando uno lingua di Bayer ne dovrebbe, ancora, risollevare le sorti........
....... questa previsione fa (ovviamente) il paio con quella relativa al dollaro (americano), giacché i due sono antagonisti (se uno sale l'altro scende).......
.............. sicché le due previsioni si sostengono a vicenda. Nessuna novità (rispetto a quanto sappiamo già) dalle materie prime (in figura sotto, è riportato l'indice Reuter).....
..... che, sostanzialmente, preannunciano un periodo di rallentamento economico mondiale, da cui dovrebbe derivare il previsto raffreddamento dei prezzi (della materia prime, appunto). Dunque, nel 2008 lo scenario si presenta con dollaro su e oro e materie prime giù: l'esatto contrario di quello che abbiamo avuto fino ad oggi, e che ha significato "crescita" dell'economia mondiale. Ovviamente si tratta sempre di previsioni, e mai di certezze, ma le premesse per una recessione (o un forte rallentamento) ci sono tutte. L'Italia, in questo scenario, si troverebbe a pagare un prezzo molto alto, esposta com'è all'asprezza della concorrenza internazionale che, in queste fasi, non concede scampo ai produttori più deboli. Sarà, secondo tali previsioni, un anno molto duro. Veniamo al trading.
Non mi sembra ci siano novità di rilievo nelle previsioni dell'azionario (sia in Italia che in Germania).......
....... e oggi dovrebbe essere Sell short day......
...... e, quindi, tutto sembra procedere secondo previsioni. Nessuna novità neanche sul Bund e sull'euro Fx. Notizie flash: Proprio quando si allunga l'ombra di una recessione targata America, gli analisti di Credit Suisse alzano il giudizio sugli Usa, portando la regione a "small overweight" per la prima volta nell'ultimo decennio. "Storicamente, quando i principali indicatori economici scivolano verso il basso, gli usa sovraperformano grazie a una risposta sul fronte macro e della politica aziendale estremamente veloce - spiegano gli esperti nella nota diffusa oggi - Gli investitori hanno già provveduto a diversificare fuori dai confini americani", e inoltre non c'è da dimenticare che "il dollaro rimane molto conveniente". Oltreoceano, in Europa continentale, le cose invece vanno peggio, secondo il broker svizzero, che ha ridotto la sua raccomandazione ad underweight. "Siamo preoccupati per le condizioni monetarie e per il presentimento che la Banca Centrale sarà lenta a reagire rispetto alle altre istituzioni centrali", sostengono gli analisti, che precisano: "Vediamo un maggior rischio di rallentamento degli indicatori
economici in Europa che in Usa". Per Credit Suisse, l'Europa è più vulnerabile alla morsa del credito che ogni altra regione, vista la sua esposizione all'investimento e la sua debole propensione al consumo.