Tesina

  • November 2019
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Capitolo1

Il Ground Penetrating Radar 1.1 Funzionamento del GPR Il Ground Penetrating Radar (GPR) o più comunemente georadar, è un metodo elettromagnetico d’indagine sub-superficiale utile per effettuare indagini non distruttive e ad alta risoluzione del terreno.

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Principio di funzionamento del georadar.

Lo scopo di questo sistema è quello di individuare ed identificare strutture ed oggetti sotterranei utilizzando la propagazione di onde elettromagnetiche. Tramite un’antenna trasmittente si invia nel sottosuolo un segnale elettromagnetico in alta frequenza; l’onda si diffonde verso il basso e se colpisce un oggetto o una superficie con caratteristiche elettriche e magnetiche diverse da quelle del mezzo in cui si sta diffondendo, parte dell’energia viene riflessa e torna verso la superficie, mentre il resto continua a propagarsi verso il basso. L’onda che torna in superficie è intercettata da un’antenna ricevente e

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registrata per le elaborazioni successive; essa è costituita dalla sovrapposizione degli echi dei diversi bersagli che si trovano nel diagramma di radiazione dell’antenna trasmittente.

1.2 Limiti applicativi I principali fattori che causano problemi con l’utilizzo del georadar non sono molti, ma richiedono comunque una certa attenzione. Presenza di materiali umidi (come le argille con più del 10% di acqua), essendo molto conduttivi tutta l’energia verrebbe immediatamente dissipata, impedendo la riflessione. Disturbi elettromagnetici: antenne che operano a frequenza da 80 a 120 Mhz, essendo prive di schermatura trasmettono segnali che possono apparire come discontinuità. L’irregolarità del suolo se è tale da causare salti allo strumento, i dati verrebbero alterati a seguito della variabilità dell’angolo d’irradiamento. In ambienti coperti spesso si hanno riflessioni spurie dovuti al ritorno d’onda dall’alto. Segnali simili a quelli prodotti da strutture archeologiche si hanno in presenza di radici di piante. Talvolta il livello di falda freatica costituisce il limite per il segnale radar.

Esempio di una discontinuità rilevata . Radargramma presentato in una scala di grigio.

1.3 Vantaggi

Sistema sir 10-b prodotto da G.S.S.I. è un sistema GPR versatile, multicanale digitale.

La continuità delle sezioni consente di ottenere un dettaglio unico. La rapidità esecutiva permette di indagare superfici ampie in tempi ristretti. La risoluzione può essere scelta entro una gamma variabile da pochi centimetri a qualche metro. È possibile esaminare qualsiasi superficie (in campo archeologico è utile l’indagine di murature in elevato e di terreni). Grazie alla caratteristica non distruttiva della superficie, non si hanno alterazioni di alcun genere dell’area di indagine. La capacità della strumentazione ci fornisce un’informazione volumetrica e tridimensionale del sottosuolo. Capacità di ottenere, con l’ausilio di tecniche di posizionamento precise (GPS), la perfetta ubicazione dei reperti una volta individuati. 3

1.4 Strumenti Il GPR è costituito da due parti principali: il sistema di acquisizione (S.A.) e il trasduttore (antenna). Vi possono essere due tipi di georadar: monocanale o multicanale. I prodotti della G.S.S.I. sono tra i più diffusi e per il monocanale ci si riferisce al SIR-2, mentre per il multicanale al SIR-10 con la possibilità di collegarvi fino a quattro trasduttori; mentre recentemente la I.D.S. ha presentato un prodotto specifico per usi archeologici con otto canali. I S.A. sono composti da un Pc in grado di gestire la registrazione dei dati e di visualizzarli sullo schermo video. Le antenne si differenziano fra di loro in base alla frequenza del segnale emesso: da 50 a 2500 Mhz. La scelta dipende dalle caratteristiche del suolo e dalla natura e dimensioni degli oggetti ricercati. La I.D.S. propone l’utilizzo di una antenna da 1600 a 2000 Mhz per una grande risoluzione (utilizzato solitamente per indagini di alzati in alta Georadar specifico per applicazioni archeologiche risoluzione e bassa penetrazione), mentre una a prodotto dalla I.D.S. più bassa risoluzione (600-1600 Mhz) per ottenere maggiori profondità. Nello stesso campo la G.S.S.I. propone per usi archeologici un’antenna da 400 a 500 Mhz. Elementi che influenzano la scelta sono la profondità massima ottenibile e la risoluzione. Nella tabella seguente sono riassunti i principali fattori di antenne utilizzate in campi archeologici. Frequenza (Mhz) Durata impulso (ns) Risoluzione (cm) Penetrazione (m) Peso (kg) 100 10 10 2-18 35 300 3 3 1-8 31 500 2 2 0.5-4 4 1000 0.75 1 0.1-1 1.8 Il valore di penetrazione dipende fortemente dalle caratteristiche del suolo; è quindi solo indicativo.

1.5 Analisi del sito L’esecuzione del rilievo deve essere preceduta da un’analisi del sito. Questa deve essere improntata sull’accessibilità, sulla possibilità di eseguire profili lineari senza incontrare ostacoli superficiali o irregolarità topografiche. In secondo luogo sono necessarie informazioni geologiche sul terreno; per ottenere informazioni sulla velocità di propagazione si possono utilizzare antenne a frequenza attorno a 80-100 Mhz. 4

Esempio di un radargramma in cui la zona sotto la linea rossa rappresenta una falda acquifera.

Prima di iniziare l’esecuzione del rilievo è necessario impostare la maglia di misura, l’orientamento del profilo e quindi l’antenna da utilizzare. Ogni profilo costituisce una scansione continua e quindi necessita di un riferimento metrico per poter essere “agganciato” a quelli successivi. Preventivamente all’esecuzione del rilievo si dovrà disporre di una griglia di linee parallele che copra l’area da indagare; la distanza dovrà essere da 1 a 3 metri. Per questo motivo è utile avere a disposizione una stazione totale che permette rilevamenti topografici univoci. Essendo le variabili ampie è difficile prevedere con precisione i fattori che potrebbero causare problemi; è quindi utile procedere con prove sul campo. A questo scopo si può agire in corrispondenza di obiettivi di posizione e profondità note, per poter tarare in modo ottimale lo strumento.

In caso di umidità o terreno molto argilloso, la rilevazione risulterà difficoltosa. Sarebbe utile sapere la profondità e la dimensione degli oggetti ricercati.

Esempio di un tumulo con ambiente sotterraneo ed il relativo risultato con un’ indagine con il GPR.

1.6 Acquisizione, elaborazione ed interpretazione dei dati L’antenna viene trascinata sul suolo da un operatore. Essa invia una quantità di energia elettromagnetica tramite impulsi emessi ad una certa frequenza. Un apparato ricevente ottiene gli echi prodotti dalle variazioni geologiche e produce un’immagine sul monitor e registra questi radargrammi. Per l’elaborazione dei dati ci si basa su una stazione formata da un Pc, con installati software che consentono di elaborare i dati provenienti dalle antenne. L’elaborazione dei dati, comprendente i filtraggi per la rimozione dei disturbi e del rumore, l’elaborazione topografica e la stima dei parametri è completamente automatico in modo tale da garantire elevate prestazioni in tempi di lavoro relativamente ridotti. 5

Per trasferire in tempo reale informazioni radar sovrapposte in una cartografia del sito si utilizza l’ambiente CAD 3D. L’applicazione di questo software ha lo scopo di garantire una rappresentazione dei dati con una conversione automatica delle coordinate ottenute con il georadar a quelle dell’ambiente CAD, venendo meno agli inevitabili errori umani. Inoltre garantisce una riduzione dei tempi di lavoro e la possibilità di utilizzare i dati da parte di operatori in capo archeologico che non abbiano esperienza nel campo georadar. L’interpretazione si basa sull’esperienza dell’operatore, che deve riconoscere anomalie di ampiezza, fase e frequenza del segnale alle varie profondità. Per far questo si dovrà esaminare accuratamente i radargrammi. Risposte elettromagnetiche si producono in presenza di contatti fra materiali con diverse proprietà elettriche, compresa l’umidità. Anomalie si presentano come deviazioni di una situazione normale. La correlazione fra vari profili di queste deviazioni consente l’individuazione di strutture d’interesse archeologico attraverso la percezione di forme geometriche, o da un diverso grado di permeabilità all’acqua.

In particolare per il sistema Rappresentazione 3d di anomalie rinvenute. Esse rappresentano strutture murarie.

Archeoradar è stato messo a punto un software per la visualizzazione on-site, cioè per fornire una interpretazione dei dati e una

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caratterizzazione del sito direttamente nel momento in cui vengono registrati i dati. Tale sistema è tratto dalla linea di produzione del RIS 2K/S (Radar per Introspezione da superficie specializzato nella ricerca di sottoservizi) sviluppato dalla IDS Ingegneria dei sistemi Spa.

1.7 Presentazione risultati Per rendere più comprensibile il risultato delle indagini, è possibile applicare delle procedure che consentano di dare maggiore amplificazione alle anomalie di scarsa potenza. Si cerca inoltre di diminuire l’effetto di riverbero causato da corpi molto conduttivi. È ormai consuetudine rappresentare con falsi colori le sezioni, ricorrendo ad una scale calorimetria applicata a quella dell’intensità energetica del segnale. Questo permette di accentuare i minimi contrasti presentati nella scala di grigio. Recenti software permettono la trasposizione su base planimetrica delle aree anomale, consentendo una migliore visualizzazione delle caratteristiche morfologiche.

1.8 Costi Il Georadar è uno dei metodi geofisici che comportano maggiori spese. Lo strumento in sé costa dai 15000 ai 50000 Euro. È necessario avere a disposizione una squadra di operatori composta da un minimo di due persone. Essendo di recente concezione, è altresì difficile trovare personale specializzato in campo Radargramma presentato in scala di grigio e falsi colori. Si archeologico. noti la maggiore comprensibilità del secondo metodo di Il noleggio di un o strumento con presentazione. operatore si aggira attorno ai 850-900 Euro giornalieri, mentre altre società propongono l’esecuzione di un’indagine con prezzo al metro che si aggira dai 6,20 ai 10,00 €/m con un ulteriore spesa di trasporto degli strumenti di 260 euro ed un costo di spostamento degli strumenti per ciascun profilo di 100 Euro.

Capitolo2

Il georadar in Italia 2.1 Il progetto Archeoradar Guardando all’evoluzione della tecnologia GPR in Italia il progetto Archeoradar rappresenta il primo passo verso lo sviluppo di un sistema radar da utilizzare esclusivamente in ambito archeologico. Nato dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, la società I.D.S., il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Pisa ed il Ministero dell’Istruzione, 7

Archeoradar è un dispositivo in grado di monitorare il terreno fino ad una profondità di oltre 5 metri, rivelando la forma e la posizione degli elementi interrati. L’aspetto più importante di questa nuova tecnologia è che permette un’analisi non invasiva del sottosuolo e, pertanto, può essere efficacemente combinata con altre indagini di superficie per avere un quadro più chiaro della situazione archeologica di un sito.

Esempio schematico di una delle modalità di adattamento al terreno del georadar in base alla zona da indagare.

2.1.1 Caratteristiche: • non reca danni meccanici, chimici o fisici all’area sottoposta ad indagine • è possibile variare capacità di penetrazione e risoluzione (basse frequenze = max. penetrazione; alte frequenze = max. risoluzione) • informazione volumetrica del sottosuolo

• posizionamento molto preciso

Fasi del posizionamento del sistema Archeoradar caratterizzati dalla limitazione dell’area da prendere in esame e dall’adattamento del sistema alla zona da indagare.

2.1.2 Vantaggi ed applicazioni: • programmazione della priorità dello scavo • possibilità di programmare le opere pubbliche per non interferire con i resti archeologici • redazione di mappature complessive e di dettaglio • studio ed analisi di pavimentazioni, pareti, murature e strutture di vario genere • indagini su statue ed affreschi Naturalmente si è rivelato fondamentale l’addestramento di tecnici specializzati nell’uso di tale sistema, anche se la rappresentazione tridimensionale permette all’occhio non esperto del comune archeologo di interpretare i dati rilevati. 8

Una campagna di sperimentazione è stata condotta in Molise a Sepino-Altilia. Sepino-Altilia è un’antica città romana del V-VI secolo a.C. dove si sviluppò il primo centro abitato del popolo dei Sanniti Pentri. All’interno di questo sito archeologico sono state condotte indagini archeoradar nelle aree di seguito elencate: il teatro (l’edificio più importante della città, risalente al II-IV sec. d.C. , situato all’interno della città e più precisamente nella zona nord, a ridosso delle mura di cinta), il foro (il centro di tutte le attività della città), il macellum (l’antico mercato, è chiamato macellum il luogo adibito al macello delle carni) e l’edificio termale. Le soprintendenze che attualmente possiedono tale sistema sono: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise

2.2 Roma Villa Adriana (Tivoli), L’esempio dello stadio 2.2.1 RIS per indagini archeologiche Possiamo vedere i risultati di un indagine fatta nella Villa Adriana come dimostrazione da parte della compagnia Carben s.r.l. Lo scopo era controllare la presenza di possibili cavità sotterranee e dimostrare i vantaggi in campo archeologico dati dall’uso di metodi di lavoro non distruttivo basati sul sistema RIS. Sulla base dei risultati si è deciso di fare dei test di controllo nell’area dello stadio, dove è stata fatta una completa rilevazione usando gli standard RIS-S.

2.2.2 Strumentazione RIS usata Le acquisizioni furono effettuate usando un sistema cartografico referenziato. • Unità di acquisizione sul campo Per l’indagine radar si è usata l’unità di acquisizione sul campo con questa configurazione: Apparato RIS-S IDSGRAD v. 2.1 acquisizione SW • L’ unità di elaborazione Configurazione del RIS/S Unità di acquisizione sul campo. usata per fare le analisi dei risultati consiste in : DIGITAL stazione Alpha con un esterno DAT Stazione CAD IDSGRES v. 1.3 a CAD microstazione 95

2.2.3 Esempio dello stadio : le mappe radar ottenute La parte più interessante dell’indagine era l’area dello stadio dentro la villa, qui sia le immagini radar che la corrispondente sezione termografica indicavano la

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presenza di una possibile struttura posizionata obliquamente rispetto al modulo di copertura della scansione . La figura mostra il radargramma dello stadio nell’intervallo di profondità da 0,80 – 1,00 m. Si può osservare l’anomalia prodotta dalla presenza di una struttura. Questo bersaglio era caratterizzato da un’ampiezza di circa 0,80 m e una lunghezza di 15 m , posizionato in una direzione obliqua rispetto al modulo di copertura delle scansioni. Considerando la posizione inusuale del bersaglio e la sua forma e dimensione si decise di fare dei test in questa area per verificare le sue caratteristiche. Uno scavo rivelò la presenza di un canale scavato nel terreno e coperto da una lastra di travertino. Lo scopo per cui questa struttura era stata costruita non è chiaro, comunque le ipotesi sono due: un canale di scolo per l’acqua piovana o un canale Radargramma dello stadio. per le acque termali usate dentro la villa.

2.2.4 Risultati I risultati dell’indagine hanno dimostrato il significativo potenziale operativo del sistema RIS in campo archeologico, utilizzando un apparato di antenne e mappe topografiche. In particolare l’uso dell’apparato ha permesso di ottenere in breve tempo una completa copertura del campo, mentre durante la fase di elaborazione, la disponibilità delle mappe topografiche ha dato una veduta tridimensionale del terreno, che ha permesso di rilevare la presenza della struttura. Il test di scavo fatto successivamente ha confermato l’interpretazione fatta usando le immagini radar acquisite. Gli scavi effettuati.

Cartografia dell’area dello stadio.

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Gli scavi effettuati.

Capitolo3

Applicazioni del georadar all’archeologia Gli esempi di seguito riportati confermano come il GPR può essere usato con buoni risultati in archeologia.

3.1 Komochi-Mura, Giappone. Sono state effettuate ricerche archeologiche nel villaggio di Komochi-Mura, situato nella parte centrale del Giappone. L'intera area occupata dal villaggio moderno è costituita da uno spesso strato di

Villaggio di Komochi-Mura in Giappone.

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pomice derivante dall'eruzione del vulcano Futatsudake del monte Haruna, distante circa 10 km dal villaggio, che intorno alla metà del VI secolo lo ricoprì interamente. Le ricerche con il GPR si sono svolte nell'arco di dieci anni con l'obiettivo di ritrovare l'antico villaggio. Completato il lavoro si è realizzata una mappa dettagliata dell'intero insediamento. Con i successivi scavi si e' riportato alla luce una grande varietà di manufatti e resti di abitazioni e tombe. Le ricerche sono state svolte utilizzando uno strumento chiamato Georadar-2. La pomice permette una velocità di propagazione delle onde abbastanza elevata grazie alla sua costante dielettrica molto bassa. Analizzando i diversi strati di pomice (dovuti a diverse eruzioni) è stato possibile una mappa dell'antico villaggio e si è riusciti a distinguere quali costruzioni resistettero alla prima eruzione e quali no. Nel villaggio erano presenti due tipi di abitazioni:scavate nel terreno, le più diffuse e chiamate pitdwelling o erette sulla superficie (chiamate surface-dwelling Altri reperti individuati grazie al GPR sono le tombe, dette Kofun (che significa “tombe a tumulo”). Potevano avere una forma quadrata o circolare e di solito erano delimitate da un fossato. Nella figura a pagina seguente è riportato un profilo GPR relativo ad una tomba. Sono perfettamente riconoscibili i due fossati (surrounding moat) ed il tumulo (mound). Dall'analisi della figura è stato possibile Esempio di come possono essere state distrutte le abitazioni: la pomice supporre che la pomice abbia eruttata dal vulcano si è depositata progressivamente sul tetto finché esso prima ricoperto i fossati e poi il Non ha ceduto e l'abitazione non è crollata. tumulo.

Profilo GPR relativo ad una tomba Kofun.

3.2 Valenza, Spagna La Cattedrale di Valenza è uno dei principali monumenti storici della Spagna e la sua costruzione iniziata nel 1262 fu 12

ultimata nel 1530. Venne edificata sopra le antiche rovine di una Moschea araba e ad altre rovine di periodo romano; la sua costruzione può essere suddivisa in 3 fasi (erezione di un'antica chiesa romanica tra il 1262 ed il 1330, aggiunta di una torre tra 1330 e 1430, modifiche strutturali tra il 1430 e 1530). Le ricerche, che sono state effettuate con il GPR all'interno della Cattedrale hanno permesso di avere informazioni riguardo ad alcuni documenti e vecchie mappe contenuti negli archivi della stessa, che illustravano le presenza di antiche strutture (succedutesi nelle varie fasi di costruzione) e per monitorare ed analizzare l'estensione e la potenziale pericolosità di una chiazza di umidità sul pavimento. Grazie a queste ricerche è stato possibile localizzare cripte, ossari e antichi muri esistenti già prima della costruzione della Cattedrale. I materiali su cui questa sorge sono depositi di origine alluvionale (ghiaia, sabbia, argilla). L'area di interesse per le ricerche si estendeva fino a 3 metri di profondità, per questo è stata utilizzata una frequenza di 500 Mhz, scelta come compromesso tra la potenza necessaria e la risoluzione richiesta per individuare oggetti di piccole dimensioni. Le principali strutture individuate sono state le cripte. Le vecchie mappe contenute negli archivi ne indicavano tre, la più grande delle quali era localizzata sotto la navata centrale di fronte all'altare, ed i profili hanno confermato la sua presenza. Nella figura sono riportati i profili acquisti lungo la navata centrale (P1) e vicino all'altare (P5). Da essi si può constatare che la cripta, posta circa a 0,5 metri sotto il pavimento, provoca un'anomalia che si estende per circa 4 metri. Pianta della cattedrale di Valenza. Inoltre si rivela la presenza di altre strutture, tra le quali un muro risalente all'antica costruzione romanica, tombe ed un'altra cripta. Come abbiamo detto, altre strutture rivelate grazie alle ricerche effettuate sono state le tombe e gli ossari, la cui precisa localizzazione non era nota anche se la loro presenza era ben documentata nella carte presenti negli archivi. Per quanto riguarda il monitoraggio dell'umidità le ricerche hanno rivelato che essa è probabilmente causata dal bacino sotterraneo posto a circa 7-9 metri di profondità. Sul pavimento sono ben visibili delle macchie bianche di sale dovute all'evaporazione dell'acqua proveniente dal bacino. I Risultati differenti tra la zona umida e la zona secca sono dovuti proprio alla presenza di acqua che tende ad alterare in Profili acquisti lungo la navata centrale e vicino all'altare. peggio le caratteristiche elettriche di marmo e cemento.

3.3 Elden Pueblo, Arizona, USA

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Il villaggio di Elden Pueblo, che sorgeva in Arizona intorno al 1200 fu uno dei maggiori centri abitati della zona. Le abitazioni avevano struttura molto semplice:veniva scavata una buca nel terreno, intorno ad essa venivano erette delle mura di pietra a poi il tutto veniva ricoperto con legna o pelli di animali. Un'altra particolarità del villaggio erano le tombe. Durante le sepolture venivano posizionate delle pietre vicino alla testa ed ai piedi delle salme. Le dimensioni di queste pietre sono tali da generare delle forti riflessioni facilmente individuabili nei profili acquisiti e questo permette di individuare e definire precisamente la zona dove dovrà essere effettuato lo scavo..

Con le lettere A, B, C, D sono indicate le anomalie generate da abitazioni, mentre con la lettera E è indicata l'anomalia proveniente da una tomba.

3.4 Sebastian , Florida, USA

I dati acquisiti nella località di Sebastian sono stati utilizzati per verificare la presenza di relitti lungo la costa per testare l'efficienza del GPR lungo i terreni costieri; la profondità di penetrazione delle onde è limitata in questa zona dalla presenza di acque. Le spiagge e le dune della zona sono costituite prevalentemente da granelli di quarzo e frammenti di conchiglie. I dati sono stati acquisiti lungo cinque spiagge e lungo alcune dune sabbiose vicino alla costa. La scelta della localizzazione dei profili è stata effettuata sulla base di studi sulle correnti oceaniche ed in base alla presenza di oggetti precedentemente scoperti.

Interpretazione del profilo ottenuto col georadar.

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3.5 Gortina, Grecia Tra le molte indagini preliminari svolte presso il teatro del Pythion, la campagna di scavo 2004 ha previsto anche prospezioni georadar, effettuate attraverso uno strumento di recente acquisto da parte dell’Università di Padova (SIR3000), nell’intento di verificare presenza o assenza di anomalie significative in alcuni settori del teatro non ancora indagati. L’articolato panorama archeologico del sito di Gortina ha offerto anche la possibilità di testare lo strumento su superfici tra loro molto diverse, consentendo la sperimentazione di diversi settaggi dello strumento modificati di volta in volta a seconda delle caratteristiche del terreno. Per l’indagine sono stati scelti due settori (zona retrostante la cavea -area1- e zona extrateatro a nord del muro est-ovest di chiusura dell’edificio -area2-) per la superiore potenzialità documentaria di queste aree indagate rispetto ad altre di minore interesse, anche in vista di una eventuale estensione delle indagini archeologiche. Tuttavia le due aree offrono condizioni tutt’altro che favorevoli per la prospezione georadar: la forte irregolarità del piano campagna, alterato dalla presenza di elementi lapidei di grandi dimensioni e sporadici laterizi, condiziona il recupero delle informazioni non consentendo una aderenza continua del dipolo al suolo; al contempo, la consistenza estremamente farraginosa del terreno, in larga parte risultato dell’accumulo di riporti esterni e dello sfaldamento della malta dei crolli delle strutture del teatro, ha limitato fortemente il recupero delle informazioni. Le indagini condotte nella zona di extrateatro non hanno portato a conclusioni interessanti date le scarse anomalie rilevate, mentre nella zona retrostante la cavea sono state riscontrate forti anomalie diffuse su tutta la superficie indagata a partire dalla profondità di 1 metro/1,5 metri, interpretabili come blocchi di crollo provenienti dalle sostruzioni del sovrastante ordine di scalinate col tempo obliterati da strati di accumulo.

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Pianta del teatro di Gortina con settori interessati dalle prospezioni georadar: area1, dietro la cavea del teatro, zona che ha dato maggiori riscontri come presenza di numerose e forti anomalie nel terreno sottostante;

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Indice



Capitolo 1 Il Ground Penetrating Radar

1.1 Funzionamento del GPR 1.2 Limiti applicativi 1.3 Vantaggi 1.4 Strumenti 1.5 Analisi del sito 1.6 Acquisizione, elaborazione ed interpretazione dei dati 1.7 Presentazione risultati 1.8 Costi •

Capitolo 2 Il georadar in Italia

2.1 Il progetto Archeoradar 2.1.1 Caratteristiche 2.1.2 Vantaggi ed applicazioni 2.2 Roma Villa Adriana(Tivoli), L’esempio dello stadio 2.2.1 RIS per indagini archeologiche 2.2.2Strumentazione RIS 2.2.3 Esempio dello stadio : le mappe radar ottenute 2.2.4 Risultati •

Capitolo 3 Applicazioni del georadar all’archeologia

3.1 Komochi-Mura,Giappone 3.2 Valenzia, Spagna 3.3 Elden Pueblo, Arizona, USA 3.4 Sebastian, Florida, USA 3.5 Gortina, Grecia

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Bibliografia

E.Finzi ­ Geofisica archeologica. Stato dell’arte e manuale d’uso dei metodi geofisici ad alta                  risoluzione per lo studio topografico del sottosuolo antropizzato. L.Fiori  ­ Principi di funzionamento del GEORADAR e studio statistico del clutter. Articolo tratto da “Archeo”  Articolo tratto da “Arkos” Progetto  archeoradar http://www.archeologymapping.com/ http://www.geophysical.com http://www.ids­spa.it/ http://www.ing.univaq.it/ http://www.geopartner.pl http://www.archeoradar.it http://www.bai.uni­wuppertal.de/projekte/prospektionen/georadar/main.html http://www.boviar.net http://www.denkmalpflege­hessen.de

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