San Tommaso 1^parte

  • June 2020
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SAN TOMMASO, temi principali Il pi� importante dei santi-filosofi e massimo esponente della scolastica (cio� la seconda fase del pensiero cristiano) fu Tommaso d'Aquino (1225-1274), che fu tra l'altro il principale responsabile della reintroduzione di Aristotele nella tradizione occidentale (Per un bel po' di secoli, infatti, lo Stagirita era stato discretamente ignorato dagli studiosi, che non volevano ammettere di non essere in grado di capire il greco). 1.L'alleanza tra fede e ragione Aspetto principale della teologia di San Tommaso � la ricerca di un'alleanza da stabilire tra fede e ragione. L'intenzione di Tommaso � quella di provare per via razionale le verit� di fede, ma per fare ci� ha bisogno di accordare le conclusioni del discorso religioso con quelle offerte dalla logica. Com'� possibile conciliare le esigenze della conoscenza scientifica (qui considerata ancora in senso aristotelico) con i dogmi che esprimono il contenuto indiscutibile della fede? L'indagine del mondo naturale, infatti, pu� entrare in conflitto con le verit� di fede: qualora l'evidenza di un fenomeno contrasti con le Sacre Scritture, quali parti prendere? Possibile che Dio abbia creato un mondo che entri talvolta in contrasto con le sue stesse leggi? Tommaso ritiene che Dio non possa essere cos� malevolo da produrre il contrasto tra l'indagine naturale e la verit� di fede. Tra filosofia e teologia non vi � dunque opposizione, seppure quest'ultima sia superiore alla prima perch� portatrice di Verit� annunciate agli uomini direttamente da Dio. Egli non ha creato l'uomo per dotarlo di una logica ingannatrice e falsa, se una verit� naturale appare talvolta in contrasto con le verit� di fede, questo contrasto non � ovviamente dovuto a un errore di Dio e delle sue leggi, ma piuttosto a un errore umano che non le sa correttamente interpretare. In altri termini, la Creazione, opera di Dio, non pu� essere in contrasto con se stessa, ogni evidente discrepanza tra le conclusioni della fede e quelle della scienza filosofica � dovuta agli errori di interpretazione in cui incorrono gli uomini. L'indagine tomista vuole dunque offrire la corretta interpretazione del Creato, chiarirne le meccaniche anche l� dove l'evidenza appare in contrasto con quanto stabilito dalle Sacre Scritture. L'ambito della ragione si riduce dunque a una riflessione che rimane pur sempre entro i limiti che le sono dati dalle Verit� di fede, e solo entro questi limiti essa ha piena libert� di indagine, ma non oltre. Ci� significa che la ragione � pur sempre sottomessa alle Verit� indiscutibili dei dogmi, poich� porsi in contrasto con essi significherebbe negare l'infallibilit� divina. In particolare, per Tommaso, la ragione pu� e deve venire in aiuto della fede in tre modi: dimostrando razionalmente le Verit� dei dogmi; spiegando per immagini e similitudini i misteri della fede; ribattendo alle obiezioni degli atei (apologetica). 2. Dio come vero fondamento Il progetto di Tommaso di servirsi della logica aristotelica pone la necessit� di utilizzare il sillogismo come metodo di indagine. Come gi� visto in Aristotele, il sillogismo presenta per� un problema fondamentale: la veridicit� delle premesse. Il sillogismo, infatti, necessita per sua natura di dimostrare le verit� sulle quali fonda la catena delle deduzioni, il sillogismo deve avere a monte una premessa vera e dimostrata per la sua semplice evidenza. Come pu� Tommaso dare avvio a quella catena di deduzioni proprie del sillogismo fondandola su premesse

non evidenti quali l'esistenza di Dio e dei principi di fede? Tommaso sostiene, nella Somma teologica, che la scienza rispecchia le verit� teologiche, in quanto l'intera Creazione di Dio � soggetta alle leggi della natura fondate da Egli stesso. La scienza � quindi la stessa legge divina. "[...] poich� essa [la scienza] procede dai principi conosciuti con la luce di Dio e dei beati. Pertanto, allo stesso modo che la musica accetta come buoni i principi che le sono trasmessi dalla matematica, cos� la sacra dottrina accetta i principi che le sono rivelati da Dio" (Somma Teologica). Per fondare comunque il sillogismo sulla verit� del principio divino, Tommaso si affida alla tripartizione neoplatonica della realt�: in principio vi � Dio, da Dio deriva la Creazione, terminata la Creazione, vi � la possibilit� di risalire alla conoscenza di Dio. Ecco che allora "Poich� lo scopo principale di questa sacra dottrina � di comunicare la conoscenza di Dio, e non solo per quel che Dio � in s�, ma anche in quanto � principio e fine della realt�, e specialmente della creatura razionale, intendendo esporre questa dottrina tratteremo prima di Dio, in secondo luogo del cammino a Dio della creatura razionale, in terzo luogo di Cristo, perch� in quanto uomo, Cristo � per noi la via che porta a Dio" (Somma teologica). Tommaso pone dunque come fondamento della catena delle deduzioni la Verit� di Dio, ma � un porre dettato dall'impossibilit� di negare quella superiore verit� di fede che impone di dare per Dio come certamente esistente. L'intero edificio tomista pogger� allora sull'indiscutibilit� delle Verit� rivelate, gi� date per vere e dunque esentate dall'indagine critica, un porre che non riguarda tanto il discorso logico, quanto la volont� di fondare la riflessione razionale e i suoi passaggi su qualcosa posto come certo, secondo la volont� di fede. 3. Le cinque prove dell'esistenza di Dio Nella Somma teologica, Tommaso indica cinque prove dell'esistenza di Dio, dimostrate per via razionale. Il procedimento utilizzato da Tommaso si appoggia sull'impianto della filosofia aristotelica del motore immobile e consta di una serie di argomenti "a posteriori", ossia che partono dai dati empirici dall'esperienza per giungere alla definizione di un principio primo che ne giustifichi l'esistenza. Anche per Tommaso, come in Aristotele, l'uomo � limitato nella sua conoscenza certa nella percezione delle sole cose materiali, ma alla certezza di Dio si pu� comunque giungere grazie allo strumento dell'intelletto razionale. 1� prova: Il movimento (il motore immobile). "Omne quod movetur ab alio movetur" (come gi� in Aristotele). Ogni cosa che muta, muta proprio in ragione di un qualcosa che la fa mutare. Tutte le cose passano dalla potenza all'atto, vi � quindi un mosso (l'ente che muta) e un movente (un altro ente che rende possibile il mutamento). Se ogni ente ha dunque alle spalle qualcosa che lo fa muovere da uno stato all'altro, non � ugualmente possibile che la catena degli enti mossi e dei loro moventi non abbia a monte un primo motore, un motore immobile che � motivo di ogni altro movimento. Per Tommaso, come in Aristotele, questo principio che mette in moto la catena dei mossi e dei moventi � senza dubbio Dio. 2� prova: Il rapporto causa/effetto (la causa incausata). Allo stesso modo, ogni ente � il prodotto di una certa causa che lo rende effettivamente ci� che �. In questa catena di cause legate ai relativi effetti, per Tommaso, come per Aristotele, deve pur esistere una causa prima, una causa incausata (senza causa efficiente alle sue spalle), perch�, se cos� non fosse, il mondo si reggerebbe su una caduta infinita e a ritroso della cause. Ammettere ci� significherebbe che il mondo si regge sul nulla, ecco perch� Dio si identifica con questa causa che genera ogni altro effetto e che non ha alcuna causa alle sue spalle, poich� � Dio l'unico creatore di tutte le cose. 3� prova: La contingenza (l'essere necessario). Il mondo � fatto di cose possibili, ovvero di cose che nascono e finiscono, che passano da uno stato di essere a non essere pi� (sono contingenti, ovvero "sono fintanto che sono"). Ci� comporta la possibilit� che tutto ci� che esiste possa essere stato un giorno un nulla (ex nihilo nihil, ovvero "ci� che esce dal nulla, rimane un nulla"). Ecco

allora la necessit� di un essere assolutamente necessario, ovvero qualcosa che non pu� non esistere, la sostanza stabile di tutte le cose, ovvero, Dio. 4� prova: I diversi gradi di perfezione (l'essere perfettissimo). Le cose del mondo hanno tutte diversi gradi di perfezione, una cosa pu� essere pi� o meno bella, pi� o meno vera, pi� o meno giusta. Tutte hanno in s� la possibilit� di migliorare e comunque lasciano aperta la possibilit� di un miglioramento. Se ogni cosa potesse migliorarsi all'infinito, il concetto stesso di perfezione ne risulterebbe svuotato, poich� mai nulla si potrebbe dire perfetto una volta per tutte. Ecco perch� secondo Tommaso deve per forza di cosa esistere un essere perfettissimo, che � gi� perfezione e contiene al massimo grado tutte le determinazioni finite degli enti finiti (contenga quindi il bello, il vero, il giusto come concetti puri e assoluti). Questo essere perfettissimo � Dio. 5� prova: il fine (l'intelligenza ordinatrice). Tutti le cose naturali tendono a un fine, ogni cosa naturale ha un ordine. Tuttavia tutte le cose naturali, organiche e inorganiche, non possiedono una coscienza del proprio fine, non sono coscienti di ci� a cui tendono e dell'ordine entro il quale sono state create. Dunque � necessario che dietro a questa loro mancanza di coscienza vi sia un'intelligenza cosciente e ordinatrice, che attribuisca a ciascuna di loro il fine per cui � stata creata: questa intelligenza ordinatrice � Dio. Le cinque dimostrazioni non vogliono sostituirsi alle Verit� di fede, esse costituiscono piuttosto dei preamboli alla conoscenza di Dio. Dio rimane essenzialmente inconoscibile concretamente, tuttavia, le cinque prove dimostrano come la ragione (opera di Dio, come ogni cosa) possa ugualmente provare la necessit� di un principio divino che tutto produce e al quale ogni cosa tende. L'intero edificio della Creazione, comprensiva della ragione, rispecchia la Volont� di Dio (non vi � dunque contrasto tra fede e ragione).

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