Punto Omega Rivista quadrimestrale del Servizio Sanitario del Trentino Nuova serie Anno II/2000 numero 2-3 agosto 2000 Registrazione del Tribunale di Trento n. 1036 del 6.10.1999 © copyright 2000 Provincia A utonoma di Trento Tutti i diritti riservati. Riproduzione con sentita con citazione obbligatoria della fonte Direttore Mario M agnani Direttore responsabile Alberto Faustini Coordinamento redazionale ed editoriale Vittorio Curzel Redazione a cura del Servizio Programmazi one e ricerca sanitaria
in Women’s Health in the Countries of Central and Eastern Europe; Helsinki Declaration on Action for Envir onment and Health in Europe; The Copenhagen Declaration; European Charter on Alcohol; The Ljubljana Charter on Reforming health Care; Athens Declaration for Healthy Citi es; Health21: Health for all in the 21st century
per l’accuratezza della traduzione.
Published in English by the Regional Office for Europe of the World Health Organisation.
Progetto grafico Giancarlo Stefanati
© World Health Organisation Translation rights for an edition in I talian have been gr anted to th e Servizio Pr ogramm azione e Ricerca Sanitaria, Provincia Autonoma di Trento, by the Director of the Regional Offi ce for Europe of the World Health Organisation. The Publisher alone is responsible for the accuracy of the translation.
Pubblicati in lin gua inglese dall’Ufficio per l’Europa dell’Organizzazione Mon diale Questo numero doppio speciale della Sanità. contiene la versione italiana dei seguenti documenti dell’Organizzazioene Mondiale © Organizzazione Mondiale della Sanità: della Sanità The Alma - Ata Declaration;
Ottawa Charter for Health
I diritti di traduzione per Promoti on;
un’edizione in lingua Vienna Declaration on Nursing italiana sono stati concessi in Support of the Europen
al Servizio Programmazione Targets for Health for All; e Ricerca Sanitaria, Provincia Charter Against Tobacco;
Autonoma di Trento, dal European Charter on
Direttore dell’Uffi cio Environment and Health;
Regionale per l’Europa The Milan Declaration on
dell’Organizzazione Mon diale Healthy Cities;
della Sanità. Vienna Statement on Investing L’editore solo è responsabile Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
La traduzione dei documenti è stata curata da Giovanni Martini, ad eccezione della “Dichiarazione di Alma-Ata”, che è stata tradotta da Carlo Favaretti e Paolo De Pieri. I traduttori sono responsabili per l’accuratezza del testo e della traduzion e.
Editing Marco Mantovano Attilio Pedenzini Stampa Nuove Arti Grafiche Artigianelli s.c.a.r.l. Trento Stampato su carta ecologica Fedrigoni Vellum white Indirizzo Provincia Autonoma di Trento Servizio Programm azione e Ricerca sanitaria Via Gilli, 4 38100 Trento tel. +39.0461.494037 fax +39.0461.494073 e-mail:
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Mario Magnani
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Giovanni Martini 6 Una società orientata alla salute Gianfranco Domenighetti 9 Per una politica di sanità pubblica centrata sui bisogni della popolazione e non su quelli dei servizi
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anno due numero due/tre 26 Dichiarazione di Alma Ata, 1978
30 Carta di Ottawa per la Promozione della Salute, 1986
36 Dichiarazione di Vienna sulla Professione Infermieristica a sostegno degli Obiettivi Europei della Salute per Tutti, 1988
38 Carta contro il Tabacco, 1988
39 Carta Europea sull’Ambiente e la Salute, 1989
47 Dichiarazione di Milano sulle Città Sane, 1990
51 Dichiarazione di Vienna sugli investimenti nella salute delle donne nei Paesi dell’Europa Centrale
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e Orientale, 1994
58 Dichiarazione di Helsinki sull’Azione nei confronti dell’Ambiente e della Salute in Europa, 1994
72 Dichiarazione di Copenaghen sulla Politica per la salute, 1994
77 Carta Europea sull’Alcol, 1995
79 Carta di Lubiana sulle Riforme della Sanità, 1996
84 Dichiarazione di Atene sulle Città Sane, 1998
90 Health21: la Salute per tutti nel 21° secolo, 1998
“Serrati gli uni contro gli altri dalla crescita del loro numero e della moltiplicazione dei collegamenti, accomunati dal risveglio della speranza e dell’angoscia per il futuro, gli uomini di domani lavoreranno per la formazione di una coscienza unica e di una conoscenza condivisa”. Pierre Teilhard de Chardin “Punto Omega”, nel pensiero di Teilhard de Chardin, filosofo e teologo vissuto tra il 1881 e il 1955, è il punto di convergenza naturale dell’umanità, laddove tendono tutte le coscienze, nella ricerca dell’unità che sola può salvare l’Uomo e la Terra. “Punto Omega” è anche il titolo scelto per la rivista quadrimestrale del Servizio sanitario del Trentino, ideata nel 1995 da Giovanni Martini, poiché le sue pagine vogliono rappresentare un punto di incontro per tutti coloro che sono interessati ai temi della salute e della qualità della vita.
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Editoriale
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gire per la promozione della sa lute e la prevenzione significa prima di tutto dare avvio ad una concreta ed ampia azione di in formazione e sensibilizzazione dei cittadini, promuovendo un vasto processo di autoresponsa bilizzazione in ogni ambito e del la vita umana, attraverso il quale indirizzare comportamenti e sti li di vita a favore della salute. In tale processo la comunicazio ne assume evidentemente un ruolo centrale, come ha recente mente sottolineato il Ministro della Sanità, nella sua presenta zione alla Relazione sullo stato sanitario dell’Italia nel 1999. “La prima responsabilità nel for nire una costante ed efficace co municazione ai cittadini - ha di chiarato il Ministro -spetta al Ser vizio sanitario, in tutte le sue ar ticolazioni. Eppure, salvo rare eccezioni, esso è ancora lontano dal considerare la comunicazio ne come un compito istituziona le, pari per impor tanza a quelli tradizionali di prevenzione, dia gnosi e cura. Un cittadino bene informato è consapevole non solo del proprio diritto alla salute, ma anche del proprio ruolo di soggetto attivo attraverso l’adozione responsabi le di abitudini di vita più sane e un’attenzione costante alla pre venzione”.
zione, nell’ambito del quale rien tra a pieno titolo “Punto Ome ga”, rivista del Servizio sanitario del Trentino. Dopo il primo numero della nuo va serie, dedicato ai progetti di telemedicina in Trentino, esce ora questo numero doppio speciale contenente la versione italiana di una serie di importanti documen ti sottoscritti dagli Stati Membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riguardanti la stra tegia della salute per tutti. Si tratta in molti casi di docu menti pubblicati per la prima volta in lingua italiana, con l’in tento di offrire agli operatori sa nitari, ma anche ai cittadini inte ressati, uno strumento di aggior namento professionale, di indi rizzo, di studio. Desidero ringraziare l’Ufficio re gionale per l’Europa dell’OMS (WHO/EUROPE) per aver conces so l’autorizzazione a tradurre e distribuire questi importanti la vori, frutto della riflessione inter nazionale su tematiche di prima rio interesse per la diffusione della cultura della salute.
Mario Magnani Assessore provinciale alle Politiche sociali e alla Salute
Conscio di tale compito, l’Asses sorato provinciale alle Politiche sociali e alla Salute ha avviato un articolato Progetto di Comunica3
Una società orientata alla salute
nità, come “stato di completo be nessere fisico, psichico e sociale”, tale rivoluzione assume un signifi cato ancora più profondo.
Giovanni Martini
Partendo da questo presupposto, il dibattito sulla sanità si è svilup pato attorno alle modalità ed alle azioni per raggiungere la salute. E’ in questo contesto che nasce il movimento della Salute per Tutti che si evolve contestualmente al ri lancio del concetto di promozione della salute, definita come “processo che consente alle persone di eser citare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla” (Car ta di Ottawa, 1986). La sintesi della Salute per Tutti e della promozione della salute porta ad una nuova visione della sanità orientata a un’assistenza di primo livello diffusa sul territorio, alla corresponsabilizzazione delle perso ne e delle comunità nel farsi carico del problema della salute, al coin volgimento di tutti i settori la cui azione può avere un impatto sulla salute e alla disseminazione di in formazioni attendibili ed utili per aumentare il benessere e prevenire le malattie. Queste idee hanno fatto fatica a diffondersi in Italia, anche perché i documenti raramente erano dispo nibili in lingua italiana, non facen do essa parte delle lingue ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. In un momento storico in cui ci dovremo confrontare e competere con realtà territoriali di tutta Euro pa, abbiamo ritenuto opportuno e utile proporre agli operatori della
In questi ultimi anni la società ha subito una serie di importanti quanto profonde modificazioni di tipo strutturale anche per quanto riguarda la salute della popolazione e l’evoluzione del sistema sanita rio, che vanno dall’allungamento della vita media, alla rivoluzione delle telecomunicazioni, all’evolu zione della tecnologia biomedica, alle nuove prospettive della medi cina. La diffusione di nuove conoscen ze ha portato ad un’ampia riflessio ne sul significato e sul ruolo della sanità, che in una nuova concezio ne viene vista come sistema orien tato alla promozione, alla protezio ne e al mantenimento della salute delle persone. Che la sanità doves se produrre salute e non solo pre stazioni ha costituito una sorta di rivoluzione copernicana. Se poi la salute viene definita, secondo quan to proposto nella costituzione del l’Organizzazione Mondiale della Sa 4
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sanità e a tutti i cittadini interes sati la traduzione di alcuni dei più importanti documenti sottoscritti e adottati dagli Stati Membri dell’Or ganizzazione Mondiale della Sanità e relativi alla Strategia della salute per tutti nella Regione Europea. Vengono riportati in questo nu mero speciale di Punto Omega al cuni documenti che trattano le te matiche dell’evoluzione dei sistemi sanitari e, più in generale, della società, nella direzione del perse guimento della Strategia della Sa lute per Tutti e delle caratteristiche che devono assumere i sistemi sa nitari europei, anche attraverso lo sviluppo dell’assistenza sanitaria di primo livello e la promozione della salute (Dichiarazione di Alma-Ata, Carta di Ottawa, Carta di Vienna sugli Investimenti nella Salute del le Donne, Dichiarazione di Vienna, Carta di Lubiana, Health21). Altri documenti fanno riferimento più specifico ai comportamenti e agli stili di vita (Carta contro il Tabacco e Carta Europea contro l’Alcol). Al tri ancora all’azione da intrapren dere congiuntamente con altri set tori e a livello sovranazionale per affrontare le tematiche inerenti il rapporto salute e ambiente (Dichia razione di Helsinki e Dichiarazione di Copenaghen). Altri documenti, infine, sviluppano i concetti della promozione della salute a livello municipale attraverso la rete delle Città Sane (Dichiarazione di Milano e Dichiarazione di Atene). Le traduzioni in italiano di tali documenti sono precedute da un Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
contributo originale di Gianfranco Domenighetti, Direttore del Servi zio sanitario del Cantone Ticino, Svizzera e docente di economia e politica sanitaria alle Università di Losanna e Ginevra, che con la con sueta chiarezza e visione innovati va pone alcuni problemi e formula alcune proposte relativamente all’in tersettorialità degli interventi orien tati alla salute, facendo riferimento in particolare al consistente impat to sulla salute delle condizioni so cio-economiche della popolazione, alla necessità di diffondere in modo equo ed attendibile le informazioni sulla salute e sulle procedure sani tarie, al fine di raggiungere un mag gior livello di consapevolezza della società civile e di moderare le atte se “mitiche” nei confronti dell’on nipotenza della medicina. Nonostante i progressi culturali, scientifici e tecnici che ci fanno ben sperare in un mondo popolato da persone più sane e con una miglio re qualità della vita, non dobbiamo tuttavia farci prendere la mano da un cieco ottimismo. A questo pro posito suonano profetiche le parole che René Dubos ha scritto alla fine degli anni ’50: “Il processo della vita è un’inte razione continua fra gli individui ed il loro ambiente, che spesso assume la forma di una lotta che sfocia in lesioni o malattie. Più l’individuo è creativo e meno può sperare di evi tare il pericolo perché la materia stes sa della creazione è costruita di rea zioni alle forze che tendono a ferire il suo corpo e la sua anima.”
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e ancora: “Rimane un sogno inutile, anche se può essere di conforto, immagi nare una vita priva di stress e di pro blemi vissuta in un mondo libero da preoccupazioni. L’uomo non può sperare di trova re sulla terra il Paradiso, perché il concetto di paradiso è statico, men tre la vita umana è un processo di namico. L’uomo potrebbe sfuggire i peri coli solo rinunciando all’avventura, abbandonando ciò che caratterizza la condizione umana rispetto al re sto degli animali. Fin dalla preistoria, la terra non è mai stata un Giardino dell’Eden, ben sì una Valle delle decisioni in cui l’adattabilità è cruciale per la soprav vivenza. La terra non è un luogo di riposo. L’uomo è stato creato per combatte re, non necessariamente per se stes so, ma per un continuo processo di crescita emozionale, intellettuale ed etica. Crescere in mezzo ai pericoli è il destino della razza umana, perché questa è la legge dello spirito.”
E’ comunque nostro dovere non lasciare nulla di intentato per mi gliorare complessivamente le con dizioni di vita delle persone all’in terno delle comunità, facendo sì che il processo di crescita emozionale, intellettuale ed etica di cui parla Dubos possa avvenire in un conte sto in cui i pericoli e in rischi per la salute, almeno quelli che si pos sono controllare, siano mitigati.
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Riferimenti bibliografici 1. “Peering into 2010” (A survey of the future of Medicine) in The Economist, 19 marzo 1994. 2. Cicogna, F. – “Il nuovo scenario” in Salute e Territorio n.114, 1999. 3. Dubos, R. - Mirage of Health Rutgers University Press, 1987. 4. Martini, G. Graiff, A. - “Oltre le Colonne d’Ercole. Salute, Sanità e Nuove Tecnologie” in Punto Omega prima serie n.13, Trento 1998. 5. Stefanini, A. – “Politica dei ser vizi e politica per la salute” in Prospettive Sociali e Sanitarie, n.3, 2000. 6. Ziglio, E. - “Consumare assisten za o produrre salute?” in Tenden ze Nuove, n.1, aprile/giugno 1997.
Giovanni Martini è Dirigente del Servizio Programmazione e Ricerca Sanitaria della Provincia Autonoma di Trento
Per una politica di sanità pubblica centrata sui bisogni della popolazione e non su quelli dei servizi Gianfranco Domenighetti
L’obiettivo di una politica di sa nità pubblica dovrebbe essere quel lo di promuovere il benessere sani tario individuale e collettivo: - garantendo a tutta la popolazio ne un accesso equo alle infor mazioni, alle prestazioni ed ai servizi (di prevenzione, di dia gnosi, di cura e di riabilitazio ne) adeguati ai bisogni sanitari, il tutto a costi sopportabili per l’individuo e per la società, te nuto conto delle risorse dispo nibili. - mettendo in atto un’azione in tersettoriale di sostegno ad un ambiente eco-socio-economico favorevole alla salute. Se i contenuti della prima parte di questo obiettivo, a parte la “no vità” rappresentata dall’esplicito accenno all’equità d’accesso alle “informazioni”, sono, almeno dal punto di vista generale, unanime Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
mente condivisi, la seconda parte, che fa esplicito riferimento alla messa in atto di un’ “azione inter settoriale”, è probabilmente in lar ga misura incompresa o percepita come un mero obiettivo declamato rio di poca o nulla valenza pratica. Questa percezione è senz’altro più radicata e diffusa presso la cosid detta società civile per la quale la salute, la sua promozione ed il suo mantenimento non possono passa re che attraverso sempre maggiori tecnologie e consumi di prestazio ni erogate da operatori e servizi sanitari.
Perché un’azione intersettoriale per la salute ? La necessità di porre l’intervento intersettoriale tra gli obiettivi prio ritari della politica sanitaria discen de dall’evidenza che il benessere sanitario di una popolazione dipen de anche, se non soprattutto, da determinanti che di regola sono ri tenuti estranei o poco influenti sulla “produzione” di quantità e di quali tà di vita di una popolazione. Essi sono: la cultura, intesa in senso lato, la condizione socioeconomica (fattori che a loro volta influenze ranno i comportamenti e gli stili di vita) e l’ambiente inteso come eco sistema. A questi determinanti il benessere sociosanitario vanno poi aggiunti il patrimonio genetico in dividuale ed infine la disponibilità e l’accesso ad un sistema sanitario “universale” (figura 1). Il contributo relativo dato da cia scuno di questi determinanti alla 7
Figura 1
longevità (raggiungimento dell’età di 75 anni) è stato da più autori stimato. Ad esempio l’importanza del contributo dato dal settore pret tamente sanitario al conseguimen to di questo obiettivo (generalmente mitizzato) è stato valutato come pari al 10-15%, quello del patrimo nio genetico tra il 20 e il 30%, il contributo dell’ecosistema del 20%, mentre l’influenza dei fattori socio economici, di gran lunga la più im portante, è stata stimata tra il 40 e il 50%. Quando si valutano e si compa rano i risultati dei sistemi sanitari in termini di longevità delle popo lazioni di riferimento si vede che, tra i paesi industrializzati avanzati che garantiscono un accesso equo ai servizi, non esiste praticamente nessuna correlazione tra la spesa (e quindi le disponibilità di servizi e operatori) e la speranza di vita. Questo fatto non deve in effetti 8
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sorprendere perché, come visto, altri fattori sono più atti a produrre “longevità” e quindi a spiegare tali differenze. Ad esempio, la “cultura” medi terranea, legata essenzialmente a fattori alimentari e climatici, con cede una “rendita” di partenza in termini di speranza di vita ai popo li del sud dell’Europa di circa 3/4 anni rispetto a quelli del nord e ciò indipendentemente dall’efficienza e dall’efficacia dei servizi sanitari. Il gradiente socioeconomico ri sulta poi essere probabilmente il più importante fattore esplicativo della quantità di vita (e probabilmente della qualità) e ciò indipendente mente dall”humus” culturale in sen so lato in cui un individuo od una popolazione sono “immersi”. Come avvenne in occasione del naufragio del Titanic, ove la soprav vivenza era positivamente correlata
con la classe d’imbarco, così nella società civile coloro che si trovano in una condizione di maggior be nessere socioeconomico benefice ranno di una maggiore longevità e quindi avranno tassi di mortalità più bassi (figura 2). L’abbondanza di studi pubblicati in questi ultimi anni mostrano sen za nessuna ambiguità che l’inegua glianza socioeconomica porta ine luttabilmente all’ineguaglianza sa nitaria [1, 2, 3, 4, 5]. Da qui l’evi denza che tutta una serie di deci sioni politiche e legislative prese in settori non sanitari si ripercuotono poi, direttamente o indirettamen te, sulla salute individuale e collet tiva degli individui e delle popola zioni esposte a tali provvedimenti. Ne consegue che ogni decisione
politica d’importanza che tocca i settori dell’economia, del lavoro, dell’educazione, dei trasporti, del l’ambiente e della protezione socia le dovrebbe prendere in considera zione, prima di essere adottata, an che le ripercussioni di tipo sanita rio che essa potrebbe comportare. Per questi motivi una politica sa nitaria deve includere la cosiddetta “azione intersettoriale” di sostegno ad un ambiente eco-socioeconomi co favorevole alla salute. Privilegiando unilateralmente gli interessi economici (globalizzazio ne, ottimalizzazione del reddito del capitale, flessibilizzazione del lavo ro, smantellamento degli “ammor tizzatori” sociali, ecc.) l’attuale ten denza politica neo-liberale comporta di fatto una modifica del mercato e
Figura 2
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delle condizioni di lavoro, crescen ti ineguaglianze sociali e precariz zazione che si ripercuotono inelut tabilmente sul benessere sanitario e lo stato di salute [6, 7, 8, 9, 10, 11, 12]. Non si tratta ovviamente qui di proporre una sorta di “rivolu zione” tramite “il sanitario”, bensì di non perdere di vista quello che per la stragrande maggioranza della popolazione è il “bene primario”, cioè il benessere sanitario senza il quale non sembra possibile “proget tare l’avvenire”. Quindi una stretta collaborazio ne tra i diversi settori (ministeri, assessorati, ecc.) è un imperativo per ogni politica che miri ad una vera promozione della salute. Oggi giorno nei paesi industrializzati che dispongono di un sistema sanitario “universale” le decisioni del Mini stro delle finanze hanno probabil mente un impatto maggiore sulla salute delle popolazioni che quelle del Ministro della sanità. Il proble ma è che nessuno dei due Ministri è disposto ad ammetterlo e che la popolazione non ci crede. I provvedimenti concreti che pos sono esplicitare la volontà politica di uno Stato di agire a favore della salute saranno: - dapprima, la conduzione e la dif fusione pubblica dei risultati di studi e ricerche che mettano in evidenza che anche in “casa pro pria” il gradiente socioeconomi co, e rispettivamente l’ecosiste ma, influenzano la salute fisica e psichica, soggettiva e ogget tiva, dei cittadini, e, secondo provvedimento, 10
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- procedere alla misura sistemati ca dell’impatto sanitario (Heal th Impact Assessment - HIA) del le politiche pubbliche concer nenti settori “sensibili”. Essa sarà concretamente attuata accompa gnando “ex-ante” le decisioni con un rapporto sullo “stato del l’arte” desunto dalla letteratura sugli impatti potenziali sulla salute dei provvedimenti da adottare e, “ex-post” approntan do “indicatori” che assicurino il monitoraggio.
La valutazione dell’impatto sani tario delle politiche pubbliche Come detto è oggi riconosciuto che la salute di una popolazione, misurata in quantità e qualità di vita, dipende più da fattori legati all’ambiente fisico ed a quello so cio-economico che dal mero consu mo “ad oltranza” di beni e servizi sanitari. Ciò è particolarmente vero per quei paesi che dispongono di una vasta offerta sanitaria e che ga rantiscono equità di accesso ai ser vizi. Da qui la necessità di meglio ca pire e valutare l’impatto delle poli tiche pubbliche sulla salute della popolazione. La difficoltà principale di questa valutazione risiede nel fatto che la salute è una variabile multi dimen sionale e che pertanto lo stato di salute è determinato da una molti tudine di cause - che coinvolgono quasi tutti i settori dell’attività po litica - alle quali non è semplice ri salire. Per rispondere a questa sfi
da, diversi paesi, soprattutto anglo sassoni, stanno attualmente lavo rando a una serie di strumenti che dovrebbero permettere la valutazio ne dell’impatto sulla salute [13]. L’HIA sarebbe dunque una com binazione di metodi che permette rebbero di valutare le conseguenze per la salute della popolazione di una politica, di un progetto o di un programma il cui obiettivo primario non era necessariamente la salute stessa. Idealmente, per garantire anche in futuro un buon livello di salute e di benessere alla popolazione, sa rebbe auspicabile che l’evoluzione generale della società fosse orien tata verso uno sviluppo più soste nibile, più rispettoso dell’uomo e dell’ambiente. Perciò la Valutazione d’impatto sulla salute (HIA) dovrebbe essere integrata nella già prevista proce dura di valutazione dell’impatto sul l’ambiente che prende in considera zione l’uso in senso lato delle limi tate risorse del pianeta. Inoltre, la partecipazione della popolazione alle scelte che la riguar dano, in particolare sul tipo di svi luppo economico e sociale, sarebbe ovviamente più che auspicabile, a patto che la stessa popolazione sia correttamente informata sulle con seguenze delle scelte che starebbe per fare. Oggi l’applicazione di questi prin cipi incontra serie difficoltà dovute essenzialmente all’approccio ideo logico. La premessa è la definizione di una base comune di norme e di valori riguardanti gli obiettivi della politica pubblica, così come chiari Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
obiettivi di politica sanitaria [14]. Essi sono dunque prerequisiti indi spensabili la cui mancanza è spes so all’origine del fallimento di que sto tipo di valutazione. Dato per acquisito che si riesca a dotarsi di obiettivi chiari e condi visi nel quadro delle politiche pub bliche, rimane l’aspetto tecnicooperativo della valutazione d’impat to che richiede diverse fasi e diver si livelli di misura.
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Si tratta infatti di misurare : l’impatto diretto (obiettivo ricer cato) della politica settoriale esaminata; l’impatto economico (analisi co sti-benefici); l’impatto sociale sulla popolazio ne; l’impatto politico a breve e me dia scadenza.
Ne consegue la necessità di di sporre di strumenti e metodi ad hoc che permettano di: - identificare l’impatto oggettivo e potenziale per la salute e il benessere; - identificare meccanismi che per mettano di impedire/minimizza re gli impatti negativi per la sa lute e di moltiplicare gli impatti positivi per la salute, in sinto nia con gli obiettivi della politi ca sanitaria; - fornire un’informazione adegua ta per permettere decisioni ac curate e trasparenti. Attualmente è ancora utopico pensare di trovare “fatto e finito” un quadro analitico standard e una guida pratica con tutti gli strumen 11
ti per la realizzazione di valutazio ni d’impatto sulla salute. Si dovrà quindi riuscire a mettere assieme, in modo strutturato, la valutazione delle politiche pubbliche, la colla borazione intersettoriale, il coinvol gimento del pubblico e l’evidenza disponibile, in vista di rendere il più esplicito possibile il processo di decisione [15, 16]. A Bruxelles, un ufficio, frutto della collaborazione tra OMS e la London School of Economic, sta approfondendo metodologie e stru menti in vista dell’integrazione si stematica della valutazione dell’im patto sanitario nelle politiche pub bliche. Quale soluzione pragmatica mini ma si dovrebbero da subito accom pagnare i progetti di decisione con rapporti che esplicitino, sulla base della letteratura scientifica dispo nibile, il potenziale impatto sulla salute del o dei provvedimenti che si intendono adottare.
sono, e sono sempre stati, di tipo socioeconomico ed ambientale e che il modello biomedico dominante sull’eziologia delle malattie abbia finora impedito di porre, negli anni recenti, le vere priorità a livello di salute pubblica. Ora, i classici pro grammi di educazione sanitaria che mirano ad incoraggiare modifiche di comportamento e di stili di vita di menticano tutti che fattori al di fuori dal controllo individuale (legati quindi al contesto socioeconomico, a quello ambientale e legale) sono quelli che in realtà influiscono sui comportamenti e gli stili di vita e susseguentemente sulle condizioni psicofisiche degli individui. Il non considerare i determinanti socioeconomici e ambientali nell’at tuare i programmi di educazione sanitaria può comportare, al meglio, di proporre interventi totalmente inefficaci e, al peggio, di colpevo lizzare gli individui ritenendoli i soli responsabili di eventi che sfuggono al loro controllo [17, 18].
Determinanti eco-socio-economi ci ed educazione sanitaria
La politica sanitaria dovrebbe oggi, nei paesi industrializzati che assicurano l’universalismo d’acces so ai servizi, mirare quindi, priori tariamente, tramite l’azione inerset toriale, a incoraggiare i cambiamenti a livello macroeconomico e cultu rale, indirizzati a ridurre le inegua glianze di reddito a livello sociale, a sostenere un alto livello di occu pazione, a migliorare le condizioni di lavoro ed a creare le condizioni per una migliore stabilità e coesio ne sociale favorendo politiche pub bliche fondate sullo sviluppo soste nibile.
Un’ulteriore doverosa puntualiz zazione concerne l’utilità e l’effica cia dei “classici” programmi comu nitari di promozione della salute o di educazione sanitaria che mirano a ridurre i cosiddetti fattori di ri schio o a promuovere comportamen ti che abbiano un effetto “protetti vo” sull’insorgere delle malattie cro nico-degenerative più diffuse. Non v’è oggi più dubbio che i maggiori determinanti della salute 12
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Lo “svantaggio” sociale deve quindi essere considerato esplicita mente ogni qualvolta si progettano programmi di educazione sanitaria altrimenti non si farà altro che ul teriormente discriminare i più sfa voriti rispetto a coloro socialmente più agiati.
Accesso equo alle informazioni Negli obiettivi di politica sanita ria descritti all’inizio di questo con tributo, è evidenziato nella prima parte della definizione, come ai cit tadini debba essere garantita non solo l’equità d’accesso a prestazio ni ed a servizi sanitari, bensì anche alle informazioni. A nessuna persona attiva nel set tore sfugge infatti il fatto che il “mercato” della sanità è caratteriz zato dalla cosiddetta “asimmetria” dell’informazione tra domanda e of ferta, il che pone il paziente-con sumatore nella condizione di non poter di regola esprimere preferen ze “valide” di consumo nel rappor to con i fornitori di prestazioni che a loro volta esercitano un’attività fondata più sull’incertezza che sul la certezza. L’incertezza profonda della scien za e della pratica medica, messa in evidenza dalle pubblicazioni che appaiono sulle più importanti rivi ste scientifiche di medicina, è pra ticamente sconosciuta alla società civile [19, 20]. Infatti tra il 70 e l’80% della popolazione crede che la medicina sia una “ scienza esat ta, o quasi” [21] e le recenti “sco perte”, portate a conoscenza della Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
società civile quasi settimanalmen te dai media, di questo o quel gene responsabile di questa o quell’altra malattia, cominciano a diffondere la percezione che tra non molto la morte potrebbe perfino divenire un “optional” anche se la messa a con tributo pratica di queste scoperte, per giudizio unanime, lo potrà es sere, se mai lo sarà, solo tra decen ni. È verso la società civile, cioè a livello “macro”, che è diffusa ed alimentata la percezione di mitiche attese di efficacia dell’impresa medico-sanitaria, attese che per mettono poi di generare, di mante nere e di far crescere, a livello “meso” e “micro”, un’infinità di con flitti di interesse, economici e pro fessionali. I mass media ne sono il supporto ed il veicolo di prima scelta, che ha permesso la diffusio ne, il mantenimento e l’amplifica zione delle attese sociali verso una efficacia “a 360 gradi” della scien za e della pratica medico-sanitaria. Sono infatti i media (sostenuti i questa opera dagli “opuscoli” infor mativi per gli utenti prodotti dai servizi sanitari) che hanno sempre e solo diffuso verso la società civile notizie ed informazioni relative alla scienza ed alla pratica biomedica: - fondate esclusivamente sull’enfa tizzazione dei soli benefici (an che se unicamente potenziali), - silenti circa i rischi, gli effetti non desiderati e le “incertezze” , come pure - silenti circa le controversie di tipo scientifico [22].
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Il persistere nel mitizzare in tal modo l’efficacia dell’arte e della pra tica medico-sanitaria presso la so cietà civile rappresenta probabil mente il conflitto d’interesse origi nale (nel senso del “peccato origi nale”) che concede a tutti i profes sionisti della salute, alle istituzio ni ed alle imprese che operano sul “mercato” sanitario una “rendita di posizione” sulla quale si inseriran no poi tutti gli altri conflitti di in teresse settoriali di tipo economico e professionale [23]. L’induzione, il mantenimento e l’amplificazione di questo “frastuo no di fondo”, percepibile in ogni input mediatico destinato alla so cietà civile, è congeniale non solo agli interessi degli attori sanitari ma anche a quelli della popolazione che sicuramente preferisce ricevere mes saggi rassicuranti ed enfatizzanti i soli benefici piuttosto che informa zioni complesse e sovente ansioge ne ed angoscianti. Da lì una relazione medico-paziente spesso definita come una “follia a due” [19], lo scollamento crescente tra attese e realtà, una domanda di benessere potenzialmente illimitata, la perce zione ormai radicata che tutta la prescrizione sia utile, necessaria, efficace ed adeguata. L’influenza è poi “devastante” per quanto attie ne il sostegno ad una politica di salute pubblica fondata sull’inter vento intersettoriale rispetto ad una che miri ad incrementare gli inve stimenti tecnologici nei servizi. Di tutto questo si dovrà purtrop po rendere conto quando la razio nalizzazione profonda se non il ra 14
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zionamento esplicito del settore non saranno più eludibili. Il conflitto d’interesse originale è creato, man tenuto e amplificato dalla corpora zione medica, dall’industria e dalla ricerca in particolare farmaceutica. Esso rappresenta il fertilizzante che mantiene sempre alta la disponibi lità a qualsiasi acritico consumo da parte della società civile e che nel contempo impedisce il sostegno ad un riorientamento (a) dei servizi verso prestazioni fondate sull’ “evi denza” e (b) della spesa verso obiet tivi di salute pubblica. Questo conflitto originale permet te la manipolazione della volontà dei pazienti-consumatori in funzio ne di obiettivi di offerta (in parti colare economici) indipendenti dalle reali necessità di cura e vanifica inoltre ogni politica che tenda alla responsabilizzazione dei consuma tori o all’introduzione di elementi di “concorrenza” fondati sulla qua lità tecnico-scientifica degli opera tori e dei servizi. Da qui la necessità di attuare anche un’azione a livello culturale che miri (a) ad un accesso più con sapevole della popolazione al con sumo di servizi e prestazioni ed a (b) ricondurre alla realtà le attese ormai mitiche della società civile verso i benefici dell’attività medicosanitaria e della scienza biomedica.
Per una politica di “empower ment” della societa’ civile Che il cittadino, se meglio infor mato, sia in grado di esprimere pre ferenze diverse da quelle che avreb
be espresso se esposto all’informa zione “classica” (cioè centrata sui soli benefici di un determinato con sumo, benefici che, di regola, non sono mai espressi in termini “quan titativi” ed in valore “assoluto”) è dimostrato da più studi. Ne citiamo due concernenti gli screening poi ché questo genere di pratiche ne cessita, per un dovere etico non elu dibile, di dare “ex-ante” un’informa zione completa ed onesta [24, 25] poiché, tramite la promozione de gli screening, si invitano persone soggettivamente sane a farsi dia gnosticare anticipatamente delle malattie, molte delle quali pratica mente incurabili. In quest’ultimo caso l’effetto più negativo per i sog getti coinvolti è l’anticipo della dia gnosi senza nessun beneficio di so pravvivenza (ad esempio su 29 tu mori al seno diagnosticati in 10 anni dallo screening mammografico su 1000 donne, per 3 di esse si eviterà
il decesso mentre per le altre 26 non si farà altro che anticipare di 3-4 anni il periodo di tempo in cui esse saranno coscienti di avere un tu more al seno). La figura 3 mostra come il 60% della popolazione (!) sia disponibi le a sottoporsi ad uno screening di assoluta inutilità per l’identificazio ne precoce, tramite un test poco sensibile e specifico (tumor marker CA 19.9), di un tumore raro (cancro al pancreas) e praticamente incura bile (sopravvivenza a 5 anni: 3%). La disponibilità scende al 13.5% quando sono state date ai probandi informazioni sulla poca sensibilità del test (70% di “falsi positivi”), sull’incidenza della malattia nella popolazione generale (11 casi su 100.000) e sulla sua pratica “non curabilità” [26]. Wolf ha ottenuto risultati analo ghi [27] riguardo ad uno screening
Figura 3
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inutile e perfino dannoso [28, 29, 30] che oggi è promosso con gran de insistenza, quello del PSA per l’identificazione “precoce” del can cro alla prostata. Da qui l’obbligo etico inderoga bile di dare ex-ante alla popolazio ne, ai gruppi ed alle persone eleg gibili un’informazione completa e onesta sui benefici, i rischi e gli effetti non desiderati in modo tale da permettere loro l’integrazione di dette nozioni tecniche con le aspet tative ed i valori individuali di vita, mettendole cosi in grado di pren dere una decisione realmente infor mata. Una strategia globale in questa direzione dovrebbe essere imple mentata sia a livello dei singoli medici, sia da parte delle scuole di medicina nonché da parte delle agenzie preposte alla sanità pub blica. Un’informazione fondata sul la rilevanza per l’utente e sull’ evi denza scientifica massimizzerebbe la libertà e l’autonomia del paziente-consumatore che potreb be finalmente esprimere un consen so realmente informato minimizzan do nel contempo lo spreco di risor se [23, 24, 25]. Da un punto di vista pragmatico si potrebbe: 1) Attuare un intervento comunita rio inteso a promuovere presso i cittadini la necessità di porre le “giuste” domande al medico pri ma di acconsentire al consumo di prestazioni medico-sanitarie. La tavola seguente dà alcuni esempi di domande che potreb 16
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bero essere pubblicizzate al fine di incoraggiare i consumatori e la società civile verso un rappor to più attivo con il medico, ov viamente dopo aver esplicitato i motivi per i quali il porre tali domande possa essere conve niente ed utile allorquando si vive il ruolo di paziente [21, 31]. 2) Elaborare almeno per gli scree ning più diffusi, un elenco di in formazioni rilevanti per l’utente e scientificamente fondate (sui benefici, sui rischi, gli eventi indesiderati, ecc.; tali informazio ni devono anche essere quanti ficate in termini “assoluti” e non “relativi”). Esse dovranno esse re consegnate dal medico o dal servizio al paziente, il quale, dopo un congruo tempo di rifles sione, deciderà se dare il proprio consenso alla prestazione. 3) Rivedere criticamente il conte nuto delle notizie informative e degli opuscoli già prodotti per promuovere pratiche e prestazio ni in modo tale da minimizzare il rischio di manipolazione del consumatore in funzione di obiettivi mal interpretati di sa lute pubblica o di tipo corpora tivo ( conflitti di interesse) che possono anche (e molto spesso lo sono) non essere coincidenti con quelli individuali (in parti colare per gli screening la mani polazione dell’informazione per segue anche l’ottenimento di “alti” tassi di partecipazione). 4) Informare il pubblico sui risul tati degli studi sulla variabilità delle pratiche mediche, fenome no, quest’ultimo di vastissima
estensione [32, 33]. È infatti curioso notare come i responsa bili delle politiche sanitarie si siano totalmente disinteressati a questo fenomeno che dovreb be invece interrogarli circa l’in certezza della pratica medica, l’inefficienza dell’allocazione delle risorse e l’equità d’accesso ai servizi. La diffusione pubbli ca dei risultati di tali studi ha potuto da sola modificare i com portamenti professionali e ren dere più evidente ai consumato ri la necessità di acquisire un “sano scetticismo” circa l’effica cia e l’adeguatezza, per gli utenti
sempre indiscussa, della pratica medica corrente [34, 35]. Conclusione Una politica per la salute dovreb be agire su due assi prioritari, il primo a livello culturale, l’altro a li vello strutturale. Finora è stato pri vilegiato solo l’aspetto struttu rale e segnatamente gli aspetti d’or ganizzazione, di finanziamento e di gestione dei servizi. Ora si tratta di attuare l’interven to intersettoriale e di promuovere quello mirante a modificare la “cul tura” che la società civile e l’indivi-
Domande che il paziente dovrebbe porre al medico In generale -
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Perché questo trattamento (que sta procedura) è necessario? Quali sono i benefici attesi e i rischi potenziali? Cosa mi capiterebbe (e con qua le probabilità) se questo tratta mento non fosse eseguito? Esistono uno o più trattamenti alternativi? Se si, quali sono i rischi ed i benefici in rapporto a quello proposto? Il trattamento (la procedura) è scie ntificame nte fondato (evidence-based)? Al mio posto lei si sarebbe sot toposto al medesimo trattamen to? L’avrebbe proposto ai suoi fa migliari? Se no, per quale moti vo?
Per prestazioni diagnostiche e di “screening” -
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Che malattia lei può diagnosti care con l’esame (il test) che mi propone? Qual’è la precisione del test? Qual è la probabilità di avere risultati “falsi positivi” e “falsi negati vi”?` Qual’è l’incidenza della malattia nella popolazione (numero di persone colpite ogni 100000 abi tanti in un anno)? La malattia che lei intende dia gnosticare potrà poi essere cu rata? E con quali probabilità di successo? Esistono altri effetti negativi o non desiderati?
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duo hanno verso le attese “mitiche” di efficacia reale e potenziale dei servizi sanitari, attese che dovreb bero essere ricondotte alla realtà dell’ “evidenza”. L’interazione tra i due assi prioritari d’intervento è evidente e sicu ramente necessaria davanti alle “scelte tragiche” che ci attendono dovute all’impossibilità di immet tere nell’ “universalismo” dei servi zi tutte le tecnologie che saranno proposte dal mercato e che benefi ceranno presso l’opinione pubblica del sostegno enfatico e acritico pro mosso dai media, dai professionisti della salute e dall’industria. Lo scollamento tra le attese di benessere indotte dalle esplosive realtà e potenzialità della medicina del XXI secolo e le risorse disponi
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bili, per definizione limitate, co stringeranno ad operare delle scel te e a definire delle priorità al fine di mantenere in vita l’universalità dell’accesso almeno a quelle presta zioni che saranno giudicate effica ci, adeguate e necessarie per risol vere o gestire problemi sanitari ri tenuti prevalenti a livello sociale. Le discussioni sui criteri e sui fon damenti etici che presiederanno a queste scelte saranno probabilmente laceranti [36, 37]. Da un lato ve dremo schierati l’industria ed i cen tri di ricerca che, grazie a biologi, chimici, fisici, ingegneri e medici, produrranno nuove tecnologie da immettere sul mercato medico-sanitario, dall’altro avremo la politica che dovrà decidere quali innovazioni, quante, a che prezzo, ma soprattutto a scapito di quali
altre prestazioni e tecnologie, po tranno essere incluse nel “pacchet to universale” di prestazioni sani tarie a cui tutti potranno avere ac cesso a costo socializzato [38]. Consiglieri determinanti per que ste “tragiche” scelte saranno i me dici, gli economisti, i giuristi e gli esperti di etica. Un avvenire radio so sembra attendere le multinazio nali della “consulenza” sempre pron te ad inventare e a proporre banali quanto costose “razionalizzazioni” a livello di “azienda”. I futuri siste mi sanitari a costo socializzato fun zioneranno nel quadro di rigidi “bu dgets”, che saranno gestiti con gli strumenti ormai globalizzati del “managed care” [39]. L’attività me dica sarà monitorata e controllata “on line” con le tecnologie dell’in formazione ed il suo impatto sui co sti costantemente verificato. A que sto punto la politica dovrà ancor più fare i conti con le attese “mitiche” intrattenute e promosse da quello che abbiamo chiamato il conflitto d’interesse originale. Vorrei comunque concludere que sta nota in modo ottimista, ripren dendo quanto il dottor Richard Smi th, direttore del “British Medical Journal”, ha scritto in un recente editoriale [40]. Scrive Smith che oggigiorno la cosa probabilmente più urgente e utile è quella di agire sulle attese, ormai mitiche, che la gente ha ver so l’efficacia “a 360 gradi” della medicina, dicendo finalmente al l’opinione pubblica anche che (l’or dine è quello indicato dall’Autore): - la morte è inevitabile; Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
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la maggior parte delle malattie gravi non può essere guarita; gli antibiotici non servono per curare l’influenza; le protesi artificiali ogni tanto si rompono; gli ospedali sono luoghi perico losi; ogni medicamento ha anche de gli effetti secondari; la maggioranza degli interventi medici danno solo benefici mar ginali e molti non funzionano affatto; gli screening producono anche risultati falsi negativi e falsi po sitivi; ci sono modi migliori di spende re i soldi che spenderli per ac quistare tecnologia medico-sani taria.
Un cambiamento di cultura sem bra quindi oggi più che mai urgen te e indispensabile: tuttavia, affin ché i messaggi siano credibili pres so l’opinione pubblica, essi devono essere emessi dalla razionalità me dica e non da quella economica o da quella politica. E questo è pro babilmente il vero problema.
Gianfranco Domenighetti è Direttore del Servizio sanitario del Cantone Ticino, Svizzera e docente di economia e politica sanitaria alle Università di Losanna e Ginevra
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Dichiarazione di Alma-Ata (Declaration of Alma-Ata)
Dichiarazione di Alma - Ata
Conferenza Internazionale sull’Assistenza Sanitaria Primaria Alma-Ata, URSS, 6-12 settembre 1978
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La Conferenza Internazionale sul l’Assistenza Sanitaria Primaria, riu nita ad Alma Ata il 12 settembre 1978, espressa la necessità di un’azione urgente dei governi, del la comunità internazionale e di tutti coloro che lavorano per la salute e lo sviluppo con l’intento di proteg gere e promuovere la salute di ogni uomo, formula la seguente Dichia razione.
I La Conferenza ribadisce con forza che la salute, stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattia o infermità, è un diritto umano fondamentale e riafferma che il raggiungimento del maggior livel lo di salute possibile è un risultato sociale estremamente importante in tutto il mondo, la cui realizzazione richiede il contributo di molti altri settori economici e sociali in ag giunta a quello sanitario.
II L’enorme disparità esistente nello stato di salute delle persone, in modo particolare tra i paesi svilup pati e quelli in via di sviluppo, ma anche all’interno delle singole na zioni, è inaccettabile dal punto di vista politico, economico, sociale e rappresenta una preoccupazione co mune a tutti i paesi.
III Lo sviluppo economico e sociale, basato su un Nuovo Ordine Econo mico Internazionale, è di importan za fondamentale per raggiungere appieno la salute per tutti e per ri durre il divario tra lo stato di salute dei paesi in via di sviluppo e quello dei paesi sviluppati. La promozione e la tutela della salute delle perso ne è indispensabile per un intenso sviluppo economico e sociale e con tribuisce a una miglior qualità della vita e alla pace mondiale.
IV Le persone hanno il diritto e il do vere di partecipare individualmente e collettivamente alla progettazio ne e alla realizzazione dell’assisten za sanitaria di cui hanno bisogno.
V I Governi sono responsabili della salute dei propri cittadini: essa può essere raggiunta solo mettendo a disposizione adeguate misure sani tarie e sociali. Nei prossimi decen ni un obiettivo sociale essenziale dei governi, delle organizzazioni
internazionali e dell’intera comuni tà mondiale dovrebbe essere il rag giungimento, entro l’anno 2000, di un livello di salute che permetta a tutti i popoli del mondo di condur re una vita socialmente ed econo micamente produttiva. L’assistenza sanitaria primaria è la chiave per conseguire questo risultato dentro la cornice dello sviluppo in uno spi rito di giustizia sociale.
VI L’assistenza sanitaria primaria è co stituita da quelle forme essenziali di assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie e metodi pra tici, scientificamente validi e social mente accettabili, che sono rese accessibili a tutti gli individui e alle
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famiglie nella comunità grazie alla loro piena partecipazione, che sono realizzate a un costo che la comu nità e la nazione possono sostene re in ogni fase del proprio sviluppo, in uno spirito di autonomia e di autodeterminazione. L’assistenza sanitaria primaria è una parte inte grante sia del sistema sanitario di un paese, del quale rappresenta la funzione centrale e il punto princi pale, che del completo sviluppo so ciale ed economico della comunità. Essa rappresenta la prima occasio ne di contatto degli individui, della famiglia e della comunità con il si stema sanitario nazionale, portan do l’assistenza sanitaria il più vici no possibile ai luoghi di vita e di lavoro, e costituisce il primo ele mento di un processo continuo di
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assistenza sanitaria.
VII L’assistenza sanitaria primaria: 1. riflette e si sviluppa dalle condi zioni economiche e dalle caratteri stiche socioculturali e politiche di un paese e delle sue comunità; essa si fonda sull’applicazione dei risul tati significativi ottenuti dalla ri cerca sociale e biomedica e nei ser vizi sanitari e sull’esperienza matu rata in sanità pubblica;
Assistenza sanitaria primaria
2. affronta i principali problemi di salute nella comunità, fornendo i necessari servizi di promozione, pre venzione, cura e riabilitazione;
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3. comprende almeno: l’educazione sui principali problemi di salute e sui metodi per prevenirli e control larli; la promozione di un sistema di approvvigionamento alimentare e di una corretta alimentazione; un’adeguata disponibilità di acqua sicura e il miglioramento delle con dizioni igieniche fondamentali; l’as sistenza sanitaria materna e infan tile, compresa la pianificazione fa miliare; l’immunizzazione contro le principali malattie infettive; la pre venzione e il controllo delle malat tie endemiche locali; un appropria to trattamento delle malattie e del le lesioni più comuni; la fornitura dei farmaci essenziali; 4. coinvolge, oltre al settore sani tario, tutti gli altri settori e aspetti dello sviluppo nazionale e della co
munità che sono collegati, in par ticolare l’agricoltura, la zootecnia, la produzione alimentare, l’industria, l’istruzione, l’edilizia, i lavori pub blici, le comunicazioni e altri set tori; inoltre necessita del coordina mento delle attività tra tutti questi settori; 5. richiede e promuove al massimo l’autonomia dell’individuo e della comunità e la partecipazione alla progettazione, organizzazione, fun zionamento e controllo dell’assisten za sanitaria primaria stessa, usan do appieno le risorse locali, nazio nali e le altre disponibili; per que sto fine sviluppa, attraverso un’ade guata educazione, la capacità delle comunità a partecipare; 6. dovrebbe essere sostenuta da si stemi di riferimento integrati, fun zionali e di supporto reciproco che portano a un progressivo migliora mento dell’assistenza sanitaria glo bale per tutti e danno priorità a coloro che sono maggiormente nel bisogno; 7. a livello locale e ai livelli di rife rimento l’assistenza sanitaria prima ria dipende dagli operatori sanita ri, comprendendo di volta in volta i medici, gli infermieri, le ostetriche, il personale ausiliario e gli opera tori di comunità, come pure dalle figure professionali tradizionali quando necessario: essi devono es sere adeguatamente preparati, dal punto di vista sociale e tecnico, a lavorare come una squadra per la salute e a rispondere ai bisogni di salute espressi della comunità.
VIII Tutti i governi dovrebbero formula re a livello nazionale politiche, stra tegie e piani d’azione per diffonde re e sostenere l’assistenza sanitaria primaria come parte dell’intero si stema sanitario nazionale e in modo coordinato con gli altri settori. A questo scopo, sarà necessario eser citare una volontà politica, mobili tare le risorse del paese e usare ra zionalmente le risorse esterne di sponibili.
IX Tute le nazioni dovrebbero agire in uno spirito di stretta cooperazione e di servizio per garantire a ciascu no l’assistenza sanitaria primaria, dal momento che il raggiungimento della salute da parte delle persone di un qualsiasi paese interessa di rettamente e rappresenta un bene ficio per tutti le altre nazioni. In questo contesto il rapporto con giunto sull’assistenza sanitaria pri maria, curato dall’OMS e dall’UNI CEF, costituisce una solida base per lo sviluppo e le attività ulteriori del l’assistenza sanitaria primaria in ogni parte del mondo.
X Un accettabile livello di salute per tutte le persone del mondo può es sere raggiunto entro l’anno 2000 grazie a un migliore e più completo uso delle risorse mondiali, una par te considerevole delle quali è oggi destinata agli armamenti e ai con flitti militari. Un’autentica politica di indipendenza, di pace, di disten Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
sione e di disarmo potrebbe e do vrebbe liberare risorse aggiuntive che potrebbero essere ben destina te a scopi pacifici e in particolare all’accelerazione dello sviluppo so ciale ed economico: all’assistenza sanitaria primaria, come parte es senziale di tale sviluppo, dovrebbe essere assegnata una quota adegua ta delle risorse rese disponibili. *** La Conferenza Internazionale sull’As sistenza Sanitaria Primaria richiede un’urgente ed efficace azione nazio nale e internazionale per sviluppa re e implementare l’assistenza sa nitaria primaria in ogni parte del mondo e in particolare nei paesi in via di sviluppo, secondo uno spiri to di cooperazione tecnica e in ac cordo con un Nuovo Ordine Econo mico Internazionale. La Conferenza esorta i governi, l’OMS, l’UNICEF e le altre organiz zazioni internazionali, le agenzie multilaterali o bilaterali, le organiz zazioni non governative, le agenzie di finanziamento, tutti gli operato ri sanitari e l’intera comunità mon diale a supportare l’impegno nazio nale e internazionale a favore del l’assistenza sanitaria primaria e a dedicarle un crescente supporto tec nico e finanziario, particolarmente nei paesi in via di sviluppo. La Con ferenza si appella a tutti gli orga nismi appena citati perché collabo rino a introdurre, sviluppare e man tenere l’assistenza sanitaria prima ria in maniera coerente con lo spi rito e il contenuto di questa Dichia razione. 27
Carta di Ottawa per la promozione della salute (Ottawa Charter for Health
Promotion)
Carta di Ottawa
Prima Conferenza Internazionale
sulla Promozione della Salute.
Ottawa, Canada,
7-21 novembre 1986
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II primo Congresso Internazionale sulla Promozione della salute, riu nitosi a Ottava il 21 novembre 1986, ha presentato questa CARTA propo sitiva per il conseguimento della Strategia della Salute per Tutti per l’anno 2000 e oltre. La Conferenza è stata soprattut to una risposta all’esigenza sempre più diffusa di un nuovo movimento mondiale per la salute. La discus sione si è incentrata sui bisogni dei paesi industrializzati, senza però trascurare le situazioni consimili nel resto del mondo. Punto di partenza sono stati i progressi registrati gra zie alla “Dichiarazione di Alma Ata sull’Assistenza Sanitaria di Base”, al documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla ”Strate gia della Salute per Tutti” e al re cente dibattito dell’Assemblea Mon diale della Sanità sull’intervento in tersettoriale per la salute. PROMOZIONE DELLA SALUTE Per promozione della salute si in
tende il processo che consente alla gente di esercitare un maggiore con trollo sulla propria salute e di mi gliorarla. Per conseguire uno stato di completo benessere fisico, men tale e sociale, l’individuo o il grup po devono essere in grado di iden tificare e realizzare le proprie aspi razioni, di soddisfare i propri biso gni, di modificare l’ambiente o di adattarvisi. La salute vista, dunque, come risorsa di vita quotidiana, non come obiettivo di vita: un concetto positivo, che insiste sulle risorse sociali e personali, oltre che sulle capacità fisiche. Di conseguenza, la promozione della salute non è re sponsabilità esclusiva del settore sanitario, ma supera anche la mera proposta di modelli di vita più sani, per aspirare al benessere.
Requisiti per la salute Condizioni e risorse fondamentali della salute sono: la pace, la casa, l’istruzione, il cibo, il reddito, un eco-sistema stabile, la continuità delle risorse, la giustizia e l’equità sociale. Ogni progresso sul piano della salute dove essere necessaria mente e saldamente ancorato a que sti requisiti. Sensibilizzare La salute è un bene essenziale per lo sviluppo sociale, economico e personale, ed è aspetto fondamen tale della qualità della vita. I fatto ri politici, economici, sociali, cul turali, ambientali, comportamenta li e biologici possono favorirla così come possono lederla. L’azione di promozione si propone di indirizzarli
in senso positivo attraverso un’in tensa campagna di sensibilizzazio ne. Offrire i mezzi La promozione della salute mira so prattutto all’equità nella salute. Il suo intervento si prefigge di ridurre le differenziazioni evidenti nell’at tuale stratificazione sociale della sa lute, offrendo a tutti eguali oppor tunità e risorse per conseguire il massimo potenziale di salute. Que sto comprende: un saldo radicamen to in un ambiente accogliente, l’ac cesso alle informazioni, le abilità necessarie alla vita, la possibilità di compiere scelte adeguate per quanto concerne la propria salute. Non è possibile conquistare il mas simo potenziale di salute se non si è in grado di controllare tutto ciò che la determina: questo vale in eguale misura per le donne e per gli uomini.
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Mediare I requisiti e le potenzialità della salute non possono essere garantiti dal solo settore sanitario. Non sol tanto: la promozione della salute impone il coordinamento dell’azio ne di tutti gli organismi interessa ti: i governi, i settori sanitari, so ciali e economici, le organizzazioni non governative, le autorità locali, l’industria e i mezzi di comunica zione. Il problema riguarda tutti indipendentemente dalla loro con dizione - sul piano individuale, fa miliare e comunitario. Compito im prescindibile dei gruppi professio nali e sociali, e del personale sani tario, è la mediazione dei diversi interessi presenti nella società ai fini della promozione della salute. Le strategie e i programmi di pro mozione della salute devono adat tarsi alle condizioni e alle esigenze locali dei singoli paesi o regioni, tenendo conto dei diversi sistemi
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sociali, culturali ed economici.
Promozione della salute
PROMUOVERE LA SALUTE SIGNIFICA:
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Costruire una politica pubblica per la tutela della salute La promozione della salute va oltre la mera assistenza sanitaria. Essa porta il problema all’attenzione dei responsabili delle scelte in tutti i settori, a tutti i livelli, invitandoli alla piena consapevolezza delle con seguenze, sul piano della salute, di ogni loro decisione e a una precisa assunzione di responsabilità in me rito. Nella politica di promozione della salute si fondono componenti diverse ma complementari, quali la legislazione, i provvedimenti fisca li e la modifica dei criteri organiz zativi, in un’azione coordinata di retta a imporre politiche sanitarie, sociali e dei redditi ispirate ad una maggiore equità. L’azione comune contribuisce a garantire prodotti e servizi più salubri e sicuri, servizi pubblici più sani e ambienti più igie nici e accoglienti. La politica di promozione della salute richiede di individuare gli ostacoli che impedi scono l’adozione di una politica pubblica che tuteli la salute in tut ti i settori non sanitari e i modi migliori per rimuoverli. Occorre far sì che anche per i responsabili poli tici la scelta della tutela della salu te divenga la scelta più vantaggio sa. Creare ambienti capaci di offrire sostegno Le società contemporanee sono
complesse e interdipendenti. La sa lute non può essere un obiettivo isolato. Il legame inestricabile tra l’uomo e l’ambiente costituisce la base di un approccio socio-ecolo gico al problema della salute. Si trat ti del mondo intero, di una nazio ne, di una regione o di una comuni tà, il principio informatore genera le deve tendere sempre al sostegno reciproco - dobbiamo aver cura gli uni degli altri, della nostra comu nità e dell’ambiente naturale. La tu tela delle risorse naturali in tutto il mondo va ribadita come responsa bilità globale. Il mutare dei modelli di vita, del lavoro e del tempo libero influisce in modo decisivo sulla salute. La voro e tempo libero devono diveni re fonti di benessere per tutti. Il
modo stesso in cui la società orga nizza il lavoro deve contribuire a renderla più sana. Dalla promozio ne della salute derivano condizioni di vita e di lavoro più sicure, stimo lanti, gratificanti e piacevoli. Una valutazione sistematica del l’incidenza sulla salute di un am biente di vita in rapida trasforma zione - in particolare nei settori della tecnologia, del lavoro, della produzione di energia e dell’urba nizzazione - risulta indispensabile e ad essa deve seguire un’azione tesa a garantire sicuri benefici per la salute di tutti. Ogni strategia di promozione della salute deve tener conto della tutela dell’ambiente naturale e degli insediamenti, non ché della conservazione delle risor se naturali. Rafforzare l’azione della comunità È attraverso l’azione comunitaria concreta ed efficace che la promo zione della salute può stabilire prio rità, prendere decisioni e progetta re e realizzare strategie tese al mi glioramento della salute. Momento centrale di questo processo è il po tenziamento della comunità, per renderla veramente padrona e arbi tro delle sue aspirazioni e del suo destino. Lo sviluppo della comunità attin ge alle risorse umane e materiali esistenti nella comunità stessa per favorire l’autosufficienza e la soli darietà sociale e per elaborare si stemi flessibili diretti al rafforza mento della partecipazione e della gestione diretta per quanto riguar da i problemi relativi alla salute. Per Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
questo occorre garantire l’accesso libero e costante a tutte le infor mazioni e opportunità di conoscen za in tema di salute, nonché un ade guato supporto finanziario. Sviluppare le capacità personali La promozione della salute favori sce lo sviluppo personale e sociale fornendo informazione, istruzione sul problema della salute e prepara zione generale. Aumenteranno così per tutti le possibilità di esercitare maggiore controllo, e di operare scelte precise, riguardo alla propria salute e all’ambiente. È essenziale fare in modo che tutti possano continuare ad appren dere per tutto il corso della vita, preparandosi ad affrontarne le di verse fasi e l’eventualità di malat tie o invalidità croniche, apprendi mento che dovrà essere favorito dalla scuola, dall’ambiente di lavo ro e dalle associazioni comunitarie. Occorre intervenire sugli organismi scolastici, professionali e commer ciali, e su quelli del volontariato, nonché sulle istituzioni stesse. Riorientare i servizi sanitari La responsabilità per la promozione della salute all’interno dei servizi sanitari ricade ad un tempo sugli individui, sui gruppi comunitari, sugli operatori della sanità, sulle istituzioni del servizio sanitario e sui governi. Solo dalla loro collabo razione potrà nascere un sistema di assistenza capace di contribuire al conseguimento degli obiettivi di salute. Il settore sanitario dovrà agire in 31
Promozione della salute
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misura sempre maggiore nella pro spettiva della promozione della sa lute, al di là della mera offerta di servizi clinici e curativi. Il mandato dei servizi sanitari dovrà estendersi a comprendere la ricettività e la sensibilità alle esigenze culturali, rispondendo al bisogno individuale e comunitario di una vita più sana, e aprendo canali di comunicazione tra il settore sanitario e le più va ste componenti sociali, politiche, economiche e ambientali. Riorientamento dei servizi sanitari significa anche più attenzione per la ricerca e per l’innovazione nel la preparazione e nell’addestramen to professionale. L’atteggiamento e l’organizzazione dei servizi sanitari dovranno cambiare, restituendo la priorità ai bisogni globali della per sona intesa nella sua totalità.
VERSO IL FUTURO La salute viene creata e vissuta da tutti nella sfera della quotidianità: là dove si impara, si lavora, si gio ca, si ama. La salute si crea avendo cura di se stessi e degli altri, ac quisendo la capacità di prendere decisioni e di assumere il controllo delle circostanze della vita, e facen do in modo che la società in cui si vive consenta la conquista della salute per tutti i suoi membri. L’impegno, una strategia organi ca di supporto e l’attenzione all’eco logia sono fattori essenziali allo sviluppo della promozione della sa lute. Per chi se ne occupa, il princi pio ispiratore dovrà dunque essere che in ogni fase della progettazio ne, della realizzazione e della valu tazione della promozione della sa lute uomini e donne devono agire
insieme su un piano di assoluta pa rità. L’impegno per la promozione della salute I partecipanti al Congresso si im pegnano: · a scendere in campo nella batta glia per una politica pubblica di tutela della salute, chiedendo un esplicito impegno politico per la salute e la giustizia in tutti i set tori; · a reagire alle pressioni che favo riscono prodotti dannosi, spreco delle risorse, condizioni di vita e ambientali malsane e cattiva ali mentazione; a richiamare l’atten zione delle istituzioni su questio ni di tutela della salute attinenti l’inquinamento, i lavori nocivi, i problemi dell’alloggio e dei nuo vi insediamenti; · a colmare le disparità sul piano della salute all’interno di ogni so cietà, e tra una società e l’altra, lottando contro le diseguaglian ze nella salute create dalle nor me e dalle consuetudini delle società stesse; · a riconoscere le persone come la maggiore risorsa per la salute; ad aiutarle e incoraggiarle a tutela re la salute propria, quella della famiglia e dei conoscenti, attra verso finanziamenti ed altro; ad accettare la comunità come prin cipale interlocutore per quanto concerne la salute, le condizio ni di vita e di benessere; · a riorientare i servizi sanitari e le loro risorse in direzione della pro mozione della salute e a condivi dere il potere decisionale con al Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
tri settori, altre discipline e, in particolare, con gli stessi utenti dei servizi; · a riconoscere nella salute e nella sua tutela un fondamentale in vestimento sociale e una sfida decisiva nonché ad affrontare in modo globale il problema ecolo gico del nostro modo di vita. Il Congresso invita tutti gli inte ressati ad aderire al suo impegno in una solida alleanza per la salute. Appello all’azione internazionale Il Congresso esorta l’Organizzazio ne Mondiale della Sanità e altri or ganismi internazionali a sostene re la promozione della salute in tutte le sedi interessate, e ad aiutare i singoli paesi a elaborare e realizza re strategie e programmi di promo zione della salute. II Congresso è fermamente con vinto che se la gente di ogni condi zione, le organizzazioni non gover native e di volontariato, i governi, l’Organizzazione Mondiale della Sa nità e ogni altro organismo interes sato uniranno le loro forze per rea lizzare strategie di promozione del la salute, nel rispetto dei valori morali e sociali che costituiscono la base di questa CARTA, la Salute per Tutti entro l’anno 2000 diven terà una realtà.
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Dichiarazione di Vienna sulla professione infermieristica a sostegno degli obiettivi europei per la salute per tutti (Vienna Declaration on Nursing in Support of the Europen Targets for Health for All) Conferenza europea sulla professione infermieristica. Vienna, Austria 21-24 giugno 1988
umano fondamentale. Il raggiungi mento del più elevato livello possi bile di salute costituisce un obiet tivo sociale di rilevante importan za, la cui la realizzazione richiede l’azione di molte professioni.
II Le persistenti disuguaglianze nello stato di salute della popolazione, fra e all’interno degli Stati che fan no parte della Regione europea del l’Organizzazione Mondiale della Sa nità, sono politicamente, socialmen te, economicamente e professional mente inaccettabili e sono quindi fonte di preoccupazione comune per tutto il personale infermieristico.
Dichiarazione di Vienna
III Essendosi realizzata per la prima vol
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I partecipanti al congresso europeo sulla professione infermieristica, riunitisi a Vienna nei giorni 21 - 24 giugno 1988, esprimono l’esigenza di un’azione urgente da parte dei governi e dei responsabili nazionali della sanità per aiutare il personale infermieristico ad attuare quei cam biamenti che sono richiesti nella professione infermieristica, affinché gli obiettivi regionali per quanto ri guarda la salute per tutti possano essere raggiunti e sulla base di ciò fanno la seguente dichiarazione:
I La salute, che è una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto assenza di malattia o di infermità, è un diritto
ta la possibilità per il personale in fermieristico proveniente da 32 Pa esi della Regione europea di riflet tere sul proprio ruolo, sulla forma zione e sula pratica, i partecipanti riaffermano la condizione della pro fessione infermieristica come forza che può offrire un importante con tributo per il raggiungimento dei 38 obiettivi adottati dagli Stati Mem bri nella trentaquattresima sessio ne del comitato regionale per l’Eu ropa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1984.
IV I partecipanti si impegnano a por tare il nuovo ruolo del personale infermieristico nell’era della salute per tutti, all’attenzione dei mini steri della sanità, delle organizza zioni sanitarie, delle associazioni e dei sindacati di tutte le professioni sanitarie, degli enti competenti, di altri gruppi nell’intera Regione eu ropea. Il personale infermieristico dovreb be sviluppare il proprio nuovo ruolo agendo come partner nei processi decisionali riguardanti la progetta zione e la gestione dei servizi sanitari locali, regionali e nazionali; svolgendo un ruolo più incisivo nel potenziare le capacità degli indivi dui, delle famiglie e delle comunità di sviluppare la fiducia in se stessi e di prendersi in carico il migliora mento della propria salute; offren do informazioni chiare ed attendi bili sulle conseguenze favorevoli ed avverse dei vari tipi di comporta mento e sui vantaggi e sui costi di differenti opzioni terapeutiche. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
V È necessario che vengano promossi fra i professionisti del settore sani tario, gli utenti dei servizi sanitari e i gruppi correlati nuovi atteggia menti e nuovi valori che siano coe renti con gli indirizzi ed i principi della salute per tutti e con l’approc cio centrato sull’assistenza sanita ria di primo livello. La professione infermieristica può esprimere in modo completo il pro prio potenziale nell’assistenza sa nitaria di primo livello se l’attività formativa è in grado di fornire un’ adeguata base per la pratica infer mieristica, in particolare nel lavoro all’interno della comunità, e se il personale infermieristico tiene in considerazione gli aspetti sociali dei bisogni di salute ed ha una più va sta visione dello sviluppo della sa lute. Dovrebbero essere adottate politi che ed individuate specifiche atti vità per permettere al personale in fermieristico di svolgere la pratica con sufficiente autonomia nella as sistenza sanitaria di primo livello.
VI Dovrebbe essere incoraggiata la ri cerca per migliorare la pratica pro fessionale seguendo queste indica zioni mediante l’adozione di attivi tà di ricerca e di supporto finanzia rio. La ricerca dovrebbe utilizzare in modo efficiente le risorse umane ed assicurare la valutazione e l’utiliz zo dei risultati. Nel processo di ri cerca dovrebbe essere coinvolto il personale infermieristico. 35
Carta contro il tabacco (The Charter Against Tobacco)
Carta contro il tabacco
Conferenza Europea sulle Politiche
nei confronti del tabacco.
Madrid, Spagna,
7- 11 novembre 1988
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· Gli spazi all’ aperto liberi da fumo di tabacco costituiscono una componente essenziale del dirit to ad un ambiente salubre e non inquinato. · Ciascun bambino e adolescente ha il diritto ad essere protetti dalla pubblicità del tabacco e a ricevere l’educazione e l’aiuto ne cessari per resistere alla tenta zione di cominciare ad usare ta bacco in qualunque forma. · Tutti i cittadini hanno diritto a vivere in spazi pubblici e su mezzi di trasporto liberi dal fumo. · Sul posto di lavoro ogni lavora tore ha il diritto di respirare aria non inquinata dal fumo di tabac co. · Ciascun fumatore ha il diritto di ricevere l’incoraggiamento e l’aiu to a smettere di fumare. · Ciascun cittadino ha il diritto di essere informato sui gravi rischi dell’abitudine al fumo. · Per fare in modo che ogni perso na in Europa possa godere dei diritti contenuti nella Carta, i par tecipanti alla Conferenza racco mandano di seguire 10 strategie.
DIECI STRATEGIE PER UN’EUROPA LIBERA DAL FUMO
1. Riconoscere e mantenere il di ritto dei cittadini a scegliere una vita libera dal fumo. 2. Stabilire con legge il diritto a disporre di ambienti comuni li beri dal fumo. 3. Proibire la pubblicità e la pro mozione del tabacco e le spon sorizzazioni da parte dell’indu stria del tabacco. 4. Informare ciascun membro del la comunità del pericolo deri vante dall’uso del tabacco non ché dell’ampiezza della sua dif fusione. 5. Assicurare la più ampia dispo nibilità di aiuto ai fumatori che desiderano smettere di fumare. 6. Imporre un’imposta di importo almeno pari all’1% sull’ammon tare delle tasse derivanti dalle vendite di tabacco allo scopo di finanziare specifiche attività di controllo sul tabacco e di pro mozione della salute. 7. Istituire graduali disincentivi fi nanziari. 8. Proibire nuovi metodi di distri buzione della nicotina e bloc care le future strategie di mer cato dell’industria del tabacco. 9. Tenere sotto controllo l’ampiez za del fenomeno e valutare l’ef ficacia delle contromisure adot tate. 10. Realizzare alleanze fra tutti i settori della comunità che de siderano svolgere un ruolo atti vo nella promozione della salu te.
Carta europea sull’ambiente e la salute (European Charter on Environment
and Health)
Carta europea sull’ambiente e la salute
Prima Conferenza Europea
sull’Ambiente e la Salute.
Frankfurt-am-Main,
Repubblica Federale di Germania,
7-8 dicembre 1989
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PREMESSA Alla luce della strategia dell’Orga nizzazione Mondiale della Sanità della salute per tutti in Europa, del rapporto della Commissione Mondia le sull’Ambiente e lo Sviluppo e della collegata Prospettiva Ambientale per l’Anno 2000 e oltre (risoluzioni 42/187 e 42/186 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) e del la risoluzione dell’Assemblea Mon diale della Sanità WHA42.26, · nella consapevolezza della dipen denza della salute umana da una vasta gamma di fattori ambien tali critici; · sottolineando la vitale importan za di prevenire i rischi per la sa lute attraverso la protezione dell’ambiente; · riconoscendo i benefici nei con fronti della salute e del benesse re che derivano da un ambiente pulito ed armonioso; · sulla base dei numerosi esempi di successo nella riduzione di in-
quinamento e del ripristino di un ambiente sano; · nella consapevolezza che il man tenimento ed il miglioramento della salute e del benessere ri chiedono un sistema di sviluppo sostenibile; · con la preoccupazione per l’uso sconsiderato delle risorse natu rali e dei prodotti artificiali, con metodi che danneggiano l’am biente e mettono a repentaglio la salute; · tenuto conto del carattere inter nazionale di molti aspetti relati vi all’ambiente e alla salute e dell’interdipendenza delle nazio ni e degli individui per quanto riguarda questi problemi; · nella consapevolezza del fatto che, poiché i paesi in via di svi luppo si trovano ad affrontare pro blemi ambientali importanti, c’è la necessità di una cooperazione globale; · in risposta alle caratteristiche specifiche della Regione Europea ed in particolare alla sua nume rosa popolazione, all’industrializ zazione intensa e alla densità del traffico; · tenendo conto degli strumenti internazionali esistenti (quali gli accordi sulla protezione dello strato di ozono) e altre iniziati ve concernenti l’ambiente e la salute, i Ministri dell’Ambiente e della Sanità degli Stati Membri della Regione Europea dell’Orga nizzazione Mondiale della Sani tà, riunitisi per la prima volta a Frankfurt-am-Main il 7 e 8 dicem bre 1989, hanno adottato l’alle gata Carta Europea sull’Ambiente 37
e la Salute e di conseguenza si sono accordati sui principi e sul le strategie stabiliti come impe gno determinato all’azione. In considerazione del proprio man dato ambientale, la Commissio ne delle Comunità Europee, che è stata invitata a partecipare in rappresentanza della Comunità, ha adottato la Carta come linea guida di riferimento per l’azione futura della Comunità nelle zone che si trovano all’interno di com petenza della Comunità stessa.
Ambiente e salute
DIRITTI E DOVERI
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1. Ciascun individuo ha diritto: - a disporre di un ambiente ten dente al più elevato livello rag giungibile di salute e di benes sere; - ad essere informato e consul tato sulle condizioni dell’am biente e sui programmi, sulle decisioni e sulle attività che hanno probabilità di influire sull’ambiente e sulla salute; - a partecipare al processo deci sionale. 2. Ogni individuo ha la responsabi lità di contribuire alla protezio ne dell’ambiente, nell’interesse della propria e dell’altrui salute. 3. Tutti i settori della società sono responsabili della protezione del l’ambiente e della salute come attività intersettoriale che coin volge molte discipline; dovrebbe ro essere chiarite le funzioni di ciascun settore. 4. Tutti i settori pubblici e le agen zie, secondo le proprie competen
ze, nelle attività quotidiane, do vrebbero cooperare con gli altri settori per risolvere i problemi dell’ambiente e della salute. 5. I governi e i settori pubblici han no la responsabilità di protegge re l’ambiente e di promuovere la salute umana all’interno della propria giurisdizione e di accer tarsi che le attività di propria competenza o controllo non dan neggino la salute umana negli altri Stati. Inoltre, ciascun Paese condivide la comune responsabi lità di salvaguardare l’ambiente globale. 6. Tutti gli enti pubblici e le azien de private dovrebbero valutare le proprie attività e svolgerle in modo che la salute della gente sia protetta dagli effetti nocivi collegati con gli ambienti fisici, chimici, biologici, microbiologi ci e sociali. Ciascun ente dovreb be essere responsabile delle pro prie azioni.
7. I media svolgono un ruolo chia ve nella promozione della consa pevolezza e dell’atteggiamento positivo nei confronti della pro tezione della salute e dell’am biente. Essi hanno diritto a di sporre di informazioni sufficienti ed attendibili e dovrebbero esse re incoraggiati a comunicare in modo efficace al pubblico queste informazioni. 8. Anche le organizzazioni non go vernative svolgono un ruolo im portante nella diffusione delle in formazioni al pubblico e nella pro mozione della consapevolezza e nelle risposte comportamentali.
PRINCIPI PER UNA POLITICA PUBBLICA 1. La buona salute e il benessere richiedono un ambiente pulito ed armonioso in cui venga data la dovuta importanza ai fattori fisici, psicologici, sociali ed estetici. L’ambiente dovrebbe es sere considerato come una risor sa per migliorare le condizioni di vita ed accrescere il benes sere. 2. Il metodo da preferire è quello che promuove il principio secon do cui “la prevenzione è meglio della cura”. 3. La salute di ciascun individuo, particolarmente di quelli nei gruppi vulnerabili e ad alto ri schio, deve essere protetta. At tenzione speciale dovrebbe es sere prestata ai gruppi svantag giati. 4. L’azione nei confronti dei pro Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
blemi dell’ambiente e della sa lute dovrebbe essere basata sul la migliore informazione scien tifica disponibile. 5. Si dovrebbe agire con prudenza nell’introduzione di nuove poli tiche, nuove tecnologie e nuovi sviluppi, dopo una valutazione appropriata sul potenziale im patto sulla salute e sull’ambien te. Ci dovrebbe essere la respon sabilità di dimostrare che tali tecnologie non sono nocive alla salute o all’ambiente. 6. La salute degli individui e delle comunità dovrebbe avere in modo chiaro la precedenza ri spetto alle considerazioni eco nomiche e commerciali. 7. Devono essere tenuti in consi derazione tutti gli aspetti dello sviluppo socioeconomico corre lati all’impatto dell’ambiente sulla salute e sul benessere. 8. L’ intero flusso dei prodotti chi mici, dei materiali, dei prodotti e dei rifiuti dovrebbe essere ge stito in modo da realizzare l’uso ottimale delle risorse naturali e da produrre la minima contami nazione. 9. I governi, gli enti pubblici e le aziende private dovrebbero cer care di prevenire e di ridurre gli effetti avversi causati dagli agenti potenzialmente pericolo si e dagli ambienti urbani e ru rali degradati. 10. Gli standard ambientali devono essere continuamente riveduti per tenere conto delle nuove co noscenze sull’ambiente e sulla salute e degli effetti dello svi luppo economico futuro. Dove 39
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possibile, tali standard dovreb bero essere armonizzati. 11. Dovrebbe essere applicato il principio per cui ciascun ente pubblico ed azienda privata che provoca o può provocare danni all’ambiente è responsabile fi nanziariamente (principio se condo cui “chi inquina paga”). 12. Dovrebbero essere ulteriormen te sviluppati ed implementati criteri e procedure per la quan tificazione, il monitoraggio e la valutazione dei danni all’am biente e alla salute. 13. I programmi di aiuto allo svi luppo e le politiche commercia li ed economiche che hanno un impatto sull’ambiente e sulla sa lute di altri Stati dovrebbero aderire a tutti questi principi. Dovrebbe essere evitata l’espor tazione di rischi per l’ambiente e la salute. 14. Gli aiuti allo sviluppo dovreb bero promuovere lo sviluppo
sostenibile, la salvaguardia ed il miglioramento della salute umana come proprie componen ti.
ELEMENTI STRATEGICI 1. L’ambiente dovrebbe essere gesti to come risorsa positiva per la salute e il benessere dell’uomo. 2. Per proteggere la salute sono ne cessarie strategie complessive che includano, fra gli altri, i se guenti elementi: - Dovrebbero essere definite chiaramente a tutti i livelli le responsabilità degli enti pub blici e delle aziende private nella realizzazione di interventi adeguati. - Dovrebbero essere applicati le misure di controllo e gli altri strumenti, quando appropriati, per ridurre i rischi, nei con fronti della salute e del benes-
sere, dovuti a fattori ambien tali. Gli strumenti fiscali, am ministrativi ed economici e la pianificazione territoriale han no un ruolo vitale nella promozione delle condizioni am bientali finalizzate alla salute ed al benessere e dovrebbero essere usati a questo scopo. - Contestualmente all’espansio ne delle conoscenze, dovreb bero essere introdotti migliori metodi di prevenzione, com preso l’uso delle tecnologie più adatte e più favorevoli all’ana lisi costi-efficacia e, se neces sario, l’imposizione di divieti. - Dovrebbe essere incoraggiato l’utilizzo di tecnologie e di pro dotti a basso impatto nonché il riciclaggio e la riutilizzazio ne dei rifiuti. Se necessario, dovrebbero essere proposti dei cambiamenti nelle materie prime, nei processi di produ zione e nelle tecniche di ge stione dei rifiuti.
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- Dovrebbero essere seguiti stan dard elevati di gestione e di funzionamento per avere la ga ranzia che vengano applicate le tecnologie più adeguate e le pratiche migliori, che ven gano seguiti norme e indirizzi e che siano evitati incidenti e problemi dovuti al fattore uma no. - Dovrebbero essere promulgate norme adeguate; esse dovreb bero essere rafforzabili ed es sere rafforzate. - Gli standard dovrebbero essere definiti sulla base delle miglio ri informazioni scientifiche di sponibili. Dovrebbero essere valutati i costi e i benefici delle azioni o dell’insufficien za di azioni e di fattibilità, ma in ogni caso dovrebbero essere minimizzati i rischi. - Dovrebbero essere sviluppate strategie complessive che ten gano in conto i rischi per la salute umana e per l’ambiente
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che derivano dalle sostanze chimiche. Queste strategie do vrebbero comprendere, fra l’al tro, le procedure di registra zione di nuove sostanze chi miche e l’esame sistematico delle sostanze chimiche esi stenti. - Dovrebbe essere intrapresa la pianificazione degli eventi for tuiti per affrontare tutti i tipi di incidenti seri, inclusi quelli che producono conseguenze transfrontaliere. - Dovrebbero essere migliorati i sistemi informativi per consen tire il monitoraggio dell’effica cia delle misure adottate, l’ana lisi dei trend, la definizione delle priorità, e l’assunzione di decisioni. - Dovrebbe essere data grande importanza nella valutazione di impatto ambientale agli aspetti relativi alla salute. Nel la gestione dell’ambiente, do vrebbero essere consultati e coinvolti gli individui e le co munità direttamente interessa te alla qualità di un particola re ambiente. 3. Le discipline mediche e le altre discipline specifiche dovrebbero essere incoraggiate a dedicare maggiore attenzione a tutti gli aspetti della salute ambientale. La tossicologia ambientale e l’epi demiologia ambientale costitui scono elementi chiave per la ri cerca sulla salute ambientale; esse dovrebbero essere potenzia te ed ulteriormente sviluppate al l’interno della Regione Europea come discipline speciali.
4. Dovrebbero essere sviluppati e rafforzati i programmi interdisci plinari di ricerca in epidemiolo gia ambientale a livello regiona le, nazionale e internazionale. 5. Il settore sanitario dovrebbe avere la responsabilità della sorveglian za epidemiologica attraverso la raccolta dei dati, l’analisi e la va lutazione del rischio dell’impat to dei fattori ambientali nonché dell’informazione agli altri settori della società e della popolazione in generale sugli andamenti e le priorità. 6. Dovrebbero essere sviluppati e rafforzati i programmi nazionali ed internazionali di formazione interdisciplinare, così come la di sponibilità di educazione e di in formazione sanitaria nei confronti degli enti pubblici e delle azien de private.
PRIORITÀ 1. I governi e le altre autorità pub bliche indipendentemente dal l’importanza delle aree dei pro blemi specifici per i loro rispet tivi Stati, la Comunità Europea e le altre organizzazioni intergover native, quando e se è opportuno, dovrebbero riservare particolare attenzione ai seguenti problemi urgenti relativi all’ambiente a li vello locale, regionale, nazionale e internazionale e attivarsi nei loro confronti: - gli sconvolgimenti globali del l’ambiente come la distruzio ne dello strato di ozono e i cambiamenti del clima;
- lo sviluppo, la pianificazione e il rinnovamento dell’ambien te urbano finalizzato alla pro tezione della salute e alla pro mozione del benessere; - l’adeguata fornitura di acqua potabile sicura in base alle li nee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la qualità dell’acqua potabile congiuntamente allo smalti mento dei rifiuti igienici per tutte le comunità urbane e ru rali; - la qualità delle acque in rela zione alle acque di superficie, alle falde acquifere, alle acque costiere e alle acque ricreazio nali; - la sicurezza microbiologica e chimica degli alimenti; - l’impatto sull’ambiente e sulla salute: • di diverse alternative ener getiche; • dei trasporti, in special modo quelli su strada; • dell’attività agricola, com preso l’utilizzo di fertilizzan ti e pesticidi e lo smaltimen to dei rifiuti; • la qualità dell’aria sulla base delle linee guida per l’Euro pa dell’Organizzazione Mon diale della Sanità relative alla qualità dell’aria, in par ticolar modo relativamente agli ossidi di zolfo e al ni trogeno, agli ossidanti fotochimici (“smog estivo”) e ai componenti organici volatili; • la qualità dell’aria negli am bienti interni (residenziali, Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
ricreazionali, lavorativi), incluso l’effetto del radon, del fumo passivo e degli agenti chimici; • gli agenti chimici persisten ti e quelli che provocano effetti cronici; • i rifiuti pericolosi, includendo la gestione, il trasporto e lo smaltimento; • le biotecnologie ed in par ticolare gli organismi modi ficati geneticamente; • la pianificazione degli inter venti in relazione ad inci denti e disastri; • le tecnologie più pulite come metodo preventivo. 2. Nell’affrontare queste priorità dovrebbe essere tenuta presente l’importanza dell’intersettorialità nella pianificazione ambientale e nella gestione delle comunità al fine di generare miglioramenti nella salute e nel benessere. 3. Alla protezione della salute do vrebbe essere aggiunta la promo zione della salute al fine di indurre l’adozione di stili di vita salutari in un contesto ambien tale pulito e armonioso. 4. Si dovrebbe avere la consapevo lezza che alcuni problemi urgen ti richiedono una cooperazione diretta ed immediata a livello internazionale e sforzi congiunti.
IL PROSSIMO FUTURO 1. Gli Stati Membri della Regione Europea dovrebbero: - intraprendere tutte le azioni necessarie per invertire quan 43
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to prima possibile i trend ne gativi e per mantenere e au mentare i miglioramenti rag giunti nello stato di salute. In particolare, dovrebbero realiz zare ogni sforzo per poter at tuare la strategia regionale del l’Organizzazione Mondiale della Sanità della salute per tutti per quanto riguarda l’ambiente e la salute; - rafforzare la collaborazione fra Paesi e, quando opportuno fra la Comunità Europea e gli altri enti intergovernativi, relativa mente ai problemi ambientali reciproci e transfrontalieri che minacciano la salute; - garantire che la Carta adotta ta nel presente convegno ven ga resa ampiamente disponi bile nelle lingue parlate nella Regione Europea. 2. L’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale del la Sanità è invitato a: - esplorare le modalità per raf forzare i meccanismi interna zionali al fine di valutare i ri schi potenziali per la salute associati all’ambiente e di svi luppare attività di consulenza per il loro controllo; - effettuare un’analisi critica degli indicatori esistenti rela tivi agli effetti dell’ambiente sulla salute e, se necessario, svilupparne altri che siano spe cifici ed efficaci; - istituire un Comitato Consul tivo Europeo sull’Ambiente e la Salute, in grado di offrire con sulenza ai governi degli Stati della Regione;
- in collaborazione con i gover ni dei Paesi europei, esamina re l’ opportunità e la possibi lità di istituire un Centro Eu ropeo per l’Ambiente e la Sa lute o altri organismi istituzio nali adatti, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione sugli aspetti relativi alla salu te e alla protezione dell’am biente, con particolare atten zione ai sistemi informativi, ai meccanismi per lo scambio di esperienze e agli studi coordi nati. In tali organismi risulta desiderabile la cooperazione con il Programma sull’Ambien te delle Nazioni Unite, con la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa ed altre organizzazioni. Si dovreb be tener conto anche del l’agenzia per l’ambiente da isti tuire presso la Comunità Euro pea. 3. Gli Stati Membri della Regione Europea dell’Organizzazione Mon diale della Sanità dovrebbe: - promuovere l’adozione più am pia possibile dei principi e de gli obiettivi della Carta. 4. I Ministri Europei dell’Ambiente e della Sanità dovrebbero: - riunirsi nuovamente entro cin que anni per valutare i progres si nazionali ed internazionali e per adottare specifici piani d’azione predisposti dall’Orga nizzazione Mondiale della Sa nità e da altre organizzazioni internazionali per eliminare il più rapidamente possibile i ri schi ambientali più rilevanti per la salute.
Dichiarazione di Milano sulle Città Sane (The Milan Declaration on Healthy Cities) Milano, Italia, 5-6 aprile1990. Noi, sindaci e rappresentanti poli tici dalla rete delle Città Sane del l’Organizzazione Mondiale della Sa nità, incontratici a Milano il 5 e 6 aprile1990, affermiamo il nostro impegno nei confronti dei principi del progetto Città Sane e dichiaria mo:
stro contributo politico alla strate gia della salute per tutti e al rag giungimento nelle nostre città dei suoi obiettivi. Ciò richiede la par tecipazione della Comunità, compre sa, se del caso, la decentralizzazio ne dell’attività decisionale e delle risorse a livello locale. Sostenibilità La salute dipende dal rendere sosti tuibili le risorse naturali del mon do, al pari della qualità degli am bienti naturali e sviluppati. Ci impegniamo ad offrire il no stro contributo politico alla prote zione della salute dei cittadini e alla qualità dell’ambiente in cui vivono , garantendo che lo sviluppo urba
Dichiarazione di Milano
1. RUOLO DELLE CITTÀ NELLA PROMOZIONE DELLA SALUTE
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Salute La salute è un concetto positivo che dà risalto alle risorse sociali e per sonali così come alle capacità fisi che. La salute è creata e vissuta dalla gente negli ambienti di vita quotidiana. Ci impegniamo ad offrire il no stro contributo a politiche pubbli che orientate alla salute e alla cre azione nelle nostre città di ambienti che sviluppino e sostengano la sa lute di tutti i nostri cittadini. La strategia della salute per tutti Le città sono partner importanti per il movimento della salute per tutti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ci impegniamo ad offrire il no45
no si svolga in condizioni ambien tali sostenibili. In particolare, siamo consapevo li degli effetti negativi del traffico sulla salute e sull’ambiente e sul l’esigenza di una pianificazione ur bana complessiva dei trasporti che tenga conto di questi effetti.
Città sane
Equità Gli effetti nocivi sulla salute delle persone nascono non soltanto dalla povertà ma anche da altre condi zioni sfavorevoli a livello sociale ed educativo. Ci impegniamo ad offrire il no stro contributo politico a program mi che, all’interno delle nostre cit tà, promuovano l’equità e riducano le disuguaglianze nella salute. In particolare, durante questo Anno Internazionale dell’Alfabetiz zazione promosso dalle Nazioni Uni te, siamo consapevoli del contribu to vitale che i nostri sistemi di istru zione svolgono nella creazione e nella promozione della salute.
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Intersettorialità e responsabilità La salute è principalmente il risul tato di un’azione (o della mancan za di azione) combinata della so cietà nei confronti dell’ambiente fi sico e sociale. I miglioramenti nella salute sono dovuti soltanto in par te agli sviluppi dei sistemi di cura medica. Ci impegniamo ad offrire il no stro sostegno politico per rafforza re l’azione intersettoriale nei con fronti dei principali determinanti della salute e per esplorare assieme ai nostri consigli comunali e ad al tre istituzioni cittadine modalità per
rendere la valutazione di impatto ambientale e di salute parte di tut te le decisioni, delle politiche e dei programmi riferiti alla pianificazio ne urbana. Dimensioni internazionali La pace costituisce un prerequisito essenziale per la salute. In questo contesto, accogliamo con favore le nuove aperture che si verificano in Europa ed esprimiamo il nostro con vincimento che le città debbano svolgere un ruolo essenziale nella costruzione di un ponte di compren sione all’interno dei Paesi d’Europa e del Mondo e fra di essi. Ci impegniamo ad offrire il no stro sostegno politico al progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità delle Città Sane, all’interno delle reti e delle organizzazioni na zionali ed internazionali di cui fac ciamo parte, e incoraggeremo lo svi luppo nazionale ed internazionale di un movimento per una nuova sa nità pubblica.
2. AZIONE PER LE CITTÀ SANE Confermiamo il nostro impegno nei confronti del progetto dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità delle Città Sane e, nello specifico, ricon fermiamo il nostro impegno per adottare le misure possibili per ga rantire il funzionamento efficace del progetto nelle nostre città: · stabilendo meccanismi interset toriali efficaci per sviluppare po litiche pubbliche sane; · sviluppando un programma di salute per la città che identifichi
le principali sfide alla salute e proponga, per affrontare tali stra de, una completa strategia inter settoriale valida per l’intera cit tà; · istituendo un’organizzazione per le Città Sane dotata di adeguato personale; · creando meccanismi per definire la responsabilità pubblica per gli effetti delle decisioni nei con fronti della salute; · garantendo la partecipazione ef ficace della comunità a tutte le decisioni ed azioni che interes sano la salute. Per assicurare il successo nel lun go periodo del movimento delle Città Sane, cerchiamo di abbinare l’impe gno recente dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità continuando la nostra partecipazione almeno fino all’anno 1995. In più, esploreremo, insieme ai consigli comunali, la pos
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sibilità di partecipare a EXPO 1992 che si terrà a Siviglia e ad EXPO 1995 che si terrà a Vienna e Budapest, come parte del programma/esposi zione relativamente alle Città Sane con l’intendimento di dare alta vi sibilità ai successi del progetto Cit tà Sane. Al fine di promuovere la salute delle nostre città e dei nostri citta dini, ci impegniamo anche ad esplo rare insieme ai consigli comunali e alle altre istituzioni cittadine l’ado zione di azioni che possano contri buire alle recenti iniziative strate giche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che comprendono: · la Carta Europea sull’Ambiente e la Salute; · il Piano d’Azione Europeo sul Ta bacco e la Salute; · le linee guida dell’Organizzazio ne Mondiale della Sanità sulla qualità dell’aria; · la strategia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla pre
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Città sane
venzione dell’AIDS e sulla cura delle persone che ne sono affet te. Siamo consapevoli della necessi tà di disporre di risorse aggiuntive, oltre a quelle che possono essere fornite dalle nostre e città e dal l’Organizzazione Mondiale della Sa nità, per sostenere la crescita e lo sviluppo ulteriore del progetto. Di conseguenza, invitiamo l’Organizza zione Mondiale della Sanità: · a svolgere un ruolo guida nella Regione Europea, insieme ad al tri partner, per stabilire un’azio ne congiunta nei confronti della salute urbana in grado di fornire finanziamenti e risorse con par ticolare enfasi sulle città d’Euro pa che affrontano i maggiori pro blemi con le risorse minori; · ad esplorare la possibilità di un aumentato sostegno finanziario rivolto al progetto Città Sane come fondo europeo per la salu te; · ad esplorare e facilitare l’istitu zione di un Istituto per le Città Sane a sostegno del movimento delle Città Sane; · a facilitare la creazione di una associazione Europea delle Città Sane; · ad estendere il progetto delle Cit tà Sane alle città nei paesi in via di sviluppo.
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Forniremo il necessario sostegno politico all’Organizzazione Mondia le della Sanità nei suoi sforzi per garantire al progetto le risorse di sponibili. Ci impegniamo a relazio nare sui progressi nella realizzazio ne delle azioni qui descritte nelle
nostre città alla prossima Riunione dei Sindaci, che si terrà al Simposio delle Città Sane, a Copenaghen nel 1992.
3. CONCLUSIONI Siamo consapevoli che la salute e la sua tutela sono investimenti so ciali importanti. Ribadiamo il no stro impegno nei confronti dei con cetti e dei principi della promozio ne della salute definiti nella Carta di Ottawa per la Promozione della Salute. Sosteniamo il progetto del le Città Sane dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo ap proccio ai problemi ecologici gene rali generati dai nostri stili di vita. Sollecitiamo le città di tutta Eu ropa e del mondo a partecipare al movimento delle Città Sane e ad unirsi a noi nell’impegno a costitu ire una forte alleanza orientata alla sanità pubblica.
Dichiarazione di Vienna sugli investimenti nella salute delle donne nei Paesi dell’Europa Centrale e Orientale (Vienna Statement on Investing in
Women’s Health in the Countries of
Central and Eastern Europe)
“La salute delle donne conta:
Conferenza sulla salute delle donne
in Europa Centrale ed Orientale”.
Vienna, Austria,
16-18 febbraio 1994.
Dichiarazione di Vienna
Questa dichiarazione riflette il con senso di coloro che hanno parteci pato a “La Salute delle Donne con ta: Conferenza sulla Salute delle Donne in Europa Centrale ed Orien tale”.
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INTRODUZIONE L’Assemblea Mondiale della Sanità nel 1992 ha stabilito che “alla sa lute delle donne deve essere dato il più elevato livello di visibilità e di urgenza”. Ciò ha spinto l’Ufficio Re gionale per l’Europa dell’Organizza zione Mondiale della Sanità (OMS) a lanciare l’iniziativa “Investire nella Salute delle Donne”. Questa inizia tiva si basa su una rete costituita nel 1991 nel corso di un workshop dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tenutosi a Vienna per le don ne provenienti dai Paesi dell’ Euro-
pa centrale ed orientale. Nel 1994, ad ogni Stato Membro della Regio ne europea dell’OMS è stato richie sto di provvedere alla nomina di una persona referente per i problemi re lativi a donne e salute. Tali referen ti formeranno il primo Forum Euro peo per la Salute delle Donne. Come conseguenza della crescen te divaricazione nella salute fra le due metà, orientale ed occidentale, della Regione e dell’impegno del l’OMS nel perseguimento dell’equi tà, la prima fase dell’iniziativa si è concentrata su 11 Paesi ed una cit tà aderente al progetto dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità delle Città Sane. I risultati del primo anno di lavoro - un’analisi comparativa definita “Aspetti di rilievo sulla Sa lute delle Donne”, e profili detta gliati dei Paesi - sono stati presen tati a “La Salute delle Donne con ta: Conferenza sulla Salute delle Donne in Europa Centrale ed Orien tale”. La Conferenza si è tenuta a Vienna, Austria il 16-18 febbraio 1994. I 270 partecipanti provenienti da 40 Paesi hanno condiviso la Di chiarazione che definisce sei prin cipi per lo sviluppo della salute delle donne in tutta la Regione europea dell’OMS. Inoltre, la Dichiarazione individua sei settori prioritari per l’azione che, anche se generalizzabili a tutta la Regione europea, pon gono particolare attenzione alle donne dei Paesi dell’Europa Centra le e Orientale e dei nuovi Stati in dipendenti dell’ex Unione Sovieti ca. Descrive, infine, sei modalità strategiche per rafforzare l’impegno nei confronti della salute delle don ne nel contesto delle riforme poli 49
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tiche della Regione europea dell’Or ganizzazione Mondiale della Sani tà.
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PRINCIPI L’iniziativa “Investire nella Salute delle Donne” è guidata da sei prin cipi. Tali principi costituiscono la base di un approccio alla salute delle donne che si fonda sull’impe gno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nei confronti dell’equi tà, dei diritti umani e dell’assisten za sanitaria di base. Questi sei principi riguardano: · gli investimenti in salute; · i diritti umani; · la salute per tutta la durata della vita; · l’empowerment; · i servizi adatti alle donne; · le relazioni fra uomini e donne. 1. Investimenti in salute Le donne costituiscono una risorsa fondamentale per la società. Tutta
via, come dimostrano chiaramente gli indicatori dello sviluppo uma no, nessun Paese tratta le donne bene quanto gli uomini, o in rela zione al contributo che le donne danno all’economia. Molti studi ef fettuati dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale dimostrano con chiarezza che investire nelle donne offre ritorni più elevati sotto forma di sviluppo più rapido, efficienza elevata, maggiore risparmio e ridu zione della povertà. Attraverso i mi glioramenti nella salute delle don ne, i governi possono dare signifi cativo impulso allo sviluppo econo mico e sociale. Gli investimenti nella salute delle donne sono di per sé benefici. Contribuiscono al miglio ramento della salute dei bambini, ad un miglior benessere della fami glia e della Comunità, a costi sanitari inferiori e a una maggiore pro duttività. La formazione delle ragaz ze e delle donne, il sostegno ai bam bini, la politica della casa e l’assi stenza sanitaria di primo livello a
favore delle donne e dei loro bam bini, devono diventare priorità im portanti per i politici. 2. Diritti umani La Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno dei diritti umani fondamentali”. Questo principio non è stato sufficientemente applicato nei confronti delle donne e dei loro bisogni di salute. Le disuguaglianze fra uomini e donne costituiscono un’evidenza epidemiologica. Gli interventi di sanità pubblica devono porsi l’obiet tivo di riequilibrare questa situazio ne. Le donne devono avere il diritto alla scelta sessuale e riproduttiva. Deve essere riconosciuto il diritto delle donne a gestire la loro ses sualità e la loro fertilità e ciò deve essere considerato un diritto uma no fondamentale. La legislazione sui diritti alla riproduzione dovrebbe es sere coerente con la “Convenzione delle Nazioni Unite sull’Eliminazio ne di Tutte le Forme di Discrimina zione Contro le Donne” e tutelare i diritti delle donne alla scelta ses suale e riproduttiva. 3. Salute per tutta la durata della vita Le iniziative rivolte alla salute del le donne devono essere basate sul la definizione di salute dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità, che comprende il benessere fisico, so ciale e mentale. Una politica sani taria che sia favorevole alle donne deve considerare la qualità della loro salute durante l’intero corso della vita e rispondere alle realtà sociali, Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
politiche ed economiche della vita delle donne. 4. Empowerment L’empowerment delle donne deriva dalla loro capacità di unirsi per pro muovere il cambiamento. Le donne devono assumere un ruolo guida nella definizione delle politiche sa nitarie, nell’assunzione di decisioni e nella realizzazione di programmi. Ciò costituisce un prerequisito in dispensabile per aumentare la prio rità riservata alla salute delle don ne. 5. Servizi adatti alle donne Le strategie ed i servizi rivolti alla salute devono rispettare e tutelare la dignità delle donne, assicurando nel contempo il diritto alla segre tezza. Nessun individuo o gruppo dovrebbe soffrire la discriminazio ne o la stigmatizzazione a causa dell’essere uomo o donna. I servizi sanitari devono essere sensibili al tipo di utenza ed appropriati ai bi sogni specifici delle donne. 6. Relazioni fra uomini e donne Cambiamenti significativi nella sa lute delle donne implicano una tra sformazione nel rapporto fra uomi ni e donne. Le donne e gli uomini devono condividere le responsabili tà della pianificazione familiare e dello sviluppo dei figli.
PRIORITÀ PER L’AZIONE La maggior parte delle società dei Paesi dell’Europa Centrale ed Orien tale (CCEE) e dei nuovi Stati indi pendenti (NIS) dell’ex Unione So 51
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vietica stanno affrontando un dete rioramento nella salute delle loro popolazioni. Per esempio, la diffe renza nella speranza di vita fra le donne in Europa orientale ed occi dentale è in media di 5-10 anni. L’in dicatore attualmente più sensibile è il tasso di mortalità materna. Esso è in aumento in molti Stati dell’Eu ropa Centrale ed Orientale e nei nuovi Stati indipendenti (NIS) del l’ex Unione Sovietica: in alcuni Pa esi i tassi sono fino a 10 volte su periori a quelli registrati in molti Paesi occidentali della Regione. Al fine di invertire queste tendenze sono necessarie sia una risposta di emergenza che una strategia di in vestimento di lunga durata. Esiste un’ampia gamma di sfide per la ri forma dei sistemi sanitari nei Paesi CCEE/NIS. Coloro che hanno parte cipato alla Conferenza hanno iden tificato sei settori prioritari nella salute delle donne. Questi settori prioritari si concentrano sulle pre occupazioni sollevate dai parteci panti dei Paesi CCEE/NIS, trattan dosi tuttavia di problematiche spe cifiche di interesse per le donne di tutta la Regione europea dell’OMS. Queste priorità includono: · la riduzione della mortalità ma terna e l’aumento della sicurezza della maternità; · la promozione della salute ses suale e riproduttiva; · l’introduzione di politiche di rim borso favorevoli alle donne; · la promozione di programmi che orientino a stili di vita sani; · la riduzione della violenza con tro le donne; · il miglioramento delle condizio
ni delle donne che lavorano nel sistema sanitario. 1. La riduzione della mortalità materna e l’aumento della sicu rezza della maternità necessita no: · del miglioramento dei servizi sa nitari rivolti alla madre e al bam bino; · di interventi prenatali più favo revoli in termini di costo-effica cia ; · di pratiche ostetriche aggiornate e centrate sulla donna; · della promozione dell’allattamen to al seno; · dell’aggiornamento delle ostetri che in termini di conoscenze ed abilità; · della protezione nei confronti del l’uso inappropriato della tecno logia medica; · della riduzione delle interruzioni della gravidanza effettuate in condizioni di insicurezza; · di un’elevata qualità di cura nel le interruzioni della gravidanza. 2. La promozione della salute ses suale e riproduttiva richiede: · una maggiore educazione sessuale per le ragazze ed i ragazzi; · una più ampia disponibilità di anticoncezionali; · una maggiore scelta di metodi anticoncezionali; · servizi integrati di pianificazio ne familiare all’interno delle co munità; · test e consulenza riservati per le malattie a trasmissione sessuale; · cura delle malattie a trasmissio ne sessuale;
· consulenza riservata per le per sone affette da HIV e AIDS; · consulenza per chi si prostitui sce.
· l’azione contro la prostituzione
coatta e il traffico di donne;
· l’offerta di consulenza e di pro
tezione alle donne in difficoltà.
3. L’introduzione di politiche di rimborso favorevoli alle donne ri chiede: · il sostegno al rimborso delle spe se per gli anticoncezionali; · l’assegnazione di priorità ai ser vizi integrati di assistenza sani taria di primo livello; · l’assegnazione di priorità ai ser vizi di prevenzione e ai program mi di promozione della salute, in particolar modo riferiti alle ma lattie cardiache e all’ictus; · la realizzazione di attività di scre ening del tumore della mammel la e di quello del collo dell’utero.
6. Il miglioramento delle condi zioni delle donne che lavorano nel sistema sanitario richiede: · un migliore trattamento econo mico, migliori condizioni di la voro e uno status migliore per le donne che lavorano nel settore sanitario; · la nomina di un maggior numero di donne in posizioni di respon sabilità; · l’offerta di formazione permanen te di elevata qualità.
4. La promozione di programmi che orientino a stili di vita sani dovrebbe: · promuovere una sana alimenta zione; · promuovere la salute psicologica e mentale; · sostenere stili di vita orientati all’eliminazione del consumo di tabacco; · fornire cure per abuso di sostan ze; · promuovere un invecchiamento sano. 5. La riduzione della violenza con tro le donne richiede: · il riconoscimento della violenza domestica e dello stupro come problemi di sanità pubblica; · l’emanazione e il rinforzo di leg gi contro la violenza e lo stupro; Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
IMPEGNO POLITICO NEI CONFRONTI DELLE STRATEGIE PER LA SALUTE DELLE DONNE La Conferenza ha documentato l’am pia gamma di iniziative politiche già attivate. Molto però deve essere ancora fatto nelle attività di rifor ma politica per aumentare l’impe gno nei confronti della salute delle donne. Ciò significa nominare più donne in posizioni di vertice ed as sicurare il pieno coinvolgimento delle associazioni e delle organiz zazioni non governative di donne, chiamandole a svolgere un ruolo di interazione nel processo politico. Vengono raccomandate sei azioni politiche. 1. Gli Stati dovrebbero istituire un uf ficio per la salute delle donne, con il compito di sviluppare una strate gia intersettoriale per la salute del 53
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le donne ed un piano d’azione. 2. In ogni Stato dovrebbe essere co stituito un Forum nazionale per la salute delle donne. 3. Gli Stati dovrebbero sviluppare una base informativa affidabile per una politica intersettoriale finalizzata alla salute delle donne, che com prenda i settori dell’istruzione, del lavoro, dell’assistenza e della casa.
Ciò esige la predisposizione di rela zioni e lo svolgimento di attività di monitoraggio che facciano uso di dati specifici per sesso e di dati di saggregati sulle condizioni socio economiche e sanitarie delle don ne. 4. Gli Stati dovrebbero pubblicare con cadenza temporale regolare rappor ti completi sulla salute delle donne da presentare ai rispettivi parlamen ti, ai media e al pubblico.
5. Gli Stati dovrebbero sviluppare stra tegie di ricerca per la salute delle donne che specifichino le aree di priorità per le indagini e definisca no le conseguenti linee d’azione. La ricerca dovrebbe essere multidisci plinare e sostenere lo sviluppo di una nuova epidemiologia sociale della salute delle donne. Tutti gli Stati dovrebbero sviluppare ricerche sulla salute delle donne. 6. Tutti gli Stati Membri della Regione Europea dovrebbero predisporre un rapporto sulla salute delle donne nel contesto dell’iniziativa sulla salute delle donne dell’Ufficio Regionale. Questo materiale dovrebbe costitu ire parte dei materiali da presentare alla 4 a Conferenza Mondiale sulle Donne che si terrà a Pechino nel Settembre 1995. Questo materiale sarà altresì presentato alla prossi ma Commissione Economica per il Convegno Preliminare Regionale Europeo, che si terrà a Vienna nell’Ottobre 1994 e precederà altresì il forum delle organizzazioni non go vernative.
COORDINAMENTO DEGLI INTERVENTI Le iniziative sulla salute delle don ne nella Regione dovrebbero essere adeguatamente coordinate. Gli in vestitori e i benefattori – multila terali e bilaterali – dovrebbero rive dere le loro priorità e porre maggio re attenzione alla salute delle don ne. Dovrebbero garantire che esper ti donna vengano inclusi come com Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
ponenti dei gruppi di consulenza che lavorano con i Paesi CCEE/NIS. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe esplorare la fatti bilità di istituire una rete di centri per la salute delle donne per sup portare la ricerca e la formazione sulla salute delle donne nella Re gione Europea e continuare a moni torare la salute delle donne attra verso regolari studi comparativi e profili dei diversi Stati.
COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITÀ ED EMPOWERMENT DELLE DONNE Devono essere adottate misure per cogliere il punto di vista delle don ne relativamente ai loro bisogni e ai problemi che devono affrontare. Devono essere riconosciute e rispet tate le differenze sociali e cultura li. Dovrà essere data ampia pubbli cità ai risultati delle ricerche che si riferiscono alla salute delle donne secondo modalità che siano com prensibili e pertinenti. Sarà di estre ma importanza che queste misure diano alle donne la possibilità di prendersi cura della propria salute.
AFFRONTARE INSIEME LA SFIDA La salute delle donne è un proble ma che attraversa i confini, i siste mi politici e le differenze culturali. La cooperazione internazionale è essenziale. L’Organizzazione Mondia le della Sanità dovrebbe ricercare alleanze con altre organizzazioni per sostenere l’iniziativa “Investire nella Salute delle Donne”. 55
Dichiarazione di Helsinki sull’Azione nei confronti dell’Ambiente e della Salute in Europa (Helsinki Declaration on Action for Environment and Health in Europe)
Dichiarazione di Helsinki
Seconda Conferenza Europea sull’Ambiente e la Salute. Helsinki, Finlandia, 20-22 giugno 1994.
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1. Noi, Ministri per l’Ambiente e Mini stri per la Sanità degli Stati Membri dell’Europa della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e Mem bri della Commissione Europea (EC) responsabili per l’ambiente e la sa lute, ci siamo incontrati qui ad Hel sinki sotto gli auspici del Governo Finlandese e dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS, secondo quan to stabilito dalla Carta Europea per l’Ambiente e la Salute adottata nel la nostra Prima Conferenza, tenutasi a Francoforte, in Germania, nel 1989, e sulla base del mandato as segnatoci dall’Agenda 21 adottata dalla Conferenza delle Nazioni Uni te sull’Ambiente e lo Sviluppo (UN CED) nel 1992. 2. Davanti a noi abbiamo un obiettivo comune e condiviso: migliorare le condizioni di vita e di lavoro della generazione presente, per assicura-
re che non venga distrutta la capa cità di sviluppo della natura e che venga salvaguardato il diritto delle generazioni future ad una vita sod disfacente e produttiva. Lo sviluppo sostenibile può essere garantito solo attraverso un muta mento radicale degli attuali model li di produzione e consumo. La coe sistenza fra l’uomo e la natura co stituisce un prerequisito per il fu turo dell’umanità. La prosperità e lo sviluppo continuo della società deve fondarsi sul pieno riconosci mento e sulla protezione continua tiva delle diversità biologiche della natura.
L’EVOLUZIONE 3. La Seconda Conferenza ha luogo in un’Europa differente rispetto al 1989 sia sul piano politico che su quello economico. Importanti cambiamenti politici hanno condotto ad un so stanziale incremento del numero degli Stati Membri Europei dell’Or ganizzazione Mondiale della Sani tà. Alcuni Paesi sono lacerati da conflitti armati. Molti stanno affron tando i problemi della transizione da un’economia pianificata ad un’economia di mercato. La reces sione economica ha toccato la mag gior parte della Regione. In questo nuovo contesto geopolitico, si stan no adottando numerose iniziative collegate, riferite ai problemi del l’ambiente e della salute che riguar dano direttamente l’Europa.3 Abbia mo portato l’attenzione sull’impor tanza del processo “Ambiente per
l’Europa” iniziato a Dobris Castle nel 1991, che ha portato all’adozione da parte della Conferenza Ministe riale Pan-Europea di Lucerna del 1993 del “Programma di Azione Ambientale per l’Europa Centrale e Orientale” nonché degli elementi per un “Programma Ambientale per l’Eu ropa” di lungo termine. Le iniziati ve adottate nel corso del processo “Ambiente per l’Europa” e il nostro impegno all’azione nel campo del l’ambiente e della salute devono ba sarsi sul sostegno reciproco ed es sere strettamente collegati al lavo ro della Commissione per lo Svilup po Sostenibile prevista dalla risolu zione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. È solo in questo modo che la famiglia europea può assu mere un atteggiamento comune e coerente alle sfide dell’ambiente, della salute e dello sviluppo. 4. Siamo soddisfatti che le più impor tanti decisioni assunte nella Prima Conferenza siano state realizzate. Molti Paesi attualmente basano le loro politiche per l’ambiente e la sa lute sulla Carta Europea. È stato isti tuito ed è in funzione il Centro Eu ropeo per l’Ambiente e la Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO/ECEH). Nel corso del la preparazione del rapporto “Pre occupazioni per il Futuro dell’Euro pa (CET)”, il Centro ha sviluppato un’analisi regionale che offre una valutazione complessiva della salu te in rapporto all’ambiente. 5. Nel 1993 l’Assemblea della Sanità Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
Mondiale ha adottato una Strategia Globale per la Salute e l’Ambiente in risposta alla raccomandazione della Commissione per la Salute e l’Ambiente dell’Organizzazione Mon diale della Sanità e ai risultati del l’UNCED. Tale Strategia offre un qua dro integrato di obiettivi ed azioni nel campo della salute e dell’am biente.
LA SFIDA DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE 6. Notiamo che la natura e la portata dei problemi che richiedono azioni preventive o riparative sono state messe in luce dal lavoro effettuato in preparazione del rapporto CET e del Rapporto Pan-Europeo sullo Sta to dell’Ambiente preparato nell’am bito del processo Ambiente per l’Eu ropa. Siamo preoccupati dalle gravi conseguenze per la salute e il be nessere di un numero consistente di persone all’interno della Regione Europea che deriva da ambienti di vita, di lavoro e di svago insoddi sfacenti, come ad esempio: Cibo ed acqua contaminati · Quattro anni dopo la “Decade sui Rifornimenti e sulla Igienizzazio ne dell’Acqua Distribuita per il Consumo Umano” promossa dalle Nazioni Unite, più di 100 milioni di persone nella Regione non hanno ancora accesso ad acqua potabile sicura e un numero ad dirittura maggiore non dispone di servizi igienici. · Le infezioni provocate dall’acqua 57
Azione per l’ambiente e la salute
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contaminata, come l’epatite A e le malattie diarroiche, costitui scono un grave problema nell’Eu ropa orientale dove, in aggiunta alle difficoltà nel rifornimento di acqua, l’inadeguato trattamento dell’acqua e l’insufficiente manu tenzione dei sistemi di distribu zione danno, come risultato, la contaminazione microbiologica delle riserve d’acqua. · Le malattie dovute alla contami nazione microbiologica del cibo stanno aumentando in tutta la Regione a causa di modalità e tecnologie inadeguate e insuffi cienti nella produzione, nella lavorazione e nella conservazione dei cibi. · Si stima che circa 130 milioni di persone all’anno siano a rischio di sviluppare malattie attribuibi
li alla Salmonella o al Campylo bacter. Inquinamento dell’aria nell’ambiente e negli spazi interni · L’apparato respiratorio di milioni di persone che vivono in parec chie aree urbane è a rischio a causa dei livelli di inquinamento dell’aria prodotti dalle centrali elettriche, dalle industrie e dal crescente traffico veicolare. · L’inquinamento dell’aria negli ambienti interni, compreso quello prodotto dal fumo di tabacco e dal radon, aggravato dalla man canza di adeguate forme di ven tilazione, è sempre più ricono sciuto come causa di cattiva salute. · L’inquinamento dell’aria può an
che essere causa dell’aumento osservato di attacchi di asma e di altre reazioni allergiche. · In alcune aree, le emissioni di piombo da parte delle industrie e dei veicoli che usano carburanti contenenti piombo provocano nei bambini l’aumento del piombo nel sangue che può essere associato a problemi nello sviluppo menta le. Morti e lesioni dovute a vari tipi di incidenti, comprese le emergenze nucleari · Nella Regione, gli incidenti stra dali, domestici e lavorativi cau sano circa 200.000 morti e un consistente numero di lesioni e disabilità permanenti ogni anno. I fattori ambientali contribuisco no al verificarsi di questi inciden ti; se venissero adottate oppor
tune misure di prevenzione la loro incidenza potrebbe venire ridot ta. · Otto anni dopo Chernobyl, la pro gettazione e le condizioni ope rative di molte centrali nucleari hanno ancora bisogno di miglio ramenti urgenti per prevenire in cidenti simili. · In alcune aree colpite dall’inci dente di Chernobyl, la frequenza del cancro alla tiroide nei bam bini è aumentato di circa cento volte; molte più persone sono colpite da malattie psicosomati che causate dall’incidente e dal l’incertezza sugli effetti a lungo termine. · Alcuni Stati, sia nel ricercare si curezza nei confronti di disastri di grande portata e delle relative minacce alla salute umana che per altri motivi, hanno adottato politiche energetiche che esclu dono l’energia nucleare. Ecologia e salute · Parecchie decisioni del passato, come quelle relative allo svilup po del bacino del Mare di Aral per incrementare la produzione agri cola nonché l’uso di Semipalatin sk per effettuare i test delle armi nucleari, hanno creato situazio ni che ancora oggi costituiscono fonti di rischio per la salute di milioni di persone. Salute urbana · Il deterioramento delle condizio ni di vita in molte aree urbane ha prodotto effetti nocivi per la salute di un grande numero di cit tadini. Il cambiamento struttu
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rale e tecnologico nell’economia ha prodotto elevati e inaccetta bili livelli di disoccupazione, spe cialmente fra i giovani, che, a loro volta, generano effetti negativi per la salute fisica e psichica. Sono altresì inaccettabili i livelli di deprivazione e di squallore che si riscontrano in molti posti. L’inerzia nei confronti di questi problemi potrebbe costituire una minaccia nei confronti dei lega mi di solidarietà all’interno della nostra società.
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Salute nei luoghi di lavoro · Circa la metà dei 400 milioni di lavoratori nella Regione non han no accesso ad adeguati servizi di medicina del lavoro. · Ogni anni, sul lavoro accadono circa 25.000 incidenti mortali e si stimano ulteriori 10 milioni di lesioni · Circa 16 milioni di lavoratori sono esposti ad agenti cancerogeni. Conseguenze dei conflitti armati · I conflitti armati hanno creato un grande numero di rifugiati e han no prodotto distruzioni e deva stazioni delle riserve di acqua e di servizi sanitari essenziali, mi nacciando la salute di intere co munità.
IMPEGNO ALL’AZIONE 7. Nella realizzazione di questa Dichia razione, seguiremo le raccomanda zioni del rapporto del 1992 della Commissione dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità su Salute e Ambiente, che ha dato rilievo al fat to che esiste complementarietà e sinergia fra la promozione della sa lute e la protezione dell’ambiente. Le affermazioni della Commissione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono state approvate dalla Commissione per lo Sviluppo Soste nibile, che ha sottolineato la ne cessità di integrare gli obiettivi e le attività relative a salute, ambiente e sviluppo: ci faremo guidare dalle sue decisioni come, ad esempio, da quelle legate alla salute e all’am biente in Europa. Siamo consape voli che la necessità di un migliore utilizzo delle limitate risorse dispo nibili all’interno dei singoli Stati, spinge all’estensione e all’intensi ficazione della cooperazione inter nazionale. La sostenibilità deve es sere costruita con strategie inter settoriali; devono inoltre essere resi trasparenti i costi reali dell’utilizzo di risorse scarse e non rinnovabili. 8. Dovremo anche adeguarci alle poli tiche e ai principi degli “Obiettivi Europei della Salute per Tutti” e alla “Carta Europea sull’Ambiente e la Salute”, in particolar modo alle di sposizioni relative alle misure pre ventive. Ci impegniamo ad agire: · per mantenere la solidarietà, sia all’interno degli Stati che fra di essi, attraverso la partecipazio ne agli sforzi comuni per il mi glioramento della salute dell’am biente e l’assegnazione di priori tà alle situazioni peggiori che si riscontrano nella Regione; · per assicurare la sostenibilità nel
lo sviluppo, attraverso azioni appropriate nei settori dell’am biente e della sanità, per soddi sfare i bisogni della popolazione attuale senza compromettere la possibilità che le generazioni fu ture possano soddisfare i loro; · per realizzare attività di coope razione e alleanze, per il miglio ramento dell’ambiente e della salute, non solo fra i settori del la sanità e dell’ambiente, ma an che con gli altri settori econo mici nonché con tutti i partner sociali che possono contribuire alla definizione di obiettivi e alla realizzazione di progetti; · per applicare il principio di sus sidiarietà, affinché in tutte le si tuazioni le decisioni assunte ab biamo il massimo livello di effi cacia. 9. Gli Stati Membri decidono le loro priorità alla luce della loro situa zione specifica, ma ci sono deter minati problemi, come la qualità dell’acqua e dell’aria, che, data la rilevanza o la gravità delle conse guenze che possono causare, richie dono l’attenzione da parte di tutti i Paesi. Approviamo il “Piano d’Azio ne sulla Salute Ambientale in Euro pa” (EHAPE), come strumento at traverso il quale possiamo proteg gere e promuovere la salute e con servare e migliorare l’ambiente. Sia mo altresì impegnati a mettere in atto queste iniziative prioritarie:
AZIONI A LIVELLO NAZIONALE, REGIONALE E LOCALE Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
10. Impegniamo i nostri rispettivi di partimenti della sanità e dell’am biente a sviluppare in modo con giunto, non oltre il 1997, piani di azione sulla salute e sull’ambiente, lavorando assieme e per mezzo di esperti o invitandoli a redigere tali piani di azione quando l’appropria tezza e la legge o la costituzione lo richiedono. Questi piani dovrebbe ro essere integrati o strettamente connessi sia con i programmi d’azio ne ambientale sia con i processi di programmazione sanitaria e in modo specifico dovrebbero essere moni torati dall’UNCED e dal processo del ”Ambiente per l’Europa”. Vogliamo, inoltre, intensificare la cooperazio ne con le altre autorità governati ve, come ad esempio i responsabili dell’agricoltura, dell’energia, dell’in dustria, dei trasporti e del turismo, in modo da integrare i problemi del l’ambiente e della salute nelle loro politiche, cercando di fare un passo importante verso la sostenibilità. 11. Siamo convinti che ci sia una pres sante necessità per un approccio complessivo ed integrato, teso a creare comunità sociali più sane ed ecologiche e a migliorare la consa pevolezza dell’interconnessione dei numerosi fattori che contribuisco no al benessere. Agiremo di conse guenza facendo riferimento alle pro poste dell’UNCED agli Stati per “svi luppare piani d’azione prioritari ba sati sulla programmazione coopera tiva da parte dei vari livelli di go verno, delle organizzazioni non go vernative e delle comunità locali. 61
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AZIONI TRANSFRONTALIERE CHE COINVOLGONO L’INTERA EUROPA 12. Al fine di assicurare che l’attenzio ne nei confronti della salute abbia il dovuto peso nella determinazio ne delle azioni da intraprendere, abbiamo richiesto all’Organizzazio ne Mondiale della Sanità, in colla borazione con altre importanti or ganizzazioni internazionali, di in tensificare il suo contributo median te l’ulteriore elaborazione e predi sposizione di provvedimenti riguar danti l’inquinamento dell’aria, del l’acqua e del suolo, in quelle con venzioni ambientali che hanno, fra i loro scopi, la protezione della sa
lute umana.4 Ciò dovrebbe compren dere lo sviluppo di modalità attua tive affinché le iniziative trovino ef ficace realizzazione nei vari Paesi. Le modalità per un’efficace imple mentazione sono le norme legisla tive, l’attribuzione di responsabili tà, ivi incluse quelle per il coordi namento fra il settore dell’ambien te e quello della sanità e la garan zia che i livelli di inquinanti nell’aria, nell’acqua, nel suolo e negli alimenti vengano monitorati con lo scopo di raggiungere e di mantene re una situazione di riduzione del l’esposizione a questi rischi. Tenen do conto degli effetti potenziali sulla salute, raccomandiamo che si facciano adeguati sforzi per control lare le fonti dell’inquinamento, al
lorquando qualunque tipo di inqui namento venga rilevato, indipen dentemente dai confini, e possa aumentare l’esposizione complessi va. 13. Sosteniamo il programma dell’Orga nizzazione Mondiale della Sanità sulla salubrità dell’ambiente in Eu ropa e tutti gli altri programmi eu ropei che hanno lo scopo di svilup pare e di rafforzare il controllo del la salubrità dell’ambiente. Poniamo particolare enfasi sulle azioni per il miglioramento dei servizi essenzia li per la salubrità dell’ambiente, compresa la medicina del lavoro, i sistemi informativi, i sistemi per la valutazione e la gestione dei rischi, la formazione professionale, la con sapevolezza e la partecipazione pub blica. 14. Decidiamo, in quanto urgente, di sviluppare una migliore collabora zione a livello europeo per la defi nizione delle interrelazioni fra am biente urbano e salute. Sono neces sari approcci innovativi e modalità concrete per dare la possibilità agli abitanti di sviluppare i loro ambienti di vita e di invertire le tendenze negative relative alla qualità della vita che si stanno verificando in molte città. Al fine di stimolare azio ni nei confronti dei problemi am bientali, sanitari e sociali, diamo il nostro convinto sostegno agli sfor zi che vengono fatti con l’obiettivo di migliorare le condizioni della vita nelle città attraverso l’attività del la rete europea delle “Città Sane” e Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
di altre reti analoghe. 15. Ci assumiamo l’impegno di rafforza re nei nostri Stati le azioni coordi nate volte a ridurre i pesanti tributi in vite umane dovuti agli incidenti. Come primo passo, proponiamo di concentrare l’attenzione sulla rac colta, su basi uniformi in tutta la Regione, di informazioni sulle cau se ambientali e comportamentali delle diverse categorie di incidenti, al fine di individuare dove interve nire con azioni specifiche. 16. Chiediamo all’Organizzazione Mon diale della Sanità di collaborare con altre organizzazioni per definire e migliorare efficaci misure di preven zione, incluso l’uso di sistemi tem pestivi di allarme e di appropriate contromisure di sanità pubblica, in modo che i Paesi colpiti possano intraprendere in tempo le azioni opportune. 17. Siamo consapevoli che le basi scien tifiche per l’azione nei confronti di alcuni problemi che ci assillano hanno bisogno di essere rafforzate. A questo fine, approviamo la pro posta per la formulazione di un pro gramma di ricerca congiunto che coinvolga l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondia le della Sanità, la Fondazione Euro pea per le Scienze e la Commissio ne Europea. Proponiamo l’organiz zazione di una serie di incontri in ternazionali per diffondere i risul tati di questo programma e di altre 63
ricerche che siano ritenuti di valo re.
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AZIONI PER AIUTARE I PAESI IN TRANSIZIONE E QUELLI CHE HANNO SUBITO GLI EFFETTI DI CONFLITTI ARMATI
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18. Siamo pronti a rispondere alle ri chieste dei Paesi che si trovano ad affrontare la transizione economica e sociale e che possono aver biso gno di assistenza per migliorare i loro servizi di igiene ambientale, sia a livello bilaterale sia attraverso le organizzazioni internazionali esi stenti. Ci impegniamo a sostenere i pro grammi finalizzati a porre rimedio a specifiche situazioni ambientali correlate alla salute in quei Paesi dove è operante un’azione interna zionale, con particolare riferimento agli accordi internazionali già rag giunti. Richiediamo all’Organizzazione Mon diale della Sanità, in collaborazio ne con altre organizzazioni inter nazionali e agenzie che possono garantire finanziamenti, di svilup pare e coordinare i programmi che sono legati alla salute, di concerto con il “Programma Europeo per l’Am biente” e in accordo con la realiz zazione del “Programma per l’azio ne nei confronti dell’Ambiente nell’Europa Centrale e Orientale”, in re lazione ai bacini fluviali internazio nali, inclusi i mari e gli altri pro grammi d’azione a livello subregio nale.
19. Siamo consapevoli che l’assistenza esterna risulterà efficace solamen te se gli sforzi saranno diretti al miglioramento e, in quanto neces sari, alla revisione dei servizi di igie ne ambientale e dei sistemi infor mativi, alla formazione di addetti e allo sviluppo della consapevolezza nell’intera popolazione. Ci impegnia mo a sostenere la continuità del l’assistenza tecnica relativamente alla quale i Programmi Nazionali Integrati su Ambiente e Salute, svi luppati dal Centro Europeo per l’Am biente e la Salute dell’Organizzazio ne Mondiale della Sanità (WHO/ ECEH), possono servire da modello. 20. Consapevoli che molte metropoli e città nei Paesi in transizione sof frono per la scarsa qualità dei ser vizi pubblici, facciamo appello al l’Organizzazione Mondiale della Sa nità e alle altre organizzazioni in teressate a dare priorità al compi to, di scarsa visibilità ma di grande importanza, di rilanciare servizi come quelli per il rifornimento idri co e per il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, che risultano essere es senziali per la salute. In relazione al lungo abbandono in cui questi servizi si sono trovati in molti Sta ti, sottolineiamo la necessità della formazione dei responsabili del loro funzionamento e della manutenzio ne. Nel perseguire questi obiettivi, gli Stati dovrebbero far proprio il “Piano d’Azione sull’Acqua Potabile e la sua Igienizzazione” adottato dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile.
sarà drammatico. Richiediamo all’Or ganizzazione Mondiale della Sani tà, in stretta cooperazione con gli Stati Membri e con altre organizza zioni, incluse le agenzie in grado di fornire finanziamenti, di comincia re da subito a contribuire alla pia nificazione di quelle iniziative di portata significativa che saranno necessarie per alleviare le condizioni di malattia e per ripristinare i servi zi di base di igiene ambientale, una volta che sia stata raggiunta la pace.
21. Esprimiamo il nostro orrore nei con fronti delle ostilità e dei conflitti civili che hanno luogo nelle aree contestate della Regione e che sono causa di centinaia di migliaia di persone uccise, di un numero mag giore di feriti e di milioni di profu ghi. Siamo consapevoli della neces sità urgente che la nostra solidarie tà trovi espressione in termini ope rativi, in modo da rendere rapido il ritorno alla vita normale di coloro che sono sopravissuti ai conflitti. Sosteniamo e incoraggiamo con de terminazione l’intensificazione del le azioni intraprese dall’Organizza zione Mondiale della Sanità, in col laborazione con le altre strutture delle Nazioni Unite, con le organiz zazioni di soccorso e con i singoli Stati Membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tali azioni sono destinate alla protezione del le condizioni di salute nei Paesi e nelle aree che sono o sono state recentemente teatro di conflitti ar mati. Il compito di ristabilire mi gliori condizioni di vita e di salute Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
SOSTEGNO ISTITUZIONALE 22. Riconosciamo che la realizzazione del “Piano d’Azione sulla Salute Am bientale in Europa” (EHAPE) si basa sulla collaborazione fra i partner del processo “Ambiente per l’Europa” e dell’Organizzazione Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondia le della Sanità,5 utilizzando il più possibile le strutture esistenti di coordinamento. 23. Abbiamo valutato che la realizza zione del “Piano d’Azione sulla Sa lute Ambientale in Europa” (EHA PE) non richiede interventi esterni. Per agevolare la cooperazione e il coinvolgimento degli Stati Membri attraverso loro ministeri per l’am biente e la sanità, insieme alle spe cifiche organizzazioni internazionali e le agenzie di finanziamento, sta biliamo che, al fine di realizzare il “Piano d’Azione sulla Salute Ambien tale in Europa (EHAPE)”, venga co stituito il Comitato Europeo per 65
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l’Ambiente e la Salute (EEHC).
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24. Riteniamo che il Comitato dovreb be essere formato da quattro rap presentanti designati dal Comitato Regionale per l’Europa dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità, da quattro rappresentanti nominati dal Comitato per la Politica Ambientale dell’UN/ECE e, sulla base dell’appro vazione da parte delle rispettive isti tuzioni, da rappresentanti designa ti dall’UN/ECE, dal “Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite” (UNEP), dall’Organizzazione Mondia le della Sanità, dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa e dall’Orga nizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e pos sibilmente da altre organizzazioni intergovernative e da agenzie inter nazionali di finanziamento. 25. Il Comitato sarà operativo dall’1 gennaio 1995, e sarà inizialmente composto da quelle istituzioni ci
tate che avranno designato i loro componenti, confermando, in tal modo, la propria accettazione delle funzioni del Comitato in preceden za proposte. 26. L’Organizzazione Mondiale della Sa nità si farà carico, da sola o in col laborazione con le altre organizza zioni coinvolte, delle funzioni di segreteria. 27. L’EEHC svolgerà le seguenti funzio ni: · promuovere il concetto di soste nibilità così come deve essere applicato all’ambiente e alla sa lute; · coordinare e valutare la realizza zione del “Piano d’Azione sulla Sa lute Ambientale in Europa” (EHA PE); · quando richiesto dagli Stati, fa cilitare e sostenere lo sviluppo di piani d’azione per la salubrità del l’ambiente, includendo l’assisten za nell’analisi delle implicazioni economiche, ambientali e sani tarie di politiche specifiche e opzioni di intervento; fornire as sistenza nell’individuazione di ri sorse esterne per lo sviluppo dei piani; · cooperare con i componenti del processo “Ambiente per l’Europa”, al fine di promuovere l’inclusio ne di azioni per la salute nei pia ni d’azione per l’ambiente e pro muovere e facilitare lo sviluppo di progetti congiunti da parte di organizzazioni internazionali a livello Europeo, a sostegno della
realizzazione del “Piano d’Azione sulla Salute Ambientale in Euro pa” (EHAPE); · fornire consulenza sui problemi della salubrità dell’ambiente alle organizzazioni e a coloro che, at traverso donazioni, sostengono i Paesi in transizione economica o quelli che si stanno risollevando dagli effetti di conflitti armati; · offrire assistenza nell’individua zione di quei problemi emergenti relativi alla salubrità dell’ambien te che richiedono azioni coope rative o ulteriori analisi; · promuovere una politica comune di ricerca che implichi una colla borazione continuativa fra l’Uffi cio Regionale per l’Europa dell’Or ganizzazione Mondiale della Sa nità, la Fondazione Scientifica Eu ropea e altri organismi specializ zati che offrano la loro disponi bilità, come la Comunità Europea; · incoraggiare lo scambio e la dif fusione delle informazioni. 28. Richiediamo che il Comitato Euro peo per l’Ambiente e la Salute (EEHC) produca annualmente una relazione al Comitato Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondia le della Sanità e agli altri organi smi coinvolti, sullo stato di avan zamento del “Piano d’Azione sulla Salute Ambientale in Europa” (EHA PE). 29. Stabiliamo che il Comitato Europeo per l’Ambiente e la Salute (EEHC) venga costituito per un periodo di cinque anni. Verrà effettuata una Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
valutazione su ciò che è riuscito a fare e sul suo potenziale e una rela zione sarà sottoposta alla nostra Terza Conferenza Ministeriale. 30. Proponiamo che il Centro Europeo per l’Ambiente e la Salute dell’Or ganizzazione Mondiale della Sanità (WHO/ECEH), lavorando in stretta connessione con l’Agenzia Europea per l’Ambiente e con altre organiz zazioni intergovernative e non go vernative, sia riconosciuto come il principale strumento tecnico per offrire sostegno al “Piano d’Azione sulla Salute Ambientale in Europa” (EHAPE) e come il principale brac cio esecutivo del Comitato Europeo per l’Ambiente e la Salute (EEHC) sui problemi tecnici. Il Centro do vrebbe, sulla base delle risorse di sponibili, rispondere alle necessità degli Stati Membri e alle richieste del Comitato Europeo per l’Ambien te e la Salute (EEHC) nei seguenti campi: · cooperazione con ciascuno Stato Membro della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale del la Sanità, relativamente alla rea lizzazione del “Piano d’Azione sul la Salute Ambientale in Europa” (EHAPE) e di problemi specifici di salubrità dell’ambiente, in stretta collaborazione con le agenzie finanziarie multilaterali e bilaterali; · sviluppo di un sistema informa tivo globale sulla salubrità del l’ambiente in grado di individua re i problemi prioritari, i fattori di rischio e le tendenze e di mi surare l’impatto degli interventi; 67
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· partecipazione allo sviluppo di criteri scientifici e di linee guida riferibili alla salubrità dell’am biente, come fondamento per la valutazione dei livelli di sicurez za e la definizione di norme e standard Europei; · disponibilità ad offrire guida nella ricerca sulla salubrità dell’am biente, individuazione delle prio rità e, in stretta collaborazione con altri organismi internaziona li, individuazione delle azioni ef ficaci finalizzate al migliore uti lizzo delle risorse di cui la ricer ca necessita.
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31. Riteniamo che debbano essere raf forzate le capacità del Centro Euro peo per l’Ambiente e la Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO/ECEH) nel fornire soste gno agli Stati Membri e al Comitato Europeo per l’Ambiente e la Salute (EEHC) per l’implementazione del “Piano d’Azione sulla Salute Ambien tale in Europa” (EHAPE). Faremo ogni sforzo per garantire che le ri sorse necessarie per realizzare questo obiettivo vengano rese disponi bili accanto a quelle attualmente messe a disposizione principalmen te dalla Francia, dall’Italia, dall’Olanda e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
CONCLUSIONI 32. Pur incoraggiati dai progressi rag giunti dal tempo dell’adozione del la Carta Europea per l’Ambiente e la
Salute del 1989, tuttavia ci preoc cupiamo della necessità di rimanere vigili e di migliorare la situazio ne. Diamo il benvenuto al sostegno offerto dai nostri partner e dalla co munità internazionale. Apprezziamo con soddisfazione la risoluzione del Parlamento Europeo presentata in questa Conferenza. Siamo fiduciosi che insieme potremo disporre della volontà, dei mezzi e dell’impegno perché i nostri sforzi abbiano suc cesso. 33. Chiediamo all’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondia le della Sanità di convocare la Terza Conferenza Europea sull’Ambien te e la Salute nel 1999, con lo sco po di valutare i progressi, in particolare per quanto riguarda l’imple mentazione del “Piano d’Azione sulla Salute Ambientale in Europa” (EHAPE), e di definire il calendario degli impegni, in relazione all’ambiente e alla salute, per i primi anni del ventunesimo secolo. Helsinki, 22 giugno 1994 Dr J. Huuhtanen Ministro per gli Affari Sociali e la Sanità, Finlandia Ms S. Pietikainen Ministro per l’Ambiente, Finlandia Dr J. E. Asvall Direttore Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Note 1
Nel presente documento i termini “Europa” e “Regione” si riferiscono alla Regione Europea dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità.
All’interno del presente documen to dove viene usato il termine “go verni” (“Stati”) si intende inclusa la Comunità Europea nei settori di competenza. 2
Corsi d’Acqua Transfrontalieri” e i Laghi Internazionali; la “Convenzio ne sulla Valutazione di Impatto Ambientale nel Contesto Transfron taliero”; la “Convenzione sugli Ef fetti Transfrontalieri degli Incidenti Industriali”; la “Convenzione del l’Agenzia Internazionale per l’Ener gia Atomica sulla Immediata Noti fica degli Incidenti Nucleari”, e la “Convenzione dell’Agenzia Interna zionale per l’Energia Atomica sulla Sicurezza Nucleare”.
3
Abbiamo tenuto in particolare con siderazione la “Convenzione di Ba silea sul Controllo dei Movimenti Transfrontalieri dei Rifiuti Pericolo si e della loro Eliminazione”, la “Convenzione Quadro sui Mutamen ti Climatici” e la “Convenzione sul la Biodiversità”, che sono entrate in vigore, mentre le integrazioni del “Protocollo di Montreal alla Conven zione di Vienna per la Protezione dello Strato di Ozono” sono state aggiornate e rafforzate. Sono state predisposte tre nuove convenzioni sotto gli auspici della Commissione Economica per l’Europa delle Nazio ni Unite (UN/ECE): la “Convenzio ne sulla protezione e l’Uso dei Corsi d’Acqua Transfrontalieri e dei Laghi Internazionali”, la “Convenzione sulla Valutazione dell’Impatto Am bientale in Contesti Transfrontalie ri” e la “Convenzione sugli Effetti Transfrontalieri degli Incidenti In dustriali”.
Il termine “Organizzazione Regio nale” (Costituzione dell’Organizza zione Mondiale della Sanità, Capi tolo 11, Articoli 44-53) fa riferimen to in generale ai ruoli e alle respon sabilità separati ma integrati degli Stati Membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Comitato Regionale e l’Ufficio Regionale.
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In particolare la “Convenzione sul l’Inquinamento Transfrontaliero ad Ampio Raggio dell’Aria” e i suoi pro tocolli correlati così come la “Con venzione sulla Protezione e l’Uso dei
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Dichiarazione di Copenaghen (The Copenhagen Declaration) Conferenza Europea sulle Politiche sanitarie: Opportunità per il futuro. Copenaghen, Danimarca, 5-9 dicembre 1994.
Dichiarazione di Copenhagen
La Conferenza ha concordato di in viare la presente Dichiarazione di Copenaghen al Comitato Permanen te del Comitato Regionale per l’Eu ropa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per valutare e predispor re un progetto di risoluzione da sot toporre alla 45a sessione del Comi tato Regionale.
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Noi, le delegazioni degli Stati Membri della Regione Europea del l’Organizzazione Mondiale della Sa nità, riunitesi a Copenaghen il 5-9 dicembre 1994, nella precisa con sapevolezza che le nostre società si trovano ad uno storico crocevia, ci impegniamo a promuovere e proteg gere la salute delle nostre popola zioni come valore fondamentale del le nostre società.
1. LE SFIDE ALLA SALUTE IN EUROPA Le azioni per migliorare la salute devono essere riconosciute come misura della coscienza sociale di un Paese e come mezzi per investire nel capitale umano.
Siamo preoccupati circa il fatto che, nonostante si osservi un certo progresso, l’attività 1993/1994 per monitorare i progressi verso la sa lute per tutti (Health for All - HFA) mostra che considerevoli diversità nella salute permangono ancora fra i Paesi e fra gruppi di popolazione in quasi tutti i Paesi. Ci rendiamo conto dei problemi posti dalla ripresa delle malattie infettive in alcuni Paesi e dagli sti li di vita non sani in tutti i Paesi della Regione e sosteniamo le azio ni proposte per creare un ambiente sano e per affrontare le conseguen ze dell’incidente di Chernobyl, del lo sviluppo dell’agricoltura intensi va nel bacino del Mare di Aral e del l’uso di Semipalatinsk per i test sulle armi nucleari, come descritti dalla Dichiarazione di Helsinki del giugno 1994. Non ci si sta prendendo cura del numero crescente di problemi di salute, con l’aumento dei migranti, dei rifugiati e dei profughi che si dirigono ora anche nelle parti meno ricche della Regione Europea, attra verso una visione che riesca a far emergere soluzioni di lungo perio do. Dal momento che i migranti sono parte integrante della nostra Regio ne, essi devono inevitabilmente anche far parte dell’implementazio ne delle politiche della salute per tutti elaborate per affrontare le in giustizie, promuovere la salute ed assicurare l’accesso ad una assisten za sanitaria di elevata qualità. Ed è necessario che essi siano inclusi nel la cooperazione inter-Europea per la salute. In alcuni Paesi la salute sta affrontando una crisi dovuta al de
terioramento dei prerequisiti per la salute stessa ed ai vincoli econo mici che caratterizzano i servizi sa nitari.
2. LA VISIONE Abbiamo la responsabilità non sol tanto di reagire al cambiamento ma di creare il cambiamento necessa rio e di modellare il nostro futuro. Per fare questo: · abbiamo bisogno d’un approccio strategico che tenga conto del de licato equilibrio fra gli obiettivi di lunga durata e la fattibilità di breve periodo nell’attuale socie tà pluralistica; · abbiamo la necessità di rinforza re i valori della solidarietà, dell’ equità e dei diritti umani, nel mentre riconosciamo i diritti degli individui alla libertà di scel ta, alla partecipazione e alla di gnità, così come i loro doveri a contribuire al miglioramento della loro salute; · dobbiamo rafforzare il ruolo dei governi nella protezione e nella promozione della salute mentre ci sforziamo di salvaguardare l’ac cesso alla più elevata qualità possibile di assistenza sanitaria, anche nelle situazioni di invarian za o perfino di diminuzione delle risorse nazionali. Gli Stati Membri della Regione dovrebbero aumentare il loro impe gno, individualmente e collettiva mente, e fare ogni sforzo per: · implementare la politica europea della salute per tutti nei diversi Stati, attraverso la garanzia che Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
le politiche ed i programmi sanitari nazionali siano realmente ba sati sui suoi principi e su metodi di prevenzione delle malattie; · promuovere stili di vita sani, un ambiente sano e dove ci sia con sapevolezza della qualità, siste mi sanitari , efficaci in rapporto ai costi ed accessibili; · costruire politiche intersettoriali e strategie rivolte al guadagno in salute a livello nazionale, regio nale e locale, definendo in modo chiaro gli obiettivi che si con centrano sui risultati in termini di stato di salute, fattori di ri schio e fattori determinanti del la salute; · controllare e valutare i progressi verso questi obiettivi, fornendo così una base scientifica per la formazione ed il miglioramento continuo delle politiche.
3. SOLIDARIETÀ CON LE PERSONE IN STATO DI BISOGNO Siamo impegnati, sulla base del va lore fondamentale del movimento della salute per tutti, a dirigere i nostri sforzi nei confronti dei po poli e dei Paesi che versano in con dizioni di bisogno. 3.1 Sostegno preferenziale nei confronti dei gruppi vulnerabili ed a rischio elevato all’interno dei Paesi Oggi, più che mai, c’è la necessità di mettere a fuoco con precisione, nello sviluppo sociale e sanitario, le politiche ed i programmi che pos sono migliorare la salute e la quali 71
Politiche sanitarie
tà di vita di tutti i cittadini, in par ticolare i bambini, gli anziani, i poveri, i migranti, i rifugiati, i pro fughi e le persone socialmente svan taggiate. Pertanto ci impegniamo a: · accrescere la consapevolezza del la popolazione nei confronti del la necessità di adottare politiche e programmi sanitari che affron tino le disuguaglianze nella sa lute fra gruppi differenti all’in terno della popolazione; · perseguire l’equità nell’accesso all’assistenza sanitaria ed alle opportunità di promozione di sa lute, accertando che i nuovi si stemi di finanziamento e di ero gazione dell’assistenza non la mettano in pericolo; · assicurare che siano disponibili informazioni sulle disuguaglian ze nella salute; · effettuare, ove necessario, la va lutazione di impatto sulla salute delle scelte politiche.
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3.2 Sostegno prioritario ai Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale e dei nuovi Stati indipendenti Raccomandiamo che vengano adot tati i seguenti principi e vengano intraprese le seguenti azioni, al fine di migliorare gli sforzi che attual mente vengono realizzati: · Crediamo che negli Stati che ri cevono sostegno sia necessario sviluppare politiche nazionali fondate sui principi della salute per tutti e, in seguito, elaborare programmi di medio periodo per lo sviluppo della salute. L’Orga nizzazione Mondiale della Sanità e altre organizzazioni internazio
nali dovrebbero continuare ad offrire sostegno ai Paesi nel fare ciò. · Ricordiamo ai Paesi europei ed alle agenzie internazionali di aiu to e finanziamento che sono disposti ad aiutare i Paesi suddetti nel loro sviluppo, che tale assi stenza dovrebbe sostenere gli stessi principi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ed altre or ganizzazioni internazionali, come pure la Comunità Europea, pos sono offrire utili consigli in que sto processo. · Agli Stati che sono membri di or ganizzazioni intergovernative e della Comunità Europea, racco mandiamo di sostenere quei prin cipi all’interno delle strutture di governo di tali organizzazioni. 3.3 Sostegno alle vittime dei con flitti armati e dei disastri natu rali e provocati dall’uomo Crediamo che tutti i Paesi europei dovrebbero aumentare gli sforzi per aiutare i Paesi coinvolti in conflitti armati e colpiti da disastri naturali e provocati dall’uomo, e per soste nere le agenzie - internazionali e non governative - che attualmente stanno cercando di fornire soccorsi con lo scopo di proteggere la salu te delle popolazioni in stato di sof ferenza, compresi i rifugiati e i pro fughi, e di migliorare l’assistenza sanitaria.
4. UN MIGLIORE SVILUPPO DELL’ASSISTENZA SANITARIA FINALIZZATA A GUADAGNI IN SALUTE
L’attenzione dovrebbe essere mag giormente concentrata sui miglio ramenti attesi sulla base di diffe renti programmi di assistenza sani taria, con sforzi particolari per: · rinforzare le infrastrutture di sa nità pubblica, la gestione, la for mazione e la ricerca per lo svi luppo delle politiche della salute per tutti e per garantire che i cambiamenti dei sistemi sanitari si concentrino sui guadagni in salute; · sviluppare meccanismi efficaci per svolgere azioni intersettoria li finalizzate al perseguimento della salute a livello nazionale, regionale e locale, a seconda del l’appropriatezza; · rafforzare i sistemi informativi, con l’obiettivo di individuare i problemi di salute, sostenere l’im plementazione di strategie per perseguire guadagni in salute, per monitorare e valutare le azioni; · valutare l’efficacia delle azioni politiche, sia per la promozione della salute che per l’assistenza sanitaria, nonché il loro impatto sull’equità nella salute; · garantire che i nuovi metodi per il finanziamento e l’erogazione dell’assistenza sanitaria conduca no al guadagno in salute, allo svi luppo continuo della qualità e all’uso efficace delle risorse, at tribuendo la dovuta importanza alla promozione della salute, alla prevenzione delle malattie e alla riduzione della disabilità.
5. FACILITARE IL DIALOGO PER LA SALUTE Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
Coloro che elaborano le politiche sanitarie e coloro che ne sono inte ressati come utenti dovrebbero par tecipare fin dall’inizio ad un dialo go per la salute. I Paesi dovrebbero incoraggiare la loro partecipazione alla elaborazione, all’implementazio ne, al controllo ed alla valutazione delle politiche sanitarie. In questo modo, i Paesi dovrebbero prestare particolare attenzione a: · coinvolgere i parlamentari, i cit tadini ed altri partner nello svi luppo delle strategie volte alla promozione e alla protezione della salute; · costruire nuove alleanze con i gruppi sociali interessati allo svi luppo della salute.
6. UNA NUOVA ALLEANZA INTERNAZIONALE DI PARTNER PER LA SALUTE Notando con soddisfazione l’inten sificazione della collaborazione fra le organizzazioni internazionali e la Comunità Europea, siamo convinti che tutti i governi europei, al fine di sviluppare ulteriormente questi sviluppi, potrebbero intraprendere le seguenti azioni: · supportare più da vicino e in modo più efficace la cooperazio ne da parte delle organizzazioni internazionali e dalla Comunità Europea per il conseguimento di guadagni in salute, in modo da utilizzare le loro potenzialità e le complementarità; · promuovere e sostenere la stra tegia delle salute per tutti nell’ambito della collaborazione con 73
Politiche sanitarie
le organizzazioni intergovernati ve, non governative e integrati ve, nonché negli accordi bilate rali; · utilizzare gli schemi della politi ca nazionale della salute per tut ti nei Paesi dell’Europa centrale ed orientale e nei nuovi Stati in dipendenti dell’ex Unione sovie tica per indirizzare gli investito ri e i benefattori internazionali ad affrontare le aree a maggiore priorità e gli aspetti che destano maggiore preoccupazione; · sviluppare ulteriormente la coo perazione fra gli Stati per il mi glioramento dei metodi di elabo razione, monitoraggio, valutazio ne, gestione, formazione, ricerca e sviluppo delle politiche per la salute; · esplorare la possibilità di creare una rete di basi dati relative alla salute, comprese quelle dell’Uffi cio Regionale per l’Europa dell’Or
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ganizzazione Mondiale della Sa nità, della Commissione Europea e dell’Organizzazione per la Coo perazione e lo Sviluppo Econo mico, così come le basi di dati disponibili a livello nazionale; · promuovere e facilitare la condi visione di conoscenze specifiche e di esperienze, per migliorare le capacità di risoluzione dei pro blemi nei vari Stati e per soste nere lo sviluppo di conoscenze a livello internazionale; · esplorare le modalità per miglio rare le conoscenze da parte dei parlamentari della strategia eu ropea della salute per tutti e dei relativi metodi e, nel far ciò, va lutare come le strutture esistenti nelle organizzazioni intergover native e integrative possano con tribuire a tale sforzo.
7. VERSO IL VENTUNESIMO SECOLO Nel mentre ci sforziamo per svilup pare le nostre economie, per i Paesi di tutta la Regione si presenta un’oc casione storica per muoversi verso la salute per tutti assegnando ele vata priorità alla salute negli ordini del giorno della politica. Nell’adottare questa Dichiarazio ne di Copenaghen, ci impegniamo a rinnovare i nostri sforzi per osser vare con molta attenzione le sfide di politica sanitaria, per imparare reciprocamente e per condurre in sieme la popolazione europea verso un migliore stato di salute nel ven tunesimo secolo.
Carta Europea sull’Alcol (European Charter on Alcohol) Conferenza Europea sulla Salute,
la Società e l’Alcol
Parigi, Francia,
12 - 14 dicembre 1995
Carta Europea sull’Alcol
A sostegno del progressivo svilup po del Piano d’Azione Europeo sul l’Alcol, la Conferenza di Parigi invi ta tutti gli Stati membri a promuo vere politiche globali sull’alcol e ad attuare programmi che esprimano, conformemente alle esigenze dei contesti econonici-giuridici e socio culturali dei diversi Paesi, i seguenti principi etici ed obiettivi, tenendo conto del fatto che questo documen to non conferisce diritti legali.
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1. Tutti hanno diritto a una fami glia, una comunità ed un ambiente di lavoro protetti da incidenti, vio lenza ed altri effetti dannosi, che possono derivare dal consumo di bevande alcoliche. 2. Tutti hanno diritto a ricevere, fin dalla prima infanzia, un’informazio ne e un’educazione valida e impar ziale sugli effetti che il consumo di bevande alcoliche ha sulla salute, la famiglia e la società. 3. Tutti i bambini e gli adolescenti hanno il diritto di crescere in un ambiente protetto dagli effetti ne gativi che possono derivare dal con-
sumo di bevande alcoliche e, per quanto possibile, dalla pubblicità di bevande alcoliche. 4. Tutti coloro che assumono be vande alcoliche secondo modalità dannose o a rischio, nonché i mem bri delle loro famiglie hanno diritto a trattamenti e cure accessibili. 5. Tutti coloro che non desiderano consumare bevande alcoliche o che non possono farlo per motivi di sa lute o altro hanno il diritto ad es sere salvaguardati da pressioni al bere e sostenuti nel loro comporta mento di non-consumo.
DIECI STRATEGIE PER UN’AZIONE SULL’ALCOOL Le ricerche ed il successo degli in terventi in diversi Paesi hanno di mostrato che si possono ottenere benefici a livello sanitario ed eco nomico in tutta la Regione Europea, qualora vengano implementate le seguenti 10 strategie per la promo zione della salute nell’ambito di un’azione sull’alcol, al fine di ren dere effettivi i principi e gli obiet tivi sopra elencati, nel rispetto del le differenze culturali e dei diversi contesti giuridici e socio-economi ci di ciascuno Stato Membro: 1. Informare le persone degli effet ti che il consumo di bevande alco liche può avere sulla famiglia e la società e delle misure efficaci che si possono prendere per prevenire o ridurne i possibili danni, realizzan do, a partire dalla prima infanzia programmi educativi di vasta por 75
tata. 2. Promuovere ambienti pubblici, privati e di lavoro, protetti da inci denti, violenza e altre conseguenze negative dovute al consumo di be vande alcoliche. 3. Emanare ed applicare leggi che scoraggino efficacemente di metter si alla guida dopo aver consumato bevande alcoliche. 4. Promuovere la salute attraverso il controllo della disponibilità di alcol - ad esempio in relazione alla popolazione giovanile - ed attraver so interventi sui prezzi delle bevan de alcoliche - ad esempio tramite tassazione. 5. Attuare severe misure di control lo, tenendo conto dei limiti o dei divieti esistenti in alcuni Paesi sul la pubblicità, diretta e indiretta, di bevande alcoliche e assicurare che nessuna forma di pubblicità sia spe cificamente diretta ai giovani, ad esempio collegando alcol ed eventi sportivi.
Alcol
6. Assicurare l’accesso e la disponi bilità di efficaci servizi di tratta mento e riabilitazione, con perso nale adeguatamente formato, alle persone con consumi a rischio o dannosi per le loro famiglie.
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7. Incoraggiare un maggiore senso di responsabilità etica e giuridica tra coloro che operano nei settori del marketing o del commercio di bevande alcoliche, incentivare se veri controlli sulla qualità e sicu
rezza del prodotto ed attuare norme appropriate contro la produzione e la vendita illegali. 8. Accrescere le capacità della so cietà di occuparsi delle problemati che dell’alcol attraverso la forma zione degli operatori dei vari setto ri, quali quello sanitario, sociale, educativo e giudiziario, contestual mente al rinforzo ed allo sviluppo del ruolo centrale della comunità. 9. Sostenere le organizzazioni nongovernative e i gruppi di auto-aiu to che promuovono stili di vita sani, in particolare coloro che operano nell’ambito della prevenzione o della riduzione dei danni alcol-correlati. 10. Formulare programmi d’ampia portata negli Stati Membri, tenen do conto di questa Carta Europea sull’A lcol; definire chiaramente obiettivi e indicatori di risultato; monitorare i progressi e assicurare l’aggiornamento periodico dei pro grammi sulla base della loro valuta zione.
Carta di Lubiana sulle Riforme della Sanità (The Ljubljana Charter on Reforming Health Care) Lubiana, Slovenia, 19 giugno 1996
Carta di Lubiana
PREAMBOLO
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1. Proposito di questa Carta è quel lo di elencare una serie di principi che costituiscono parte integrante degli attuali sistemi sanitari o che potrebbero migliorare l’assistenza sanitaria negli Stati Membri della Regione Europea dell’Organizzazio ne Mondiale della Sanità. Questi principi si rifanno da una parte alle esperienze di quei Paesi che stanno provvedendo a riordina re il proprio sistema sanitario e dal l’altra agli obiettivi Europei della “Salute per Tutti”, che si riferisco no, in particolare ai sistemi sanita ri. 2. Questa Carta affronta le riforme della sanità nel contesto specifico europeo ed è centrata sul principio
che l’assistenza sanitaria dovrebbe, in primo luogo, comportare il mi glioramento della salute e della qua lità della vita della popolazione. 3. Il miglioramento dello stato di salute della popolazione costituisce un indicatore dello sviluppo socia le. I servizi sanitari sono importan ti, ma non sono i soli in grado di influenzare il benessere della popo lazione: altri settori contribuisco no a creare e a migliorare la salute, quindi l’intersettorialità costituisce un aspetto fondamentale del riordi no della sanità. 4. A seguito di quanto espresso, noi, Ministri della Sanità degli Stati Mem bri dell’Organizzazione Mondiale del la Sanità o loro rappresentanti (par tecipanti alla Conferenza di Lubia na) assumiamo l’impegno a promuo vere i seguenti principi, a coinvolge re tutti i cittadini e a sollecitare tut ti i governi, le istituzioni e le comu nità a unirsi a noi in questo sforzo. Chiediamo, inoltre, che l’Ufficio per l’Europa dell’Organizzazione Mondia
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le della Sanità intraprenda le azioni necessarie a sostenere gli Stati Mem bri per rendere operativi questi prin cipi. Il presente documento non con ferisce diritti legali.
PRINCIPI FONDAMENTALI Nel contesto europeo, i sistemi sa nitari dovranno essere: 5.1 Guidati dai valori Le riforme della sanità dovranno essere guidate dai principi della di gnità umana, dell’equità, della so lidarietà e dell’etica professionale.
Riforme della sanità
5.2 Orientati alla salute Tutte le riforme della sanità dovreb
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bero essere legate a chiari obiettivi di guadagno in salute. La protezio ne e la promozione della salute de vono costituire una preoccupazio ne primaria di tutte le società. 5.3 Centrati sulla popolazione Le riforme della sanità devono fare riferimento ai bisogni dei cittadini tenendo in considerazione, attraver so il processo democratico, le loro attese per quanto riguarda la salute e l’assistenza sanitaria. Si dovrebbe assicurare che i pareri e le scelte dei cittadini possano in fluenzare in maniera decisiva i cri teri di pianificazione dei servizi sa nitari e il loro funzionamento. I cit tadini devono altresì assumersi la corresponsabilità della propria sa lute.
5.4 Centrati sulla qualità Tutte le riforme della sanità devono porsi l’obiettivo del miglioramento continuo della qualità dell’assisten za sanitaria erogata, prevedendo a definire l’efficacia in rapporto ai costi sostenuti; esse devono altresì contenere una chiara strategia per il perseguimento della qualità.
nendo conto del proprio ambiente culturale.
5.5 Basati su un adeguato finan ziamento Il finanziamento dei sistemi sanitari dovrebbe consentire che l’assi stenza sanitaria venga erogata a tutti i cittadini in modo sostenibi le. Ciò comporta la copertura sani taria nei confronti di tutti i cittadi ni, nonché l’accesso, da parte di cia scuno, all’assistenza necessaria. Ciò, a sua volta, richiede l’uso efficiente delle risorse sanitarie. Al fine di ga rantire la solidarietà, i governi de vono svolgere un ruolo decisivo nel regolare il finanziamento dei siste mi sanitari.
6.1 Sviluppare politiche per la salute 6.1.1 La riforma della sanità dovreb be svilupparsi in modo coerente al l’interno di un disegno strategico complessivo di salute per tutti e consono alle condizioni socio-eco nomiche di ciascuno Stato. Il pro cesso di sviluppo politico ha la ne cessità di fondarsi su di un ampio consenso in modo tale da poter coinvolgere il maggior numero pos sibile di attori sociali importanti.
5.6 Orientati all’assistenza sani taria di base Le riforme, ispirate dalla filosofia dell’assistenza sanitaria di base, dovrebbero assicurare che i servizi sanitari garantiscano a tutti i livel li la protezione e la promozione della salute, il miglioramento della qua lità della vita, la prevenzione e la cura delle malattie, la riabilitazio ne dei pazienti, l’assistenza a colo ro che soffrono e ai malati termina li. Le riforme dovrebbero rinforzare i processi decisionali congiunti fra pazienti ed operatori sanitari, do vrebbero altresì promuovere l’assi stenza completa e continuativa te Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
PRINCIPI PER LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO I seguenti principi costituiscono i punti di forza per gestire in modo efficace il cambiamento.
6.1.2 Le decisioni più importanti a livello politico, gestionale e tecni co relative allo sviluppo dei sistemi sanitari dovrebbero basarsi, possi bilmente, su dati oggettivi. Le ri forme devono essere costantemen te monitorate e valutate adottando modalità comprensibili alla popola zione. 6.1.3 I governi devono favorire la discussione, attraverso pubblici di battiti, dei problemi legati ai valo ri, devono assicurare un’equa distri buzione delle risorse nonché la pos sibilità di accesso dell’intera popo lazione ai servizi sanitari. Essi do vrebbero inoltre assumere iniziati ve di tipo legislativo o amministra tivo per perseguire questi scopi. 79
Ogniqualvolta i meccanismi di libero mercato siano appropriati, dovreb be essere favorita la competizione nell’assicurare servizi di qualità an che a fronte di risorse scarse. 6.2 Prestare attenzione ai pareri e alle scelte dei cittadini 6.2.1 I pareri e le scelte dei citta dini dovrebbero costituire un con tributo significativo sia nell’organiz zazione dei servizi sia nell’assunzio ne di decisioni di tipo economico, gestionale e professionale.
Riforme della sanità
6.2.2 Il parere dei cittadini dovreb be essere preso in considerazione in relazione a temi quali i contenuti dell’assistenza sanitaria, i contratti per l’acquisto di servizi sanitari, la qualità dei servizi nella relazione fra pazienti ed operatori, la gestione delle liste di attesa e dei reclami.
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6.2.3 L’esercizio della scelta e degli altri diritti dei pazienti richiede in formazioni complete, accurate e tempestive nonché adeguata prepa razione culturale. Questo comporta la possibilità di accedere ad infor mazioni verificate pubblicamente sulla performance dei servizi sanitari. 6.3 Rimodellare l’erogazione del l’assistenza sanitaria 6.3.1 L’autocura, l’assistenza della famiglia e l’assistenza informale, così come il lavoro di svariate isti tuzioni sociali, hanno la necessità di essere portate più vicino ai ser vizi sanitari “istituzionali” e ad essi collegate. Ciò richiede una costan te comunicazione, un’istituzione di
riferimento e un adeguato sistema informativo. 6.3.2 Sono necessarie delle strate gie ben congegnate per spostare, ogniqualvolta sia necessario, le pro fessionalità dall’assistenza ospeda liera per acuti verso l’assistenza sa nitaria di base, la medicina di co munità, l’assistenza diurna e l’assi stenza domiciliare. 6.3.3 Le reti di servizi sanitari re gionali hanno la necessità di esse re rafforzate in quanto, avendo un vantaggioso rapporto costo-effica cia, consentono una migliore orga nizzazione della risposta alle emer genze sanitarie e facilitano la coo perazione fra ospedali e assistenza sanitaria di base. 6.3.4 Lo sviluppo continuo della qualità nell’assistenza sanitaria ri chiede che i sistemi informativi si ano basati su indicatori di qualità selezionati che possano essere ri cavati dall’attività corrente e per mettano un ritorno informativo ai singoli medici, al personale infer mieristico e agli altri operatori sa nitari. 6.4 Riorientare le risorse umane nell’assistenza sanitaria 6.4.1 Nei servizi sanitari, deve es sere riservata più attenzione al l’identificazione di adeguati profili professionali che possano far parte dei gruppi multiprofessionali dei si stemi sanitari del futuro. 6.4.2 Nella formazione di base, nel la specializzazione e nella riqualifi
cazione professionale c’è la neces sità di acquisire una visione più ampia rispetto a quella tradizionale di tipo “curativo”. Nei programmi formativi dovrebbero essere inseri te le tematiche della qualità dell’as sistenza, della prevenzione delle ma lattie e la promozione della salute. 6.4.3 Dovrebbero essere introdotti opportuni incentivi per incoraggia re il personale sanitario ad essere maggiormente consapevole della qualità, dei costi e dei risultati del l’assistenza. Le organizzazioni pro fessionali e i soggetti deputati al finanziamento dovrebbero attivare forme di cooperazione con le auto rità sanitarie per sviluppare questo aspetto.
6.5 Rafforzare le competenze manageriali 6.5.1 C’è bisogno di sviluppare una serie di funzioni manageriali e di infrastrutture di sanità pubblica a cui affidare il compito di governare o di condizionare il sistema nel suo complesso in modo da realizzare i miglioramenti desiderati nella salu te della popolazione. 6.5.2 Gli enti di assistenza sanita ria dovrebbero godere della massi ma autonomia possibile nella gestio ne delle proprie risorse coerente mente con i principi di un sistema sanitario equo ed efficiente. 6.5.3 Vi è la necessità di promuo vere lo sviluppo delle attività ma nageriali rafforzando le competen ze individuali di governare, nego ziare e comunicare nonché svilup pando strumenti istituzionali fina lizzati ad un erogazione più efficien te ed efficace dell’assistenza sani taria. 6.6 Imparare dall’esperienza 6.6.1 C’è la necessità di promuove re lo scambio di esperienze a livello nazionale ed internazionale nella realizzazione delle riforme dei siste mi sanitari e nel fornire sostegno alle iniziative di riforma. 6.6.2 Il sostegno si deve fondare su basi conoscitive valide riguardo alle riforme del settore sanitario, cercan do di comprendere e di valutare ade guatamente le differenze culturali. OMS Ufficio Regionale per l’Europa 11 luglio 1996
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Dichiarazione di Atene sulle Città Sane (Athens Declaration for Healthy Cities)
Atene, Grecia, 23 giugno 1998
Mondiale della Sanità possono so stenere le azioni su cui si fonda la salute per tutti a livello locale e cit tadino. Con questo testimoniamo la fir ma della Dichiarazione. Atene 23 giugno 1998 Dimitrios Avramopoulos Sindaco di Atene Jo E. Asvall Direttore regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa
Dichiarazione di Atene
PREMESSA
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Il 23 giugno 1998, sindaci e auto revoli rappresentanti politici prove nienti dalle città dell’Europa, incon tratisi ad Atene per partecipare alla Conferenza Internazionale delle Cit tà Sane, che ha celebrato i primi dieci anni del movimento europeo delle “Città Sane” ed il lancio della III fase (1998-2002) del progetto “Città Sane” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno adot tato la presente Dichiarazione. Questa Dichiarazione politica esprime l’impegno chiaro e forte delle città di tutta Europa nei con fronti della salute e dello sviluppo sostenibile. La Dichiarazione mette in rilievo le priorità e le nuove sfide che le città devono affrontare e su cui devono lavorare nonché indivi duare le modalità secondo cui i go verni nazionali e l’Organizzazione
Questa Conferenza Internazionale delle Città Sane, che segna un de cennio di azioni da parte delle Cit tà Sane in Europa, rafforza l’impe gno dei partecipanti che rappresen tano i comuni europei a svolgere un’azione continua nei confronti della salute per tutti e dello svilup po sostenibile nel corso del ventu nesimo secolo. I governi della città hanno un ruolo importante da svol gere per il conseguimento degli obiettivi individuati nella “strate gia della Salute per Tutti” finalizza ta al miglioramento della salute de gli abitanti dei Comuni d’Europa. In qualità di sindaci o rappresen tanti politici delle nostre città, in sieme ai rappresentanti dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità, ci siamo incontrati ad Atene alle so glie d’una terza fase che porterà i nostri cittadini in un nuovo millen
nio. Crediamo che l’azione a livello locale costituisca una componente essenziale di ogni strategia o pro gramma di salute a livello naziona le o sub-nazionale. Alleanze per la salute di tipo intersettoriale sono più facili da creare a questo livello. La partecipazione e l’empowerment della comunità sono analogamente più facilmente realizzabili. Le nostre città hanno il maggior potenziale per migliorare la salute e la qualità di vita nella Regione Europea. Le donne, i bambini e gli uomini, lavorando assieme come cittadini, costituiscono una forza dinamica per l’innovazione e il cam biamento. Noi crediamo che, in qua lità di rappresentanti dei governi della città, dovremmo assumere la guida, combinando l’autorità poli tica del nostro mandato democrati co con la rilevante capacità tecni ca di realizzare politiche sostenibi li rivolte alla salute e allo sviluppo. Garantiamo il nostro impegno continuo all’implementazione, a li vello locale, delle raccomandazioni concordate attraverso la “strategia della Salute per Tutti” a livello re gionale e globale, nel corso del sum mit di Rio (Agenda 21), della Con ferenza Internazionale per la Popo lazione e lo Sviluppo e del summit di Pechino. Analogamente assicu riamo la partecipazione delle città ad iniziative dell’ONU quali “l’Anno Internazionale degli Anziani”.
PRINCIPI CHIAVE PER LA SALUTE E LO SVILUPPO SOSTENIBILE In qualità di sindaci o rappresen Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
tanti politici, dichiariamo il nostro impegno a migliorare la salute dei nostri cittadini, delle donne, dei bambini e degli uomini, guidati dai principi fondamentali dell’equità, della sostenibilità, della cooperazio ne intersettoriale e della solidarie tà. 1. Equità Le notevoli disuguaglianze nella salute fra ed all’interno delle città e fra i sessi ed i gruppi etnici non costituiscono soltanto un affronto alla dignità umana, ma anche un ri schio nei confronti della stabilità sociale e un freno all’efficienza eco nomica. Dichiariamo il nostro impegno poli tico a ridurre il divario nella salute all’interno delle nostre città e fra di esse, rendendo la salute più acces sibile a tutti e migliorando in modo sostanziale la salute delle popola zioni a rischio. 2. Sostenibilità Le città densamente popolate e le regioni urbane offrono gli ambienti più favorevoli per l’implementazio ne di importanti politiche in grado di combinare obiettivi ambientali, economici, sociali e di salute. So steniamo i principi della salute e dello sviluppo sostenibile attraver so il nostro impegno nei confronti della politica Europea della “Salute per Tutti” e la “Carta delle Città Eu ropee verso la Sostenibilità” (Carta di Aalborg). Questi schemi di poli tiche si rinforzano reciprocamente, promuovendo gli obiettivi della sa lute per tutti e dello sviluppo so stenibile. Lo sviluppo sostenibile 83
Città sane
collega le politiche della formazio ne, dello sviluppo di infrastrutture (inclusi i trasporti e parchi pubbli ci), di sostegno al commercio, di creazione di posti di lavoro (uguali per donne e uomini), di migliora mento del benessere e di salvaguar dia dell’ambiente. A livello locale e su una base glo bale sosterremo le nostre diverse popolazioni, realizzando politiche ecologiche a favore dell’ambiente at traverso uno sviluppo sensibile orientato alla protezione delle per sone deboli, promuovendo l’equità fra le persone di sesso e razza dif ferente e migliorando la qualità di vita di tutti i nostri cittadini.
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3. Cooperazione intersettoriale La salute è promossa in modo più efficace quando le agenzie operanti in settori diversi funzionano insie me ed imparano una dall’altra. La salute è un problema di ciascuno. Noi ci impegniamo ad offrire il no stro contributo politico per sbloc care il potenziale di salute di tutti i portatori di interessi nei confron ti del futuro delle nostre città, com prendendo i bisogni specifici degli uomini, delle donne, dei bambini e delle popolazioni di minoritarie. Analogamente ci impegniamo a massimizzare il valore aggiunto in salute di tutti i programmi comu nali attraverso la valutazione siste matica dell’impatto sulla salute di tutte le nostre politiche. Ogni parte del governo comunale ha la possibilità di svolgere un ruolo importante nel promuovere gli or dini del giorno riferiti alla salute e la causa dello sviluppo sostenibile.
4. Solidarietà Un maggiore sforzo collettivo è ri chiesto per ridurre l’ineguaglianza, per rafforzare la coesione all’inter no dell’Europa e per sviluppare i rap porti con altre parti del mondo. La salute per tutti è una domanda glo bale e siamo determinati a soste nere la nostra parte nel rendere le Città Sane un movimento globale, in grado di contribuire alla pace nel mondo. Dichiariamo il nostro impe gno politico nei confronti della so lidarietà internazionale fra le città e le regioni, del sostegno reciproco e della condivisione delle risorse, delle conoscenze, delle informazio ni e dell’esperienza.
LA LEADERSHIP DELLA CITTÀ NEI CONFRONTI DELLA SALUTE E DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE La terza fase del progetto dell’Or ganizzazione Mondiale della Sanità delle Città Sane costituisce un’im portante occasione per imparare dall’esperienza di progettazione e di azione fatta nelle città nei dieci anni passati. Adesso siamo in grado di capire meglio in che modo la salute nell’ambiente urbano sia determina ta dalle condizioni sociali ed eco nomiche ed anche dal sesso, dal l’età e dall’origine etnica delle per sone. Sappiamo che la salute non dovrebbe essere la preoccupazione esclusiva di un solo partito politico o di una sola disciplina professio nale. Siamo consapevoli che la sa lute deve costituire un elemento fondamentale nei valori di base e nei programmi correnti delle nostre
città. Faremo uso di queste cono scenze per realizzare strategie lo cali per la salute e per lo sviluppo sostenibile, riferite al ventunesimo secolo. Creeremo i presupposti per il cambiamento e impegneremo le nostre città in azioni specifiche per la salute attraverso il ruolo guida e l’empowerment; attraverso alleanze ed infrastrutture per il cambiamen to; attraverso una pianificazione in tegrata rivolta alla salute e allo svi luppo sostenibile; attraverso le reti. Ci impegniamo a fornire aiuto nell’assumere l’approccio della salute per tutti oltre le città, nelle zone rurali, nelle località periferiche, nel le province, nelle regioni ed ai vari livelli del governo sub-nazionale. 1. Ruolo guida ed empowerment Ci impegniamo a rendere l’equità, la salute e lo sviluppo sostenibile valori fondamentali nella nostra vi sione per lo sviluppo delle città. Ci assumeremo l’impegno politico e svolgeremo un forte ruolo guida per promuovere insieme ed implemen tare “La strategia della Salute per Tutti” e l’Agenda 21 a livello locale, ponendo particolare attenzione alla necessità di offrire opportunità di svolgere ruoli guida alle donne e ai gruppi minoritari. Mobiliteremo la gente e le risorse per raggiungere gli obiettivi delle Città Sane e per coinvolgere le comunità locali. 2. Alleanze ed infrastrutture per il cambiamento Daremo sostegno nelle di città ad alleanze strategiche per la salute e lo sviluppo sostenibile che coinvol gano il settore pubblico, il volon Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
tariato e i privati. Questa coopera zione dovrebbe coinvolgere altre agenzie incluse le università. Rea lizzeremo adeguate strutture di so stegno per coordinare e sostenere il lavoro nella direzione degli obiet tivi del “Progetto delle Città Sane”. Dovrebbe essere garantito l’accesso alle competenze di sanità pubblica attraverso il mantenimento di una adeguata infrastruttura di sanità pubblica a livello locale. 3. Programmazione integrata per la salute e lo sviluppo sostenibile Facendo appello alle competenze specifiche, svilupperemo politiche, strategie e piani per lo sviluppo della salute nelle città che dispon gano il miglioramento dei determi nanti sociali, ambientali ed econo mici della salute, stabilendo gli obiettivi e la tabella di marcia per accrescere la salute riconoscendo, nel contempo, il contributo speci fico di ciascun settore della vita della città e di ciascun agente di cambiamento. In particolare affron teremo problemi legati a: · bisogni di salute dei bambini e dei giovani, delle donne, dei gruppi etnici di minoranza e de gli anziani; · rapporto fra povertà e salute; · bisogni delle popolazioni a ri schio; · pericoli che derivano dall’uso di tabacco, dal consumo di droghe ed alcol, dall’inquinamento e dal la violenza; · altri problemi collegati alla pia nificazione urbana, alla gestione ecologica ed al sostegno sociale. 85
Città sane
4. Reti Dedichiamo un impegno specifico alla terza fase del Progetto dell’Or ganizzazione Mondiale della Sanità delle Città Sane come città parteci panti al progetto o rete nazionale di città. A livello locale, nazionale, regiona le ed internazionale, contribuiremo come membri attivi a realizzare al leanze strategiche per promuovere, nel ventunesimo secolo, la salute per tutti e lo sviluppo sostenibile. Lavoreremo in collaborazione con gli organismi internazionali coinvolti nell’affrontare i problemi delle cit tà. Il contributo attivo alla Campa gna delle Città Europee, in collabo razione con altre reti ed associazio ni importanti, fornirà un’ulteriore occasione per perseguire gli obiet tivi del Progetto Città Sane e promuoverà l’ordine del giorno della salute per tutti e della sostenibili tà.
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5. Monitoraggio e valutazione Monitoreremo con molta attenzio ne l’impatto delle azioni intraprese come conseguenza dell’adozione della filosofia delle Città Sane e as sicureremo che sia i processi che i risultati siano valutati in rapporto agli obiettivi di salute. Il Progetto delle Città Sane ha svol to un ruolo importante nello sco prire i determinanti della salute e ha un ruolo importante da svolgere nella promozione e nella publiciz zazione di modalità efficaci volte alla riduzione delle disuguaglianze nella salute e al migliorare la quali tà della vita per tutti.
AZIONE DA PARTE DI ALTRI Le città non possono agire da sole. All’interno della Regione Europea, i governi nazionali e regionali degli Stati Membri hanno un ruolo chia ve da svolgere. Essi influiscono sul passo e sulla sostenibilità della modernizzazione, dell’ industrializ zazione e del modello di sviluppo urbano. Forniscono inoltre la strut tura legislativa e fiscale per la sa lute. Alla luce di ciò invitiamo i governi nazionali della Regione Eu ropea a: a. riconoscere l’importanza della dimensione locale delle politiche sanitarie nazionali ed avere la consapevolezza che le città pos sono offrire un significativo con tributo alle “strategie nazionali della Salute per Tutti” e ad “Agen da 21”; b. utilizzare, nelle strategie di sa lute nazionali, l’esperienza e le intuizioni sviluppate dalle città nell’analizzare e nel rispondere alle condizioni di salute a livello locale usando approcci interset toriali; c. esaminare le modalità con cui ri sorse supplementari potrebbero essere rese disponibili a soste gno delle politiche della Salute per Tutti e dello sviluppo soste nibile; d. sostenere le reti nazionali delle città sane nel loro ruolo di coor dinamento e di capacità di co struire; e. incoraggiare la partecipazione dei rappresentanti dei governi loca li, nelle delegazioni degli Stati Membri, agli incontri promossi
dalle strutture di governo dell’Or ganizzazione Mondiale della Sa nità e di altre agenzie specifiche. Accogliendo positivamente lo svi luppo del Centro Europeo dell’Orga nizzazione Mondiale della Sanità per la Salute nelle città, facciamo affi damento sull’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondia le della Sanità per: a. fornire guida e supporto strate gico nel lavoro verso gli obietti vi della terza fase (1998-2002) del Progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità delle Città Sane; b. promuovere la capacità di costru ire e di creare reti di città sane in tutti gli Stati Membri della Re gione Europea, ed in particolare in quelli che non sono stati fino ra coinvolti nel movimento, com presi i Nuovi Stati Indipendenti dell’ex Unione Sovietica e gli Stati Membri della regione balcanica; c. fornire supporto tecnico e guida per una migliore e più integrata pianificazione, valutazione e con trollo orientati a rendere le città sane; d. promuovere ed incoraggiare lo sviluppo di soggetti locali di azio ne in tutte le aree tecniche del l’Organizzazione Mondiale della Sanità; e. promuovere sinergia fra i settori e gli ambienti, armonizzando le abilità e l’esperienza dei governi locali e nazionali. Siamo convinti che gli sforzi com binati dei governi locali, regio nali e nazionali e dell’Organizza zione Mondiale della Sanità de Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
termineranno i cambiamenti che miglioreranno sostanzialmente la salute ed il benessere dei nostri cittadini.
DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE REGIONALE PER L’EUROPA DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ La presente Dichiarazione rappresen ta un notevole passo avanti nel raf forzare l’impegno alla realizzazione della “Strategia della Salute per Tutti nel ventunesimo secolo” a livello lo cale e cittadino in tutta la Regione Europea, e nel contempo nel sotto lineare la portata globale del “mo vimento delle Città Sane”. In tal modo affermo il pieno so stegno dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondia le della Sanità per lavorare assieme alle città che partecipano al pro getto e alle reti delle città sane per conseguire gli obiettivi della terza fase del progetto dell’Organizzazio ne Mondiale della Sanità delle Città Sane. Mi impegno altresì a portare avanti la presente Dichiarazione con tutti gli elementi dell’Organizzazio ne Regionale Europea dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità e a portarla all’attenzione del Direttore Generale. Jo E. Asvall
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Health21: La salute per tutti nel 21°secolo (Health21: Health for all in the 21st century)
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Introduzione alla strategia della Salute per tutti nella Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
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DICHIARAZIONE DELLA SANITÀ MONDIALE adottata dalla comunità della sanità mondiale nella cinquantunesima Assem blea Mondiale della Sanità maggio 1998 I. Noi Stati Membri dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità (OMS), riaffermiamo il nostro impe gno nei confronti del principio enunciato nella sua Costituzione secondo il quale uno dei diritti fon damentali di ciascun essere umano è quello di godere del massimo li vello ottenibile di salute; nel dichia rare ciò, sosteniamo la dignità e il valore di ogni persona, nonché uguali diritti, doveri e responsabi lità condivise da parte di tutti nei confronti della salute. II. Siamo consapevoli che il mi glioramento della salute e del be nessere delle persone costituisce l’obiettivo ultimo dello sviluppo economico e sociale. Siamo impe gnati a perseguire l’equità, la soli darietà e la giustizia sociale non ché l’inserimento nelle nostre stra tegie di una visione che tenga in considerazione le differenze di ses so. Mettiamo in rilievo l’importan za della riduzione delle ingiustizie sociali ed economiche attraverso il miglioramento della salute dell’in tera popolazione. Per questo moti vo diventa obbligatorio prestare la massima attenzione ai più bisogno si, a coloro che sono affetti da ma lattie, a coloro che non dispongono di servizi sanitari adeguati e a co loro che sono in stato di povertà.
Riaffermiamo la nostra volontà di promuovere la salute affrontando i determinanti e prerequisiti che stan no alla base di essa. Siamo consa pevoli che i mutamenti della situa zione sanitaria mondiale richiedo no che venga attuata la “Strategia della Salute per tutti per il 21° se colo” attraverso specifiche politiche e strategie regionali e nazionali. III. Ribadiamo il nostro impegno nei confronti del rafforzamento, dell’adattamento e della riforma, qualora opportuni, dei nostri siste mi sanitari, comprese le funzioni e i servizi essenziali di sanità pubbli ca, in modo da assicurare l’accesso da parte di tutti ai servizi sanitari, che devono fondarsi su prove scien tifiche, essere di buona qualità, es sere economici e sostenibili per il futuro. Manifestiamo l’intenzione di assicurare la disponibilità di assi stenza sanitaria di primo livello, così come è stata definita nella Dichia razione di Alma-Ata e sviluppata nelle nuove strategie. Continuere mo a sviluppare i sistemi sanitari per rispondere alle condizioni sani tarie attuali e future, alla situazio ne socio-economica e ai bisogni della gente, incluse comunità e na zioni, attraverso azioni appropriate e investimenti in salute realizzati dal settore pubblico e da quello pri vato. IV. Siamo consapevoli che nel lavorare per raggiungere la Salute per tutti, le nazioni, le comunità, le famiglie e gli individui sono in terdipendenti. Come comunità di nazioni, agiremo insieme per affron Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
tare le minacce comuni nei confronti della salute e per promuovere il be nessere universale. V. Noi Stati Membri dell’Organiz zazione Mondiale della Sanità, in questo documento ci impegniamo a promuovere e sostenere i diritti e i principi, le azioni e le responsabili tà enunciate dalla presente Dichia razione mediante la concertazione delle azioni, la partecipazione e l’al leanza, facendo appello a tutte le popolazioni e alle istituzioni affin ché condividano la visione della Salute per tutti per il 21° secolo, e producano ogni sforzo comune per raggiungerla.
PREMESSA Gli Stati Membri della Regione Eu ropea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – 51 Paesi e 870 milio ni di persone che vivono in un’area che si estende dalla Groenlandia a nord, al Mediterraneo a sud, alle spiagge del Pacifico della federazio ne Russa ad est – hanno effettuato notevoli progressi nel campo della salute. Dal 1980, nonostante le no tevoli differenze hanno compiuto un percorso comune ed hanno adotta to un riferimento politico comune per lo sviluppo della salute. Tale po litica, fondata su una precisa anali si dei problemi di salute delle po polazioni della Regione, ha stabili to degli obiettivi volti al loro mi glioramento ed ha definito le stra tegie che gli Stati, le organizzazio ni e la società civile possono uti lizzare per fare in modo che le poli 89
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tiche nazionali si traducano in pro grammi operativi a livello locale in tutta la Regione. Questa politica non è un evento estemporaneo: è monitorata in via sistematica sulla base di indicatori concordati che vengono utilizzati da tutti gli Stati, è altresì aggiornata con periodicità al fine di avere la sicurezza che rifletta i cambiamen ti che avvengono all’interno degli Stati nonché le evidenze scientifi che più aggiornate raccolte dall’Or ganizzazione Mondiale della Sanità e da altre autorevoli fonti. Il presente aggiornamento è sta to approvato dal Comitato Regio nale per l’Europa dell’Organizzazio ne Mondiale della Sanità nel set tembre 1998, e definisce gli impe gni fino alla prossima revisione, pre vista per il 2005. È il prodotto di un’ampia analisi scientifica, oltre che di una consultazione formale con i 51 Stati Membri e con alcune fra le maggiori organizzazioni pre senti in Europa. Rappresenta la mi gliore e più estesa guida disponibi le per gli Stati sulle modalità per formulare le proprie politiche nazio nali per la salute, nonché per rea lizzare un’ampia partecipazione del la società civile attraverso approcci pratici che hanno dato prova di ef ficacia negli Stati pluralistici e de mocratici della Regione Europea. Questa breve introduzione ha il significato primario ed importante di ispirare i Primi Ministri, i Mini stri della Sanità e gli altri Ministri dei Governi degli Stati Membri del la Regione Europea a garantire che vengano adottate iniziative per fare in modo che le politiche e le strate
gie volte al miglioramento delle con dizioni di salute siano coerenti in ciascun Paese con il documento Health21: il quadro di riferimento della strategia della Salute per tut ti nella Regione Europea dell’Orga nizzazione Mondiale della Sanità. Questo, più di qualunque altra de cisione che essi potranno prendere, contribuirà ad assicurare, all’inizio del 21° secolo, una migliore quali tà di vita ai cittadini di ciascuno Stato. J.E.Asvall Direttore Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
SINTESI È sano? La domanda è semplice, ma profonda. Con questa domanda, coloro che detengono il potere decisionale pos sono mutare il corso dello sviluppo dell’umanità. All’avvicinarsi del ven tunesimo secolo, le popolazioni europee stanno ricercando un ap proccio socialmente più responsa bile e sostenibile allo sviluppo e alla crescita. Spesso esso implica la so luzione del conflitto fra il persegui mento della ricchezza e la protezio ne e il miglioramento della salute. Come stabilito nel 1998 dalla Di chiarazione della Sanità Mondiale, godere di un buono stato di salute costituisce uno dei diritti fondamen tali di ogni essere umano. La buona salute è la precondizione per il be nessere e la qualità della vita. È il
riferimento per misurare la riduzio ne della povertà, la promozione della coesione sociale e l’eliminazione della discriminazione. La buona salute è fondamentale per una crescita economica soste nibile. L’investimento in salute at traverso un approccio intersettoriale non solo offre nuove risorse per la salute, ma anche ulteriori tipi di benefici importanti, contribuendo nel lungo periodo allo sviluppo so ciale ed economico complessivo. In vestire in assistenza sanitaria orien tata ai risultati, migliora la salute ed individua le risorse che possono essere liberate per dare risposta alla domanda crescente che caratteriz za il settore sanitario. La politica HEALTH21 per la Re gione Europea dell’Organizzazione Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
Mondiale della Sanità è caratteriz zata dai seguenti elementi princi pali. La finalità costante è il raggiun gimento per tutti del massimo po tenziale di salute. Ci sono due obiettivi principali c: - la promozione e la protezione della salute delle persone lungo l’intero arco della vita; - la riduzione dell’incidenza delle malattie e delle lesioni princi pali e il sollievo dalle sofferenze che esse causano.
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Tre valori costituiscono il fonda mento etico di HEALTH21: la salute come diritto umano fon damentale; 91
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l’equità nella salute e la solida rietà nell’azione all’interno delle nazioni e fra di esse e i loro abitanti; la partecipazione e la responsa bilità da parte di individui, grup pi, istituzioni e comunità per lo sviluppo permanente della salu te. Sono state scelte quattro strate gie per l’azione per garantire che la realizzazione di HEALTH21 si basi sulla sostenibilità scienti fica, economica, sociale e poli tica: strategie multisettoriali per af frontare i determinanti della sa lute, tenendo in considerazione le prospettive fisiche, economi che, sociali, culturali e relative alle differenze di sesso, e assi curando l’adozione della valuta zione di impatto sulla salute; sviluppo di programmi e di in vestimenti in salute e assisten za clinica orientati ai risultati in termini di salute; assistenza sanitaria di primo li vello integrata e orientata alla famiglia e alla comunità, soste nuta da una rete ospedaliera fles sibile ed efficiente; processo di partecipazione allo sviluppo della sanità che coin volga partner specifici per la sa lute nelle abitazioni, negli am bienti scolastici e di lavoro, a livello di comunità e nazionale, in grado di promuovere decisio ni congiunte, implementazione e responsabilità. Sono stati individuati ventuno
obiettivi per la Salute per tutti (HFA - Health for All) che fanno riferi mento, in modo puntuale, ai biso gni dell’intera regione Europea e propongono le azioni necessarie per migliorare la situazione. Essi forni ranno il “quadro di riferimento” sulla base del quale, misurare i progressi nel miglioramento e nella protezio ne della salute e nella riduzione dei rischi. L’insieme di questi ventuno obiettivi costituisce una utile strut tura di idee per lo sviluppo delle politiche sanitarie nei Paesi della regione Europea. HEALTH21 dovrebbe essere incor porato in tutte le politiche di svi luppo sanitario di ciascuno Stato appartenente alla Regione Europea e i suoi principi dovrebbero essere accolti da tutte le principali orga nizzazioni e istituzioni europee. Da parte sua, l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondia le della Sanità dovrebbe offrire un forte sostegno svolgendo principal mente i seguenti ruoli: 1. agire come “coscienza della sa lute”, difendendo il principio del la salute come diritto umano fon damentale, identificando e por tando all’attenzione le preoccu pazioni persistenti o emergenti legate alla salute della popola zione; 2. funzionare come principale cen tro informativo relativamente alla salute e allo sviluppo di essa; 3. promuovere la strategia della Salute per tutti in tutta la Re gione Europea ed assicurare il suo
aggiornamento periodico; 4. fornire strumenti aggiornati ba sati su prove di efficacia che pos sano essere utilizzati dagli Stati per tradurre in azione le politi che orientate alla Salute per tut ti; 5. lavorare come elemento cataliz zatore per l’azione: - fornendo cooperazione tecnica agli Stati membri - ciò può es sere rafforzato tramite l’istituzio ne di un forte “ruolo dell’Orga nizzazione Mondiale della Sani tà” in tutti gli Stati al fine di garantire lo scambio di esperien ze reciprocamente benefico fra lo Stato e l’organizzazione sani taria regionale; - esercitando un ruolo guida nelle azioni in tutta la Regione per eradicare, eliminare o controlla re le malattie che maggiormente
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minacciano la salute pubblica, come le epidemie di malattie infettive e le pandemie quali le malattie causate dal tabacco; promuovendo azioni orientate alla Salute per tutti in collabo razione con molti partner attra verso reti di livello europeo; facilitando il coordinamento re gionale per essere pronti alle emergenze e per reagire ad even tuali disastri nei confronti della salute pubblica.
Il presente documento serve come guida alla strategia completa della Salute per tutti, che è descritta in dettaglio in “HEALTH21 - La strate gia della Salute per tutti nella Re gione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità” (European Health For All Series No 6).
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PERCHÉ HEALTH21?
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L’ordine del giorno per la salute Gli 870 milioni di abitanti dei 51 Stati Membri della Regione Europea si trovano ad un incrocio nella sto ria. Dietro di loro c’è il ventesimo secolo, la cui prima metà ha visto le distruzioni effettuate da due de vastanti guerre mondiali mentre gli anni più recenti sono stati messi a ferro e fuoco da conflitti armati e da crescenti ingiustizie nella salu te. Tuttavia, all’avvicinarsi del ven tunesimo secolo, i conflitti armati si stanno riducendo e la crisi della sanità nella parte orientale della Regione sembra aver raggiunto il culmine. Il ventunesimo secolo può essere il primo secolo della storia della Regione nel quale gli Stati possono concentrarsi sullo svilup po umano. La Regione Europea è sede di grandi situazioni di contrasto, dove Paesi ricchi convivono con Paesi molto poveri, e questi ultimi stan no affrontando le conseguenze dei mutamenti sociali e politici, della transizione economica, e della co struzione di nuove istituzioni. Questa Regione è solo una delle parti del mondo che sta subendo dei profondi cambiamenti, mentre la crescente globalizzazione dei mer cati può allargare il divario fra ric chi e poveri. Il rapido sviluppo del la scienza e delle tecnologie del l’informazione sta producendo ulte riori nuovi sviluppi, il cui pieno potenziale è ancora sconosciuto. Per affrontare questa nuova situa zione, è necessario sviluppare un modello di politica sociale, che vede
nella salute un fattore e un risulta to importante. “La Salute per tutti” offre a questo nuovo modello di politica sociale un quadro di riferi mento. La strategia globale della Salute per tutti La strategia della “Salute per tutti nel ventunesimo secolo”, adottata dalla comunità mondiale nel mag gio 1998, ha lo scopo di realizzare il progetto della Salute per tutti, concetto emerso nell’Assemblea Mondiale della Sanità del 1977 e lanciato come movimento globale alla Conferenza di Alma-Ata nel 1978. Essa definisce le priorità glo bali per le prime due decadi del ven tunesimo secolo, e dieci obiettivi che hanno lo scopo di creare le con dizioni necessarie perché la popo lazione del mondo raggiunga e man tenga il livello più elevato possibi le di salute. È importante rendersi conto che la Salute per tutti non
costituisce un singolo obiettivo a termine. È fondamentalmente un do cumento che promuove la giustizia sociale, sia fornendo una guida ba sata su elementi scientifici per in crementare lo sviluppo della salute che descrivendo un processo teso a portare al miglioramento progressi vo della salute delle persone. Come sottolineato dalla Dichia razione della Sanità Mondiale adot tata da tutti gli Stati Membri del l’Organizzazione Mondiale della Sa nità nel 1998, il conseguimento della Salute per tutti dipende dal l’impegno nei confronti della salu te, considerata come un diritto uma no fondamentale. Ciò implica raffor zare l’applicazione dell’etica e della scienza alla politica sanitaria, alla ricerca e all’erogazione dei servizi. Significa, inoltre, realizzare politi che e strategie orientate all’equità e basate su prove di efficacia che diano valore alla solidarietà e con tengano una visione che tenga con to delle differenze di sesso. Come stabilito nella Dichiarazione della Sanità Mondiale, alla politica glo bale della Salute per tutti per il ven tunesimo secolo dovrebbe essere data attuazione attraverso politiche e strategie regionali e nazionali. HEALTH21 è la risposta della Regio ne Europea a questo appello.
HEALTH21, la risposta della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità alla strategia globale della Salute per tutti Da quando fu introdotta nel 1980, la Salute per tutti ha reso disponi Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
bile un quadro di riferimento per il miglioramento della salute nella Re gione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e ha avuto un consistente impatto sullo sviluppo della salute. La presente importan te revisione, HEALTH21, dà attua zione ai valori, agli obiettivi e alla strategia globale della Salute per tutti. Riflette inoltre gli attuali pro blemi e i mutamenti in campo poli tico, economico e sociale, nonché le opportunità che essa fornisce. HEALTH21 offre un quadro di riferi mento etico e scientifico per i deci sori di qualsiasi livello affinché pos sano valutare l’impatto delle loro politiche sulla salute ed utilizzare la salute come guida alle attività di sviluppo in tutti i settori della so cietà. HEALTH21 si fonda sull’esperien za collettiva degli Stati Membri Eu ropei con il loro approccio alla “Sa lute per tutti” che negli ultimi 15 anni hanno fatto diventare i “risul tati in salute” tradotti in obiettivi, 95
la pietra angolare dello sviluppo politico e della elaborazione di pro grammi. Ridefinendo i precedenti 38 obiet tivi regionali della Salute per tutti alla luce di ciò che è stato conse guito e delle nuove sfide, HEALTH21 individua 21 obiettivi per il 21° secolo. Non hanno il significato di un elenco prescrittivo, ma insieme costituiscono l’essenza della poli tica regionale. Essi offrono alla Re gione nel suo complesso un quadro di riferimento orientato all’azione, nonché suggerimenti per la costru zione di obiettivi a livello naziona le e locale *** I 21 OBIETTIVI DI SALUTE
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SOLIDARIETÀ ED EQUITÀ NELLA SALUTE Incoraggiare maggiore equità e solidarietà nello sviluppo della salute fra gli Stati Membri della Regione e migliore equità fra i gruppi all’interno di ciascuna nazione.
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Colmare il divario nella salute fra gli Stati La povertà è una delle cause più rilevanti della cattiva salute e della mancanza di coesione sociale. Un terzo della popolazione della zona orientale della Regione, 120 milio ni di persone, vive in condizioni di estrema povertà. La salute è meno buona laddove le economie non sono in grado di garantire a ciascu
no un reddito adeguato, dove i si stemi sociali hanno subito un col lasso e dove le risorse naturali sono state gestite male. Ciò è chiaramente dimostrato dall’ampio divario nella salute che esiste fra la parte occi dentale e quella orientale della Re gione. La mortalità infantile varia da 3 a 43 decessi ogni mille nati vivi, e l’aspettativa di vita alla na scita da 79 a 64 anni.
Al fine di ridurre queste inegua glianze e mantenere la sicurezza e la coesione della Regione Europea, deve essere fatto uno sforzo collet tivo da parte delle istituzioni inter nazionali, delle agenzie di finanzia mento e dei Paesi donatori per au mentare il volume, la sinergia e l’ef ficacia del sostegno allo sviluppo della salute ai Paesi che ne hanno maggior bisogno. I principi della ”iniziativa 20/20", uscita dal Sum mit Sociale delle Nazioni Unite te nutosi a Copenaghen nel 1995, do vrebbero essere totalmente rispet tati. Almeno il 20% dell’assistenza complessiva allo sviluppo dovrebbe essere allocato nelle attività del settore sociale, e i Paesi cui queste risorse sono state destinate dovreb bero assegnare almeno il 20% del loro bilancio (al netto degli aiuti esterni) ai servizi sociali di base. Inoltre, il sostegno esterno dovreb be essere maggiormente integrato nei programmi governativi di svilup po della salute cui viene assegnata massima priorità e che sono solida mente basati sulla strategia nazio nale della Salute per tutti. HEALTH21 offre il quadro di rife
OBIETTIVO 1 Solidarietà per la salute fra gli Stati Membri della Regione Europea
• OBIETTIVO 2 Equità nella salute fra i gruppi all’interno degli Stati
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rimento pratico e di lungo periodo della solidarietà tramite la quale tutti gli Stati Membri possono met tere a disposizione la propria espe rienza per la riduzione del divario nella salute. Ognuno può imparare dagli altri condividendo l’esperien za, e traendo ispirazione dalle ini ziative altrui. Al fine di trarre pro fitto dai consigli tecnici che emer gono dagli sviluppi globali e regio nali della Salute per tutti e di esse re in grado di offrire il proprio con tributo a questo corpo internazio nale di conoscenze, ciascuno Stato Membro Europeo dovrebbe avere una “funzione nazionale dell’Organizza zione Mondiale della Sanità”.
Colmare il divario nella salute al l’interno degli Stati. Perfino negli Stati più ricchi del la Regione, i più ricchi vivono più a lungo di parecchi anni e hanno
meno malattie e disabilità rispetto a più poveri. La povertà è il più gran de fattore di rischio per la salute, e le differenze in salute legate al red dito - che si collocano su un gra diente attraverso tutti i livelli della gerarchia sociale - costituiscono una grave ingiustizia e riflettono alcuni dei più potenti determinanti della salute. La deprivazione economica porta al pregiudizio e all’esclusione sociale, con livelli maggiori di vio lenza e di crimine. Esistono note voli differenze nello stato di salute fra uomini e donne. I livelli di istruzione producono gradienti di rischio per la salute si mili a quelli prodotti dalla classe sociale. Dal momento che i livelli di istruzione sono strettamente cor relati ai livelli di deprivazione, è importante adottare una strategia in grado di rimuovere le barriere economiche, culturali e sociali che impediscono l’equo accesso all’istru-
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zione. Ciò si applica, in particolare, alle donne, ma anche ai bambini poveri e ad altri gruppi svantaggia ti. È anche importante introdurre programmi speciali per aiutare i bambini poveri a superare gli svan taggi iniziali. L’aumento dell’equità porta ad un guadagno in salute ed è associato al cambiamento e all’integrazione nella società, a una maggiore pro duttività, nonché a una crescita economica prolungata. A parità di ricchezza nazionale, quelle società che si mettono al servizio dei loro cittadini e li mettono in grado di svolgere un ruolo utile in termini sociali, economici e culturali saran no più sane di quelle la cui popola zione si trova ad affrontare l’insicu rezza, l’esclusione e la deprivazio ne. Diventa un imperativo che le poli tiche pubbliche affrontino le cause profonde dell’ingiustizia socioeco nomica, e che le politiche fiscali, educative e sociali si sviluppino per garantire una riduzione di lungo periodo delle ingiustizie nei con fronti della salute. Tutti i settori della società dovrebbero assumersi la responsabilità di ridurre le ingiu stizie sociali e quelle legate alle differenze di sesso, e alleviare le relative conseguenze sulla salute. Ai gruppi svantaggiati deve essere garantito l’accesso all’assistenza sociale, attraverso la disponibilità di “reti di sicurezza”, e ad un’assi stenza sanitaria appropriata, accet tabile e sostenibile.
MIGLIORE SALUTE PER LE POPOLAZIONI DELLA REGIONE EUROPEA DELL’ORGA NIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ Rafforzare la salute durante l’in tero periodo della vita
La vita è caratterizzata da una serie di transizioni critiche: mutamenti psicologici e fisiologici nell’infan zia, il passaggio dall’istruzione pri maria a quella secondaria, l’inizio dell’attività lavorativa, l’abbandono della famiglia di origine per costru ire una nuova famiglia, il cambio di lavoro e l’affrontare possibili licen ziamenti e alla fine il pensionamen to. Ciascuno di questi cambiamenti può avere dei riflessi sulla salute spingendo le persone su sentieri più o meno fortunati.
Investire presto in salute porta vantaggi più avanti nella vita Importanti elementi della salute di un adulto si trovano nel suo corre do genetico, nella vita prenatale e nell’infanzia. Neonati di basso peso costituiscono indicatori di depriva zione e rappresentano fattori di ri schio cumulativi. Una crescita len ta e la mancanza di sostegno affet tivo durante questo periodo può collocare il bambino in una traiet toria di basso livello sociale ed edu cativo, che aumenta il rischio di scarsa salute fisica e psichica. Ciò può anche limitare le capacità fisi che, psichiche ed emotive nell’età
OBIETTIVO 3 Un sano inizio di vita
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adulta. Consulenze genetiche e dietolo giche, una gravidanza senza fumo e assistenza prenatale basata su pro ve di efficacia, aiutano a diminuire il numero dei neonati di basso peso e a prevenire le anomalie congeni te. Dal momento che investimenti precoci in salute possono compen sare un inizio di vita problematico e produrre successivamente dei van taggi, le politiche per la salute han no la necessità non solo di fornire reti orientate alla sicurezza ma an che trampolini per controbilanciare gli svantaggi precedenti. Dovrebbero, perciò, essere realiz
zate politiche che creino famiglie in grado di dare sostegno, con bam bini desiderati e una buona capaci tà di essere genitori. I genitori han no bisogno di mezzi e capacità per allevare i figli e per dare loro assi stenza in un ambiente sociale che protegga i diritti dei bambini; le co munità locali devono sostenere le famiglie assicurando un ambiente sicuro per i figli e strutture in gra do di promuovere la loro salute. Il personale che opera nella sanità e nell’assistenza sociale ha la neces sità di essere formato per ricono scere e affrontare i casi di abuso sessuale nei bambini.
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OBIETTIVO 4 La salute dei giovani
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Se dobbiamo cercare di ridurre gli incidenti, i danni prodotti dall’uso di droghe e le gravidanze indeside rate, le politiche e i programmi pub blici devono aiutare i bambini e i giovani a far sì che le scelte orien tate alla salute siano quelle più fa cili. Perciò tutte le decisioni assunte nei settori più importanti del pub blico dovrebbero essere rivedute al fine di evitare qualunque impatto negativo sulla salute dei bambini e degli adolescenti, e delle loro fami glie e di chi se ne prende cura. Le politiche educative ed occupazio nali devono mettere in grado i gio vani di avere la migliore istruzione possibile e i lavori più produttivi. L’offerta di educazione sessuale e di sostegno ai giovani, così come la possibilità di disporre facilmente di preservativi, consentirà di ridurre il rischio di gravidanze non desidera te e di malattie a trasmissione ses suale, compresa l’infezione da HIV.
Una vita lavorativa sana. Sia la quantità che la qualità del lavoro hanno una forte influenza, nell’età adulta, su molti fattori legati alla salute, fra i quali il reddito, le rela zioni sociali e l’autostima. Investi re in un lavoro sicuro può offrire be nefici alla salute e a una prolunga ta produttività. Carichi di lavoro stressanti e in certezza del lavoro producono costi invisibili sia ai datori di lavoro che ai lavoratori. Se tali costi fossero inclusi nelle analisi di performance economica, fornirebbero un quadro più realistico. È necessario svolgere un’azione più energica per promuovere am bienti lavorativi più sani mediante una migliore legislazione, standard e meccanismi di rinforzo. Le azien de dovrebbero fare riferimento al concetto di “azienda sana” e a tre elementi: – la promozione della salute per il proprio personale; – facendo in modo che i prodotti dell’azienda sostengano al mas simo la salute; – essendo socialmente responsabili attraverso il sostegno ai pro grammi di salute sviluppati a li vello locale o nazionale. Invecchiare in modo sano. Le poli tiche della salute dovrebbero pre parare le persone ad un invecchia mento sano attraverso la promozio ne e la protezione, sistematicamente pianificate, della salute lungo l’in tero arco della vita. Le opportunità sociali, educative ed occupaziona li, assieme all’attività fisica, aumen tano la salute degli anziani, la loro
autostima e indipendenza, nonché il loro contributo attivo alla socie tà. Diventano particolarmente im portanti i programmi innovativi per mantenere la forza fisica e per cor reggere la vista, l’udito e i problemi di mobilità prima che questi pro blemi comportino la perdita dell’au tonomia e dell’autosufficienza. I servizi sanitari e sociali a livel lo di comunità dovrebbero muover si in modo attivo per sostenere gli anziani nella vita di tutti i giorni. Dovrebbero essere presi sempre più in considerazione le loro necessità e le loro aspirazioni per quanto ri guarda l’alloggio, il reddito e gli altri fattori in grado di migliorare la loro autonomia e la loro produttività so ciale. Ridurre al minimo livello possi bile l’incidenza e la prevalenza delle malattie e delle altre cause di cattiva salute e di morte. Capire dove investire in salute co stituisce una sfida per tutti gli Sta ti. Qualsiasi sia l’approccio usato, ci si dovrebbe basare sulla valoriz zazione della salute e sulla stima del costo economico e sociale delle
OBIETTIVO 5 Invecchiare in modo sano
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morti e delle disabilità premature. Le malattie cardiovascolari rappre sentano la causa di morte più fre quente praticamente in tutti gli Sta ti Membri, mentre al secondo posto viene il cancro. La mortalità infan tile e materna rimane una preoccu pazione importante in molti Paesi. Un altro importante settore è quel lo delle malattie mentali (che co stituiscono quasi il 10% del carico complessivo delle malttie), delle lesioni e della violenza più di mez zo milione di morti all’ano e causa principale di morte nei iovani), non ché le malattie come la malaria, la tubercolosi e la sifilide che sembra vano dimenticate e stanno ora rie mergendo. La riduzione di questo carico di malattie richiede un approccio in tegrato di promozione della salute, prevenzione, cura e riabilitazione.la 101
OBIETTIVO 6 Migliorare la salute mentale
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La salute mentale. Migliorare la salute mentale - e specialmente ri durre il suicidio - richiede attenzio ne alla promozione e alla protezio ne della salute mentale lungo tutto il corso della vita, in modo partico lare nei gruppi svantaggiati sotto il profilo sociale ed economico. Pro grammi ben costruiti per la salute nei luoghi di vita e di lavoro posso no aiutare le persone a raggiungere un senso di coerenza, a costruire e a mantenere relazioni sociali di mu tuo sostegno, ed affrontare le si tuazioni e gli eventi che provocano stress. Il tasso di suicidio può es sere significativamente ridotto se gli operatori sanitari vengono formati per individuare precocemente i sin tomi della depressione e per fornire la cura appropriata. In molti Paesi gli ospedali psichiatrici devono es sere sostituiti da una rete equili brata di dipartimenti per il tratta mento dei casi psichiatrici acuti al l’interno degli ospedali generali e da una rete ben costruita di servizi e strutture di assistenza sanitaria di base. Lo stress sul lavoro riveste un ruolo importante nel contribuire alle significative differenze nella salu te, all’assenza di malattia e alle morti premature che sono legate alla situazione sociale. Il miglioramen to delle condizioni di lavoro porte rà ad avere risorse umane più sane le quali, a loro volta, aumenteran no la produttività. La disoccupazio ne pone a rischio la salute psichica e quella fisica. Il lavoro insoddisfa cente e incerto può essere altret tanto dannoso quanto la disoccu pazione, poiché avere un lavoro non
è sufficiente per assicurare la salu te fisica o psichica in quanto è im portante anche la qualità del lavoro svolto.
Le malattie trasmissibili. La ridu zione delle malattie trasmissibili ri chiede un approccio integrato di promozione della salute, prevenzio ne delle malattie e cura al paziente. Sono essenziali il miglioramento e il mantenimento dell’igiene di base, la qualità dell’acqua e l’igiene degli alimenti, così come programmi so stenibili ed efficaci di immunizza zione e piani ben organizzati di cura. Gli sforzi contro le malattie trasmissibili possono avere l’obiet tivo dell’eradicazione, dell’elimina zione o del controllo. Nel periodo di tempo cui fa riferimento HEAL TH21, la poliomielite, il morbillo ed il tetano neonatale dovrebbero es sere eliminati dalla Regione Euro pea (le prime due malattie come par te degli sforzi per l’eradicazione glo bale) e la rosolia congenita, l’epa tite B, la parotite,e le malattie cau sate dall’Haemophilus Influenzae dovrebbero essere controllate me diante l’immunizzazione. Inoltre un’azione determinata e coordinata è necessaria per rafforzare i program mi di prevenzione e cura per la tu bercolosi, la malaria, l’HIV/AIDS, le malattie a trasmissione sessuale.
Le malattie non trasmissibili. La combinazione di malattie cardiova scolari, cancro, diabete, malattie cronico-ostruttive dei polmoni, asma costituiscono il maggior pro
OBIETTIVO 7 Ridurre le malattie trasmissibili
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OBIETTIVO 9 Ridurre le lesioni causate dalla violenza e dagli incidenti
• OBIETTIVO 8 Ridurre le malattie non trasmissibili
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blema sanitario nella regione Euro pea. Un parte consistente di que sto problema potrebbe essere eli minato se tutti gli Stati organizzas sero, a livello nazionale e a livello locale, un programma integrato per ridurre i fattori di rischio che sono comuni a molte di queste patolo gie. Tali fattori includono il fumo, la nutrizione poco sana, la mancan za di esercizio fisico, il consumo di alcol, lo stress. La Regione Europea ha una certa esperienza nella con duzione di programmi integrati: ad esempio, l’approccio “CINDI” (Coun trywide Integrated Non-communica ble Disease Intervention) che do vrebbe ora essere attuato in tutte le comunità locali degli Stati Mem bri. Inoltre i servizi di diagnosi, cura e riabilitazione per queste malattie - comprese le strutture per il trat tamento acuto - hanno bisogno di essere potenziati in molti degli Stati Membri. Una parte importante di tale sforzo dovrebbe essere il forte sostegno all’autocura, concetto che dovrebbe trovare spazio nella for mazione permanente dei professio nisti della sanità.
di violenza - compresa quella do mestica - con particolare attenzio ne al consumo di alcol. UNA STRATEGIA MULTISETTO RIALE PER UNA SALUTE SOSTE NIBILE Creare una salute sostenibile at traverso un maggior numero di ambienti, destinati alla popola zione, che promuovono salute e benefici fisici, economici, socia li e culturali.
I determinanti della salute. La salute è il risultato delle azioni combinate della società. Anche se molti problemi di salute sono im putabili a fattori di rischio, quali il fumo e la mancanza di attività fisi ca, la povertà e la deprivazione so cio-economica sono i maggiori re sponsabili. È importante notare che allo stesso livello medio di reddito, le società caratterizzate da minori disparità nel reddito tendono ad
Violenza e incidenti. La riduzione delle lesioni dovute alla violenza e agli incidenti richiede, in molti Sta ti, un miglioramento dei servizi di emergenza, nonché una più stretta applicazione delle misure, ben note, di prevenzione in grado di ridurre gli incidenti della strada, quelli sul lavoro e quelli domestici. È neces sario dare una più elevata priorità ai problemi relativi alla coesione sociale ed alle più rilevanti cause 103
avere maggiore coesione sociale, mi nor numero di crimini violenti e minori tassi di mortalità, in parti colare dovuti a malattie cardiache. Ne segue che politiche economiche illuminate, il sostegno da parte della comunità e buone relazioni sociali possono dare un importante contri buto alla salute. Un approccio allo sviluppo della salute di tipo multidisciplinare ed intersettoriale è per ciò più efficace e più efficiente (an che in rapporto ai costi) rispetto ad approcci separati e verticali. Ciò non vale per il solo settore sanitario. Guadagni vitali, sia nella salute che nel progresso economi co, possono essere raggiunti attra verso adeguate politiche dell’istru zione, occupazionali, industriali, fiscali e sociali.
OBIETTIVO 10 Un ambiente fisico sano e sicuro
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Far sì che la scelta di salute sia sempre la scelta più facile da fare. La tassazione ambientale promuove la salute attraverso la riduzione del l’inquinamento. Essa sposta i costi sull’uso inefficiente e pericoloso di energia e di risorse contribuendo in tal modo ad una crescita economi ca sostenibile. I costi della bonifica dall’inqui namento dannoso per la salute sono rilevanti. Gli investimenti in proces si più puliti fin dall’inizio preven gono l’inquinamento e rendono di gran lunga più efficienti i processi industriali aumentando, in tal modo, i profitti. Così i cambiamenti nel modo con cui l’industria gestisce i processi possono liberare risorse che non solo migliorano la salute, ma aumentano anche la redditività!
Le politiche commerciali ed agrico le dovrebbero continuare ad essere aggiornate per promuovere la salu te, fornire alimenti sicuri e proteg gere l’ambiente. Promuovere un’ali mentazione più sana e ridurre l’obe sità consentirebbe di ottenere si gnificativi guadagni in salute, in particolare fra i gruppi più vulnera bili. Ciò richiede politiche fiscali, agricole e commerciali che aumen tino la disponibilità, l’accesso e il consumo di verdura e frutta nonché la riduzione del consumo di cibi ad elevato contenuto di grassi, in par ticolare per i gruppi di persone a basso reddito. L’educazione alla salute, da sola, non è sufficiente per affrontare con successo i problemi della salute e dell’alimentazione. La lavorazione in sicurezza degli alimenti per ridurre i rischi della contaminazione do vrebbe essere applicata in tutta la catena produttiva. È importante che i politici, in particolare coloro che si occupano di nutrizione e di sicurezza alimen tare, rafforzino la cooperazione fra settore privato e organizzazioni di volontariato. Andare in bicicletta, camminare, usare i trasporti pubblici anziché le automobili, tutto ciò promuove la salute attraverso l’aumento dell’at tività fisica e il contatto sociale. Riduce anche gli incidenti mortali e l’inquinamento dell’aria. Il sostegno economico ai traspor ti pubblici e l’introduzione di tasse che disincentivino l’uso delle auto mobili possono costituire un poten te stimolo per il cambiamento. Così come l’aumento del numero di au
OBIETTIVO 11 Vivere in modo più sano
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OBIETTIVO 12 Ridurre i danni causati dall’alcol, dalle droghe e dal tabacco
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tobus, di piste ciclabili e di percor si per i pedoni nonché l’impedimen to della crescita di sobborghi peri ferici a bassa densità e di supermercati fuori città, che causano l’au mento dell’uso delle automobili.
Il fumo costituisce la più grande minaccia per la salute nella Regio ne Europea e l’applicazione della “Carta di Madrid contro il Tabacco” del 1988 e del Piano d’Azione per un’Europa Libera dal Tabacco por teranno guadagni alla salute e alle economie. L’aumento delle tasse sui prodotti del tabacco aumenta gli in troiti del governo e risparmia vite umane. Misure decise per regolamentare il consumo di tabacco, maggiore disponibilità di cure e consigli per smettere, assieme ad ambienti liberi da fumo e messa al bando della pub blicità e delle sponsorizzazioni dei prodotti del tabacco, ridurranno il tributo dei 2 milioni di morti attesi nei prossimi vent’anni. Leggi efficaci consentono di ri durre il consumo di tabacco. A 5 anni dall’introduzione della Legge Evin in Francia, che ha messo al bando la pubblicità delle sigarette, ha creato luoghi pubblici liberi dal fumo ed ha aumentato i prezzi, il consumo di sigarette è diminuito del 16%. L’alcolismo e gli incidenti legati al consumo di alcol rappresentano, in Europa, un problema di vasta portata. È ampiamente dimostrato che realizzando azioni programma te nei confronti del consumo di al col si raggiungono significativi be
nefici in termini di salute e di eco nomia. La Carta Europea sull’Alcol (Parigi, 1995) e il Piano d’Azione Europeo contro l’Alcol definiscono le principali strategie di promozio ne della salute e di cura. Esse in cludono la tassazione delle bevan de alcoliche, il controllo della pub blicità diretta ed indiretta nonché il trattamento di coloro che sono caratterizzati da un consumo peri coloso o dannoso di alcol. Tutti gli Stati Membri dovrebbero garantire che le loro politiche e i loro pro grammi siano completamente in li nea con le strategie della Carta Eu ropea. Si stima che il numero di coloro che usano droghe pesanti nella Re gione Europea sia fra il milione e mezzo e i due milioni. In aggiunta agli effetti diretti sulla salute, l’uso di droghe contribuisce alla massic cia diffusione dell’infezione da HIV e dell’epatite, in special modo nella parte meridionale e in quella orien tale della Regione Europea. Gli sforzi per il trattamento e la prevenzione sono diventati, nel tempo, più so fisticati, con una maggiore accet tazione di trattamenti sostitutivi da parte dei dipendenti da oppiacei. L’evidenza mostra che le società che sono in grado di attuare approcci estensivi ed innovativi nei confronti dei servizi per i tossicodipendenti riescono ad ottenere notevoli suc cessi nella riduzione dei comporta menti dannosi per la salute così come nella limitazione delle attivi tà antisociali e criminali da parte dei tossicodipendenti.
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OBIETTIVO 13 Ambienti per la salute
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Un approccio sistematico all’azio ne per la salute. Gli ultimi dieci anni di esperienza nella Regione Europea hanno chia ramente rivelato che l’informazione, la motivazione ed il sostegno agli individui, ai gruppi e alle società perché conducano una vita più sana può essere realizzato meglio con centrandosi in modo sistematico sui luoghi dove le persone vivono, la vorano e si divertono. La casa è l’ambiente fisico nel quale le persone passano la mag gior parte del tempo. Nel contesto della pianificazione urbana e rura le, la casa dovrebbe essere proget tata e costruita in modo da contri buire alla salute e ad un ambiente sostenibili. La casa costituisce l’uni tà di base della società ed è il luo go dove i membri della famiglia pos sono svolgere le proprie “politiche per la salute”, come un ambiente libero dal fumo e sicuro e una sana alimentazione. I medici di famiglia e il personale infermieristico, ade guatamente formato, possono essere buoni catalizzatori e offrire soste gno per tale azione tesa alla salute. Nelle scuole materne, i bambini dovrebbero imparare i valori fonda mentali degli stili di vita sani, del l’interazione sociale e del lavoro di gruppo ed essere istruiti su temi, quali la prevenzione degli incidenti e l’alimentazione sana. Nelle scuole gli allievi, gli inse gnanti e genitori – lavorando con la comunità e sostenuti dai servizi di medicina scolastica - dovrebbero analizzare insieme le opportunità per la salute, elaborare programmi di intervento e valutare i risultati.
Tutti i bambini dovrebbero avere il diritto ad essere istruiti in scuole che promuovono la salute, in grado di integrare i problemi legati alla salute in un approccio complessi vo, per promuovere la salute fisica, sociale ed emozionale degli studen ti, degli insegnanti, delle famiglie e delle comunità. Dal 3 al 5% del Prodotto Nazio nale Lordo potrebbe essere rispar miato rendendo gli ambienti di la voro salubri e sicuri. L’obiettivo do vrebbe essere non solo la riduzione dell’esposizione al rischio, ma an che una più intensa partecipazione da parte dei dipendenti e dei datori di lavoro nella promozione di un am biente di lavoro più sano e più si curo e nella riduzione dello stress. Deve essere promossa una cultura aziendale che favorisca il lavoro di gruppo e il dibattito aperto, nella consapevolezza che persone più sane e migliori relazioni sociali sul lavoro contribuiscono a migliorare il morale del personale e conseguen temente ad aumentare la produtti vità. A livello di comunità e di muni cipalità e sulla base della Dichiara zione di Atene del 1998, la pionie ristica “Rete delle Città Sane” do vrebbe estendersi a tutte le muni cipalità di ogni Stato Membro. Do vrebbe riunire la leadership politi ca, la sanità e gli altri settori non ché le principali organizzazioni non governative in alleanze strutturate e permanenti che affrontino insie me le problematiche degli stili di vita, dell’ambiente e della sanità, sulla base di programmi locali orien tati alla “Strategia della Salute per
tutti”. Le persone e le loro condi zioni di vita dovrebbero costituire gli elementi guida nella pianifica zione delle città. Progetti di rinno vamento urbano centrati sul miglio ramento della qualità della vita, sulla riduzione dell’uso di acqua, di energia e di materiali nonché sulla realizzazione di programmi per la raccolta, il recupero e il riciclaggio dei rifiuti in modo differenziato possono rendere le città più soste nibili.
OBIETTIVO 14 Responsabilità multisettoriale nei confronti della salute
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La responsabilità per l’impatto sulla salute. Un approccio efficace allo sviluppo della salute richiede che tutti i settori della società sia no responsabili dell’impatto sulla sa lute delle loro politiche e dei loro programmi nonché la consapevolez za dei benefici che la promozione e la protezione della salute possono offrire. La valutazione dell’impatto sulla salute deve perciò essere ap plicata a qualunque politica o pro gramma sociale ed economico, così
come ai progetti di sviluppo che hanno probabilità di provocare ef fetti sulla salute. La responsabilità è anche in ca rico ai capi dei governi che attuano le politiche, che allocano le risorse e che propongono le leggi. Mecca nismi come l’audit sulle politiche sanitarie, le cause giudiziarie per i danni alla salute e l’accesso pub blico ai report sulla valutazione del l’impatto sulla salute possono of frire la garanzia che il settore pub blico e l’industria privata diventino pubblicamente responsabili per gli effetti sulla salute provocati dalle loro politiche e dalle loro azioni. Gli Stati dovrebbero avere l’obiet tivo che i loro aiuti ad altri Paesi e le loro politiche commerciali non siano dannosi alla salute in altre nazioni e che diano il massimo con tributo allo sviluppo dei Paesi svan taggiati. Una cooperazione più stret ta fra gli Stati, nonché l’attuazione di codici internazionali di condotta e di meccanismi di regolazione pos sono minimizzare tali problemi.
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CAMBIARE IL CENTRO DI INTERESSE: UN SETTORE SANITARIO ORIENTATO AI RISULTATI Orientare il settore sanitario ver so il raggiungimento di migliori guadagni in salute, equità e rap porto costi-efficacia.
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L’integrazione dell’assistenza sanitaria. I servizi sanitari hanno un costo rilevante e sono fra i più importan ti datori di lavoro nella Regione Europea. In molti Paesi per lo più dell’est europeo la spesa sanitaria è attual mente troppo bassa. Allo stesso tempo, l’incremento del numero degli anziani, l’aumento dei livelli di povertà e l’introduzione di nuove tecnologie rendono evidente la necessità di aumentare per il fu turo negli Stati Membri la spesa sa nitaria. Questo succederà se gli Stati conti nueranno ad operare secondo quanto stanno facendo. Fortunatamente, tuttavia, sono di sponibili soluzioni che consentono di migliorare sia la qualità che il rapporto costi-benefici dei sistemi sanitari. Inoltre, spesso, tali soluzioni non richiedono finanziamenti rilevanti, ma solamente la determinazione a rafforzare il disegno complessivo del sistema e a migliorare la gestione centrando l’attenzione su program mi di sanità pubblica e sull’assisten za al paziente.
In molti Stati Membri è necessaria una maggiore integrazione del set tore sanitario, con un’attenzione particolare all’assistenza sanitaria di primo livello. Al centro dovrebbe collocarsi un’infermiera di famiglia adeguatamente formata, in grado di offrire consigli sugli stili di vita, so stegno alla famiglia e servizi di as sistenza domiciliare per un numero limitato di famiglie. Servizi più spe cializzati dovrebbero essere offerti da un medico di famiglia che, insie me all’infermiera, dovrebbe intera gire con le strutture della comunità locale sui problemi di salute. Do vrebbe essere prerogativa di ciascun cittadino la libertà di scelta di que ste due figure, che dovrebbero oc cuparsi anche del sostegno attivo all’autocura. Politiche e programmi sanitari di comunità dovrebbero as sicurare il coinvolgimento sistema tico delle istituzioni locali e delle Organizzazioni Non Governative nel promuovere stili di vita sani, un am biente più sano nonché un sistema sanitario e sociale efficiente a li vello locale. Tale approccio svilupperebbe si gnificativamente la prevenzione delle malattie e delle lesioni e assi curerebbe il trattamento precoce ed efficace di tutti quei pazienti che non necessitano di assistenza ospe daliera. Le strutture per anziani e le altre strutture di lungodegenza dovrebbero avere una maggiore “at mosfera casalinga” ed essere affi date alla responsabilità della comu nità locale. L’assistenza di secondo e terzo livello, che è erogata negli ospeda li, dovrebbe essere chiaramente di
OBIETTIVO 15 L’integrazione del settore sanitario
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OBIETTIVO 16 Attivarsi per un’assistenza di qualità
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sostegno all’assistenza sanitaria di primo livello, concentrandosi esclu sivamente sulle funzioni diagnosti che e terapeutiche che non posso no essere realizzate adeguatamente nelle strutture di primo livello. Se i principi descritti vengono seguiti e la flessibilità nello sviluppo e nella collocazione dei servizi ospedalieri diventa una caratteristica importan te della programmazione e della gestione ospedaliera, gli ospedali saranno in grado di affrontare le sfi de future dell’evoluzione tecnologica e della pratica clinica. Saranno al tresì più rispondenti ai bisogni in dividuali dei loro pazienti.
Guadagni dovuti alla qualità nell’assistenza sanitaria. Un problema rilevante nell’attuale progettazione complessiva dei siste mi sanitari è che pochissimi sforzi sistematici sono stati fatti per mi surare con accuratezza - rifletten doci sopra - il valore reale che stra tegie e metodi alternativi possono avere nella riduzione di determinati problemi di salute nella popolazio ne. Qual’è l’efficacia relativa e il co sto di metodi alternativi per preve nire, diagnosticare e curare, ad esempio, le allergie, le malattie car diache, la depressione? C’è una ne cessità urgente di trovare un con cetto di management maggiormen te unificante - in grado di stimola re la ricerca di una migliore qualità e di ricompensare, anziché soffoca re, l’innovazione. La misura dei risultati in termini di salute - attraverso l’utilizzo di indicatori concordati a livello inter
nazionale e riferiti all’intera popo lazione - offre un concetto unifi cante a partire dal quale è possibile misurare i valori relativi della pro mozione della salute, della preven zione delle malattie e dei program mi di cura e riabilitazione. Gli indicatori della Strategia eu ropea della “Salute per tutti” e il relativo database dell’Organizzazio ne Mondiale della Sanità offrono uno strumento unico per comparare il successo relativo dei tentativi dei 51 Stati Membri di conseguire gli obiettivi della Salute per tutti. Tut tavia dovrebbe essere fatto molto di più all’interno di ciascuno Stato per usare questo approccio ed affi narlo in modo da renderlo più adat to alle necessità locali, come stru mento per assumere decisioni stra tegiche. Un problema cruciale è che nell’attuale assistenza sanitaria il ri sultato delle cure mediche per pa 109
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zienti simili spesso mostra una con sistente variabilità fra Paesi, regio ni, ospedali ed erogatori individua li - perfino colà dove sono uguali le risorse materiali, finanziarie ed umane impiegate. Una spiegazione convincente è che i risultati sono così disomogenei perché i dati non sempre vengono rilevati. Esiste un grande potenziale nascosto per svi luppare in modo sostanziale la qua lità e il rapporto costo-efficacia dell’assistenza ai pazienti. Tuttavia, finora, solo pochi sforzi sistematici sono stati fatti per fare in modo che la misurazione dei risultati delle cure sia parte della pratica quotidiana. La misurazione sistematica dei risultati delle cure mediche in ter mini di salute - attraverso l’utilizzo di indicatori internazionali di qua lità e con risultati che alimentano database in grado di permettere adeguati confronti - costituisce uno strumento nuovo ed indispensabile per lo sviluppo continuo della qua lità nell’assistenza ai pazienti. Tali misure dell’impatto sulla salute, come dato di partenza per lo svi luppo di un processo di qualità del l’assistenza, assieme con una mag giore attenzione alla medicina ba sata su prove di efficacia, possono fornire nuovi strumenti per la valu tazione della tecnologia e per una più efficace ed efficiente applica zione degli interventi diagnostici e terapeutici. Esse possono individua re quello che funziona, quello che è necessario e quello che non lo è. Ciò consente un approccio scienti fico per identificare nuovi promet tenti interventi e per ridurre proce dure, farmaci ed attrezzature non
necessarie. Può anche individuare risorse che possono essere liberate per affrontare, all’interno del setto re sanitario, parte della crescente domanda che nasce dall’invecchia mento della popolazione e dalla costante introduzione, nell’assisten za sanitaria, di tecnologie più sofi sticate e costose.
Risorse per l’assistenza sanitaria. Il finanziamento dell’assistenza sa nitaria dovrebbe garantire l’equità e la sostenibilità della spesa. Qua lunque sia il sistema utilizzato, i governi devono fare in modo che offra copertura per tutti e accesso universale all’assistenza sanitaria e tenda a limitare i costi complessivi. Secondo le conclusioni della Con ferenza di Lubiana del 1996 sulle riforme della sanità, nel finanzia mento o nella fornitura di un bene sociale come la salute non c’è spa zio per il mercato totalmente libe ro. Inoltre i meccanismi di mercato che hanno come obiettivo gli indi vidui o gli enti di finanziamento hanno avuto meno successo, in ter mini di equità e di efficienza, ri spetto a quelli che hanno come obiettivo gli ospedali ed altri forni tori di prestazioni di assistenza sa nitaria. I sistemi di pagamento per i fornitori di assistenza sanitaria di primo livello, che combinano ele menti di quota capitaria, libera scel ta del fornitore e pagamenti a pre stazione, sviluppano migliori pos sibilità di gestione del sistema per raggiungere una qualità elevata, un uso efficace delle risorse in rappor to ai costi, la soddisfazione di pa
OBIETTIVO 17 Il finanziamento dell’assistenza sanitaria e l’allocazione delle risorse
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zienti ed operatori nonché un’atten zione particolare alla promozione della salute e ai servizi di preven zione.
OBIETTIVO 18 Lo sviluppo delle risorse umane orientate alla salute
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I programmi di formazione per gli erogatori di assistenza sanitaria e per i manager dovrebbero fondarsi sui principi della “Strategia della Salute per tutti”. Dovrebbe essere accresciuta a tutti i livelli e in tutti i settori la capacità di sviluppo tec nico e manageriale, prestando la massima attenzione all’impatto e all’azione sulla salute. In molti Stati Membri, le infra strutture e le funzioni di sanità pub
blica necessitano di essere raffor zate e rese più moderne, secondo quanto delineato da HEALTH21. La formazione e l’addestramento dei professionisti della sanità pubblica devono occuparsi non solo degli aspetti tecnici del loro lavoro, ma anche della loro funzione come fa cilitatori, mediatori e sostenitori della salute e dell’azione basata sul l’intera popolazione in tutti i set tori. I programmi educativi per ar chitetti, ingegneri, economisti, giornalisti, sociologi devono forni re la conoscenza, la motivazione e le abilità necessarie a sostenere l’azione multisettoriale a favore della salute. 111
GESTIRE IL CAMBIAMENTO FINALIZZATO ALLA SALUTE Creare un ampio movimento nella società finalizzato alla salute at traverso alleanze innovative, politiche unificanti e un mana gement adeguato alle nuove re altà europee.
OBIETTIVO 19 Ricerche e conoscenze orientate alla salute
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Il cambiamento della funzione di governo. Il potere collettivo della popolazio ne della Regione Europea per mo dellare il futuro è, attualmente, molto più grande di quanto fosse nel passato. La funzione di governo è la somma dei diversi modi in cui gli individui e le istituzioni, pubbliche e priva te, risolvono in modo collettivo i problemi e affrontano i bisogni della società. È un processo attraverso il quale i conflitti e gli interessi diversi pos sono trovare una mediazione e ven gono portate avanti azioni di tipo cooperativo. Essa include il poten ziamento delle istituzioni ufficiali per rafforzare la “compliance” e i metodi informali sui quali la popo lazione e le istituzioni si sono ac cordati. Attualmente nella Regione Europea, il potere centrale in molti Stati sta cambiando. Una funzione di gover no orientata alla “Strategia della Salute per tutti” tesa allo sviluppo di programmi orientati alla salute, coinvolge perciò non solo i governi ma anche le organizzazioni non go vernative, la società civile e il set tore privato.
Il ruolo della ricerca e dell’infor mazione. In molti Stati le politiche e i pro grammi sanitari dovrebbero essere basati in modo più chiaro su prove scientifiche. Le politiche di ricerca sanitaria dovrebbero fondarsi sui principi della “Salute per tutti”, cercando un migliore equilibrio fra la ricerca di base e quella applica ta. In molti Paesi deve essere raf forzata la comunicazione e la coo perazione fra la comunità scientifi ca e i decisori al fine di favorire l’ap plicazione delle nuove conoscenze allo sviluppo della salute. Se fosse ro completamente applicate tutte le conoscenze esistenti su quali sono gli approcci alla salute che funzio nano e quali no, si verificherebbe un impatto di grande portata sul miglioramento della salute e sulla protezione dell’ambiente. Ogni Sta to dovrebbe avere dei meccanismi atti ad individuare, in modo siste matico e annualmente, quali nuovi metodi di successo la ricerca nazio nale o internazionale ha prodotto. Come risultato, dovrebbero essere quindi assunte decisioni in merito ai cambiamenti da introdurre nel settore sanitario di quel Paese. I sistemi informativi sanitari di livello locale e nazionale costitui scono il prerequisito per lo svilup po e il monitoraggio di politiche sanitarie efficaci, efficienti ed eque. I sistemi di valutazione e di moni toraggio determineranno se le fina lità e gli obiettivi sono stati rag giunti e quali problemi richiedono un’attenzione particolare. L’informa zione sanitaria dovrebbe essere spe cifica e facilmente accessibile ai po
litici, ai manager, agli altri profes sionisti e alla popolazione in gene rale. A tutti i livelli buone funzioni di governo nei confronti della salu te richiedono trasparenza, respon sabilità ed incentivi che promuova no la partecipazione.
OBIETTIVO 20 Realizzare alleanze orientate alla salute
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OBIETTIVO 21 Politiche e strategie orientate alla Salute per tutti
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Il coinvolgimento delle risorse e dell’expertise fornite dai media e dal settore delle comunicazioni, in par ticolare Internet e le televisioni, costituiscono una grande opportu nità per informare, educare e per suadere tutta la popolazione dell’im portanza della salute a livello indi viduale e collettivo. È importante monitorare e valu tare le implicazioni etiche, scienti fiche e sociali della ricerca nell’area della tecnologia medica e in parti colare della tecnologia genetica. Le conoscenze della genetica possono migliorare in modo rilevante le pos sibilità della prevenzione e della terapia, ma devono rispettare la di gnità umana, l’autonomia e la giu stizia. Il coinvolgimento della po polazione nel dibattito sulla gene tica può offrire la garanzia che le future scelte politiche saranno ba sate su decisioni democratiche.
Politiche ed alleanze finalizzate alla Salute per tutti. La Salute per tutti costituisce un quadro integrato, proiettato nel fu turo e orientato alla salute dell’in tera società per quanto riguarda la definizione delle priorità, la scelta delle strategie e la mobilizzazione di risorse. Una politica nazionale
finalizzata e fondata sui valori del la Salute per tutti, è la chiave di volta per offrire motivazione e defi nire un quadro di riferimento per le politiche e le azioni all’interno del le regioni, delle città, delle comu nità locali e in ambienti quali le scuole e i luoghi di lavoro. Definen do i valori, determinando gli obiet tivi e tracciando le strategie per rag giungerli, una politica basata sulla Salute per tutti ne guiderà e facili terà la realizzazione. È di estrema importanza, quando si pianificano politiche e programmi nazionali, il coinvolgimento dei soggetti desti nati alla loro implementazione, cioè i leader sanitari “anziani”, altri mi nisteri, le associazioni professiona li sanitarie nazionali, le università, le associazioni nazionali dei comu ni. Un ampio processo di consulta zione sui documenti provvisori, pri ma che vengano adottati dai parla menti, costituisce una modalità pro 113
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ficua per assicurare un largo soste gno da parte dell’intera società. Principi simili dovrebbero essere applicati ai programmi della Salute per tutti a livello subnazionale e locale, come è stato dimostrato per esempio dai membri della “Rete del le Regioni per la Salute” e delle “Cit tà Sane”. Incoraggiando tutti i partner ad adottare i valori di salute definiti da HEALTH21 si influenzano le azio ni degli individui, delle organizza zioni, delle aziende e delle famiglie. Dovrebbe essere dato rilievo alla costruzione di reti, alleanze e part nership finalizzate alla salute a li vello nazionale, regionale e locale e alla incentivazione delle persone ad agire. Individuando e tenendo in considerazione i reciproci benefici degli investimenti in salute, tutti i settori avranno un guadagno. Tuttavia, la programmazione in tegrata e partecipata ha delle im plicazioni per quei governi che non sono ancora pronti per tale approc cio olistico. Riforme e altri inter venti a livello istituzionale potran no essere necessari in alcuni Stati Membri per promuovere la coopera zione nella realizzazione di politi che e piani, per facilitare il decen tramento delle strutture, per coin volgere settori differenti e per rag giungere un migliore coordinamen to tra le strutture di governo.
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IL RUOLO DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ E DEI SUOI PARTNER PER LA SALUTE La Regione Europea dell’Organizza zione Mondiale della Sanità ha una formidabile risorsa nel grande nu mero di organizzazioni che posso no lavorare assieme agli Stati per sostenere i loro sforzi. La missione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è di lavorare per migliorare la salute. L’Unione Europea, strut tura di integrazione con un forte mandato finalizzato all’azione mul tisettoriale per la salute, possiede un considerevole potenziale per con tribuire al suo sviluppo. Il Consi glio d’Europa è una forza importan te per garantire la difesa dei valori etici di base. E l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Eco nomico (OCSE) realizza importanti analisi per gli Stati che vi aderisco no. Questi raggruppamenti econo mici e politici, assieme alle varie agenzie delle Nazioni Unite, le ban che di investimento e le organizza zioni internazionali e non governa tive, contribuiscono alla “funzione di governo orientata alla salute”. Coerentemente con la propria Costituzione, l’Organizzazione Mon diale della Sanità ha la missione speciale di promuovere una più stretta collaborazione per lo svilup po della salute, sia a livello inter nazionale che nel lavoro di soste gno ai singoli Paesi. Questo compi to deve tenere in considerazione le realtà della Regione Europea all’ini zio del ventunesimo secolo nonché le necessità di stabilire rapporti di
cooperazione con partner differenti fondati sulla fiducia reciproca, sul lo spirito di partnership fra pari, sul rispetto dei reciproci specifici man dati. Su questa base, l’Ufficio per l’Eu ropa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità lavorerà in stretto con tatto con il quartier generale di Gi nevra e con gli altri Uffici Regiona li, così come con i propri partner Europei, in modo tale da fornire il massimo beneficio agli Stati Mem bri sulla base delle più ampie espe rienze e del potenziale per l’azione resi possibili dalla natura planeta ria dell’Organizzazione Mondiale del la Sanità. Su questo sfondo, l’Ufficio per l’Europa dell’Organizzazione Mondia le della Sanità ha cinque ruoli da svolgere a sostegno della realizza zione delle strategie nei singoli Sta ti: 1. Agendo come “coscienza per la salute” della Regione, per indi viduare e porre l’attenzione nei confronti dei problemi sanitari correnti e emergenti, l’Ufficio Regionale proteggerà il princi pio della salute come diritto umano, promuoverà la salute a livello europeo e difenderà l’equità fra gli Stati e all’interno di essi. Proteggerà la salute dei vulnerabili e dei poveri, e prov vederà ad individuare le politi che e le pratiche che favorisco no o danneggiano la salute; 2. Fornendo un punto di riferimen to per l’informazione sulla salu te e il suo sviluppo, l’Ufficio Re gionale manterrà e aggiornerà i sistemi di monitoraggio e di va Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
lutazione della strategia europea della Salute per tutti (gli eserci zi futuri verranno completati, ri spettivamente, nel 2001 e nel 2004) e servirà quale centro di informazione sullo stato di sa lute, sui determinanti della sa lute, sui sistemi sanitari e sullo sviluppo della salute in Europa. Nel far ciò, l’Ufficio Regionale farà ogni sforzo per ottimizzare la sua cooperazione con il quar tier generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e con i suoi più importanti partner nella Re gione - in particolare, la Com missione Europea, l’OCSE e le al tre strutture delle Nazioni Unite - per promuovere lo sviluppo del la sorveglianza e degli altri si stemi informativi sanitari che combinano la facilità della rac colta di dati e della comunica zione agli Stati Membri con i re quisiti tecnici della standardiz zazione e della rispondenza alle esigenze degli utenti. 3. Analizzando e sostenendo le po
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litiche orientate alla Salute per tutti, l’Ufficio Regionale fornirà guida e sostegno agli Stati Mem bri, alle organizzazioni e alle proprie reti relativamente allo sviluppo delle politiche per la salute a tutti i livelli. L’Ufficio intraprenderà ricerche sulle po litiche per la salute, sosterrà la politica della Salute per tutti e provvederà al suo prossimo ag giornamento previsto per il 2005. 4. Mettendo a disposizione stru menti e linee guida basati su prove di efficacia, per tradurre le politiche in azioni, l’Ufficio provvederà a individuare stru menti, approcci e metodi inno
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vativi per lo sviluppo della salu te. Ciò potrà essere conseguito attraverso il monitoraggio dei risultati della ricerca internazio nale, esaminando le esperienze pratiche svolte negli Stati Mem bri e, se necessario, promuoven do o intraprendendo studi spe cifici ad elevata priorità qualora questi non fossero disponibili in altro modo. 5. Lavorando come catalizzatore per l’azione, l’Ufficio Regionale svol gerà quattro funzioni principali: – cooperazione tecnica con gli Sta ti Membri; – leadership negli sforzi per l’eli minazione o il controllo di quel le malattie che costituiscono le minacce più significative alla salute pubblica, così come nelle azioni su base europea per com battere le epidemie di malattie trasmissibili e le pandemie come le malattie legate all’uso di ta bacco, i traumi e le violenze; – azioni coordinate con i propri partner attraverso reti di colla borazione attraverso l’intera Eu ropa; – coordinamento, sostegno, prepa razione all’emergenza e modali tà di risposta in relazione a di sastri che costituiscano minac cia per la salute pubblica nella Regione.
VERSO UN FUTURO MIGLIORE Poiché siamo prossimi al 21° se colo, abbiamo un forte obbligo a svolgere azioni per migliorare la sa lute degli 870 milioni di abitanti
della Regione. HEALTH21 fornisce un quadro di riferimento per affrontare la sfida adottando le migliori stra tegie emerse dall’esperienza collet tiva in Europa nel corso degli ulti mi 10-15 anni. Non è un progetto fuori della nostra portata - si può fare! L’espe rienza ha dimostrato che gli Stati con le loro differenti condizioni politiche, sociali, economiche e culturali possono sviluppare e rea lizzare le politiche della Salute per tutti proposte per essere collocate prioritariamente fra le cose da fare e quando ciò viene fatto, si ottiene un guadagno derivante da un cam biamento fondamentale verso il mi glioramento. La più grande sfida per i 51 Stati Membri della Regione è ora di utilizzare la nuova politica regionale della Salute per tutti come guida ispiratrice per aggiornare, se necessario, le proprie politiche e i propri obiettivi. In tutta la Regione, molte comu nità locali hanno mostrato grande iniziativa e immaginazione nell’uti lizzare le idee della Salute per tutti al fine di indurre la popolazione a promuovere e proteggere la propria salute. In particolare il dinamico movimento delle “Città Sane” che è in rapida espansione, ha dimostra to un formidabile potenziale per la mobilizzazione sistematica, soste nibile ed innovativa delle comuni tà locali in tutti gli Stati Membri. Esempi eccellenti si possono vede re nei settori pubblico e privato che hanno esplorato le possibilità per ottenere guadagni in salute. Migliaia di professionisti della sanità e pa recchie delle loro organizzazioni Provincia Autonoma di Trento Punto Omega n. 2/3
hanno introdotto approcci innova tivi per migliorare la qualità dell’as sistenza, per lavorare in modo più stretto con gli altri settori e per tro vare nuove modalità con cui affron tare le sfide. È ora necessaria un’azione chia ramente finalizzata e sulla quale impegnarsi per trasformare la visio ne della Salute per tutti in una re altà concreta e sostenibile in cia scuno dei 51 Stati Membri della Regione. L’esperienza, il know-how e molti strumenti per condizionare i determinanti della salute ci sono. Quello che ora è necessario è una forte leadership e la volontà politi ca di utilizzarli.
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