Pannoloni Vs Pannolini Come salvare una generazione spacciata di Luigi Mazza Il titolo del primo “Pensiero” di un gruppo di giovani florido di idee e spunti non è certo il massimo. Ma al gruppo piace pro(vocare). Rimanendo fedeli all’etimo latino. Nel senso di sfidare, stimolare, esortare, spronare l’esercizio del pensiero. Pensiero culturale, politico, sociale, economico non importa. L’importante che sia un pensiero. Come primo "Pensiero" culturale, politico, sociale, economico perché di questo si tratta. Proponiamo un pensiero riflessivo(?) sulla sempre più critica e criticata questione giovanile del nostro Paese. L’obiettivo della pro(vocazione) è di riflettere, analizzare ed approfondire. Stiamo parlando degli italian young. I "bamboccioni", per capirci meglio. Espressione colorita utilizzata dal noto economista ed ex-Ministro della Repubblica Padoa-Schioppa, nell'illustrare i contributi a sostegno delle spese per l'affitto previsti nella finanziaria per i giovani dai 20 ai 30 anni. Ipse dixit :"mandiamo i bamboccioni fuori di casa". I demografi, al contrario, parlano di "sindrome del ritardo". Ossia la lentezza biblica con cui i giovani conquistano autonomia e responsabilità. Una malattia tutta italiana che finisce per spogliare i giovani delle loro prerogative, relegandoli in ruoli marginali nella politica e nell’economia, in famiglia e nella cultura. A questo aggiungiamo che in politica, come nelle istituzioni, ma soprattutto nelle università, nelle imprese, nelle banche domina una generazione che ha iniziato la carriera nel dopoguerra e ancora oggi è saldamente al potere. Non c’e spazio per i giovani. Gli stessi giovani che vivono un mercato del lavoro, con la loro occupazione, diverso dai loro genitori. Sono sul mercato, inviano curricula, si sottopongono a colloqui, hanno probabilmente già cambiato più di un lavoro. Spesso hanno un contratto "flessibile". Parlano l’inglese e si formano all’estero partecipando all’Erasmus. Una generazione che non è mai entrata in una agenzia viaggi. Perchè compra su internet. Perché si informa su internet. Perché socializza su internet. I "bamboccioni", in sostanza, sono attraversati da problemi che le generazioni più anziane (pannoloni) nemmeno si immaginano. E che quindi non riescono a vederli, a comprenderli o comunque non hanno interesse a risolverli. I "bamboccioni" rappresentano la prima generazione, dall’inizio del Novecento, che si aspetta uno standard di vita inferiore a quello dei genitori. I numeri non lasciano scampo. I "bamboccioni" rappresentano una generazione spacciata. Vediamo perché.
I DATI DELLA GENERAZIONE SPACCIATA » Minoranza demografica ed elettorale. La perdita di peso demografico dei giovani è più accentuata rispetto a quanto avviene negli altri Paesi occidentali. L'Italia nel 2010 rispetto ai suoi principali competitors, occuperà i primissimissimi posti (insieme al Giappone) per il numero di over 65 sulla popolazione totale e l'ultimo per il numero di giovani tra i 15 e 24 anni. Nel 2010 i giovani italiani (15-24 enni) diventeranno la metà degli anziani. Di conseguenza la drastica riduzione della popolazione giovanile comporterà una perdita di rilevanza elettorale di questa fetta di popolazione. Il peso elettorale giovanile in continua discesa non certo aiuterà ad inserire la “questione giovanile” nell’agenda dei decision making. Fig.1 - Percentuale della popolazione (15-24 anni) dei paesi del G8 (più Spagna) nel 2010
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Fig.2 - Percentuale della popolazione over 65 dei paesi del G8 (più Spagna) nel 2010
Fig.3 - L'età media della popolazione dei paesi del G8 (più Spagna) nel 2020
Fonte: nostre elaborazione su dati Population Division of the Department of Economic and Social Affairs of the United Nations Secretariat, World Population Prospects: http://esa.un.org/unpp
» Senza rappresentanza politica e sociale. Consultando il Rapporto LUISS sulle classi dirigenti si scopre che l'élite italiana è sostanzialmente anziana: l'età media è passata da 56,8 a 61,8 anni tra il '90 e il 2004. Ma non solo. I giovani con un’età massima di 35 anni rappresentano meno del 3% del totale del gruppo dirigente, mentre gli over 65 sono il gruppo più forte. In quindici anni gli over 65 hanno guadagnato oltre 10 punti percentuali, passando da un quarto del totale (25,2%) a ben oltre un terzo (35,8%). In politica la musica non cambia. Alla Camera dei deputati, nelle ultime quattro legislature sono stati eletti 8 deputati under 30 su 2494. Al Senato, per legge, non posso essere eletti gli under 40, inutile sfornare statistiche. E’ interessante sapere, invece, che in seno al gruppo del G8 il nostro Presidente del Consiglio risulta essere il più anziano. L’età media degli ultimi Presidenti del Consiglio In Italia negli ultimi 15 anni è di 62 anni. L’ultimo Presidente del Consiglio di 47 anni, a parte l’apparizione di Giovanni Goria, fu Aldo Moro nel 1963. Tabella 1 - Confronto dell'età tra i potenti del G8 (Spagna compresa)
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Tabella 2 - Composizione della Camera dei Deputati per fasce di età nelle ultime quattro legislature
» Senza protezione sociale. Secondo l’ultimo rapporto OCSE, l’Italia può vantare l’infelice record della spesa per pensioni nel mondo avanzato. In poco più di dieci anni è raddoppiato il nostro debito pubblico e vantiamo i tassi di disoccupazione giovanile più alti di tutta l’area dell’euro. In questo contesto il sostegno offerto dallo Stato in caso di disoccupazione è minimo mentre la spesa sociale viene assorbita quasi totalmente dalle pensioni. Vi è una sostanziale iniquità nella distribuzione della spesa sociale. Un welfare rivolto al passato anziché al futuro. Per non parlare dei lavoratori con contratti “flessibili” o “atipici” che sono esclusi da qualsiasi forma di copertura e protezione sociale per i periodi di disoccupazione. Secondo il Censis tra gli under 35 si registra la più elevata incidenza di contratti atipici (sono occupati con contratti a termine o di collaborazione il 21,1% dei lavoratori fino a 34 anni, contro l’8,9% dei 35 44enni, e il 6% circa degli over 44). I giovani infatti rappresentano la parte decisamente maggioritaria – il 58,2% – del lavoro atipico in Italia. Ma se non ci pensa lo Stato ci pensa la famiglia. L'Italia è una delle società in cui il sostegno delle famiglie ai giovani è più forte e in cui la permanenza dei figli tra le mura domestiche è più lunga. Tabella 3 - Analisi della spesa per protezione sociale per funzioni nei paesi dell'UE a 15 - anno 2004
Fonte: nostre elaborazione su fonti EUROSTAT - Gennaio 2007 - "Social Protection Expenditure and receipts" (*) Si osservi che nei dati Eurostat la spesa per funzione vecchiaia comprende quella per TFR, che, sopratutto nel settore privato, non corrisponde effettivamente ad una protezione del rischio vecchiaia. Infatti tale istituto non è giuridicamente collegato all'evento vecchiaia, bensì all'interruzione di un rapporto di lavoro Fig.4 - Tasso di disoccupazione della popolazione under 25 nei principali paesi europei - anno 2006
Fig.8 - Woman and man age 18-24 living in parental home, 2005
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Fig.8 - Woman and man age 18-24 living in parental home, 2005
» Brain drain. È la migrazione di persone altamente qualificate che, formatesi in un Paese, si trasferiscono e lavorano in un altro. Il Censis traccia le rotte dei migranti del sapere. Secondo le stime del Rapporto 2007 più di 11 mila e 700 laureati hanno trovato lavoro all'estero dopo un anno. Ben 13.368 italiani qualificati si sono trasferiti negli Stati Uniti. Di questi, 6.179 (+51,6% tra 1998 e 2006) sono lavoratori altamente specializzati, i cui visti vengono rilasciati con specifiche procedure proprio al fine di immettere lavoro estremamente qualificato nel mercato del lavoro americano. Si tratta di un fenomeno vasto e non certo di nicchia, se solo si pensa che nel 2006, ben il 14,1% dei giovani italiani tra i 15 e 29 anni poteva vantare un’esperienza di studio o di lavoro all’estero, il 9% inferiore ai tre mesi, il 5,1% più lunga.
IL FUTURO (NON) SIAMO NOI I numeri dimostrano, che in questo momento, l’Italia concentra simultaneamente distribuzione anagrafica, investimenti pubblici, rappresentanza politica e sociale sulle generazione più anziane. Un’istantanea che falsifica, in maniera scientifica, lo slogan sessantottino “il futuro siamo noi”. Invece di parlare di conflitto e rivoluzione generazionale, invece di accusare la gerontocrazia, invece di indagare le colpe degli ultrasettantenni, PROPONIAMO di studiare, analizzare ed approfondire il problema nei contenuti. Perché di questo si tratta. Di un grande e grosso problema. Perché in ballo non c’è solo il futuro di una generazione, ma di tutto il Paese. Di contenuti e nei contenuti ne vogliamo parlare, approfondire e dibattere. Perché i numeri, le indagini e le politiche intraprese ci dicono che, per la prima volta nella storia, “il futuro non siamo noi”.
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Spunti bibliografici ed approfondimenti - AA.VV., Generare Classe dirigente. Un percorso da costruire, LUISS University Press, Roma 2007. - Abravanel R., Meritocrazia 4 proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto, Garzanti libri, 2008. - Boeri T., Galasso V., Contro i giovani. Come l’Italia sta tradendo le nuove generazioni, Mondadori, Milano 2007. - Carboni C., Elite e classi dirigenti in italia, Laterza, Bari 2007. - Delzìo F., Generazione Tuareg. Giovani flessibili e felici, Rubbettino, Soneria Mannelli 2007. - Fondazione Censis, 41°Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese, Roma 2007. - Florida R., The Rise of Creative class, basic Books, 2002; trad. It., La classe creativa spicca il volo. La fuga dei cervelli: chi vince e chi perde, Mondadori, Milano 2006. - Floris G., Mal di merito. L'epidemia di raccomandazioni che paralizza l'Italia, Rizzoli, Bologna 2007. - Livi Bacci M., Avanti giovani, alla riscossa, Il mulino, Bologna 2008. - Penelope N., Vecchi e potenti. Politica, istituzioni, banche, imprese: perché l'Italia è in mano ai settantenni, Baldini Castaldi Dalai, Milano 2008. - Rosina A., L'Italia nella spirale del "degiovanimento" in “La Voce.info” , 7 maggio 2008. - Tinagli I., Talento da svendere. Perché in Italia il talento non riesce a prendere il volo, Einaudi, Torino 2008.
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