Opportunity La sonda Opportunity si aggira sul suolo del pianeta Marte. Sul suo capo un sole offuscato sorge e scompare, segnato dal passaggio di due piccole lune. I tramonti calano lentamente, e la luce svanisce oltre lontane colline su cui non si รจ mai posato lo sguardo di un uomo. Di notte il robot rimane immobile, senza energia, sovrastato da un cielo immenso, freddo e luminoso. All'alba riprende il suo vagabondaggio attraverso sconosciute distese di polvere rossa, alla ricerca di qualcosa di metafisico: le origini, la storia di quel mondo, le vestigia di antiche forme di vita. Il terreno si stende piatto e uniforme a perdita d'occhio, un immensa tavola di arenaria ricoperta da uno spesso strato di ruggine finissima. Crateri e rari ciottoli rappresentano l'unica possibile variazione in quel paesaggio congelato. Dal loro pianeta lontano milioni di chilometri, i costruttori dell'automa mandano segnali. Con onde invisibili ordinano alla macchina di muoversi, sondare, fotografare, inquadrare. Sassi e ruggine. La sonda ha fatto tutta quella strada per trovare sassi e ruggine. Che sfiga.