Giornalino dei Lavoratori della ferrari – coordinato dalla RSU-Fiom-ferrari
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operai e impiegati approvano la piattaforma per il nuovo contratto aziendale PIANO INDUSTRIALE Chiediamo che il nuovo Contratto Aziendale debba contenere la definizione del Piano Industriale dei prossimi anni di Ferrari SALARIO Chiediamo che la media del Premio di Risultato erogato nella vigenza del precedente Contratto Integrativo sia reso strutturale con erogazioni mensili. La definizione di un nuovo Premio di Risultato che a regime del nuovo Contratto Integrativo possa raggiungere i 4000 euro lordi annui. MERCATO DEL LAVORO Chiediamo sia definito per i lavoratori precari un periodo e una percentuale massima di utilizzo AMBIENTE E SICUREZZA Istituzione di 1 ora di assemblea aggiuntiva sui temi della salute e sicurezza
Anno II – N.4
MARZO ‘09
La redazione ringrazia… LA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUOVO NUMERO E’ STATA POSSIBILE GRAZIE AL CONTRIBUTO ECONOMICO DI TANTI OPERAI ED IMPIEGATI. IL MESE SCORSO DAVANTI ALLA PORTINERIE SIAMO STATI ORGOGLIOSI DELLA SOLIDARIETA’ DIMOSTRATA. CONTINUIAMO COSì, SOSTENIAMO LA DIFFUSIONE DELLE IDEE DEI LAVORATORI.
PUNTIAMO SU DI NOI
Referendum 9 e 10 marzo ‘09 Hanno votato: 1524 dipendenti (62,12%) Hanno votato SI: 1261 dipendenti (82,74%)
INQUADRAMENTO si ritiene necessario determinare un periodo massimo di permanenza al 3° livello con il successivo passaggio al 4° livello. PERCORSO DEMOCRATICO piattaforma sia sottoposta al Referendum di tutti i lavoratori di Ferrari, che l'ipotesi di accordo sarà portata anch'essa alla approvazione di tutti i lavoratori attraverso Referendum dopo aver raccolto il parere positivo della maggioranza della RSU Ferrari. Per la piattaforma nei dettagli e per i dati del Referendum consulta il blog dei lavoratori ferrari:
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Piano anticrisi: permessi collettivi in cambio della testa dei precari (Pag. 2) Verniciatura: abuso di potere dei CapiTeam su orari di lavoro (a pag.2) Finizione: precario non confermato. Gli altri fanno straordinario (Pag.4)
Ges: sindacati chiedono incontro su precari e organizzazione lavoro (Pag.4)
Cgil: il 4 Aprile grande manifestazione a Roma
(Pag.4)
ROSSA CON CAPPOTTINA GIALLA Prospettive future per una azienda di lusso alle prese col la crsi Alzi la mano chi non ricorda quel film in cui due compari scalmanati ne passano di tutti i colori per riavere da un tizio prepotente e megalomane la loro carriola distrutta durante una missione punitivi ai danni di alcuni lavoratori ambulati. La volevano come era prima: rossa con cappottina gialla! Se il discorso resta sulla gamma dei colori anche la fiat-ferrari avrebbe accontentato i compari con la possibilità di una vasta scelta senza tante scazzottate. Addirittura, se proprio avessero voluto, gli sarebbe stato proposto famoso e controverso rosso schumacher! Oggi, però, le sfide che si prospettano per la nostra azienda sono molto più impegnative. Il crollo mondiale dell’economia ha ravvivato il dibattito sulle alternative di crescita praticabili per non finire risucchiati dal mostro creato dagli speculatori. Oggi, si parla di ecologia, di sviluppo eco-compatibile, di energia pulita da sostituire al petrolio. Anche gli USA, ormai ne sono convinti, tanto che il presidente Obama concede aiuti alle case automobilistiche solo a certe condizioni. La condizione di fondo è cambiare il modo di concepire il trasporto e il consumo di energia. Le campagne mediatiche che si susseguono sono martellanti, incisive ed efficaci. Bisogna che il mondo cambi, si dice. Cambiare il mondo significa quindi cambiare il modo di pensare della gente. Ciò che andava bene in passato sarà sbagliato per le prossime generazioni, ciò che prima si intendeva per originalità cambierà presto i suoi riferimenti di fondo. Se è vero che ci saranno sempre dei pazzi che acquisteranno auto come la ferrari e pur vero che bisogna sapere quali auto si vogliono vendere tenuto conto delle trasformazioni sociali in corso. Quali auto venderà la fiat-ferrari? Due o tre mila pezzi da museo forniti delle caratteristiche attuali, seguendo una via conosciuta e consolidata per accontentare i nostalgici, o la sfida fondamentale da intraprendere al più presto sarà uscire dalle logiche della progettazione attuale per fare uno sforzo di ricerca di totale innovazione? Le decisioni da prendere sono urgenti perché il mondo sta cambiando in fretta. Se esso cambia e l’azienda non ha idee in cantiere i primi a pagare saranno i lavoratori occupati in questa azienda. Se la direzione aziendale e la fiat decideranno di ridimensionare la presenza sul mercato della ferrari per l’incapacità di sapere coniugare la progettazione di lusso alla rivoluzione verde sarà un’occasione persa per il nostro paese accompagnata dal disfacimento delle attuali politiche dell’occupazione in azienda. Occupazione che diventa già un argomento preoccupante se teniamo presente la commessa maserati in calo spaventoso. Non sappiamo quali saranno i canoni del bello tra un po’ di anni, ma possiamo intuire cosa si intenderà per tecnologia del trasporto, qualità del prodotto e risparmio energetico. Sarà probabilmente questa la carriola, il “rosso con cappottina gialla” che sarà chiesto alla fiat-ferrari. Non un pezzo da museo per pochi nostalgici del 12 cilindri.
Piano anticrisi: salvare l’occupazione A parte le voci, il fatto certo è che fiat-ferrari dopo il 2007 e parte del 2008 in crescita con fornitura maserati si accorge che la speculazione è terminata, che la maserati è solo un peso che dovrà sopportare qualcuno. Naturalmente lo sopporteranno i lavoratori della ferrari e soprattutto i reparti che hanno dovuto subire turni aggiuntivi e saturazioni al limite per fare arricchire la fiat. Ora ci chiedono, attraverso la richiesta ai sindacati, (i quali hanno indetto delle assemblee per decidere tutti insieme), di rallentare la produzione utilizzando (per ora) i nostri PAR: 2 per Pasqua, 1 giorno per il 4 di Maggio e 1 per il 1° di Giugno. Altrimenti la cassa integrazione! Cassa integrazione in questo caso vorrebbe significare a casa circa 100 precari presenti tra aree gran turismo e ges. Votandi in assemblea abbiamo accettato il ricatto che consente di salvare almeno cento lavoratori . Il prossimo passaggio, che arriverà presto, non sarà indolore e probabilmente richiederà il massimo impegno di tutti i dipendenti della fiat-ferrari per salvare l’occupazione. La festa è finita. Verniciatura: pasticcio sugli orari Appena il giorno dopo le assemblee per approvare PAR aggiuntivi e conferma precari arriva lo sgambetto dei preposti della verniciatura. Essi, senza alcun confronto con i sindacati, hanno comunicato ai lavoratori dell’area una nuova turnazione a partire dal 6 Aprile. Una provocazione irresponsabile che mette in difficoltà il dialogo tra direzione aziendale ed RSU. L’iniziativa è poi stata smentita dai stessi capi-team, i quali hanno comunicato ai lavoratori la sospensione dei nuovi orari. Per capire chi autorizza i preposti della verniciatura a creare confusione e a scavalcare gli accordi sindacali approvati in assemblea, la RSU ha richiesto in incontro all’azienda. Qualità: non prendere la fonderia ad esempio Cosa succede, secondo voi una volta che viene esteso l’obbligo di certificare la qualità sulle fusione del telaio? Innanzi tutto accade che diventa impossibile confrontarsi con l’azienda sul tema qualità applicato ad una certa mansione, e di conseguenza diventa impossibile qualunque riconoscimento professionale. Inoltre, una volta imposta la certificazione ai dipendenti, cosa accade se una fusione risulta non conforme al controllo? Quale via prende la fusione? Non è possibile saperlo. Il conduttore non è autorizzato a marchiare le fusioni, i tecnologi ti invitano ad utilizzare il loro marchio per certificare comunque la qualità, aspettando la rettifica delle maschere per il controllo, forse origine dei problemi. Forse! Intanto si certificano le fusioni non conformi in attesa della rettifica, e se non si certificano probabilmente passano comunque. Una curiosità: le maschere da rettificare sono difettose da sempre, cioè da quando viene prodotto il telaio della F430. L’azienda lo vede solo oggi che la vettura è arrivata a fine produzione! Che senso ha tutto questo? In che modo si è gestita la qualità del prodotto in questi anni? Probabilmente attraverso le rettifiche e le certificazioni, la burocrazia aziendale lavora perché oltre agli operai nessuno si sporchi le mani e la reputazione.
Salute e Sicurezza Protezione obbligatoria degli occhi
Dichiarare sempre l’infortunio perché oltre ad essere un vostro diritto, consente a chi si occupa di sicurezza e si impegna per la prevenzione di discutere e trovare soluzioni. Non si scambia mai una crescita di carriera professionale occultando un incidente. Utilizzare l’INPS e la collettività in questo modo è una truffa!!!
Una iniziativa per rivendicare la centralità della Sicurezza È innegabile che i messaggi che ci invia la crisi in rapporto alla sicurezza nei luoghi di lavoro sono preoccupanti e ci invitano tutti a riflettere ed agire per migliorare le condizioni di lavoro di milioni di donne e di uomini. La parola d’ordine è non abbassare la guardia, ora più che mai. Forse sarebbe meglio dire che chi si è distratto deve tornare a investire sulla sicurezza e non far ricadere i costi della recessione economica sui lavoratori. I dati parlano chiaro, nonostante negli ultimi mesi si è verificato un incremento del ricorso alla cassa integrazione fino all’ 800%, gli infortuni sul lavoro dall’inizio dell’ anno non sono diminuiti. Anzi, in proporzione alle ore di lavoro si è verificato un incremento di incidenti denunciati. Oltre agli incidenti non va sottovalutato l’incidenza dei disaggio psicologico e dello stress causato da una situazione di totale incertezza occupazionale finanziaria. Le prime cause di questi dati preoccupanti come già accennato
vanno ricercate nella volontà degli imprenditori di tagliare dove si può: sui posti di lavoro, e dove ciò non è possibile si risparmia sulle misure di prevenzione per la salute di chi lavora. È chiaro che questo atteggiamento trova sponda nell’impostazione politica costruita attorno alla sottovalutazione del lavoratore e del testo unico della sicurezza. Proprio su questo giornalino abbiamo parlato di decreto mille proroghe, di svuotamento delle norme che regolano la tutela dei lavoratori dipendenti, che assumono connotati particolarmente drammatici se vengono calati e praticati in un contesto di crisi economica. Il governo al momento non sembra rivedere il suo piano di smantellamento del decreto 81/08. Anzi si appresta a ridimensionarlo in molte parti con una seduta del consiglio dei ministri. Per questo motivo crediamo che sia utile anche aderire alla seguente raccolta firme.
Aderisci all’appello lanciato su Internet da articolo 21.info Il governo ha annunciato, ma speriamo si tratti di un falso annuncio, che nel prossimo Consiglio dei Ministri intenderebbe manomettere il testo unico per la sicurezza sul lavoro approvato nel precedente governo e peraltro in larga parte ancora disatteso. Si parla insistentemente di un'ulteriore riduzione delle sanzioni e delle pene peraltro molto esigue che vengono in molti casi sostanzialmente aggirate per mancanza dei necessari controlli. Intenzioni che non ci piacciono affatto e che sono in assoluta sintonia con le posizioni più volte espresse dalla parte più aggressiva della Confindustria. Qualche giorno fa il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha fatto di questo tema un tratto distintivo del suo mandato aveva invitato tutti a non abbassare la guardia anche e soprattutto in questo periodo di grave crisi economica e sociale. I provvedimenti annunciati al di là delle giustificazioni fornite non vanno in questa direzione. Per queste ragioni Articolo21 ha deciso di lanciare una campagna e una raccolta di firme per chiedere al governo di non assumere questa decisione e di non portare questi provvedimenti al prossimo Consiglio dei Ministri. http://www.articolo21.info/16/appello/lavoro-il-governo-non-manometta-iltesto-unico.html
Illuminare i locali di lavoro
Uno dei provvedimenti per fronteggiare la crisi in ferrari sta nella riduzione delle spese di energia elettrica. Provvedimento non del tutto recente che, oltre a garantire una riduzione dei costi, cerca di impattare in modo positivo sull’ambiente. Fin qui, a parte qualche incidente di percorso tutto bene. Ora però, dai reparti maggiormente coinvolti nel rallentamento produttivo, si è assistito ad una degenerazione del controllo consumi. In questi giorni abbiamo assistito allo spegnimento dei neon durante il lavoro. In alcuni casi, vengono spente le luci in zone dove dopo una certo orario non si reca nessun lavoratore, in altri casi invece, viene spenta l’illuminazione in zone delle aree tecnologiche non del tutto frequentate ma comunque coinvolte nel processo produttivo. Zone di passaggio oscurate, passaggi pedonali che conducono alle uscite di emergenza, questi rappresentano due voci su cui non si deve risparmiare. Non siamo sicuramente per lo sperpero. Noi esigiamo soltanto una corretta attuazione di tutte le norme in materia di sicurezza e un coinvolgimento dei lavoratori in caso vengano apportati aggiornamenti sulla valutazione dei rischi nelle aeree di lavoro. Chiediamo maggiore presenza nelle aree tecnologiche del medico competente e dei RSPP
4 APRILE 2009: manifestazione della Cgil a Roma. Partecipiamo! Non ci convince affatto la polita degli annunci e i provvedimenti di economia miserabili. Non può convincere alle lavoratrici ed ai lavoratori responsabili e solidali il governo del nostro paese che urla l’odio razziale, che predica la paura nei confronti del diverso, che proclama i valori della vita mentre oscura i provvedimenti sulla sicurezza per chi lavora. Non siamo completamente inebetiti per non guardare indignati come il dissenso in Italia ogni giorno sia ormai una voce da soffocare, illegale, da sopprimere con la forza delle leggi coercitive e dove queste non bastano con le manganellate. Percosse che cadono sempre sugli stessi cittadini: studenti che rivendicano un futuro dignitoso e operai che chiedono salario. Eppure non ci fermiamo, aderiamo alla manifestazione del 4 Aprile a Roma e la promuoviamo perché essa sia un grande momento di dissenso per rivendicare una politica sociale solidale ed una politica economica che abbia come punto di riferimento i problemi dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e degli studenti; una politica in manifestazione lavoratori indesit 20-3-09 discontinuità con le logiche di arricchimento di pochi a scapito di tutti gli altri cittadini; un orientamento per superare la crisi.Vogliamo regole nuove e una democrazia delle decisioni reale, che nasca dal basso e che non sia imposta attraverso accordi corporativi. Per questo motivo il 4 Aprile diventa lo sciopero contro il modello contrattuale imposto da confindustria e dal governo insieme a cisl e uil. Se è vero che il nostro paese ha bisogno di una risposta seria alla crisi economica e vero anche che le fondamenta della futura contrattazione non devono scaricare i costi sociali della crescita sui sui lavoratori dipendenti. Non è possibile pensare alla contrattazione ridimensionando il contratto nazionale, depurare dagli aumenti contrattati i costi dell’energia, ampliare a dismisura i compiti degli enti bilaterali, porre pesanti paletti allo sciopero, non è possibile fare nuove regole senza consultare i lavoratori. Non è democratico imporre modelli contrattuali senza una discussione nei luoghi di lavoro. Vogliamo che il 4 aprile sia un giorno di rivendicazione democratica. Un inizio di futuro solidale. Partecipate alla manifestazione e rendiamo forte la richiesta di un futuro assicurato e dignitoso per tutti.
Testimonianza dalla finizione: precario a casa mentre molti colleghi fanno straordinario “Pensavo mi assumessero dopo dieci mesi nei quali ho lavorato per 10 ore al giorno prestandomi alle esigenze dei miei capi, sono deluso, vengo da un altra regione e non so come pagare l'affitto, nessuno ha sollevato questo problema. Non riesco a capire come mai dicono che siamo troppi e in molti reparti fanno tantissime ore di straordinario...adesso la situazione è difficile comunque cercherò lavoro". A seguito di questa testimonianza è arrivato davvero il momento di porre regole definite sull’occupazione in ferrari. Non possiamo permettere che in un momento di crisi, come in qualunque altro momento storico, i nostri compagni di lavoro siano lasciati a casa perché visti dai preposti come dei semplici lavamacchine. Lavorare meno, Lavorare tutti!
RSU richiede incontro per la GES Venerdì 20 marzo si è tenuto nella logistica Ge.S. un incontro fra i lavoratori delle aree gestione sportiva e i vertici aziendali che sono responsabili del settore sportivo. A dire la verità più che incontro è stato un monologo, in cui l’azienda, rappresentata da questi signori, esprimeva i propri giudizi su quello che è stato il lavoro per portare la macchina nelle prove pre-campionato e alcune previsioni su quello che saranno le prime gare, con una spruzzatina di rincaro di coraggio e di umiltà per qualsiasi cosa dovesse succedere nei primi gran premi. I vertici aziendali hanno fatto i complimenti ai lavoratori per aver lavorato in maniera eccellente durante questa fase di cambiamenti, ma incitando gli stessi che bisogna sempre dare di più per raggiungere sempre nuovi obiettivi. C’è stato anche il commovente addio dell’ex-amministratore delegato, sig. Tod, all’azienda. I lavoratori hanno risposto con degli applausi, che oserei definire falsi, poiché dalle notizie che gli stessi ci danno periodicamente non si può dire che le cose siano idilliache: molti si sono lamentati degli spostamenti subìti per far fronte ai nuovi regolamenti, per la mancanza di una gestione della produzione della componentistica, montaggio e controllo qualità, taglio dei premi meritocratici (cosa che non può che farci piacere, non perché si sputi sopra ai soldi, ma vorremmo un trattamento che non diventi discriminatorio fra i lavoratori), taglio degli straordinari (mica per tutti) ed infine l’assoluta incognita in merito alla chiusura dei reparti interessati alla produzione sportiva (regola che dovrebbe essere introdotta dalla FIA). In quest’ambito di assoluta incertezza, i lavoratori vogliono organizzarsi per trovare una strategia da portare all’azienda per risolvere parte dei loro problemi. I contenuti della piattaforma del contratto aziendale sono una valida risposta per ricominciare a discutere degli obiettivi fissati dai lavoratori in ambito salariale e dei diritti; ma la risposta non può essere certo solo l’integrativo aziendale: qui si vuole organizzare una piena partecipazione dei lavoratori a favore della solidarietà che si deve per forza ricostituire. Si colloca molto precisamente la decisione presa fra la RSU e l’azienda di organizzare un incontro che parli di gestione sportiva (finalmente!), che debba servire a recuperare l’unità con la gestione industriale per discutere con dati pervenuti dalle varie aree che sono significativi, ma non risolutivi. La RSU-FIOM chiede quindi ai lavoratori una prova di maturità, per permetterci di intraprendere un percorso che non lasci nulla al caso e ricominciare con più forza a parlare di organizzazione dei lavoratori in aree che per anni sono state l’emblema della mancanza di voce da parte dei lavoratori. La possibilità concreta di un’assemblea convocata dalla RSU per i soli lavoratori della ges segna una svolta per le nuove generazioni, tanto da dover essere una novità, per la quale ogni tema dovrà essere trattato con le pinze.