Cultura dell'ospitalità e turismo consapevole nella valle del Belìce
La storia Prime scosse Quanti sanno oggi che la Valle del Belice, a partire dai primi anni ‘60, fu un laboratorio di sperimentazione di pratiche di partecipazione all’avanguardia in Europa? Si può dire che, nel Belice, la terra, prima ancora che dal terremoto, fuscossa dalle migliaia di persone che marciarono unite per sostenere un progetto condiviso e solidale di futuro. Un progetto collettivo, che chiedeva la costruzione delle dighe, che avrebbero permesso una razionale divisione dell’acqua, modificando alla base il paesaggio e il sistema agricolo basato sulla monocoltura a cereali; che denunciava pubblicamente il sistema di potere mafioso; che organizzava nuove cooperative di lavoro; che proponeva profonde riflessioni sull’ingiustizia sociale, sulla partecipazione, sul ruolo della coscienza civile nell’indirizzare le politiche sociali e di sviluppo. Una mobilitazione popolare ispirata dalle iniziative e dalla personalità di Danilo Dolci, cui parteciparono volontari, esperti, artisti e giornalisti da ogni parte d’Italia e d’Europa, attratti dall’ idea di progettare un mondo nuovo dal basso e da quell’angolo di Sicilia. Un lungo e minuzioso lavoro a contatto con le comunità locali, che Lorenzo Barbera, collaboratore di Dolci, sperimentò a Roccamena, per poi estenderlo a tutta la Valle del Belice, dove identità e cultura popolare erano ben radicate e che sfociò, già nel 1967, in un programma articolato per lo sviluppo autonomo del territorio.
Una mobilitazione popolare ispirata dalle e dalla personalità di Danilo Dolci, cui parteciparono volontari, esperti, artisti e giornalisti da
mondo nuovo dal basso e
Terremoto! Il terremoto del gennaio del 1968 è una cesura che segna per sempre la storia della Valle: interi paesi annullati, famiglie in fuga, storie di luoghi e storie personali distrutte, un’intera economia in pezzi. Anche il fermento di anni di proteste simboliche, di comitati cittadini, di marce per lo sviluppo, si spegne, per lasciare spazio al dolore e alla confusione. Poi arrivano le prime tende, le comunità si rimescolano nelle tendopoli e lentamente, nella quasi totale assenza dello Stato, le comunità del Belìce si riorganizzano. Riprende anche il lavoro di pianificazione popolare guidato adesso da Lorenzo Barbera e dal Centro Studi Valle Belice, per occuparsi della ricostruzione e poi di nuovo dello sviluppo del Belìce. Anni di nuove battaglie sociali, per la ricostruzione, per il servizio civile nei paesi terremotati, anni di baraccopoli e di comunità rinsaldate dalla tragedia e dalla voglia di rinascere, ma spogliate dall’emigrazione e mortificate dalla lentezza dello Stato. Un processo vorticoso di cambiamenti che si intreccia con le grandi trasformazioni della società italiana e mondiale. Nell’immaginario collettivo il Belìce da luogo simbolo di riscatto sociale si trasforma rapidamente in esempio di malaffare e spreco di risorse pubbliche nonostante l’enorme sforzo delle popolazioni per la trasformazione dell’economia agricola, venga finalmente ripagato dalla costruzione delle dighe.
Anni di nuove la ricostruzione, per il servizio civile nei paesi terremotati, anni di baraccopoli e di comunità rinsaldate dalla tragedia e dalla voglia di rinascere.
Cultura dell'ospitalità e turismo consapevole nella valle del Belìce
Scosse di assestamento Dopo circa 10 anni dal terremoto, mentre la terra è tornata a tremare in Friuli, nel Belìce lentamente inizia la ricostruzione. Interi paesi vengono spostati, intere comunità lasciano le baraccopoli per le nuove città che non hanno più i quartieri e non hanno più cortili (accusati di essere luoghi simbolo e custodi della “mafiosità”). I nuovi progetti urbanistici cancellano il passato considerando il Belìce una “tabula rasa” su cui riversare una superficiale megalomania, basata sull’ignoranza dei luoghi e delle storie. Una vera Nemesi per un popolo che più di altri si era battuto per decidere sul proprio futuro e sul proprio paesaggio. L’ISES, che forse nulla sapeva di Danilo Dolci e Lorenzo Barbera, degli scioperi alla rovescia e delle lotte per le dighe, del Comitato Intercomunale per la pianificazione del Belice, delle poesie di Ignazio Buttitta e degli appelli di Carlo Levi e Leonardo Sciascia, disegna da Roma le nuove città a tavolino. Le nuove città: Salaparuta, Poggioreale, Gibellina, Montevago, Contessa Entellina (e in misura minore Vita, Partanna, Salemi, Santa Ninfa, Santa Margherita di Belice, Menfi, Roccamena, Calatafimi, Sambuca di Sicilia e Camporeale) nascono come utopie infrastrutturali senz’anima e solo con enormi sforzi delle amministrazioni locali, quei progetti astratti verranno in parte adattati alla concretezza dei vissuti quotidiani. Lo sforzo della ricostruzione riassorbe ed annulla le lotte del passato, la partecipazione popolare cede il passo ai singoli progetti per le nuove case, i nuovi lavori e la nuova vita da consumatori, in cui c’è poco spazio per l’identità e la memoria. Le ultime scosse di assestamento si registrano a Gibellina fra gli anni Ottanta e Novanta, sono ancora una volta scosse culturali di grande eco, che cercano di coinvolgere anche la popolazione locale in una nuova interpretazione dei luoghi e dei tempi attraverso l’arte contemporanea.
Cultura dell'ospitalità e turismo consapevole nella valle del Belìce
Il Progetto La Legge nazionale n.135/2001 istituisce il “Sistema turistico Locale” quale “contesto turistico caratterizzato dall’offerta integrata di beni culturali,ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate” La Valle del Fiume Belice, terre, persone, storie - un paesaggio e una comunità ospitale che ha tutte le caratteristiche per diventare un sistema turistico locale consapevole e sostenibile, responsabile e inclusivo; così lo vogliamo! Queste storie e queste terre, fertili e bellissime, le persone che da secoli lavorano producendo olio e vino, arance, carciofi e cibi ottimi, le culture, le case e i saperi delle comunità che vivono vicino il fiume Belice che, con i suoi 44 km, attraversa tre province (Palermo, Trapani e Agrigento) per sfociare nel Mare Mediterraneo fra Marinella di Selinunte e Porto Palo di Menfi. Tutto questo potrebbe essere uno straordinario e ricco sistema turistico locale*, tante comunità capaci di accogliere i viaggiatori provenienti da vicino e da lontano proponendo loro una “cittadinanza temporanea” per scoprire luoghi, storie, sapori, per assaggiare e gustare, per vivere una Sicilia vera, senza confini comunali o provinciali. Avviare la costruzione di un sistema turistico locale e di una autentica comunità ospitale nella Valle del Belice, con la collaborazione di tutti i cittadini, degli enti locali, delle associazioni e degli imprenditori del territorio, è lo scopo del lavoro che il CRESM – da più di 30 anni impegnato in numerose iniziative di sviluppo locale nel Belice, CLAC - laboratorio di arti e culture contemporanee formato da tanti giovani artisti, ECO - culture e viaggi - una piccola cooperativa che da tanti anni porta turisti interessati e responsabili a scoprire una Sicilia diversa e LeMat - una agenzia di sviluppo per piccoli imprenditori nel turismo - hanno proposto alla Fondazione per il Sud che ha cofinanziato il progetto. Il progetto prevede 2 anni di lavoro, insieme con le Comunità del Belice! Perché soltanto con l’aiuto di tutti, delle idee, delle culture, delle storie e delle ospitalità di tutti può nascere e svilupparsi, una comunità ospitale capace di valorizzare chi ci vive e chi ci lavora, una comunità capace di offrire al viaggiatore ospitalità e culture che non conosce ma che vorrebbe imparare ad apprezzare
Le azioni Molte sono le azioni concrete che metteremo in cantiere. Molti saranno i cantieri in cui speriamo tanti diventeranno attivi progettisti e operatori. Tutti insieme attorno ai tavoli e nei luoghi dove si lavorerà concretamente costruiremo la Mappa della comunità della Valle del Belice. Inviteremo tutti gli interessati a collaborare alla realizzazione di questa Mappa che per tutti sarà un importante strumento di lavoro. La mappa si costruirà in incontri con le comunità, incontri dove si racconta, si
Tutto questo potrebbe essere uno straordinario e ricco sistema turistico locale*, tante comunità capaci di accogliere i viaggiatori provenienti da vicino e da lontano proponendo loro una “cittadinanza temporanea” per scoprire luoghi, storie, sapori, per assaggiare e gustare, per vivere una Sicilia vera, senza confini comunali o provinciali.
Cultura dell'ospitalità e turismo consapevole nella valle del Belìce
ricorda, si segnano sulla mappa luoghi e storie, si portano fotografie, lettere e oggetti della propria storia che diventa la storia del territorio. Il risultato finale sarà la rappresentazione di un territorio fatto di tanti luoghi significativi (un vero e proprio Museo Diffuso), per chi ci abita e per chi lo vuole visitare, una mappa che sarà la guida anche del progetto di sviluppo locale sostenibile e condiviso. La mappa della comunità ci servirà per fare in modo che la diversità del territorio continui ad esistere e a rinnovarsi perchè soltanto avendo la coscienza di questa “diversità” sarà davvero possibile essere ospitali verso chi, come il viaggiatore, è tanto diverso da chi ci è nato e cresciuto. Ci servirà per allestire uno Spazio della Memoria Viva, ossia un luogo fisico dove si andrà con i bambini e con gli anziani, per ricordare e per pensare e dove il viaggiatore potrà seguire le tracce del Museo Diffuso e capire gli avvenimenti che hanno reso il Belice, agli occhi del mondo, un vero “Luogo della Coscienza”. E infine la Mappa ci servirà per costruire un futuro; senza la memoria non è possibile costruire un futuro, ma per costruire un futuro bisogna progettare il cambiamento, progettarlo insieme! Il futuro che noi ci siamo immaginati si basa sulle vere ricchezze della valle del Belice; innanzitutto quindi sugli abitanti e le loro capacità, sulle terre fertili, l’acqua, le case e naturalmente il sole. E’ da lì che vorremmo partire, insieme a chi vuole vivere in questa terra, per mettere in moto un processo che porti molti viaggiatori a visitare questa valle stupenda; non per un giorno e di corsa per visitare i siti archeologici più noti, ma per vivere qui un periodo più o meno lungo come simpatici vicini di casa, curiosi del passato, del presente e delle iniziative locali da sostenere e condividere e, perchè no? da copiare tornando a casa. Lo dicevamo: un sistema turistico locale non può fare a meno di nessuno e di niente. Più sono gli attori coinvolti più ricca e attraent sarà la “destinazione turistica”: occorrerà la collaborazione dei B&B, degli agriturismi e delle case-vacanza, ma saranno coinvolti anche ristoranti, bar, cantine e frantoi, negozi di prodotti tipici e botteghe di artigiani. Occorreranno case e camere ospitali, musei e chiese aperti, ma anche panettieri, allevatori, fiorai, pasticcieri, parrucchieri, barbieri, artisti, insegnanti di lingue (gli stranieri apprezzano), guide locali, sacerdoti,sindaci,vigili urbani. Occorrerà una crescente attenzione all’ambiente, alla raccolta differenziata e alle energie rinnovabili e per spostarsi occorreranno treni, autobus, biciclette, cavalli e perfino asini! Occorrerà in sostanza l’intelligenza e la fantasia di tutti, la collaborazione di tutti anche per far funzionare un solo giorno di “ospitalità”. Alla fine di questo lavoro organizzativo inviteremo giornalisti, operatori e viaggiatori che avranno il compito di provare, assaggiare, assaporare, criticare per poi tornare e per raccontare l’ospitalità delle comunità Occorrerà in sostanza l’intelligenza e la fantasia di tutti, la collaborazione di tutti anche per far funzionare un solo giorno di “ospitalità”. Alla fine di questo lavoro organizzativo inviteremo giornalisti, operatori
La mappa della comunità ci servirà per fare in modo che la diversità del territorio continui ad esistere e a rinnovarsi perchè soltanto avendo la coscienza di questa “diversità” sarà davvero possibile essere ospitali
Cultura dell'ospitalità e turismo consapevole nella valle del Belìce
e viaggiatori che avranno il compito di provare, assaggiare, assaporare, criticare per poi tornare e per raccontare l’ospitalità delle comunità del Belice. Dovremo progettare dove trovare questi viaggiatori, cosa raccontare per attrarli, come ospitarli e intrattenerli. Per questo organizzeremo seminari di progettazione e di elaborazione per tutti coloro che vorranno esserci e partecipare e inviteremo chi già è riuscito a costruire le Mappe di comunità e i sistemi turistici locali. Noi ci auguriamo che da questo lavoro nascano nuove piccole imprese che vorranno e potranno svolgere una parte importante per coordinare e arricchire un sistema turistico locale consapevole e sostenibile, responsabile e inclusivo. Questo è un invito a tutti per partecipare alla realizzazione del progetto!
Calendario degli incontri di Mappatura Comunitaria Gli incontri di mappatura saranno aperti a tutti i cittadini del Comune ospitante e dei Comuni invitati. Durante gli incontri un gruppo di facilitatori aiuterà i partecipanti a riportare su una mappa interattiva gli elementi (luoghi, storie, etc.) ritenuti importanti per la comunità. Le date e i luoghi degli incontri di Mappatura saranno pubblicate sui siti web degli enti partner del progetto e attraverso manifesti, stampa, radio e …passaparola!
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
Calendario Mappatura Comune ospitante
Comune ospite
Santa Ninfa Poggioreale Salaparuta Roccamena Santa Margherita di Belìce Sambuca di Sicilia Menfi Montevago Gibellina Salemi Partanna Vita Camporeale Contessa Entellina Calatafimi Segesta
Vita / Sambuca di Sicilia Salemi / Roccamena Contessa Entellina / Partanna Camporeale / Santa Ninfa Partanna / Sambuca di Sicilia Poggioreale / Menfi Gibellina / Montevago Calatafimi Segesta / Contessa Entellina Roccamena / Vita Montevago / Santa Ninfa Camporeale / Salemi Santa Margherita di Belìce / Menfi Gibellina / Calatafimi Segesta Poggioreale / Salaparuta Salaparuta / Santa Margherita di Belìce
Data incontro 09 giugno 2009 11 giugno 2009 07 luglio 2009 09 luglio 2009 05 ottobre 2009 06 ottobre 2009 07 ottobre 2009 08 ottobre 2009 09 ottobre 2009 09 novenbre 2009 10 novenbre 2009 11 novenbre 2009 12 novenbre 2009 13 novenbre 2009 14 novenbre 2009
Cultura dell'ospitalità e turismo consapevole nella valle del Belìce
Progetto Finanziato dalla Fondazione per il Sud Bando storico-artistico e culturale 2008
La Fondazione per il Sud è un soggetto privato nato il 22 novembre 2006 dall’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato per promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno.La Fondazione si propone di promuovere e potenziare le strutture immateriali per lo sviluppo sociale, civile ed economico del Meridione, in particolare Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia – regioni che rientrano nell’obiettivo prioritario 1 del Regolamento CE n. 1260 del 21 giugno 1999 – attuando forme di collaborazione e di sinergia con le diverse espressioni delle realtà locali, in un contesto di sussidiarietà e di responsabilità sociale. La Fondazione per il Sud non interviene direttamente sui bisogni immediati, ma stimola le energie del territorio a produrre risposte alle esigenze locali, promuovendo la crescita delle reti di solidarietà, sostenendo idee e progetti esemplari capaci di favorire lo sviluppo locale. www.fondazioneperilsud.it
è cofinanziato da:
CRESM - Centro di ricerche economiche e sociali per il Meridioneè un’associazione giuridicamente riconosciuta, fondata nel 1973 e presente oggi in tre regioni (Sicilia, Campania e Veneto). Il CRESM nasce come naturale evoluzione dell’esperienza che diversi ricercatori e agenti di sviluppo avevano fatto nell’ambito del “Centro studi e iniziative per la piena occupazione nella Sicilia occidentale”, fondato da Danilo Dolci negli Sessanta, e dal “Centro studi iniziative Valle del Belice”, promosso da Lorenzo Barbera. Oltre che all’esperienza della ricostruzione del Belice, la storia del CRESM è legata anche alla ricostruzione e allo sviluppo dell’Irpinia dopo il terremoto del 1980. I progetti e le azioni del CRESM hanno come obiettivo lo sviluppo locale integrato e sostenibile, la piena valorizzazione delle risorse materiali e immateriali di ciascun territorio, la lotta contro l’esclusione sociale. www.cresm.it
Associazione CLAC – Centro Laboratorio Arti Contemporanee – nasce nel 2003 a P A L E R M O per lavorare all’ideazione, organizzazione, promozione e produzione di eventi e progetti per cultura, turismo e sviluppo locale. L’idea e la motivazione nascono dalla voglia di sperimentare la possibilità di ottenere spazio creativo per le attività culturali confrontandosi in modo onesto e professionale con le istituzioni pubbliche e con le realtà imprenditoriali private interessate all’investimento culturale. www.clac-lab.org
Le Mat è un consorzio tra imprese sociali, che agisce da Agenzia di Sviluppo per un turismo sostenibile e responsabile in supporto ai propri soci, ai territori, agli imprenditori sociali e turistici, alle istituzioni pubbliche e private. www.lemat.it
La Cooperativa ECO CULTURE E VIAGGI nasce nel 2007 a Palermo da un gruppo di persone che hanno deciso di unire competenze diverse nei campi del turismo responsabile, cooperazione internazionale, educazione allo sviluppo, progettazione sociale e ambientale, organizzazione di eventi culturali e comunicazione. www.viaggisicilia.org
Per informazioni sulle attività del progetto, sul calendario degli incontri, per essere inseriti nella mailing list del progetto potete contattarci al: CRESM - Viale Empedocle n. 5 Gibellina (TP) Tel. 0924.69000 fax 0924.69665 e-mail:
[email protected]