La Pena Di Morte

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La pena di morte

“Non è la pena di morte un diritto, ma è una guerra della nazione con un cittadino, perché giudica necessaria o utile la distruzione del suo essere. Ma se dimostrerò non essere la morte né utile, né necessaria, avrò vinto la Cesare Beccaria Di Alessandra Rinaldi causa dell’umanità”. Dei delitti e delle pene, 1

La pena di morte La Chiesa Prime Comunità Cristiane

Dopo l’Editto di Milano 313 d.C.

Valdesi XII sec.

Ricercano la pace non attraverso il castigo, ma attraverso il perdono.

I Padri della Chiesa ( S. Agostino e S. Tommaso) tollerano la pena capitale come prerogativa delle autorità temporali.

Le norme temporali devono modellarsi su quelle evangeliche con il divieto di uccidere, i malfattori devono potersi pentire.

La pena di morte Medioevo e Età Moderna • Nel Medioevo oppositori e sostenitori della pena di morte si basano sull’interpretazione delle Sacre Scritture. • Tommaso Moro nell’ Utopia (1516) invoca l’inviolabilità della vita umana, invita i governanti alla pace sociale intervenendo sulle condizioni economiche e sostituisce la pena capitale con la messa in schiavitù. • Durante l’Età Moderna aumentano i reati per cui è prevista la pena di morte; anche i Protestanti sono favorevoli.

La pena di morte Illuminismo e Rivoluzione Francese •

Rousseau e Montesquieu sono favorevoli alla pena capitale, ma vogliono limitarne l’uso come fece Luigi XVI in Francia.



Beccaria nell’opera Dei Delitti e delle Pene (1764) mette in primo piano il tema dell’abolizione con nuove motivazioni: – Contrattualistiche - il diritto alla vita è irrinunciabile e il sovrano che applica la pena capitale viola il patto sociale; – Utilitaristiche - condanna ai lavori forzati è più efficace, ma in questo modo si lascia uno spriraglio per la pena di morte in caso di utilità sociale.



Granduca di Toscana Pietro Leopoldo abolisce la pena di morte con il suo codice del 1786 i valori civili si sostituiscono a quelli religiosi.



Con la Rivoluzione Francese questi progressi vengono meno e il Terrore provoca un’ esplosione delle condanne.

La pena di morte Romanticismo • Inizio Ottocento sconfitta dell’abolizionismo: si abbandonano le dottrine contrattualistiche, ma non quelle utilitaristiche, la detenzione perpetua offre possibilità di riabilitazione. • Nuove argomentazioni: – Sensibilità romantica per la sofferenza umana; – Fede nel progresso considera superato l’oscurantismo passato e giudica la pena di morte come un brutale retaggio.

• Le legislazioni statali sono impermeabili a queste nuove tesi e i codici europei mantengono la pena capitale.

La pena di morte L’Italia dopo l’unificazione • Dopo venti anni di contrasti si arriva all’unificazione della codificazione penale con il Codice Zanardelli del 1889, che abolisce la pena capitale (resta in vigore solo nel codice militare durante lo Stato d’Assedio). • Con il regime Fascista è reintrodotta nel Codice Rocco del 1930: gli stati totalitari infliggono una dura sconfitta al movimento abolizionista che si apre a nuove prospettive con la fine della Seconda Guerra Mondiale. • La Costituzione italiana del 1948 dichiara l’abolizione della pena di morte, che viene definitivamente cancellata dall’ordinamento nel 1994 con l’eliminazione dal Codice Militare di guerra. Bibliografia: Lectio Magistralis del Prof. Mario Caravale “Pena senza morte”

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