La Monarchia Francese Da Luigi Xii A Luigi Xiv

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La monarchia francese da Luigi XII a Luigi XIV Il Cardinale Richelieu Richelieu, Armand-Jean du Plessis (Parigi 1585-1642), cardinale e statista francese; promotore dell'assolutismo in Francia, gettò le basi della grandeur francese del XVII secolo.

L’ ascesa politica ed ecclesiastica Da ragazzo aveva intrapreso la carriera militare, ma quando il fratello Alphonse decise di rinunciare alla propria diocesi di Luçon, vicino a La Rochelle, per dedicarsi alla vita monastica, Richelieu, per non perdere un bene di famiglia, prese i voti e all'età di ventidue anni fu consacrato vescovo. Entrò in politica come membro degli Stati Generali nel 1614, e presto si guadagnò il favore della regina madre di Francia, Maria de' Medici. Nel 1616 divenne segretario di stato ma l'anno successivo cadde in disgrazia e fu bandito da corte assieme alla regina. La riconciliazione, nel 1622, gli valse la porpora cardinalizia e un seggio nel Consiglio reale; nel 1624 divenne primo ministro del re Luigi XIII. Dopo il 1630, quando Maria de' Medici tramò, senza successo, al fine di rimuovere dall'incarico il suo ex protetto, Richelieu era ormai di fatto l'uomo politicamente più influente di Francia.

Lo stratega della politica estera Sul piano della politica estera, per limitare l'espansione del potere degli Asburgo, già insediati in Spagna e in Austria, strinse alleanze con l'Olanda e i principi tedeschi e coinvolse la Francia in una guerra contro l'Austria e la Spagna (1628-1631) mentre era in gioco la successione nel Ducato di Mantova. Nel 1631 finanziò l'attacco alla Germania condotto da Gustavo II Adolfo, re di Svezia. Tuttavia più tardi, quando partecipò alla guerra dei Trent'anni, si alleò con i protestanti tedeschi. Nel frattempo, vedendo nel potere degli ugonotti francesi una minaccia alla stabilità della monarchia, nel 1628 Richelieu cinse d'assedio La Rochelle, ultima roccaforte dei protestanti. Il documento conclusivo, detto 'grazia di Alais', confermava agli ugonotti la libertà di culto, ma distruggeva la loro forza politica e militare. Con misure energiche ed efficaci, Richelieu riuscì a strappare il potere politico alle grandi famiglie di Francia, facendo del re un monarca assoluto e confermando il paese come la prima potenza militare d'Europa. Egli promosse le esplorazioni e la colonizzazione francese in Canada e nelle Indie; generoso mecenate, fu il fondatore dell'Académie Française.

Enrico III di Navarra Enrico III di Navarra, in seguito Enrico IV di Francia (Pau, 13 dicembre 1553 – Parigi, 14 maggio 1610), fu re di Francia dal 1589 alla sua morte. Fu detto il Grande (ma ebbe anche il soprannome di Le Vert Galant: verde per il colore con il quale più amava vestirsi, galante in riferimento alla sua grande passione per le donne Era figlio di Antonio di Borbone, duca di Vendôme e di Giovanna III regina di Navarra. Alla morte del predecessore Enrico III, ultimo membro del ramo dei ValoisAngoulême rimasto privo di eredi, per individuare il legittimo pretendente alla corona di Francia secondo la legge salica si dovette risalire a Luigi IX, il Santo. Attraverso il figlio cadetto di quest'ultimo, Roberto di Clermont si discese fino ad Enrico III di Navarra che, divenendo re di Francia, assunse il nome Enrico IV. Egli fu il primo re francese della dinastia dei Borboni. Enrico, che era ugonotto, si convertì al cattolicesimo il 25 luglio 1593, su suggerimento del Granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici, per poter salire sul trono di Francia. Egli pose fine alle Guerre di religione iniziate diversi anni prima (1562) tra cattolici ed ugonotti: nell'aprile 1598 emise il cosiddetto Editto di Nantes, primo esempio su vasta scala di norma di tolleranza religiosa con il quale, a certe condizioni e con certi limiti anche territoriali, veniva concessa la libertà di culto in tutto il territorio francese.

Giulio Raimondo Mazzarino Mazzarino, Giulio (Pescina, L’Aquila 1602 - Vincennes, Parigi 1661), cardinale e uomo politico francese di origine italiana. Nato da una famiglia al servizio dei Colonna, educato dai gesuiti, Mazzarino intraprese la carriera diplomatica nello Stato Pontificio e nel 1634 fu nominato nunzio papale in Francia. Conquistatosi la stima del cardinale Richelieu, che egli segretamente aiutò contro la Spagna e gli Asburgo d’Austria durante la guerra dei Trent’anni, nel 1639 divenne cittadino francese. Due anni dopo, re Luigi XIII lo fece nominare cardinale dal papa (nonostante egli non fosse mai stato ordinato prete e avesse solo la tonsura). Alla morte del re di Francia (1643), la vedova Anna d’Austria lo nominò primo ministro e tutore di Luigi XIV. Mazzarino proseguì nella politica di rafforzamento dell’autorità regia contribuì alla conclusione della guerra dei Trent’anni e alla firma della indebolì sensibilmente la dinastia asburgica, ponendo l’Alsazia sotto il politica interna si dimostrò poco sensibile al malcontento popolare, dovuto in funzione della guerra e all’insufficienza di generi alimentari.

avviata da Richelieu; pace di Vestfalia, che controllo francese. In all’aumento delle tasse

L’arresto di esponenti del Parlamento di Parigi da lui ordinato nel 1648 diede l’avvio al periodo di agitazioni noto come Fronda. La Fronda parlamentare e quella dei principi, che riuniva gli esponenti dell’aristocrazia, si coalizzarono e costrinsero il cardinale e la corte ad abbandonare la capitale; Mazzarino, rifugiatosi in Germania, diresse le operazioni delle truppe rimaste fedeli alla monarchia e nel 1652 poté tornare trionfalmente a Parigi. Da quel momento dedicò le sue energie alla grandezza del regno e del futuro re di Francia; Luigi XIV, divenuto maggiorenne e re, lasciò il governo nelle mani del cardinale, la cui politica trovò il giusto coronamento nella pace dei Pirenei (1659) che pose fine alla guerra con la Spagna e assegnò alla Francia il controllo dell’Artois e del Roussillon. Alla pace seguì il matrimonio tra Luigi XIV e Maria Teresa, erede al trono di Spagna, premessa delle future pretese della Francia alla successione spagnola. Mazzarino accumulò un’enorme fortuna che lasciò in eredità al re: collezionista di opere d’arte, mecenate, introdusse alla corte francese l’opera italiana; fondò l’Institut de France oggi operante, e aprì al pubblico la sua ricchissima biblioteca (l’attuale Bibliothèque Mazarine

Giovanni III di Polonia Giovanni III Sobieski (Olesko, oggi in Ucraina 1624 - Wilanow, Varsavia 1696), re di Polonia (1674-1696), liberò Vienna dall'assedio dei turchi (vedi Assedi di Vienna) nel 1683. Figlio di un nobile polacco, membro del Senato, si distinse nella guerra contro gli svedesi (1655-1660) e nelle battaglie contro i cosacchi e i tatari (1667), al punto che nel 1668 il re Giovanni II Casimiro lo nominò comandante supremo dell'esercito. Durante il regno del successore di Giovanni Casimiro, Michele Korybut Wiśniowiecki (1669-1673), Sobieski – che aveva sposato una francese – assunse la guida di una fazione di aristocratici filofrancesi. Dopo aver conseguito una brillante vittoria sui turchi ottomani (1673) a Chotin (ora in Ucraina), Sobieski fu proclamato re e salì al trono l'anno successivo. Nel 1676 concluse una tregua con i turchi ma, considerandoli nemici pericolosissimi per la Polonia, ben presto sciolse l'alleanza con Luigi XIV di Francia (contrario a riprendere la guerra contro gli ottomani) e fece un patto con l'imperatore Leopoldo I del Sacro romano impero (1683). Nel settembre dello stesso anno, quando un esercito turco pose l'assedio a Vienna, dove risiedeva Leopoldo, Sobieski si mise alla testa di un esercito per liberare la città e sconfisse gli assedianti a Kahlenberg. Durante gli anni successivi prese parte alle campagne che si conclusero con la cacciata dei turchi dall'Ungheria, ma non riuscì a impossessarsi dei territori rumeni che si affacciavano sul Mar Nero, che furono occupati dalla Russia. Sobieski fu l'ultimo grande re della Polonia; dopo la sua morte, il paese fu gradualmente assorbito nella sfera d'influenza russa.

Jean Baptiste Colbert

Colbert, Jean-Baptiste (Reims 1619 - Parigi 1683), ministro francese delle Finanze durante il regno di Luigi XIV. Fu dal 1651 amministratore privato del cardinale Mazzarino, che prima di morire (1661) lo raccomandò al giovane sovrano. Dapprima Colbert non rivestì alcuna carica, ma dopo aver svelato al re le frodi commesse fino a quel momento dall'intendente di finanza Fouquet e averne procurato la caduta, nel 1665 divenne controllore generale delle Finanze. Grazie a una drastica revisione dello stato delle finanze pubbliche, che comprese la persecuzione legale dei funzionari corrotti, Colbert riuscì a dare un rinnovato slancio al commercio e all'industria. Facilitò le comunicazioni promuovendo la costruzione di strade e canali e abolì dazi e pedaggi interni; potenziò la marina mercantile, sostenne lo sviluppo coloniale e impose tariffe doganali protettive sull'importazione delle merci straniere, seguendo i principi economici del mercantilismo. Nel 1668 fu nominato segretario di Stato della Casa reale e l'anno successivo segretario della Marina; sotto la sua direzione i porti furono fortificati e si promulgarono codici di leggi per regolare la navigazione e l'ordinamento delle colonie. La politica di Colbert, tesa a sviluppare l'economia e a pareggiare il bilancio dello stato, trovò un ostacolo nelle numerose guerre promosse dal sovrano e nella dispendiosa vita condotta a corte. Alla sua morte, nonostante i suoi interventi in campo economico avessero prodotto ottimi risultati, la Francia versava nuovamente in condizioni finanziarie precarie.

Luigi XIV di Borbone Luigi XIV il Re Sole (Saint-Germain-en-Laye 1638 - Versailles 1715), re di Francia (1643-1715). Figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria, salì al trono all'età di cinque anni. Come sovrano esercitò sul paese un potere assoluto (sintetizzato nella celebre frase 'L'Etat c'est moi', lo Stato sono io, che gli fu attribuita) e combatté numerose guerre per il predominio in Europa. Il suo regno, il più lungo nella storia europea (72 anni), fu caratterizzato da una grande fioritura delle arti e della cultura.

I primi anni . Nel 1643, alla morte del padre, il giovane principe salì al trono, prima sotto la reggenza della madre, alla quale dovette la propria educazione cattolica, e in seguito del cardinale Mazzarino, che lo iniziò all'arte del governo. Gli episodi della Fronda (due ribellioni contro la Corona scoppiate fra il 1648 e il 1653) furono un chiaro monito, per il sovrano, della necessità di ripristinare l'ordine nel paese e dell'urgenza di varare nuove riforme e lo resero profondamente diffidente nei confronti della nobiltà. Dopo la pace dei Pirenei (1659), nel 1660 Luigi sposò l'infanta Maria Teresa, sua cugina, figlia di Filippo IV di Spagna. Alla morte di Mazzarino (1661), il sovrano si rifiutò di nominare un primo ministro: decise infatti di governare da solo e scelse Jean-Baptiste Colbert come consulente finanziario, il quale sviluppò le manifatture, promosse l'esportazione e riorganizzò la flotta francese. Nonostante la giovanissima età, Luigi si dimostrò un ottimo sovrano. Creò due nuovi strumenti di potere: un corpo di diplomatici molto preparato e un esercito permanente. Dopo il 1682 si trasferì quasi definitivamente nella splendida reggia di Versailles, nei pressi di Parigi, che divenne celebre per la lussuosa vita di corte.

Anni di grandi guerre In politica estera il Re Sole ebbe un unico grande obiettivo: affermare la potenza francese, consolidando le frontiere e ostacolando il potere degli Asburgo, che in passato avevano minacciato la Francia su due fronti attraverso il controllo della Spagna e della Germania. Nelle quattro guerre che combatté, Luigi seppe essere anche un valido comandante militare. Nel 1667, rivendicando i diritti di sua moglie (jus devolutionis) sui Paesi Bassi, condusse la guerra di devoluzione. I successi riportati dai francesi spinsero Inghilterra, Olanda e Svezia a unirsi contro la Francia e a trovare un accordo con la pace di Aquisgrana (1668). Nel 1672 Luigi spedì un'armata contro l'Olanda: per sei anni olandesi, spagnoli e austriaci, uniti in una grande coalizione, resistettero agli attacchi francesi. Con i trattati firmati a Nimega (1678) Luigi ottenne dagli spagnoli la Franca Contea e si appropriò di numerose fortezze nelle Fiandre. Mentre le sue truppe combattevano contro i protestanti olandesi, vietò la libertà di culto agli ugonotti (i protestanti francesi) e rafforzò il controllo sul clero cattolico. Nel 1685, determinato nel voler costringere gli ugonotti alla conversione, revocò la carta delle libertà, l'editto di Nantes, esiliando oltre 200.000 persone e scatenando la rivolta dei camisards. Sebbene approvata dai sudditi cattolici, la revoca dell'editto di Nantes scatenò l'opposizione dei protestanti di tutta Europa. Dopo la morte della regina Maria Teresa, nel 1683, Luigi aveva sposato in segreto Françoise d'Aubigné, conosciuta come Madame de Maintenon, con l'accordo che i suoi figli non avrebbero avuto alcun diritto al trono. Nel 1688 spedì un'armata in Renania rivendicando il Palatinato per la cognata Elisabetta Carlotta di Baviera e dando così inizio alla guerra della Lega di Augusta (16881697), che portò alla luce la debolezza dell'esercito francese. Nonostante la vittoria in Renania, la pace di Rijswijk (1697) segnò l'inizio del tramonto della monarchia francese. L'ultima impresa militare di Luigi XIV fu la guerra di successione spagnola (1701-1714), scoppiata quando al trono di Spagna ascese il nipote di Luigi, Filippo. Le truppe francesi, contrastate da un'alleanza fra le potenze europee, persero gran parte delle battaglie più importanti, ma riuscirono a ottenere il controllo della Spagna. La pace di Utrecht (1713), con cui molti possedimenti francesi in America settentrionale passarono all'Inghilterra, riconobbe Filippo come re di Spagna. Luigi XIV continuò a regnare fino al 1715: 'Io parto, ma la Francia resta' fu la sua ultima frase prima di morire.

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