RINGRAZIAMENTI Nella realizzazione del presente lavoro ci siamo avvalsi dell’aiuto di alcune istituzioni che desideriamo ringraziare. In particolare il nosto sentito ringraziamento va a Steffen Hoffman della Sezione manoscritti della Biblioteca Universitaria di Lipsia, per aver accolto con entusiasmo la nostra richiesta del manoscritto del Sirr al-asr…r di R…z† e aver predisposto appositamente per noi la duplicazione in microfilm. Grazie anche alla Sezione manoscritti orientali della Biblioteca Nazionale di Parigi per la rapidità nel fornirci il microfilm del manoscritto di al-Dimašq†. Un ringraziamento speciale a Ibr…h†m Ý…š†, giovane responsabile della Sezione manoscritti della Biblioteca nazionale di Algeri per averci accompagnato nella zaw†ya di Qn…dsa alla ricerca di S† Ma|m™d (Isabelle Eberhardt) e di antichi manoscritti. Resta sempre rimarchevole la differenza fra istituzioni straniere e italiane nel facilitare il lavoro di ricerca degli studiosi. Un grazie particolare a Giuseppe Menghini dell’Ufficio prestito interbibliotecario della Biblioteca “E. C. Pischel” della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano, per aver soddisfatto tutte le nostre richieste. I suggerimenti e le discussioni con Demetrio Benelli e Anna Schoenstein di Erboristeria domani sono stati preziosi per capire la struttura della karka, l’apparecchio per la distillazione del manoscritto di al-Dimašq†, mentre le domande poste ad Alba Fedeli, esperta di manoscritti arabi, hanno sempre trovato una competente e affetuosa risposta. Da ultimo un rignraziamento al Professor Gambacorta, che ci ha permesso di addentrarci in un settore nuovo ed estremamente affascinante del nostro campo di studi. J.G.
1
Commentaire [A1]:
LA DISTILLAZIONE ARABA La distillazione araba prende le mosse all’interno della scienza alchemica medievale. Secondo la definizione datane dagli arabi stessi, quest’ultima, (al-k†miy…’ ) ha come oggetto la trasformazione di metalli base in metalli preziosi.1 Ciò significa che diverse discipline non rientrano nella categoria di scienze alchemiche, tali ad esempio la preparazione di tinture, profumi e colori e medicine. Nel medioevo musulmano la nozione di chimica farmaceutica )non esisteva e pertanto le spesso complesse medicine composte (al-adwiya al-murakkaba venivano preparate dal medico o dal farmacista secondo le indicazioni fornite nel De compositione medicamentorum di Galeno o quelle dei diversi volumi di Aqr…b…÷†n…t (trattati brevi) prodotte in ambiente arabo. È tuttavia vero che l’alchimia nasce nel mondo arabo come disciplina dell’anima e che questa branchia va distinta dall’alchimia come antenata della chimica moderna. Purtuttavia risulta spesso difficile distinguere all’interno dei singoli percorsi degli studiosi arabi dove cominci l’una e dove finisca l’altra. Il personaggio il cui nome resta maggiormente legato a questa disciplina è ß…bir ibn ðayy…n.2
1
M. Ullmann, “al-K†miy…’” in EI, cd-rom edition, Brill, Leiden 2001. Di ß…bir ibn ðayy…n ibn ‘Abd All…h al-K™f† a¡-Ÿ™f† si dice sia stato un discepolo di ßa‘far a¡-Ÿ…diq, fondatore di una scuola di diritto sciita. Secondo Ibn Nad†m (Al-Fihrist, edizione on-line al-warr…q, pp. 217-220), il cui testo riportiamo di seguito, 2
ﺃﺧﺒﺎﺭ ﺟﺎﺑﺮ ﺑﻦ ﺣﻴﺎﻥ ﻭﺃﲰﺎﺀ ﻛﺘﺒﻪ ﻫﻮ ﺃﺑﻮ ﻋﺒﺪ ﺍﷲ ﺟﺎﺑﺮ ﺑﻦ ﺣﻴﺎﻥ ﺑﻦ ﻋﺒﺪ ﺍﷲ ﺍﻟﻜﻮﰲ ﺍﳌﻌﺮﻭﻑ ﺑﺎﻟﺼﻮﰲ ﻭﺍﺧﺘﻠﻒ ﺍﻟﻨﺎﺱ ﰲ ﺃﻣﺮﻩ ﻓﻘﺎﻟﺖ ﺍﻟﺸﻴﻌﺔ ﺃﻧﻪ ﻣﻦ ﻛﺒﺎﺭﻫﻢ ﻭﺃﺣﺪ ﺍﻷﺑﻮﺍﺏ ﻭﺯﻋﻤﻮﺍ ﺃﻧﻪ ﻛﺎﻥ ﺻﺎﺣﺐ ﺟﻌﻔﺮ ﺍﻟﺼﺎﺩﻕ ﺭﺿﻲ ﺍﷲ ﻋﻨﻪ ﻭﻛﺎﻥ ﻣﻦ ﺃﻫﻞ ﺍﻟﻜﻮﻓﺔ ﻭﺯﻋﻢ ﻗﻮﻡ ﻣﻦ ﺍﻟﻔﻼﺳﻔﺔ ﺃﻧﻪ ﻛﺎﻥ ﻣﻨﻬﻢ ﻭﻟﻪ ﰲ ﺍﳌﻨﻄﻖ ﻭﺍﻟﻔﻠﺴﻔﺔ ﻣﺼﻨﻔﺎﺕ ﻭﺯﻋﻢ ﺃﻫﻞ ﺻﻨﺎﻋﺔ ﺍﻟﺬﻫﺐ ﻭﺍﻟﻔﻀﺔ ﺃﻥ ﺍﻟﺮﻳﺎﺳﺔ ﺍﻧﺘﻬﺖ ﺇﻟﻴﻪ ﰲ ﻋﺼﺮﻩ ﻭﺃﻥ ﺃﻣﺮﻩ ﻛﺎﻥ ﻣﻜﺘﻮﻣﹰﺎ ﻭﺯﻋﻤﻮﺍ ﺃﻫﻪ ﻛﺎﻥ ﻳﺘﻨﻘﻞ ﰲ ﺍﻟﺒﻠﺪﺍﻥ ﻻ ﻳﺴﺘﻘﺮ ﺑﻪ ﺑﻠﺪ ﺧﻮﻓﹰﺎ ﻣﻦ ﺍﻟﺴﻠﻄﺎﻥ ﻋﻠﻰ ﻧﻔﺴﻪ ﻭﻗﻴﻞ ﺃﻧﻪ ﻛﺎﻥ ﰲ ﲨﻠﺔ ﺍﻟﱪﺍﻣﻜﺔ ﻭﻣﻨﻘﻄﻌﹰﺎ ﺇﻟﻴﻬﺎ ﻭﻣﺘﺤﻘﻘﹰﺎ ﲜﻌﻔﺮ ﺑﻦ ﳛﲕ ﻓﻤﻦ ﺯﻋﻢ ﻫﺬﺍ ﻗﺎﻝ ﺃﻧﻪ ﻋﲏ ﺑﺴﻴﺪﻩ ﺟﻌﻔﺮ ﻫﻮ ﺍﻟﱪﻣﻜﻲ ﻭﻗﺎﻟﺖ ﺍﻟﺸﻴﻌﺔ ﺇﳕﺎ ﻋﲏ ﺟﻌﻔﺮ ﺍﻟﺼﺎﺩﻕ ﻭﺣﺪﺛﲏ ﺑﻌﺾ ﺍﻟﺜﻘﺎﺕ ﳑﻦ ﺗﻌﺎﻃﻰ ﺍﻟﺼﻨﻌﺔ ﺃﻧﻪ ﻛﺎﻥ ﻳﱰﻝ ﰲ ﺷﺎﺭﻉ ﺑﺎﺏ ﺍﻟﺸﺎﻡ ﰲ ﺩﺭﺏ ﻳﻌﺮﻑ ﺑﺪﺭﺏ ﺍﻟﺬﻫﺐ ﻭﻗﺎﻝ ﱄ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﺮﺟﻞ ﺃﻥ ﺟﺎﺑﺮﹰﺍ ﻛﺎﻥ ﺃﻛﺜﺮ ﻣﻘﺎﻣﻪ ﺑﺎﻟﻜﻮﻓﺔ ﻭﺎ ﻛﺎﻥ ﻳﺪﺑﺮ ﺍﻷﻛﺴﲑ ﻟﺼﺤﺔ ﻫﻮﺍﺋﻬﺎ ﻭﳌﺎ ﺃﺻﻴﺐ ﺑﺎﻟﻜﻮﻓﺔ ﺍﻻﺯﺝ ﺍﻟﺬﻱ ﻭﺟﺪ ﻓﻴﻪ ﻫﻮﺍﻥ ﺫﻫﺐ ﻓﻴﻪ ﳓﻮ ﻣﺎﺋﱵ ﺭﻃﻞ ﺫﻛﺮ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﺮﺟﻞ ﺃﻥ ﺍﳌﻮﺿﻊ ﺍﻟﺬﻱ ﺃﺻﻴﺐ ﺫﻟﻚ ﻓﻴﻪ ﻛﺎﻥ ﺩﺍﺭ ﺟﺎﺑﺮ ﺑﻦ ﺣﻴﺎﻥ ﻓﺈﻧﻪ ﱂ ﻳﺼﺐ ﰲ ﺫﻟﻚ ﺍﻷﺯﺝ ﻏﲑ ﺍﳍﺎﻭﻥ ﻓﻘﻂ ﻭﻣﻮﺿﻊ ﻗﺪ ﺑﲏ ﻟﻠﺤﻞ ﻭﺍﻟﻌﻘﺪ ﻫﺬﺍ ﰲ ﺃﻳﺎﻡ ﻋﺰ ﺍﻟﺪﻭﻟﺔ ﺑﻦ ﻣﻌﺰ ﺍﻟﺪﻭﻟﺔ ﻭﻗﺎﻝ ﱄ ﺃﺑﻮ ﺍﺳﺒﻜﺘﻜﲔ ﺩﺳﺘﺎﺭﺩﺍﺭ ﺃﻧﻪ ﻫﻮ ﺍﻟﺬﻱ ﺧﺮﺝ ﻟﻴﺘﺴﻠﻢ ﺫﻟﻚ ﻭﻗﺎﻝ ﲨﺎﻋﺔ ﻣﻦ ﺃﻫﻞ ﺍﻟﻌﻠﻢ ﻭﺃﻛﺎﺑﺮ ﺍﻟﻮﺭﺍﻗﲔ ﺃﻥ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﺮﺟﻞ ﻳﻌﲏ ﺟﺎﺑﺮﹰﺍ ﻻ ﺃﺻﻞ ﻟﻪ ﻭﻻ ﺣﻘﻴﻘﺔ ﻭﺑﻌﻀﻬﻢ ﻗﺎﻝ ﺃﻧﻪ ﻣﺎ ﺻﻨﻒ ﻭﺇﻥ ﻛﺎﻥ ﻟﻪ ﺣﻘﻴﻘﺔ ﻼ ﳚﻠﺲ ﻭﻳﺘﻌﺐ ﻓﻴﺼﻨﻒ ﻛﺘﺎﺑﹰﺎ ﳛﺘﻮﻱ ﻋﻠﻰ ﺃﻟﻔﻲ ﻭﺭﻗﺔ ﻳﺘﻌﺐ ﻗﺮﳛﺘﻪ ﻭﻓﻜﺮﻩ ﻼ ﻓﺎﺿ ﹰ ﺇﻻ ﻛﺘﺎﺏ ﺍﻟﺮﲪﺔ ﻭﺃﻥ ﻫﺬﻩ ﺍﳌﺼﻨﻔﺎﺕ ﺻﻨﻔﻬﺎ ﺍﻟﻨﺎﺱ ﻭﳓﻠﻮﻩ ﺇﻳﺎﻫﺎ ﻭﺃﻧﺎ ﺃﻗﻮﻝ ﺃﻥ ﺭﺟ ﹰ ﺑﺈﺧﺮﺍﺟﻪ ﻭﻳﺘﻌﺐ ﻳﺪﻩ ﻭﺟﺴﻤﻪ ﺑﻨﺴﺨﻪ ﰒ ﻳﻨﺤﻠﻪ ﻟﻐﲑﻩ ﺇﻣﺎ ﻣﻮﺟﻮﺩﹰﺍ ﺃﻭ ﻣﻌﺪﻭﻣﹰﺎ ﺿﺮﺏ ﻣﻦ ﺍﳉﻬﻞ ﻭﺇﻥ ﺫﻟﻚ ﻻ ﻳﺴﺘﻤﺮ ﻋﻠﻰ ﺃﺣﺪ ﻭﻻ ﻳﺪﺧﻞ ﲢﺘﻪ ﻣﻦ ﲢﻠﻰ ﺳﺎﻋﺔ ﻭﺍﺣﺪﺓ ﺑﺎﻟﻌﻠﻢ ﻭﺃﻱ ﻓﺎﺋﺪﺓ ﰲ ﻫﺬﺍ ﻭﺃﻱ ﻋﺎﺋﺪﺓ ﻭﺍﻟﺮﺟﻞ ﻟﻪ ﺣﻘﻴﻘﺔ ﻭﺃﻣﺮﻩ ﺃﻇﻬﺮ ﻭﺃﺷﻬﺮ ﻭﺗﺼﻨﻴﻔﺎﺗﻪ ﺃﻋﻈﻢ ﻭﺃﻛﺜﺮ ﻭﳍﺬﺍ ﺍﻟﺮﺟﻞ ﻛﺘﺐ ﰲ ﻣﺬﺍﻫﺐ ﺍﻟﺸﻴﻌﺔ ﺃﻧﺎ ﺃﻭﺭﺩﻫﺎ ﰲ ﻣﻮﺍﺿﻌﻬﺎ ﻭﻛﺘﺐ ﰲ ﻣﻌﺎﻥ ﺷﱴ ﻣﻦ ﺍﻟﻌﻠﻮﻡ ﻗﺪ ﺫﻛﺮﺎ ﰲ ﻣﻮﺍﺿﻌﻬﺎ ﻣﻦ ﺍﻟﻜﺘﺎﺏ ﻭﻗﺪ ﻗﻴﻞ ﺃﻥ ﺃﺻﻠﻪ ﻣﻦ ﺧﺮﺍﺳﺎﻥ ﻭﺍﻟﺮﺍﺯﻱ ﻳﻘﻮﻝ ﰲ ﻛﺘﺒﻪ ﺍﳌﺆﻟﻔﺔ ﰲ ﺍﻟﺼﻨﻌﺔ ﻗﺎﻝ ﺃﺳﺘﺎﺫﻧﺎ ﺃﺑﻮ ﻣﻮﺳﻰ ﺟﺎﺑﺮ ﺑﻦ ﺣﻴﺎﻥ.
2
Ibn Nad†m, nel Fihrist,3 riporta i nomi di un certo numero di alchimisti e attribuisce l’origine della disciplina a Ermete il Saggio, originario di Babilonia. Per quanto rigarda ibn ðayy…n, Ibn Nad†m, dopo aver riportato l’elenco delle opere attribuitegli, 4 ne mette in dubbio l’esistenza stessa, affermando che “un certo numero di sapienti e di grandi librai mi hanno assicurato che quest’uomo, cioè ß…bir, in realtà non è mai esistito.”5 Questa opinione viene in parte condivisa sia da Paul Kraus, che nel 1943 riteneva la figura di ß…bir leggendaria e il corpus di testi a lui attribuiti in realtà opera di un gruppo di studiosi della setta ismailita,6 e, in tempi più recenti, da Sayyed Hosein Nasr, il quale afferma che “Il nome di Gi…bir, perciò, non si riferisce solo a una persona storica, ma è anche un simbolo per una funzione intellettuale e per un orientamento. In questo senso è sia il nome proprio che il nome dell’archetipo, dell’achimista musulmano”.7
Ma la storia della distillazione è strettamente interconnessa anche con quella della scienza e della tecnologia del periodo medievale8 e la chimica è il settore che stimola lo sviluppo della si tratta di persona realmente esistita, anche se non tutti gli studiosi del suo tempo erano concordi con quest’affermazione. Egli afferma che R…z† si riferisce a lui come “il nostro maestro Ab™ M™sà ›…bir ibn ðayy…n”. Il dubbio sulla reale esistenza e identità di ß…bir è alimentato anche dal numero di opere che gli vengono attribuite; Ibn Nad†m gliene attribuisce 112 relative all’alchimia, oltre a numerosissime altre di argomenti diversi. Per un elenco completo in traduzione, M. Berthelot, a cura di, La Chimie au Moyen Age, Vol. III: O. Houdas, L’alchimie arabe au Moyen Age, Philo Press, Amsterdam 1967 (Réimpression de l’édition de 1893), vol. III, pp. 31-36. 3 Il Fihrist, nelle parole stesse del suo autore, è “un indice dei libri di tutti i paesi arabi e non arabi scritti in lingua araba [...] dall’inzio di ogni scienza e fino all’epoca nostra e cioè l’anno 377 della hiºra”. Ibn Nad†m, del quale non abbiamo notizie certe, suddivide il suo testo in dieci sezioni (maq…la) suddivise a loro volta in fa¡l (capitoli). La decima sezione, nella quale sono riportate le notizie relative all’alchimia, è intitolata “Al-k†miy…’†n wa a¡-¡an‘uw†yyin min al-falsafa wa almu|daņn” (I chimici e gli artigiani antichi e moderni). Si veda A. A. Makk†, Dir…sa f† ma¡…dir aladab, D…r al-fikr al-‘arab†, Al-q…hira 1999, pp. 295-317. 4 Si ritiene che abbia scritto oltre 300 libri di filosofia, 1300 riguardanti apparecchiature meccaniche e militari, e centinaia di libri di alchimia. La sua vita si colloca tra il 721 e l’815 circa. Sembra abbia svolto la sua attività presso la corte di BaÐd…d. 5 Cfr. Al-Fihrist, op. cit., pp. 218-220. 6 Kraus espone le sue idee in Jabir ibn Hayyan: contribution à l’histoire des idées scientifiques dans l’Islam, Imprimerie de l’Institut français d’archéologie orientale, Le Caire s.d. 7 S. H. Nasr, Le scienze nell’islam, Feltrinelli, Milano 1977, p. 211. 8 Per la storia della scienza araba si veda D. R. Hill, Islamic Science and Engineering, Edinburgh University Press, Edinburgh 1993.
3
distillazione più intensamente come il metodo migliore e più rapido per ottenere sostanze chimiche pure – ed è di questo settore che noi ci occuperemo, tralasciando gli aspetti filosofici.9 Sebbene si ritenga che la storia della distillazione araba sia fortemente connessa a quella di tradizione ellenistica e iraniana, 10 è indubbio che gli Arabi non adottarono pedissequamente i procedimenti delle due culture citate ma sperimentarono, scrissero e discussero le diverse teorie e metodiche di preparazione, nell’ambito più generale della concezione del sapere scientifico arabo musulmano del periodo, che vede il sapiente impegnato non solo nello studio teorico ma anche nella pratica della scienza.11 Gli arabi usano il termine distillazione in senso molto ampio. Includono la filtrazione, la spremitura di oli e la distillazione a umido. Essa viene utilizzata anche per estrarre oli essenziali da boccioli ed erbe con l’ausilio di grassi e olii.12 I termini corrispondenti in arabo sono al-ta¡‘†d (sublimazione) e at-taq¥†r (distillazione).13 Tra i nomi dei chimici che la tradizione ha conservato troviamo quello di ßa‘far al-Ÿ…diq, il sesto im…m, vissuto agli inizi dell’VIII secolo.14 A lui vengono ascritti diversi libri, anche se non esiste prova che siano effettivamente stati scritti da lui né che datino realmente dell’VIII secolo.15 In ogni caso lo sviluppo della chimica si ebbe durante il periodo abbaside (750-1250 ca.) quando le traduzioni dei trattati scientifici dal siriaco al greco cominciarono a diffondersi nel mondo arabo.16 E per alcuni la tecnica araba, specialmente quella per la preparazione di 9 Del resto gli Arabi facevano riferimento all’alchimia greca, accettando la teoria dei quattro elementi, per cui si veda il volume precedente al nostro in questa serie a cura di S. Musitelli. 10 Cfr. H. E. Stapleton-M. H. Husain, “Chemistry in Iraq and Iran in the tenth century A. D.” in Memoirs of the Asiatic Society of Bengal, vol. VIII, 1922/1929, pp. 317-417, p. 321. 11 Per un inquadramento generale della figura dello studioso nel medioevo arabo si veda L. Capezzone, La trasmissione del sapere nell’islam medievale, Jouvence, Roma 1998. 12 L'enfleurage è una tecnica raffinata e costosa di estrazione di oli essenziali tramite sostanze grasse. Viene utilizzata per estrarre profumo da fiori che contengono oli nei petali, come rosa e gelsomino. Si dispongono i petali su telai (chassis) di legno con lastre di vetro spalmate di grasso. I telai possono essere caricati più volte. Il grasso assorbe l'olio, che verrà poi separato dalla sostanza grassa mediante solventi. Il prodotto finale si chiama pommade. Una descrizione molto accurata di questa tecnica è reperibile nel romanzo Il profumo di P. Süskind. Il protagonista la usa per estrarre profumo da gattini e signorine. 13 La distinzione fra i due termini in arabo non sempre è chiara; nelle opere da noi consultate vengono a volte utilizzati con significato intercambiabile. 14 EI J. Ruska, Ga’far AlŸ…diq, der sechste Im…m, serie Arabische Alchemisten, volume II, Carl Winter’s Universitätsbuchhandlung, Heidelberg 1924. 15 Cfr. R. J. Forbes, A Short History of Distillation from the Beginnings up to the Death of Cellier Blumenthal, Brill, Leiden 1948, p. 32 e J. von Ruska, “Chemie in Iraq und Persien im zehnten Jahrhundert nach Christ”in Der Islam, Band 17, Heft 3-4, 1928, p. 283. 16 Cfr. M. Cassarino, Traduzioni e traduttori arabi dall’VIII all’XI secolo, Salerno Editrice, Roma 1998.
4
composti medici e farmaceutici, è stata ereditata dalla scuola di Salerno tra il X e il XII secolo.17 Tra coloro che si occuparono della distillazione occupa un posto di spicco Ab™ Bakr Mu|ammad ibn Zakariyy…’ al-R…z†, noto in occidente con il nome latino di Rhazes. 18 Scienziato, medico, filosofo e alchimista, R…z† si distingue all’interno della storia delle scienze arabe per aver portato uno spirito “scientifico” nell’approccio alle materie cui si è dedicato che è in contrapposizone con il pensiero dominante del tempo. Noto soprattutto per i suoi testi di medicina, egli coniuga la conoscenza scientifica con il pensiero filosofico, sostenendo che la disciplina medica e la sua pratica necessitano di un pensiero indipendente, e inserendo tale pensiero all’interno della filosofia.19 R…z† credeva fermamente nel progresso della conoscenza scientifica. La tradizione vuole che fosse discepolo di ß…bir, ma per quanto detto supra quest’affermazione non è condivisa da tutti gli studiosi.20 Si discute soprattuto sul fatto di come uno studioso di tale levatura possa essere sorto così, improvvisamente, senza una scuola o dei maestri cui far riferimento, anche perché nei suoi scritti presenta una concatenazione dei fatti scientifica.21 Tra le sue pubblicazioni inerenti l’argomento distillazione ricordiamo il Mud²al al-ta‘l†m (Introduzione all’insegnamento)22 e il Sirr al-asr…r (Il segreto dei segreti).23 17 Alla scuola di Salerno si deve parte delle traduzioni di opere arabe in lingua latina. Si veda M. Ullman, La Médicine arabe, PUF, Paris1978, pp. 60-63. 18 Le notizie sulla personalità di R…z† sono desunte da L. E. Goodman, “Al-R…z†” in The Encyclopedia of Islam, cd-rom Edition, 2001 e segg. e da J. von Ruska, Al-R…z†’s Buch Genhemnis des Geheimnisse. Mit Einleitung und Erläuterungen in deutscher Übersetzung, Quellen und Studien zur Geschichte der Naturwissenschaften und der Medizin, Band 6, Verlag von Julius Springe, Berlin 1937, pp. 1-12. Si veda anche C. Brockelmann, Geschichte der arabischen Literatur, Göttingen 1940, vol. I, pp. 234-235. Per R…z† filosofo si confronti U. Rudolph, La filoosfia islamica, Il Mulino, Bologna 2006, pp. 23-28. 19 Per R…z† medico si veda Râzî, Guide du médecin nomade, Sindbad, Paris 1980; di questo testo esiste un’edizione – non molto accurata per la verità e condotta sul testo francese – italiana, pubblicata con il titolo Razi medico nomade del deserto, Red edizioni, Como 1983. 20 J. von Ruska, “Chemie in Iraq und Persien im zehnten Jahrhundert nach Christ” op. cit., p. 280. e R. J. Forbes, A short History of the Art of Distillation, op. cit., p. 34. 21 In effetti R…z† appartiene alla categoria degli alchimisti del tempo interessati ai risvolti pratici di questa scienza più che a quelli teorici, oggetto dello studio di alchemisti intenti alla ricerca dell’essere immutabile. Per tale motivo, la sua notorietà nel mondo arabo coevo non è legata alle sue opere di alchimia quanto piuttosto a quelle di medicina. 22 Del Mud²al al-ta‘l†m sono stati pubblicati alcuni estratti tradotti da H. E. Stapleton e M. H. Husain in “Chemistry in ‘Irâq and Iran in the tenth century A. D.”, op. cit., pp. 315-417 dai quali riprendiamo. 23 Del Sirr al-asr…r, è stata pubblicata una traduzione a cura di J. von Ruska: Al- Razi’s Buch Gehemnis der Geheimnisse, mit Einleitung und Erläuterung im deutschen Übersetzung, serie Quellen und Studien zur Geschichte der Naturwissenschaft und Medizin, 6, 1937, pp. 1-246. Ruska, in “Chemie in Iraq und
5
In quest’ultimo i processi che l’autore usa più frequentemente sono la distillazione, la decantazione o filtrazione, indicati tutti con il termine taq¥†r, la distillazione per processo descensorio (istinz…l), la sublimazione e la lisciviazione. Nel Mud²al al-ta‘l†m troviamo la seguente descrizione degli strumenti utilizzati per la distillazione: “Alcuni sono strumenti per mescolare i corpi e le pietre, tra essi v’è n’è uno che chiamano b™¥ b…rb™¥ 24 conveniente per il processo descensorio, quanto agli strumenti per mezzo dei quali le sostanze vengono manipolate per divenire elisir essi sono la qar‘a, l’alambicco e la q…bila, e l’alambicco cieco. La cucurbita e l’alambicco sono l’apparecchio con il quale viene realizzata la distillazione. L’alambicco cieco è quello che viene posto al di sopra della cucurbita e, poiché non ha fori attraverso i quali l’acqua possa delfuire nel ricettore, l’acqua viene raccolta nella sua parte superiore. La cucucrbita e l’alambicco servono per qualunque cosa si voglia distillare. Il significato della distillazione è il seguente: poni la sostanza nella cucurbita e sopra questa l’alambicco; dopo aver sigillato il punto di giunzione con degli stracci, la parte esterna viene spalmata con del ²i¥m†,25 e della colla e si lascia asciugare, poi la poni in una fornace e vi attacchi un ricettore, di modo che il becco dell’alambicco sia posto nel recipiente in maniera tale che ciò che vi passa goccia dopo goccia venga raccolto all’interno di quest’ultimo. Dopodiché accendi un fuoco appropriato sotto il calderone. Se la sostanza da distillare è umida il fuoco dev’essere dolce ed è meglio utilizzare del carbone. Se la sostanza è diversa il maggior o minor grado di calore si apprende con l’esperienza, perché altrimenti ci dovremmo dilungare troppo. Se scaldata appropriatamente per un tempo adeguato la sostanza passa nel ricettore sotto forma di acqua. Questa viene chiamata distillato (muqattar) qualunque sia la sostanza così preparata. A volte, se si desidera che la cucurbita venga scaldata dolcemente, la si pone in una bacinella d’acqua, di modo che la sostanza distilli grazie al calore dell’acqua. In alternativa si può usare un bacile contenente cenere oppure si sospende semplicemente la
Persien im zehnten Jahrhundert nach Christ”, op. cit., p. 281, fa riferimento a un manoscritto conservato presso la Universitätsbibliothek di Gottinga. 24 Si tratta, secondo la terminologia del tempo, di un crogiolo forato sul fondo che si pone sopra un altro più grande; l’intercapedine fra i due viene sigillata con dell’argilla, poi si scioglie la materia da filtrare nel crogiolo superiore e questa passa in quello inferiore, mentre le scorie rimangono nello strumento superiore. Questo procedimento viene chiamato istinz…l, e somiglia alla filtrazione e alla chiarificazione dei tempi moderni. 25 Si tratta dell’Althaea officinalis L., altea, bismalva o malvaccione, della quale si utilizzavano fiori, foglie e anche radici per la preparazione di diversi medicinali. Cfr. E. W. Lane, An Arabic-English Lexicon, Librairie du Liban, Beirut 1968, vol. II, p. 768.
6
cucurbita sopra un calderone. Tutti questi procedimenti si comprendono più facilmente quando vi si assite, pertanto poni domande a coloro che la praticano.”26 Il Sirr al-asr…r27 si presenta come un trattato completo sulla scienza alchemica. In esso R…z† affronta, per quanto ci interessa, anche la distillazione, fornendo diverse ricette, dopo aver trattato esaustivamente le sostanze (metalli, pietre, borace, sali e altri) e aver descritto con precisione le attrezzature necessarie per i diversi esperimenti e procedimenti. In particolare, nel secondo capitolo della prima parte, si trova un riferimento preciso agli strumenti per il trattamento dei non-metalli. Tra questi viene menzionato l’alambicco, designato come l’apparecchio per la distilliazione. Esso è composto da tre elementi principali: qar‘a, la cucurbita, inb†q, l’alambicco e q…bila, il recipiente che riceve il prodotto distillato. Il filtraggio attraverso un tessuto (distillazione per filtro) viene nel testo menzionato come lavaggio sul r…w™q, letteralmente “colatoio, filtro; strumento per chiarificare i liquidi”. Alla distillazione si fa riferimento, in particolare, nella preparazione dell’acqua di rose, in relazione alla quale l’autore spiega che consiste nel porre la sostanza in una cucurbita, accendere un fuoco al di sotto di essa, di modo che l’acqua salga nell’alambicco, e collegarla con il ricettore.28 La seconda parte del libro è dedicata agli strumenti. In relazione a quelli utili alla distillazione leggiamo:
26
H. E. Stapleton e M. H. Husain in “Chemistry in ‘Irâq and Iran in the tenth century A. D.”, op. cit. Il manoscritto cui facciamo riferimento nel presente lavoro è conservato presso la Universitätsbibliothek Leipzig, Sezione Sondersammlungen, registrato come Ms B. or. 215: Kitab sirr al-asrar. Esso è composto da 138 ff b/v e riporta una lettera di H. E. Stapleton al Dr. Wustmann della Biblioteca di Lipsia del 20 aprile 1905, nella quale lo ringrazia per avergli permesso di consultare il manoscritto per un confronto con un’altra copia in suo possesso. Sulla rilegatura, in lino e marocchino, è riportato il nome di Ab™ Bakr ‘Umar ‘UÅm…n ‘Al† seguito da un’eulogia. La rilegatura riporta anche un ex libris della Leipziger Bibliothek e la scritta in arabo: “Proprietario e possessore [del manoscritto] è lo šay² ðasan al-ðusayn† 1243 (ègira, corrispondente al 1827)” nonché un’ulteriore segnatura di possesso di un frate: “Pertinet ad Josephum barbatum S. C. B. fratrem”. Le pagine sono abbastanza regolari, composte di circa venti righe ciascuna in grafia maÐrib†, parzialmente vocalizzata. A lato delle pagine una scrittura posteriore riporta, più chiaramente dell’originale, l’argomento trattato nelle singole sezioni, utili per la comprensione del testo. La segnatura delle pagine è duplice; nei riferimenti in nota irportiamo quella apposta più recentemente. In questo caso non riportiamo l’originale arabo poiché, pur se tutto il testo riveste interesse per il nostro argomento, l’edizione del manoscritto esula dallo scopo del presente lavoro. In relazione al manoscritto di Lipsia si veda e. Wiedemann, “Zur Geschichte der Chemie bei den Arabern” in Zeitschrift der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft, 32, p. 575. 28 Questa descrizione corrisponde al vocabolo arabo taq¥†r. 27
7
“Gli strumenti per trattare i non metalli sono la qar‘a, l’alambicco e la q…bila, l’alambicco cieco, la cucurbita e il uÅ…l,29 il forno, il pestello, il mortaio, il ¥…bist…n,30 scatole e altre cose che si desideri. La qar‘a , l’alambicco e la q…bila sono essenziali per distillare i liquidi. Non devono presentare fori né fessure di alcun genere. L’alambicco viene posto sopra. La pentola di coccio nel quale viene posto deve avere la forma di una caldaia a vapore (mirºal) e la cucurbita dev’essere posta nell’acqua fino all’altezza del prodotto contenuto in essa. Vicino alla fornace ci deve anche essere una caraffa di acqua bollente dalla quale riempire la pentola quando l’acqua evapora. Fa’ attenzione a che l’acqua non tocchi la cucurbita e fissala in modo che non si muova. La parte inferiore della cucurbita non deve toccare il fondo della pentola, altrimenti si rompe. A volte la distillazione viene condotta con cucurbite appese a una fornace (mustawqad) costruita in terracotta a forma di disco. Si accende un fuoco leggero al di sotto. Quando il mustawqad diventa caldo e le gocce distillano velocemente, spegni il fuoco fino al termine della distillazione. A volte le cucurbite vengono messe in una pentola che contiene cenere e al di sotto si accende un fuoco leggero. Questo è il metodo migliore per gli studenti. A volte le cucurbite vengono messe sotto il mustawqad, mentre la parte superiore della pentola poggia su grossi mattoni. Attorno ad esse si pone della cenere, al di sopra la cucurbita, circondata a sua volta da cenere. Poi si accende il fuoco. È necessario che i lati delle pareti della cucurbita e il collo del ricettore siano ben sigillati per impedire che penetrino il fumo e l’aria che rovinerebbero il distillato”.31 Il sesto capitolo della terza parte, intitolato “Capitolo della sublimazione (ta¡‘†d)” comprende alcune ricette per la sublimazione di metalli e pietre, fra cui l’oro, l’argento il rame, il vetro, il magnesio e il talco. La distillazione di olii, petrolio e bianco d’uovo è trattata in un capitolo finale dal titolo “Delle rarità”.32 29 Detto anche vaso ermetico, uovo del filosofo e vaso della filosofia, si tratta di un contenitore a forma di pera, in vetro generalmente, aperto da enrambi i lati. Usato in alchimia come condensatore durante il processo di sublimazione venne indentificato come il simbolo della creazione, poiché utilizzato nella fase finale del procedimento. Una grafia più recente del vocabolo è aÅ…l. 30 Vocabolo di origine persiana, indicato nel manoscirtto anche come k…n™n al-|addad†n, cioè “forno dei fabbri”. In tale tipo di forno il fuoco veniva acceso dall’alto anzichè al di sotto. Cfr. H. E. Stapleton e M. H. Husain in “Chemistry in ‘Irâq and Iran in the tenth century A. D.”, op. cit., p. 359. Del ¥…bist…n riferisce diffusamente anche J. von Ruska in Al- Razi’s Buch Gehemnis der Geheimnisse, op. cit., pp. 57-58. 31 Manoscritto della Universitätsbibliothek Leipzig, ff. 34 a/b. 32 Ivi, ff. 67 e segg. La descrizione degli strumenti e dei diversi tipi (quattro) di alambicco è sostanzialmente quella riportata da Berthelot, di cui forniamo alcuni stralci: “34. Utensiles pour traiter les simples. Ce sont: 1. La cucurbite à bec, 2. L’alambic, 3. Le récipient, 4. La cucurbite et l’alambic aveugle, 5. L’athal (l’athal sans doute l’aludel, est une cucurbite dans laquelle on distille les fleurs et autre chose), 6. Le chauffeur (bain-marie), 7. Les coupes (ou matras), 8. Les fioles, 9. Les bouteilles, 10. La çalâya (marbre sur lequel on broie les aromates), 11. Le fihr
8
(mollette qu’on tient dans la main pour broyer les aromates), 13. Le fourneau, 14. Le tabistan, 14. Le nâfikh nafsahou (littér., qui se souffle, s’enfle lui-même), 15. Les boites, 16. Les oukara (?)”. [...] “35. La cucurbite et l’alambic à bec, ainsi que le récipient, servent à distiller les liquides. Le précepte pour eux, c’est que la cucurbite soit grande, épaisse, sans fente à sa base et sans boursouflure dans son intérieur. La cucurbite de l’alambic doit être plongée dans l’eau jusqu’au col. Quand le feu est allumé, on doit avoir une provision d’eau bouillante, que l’on ajoutera dans la marmite (bain-marie), à mesure que l’eau qui y est contenue diminuera. Fais attention que la cucurbite ne touche pas l’eau froide ; et consolide-la de manière qu’elle ne remue pas. Son fond ne doit pas toucher le fond de la marmite, pour qu’elle ne se casse pas. On fait monter (les liquides volatils) dans une cucurbite lutée, suspendue dans le bain-marie sur un piédestal d’argile. Tu chaufferas par en dessous, avec un feu doux. Lorsque le bain-marie sera chaud, et qu’une partie distillera vivement, abstiens-toi de mettre du combustible, jusqu’à ce que la distillation s’arrête et cesse. On peut aussi placer la cucurbite au milieu d’une marmite, dans laquelle il y aura de la cendre tamisée, et on fera du feu en dessous; c’est la meilleure conduite. On peut encore poser le fond de la marmite sur un autre bain-marie; on y met de la cendre, et on établit dessus la cucurbite. Tu rempliras l’espace autour de la cucurbite avec des cendres tamisées, puis tu feras du feu. Il faut qu’elle soit affermie de coté de la queue et du coté de la tête du récipient, afin que la fumée n’y pénètre pas et que les courants d’air ne l’endommagent pas.” “36. Les alambics comprennent quatre espèces: 1. L’alambic à base très large il convient pour distiller les collyres et la chaux et faire monter le sel ammoniac. 2. L’alambic moyennement large à la base ; pour distiller les essences les liquides troubles et les teintures. 3. L’alambic à large oreille il convient pour la distillation des pierres au commencement des opérations”. In Berthelot, op. cit., vol. II, pp. 150-152. Berthelot fa riferimento a un manoscritto del British Museum.
9
Figura 1 Folio 67b del manoscritto di Lipsia, distillazione dell’oro
10
Figura 2 Folio 67a del manoscritto di Lipsia, distillazione dell’argento
11
ALCUNE RICETTE DA R…Z†
Preparazione di sale ammoniaco con capelli Prendi capelli lavati e distillane l’acqua ponendo sotto il becco dell’alambicco un recipiente sul cui fondo siano praticati fori collegati con tubi, inferiormente a ciascuno dei quali è collocato un altro recipiente. L’olio discenderà allora nel recipiente più basso e il sale ammoniaco resterà, in forma cristallina, nel recipiente superiore.33
Un altro metodo Se sciogli i capelli e ne distilli l’acqua bianca, gialla e rossa e se poi collochi su ciò un alambicco con un becco ampio e ne distilli il catrame e il nero e infine trasferisci ciò [i residui] nell’alambicco cieco, e accendi un fuoco, allora il sale ammoniaco salirà su, secondo il tuo desiderio, così piaccia a Dio.34
Soluzione impura di ammoniaca Un’acqua velenosa Prendi parti uguali di sale ammoniaco polverizzato e di ossido di rame e distilla il miscuglio. Poi versa su ciò che è stato distillato una quantità simile di sale ammoniaco e di ossido di rame e distillali. Esegui quest’operazione sette volte. Mentre la distillazione è in corso, metti nel naso un tappo di cotone inumidito con olio di violette o con olio di rose e metti da parte ciò che è stato distillato. Mescola i residui a una quantità simile di sale ammoniaco e a un quarto di coloquintide e sublima il tutto. Prendi ciò che è sublimato e ricoprilo di cera e scioglilo e mescolalo con ciò che è stato messo da parte e sotterralo per vari giorni. Esso sarà trasformato in un’acqua caustica.35
Preparazione di glicerina da olio di oliva Distillazione di olio d’oliva Prendi quanto olio d’oliva vuoi e riscaldalo con una quantità simile d’acqua contenente un po’ d’argilla bianca pura finché due terzi dell’acqua siano scomparsi. Poi filtralo. Ripeti tre volte il processo con acqua e argilla. Poi poni il tutto in una cucurbita e, dopo aver sparso su di esso calce fino a farlo diventare una pasta di scarsa consistenza, distillalo. Esegui
33
S. H. Nasr, op. cit., p. 224. Nel testo di Nasr non è chiaro a quale manoscritto faccia riferimento.
34
Ibidem. Ivi, p. 225.
35
12
quest’operazione varie volte. Il fuoco non si accenderà in esso, per quanto tu voglia farne la prova.36 Curiosamente questa ricetta corrisponde a una riportata in un manoscritto da noi consultato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Si tratta del manoscritto 8c42 sup. ar. 37 Il manoscritto, rilegato con copertina in marocchino con cartiglio al centro vuoto, è composto da 57 ff. e misura 20 x 12 ½ cm. Scritto con almeno tre grafie diverse, una delle quali molto trascurata, contiene una miscellanea di testi alchemici (ricette ed estratti in parte cancellati); si tratta, in conclusione, di una sorta di vademecum alchemico. Viene indicato come di autore ignoto.38 Ne riportiamo il testo da noi trascritto:
ﺗﻘﻄﲑ ﺍﻟﺰﻳﺖ ﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﺰﻳﺖ ﺍﳊﺪﻳﺚ ﻣﺎ ﺷﺌﺖ ﻭﺍﻃﻨﺠﻪ ﲟﺜﻠﻪ ﻣﺎﺀ ﻭﻣﻊ ﻗﻠﻴﻞ ﻃﲔ ﺟﺰﺃﻳﻦ ﺣﱴ ﻳﺬﻫﺐ ﺛﻼﺙ ﺍﳌﺎﺀ ﹼﰒ ﺩ ﻟﻪ ﺍﳌﺎﺀ ﻭﺍﻟﻄﲔ ﻭﺍﻟﺘﺪﺑﲑ ﺍﻓﻌﻞ ﺑﻪ ﺫﻟﻚ ﺛﻼﺙ ﻣﺮﺍﺕ ﹼﰒ ﺍﺟﻌﻠﻪ ﰲ ﻗﺮﻋﺔﺻﻔﹼﻪ ﻋﻦ ﻫﻴﺌﺔ ﺍﳌﺎﺀ ﻭﺍﻟﻄﲔ ﻭﺟﺪ ﻭﺍﻧﺜﺮ ﻋﻠﻴﻪ ﺍﻟﺘﻮﺭﻩ ﺑﻘﺪﺭ ﻣﺎ ﻳﺘﺮﻛﻪ ﻣﺜﻞ ﺍﳊﺸﻮ ﺍﻟﺮﻗﻴﻖ ﻭﻗﻄﹼﺮﻩ ﺍﻓﻌﻞ ﺑﻪ ﺫﻟﻚ ﻣﺮﺍﺭﺍ ﺣﱴ ﺇﺫ ﺍﺟﺮ ﱂ ﺗﺸﺘﻌﻞ ﺍ ﺑﻘﺪﺭ ﻣﺎ ﻳﺘﺮﻛﻪﻋﻠﻴﻪ ﺍﻟﻨﺎﺭ ﺍﺟﺮ ﺧﺮﺱ ﺍﻟﺰﻳﺖ ﺍﳌﻄﺒﻮﺥ ﺑﺎﳌﺎﺀ ﻓﺎﻟﻄﲔ ﺍﻷﺑﻴﺾ ﻭﺍﺟﻌﻞ ﻓﻴﻪ ﺗﻮﺭﻩ ﻭﻣﻠﺤﺎ ﻣﺮ 39 .ﻣﺜﻞ ﺍﳊﺸﻮ ﻭﻗﻄﹼﺮﻩ
LA DISTILLAZIONE DELL’ACQUA DI ROSE 36
Ivi, p. 226.
37
Si veda O. Lögfren-R. Traini, Catalogue of the Arabic Manuscripts in the Biblioteca Ambrosiana, 3 voll. Neri Pozza, Vicenza 1975 (vol. I), 1981 (vol. II), 1995 (vol. III), vol. I, p. 92, CLXIX. Un altro interessante manoscritto (“Ricette alchemiche in 20 b…b numerate”), da noi consultato, è registrato nel II volume, p. 132, con la segnatura C12arIV. L’elevatissmo costo delle riproduzioni, purtroppo, non ci ha permesso di esaminare adeguatamente i manoscritti presenti all’Ambrosiana. Per i termini tecnici si cfr. M. Ullmann, Die Medizin im Islam, Handbuch der Orientalistik, Abt. I, Ergänzungs-Bd. VI: 1 e VI: 2, Leiden 1970, vol II, pp. 261-264. 38 Anche in base ad altre ricette riportate riteniamo potrebbe trattarsi di un sunto del testo di R…z†. 39 Folio 27b del manoscritto.
13
Una descrizione della manifattura dell’acqua di rose viene fornita da ‘Ab™ ‘Abd Allah Mu|ammad ibn Ab† ¦…lib al-An¡…r† al-Ÿ™f† al-Dimašq†, noto cosmografo arabo nato verso il 1256 nel suo Kit…b nu²b…t al-dahr f† a‘º…’ib al-barr wa al-ba|r (Libro delle [notizie] scelte del tempo sulle meraviglie della terra e del mare). In esso l’autore tratta di geografia nel senso più ampio del termine, fornendo una notevole quantità di informazioni difficilmente reperibili in altri testi. Per quanto attiene l’argomento che a noi interessa, abbiamo fatto riferimento al manoscritto presente presso la Bibliothèque nationale de France, 40 composto da 148 fogli, oltre a un’introduzione in francese e latino a fronte a firma di Joseph Ascaris e datata 1872. L’opera è suddivisa in nove capitoli a loro volta differenziati in sezioni. In relazione alla distillazione, l’argomento viene trattato nel Capitolo nove, che fa rifermento alle origini di tutti i popoli da Sem, Cam e Jafet e risulta particolarmente interessante poiché la descrizione è corredata da alcune illustrazioni altrimenti difficilmente reperibili.41
ﺍﻟﻔﺼﻞ ﺍﻟﺘﺎﺳﻊ 40 Il manoscritto è catalogato nella collezione Manuscrits occidentaux al numero Arabe 2187 Cutier, R71634, 14.04.1987: 9,5 LE. Il manoscritto, molto ben conservato, è scritto in grafia chiara non
vocalizzata e presenta disegni a colori. Nella trascrizione abbiamo mantenuto le imprecisioni di grafia riscontrate. 41 Facciamo riferimento ai fogli 101a/b, 102a/b, 103a/b, 104a/b del manoscritto.
14
ﰲ ﻭﺻﻒ ﻓﻠﺴﻄﲔ ﻭﺍﻷﺭﺩﻥ ﻭﺍﱃ ﺣﺪﻭﺩ ﺳﺎﺣﻞ ﺍﻟﺒﺤﺮ ﺍﻟﺮﻭﻣﻲ ﺑﺎﻟﺸﺎﻡ ﲰﻲ ﺷﺎﻣﺎ ﻟﺸﺎﻣﺎﺕ ﰲ ﺃﺭﺿﻪ ﺑﻴﺾ ﻭﺳﻮﺩ ﻭﺍﻧﻪ ﰲ ﺟﻬﺔ ﺍﻟﺸﻤﺎﻝ ﻣﻦ ﺟﺰﻳﺮﺓ ﺍﻟﻌﺮﺏ ﺍﻭ ﻻﻥ ﺳﺎﻣﺎ ﺍﺑﻦ ﻧﻮﺡ ﻋﻠﻴﻪ ﺍﻟﺴﻼﻡ ﻧﺰﻝ ﻓﻴﻪ ﻭﺇﳕﺎ ﺃﺑﺪﻟﺖ ﺍﻟﺴﲔ ﺷﻴﻨﺎ ﻟﻠﺘﻘﺎﻭﻝ ﻭﺣﺪﻩ ﺍﻷﻭﻝ ﻃﻮﻻ ﻭﺍﱄ ﺍﻟﻌﺮﻳﺶ ﻭﻣﺴﻔﺎﺗﻪ ﺳﺒﻊ ﻭﻋﺸﺮﻭﻥ ﻳﻮﻣﺎ ﻭﻋﺮﺿﻪ ﺍﻻﻋﺮﺽ ﻣﺴﻴﺢ ﻭﺍﱃ ﻃﺮﺳﻮﺱ ﻭﻛﺎﻥ ﻣﻘﺴﻮﻣﺎ ﰲ ﺃﻳﺎﻡ ﺍﻟﺮﻭﻡ ﺑﺄﺭﺑﻌﺔ ﺃﻗﺴﺎﻡ ﻗﺴﻢ ﻗﺼﺒﺘﻪ ﻭﻗﺴﻢ ﻗﺼﺒﺘﻪ ﻃﱪﻳﺔ ﻭﲰﻲ ﺍﻷﺭﺩﻥ ﻭﻗﺴﻢ ﻗﺼﺒﺔ ﲪﺺ ﻭﻗﺴﻢ ﻗﺼﺒﺘﻪ ﺇﻳﻠﻴﺎ ﻭﺗﺴﻤﻲ ﻓﻠﺴﻄﲔ ﻭﻛﺎﻥ ﺃﻫﻢ ﰲ ﻛﻞ ﻋﻤﻞ ﻟﻄﺮﻳﻖ ﻣﻦ ﺍﻟﺒﻄﺎﺭﻗﺔ ﲢﻔﻈﻪ ﻓﻠﻤﺎ ﺟﺂ ﺍﻹﺳﻼﻡ ﻭﺃﺭﺍﺩ ﺃﺑﻮ ﺑﻜﺮ ﺍﻟﺼﺪﻳﻖ ﺭﺿﻲ ﺍﷲ ﻋﻨﻪ ﺃﻥ ﻳﻔﺘﺢ ﺍﻟﺸﺎﻡ ﺑﻌﺚ ﺇﱃ ﻭﺍﱄ ﺍﻷﺭﺩﻥ ﺷﺮﺣﺒﻴﻞ ﺑﻦ ﺣﺴﻦ ﻭﺍﱄ ﻓﻠﺴﻄﲔ ﻋﻤﺮﻭ ﺑﻦ ﺍﻟﻌﺎﺻﻲ ﻭﻋﻠﻘﻤﺔ ﺑﻦ ﳏﺮﺯ ﻭﺃﻣﺮﻩ ﺇﺫ ﺃﻓﺮﻉ ﻣﻨﻬﺎ ﺗﺮﻙ ﻋﻠﻘﻤﺔ ﺑﻔﻠﺴﻄﲔ ﻭﺳﺎﺭ ﺇﱃ ﻣﺼﺮ ﻭﲰﻴﺖ ﻫﺬﻩ ﺍﻷﻋﻤﺎﻝ ﻳﻮﻣﻴﺪ ﺃﺟﻨﺎﺩ ﻭﻛﺎﻧﺖ ﻗﻨﺴﺮﻳﻦ ﻣﻀﺎﻓﺔ ﺇﱃ ﲪﺺ ﺇﱃ ﺃﻥ ﻭﱄ ﻣﻌﺎﻭﻳﺔ ﺑﻦ ﺃﰊ ﺳﻔﻴﺎﻥ ﺍﳋﻼﻓﺔ ﻓﻘﺼﺪﻩ ﺃﻫﻞ ﺍﻟﻌﺮﺍﻕ ﻭﻓﺎﺗﻮﺍ ﻋﻠﻴﺎ ﻓﺄﻧﺰﳍﻢ ﻗﻨﺴﺮﻳﻦ ﻭﺍﻟﻌﻮﺍﺻﻢ ﻭﺍﻟﺜﻐﻮﺭ ﻭﺻﲑﻫﺎ ﺟﻨﺪﺍ ﻭﺍﻓﺮﺩﻫﺎ ﻋﻦ ﲪﺺ ﻭﺑﻘﻲ ﺍﻷﻣﺮ ﻋﻠﻰ ﻫﺬﺍ ﺃﻥ ﻭﱄ ﺍﻟﺮﺷﻴﺪ ﺍﳋﻼﻓﺔ ﻓﺎﻓﺮﺩ ﺍﻟﻌﻮﺍﺻﻢ ﻭﺍﻟﺜﻐﻮﺭ ﻭﺟﻌﻠﻬﺎ ﺟﻨﺪﺍ ﻭﺍﺣﺪﺍ ﻭﺫﻟﻚ ﰲ ﺳﺒﻌﲔ ﻭﻣﺎﻳﺔ ﻓﺼﺎﺭ ﺍﻟﺸﺎﻡ ﻣﻘﺴﻮﻣﺎ ﺇﱃ ﺳﺘﺔ ﺃﺟﻨﺎﺩ ﰒ ﻗﺴﻢ ﺍﻟﺸﺎﻡ ﰲ ﺍﻟﺪﻭﻟﺔ ﺍﻟﺘﺮﻛﻴﺔ ﺇﱃ ﺗﺴﻌﺔ ﺃﻗﺴﺎﻡ ﻣﻨﻬﺎ ﻗﺴﻢ ﻣﻠﻜﻮﻩ ﺍﻟﺘﺘﺎﺭ ﻭﺍﻻﺭﻣﻦ ﻭﺍﻟﺮﻭﻡ ﻭﺍﻧﻔﺼﻞ ﻋﻦ ﺍﻟﺴﺎﻡ ﻭﲰﻲ ﺭﻭﻣﺎ ﻭﺍﻟﻘﺴﻢ ﺍﻻﻭﻝ ﻣﻦ ﺍﻟﺜﻤﺎﻧﻴﺔ ﻭﺑﻪ ﺩﺍﺭ ﺍﻹﻣﺎﺭﺓ ﺍﻟﻜﱪﻯ ﰲ ﻋﺼﺮﻧﺎ ﺩﻣﺸﻖ ﻭﺗﺴﻤﻲ ﺟﻠﻖ ﻭﺍﳊﻀﺮﺍ ﻭﺍﻟﻐﻮﻃﺔ ﻭﺫﺍﺕ ﺍﻟﻌﻤﺎﺩ ﻭﻫﻲ ﻣﺪﻳﻨﺔ ﻋﺎﺩﻳﺔ ﺃﺯﻟﻴﺔ ﺳﻬﻠﻴﺔ ﺟﺒﻠﻴﺔ ﻣﻦ ﺍﻧﺰﻩ ﺑﻼﺩ ﺍﻻﺭﺽ ﻭﺃﻃﻴﺒﻬﺎ ﻭﺍﺣﺴﻨﻬﺎ ﻭﺍﺠﻬﺎ ﺍﳉﺎﻣﻊ ﺍﳌﺘﻔﺮﻕ ﺍﳊﺴﻦ ﻭﺍﳉﻤﺎﻝ ﻭﺍﻟﻜﻤﺎﻝ ﻭﺍﻋﺎﺟﻴﺐ ﺍﻟﺪﻧﻴﺎ ﺗﻮﻗﺪ ﻓﻴﻪ ﰲ ﻟﻴﻠﺔ ﺍﻟﻨﺼﻒ ﻣﻦ ﺷﻌﺒﺎﻥ ﺍﺛﻨﺎ ﻋﺸﺮ ﺍﻟﻒ ﻗﻨﺪﻳﻞ ﲞﻤﺴﲔ ﻗﻨﻄﺎﺭﺍ ﺩﻣﺸﻘﻴﺔ ﺯﻳﺖ ﺍﻟﺰﻳﺘﻮﻥ ﻏﲑ ﻣﺎ ﻳﻮﻗﺪ ﺑﺎﳌﺪﺍﺭﺱ ﻭﺍﳌﺴﺎﺟﺪ ﻭﺍﻟﺘﺮﺏ ﻭﺍﳋﻮﺍﻧﻖ ﻭﺍﻟﺮﺑﻂ ﻭﺍﳌﺎﺭﺳﺘﺎﻥ ﻭﺗﺮﺧﻴﻢ ﺣﻴﻄﺎﻧﻪ ﻣﻦ ﺍﻋﺠﺐ ﺷﻲ ﻳﺮﺍﻩ ﺍﻻﻧﺴﺎﻥ ﻭﺍﻟﺮﺧﺎﻡ ﻣﻦ ﻏﺎﻟﺐ ﺣﻴﻄﺎﻧﻪ ﻭﻓﻮﻕ ﺍﻟﺮﺧﺎﻡ ﺗﻘﺼﻴﺺ ﺑﺸﺒﻚ ﺍﻟﺰﺟﺎﺝ ﺍﳌﺼﺒﻮﻍ ﻭﺍﳌﺬﻫﺐ ﻭﺍﳌﻘﺼﺺ ﻭﻋﺰﻭﻕ ﺍﻟﻠﻮﻟﻮ ﻣﺎ ﻫﻮ ﻣﻠﺆ ﺍﳉﺎﻣﻊ ﻣﻦ ﺩﺍﺧﻞ ﺣﻴﻄﺎﻧﻪ ﻭﺳﺎﻳﺮ ﻣﺴﻮﺭﺓ ﻣﻨﻘﻮﺷﺔ ﺗﻠﻚ ﺍﻻﺳﺒﺎﻍ ﻋﻠﻰ ﺻﻮﺭ ﺍﻻﺷﺠﺎﺭ ﻭﺍﳌﺪﻥ ﻭﺍﳊﺼﻮﻥ ﻭﺍﻟﺒﺤﺎﺭ ﻭﻛﻞ ﻣﺎ ﺍﻣﻜﻦ ﺗﺼﻮﻳﺮﻩ ﻣﻦ ﻏﲑ ﺍﶈﺮﻡ ﻣﻨﻪ ﻭﻳﻘﺎﻝ ﺍﻥ ﻋﻤﺮ ﺑﻦ ﻋﺒﺪ
15
Figura 3 Folio 103b del manoscritto di Parigi, nel quale è rappresentata la karka a più piani per la distillazione dell’acqua di rose.
16
ﺍﻟﻌﺰﻳﺰ ﳌﺎ ﻭﱄ ﺍﳋﻼﻓﺔ ﻗﺎﻝ ﻟﻮ ﻋﻠﻤﺖ ﺍﻥ ﻫﺬﻩ ﺍﻟﻔﺴﻴﻔﺴﺎ ﻳﺮﺩ ﻣﺎ ﺍﻧﻔﻖ ﹶﻗﹶﻠ ﻌﺘﻪ ﻭﺍﳌﻨﻔﻮﻕ ﻋﻠﻰ ﺧﺰﻓﺘﻪ ﰲ ﺍﻳﺎﻡ ﺳﻠﻴﻤﺎﻥ ﺑﻦ ﻋﺒﺪ ﺍﳌﻠﻚ ﺑﻦ ﻣﺮﻭﺍﻥ ﺍﺭﺑﻌﲔ ﺻﻨﺪﻭﻕ ﻣﻦ ﺍﻟﺬﻫﺐ ﺍﻻﲪﺮ ﻏﲑ ﺍﻟﺮﺧﺎﻡ ﻭﺍﻟﺒﻨﺎ ﻗﺪﱘ ﻭﺳﻌﺔ ﺍﳉﺎﻣﻊ ﻃﻮﻻ ﻣﻦ ﺍﳌﺸﺮﻕ ﺍﱃ ﺍﳌﻐﺮﺏ ﻣﺎﻳﺘﺎﻥ ﻭﺍﺛﻨﺎﻥ ﻭﲦﺎﻧﻮﻥ ﺫﺭﺍﻋﺎ ﻭﻋﺮﺿﻪ ﻣﺎﻳﺘﺎﻥ ﻭﻋﺸﺮﺓ ﺍﺩﺭﻉ ﻭﻋﻠﻰ ﺳﻄﺤﻪ ﺍﻟﺮﺻﺎﺹ ﺍﻟﻮﺍﺡ ﻣﻔﺮﻭﺷﺘﻪ ﺑﺪﻝ ﻣﻦ ﺍﻟﻄﲔ ﻛﻞ ﻟﻮﺡ ﳓﻮ ﻣﻦ ﻧﺼﻒ ﻗﻨﻄﺎﺭ ﺩﻣﺸﻘﻲ ﺍﱃ ﻣﺎ ﺩﻭﻧﻪ ﻭﻣﻦ ﺧﺼﺎﻳﺼﻪ ﺍﻧﻪ ﻻ ﻳﻮﺟﺪ ﻓﻴﻪ ﻋﻨﻜﺒﻮﺕ ﺍﺻﻼ ﻻ ﰲ ﺳﻘﻮﻓﻪ ﻭﻻ ﰲ ﺣﻴﻄﺎﻧﻪ ﻭﻻ ﻳﻔﺮﺥ ﻓﻴﻪ ﻋﺼﻔﻮﺭ ﻣﻊ ﻛﺜﺮﺗﻪ ﻓﻴﻪ ﻭﻻ ﻳﻌﺸﺶ ﻓﻴﻪ ﻭﻻ ﻳﻮﺟﺪ ﻓﻴﻪ ﻭﺭﻏﺔ ﻭﺷﻬﺮﺗﻪ ﺗﻐﲏ ﻋﻦ ﻭﺻﻔﻪ ﻭﺩﻣﺸﻖ ﻣﻘﺴﻮﻣﺔ ﺛﻼﺙ ﻗﺴﻤﺎﺕ ﻗﺴﻢ ﻣﺜﺒﻮﺕ ﺍﻟﻌﻤﺎﺭﺓ ﰲ ﻏﻮﻃﺘﻬﺎ ﻟﻮ ﲨﻊ ﻟﻜﺎﻥ ﻣﺪﻳﻨﺔ ﻋﻈﻴﻤﺔ ﻣﺎ ﺑﲔ ﺟﻮﺍﺳﻖ ﻭﻣﺪﺍﺭﺱ ﻭﺗﺮﺏ ﻭﺟﻮﺍﻣﻊ ﻭﻣﺴﺎﺟﺪ ﻭﻣﺸﺎﻫﺪ ﻏﲑ ﺍﻟﻘﺮﻯ ﻭﺍﻟﻀﻴﺎﻉ ﺍﻻﻣﻬﺎﺕ ﻭﻫﺬﺍ ﺍﻟﺬﻱ ﺫﻛﺮﻧﺎﻩ ﻻ ﻳﻮﺟﺪ ﺑﻐﲑﻫﺎ ﺍﺻﻼ ﻭﺍﻟﻘﺴﻢ ﺍﻟﺜﺎﱐ ﲢﺖ ﺍﻻﺭﺽ ﻣﻨﻬﺎ ﻣﺪﻳﻨﺔ ﺍﺧﺮﻯ ﻣﻦ ﻣﻨﺼﺮﻓﺎﺕ ﺍﳌﻴﺎﻩ ﻭﺍﻟﻘﲏ ﻭﺟﺪﺍﻭﻝ ﻭﻣﺴﺎﺭﺏ ﻭﳐﺎﺯﻥ ﻭﻗﻨﻮﺍﺕ ﲢﺖ ﺍﻻﺭﺽ ﻛﻠﻬﺎ ﺣﱴ ﻟﻮ ﺣﻔﺮ ﺍﻻﻧﺴﺎﻥ ﺍﻳﻦ ﻣﺎ ﺣﻔﺮ ﻣﻦ ﺍﺭﺿﻬﺎ ﻭﺟﺪ ﳎﺎﺭﻱ ﺍﳌﺎﺀ ﲢﺘﻪ ﻣﺸﺘﺒﻜﺔ ﻃﺒﻘﺎﺕ ﳝﻨﺔ ﻭﻳﺴﺮﺓ ﺷﻴﺎ ﻓﻮﻕ ﺷﻲ ﻭﺍﻟﻘﺴﻢ ﺍﻟﺜﺎﻟﺚ ﻣﺴﻮﺭﻫﺎ ﻭﻣﺎﺣﻮﻟﻪ ﻣﻦ ﺍﳌﻌﻤﻮﺭ ﻭﻛﺎﳕﺎ ﻫﻲ ﰲ ﻭﺻﻔﻬﺎ ﻃﺎﻳﺮ ﺍﺑﻴﺾ ﰲ ﻣﺮﺝ ﺍﺧﻀﺮ ﻳﺘﺮﺷﻒ ﻣﺎ ﻳﺼﻞ ﺍﻟﻴﻪ ﻣﻦ ﺍﳌﺎﺀ ﺍﻭﻻ ﻓﺎﻭﻻ ﻭﻣﻦ ﺧﺼﺎﻳﺺ ﺩﻣﺸﻖ ﺍﻳﻀﺎ ﺍﻥ ﺍﳊﻴﺎﺕ ﻻ ﺗﻠﺪﻉ ﺩﺍﺧﻞ ﺻﻮﺭﻫﺎ ﺍﺑﺪ ﺍﻭ ﻫﻦ ﻗﻠﻴﻼﺕ ﺍﻟﻮﺟﻮﺩ ﻓﻴﻬﺎ ﻭﰲ ﻏﻮﻃﺘﻬﺎ ﻭﻧﻮﺍﺣﻲ ﺍﺭﺿﻬﺎ ﻭﻋﺪﺩ ﺑﺴﺎﺗﻴﻨﻬﺎ ﻣﺎﻳﺔ ﺍﻟﻒ ﻭﺍﺣﺪ ﻭﻋﺸﺮ ﺍﻟﻒ ﺑﺴﺘﺎﻥ ﺗﺴﻘﻰ ﲟﺎ ﻭﺍﺣﺪ ﻳﺎﰐ ﺍﻟﻴﻬﺎ ﻣﻦ ﺍﺭﺽ ﺍﻟﺰﺑﺪﺍﱐ ﻭﻣﻦ ﻭﺍﺩﻱ ﺑﺮﺩﺍﻋﲔ ﻳﻨﺤﺪﺭ ﻣﻦ ﻃﻮﻝ ﺍﻟﻮﺍﺩﻱ ﻭﻣﻦ ﻋﲔ ﺍﻟﻘﻴﺠﺔ ﻭﻳﻨﺒﻌﺚ ﺮﺍ ﻭﺍﺣﺪﺍ ﻳﺴﻤﻲ ﺑﺮﺩﺍ ﰒ ﻳﻨﻔﺮﻕ ﺳﺒﻊ ﻓﺮﻗﺎﺕ ﻛﻞ ﻓﺮﻗﺔ ﺮ ﻳﺴﻤﻲ ﺑﺎﺳﻢ ﺮ ﻳﺰﻳﺪ ﻓﺘﺤﻪ ﻳﺰﻳﺪ ﺑﻦ ﻣﻌﺎﻭﻳﺔ ﻓﺴﻤﻲ ﺑﻪ ﻭﺮ ﺛﻮﺭﻩ ﻓﺘﺤﻪ ﻣﻠﻚ ﻣﻦ ﻣﻠﻮﻙ ﺍﻟﺮﻭﻡ ﺍﲰﻪ ﺛﻮﺭﻩ ﻓﺴﻤﻲ ﺑﺎﲰﻪ ﻭﺮ ﺑﺎﻧﺎ ﻓﺘﺤﻪ ﺑﻠﻨﻴﺎﺱ ﺍﳊﻜﻴﻢ ﺍﻟﻴﻮﻧﺎﱐ ﻓﺴﻤﻲ ﺑﺎﲰﻪ ﻭﺮ ﺍﻟﻘﻨﻮﺍﺕ ﻭﻫﺬﺍ ﺍﻟﻨﻬﺮﺍﻥ ﻳﺪﺧﻼﻥ ﺩﻣﺸﻖ ﲢﺘﻬﺎ ﻣﺘﻔﺮﻗﺎﺕ ﰲ ﺍﳌﺼﺎﺭﻑ ﻭﺍﻟﱪﻙ ﻭﺍﻟﻘﲏ ﻭﺍﳊﻤﺎﻣﺎﺕ ﻭﺍﻟﻄﻬﺎﺭﺍﺕ ﻭﺮ ﺍﳌﺰﺓ ﻣﻨﺴﻮﺏ ﺍﱃ ﻗﺮﻳﺔ ﺍﳌﺰﺓ ﻭﻛﺎﻥ ﺍﲰﺎ ﺍﳌﱰﺓ ﳌﺎ ﺎ ﻣﻦ ﺻﺤﺔ ﺍﳍﻮﻱ ﻭﺻﻔﺎ ﺍﳌﺎﺀ ﻭﺣﺴﻦ ﺍﻟﻘﺼﻮﺭ ﻭﻃﻴﺒﺔ ﺍﻟﺸﻤﺎﺭ ﻭﻛﺜﺮﺓ ﺍﻟﺰﻫﻮﺭ ﻭﺍﻟﻮﺭﺩ ﻭﺍﺳﺘﺨﺮﺝ ﺍﳌﺂ ﻣﻨﻪ ﺣﱴ ﺍﻥ ﺟﺮﺍﻗﻨﻪ ﻭﻣﻄﺒﻮﺧﺔ ﻳﻠﻔﻲ ﻋﻠﻰ ﺩﺭﻭﺎ ﻭﰲ ﺍﺯﻗﺘﻬﺎ ﻛﺎﳌﺰﺍﺑﻞ ﻭﻳﻜﻮﻥ ﻟﻪ ﺭﳛﺔ ﺍﻟﺬ ﻣﻦ ﻛﻞ ﺭﺍﳛﺔ ﻣﺪﺓ ﺧﺮﺍﺝ ﻣﺎ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﰲ ﻗﺮﺍﻉ ﻭﺍﻻﺕ
17
Figura 4 Folio 103a del manoscritto di Parigi, che riproduce l’apparecchio per la distillazione a legna senz’acqua.
18
ﺗﺴﻤﻲ ﺍﻟﻜﺮﻛﺎﺕ ﺍﻟﱵ ﳜﺮﺝ ﺍﳌﺎﻭﺭﺩ ﻣﻨﻬﺎ ﺑﺎﳌﺎ ﻓﺎﻥ ﺍﻟﺒﺎﻧﲔ ﳍﺎ ﳛﻔﺮﻭﻥ ﰲ ﺍﻻﺭﺽ ﺣﻔﲑﺓ ﻗﺪﺭ ﺫﺭﺍﻋﲔ ﻭﻧﺼﻒ ﰲ ﻣﺜﻠﻬﺎ ﻭﻳﻌﻘﺪﻭﻥ ﻋﻠﻴﻬﺎ ﺑﺎﻟﻄﻮﺏ ﺍﺭﺧﺎﻟﻪ ﺑﺎﺏ ﻣﻦ ﺟﻬﺔ ﻭﻣﻨﻔﺲ ﻟﻠﻬﻮﻱ ﻣﻦ ﺟﻬﺔ ﻭﻟﻪ ﻣﻨﻔﺲ ﻣﻦ ﺍﻋﻼﻩ ﻳﺼﻌﺪ ﻣﻨﻪ ﺑﻌﺾ ﲞﺎﺭ ﰒ ﻳﻀﻌﻮﻥ ﺩﺳﺘﺎ ﻛﺒﲑﺍ ﻓﻮﻕ ﺍﻻﺭﺝ ﻭﻳﻮﻗﺪﻭﻥ ﲢﺘﻪ ﲜﺰﻝ ﺍﳊﻄﺐ ﻭﻳﻨﻮﻥ ﻋﻠﻰ ﺍﻟﺪﺳﺖ ﻃﺎﺭﺍ ﻛﺼﻮﺭﺓ ﺧﺰﺍﻧﺔ ﺍﳊﻤﺎﻡ ﺍﺭﺗﻔﺎﻋﻪ ﳓﻮ ﺩﺭﺍﻉ ﰒ ﻳﺮﺻﻮﻥ ﻓﻮﻗﻪ ﻣﻦ ﺍﻟﻘﺼﺐ ﺍﻟﻔﺎﺭﺳﻲ ﺍﳊﻲ ﺍﻟﻘﻮﻱ ﺍﻟﻐﻠﻴﻆ ﺷﺒﺎﻛﺎ ﳏﻜﻤﺎ ﰒ ﻳﻀﻌﻮﻥ ﻓﻮﻕ ﺍﻟﻘﺼﺐ ﺍﳌﺸﺒﻚ ﺍﻟﻘﺮﻋﻴﺎﺕ ﺍﻟﺰﺟﺎﺝ ﻭﳚﻌﻠﻮﻥ ﺣﻠﻮﻗﻬﺎ ﻭﺍﻓﻮﺍﻫﻬﺎ ﺍﱃ ﺧﺎﺭﺝ ﻓﺎﺫﺍ ﺍﺯﺩﺍﺩﻫﺎ ﺩﻭﺭﺍ ﻭﻛﻤﻞ ﺩﻭﺭﻫﺎ ﻳﺒﻨﻮﺍ ﻋﻠﻰ ﺍﻟﻄﺎﺭ ﻣﺜﻠﻪ ﻣﺮﻓﻌﲔ ﻓﻴﻪ ﺍﱃ ﺍﻥ ﻳﺮﻓﻌﻮﻧﻪ ﻋﻠﻴﻬﺎ ﳓﻮ ﻣﻦ ﺍﺭﺑﻊ ﺍﺻﺎﺑﻊ ﻣﻄﺒﻮﻗﺔ ﰒ ﻳﺮﺻﻮﻥ ﻗﺼﺒﺎ ﻓﺎﺭﺳﻴﺎ ﺛﺎﻧﻴﺎ ﰒ ﻗﺮﻋﻴﺎﺕ ﻛﺬﻟﻚ ﰒ ﻳﺒﻨﻮﻥ ﻋﻠﻴﻬﺎ ﻓﻮﻕ ﺍﻟﻄﺎﺭ ﻣﺮﻓﻌﲔ ﺍﻟﺒﻨﺎ ﻛﺬﻟﻚ ﺍﱃ ﺍﻳﻦ ﻳﺸﺮﻑ ﺍﻟﺒﻨﺎ ﻋﻠﻰ ﻃﻮﻝ ﻗﺎﻣﺔ ﺍﻻﻧﺴﺎﻥ ﻭﻧﺼﻒ ﻗﺎﻣﺘﻪ ﺳﺎﻗﺎ ﻗﺮﻋﻴﺎﺕ ﻭﺳﺎﻗﺎ ﻗﺼﺒﺎ ﺷﺒﺎﻛﺎ ﻗﺪ ﺍﻗﺎﻣﻮﺍ ﻋﻤﻮﺩﺍ ﻣﻦ ﺍﳋﺸﺐ ﻗﺎﳝﺎ ﻣﻦ ﻭﺳﻂ ﺍﻟﺪﺳﺐ ﺍﱃ ﺍﻋﻼ ﺍﻟﺒﻨﺎ ﻣﺴﻘﻮﻑ ﻋﻠﻴﻪ ﺳﻘﻒ ﻗﺒﺘﻪ ﻛﻬﺬﻩ ﺍﳍﻴﺔ ﻓﺎﻋﻠﻢ ﺫﻟﻚ ﺍﻥ ﺷﺎ ﺍﷲ ﺗﻌﺎﱃ ﻭﺑﻪ ﺍﻟﺘﻮﻓﻴﻖ ﰒ ﻳﻌﻠﻘﻮﻥ ﺍﻟﻘﻮﺍﺑﻞ ﻭﺗﺴﻤﺎ ﺍﻟﺮﺿﺎﻋﺎﺕ ﻭﺫﻟﻚ ﺑﻌﺪ ﺣﺸﻮ ﺍﻟﻘﺮﺍﻉ ﻣﻦ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺍﻭ ﻣﺜﻠﻪ ﳑﺎ ﻳﺴﺘﺨﺮﺝ ﻣﺎﻭﻩ ﻛﻠﻤﺎ ﻣﻠﻴﺖ ﺭﺿﺎﻋﺔ ﺍﻓﺮﻏﺖ ﰲ ﻭﻋﺎ ﻛﺒﲑ ﺯﺟﺎﺝ ﻳﺴﻤﻲ ﻗﺮﺍﺑﺔ ﻭﰲ ﻭﻋﺂﺀ ﻛﺒﲑ ﻣﻦ ﳓﺎﺱ ﻳﻘﺎﻝ ﻟﻪ ﻗﻤﻘﻢ ﻛﺒﲑ ﰒ ﻳﺘﻠﻮﺍ ﻫﺬﻩ ﻛﺮﻛﺔ ﺑﻐﲑ ﻣﺎ ﺑﻞ ﲝﻄﺐ ﺟﺰﻝ ﻳﻮﻗﺪ ﲢﺖ ﺍﻟﻜﺮﻛﺔ ﺑﻐﲑ ﺩﺳﻦ ﻭﻻ ﻣﺎ ﻓﺎﻓﻬﻢ ﺫﻟﻚ ﺍﻥ ﺷﺎ ﺍﷲ ﻭﺍﷲ ﺍﳌﻮﻓﻖ ﻟﻠﺼﻮﺍﺏ ﻭﻫﺬﻩ ﺻﻮﺭﺓ ﺍﻟﻜﺮﻛﺔ ﺑﻐﲑ ﻣﺎ ﻭﺩﺳﺖ ﺑﻞ ﻳﻮﻗﺪﻭﻥ ﺍﳊﻄﺐ ﺍﳉﺰﻝ ﻭﺍﻟﻮﻗﻮﺩ ﺑﻌﺪ ﺣﺸﻮ ﺍﻟﻘﺮﺍﻉ ﺑﺎﻟﻮﺭﺩ ﺍﻭ ﺑﻠﺴﺎﻥ ﺍﻟﺘﻮﺭﺍ ﻭﺑﺰﻫﺮ ﺍﻟﺘﻮﻓﺮ ﺃﻭ ﺍﻟﺒﺎﻥ ﺃﻭ ﺯﻫﺮ ﺍﻟﻨﺎﺭﻧﺞ ﺃﻭ ﺍﻟﺸﻘﻴﻖ ﺃﻭ ﺍﳍﻨﺪﺑﺎ ﺃﻭ ﺑﻮﺭﻕ ﺍﻟﻘﺮﻧﻔﻞ ﺍﳌﺰﺭﻭﻉ ﺑﺪﻣﺸﻖ ﻭﻫﺬﻩ ﺻﻮﺭﺎ ﻓﺎﻓﻬﻢ ﺫﻟﻚ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ ﺗﻌﺎﱃ ﻭﺑﻪ ﺍﻟﺘﻮﻓﻴﻖ ﻭﻫﻮ ﺣﺴﺒﻨﺎ ﻭﻧﻌﻢ ﺍﻟﻮﻛﻴﻞ ﻭﻫﻮ ﺃﻢ ﻳﺒﻨﻮﻥ ﺃﺭﺟﺎ ﺃﺗﻮﻧﺎ ﻣﻮﻗﺪ ﺃﳎﻤﻮﻋﺎ ﰲ ﺻﻮﺭﺓ ﺑﲔ ﻣﻘﻠﻮﺑﻪ ﻳﺼﻌﺪ ﻓﻴﻪ ﺍﻟﻠﻬﺐ ﻭﺍﻟﺪﺧﺎﻥ ﺍﳌﺪﺧﻨﺔ ﻭﳛﻴﻄﻮﻥ ﻋﻠﻴﻪ ﺑﺴﻮﺭ ﻣﺒﲏ ﻣﺜﻠﻪ ﻛﻬﺬﻩ ﺍﻟﺪﺍﻳﺮﺗﲔ ﺍﻟﱵ ﰲ ﺩﻳﻞ ﻫﺬﻩ ﺍﻟﻮﺭﻗﺔ ﰒ ﻳﻀﻌﻮﻥ ﺍﻟﻘﺮﺍﻉ ﺍﳌﺰﺟﺠﺔ ﻻ ﺍﻟﺰﺟﺎﺝ ﺑﲔ ﺍﻟﺴﻮﺭ ﻭﺑﲔ ﺍﻟﺒﲑ ﺍﺳﻔﻠﻬﻦ ﺍﱃ ﺍﻟﺒﲑ ﻭﺣﻠﻮﻗﻬﻦ ﺧﺎﺭﺟﺎﺕ ﻣﻦ ﺍﻟﺴﻮﺭ ﻭﳜﺸﻮﻥ ﺑﲔ ﺍﻟﻘﺮﻋﻴﺎﺕ ﰲ ﺍﻟﺒﲑ ﺍﲞﺎﺷﺎ ﳜﺮﺝ ﻣﻨﻬﻦ ﺍﳊﻤﻮ ﻭﺍﻟﺪﺧﺎﻥ ﻭﻳﺪﻭﺭ ﲢﺖ ﺍﻟﻘﺮﻋﻴﺎﺕ ﻓﻴﺤﻤﲔ ﻦ ﲟﻘﺪﺍﺭﺍ ﺍﳊﺎﺟﺔ ﰒ ﻳﺮﻓﻌﻮﻥ ﺍﻟﺒﻨﺎ ﻭﻣﻦ ﺍﻟﺒﲑ ﻭﺍﻟﺘﻨﻮﺭ ﻭﺍﻟﻘﺮﺍﻉ ﺍﺑﺪﺍ ﻛﺬﻟﻚ ﲟﻘﺪﺍﺭ ﺍﻥ ﻳﻜﻮﻥ ﺍﻟﺒﻨﺎ ﺍﺯﻳﺪ ﻣﻦ ﻗﺎﻣﺔ ﺍﻻﻧﺴﺎﻥ ﰒ ﻳﺴﻘﻔﻮﻥ ﻣﺎ ﺑﲔ
19
ﺍﻟﺒﲑ ﻭﺍﻟﺘﻨﻮﺭ ﻭﻳﻀﻴﻘﻮﻥ ﺭﺍﺱ ﺍﻟﺒﲑ ﺍﻟﺬﻱ ﻫﻮ ﺍﳌﺪﺧﻨﺔ ﻭﻳﻮﻗﺪﻭﻥ ﺑﺎﳊﻄﺐ ﺍﳉﺰﻝ ﺩﻭﻥ ﻏﲑﻩ ﻭﺍﻣﺎ ﺍﻟﺬﻱ ﳜﺮﺝ ﻣﻦ ﺍﳌﺎ ﺍﻟﻴﺒﺘﻮﰐ ﻓﺎﻧﻪ ﰲ ﺗﻨﻮﺭ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﻭﰲ ﺍﳌﻘﻼ ﺍﻟﺮﺻﺎﺹ ﻣﺒﲏ ﻣﺜﻞ ﺍﻟﱪﺝ ﺍﻟﺼﻐﲑ ﻃﺒﻘﺘﲔ ﺍﻻﻭﱃ ﻓﻴﻬﺎ ﻧﺎﺭ ﺍﻟﻔﺤﻢ ﺍﻟﺪﻕ ﻭﻏﲑﻩ ﺍﻭ ﺍﳊﻄﺐ ﺍﳉﺰﻝ ﻭﺍﻟﺜﺎﱐ ﻟﻠﺤﻄﺐ ﻣﻦ ﻓﻮﻗﻪ ﻭﻫﻲ ﻣﻨﺤﺸﻴﺔ ﻟﺼﻌﻮﺩ ﺍﻟﺪﺧﺎﻥ ﻣﻨﻬﺎ ﻭﺍﳊﺮﺍﺭﺓ ﺍﱃ ﺍﻟﻘﺮﺍﻉ ﻭﻫﻮ ﻣﻦ ﺍﻻﺭﺑﻌﺔ ﺍﱃ ﺍﻟﺜﻼﺛﺔ ﻓﻤﺎ ﺩﻭﺎ ﻭﺍﻣﺎ ﺍﳌﻘﻼ ﺍﻟﺮﺻﺎﺹ ﻓﺎﻧﻪ ﻳﺘﺨﺬ ﺷﺒﻜﺎ ﰲ ﻗﻮﺍﻟﺐ ﻣﻦ ﺗﺮﺍﺏ ﻓﺎﺫﺍ ﲨﺪ ﻓﻴﻬﺎ ﻛﺎﻥ ﻛﻬﺬﻩ ﺍﻟﺼﻮﺭﺓ ﻭﻳﺴﻤﻮﻧﻪ ﺍﻟﻴﻮﻧﺎﻥ ﺍﺛﺎﻝ ﻭﻟﻪ ﻏﻄﺎ ﻫﻮ ﺍﻧﺒﻴﻘﺔ ﻭﻗﺪ ﻳﻜﻮﻥ ﺍﻟﻐﻄﺎ ﺯﺟﺎﺟﺎ ﻭﻗﺪ ﻳﻜﻮﻥ ﺭﺻﺎﺻﺎ ﻓﺎﺫﺍ ﺣﺮﺭ ﻭﺍﻋﻤﻠﻪ ﺟﻌﻠﻮﺍ ﲢﺘﻪ ﻓﺮﺷﺎ ﻣﻦ ﺍﳌﻠﺢ ﻭﺍﻟﻄﻮﺏ ﰒ ﻳﻮﻗﺪﻭﻥ ﺍﻟﻨﺎﺭ ﻣﻦ ﲢﺖ ﺫﻟﻚ ﻓﻴﻘﻄﺮ ﻣﺎﻭﻩ ﻣﻌﺘﺪﻻ ﺣﺴﻦ ﺍﻟﻮﻥ ﻭﺍﻟﻨﻀﺞ ﻭﺍﻟﺮﺍﳛﺔ ﻭﺍﻣﺎ ﺍﻟﺰﺟﺎﺝ ﺍﳊﻜﻤﻲ ﻓﺎﻧﻪ ﻣﻦ ﺍﻻﺕ ﺍﻟﻴﻮﻧﺎﻥ ﻭﻫﻞ ﺍﳊﻜﻤﺔ ﻭﺍﻻﺳﺘﻘﻄﺎﺭ ﻓﻴﻪ ﻻ ﻳﻜﻮﻥ ﺍﻻﳜﺎﺭ ﺍﳌﺎﺀ ﺍﳌﻐﻠﻲ ﲢﺘﻪ ﻭﻫﺬﻩ ﺻﻮﺭﺓ ﻣﺜﺎﻟﻪ ﻛﻤﺎ ﻳﺮﻯ ﻭﳛﻤﻞ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺻﻮﺭﺓ ﻭﺍﳊﺒﺸﺔ ﻳﻌﻨﻮﻥ ﺍﳌﺴﺘﺨﺮﺝ ﺑﺎﳌﺰﺓ ﺍﱃ ﻣﺜﺎﻟﻪ ﺑﺎﻟﺜﻤﺮ ﻗﻀﺎﺓ ﺳﺎﻳﺮ ﺍﻟﺒﻼﺩ ﺍﳉﻨﻮﺑﻴﺔ ﻭﻣﻘﺪﺷﺮﺍ ﺍﳊﻨﻔﻴﺔ ﻛﺎﳊﺠﺎﺯ ﻭﻣﺎ ﻭﺭﺍ ﺫﻟﻚ ﺍﻟﺜﻤﺮﺓ ﺍﺭﺽ ﺎ ﺯﺭ ﻭﻛﺬﻟﻚ ﳛﻤﻞ ﺯﺭ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﻭﺍﻟﺘﺎﺿﻲ ﻭﻋﺸﺮ ﻓﺎﻧﺎﻋﺎ ﺍﳌﺰﻱ ﺍﱃ ﺍﳍﻨﺪ ﻭﺍﱃ ﻗﻄﻌﺔ ﻣﺎﻳﺔ ﻣﻨﻬﺎ ﻛﻞ ﻗﻨﻄﺎﺭﺍ ﺑﻼﺩ ﺍﻟﺴﻨﺪ ﻭﺍﱃ ﺍﻟﺼﲔ ﺧﻄﻮﺓ ﻭﺍﱃ ﻣﺎ ﻭﺭﺍﺩ ﺫﻟﻚ ﻭﻳﺴﻤﻲ ﺍﻟﻘﺴﻢ.
Capitolo IX
20
Descrizione della Palestina, della Giordania e fino ai confini del Mar Mediterraneo in Siria chiamata Š…m a causa delle macchie bianche e nere presenti sul suo territorio42 e perché si trova a nord della Penisola Araba o forse viene così chiamata perché Sem, il figlio di Noè – su di lui la pace – giunse in questo territorio e la s†n è stata sostituita con la š†n nel parlare; il suo primo confine giungeva in lunghezza fino ad al-‘Ar†š e la sua distanza è di ventisette giorni;43 mentre in larghezza si estendeva fino alla provincia di ¦ars™s.44 Ai tempi dei romani era suddivisa in quattro province, quella della qa¡ba, quella della città di ¦abriyya45 chiamata Giordania, quella della città di ðims e quella della città di ‡liy…, chiamata Palestina; ed era la più importante di tutte le province sulla via per Bisanzio e quando giunse l’isl…m e Ab™ Bakr a¡-Ÿad†q – che Dio sia soddisfatto di lui – voleva conquistare la Siria, inviò al governatore della Giordania Šar|ab†l ibn ðasan46 e al governatore della Palestina ‘Amr™ ibn al-‘ƒ¡†47 e ‘Alqama ibn Ma|raz e ordinò loro, quando avessero vinto, di lasciare ‘Alqama in Palestina e dirigersi in Egitto e queste imprese vengono chiamate “i giorni delle circoscrizioni (aºn…d)”. Annessa ad ðims era Qinnasrayn48 finché Mu‘…wiyya ibn Ab† Sufy…n non divenne a califfo e la gente dell’‘Ir…q si rivolse a lui e abbandonò ‘Al† ed egli concesse loro Qinnasrayn, al-‘Aw…¡im e aÅ-åaЙr e le trasformò in una circoscrizione separandole da ðims; la cosa rimase così finché non divenne califfo ar-Raš†d e separò al-‘Aw…¡im e aÅ-åaЙr e le trasformò in una circoscrizione unica nel 170 h. Così Š…m venne suddivisa in sei circoscrizioni, poi, sotto il dominio turco, venne separata in nove province una delle quali è stata occupata da Tatari, Armeni e Greci, si è separata dalla Siria e venne chiamata Grecia. La prima provincia di otto è quella del più grande principato del nostro tempo, Damasco e viene chiamata ›ill†q, al-ðaØr…’, al-‹™¥a e ø…t al-‘Im…d, una città tranquilla, eterna, con pianure e montagna, tra le più belle dei paesi della terra e tra le migliori, più buone e più belle di tutti i tempi di tutte le bellezze: perfezione e meraviglia del mondo. Nella notte tra il 14 e il 15 del mese di ša‘b…n 49 vengono accese nella moschea principale 1012 lampade con cinquanta
42 Š…m, letteralmente “la regione di sinistra” perché, secondo l’antica usanza araba, si riteneva che i parlanti dell’Arabia centrale e occidentale fossero di fronte al sole che sorge con la Siria a sinistra e la Penisola Arabica e lo Yemen (“la regione di destra”) a destra. Cfr. C. E. Bosworth, voce š…m, in EI, op. cit. Bosworth definisce le spiegazioni come quella riportata nel testo e altre possibili etimologie del nome “fantasiose” e non affidabili. 43 Centro egiziano sulla riva del mare, storicamente centro militare sulla via Egitto-Palestina. 44 Città della turchia conquistata dal califfo al Ma’m™n nel 788. 45 Tiberiade. 46 Uno dei condottieri delle prime conquiste arabe. Sottomise Balq…’, in Palestina, nel 634. 47 Condottiero arabo famoso per la conquista dell’Egitto, fu colui che pose le fondamenta per la città di Fus¥…¥, nucleo originario del Cairo. 48 Villaggio a sud di Aleppo. 49 Laylat ni¡f ša‘b…n: notte tra il 14 e il 15 ša‘b…n nella quale, secondo la credenza popolare, l’albero della vita, che sta in cielo, viene scosso e lascia cadere le foglie di coloro che moriranno l’anno seguente.
21
quintali damasceni50 d’olio d’oliva oltre a quelle accese nelle scuole, nelle moschee, nelle taverne, nei cimiteri, nei caravanserragli e negli ospedali. Le pareti della moschea sono una delle cose più meravigliose che l’uomo abbia mai visto per la rarità del marmo della maggior parte delle mura; sopra il marmo vi sono trafori con inserti di vetro colorato, dorato, intagliato e pietre preziose incastonate nelle pareti e le altre recinzioni sono decorate a mosaico con immagini di piante, città, fortezze, mari e ogni luogo che si possa rappresentare fra quelli non proibiti. Si dice che ‘Umar ibn ‘Abd al-‘Az†z, quando divenne califfo disse: Se sapessi che questi mosaici restituiranno ciò che è stato speso per la cittadella li staccherei dal muro. La spesa per le porcellane ai tempi di Sulaym…n ibn ‘Abd al-Malik ibn Marw…n era quaranta casse d’oro rosso escluso il marmo. La costruzione è antica e la moschea misura 282 braccia da est a ovest in lunghezza e 210 in larghezza; sul tetto sono poste lastre di piombo stese anziché terra, e ogni lastra pesa circa mezzo quintale damasceno. Tra le sue particolarità v’è che in essa non vi sono ragnatele e che gli uccelli non figliano nonostante ve ne siano molti e non vi nidificano. La sua fama è sufficiente a descriverla. Damasco è suddivisa in tre parti, una parte con architettura ben definita, se si unisse si formerebbe una città enorme fatta di palazzi, sale, scuderie, mulini, bagni pubblici, mercati, scuole, caravanserragli, moschee grandi e piccole e cose da vedere oltre ai villaggi ampi ed estesi e questo è ciò che abbiamo ricordato. Non ce n’è come lei altrove. La seconda parte è sottoterra, dove c’è un’altra città di acque e canali; sotto tutta la terra ci sono corsi d’acqua e magazzini e canali tanto che in qualunque punto l’uomo scavi trova un corso d’acqua al di sotto intrecciato a strati a destra e a sinistra uno sopra l’altro; la terza parte è il suo perimetro e ciò che vi è intorno è l’abitato ed è come fosse un uccello bianco in un prato verde che sorseggia l’acqua che gli arriva a poco a poco. Tra le particolarità di Damasco c’è anche che gli insetti velenosi non pungono mai all’interno delle sue mura o ce ne sono pochi e nella valle e nei dintorni il numero dei giardini è centomila. Diecimila e uno vengono irrigati con quel che proviene dalla terra di AzZabad…n† e dal fiume Baradà dove c’è una fonte che scende per tutta la lunghezza del fiume e dalla fonte al-Qayºa e ne risulta un fiume unico chiamato Baradà, poi si divide in sette rami ognuno dei quali è chiamato con il nome di chi ha conquistato la città: Yaz†d ibn Mu‘…wiya, Tawra, un re dei greci, B…n…, in ricordo di Balny…s al-ðak†m al-Yun…n†, al-Qanaw…t e questi due fiumi entrano a Damasco sotto di essa ci sono diramazioni nei laghi, nelle terme e nei bagni, e il fiume Mizza, così chiamato dal villaggio di Mizza il cui nome era al-Munazza (l’incomparabile) per la sua aria salubre, l’acqua pura, la bellezza dei palazzi, la bontà dei frutti e l’abbondanza di fiori e rose e la produzione di acqua di rose tanto che i residui di essa
50
Un qin¥…r damasceno corrisponde a circa 256,4 kg.
22
Figura 5 Folio 104b del manoscritto di Parigi. Veduta della karka dall’alto.
23
vengono gettati nella strade e nei vicoli come spazzatura e la città conserva il profumo dell’acqua di rose finché le rose non appassiscono. La produzione dell’acqua di rose si ottiene per mezzo di un apparecchio di distillazione detto karka.51 Il metodo consiste nello scavare nel terreno un quadrato della profondità di due braccia e mezzo. Su questo si realizza una costruzione di mattoni secchi con una porta su un lato e un foro di ventilazione sull’altro. In cima si trova un altro foro di ventilazione attraverso il quale fuoriesce parte del fumo. Sopra la costruzione si pone un calderone sotto il quale viene fatta ardere legna abbondante. Intorno al calderone costruiscono un anello circolare della forma della caldaia di un |amm…m alto circa un braccio. In cima a questo pongono una copertura di canne persiane fresche e resistenti e, sopra di essa, le cucurbite di vetro i cui colli e becchi fuoriescono. Se lo desiderano completano il giro e, una volta completato, costruiscono un altro piano come questo dell’altezza di quattro dita, lo ricoprono con un’altra copertura di canne e pongono le cucurbite e così di seguito fino all’altezza di un uomo e mezzo. A volte inseriscono una colonna di legno in mezzo al calderone che sale fino alla cima della costruzione e funge da sostegno per un tetto che ha la forma indicata nella figura. Comprendi questo se Dio vuole. Poi appendono i qaw…bil detti anche rid…‘…t.52 Ciò viene fatto dopo che le cucurbite sono state riempite con rose e simili e questa è la loro immagine. Ogni volta che una rid…‘a è piena viene svuotata in un ampia bottiglia di vetro chiamata qarr…ba53 o in una grossa bottiglia di rame chiamata qumqum.54 Esiste un altro tipo di apparecchio per la distillazione che viene scaldato a fuoco di legna e serve per ottenere acqua di rose e altre acque senza usare l’acqua e un calderone. Accendono un fuoco di legna abbondante dopo aver riempito le cucurbite con rose o con borragine (lis…n aÅ-Åawr) o fiori di b…n55 o fiori d’arancio o anemoni o indivia o chiodi di garofano coltivati a Damasco dai quali dev’essere distillata l’acqua. E questa è la figura della karka senza calderone né acqua.
51
Letteralmente “alambicco, storta”.
52
Rid…‘a, letteralmente “inibizione, freno”, a indicare il recipiente che “frena” la colata del liquido
risultato della distillazione. 53 Letteralmente “otre”. 54 Qumqum o qumquma: si tratta di una bottiglia panciuta e dal collo lungo. 55 Albero appartenente alla famiglia delle leguminose, Guilandina moringa.
24
Figura 6 Foglio 104a del manoscritto di Parigi. A sinistra, il braciere a piombo, a destra, il “vetro della saggezza”.
25
Comprendi questo se Dio l’altissimo lo desidera, ché da lui proviene il soccorso ed Egli solo è sufficiente per noi e uno splendido sollecitatore. Si costruisce un forno a volta per scaldare che somigli a un pozzo capovolto attraverso il quale possano salire le fiamme e il fumo come fosse attraverso un camino. Intorno ad esso viene costruito un muro di modo che il tutto sembri come formato da due cerchi concentrici. Tra il muro e la volta vengono poste le cucurbite di vetro, il fondo di queste poggia contro la volta, mentre i colli fuoriescono all’esterno del muro. Tra le cucubite si praticano dei fori lungo la volta (camino) attraverso i quali possano entrare e circolare il calore e il fumo sotto le cucurbite, di modo che esse possano essere scaldate a seconda del bisogno. La costruzione della volta, del muro e delle cucurbite prosegue finché non raggiunge l’altezza di un uomo. Si copre quindi lo spazio tra volta e muro e allo stesso tempo si costruisce il tetto della volta, cioè il camino a collo di bottiglia, e si scalda con la legna e nient’altro. Per quanto riguarda la cosiddetta acqua al-Bayt™t† viene prodotta nella fornace delle rose e nel braciere di piombo. Questa viene costruita a forma di una piccola torre con due comparti. Nel primo viene acceso un fuoco di carbon fine e altro combustibile, nel secondo, sopra di esso, si pone legna abbondante. Ha molti fori che permettono al fumo e al calore di salire verso le cucurbite, il numero delle quali è quattro, tre o meno. Il braciere di piombo viene costruito usando uno stampo in terra come si vede nella figura. I greci lo chiamano uÅ…l. Ha un coperchio che è il suo alambicco,56 a volte questo coperchio è fatto di vetro e a volte di piombo. Quando è pronto, si pone sotto di esso uno strato di sale e terriccio duro, poi si accende il fuoco al di sotto e l’acqua di rose comincia a distillare regolarmente, di bel colore, limpida e di gradevole profumo. Per quanto riguarda il zuº…º al|ikm† (vetro della saggezza, “bagno d’acqua”) fa parte degli strumenti dei greci e dei saggi. La causa della distillazione non è altro che il vapore dell’acqua portata a bollore al di sotto di esso. Ecco un disegno che la rappresenta. Le rose che vengono prodotte ad al-Mazza vengono esportate in tutti i paesi meridionali, in ðiº…z e oltre. Contemporaneamente le rose di alMazza vengono esportate in India, Sind, Cina e anche oltre. Laggiù le chiamano semplicemente fiori.
Il primo apparecchio descritto da al-Dimašq† è abbastanza sicuramente un forno scaldato dal vapore dell’acqua presente nel calderone. La figura 4, che presenta una visuale dall’alto, 56
Cfr. il volume precedente nella stessa serie a cura di S. Musitelli.
26
probabilmente rappresenta uno degli strati di canna di Persia “fresca e resistente” con le cucurbite inserite lungo il perimetro alternate a fori di ventilazione. Tenendo conto delle immagini e della descrizione dell’autore, proponiamo una nostra ricostruzione della karka:57
La seconda fornace senz’acqua, secondo Forbes,58 può essere descritta come un bagno di aria calda magnificato, poiché scalda direttamente le cucurbite. Per quanto riguarda la fornace di rose, il fatto che abbia un coperchio in piombo pone alcuni problemi in relazione alla possibilità di utilizzarlo con cucurbite di vetro. In tal senso lo strato di sale e terriccio potrebbe costituire una sorta di protezione. Il braciere di piombo sembra essere un piccolo forno per la distillazione di quantità limitate di acqua di rose; come si evince dal disegno, permette la distillazione con una cucurbita alla volta e viene considerato utilizzabile solamente da mani esperte, data la sua struttura. Gli apparecchi per la distillazione descritti da al-Dimašq† verranno riutilizzati, perfezionandoli, nei laboratori dei chimici del XV secolo.
57 58
Il disegnodella karka è di Marina Schoenstein. Forbes, op. cit., p. 52.
27
Ibn al-‘Aww…m59 Kit…b al-fil…|a, Il Libro dell’Agricoltura Poco ci è noto dell’autore del Libro dell’agricoltura, Ab™ Zakariyy… Ya|yà ibn Mu|ammad ibn A|mad ibn al-‘Aww…m. Di lui sappiamo che fu uno degli agronomi più popolari del XII secolo nella Spagna musulmana e precisamente a Siviglia, città di cui era originario. La sua opera si inserisce in un insieme di trattati di agricoltura apparsi tra l’XI e il XII secolo nella penisola iberica, e dunque durante il periodo dei reyes de taifa e dei successivi governatori Almoravidi. Siviglia costituiva a quel tempo uno dei centri principali di questa letteratura, insieme a Cordova, Toledo, Granada e, in minor misura, Almeria, letteratura che annovera fra i titoli principali opere come il Kit…b al-muqni‘ (Libro convincente) di Ibn ðall…º,60 il Kit…b al-qasd wa al-bay…n (Libro dello scopo e della spiegazione) di Ibn Bass…l,61 il Kit…b zahr albust…n wa nuzhat al-aØ|…n (Libro dei fiori del giardino e della passeggiata dello spirito) di Al-TiÐnar†62 e, appunto, il Libro dell’Agricoltura. L’opera, pubblicata una prima volta in traduzione tra il 1864 e il 1867,63 fornisce numerose informazioni, oltreché sull’argomento specifico del titolo, anche sui progressi degli studi medici, farmacologici e botanici del periodo, e si occupa altresì del crescente urbanesimo con i problemi di sicurezza alimentare ad esso collegati non disdegnado gli aspetti giuridici ed economici legati all’esercizio sistematico dell’agricoltura. Coerentemente con la concezione del tempo, inoltre, accosta considerazioni di carattere eminentemente scientifico ad altre di inclinazione magico-astrologica, inserendo nella trattazione anche i tratti indispensabili a colui che si voleva sapiente nell’islam medievale, cioè a dire una vasta conoscenza teologica e letteraria.64 Di seguito riportiamo la traduzione dei capitoli inerenti la distillazione. Capitolo XXX
59
Per notizie su Ibn al-‘Aww…m si veda G. S. Colin, voce fil…|a, sezione “Muslim West” in EI, op. cit. e M. El Faïz, “Introduction” in Ibn Al-‘Aww…m, Le Livre de l’Agricolture, Kitâb Al-Filâha, Actes Sud Sindbad, Paris 2000, pp. 9-40. 60 Ibn ðall…º al-Išb†l†, Kit…b al-muqni‘ f† al-fil…|a, edizione a cura di ßir…r e Ab™ Safiyya, Aš-šur™k, ‘Amm…n 1988. 61 Ibn Bassâl, Libro de agricoltura, edizione e traduzione di J.-M. Millas Vallicrosa et M. Aziman, Tetouan 1955. 62 Un manoscritto dell’opera di Al-TiÐnar†, a tutt’oggi non pubblicato, è presente negli Archivi della Biblioteca Centrale di Rab…t, Marocco, con il numero D1260. 63 Ibn Al-‘Awwâm, Livre de l’agricolture, edizione e traduzione di J.-J. Clément-Mullet, Paris 18641867, 3 voll. 64 Oltre a quanto già citato si vedano sulle origini della concezione dell’agricoltura in Andalus: T. Fahd, Livre de l’Agricolture nabatéenne, Institut Français de Damas, Damas 1995 e 1998, 2 voll. M. El Faïz, Agronomie de la Mésopotamie antique, Brill, Leiden 1995; ------, Les jardins historiques de Marrakech, Edifir, Firenze 1996.
28
Articolo 4
Modo di distillare l’acqua di rose, di toglierle il sapore di fumo quando ne è affetta; procedimenti per renderla pura, darle del profumo; modo di raffinarla in tutti i casi in cui si è verificata un’alterazione di qualità secondo il trattato di Zahr…w† e altri. Preparazione dell’acqua di canfora. Zahr…w†65 afferma, nel suo trattato, che vi sono molti modi di procedere a questa distillazione. Uno di questi procedimenti consiste nel distillare l’acqua con l’aiuto di fuoco di legna o di carbone (distillazione a bagno maria), un altro nell’operare senz’acqua, sempre con fuoco di legna o carbone. La distillazione senz’acqua e a fuoco di legna è praticata dalla maggioranza di coloro che si dedicano a questa pratica. Il prodotto ottenuto scaldando a legna ha un profumo meno penetrante di quello ottenuto dal riscaldamento a carbone. Ecco, in sunto, come si procede alla distillazione ad acqua e fuoco; è il metodo seguito dalla gente dell’‘Ir…q, lungo e dispendioso. Si prende un calderone di rame, di forma simile a quella che utilizzano i tintori, e lo si pone su un forno accostato a un muro, come quelli dei bagni. Si predispone all’esterno un passaggio per il fumo, per prevenire l’alterazione che questo potrebbe causare all’acqua di rose. Si riempie d’acqua la pentola, ne si copre l’apertura con un disco formato da listelli di legno legati insieme. In questo disco si praticano delle aperture che riceveranno le ampolle (al-bu¥™n). Queste ampolle saranno di vetro come gli alambicchi. Le si fissa in questi buchi tenedole in sospeso nell’acqua, di modo che non entrino assolutamente in contatto con le pareti del calderone. Per assicurarne la solidità, il punto di ingresso viene tamponato con stracci di cotone, lo stesso avviene nel punto in cui si adatta l’alambicco. Si riempie l’ampolla di petali di rose fresche e il calderone d’acqua pura. Sotto si accende il fuoco, che viene mantenuto vivace con del legname secco o un combustibile analogo, fino a che l’acqua non comincia a bollire e determina la distillazione. Allora si chiude la porta del forno e si lascia agire la distillazione fino a che non sia completamente terminata. Se accade che non si riesca a procurarsi delle cucurbite, né degli alambicchi in vetro, li si può prendere anche in terracotta ben verniciata. Si fissano, anch’essi fermamente, dei recipienti, qaw…bil. Si tratta dei vasi nei quali l’acqua di rose defluisce durante l’operazione. Quando la distillazione è terminata si tolgono i petali di rosa disseccati che vengono sostituiti da altri freschi, e si continua fino a quando il lavoro non è terminato, cioè fino a quando non è esaurita la scorta di rose. Bisogna sempre avere a portata di mano un vaso colmo di acqua calda con la quale poter riempire il calderone tutte le volte che la quantità d’acqua diminusice (e che il livello si abbassa). Fa’ attenzione soprattutto a non usare mai acqua fredda, il vaso di vetro si romperebbe e la distillazione andrebbe persa. Sappi che l’acqua di rose ottenuta dalla
65 Si tratta di Abulcasis, noto come Az-Zahraw† dal nome della città in cui nacque, Zahra, nei pressi di Cordova, noto in occidente soprattutto per i suoi testi di medicina.
29
distillazione di rose selvatiche “crude” e senza alcuna cura nell’annaffiamento, ha un profumo più penetrante di quella ottenuta dalla rosa coltivata nei giardini.
Metodo per operare senz’acqua scaldando a carbone o a legna secca (cioè a fuoco crudo) Costruisci un forno quadrato, rettangolare o rotondo, secondo quanto è possibile, e in proporzione al numero di vasi da installare. L’altezza del forno sarà uguale a quella di due ampolle poste una sopra l’altra. Quest’altezza sarà suddivisa in due parti distinte ben separate orizzontalemnte. Si copre la parte superiore con una volta (qab™) perforata, di modo che vi si possano sistemare i vasi o ampolle. Questi vasi riposeranno su questa piattaforma che costituisce la divisione mediana dell’altezza del forno. Le aperture saranno là dove verranno poste le cucurbite. Tra ogni ampolla ci sarà una distanza di quattro dita. Non lasciare nella parte superiore del forno (la tavola attraversata dal collo dell’ampolla) nessuna apertura da cui possa passare l’aria. Apri nella parte o sezione inferiore del forno una porta, attraverso la quale introdurre la legna, al lato opposto ci sarà un camino dal quale uscirà il fumo. Le ampolle, per quest’operazione, devono essere d’argilla, di pietra o di una terra qualunque che resista al fuoco. Quando la costruzione in mattoni del forno è ben secca, esente da qualunque fessura, introduci le rose nelle ampolle, mettici sopra gli alambicchi in modo che stiano ben saldi poi accendi il fuoco nel forno. Quando tutta la struttura è ben calda, e la distilliazione è cominciata e l’acqua di rose comincia a fluire nei recipienti, che sono i vasi disposti al di sopra dei tubi che hanno la loro apertura negli alambicchi e che sono destinati a permettere il passaggio dell’acqua di rose, nel corso dell’operazione chiudi la porta del forno lasciando sempre libero il passaggio del fumo. Lascia quindi la struttura a se stessa fino a che il lavoro non sia completamente terminato. Togli dai vasi i residui di rose distillate, asciugane con cura l’interno con uno straccio pulito inumidito fino a che l’acidità della rosa non sia scomparsa, altrimenti quella che distillerai in seguito avrà il gusto del fumo. Riprendi l’operazione fino a che non avrai soddisfatto il tuo bisogno. Il metodo è lo stesso quando al posto della legna si utilizza il carbone. L’alambicco dev’essere sistemato di modo che sia stabile e adattato con la più grande cura, di modo che non esista il minimo spazio tra esso e la cucurbita che penetra al suo interno. Per ottenere questo risultato, poni intorno alla cucurbita un pezzo di stoffa di lino pulito, di modo che penetri nell’alambicco nel punto in cui è solidamente fissato senza che alcun vapore possa fuoriuscire dal punto di congiunzione delle due parti. L’alambicco della cucurbita avrà una leggera inclinazione di modo che il tubo adattato all’alambicco sia rivolto verso il recipiente, cosa che faciliterà la distillazione. Alcuni preferiscono un alambicco spesso poco elevato, cosa che ne aumenta la capacità. La cosa migliore è che sia di spessore medio: si riconosce al tatto il grado di calore. Quando quest’ultimo è intenso e si manifesta alla sommità dell’alambicco, ha raggiunto il limite migliore e più vantaggioso. In effetti, un buon grado di calore procura un’acqua di rose con tutto il suo flegma; un calore tiepido allunga l’operazione
30
e causa dispersione del flegma dell’acqua di rose attraverso il fuoco, per questo un fuoco moderato è (senza contraddizioni) ciò che v’è di meglio. Vi sono alcuni praticanti che raccomandano di non costruire il forno destinato alla distillazione di acqua di rose o altro nel cortile dell’abitazione, ma di porlo in una costruzione spaziosa, poiché l’aria che colpisce l’apparecchio interrompe la vaporizzazione. Altri sostengono che i petali di rosa trattati adeguatamente e regolarmente rendono nella distillazione metà del loro peso in essenza. Altri ancora affermano che è provato che quattro parti di rose rendono tre parti di essenza in peso. Il rendimento dipende del resto dalla buona condizione della rosa e dal suo profumo e dall’intelligenza di colui che conduce il lavoro: anche le buone condizioni del vaso sono molto importanti.
Altro metodo di distillazione più breve, per coloro che desiderano solo una piccola quantità di acqua di rose Si prende un calderone di rame, lo si riempie d’acqua, lo si posa su un forno a portata di mano, si adatta sull’apertura un coperchio piatto formato da lastre nel quale in precedenza sono stati praticati uno o più fori destinati a ricevere una o due o tre cucurbite, a seconda dell’ampiezza del calderone di rame. Queste cucurbite dovranno essere di vetro, saranno sospese nell’acqua senza toccare assolutamente le pareti del calderone e fissate saldamente. Vengono introdotte nei buchi fino al punto in cui si ingrossano. Se le cucurbite non si adattono bene al foro le si circonda, nel punto in cui sono in contatto con il foro, con un pezzo di tela di lino per assicurarne l’immobilità. Lo stesso si pratica per fissare l’alambicco sopra le cucurbite. Dopo aver introdotto i petali di rosa, si accende il fuoco sotto il calderone sia con della legna che con del carbone e si porta l’acqua a ebollizione, a quel punto si avrà la distillazione dell’acqua di rose che regolerete alla bisogna, una, due volte o a piacere.
Altro procedimento per la distillazione dell’acqua di rose in vasi di terra, al-q…d™s o al-ba¥™n, chiamati cucurbite Seguento alcuni praticanti tra i più abili, le regole più sicure per la costruzione dei forni sono le seguenti: i migliori sono quelli nei quali sono state disposte sedici o venticinque cucurbite. Si costruisce un quadrato perfetto e non un quadrato oblungo. Se si desidera sistemare sedici cucurbite si avranno quattro file, ognuna di quattro cucurbite; se queste sono venticinque si avranno cinque file di cinque cucurbite ciascuna. Queste cucurbite vengono disposte in file dritte che partono diagonalmente e si incontrano al centro del forno. Verso il centro del forno è anche possibile, nella metà interna, praticare un arco o una volta, al di sopra si dispongono delle sbarre sottili quadrate in ferro battuto. È quel che v’è di migliore, più adatto e più pulito. Quando le sbarre sono fissate le une alle altre e formano una superficie piana vi si stende sopra uno strato di gesso passato al setaccio di crine e stemperato nell’acqua, dando a questo strato lo spessore di un dito. Quando il gesso è secco si sparge sopra di esso uno strato un po’
31
più spesso di sale. Tra il suolo e l’installazione delle sbarre sopra gli archi dev’esserci una distanza di due spanne66 né più né meno. Le aperture del forno avranno la larghezza di una spanna67 e formeranno un’ogiva che avrà la punta rivolta verso l’interno fino a un terzo; è una forma persiana; 68 saranno lisce, l’altezza sarà uguale a quella della griglia o inferiore di due dita. La parte superiore del forno, che deve sopportare le cucurbite, sarà consolidata per mezzo di tre sbarre di ferro incrociate fra loro. Al di sopra si dispone una tavoletta perforata di buchi proporzionati alla misura delle cucurbite. Devono essere sistemate in modo che siano sospese secondo una certa propozione, in modo che le due linee più vicine all’orlo della cucurbita siano sollevate di tre dita al di sopra della griglia, la terza linea lo sarà di due dita e la quarta solamente dello spessore di un dito. Le cucurbite poste agli angoli scenderanno sulla griglia, con la quale saranno a contatto. Questa disposizione è la migliore che si possa fare, permetterà di trovare recipienti proporzionati alla quantità di acqua di rose che si vorrà distillare. Per forni grandi bisogna praticare delle aperture grazie alle quali sia possibile attivare la combustione e regolare il corso della “cottura delle rose”. Ecco come si procede all’installazione delle cucurbite nelle piattaforme forate dei forni. Si riempiono di gesso gli interstizi che possono esistere tra la cucurbita e la tavola o la griglia di canna. Ciò fatto, si ricopre con cura la parte superiore del forno, lo spazio fra le cucurbite e infine l’intera superficie del forno, con uno strato di gesso passato al setaccio di crine e sciolto nell’acqua, di modo che non rimanga il più piccolo interstizio attraverso il quale possa passare il fumo o il vapore: Le cucurbite non devono essere troppo vicine, tra una e l’altra dev’esserci mezza spanna di distanza 69 o un po’ di più. Queste cucurbite avranno due spanne70 di altezza e saranno sormontate da un collo che supera la superficie ricoperta di gesso e la parte superiore del forno di un terzo di spanna,71 non meno; se sormontano di più, ancor meglio. L’interno della cucurbita deve essere liscio e perfettamente compatto, dev’essere verniciato. L’alambicco della cucurbita avrà la forma di un manico, il canaletto avrà lo spessore di un dito, non meno, non dev’essere troppo stretto. Gli orifizi saranno ben arrotondati e uniti, altrimenti l’alambicco non entrerebbe bene nella cucurbita, il vapore fuoriuscirebbe e si avrebbe una perdita di acqua di rose. Il coperchio sporgerà dai bordi in modo da prendere la forma della metà superiore di una campana. Tutta l’acqua della distillazione si raccoglierà nel canaletto e defluirà per mezzo dell’alambicco che è il tubo (serpentina) adattato al coperchio. Dev’essere molto liscio, ben attaccato e verniciato. Dev’esserci anche un po’ di vuoto nel quale poter introdurre il dito per farlo girare tutto intorno. Il buco attrvaerso il quale fluisce l’acqua di rose dev’essere perfettamente unito. La 66
(0, 462 m). (0, 231 m). 68 La descrizione corrisponde a quella dell’ “apparecchio per la distillazione” rappresentato da alDimašq†, in particolare alla Figura 6. 69 (0,115 m) 70 (0,462 m). 71 (0,077 m). 67
32
bocca del coperchio dev’essere perfettamente rotonda per poter calzare perfettamente senza lasciare il minimo interstizio che permetta al vapore di fuoriuscire. Il bordo esterno dell’alambicco darà spesso un dito; se fosse più spesso potrebbe rompersi quando lo si pone sulla cucurbita. I ricettori, che sono dei recipienti nei quali flusice l’acqua di rose, devono essere ampi sul fondo e restringersi verso l’imboccatura, di modo che la serpentina possa penetrarvi e restare salda. Questa disposizione assicura la conservazione dell’acqua di rose e la qualità dell’aroma. Si pongono questi recipienti su una pietra sufficientemente larga di modo che possano essere posti abbastanza lontano per non ricevere il calore del forno poiché, se venissero riscaldati, assorbirebbero l’acqua di rose. I cordoni per tamponare saranno di lino dolce e verranno avvolti una volta o due all’orlo della cucurbita. Poi, al di sopra, si applica l’alambicco e lo si spinge di modo da fissarlo saldamente senza lasciare alcun vuoto. Per introdurre le rose nelle cucurbite si procede nel modo seguente: se sono fresche, cominciano appena ad appassire, le si depone dolcemente senza schiacciarle, ma se sono secche, e se ne devono distillare molte, le si schiaccia all’inizio nelle cucurbite verso il centro, a partire da qui verso l’alto le si depone senza pressare. Le cucurbite poste agli angoli saranno meno cariche delle altre, perché il fuoco è più vivace al centro. Per sapere se il calore è al punto giusto si pone la mano sull’alambicco verso la serpentina e se il caldo è tale che non ve la si può lasciare e l’acqua di rose è ai due terzi della capacità del ricettore, in questo caso il calore è adeguato, non si deve far altro che regolare il fuoco e renderlo uguale al centro e agli angoli. A quel punto si chiude la porta del forno con dell’argilla e si lasciano le cose come sono fino a sera. Se il forno è troppo caldo l’acqua di rose è alterata e diventa acida, marcisce, e perde il suo colore e il suo profumo. Bisogna stare attenti a che ciò non accada. Seguite con cura il procedimento. Osservate il liquido che fluisce nei ricettori, per impedire che fluisca troppo rapidamente introducete la mano nella cucurbita fino alle rose, se notate che hanno già perso acqua va bene, altrimenti, se notate un eccesso d’acqua, aumentate il fuoco secondo necessità. Se per caso nel forno c’è del fumo, praticate un’apertura nella parte superiore vicino alla griglia affinché fuoriesca, e, quando è uscito, richiudete l’apertura. Il giorno dopo, si estraggono dalle cucurbite i residui della distillazione Si puliscono le cucurbite con cura, sfregandole bene con uno straccio intriso d’acqua. Si può praticare una distillazione di giorno e una di notte, fare cioè due “infornate” in ventiquattr’ore. Fate molta attenzione a che il fumo non sia presente, non abbiate paura di affaticarvi lavando con la più grande cura le cucurbite, gli alambicchi e i recipienti, né di asciugarli con un panno umido, bianco e pulitissimo. Se non fate attenzione a questi aspetti la seconda distillazione darà un’acqua maelodorante. La distillazione è avvenuta bene quando i residui sono neri verso il fondo della cucurbita e di colore rosso nella parte superiore. [...]
Modo per profumare l’acqua di rose alla canfora, al garofano, allo zafferano, al muschio sia singolarmente che mescolate secondo il gusto secondo Zahr…w† e altri
33
Si prende una parte degli aromi che si desiderano e la si mette in dieci parti di acqua di rose, si effettua la distillazione in una cucurbita con il suo alambicco scaldando a fuoco di carbone senza fumo, secondo il metodo descritto in precedenza. Se si vogliono utilizzare nuovamente queste sostanze aromatiche le si introduce nell’acqua di rose purissima, si effettua la distillazione, si tolgono gli aromi, li si fa seccare perché possano servire un’altra volta. L’essenza fornita da questi aromi, utilizzata allo stato solido, è meno forte che se la si usa dopo averla ridotta in polvere. Se queste sostanze aromatiche vengono distillate con acqua pura si ottiene un buon risultato. Tratteremo del modo di distillare ciascuna di queste sostanze in capitoli distinti. Se si desidera distillare dell’acqua di rose al muschio, si prendono due ratl72 di acqua di rose di buona qualità, un miÅq…l73 di muschio. Le due sostanze vengono mescolate e si lasciano riposare un giornoe una notte in un vaso di vetro. Si effettua la distillazione a bagno maria in una cucurbita di vetro immersa in un vaso di rame, secondo le indicazioni fornite in precedenza; Il liquido ottenuto viene chiuso in un vaso la cui imboccatura verrà sigillata ermeticamente. Questo profumo è uno dei due di cui fanno uso i re. Viene anche mescolato alle tinture utilizzate per le stoffe sulle quali si agisce a freddo e la stoffa ne esce impregnata del profumo del muschio. [...]”74
72 I pesi e le misure variano nel mondo arabo medievale da un paese all’altro e da una regione all’altra e risulta pertanto difficile fornire un valore esatto dei pesi e delle misure usati. Tuttavia il dirham e il miÅq…l erano i più utilizzati, corrispondenti, all’incirca il primo a 3,125 grammi circa e il secondo a 4,46 grmmi circa. Il ratl corrisponde a 130 dirham e quindi a 406,25 grammi circa. Due ratl pertanto sono pari a (812,50 g). Per i pesi e le misure abbiamo fatto riferimento a La médicine aux temps des califes, Institut du Monde Arabe, Paris 1996, p. 89. 73 (4,46 g). 74 Ibn Al-‘Aww…m, Le Livre de l’Agricolture , op. cit., pp. 797-809.
34
Ab™ Y™suf Ya‘q™b ibn Is|…q Al-Kind†
Kit…b k†my…’ al-‘i¥r wa at-ta¡‘id…t Il trattato di al-Kind†, Libro della chimica dei profumi e della distillazione, raccoglie 107 ricette per realizzare olii essenziali, balsami e acque aromatiche, e per produrre succedanei o falsificare spezie costose 75 e costituisce un’interessante panoramica dell’industria del profumo e delle spezie dell’epoca abbaside.76 Le ricette possono essere distinte in tre gruppi: ricette per sostituire determinate spezie, ricette per oli essenziali e, infine, distillazione di acque aromatiche. Del testo arabo, pubblicato nel 1948, traduciamo le parti relative alla distillazione interessanti per le informazioni che forniscono su piante utilizzate, pesi e misure e utilizzo dei prodotti ottenuti.77
ﻛﺘﺎﺏ ﻛﻴﻤﻴﺎﺀ ﺍﻟﻌﻄﺮ ﻭﺍﻟﺘﺼﻌﻴﺪﺍﺕ 75
La falsificazione dei prodotti distillati era pratica diffusa. Un altro autore che si è occupato di distillazione, Zayn al-D†n ‘Abd ar-Ra|m…n ibn ‘Umar ibn Ab™ Bakr al-Dimašq† al-›awbar†, nel suo Kit…b al-mu²t…r f† al-asr…r wa hatk al-asr…r (Il Libro della scelta dei segreti e del loro disvelamento), testo nel quale presenta, in diversi settori, i diversi modi di ingannare il prossimo, nel capitolo dedicato agli speziali descrive un metodo per distillare un’acqua di rose “falsificata”. Si veda A. al-Djawbarî, Le voile arraché. L’autre visage del l’Islam, 2 voll., Phébus, Paris 1979, vol. I, pp. 234-235. 76 Su al-Kind†, oltre a EI, op. cit., si veda U. Rudolph, La filosofia islamica, op. cit., pp. 15-21. 77 Resterebbe da realizzare nella pratica almeno alcuni dei prodotti suggeriti da al-Kind†.
35
ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻷﺗﺮﺝ ﻳﻘﺸﺮ ﻗﺸﺮﻩ ﺍﻷﻋﻠﻰ ،ﺃﺻﻔﺮ ﻛﺎﻥ ﺍﻭ ﺃﺧﻀﺮ ،ﰒ ﺗﺮﺿﻪ ﰲ ﻓﻨﺠﺎﻥ ﰒ ﺗﺮﺿﻪ ﰲ ﻓﻨﺠﺎﻥ ﰒ ﺗﺼﲑﻩ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪ ﻛﻤﺎ ﻗﻠﻨﺎ ﳚﺊ ﺟﻴﺪﺍ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﺘﻔﺎﺡ ﺗﺄﺧﺬ ﺍﻟﺘﻔﺎﺡ ﺍﻟﺸﺄﻣﻰ ﻓﺘﻘﻄﻌﻪ ﻭﺗﺮﻣﻰ ﲜﻮﻓﻪ ﰒ ﺗﻘﺴﻤﻪ ﰲ ﻓﻨﺠﺎﻥ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﻭﺍﻟﺘﺪﺑﲑ ﻭﺍﺣﺪ ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻵﺱ ﺗﺄﺧﺬ ﺃﻃﺮﺍﻑ ﺍﻵﺱ ﺍﻟﻐﺾ ﻓﺘﺨﺮﻃﻪ ﻭﺗﺪﻗﻪ ﰲ ﻓﻨﺠﺎﻥ ﻭﺗﺮﺵ ﻋﻠﻴﻪ ﺷﻴﺌﺎ ﻣﻦ ﻣﺎﺀ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﻛﻤﺎ ﻗﻠﻨﺎ ﳚﺊ ﺟﻴﺪﺍ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ .ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﳌﺮﺯﳒﻮﺵ ﲣﺮﻃﻪ ﻣﻦ ﻋﻴﺪﺍﻧﻪ ﻭﺗﺪﻗﻪ ﻭﺗﺪﻳﻘﻪ ﺑﺎﳌﺎﺀ ﻣﺜﻞ ﺍﳋﻄﻤﻰ ﻭﻳﺼﺎﻋﺪﻩ، ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﻟﻨﻤﺎﻡ ﻋﻠﻰ ﻣﺜﻞ ﻫﺬﺍ ﺍﳊﺎﻝ ﺳﻮﺍﺀ ﳚﺊ ﺟﻴﺪﺍ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﳌﺮﻣﺎﺧﻮﺯ ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﳋﲑﻯ ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﻟﺒﻨﻔﺴﺞ ﺗﺪﺑﲑﻫﺎ ﻛﺘﺪﺑﲑ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺳﻮﺍﺀ ﺟﻴﺪﺍ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﻟﺴﻮﺳﻦ ﻭﺍﻟﺰﺭﺟﺲ ﺃﻳﻀﺎ. ﻓﺄﻣﺎ ﻣﺎ ﻛﺎﻥ ﻣﻦ ﺍﳊﺐ ﻣﺜﻞ ﺣﺐ ﺍﻟﺒﺎﻥ ﻭﺣﺐ ﺍﻟﺪﳘﺴﺖ ﻭﻏﲑ ﺫﻟﻚ ﻓﺨﺬ ﻏﻀﺎ ﻓﺪﻗﻪ ﻧﻌﻤﺎ ﻭﺭﺵ ﻋﻠﻴﻪ ﺍﳌﺎﺀ ﻭﺩﻗﻪ ﻭﺍﻋﺼﺮﻩ ﻭﺧﺬ ﻣﺎﺀﻩ ﻭﺻﺎﻋﺪﻩ ﻛﻤﺎ ﻭﺻﻔﻨﺎ .ﻭﺇﻻ ﺇﻥ ﺷﺌﺖ ﻓﺪﻕ ﺃﻱ ﻫﺬﻩ ﻛﺎﻥ ﻣﺎ ﺍﳊﺐ ﺃﻋﲎ ﺩﻗﻪ ﻧﻌﻤﺎ ﻭﺃﺣﻴﻠﻪ ﺑﺎﳌﺎﺀ ﻭﻏﻤﻪ ﻟﻴﻠﺔ ﻭﺻﺎﻋﺪﻩ ﻣﻦ ﺍﻟﻐﺪ ﻭﻛﺬﻟﻚ ﻛﻞ ﻣﺎ ﻧﺬﻛﺮﻩ ،ﻭﱂ ﻧﺴﻤﻪ ﻣﻦ ﺍﻟﻌﻄﺮ ﻭﺍﻷﻓﻮﺍﻩ ﻭﻏﲑ ﺫﻟﻚ ﻓﺈﻥ ﺍﻟﺘﺪﺑﲑ ﻭﺍﻟﻌﻤﻞ ﻓﻴﻪ ﻭﺍﺣﺪ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ.
ﺻﻨﻌﺔ ﺍﻟﺘﺼﻌﻴﺪ ﰲ ﺍﻟﺮﻃﻮﺑﺔ ﻭﻏﲑ ﺫﻟﻚ ﻭﺻﻨﻌﺔ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺍﻷﻧﺒﻴﻖ ﻭﺻﻮﺭﺎ
78
Abbiamo omesso i disegni.
36
78
ﻓﺎﺫﺍ ﺃﺩﺧﻠﺖ ﻣﺎ ﺃﺭﺩﺕ ﳑﺎ ﺫﻛﺮﻧﺎ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ،ﻓﺮﻛﺐ ﺍﻷﻧﺒﻴﻖ ﻋﻠﻰ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺷﺪ ﻭﺻﻞ ﺑﻴﻨﻪ ﻭﺑﲔ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﺑﻌﺼﺎﺑﺔ ﻣﻦ ﺧﺮﻗﺔ ﻋﺮﺿﻬﺎ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺻﺎﺑﻊ ﻣﻀﻤﻮﻣﺔ ﺍﻭ ﺍﺻﺒﻌﲔ ﻭﻳﻄﻠﻰ ﺑﺎﳋﻄﻤﻰ ﻃﻠﻴﺎ ﺛﺨﻴﻨﺎ ،ﰒ ﻳﺪﺍﺭ ﻋﻠﻰ ﻒ ﰒ ﻳﺆﺧﺬ ﻗﺪﺭ ﺑﺮﺍﻡ ﺍﻭ ﻓﺨﺎﺭ ،ﻭ ﻳﻜﻮﻥ ﻭﺻﻞ ﻣﺎ ﻭﺻﻞ ﻣﺎ ﺑﲔ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺍﻷﻧﺒﻴﻖ ﻭﻳﺘﺮﻙ ﻗﻠﻴﻼ ﺣﱴ ﳚ ﻗﺪﺭﻫﺎ ﻃﻮﻝ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ،ﻭﺗﺼﺐ ﻓﻴﻬﺎ ﻣﺎﺀ .ﻭﻳﺼﲑ ﰲ ﺃﺳﻔﻞ ﺍﻟﻘﺪﺭ ﺷﺒﻪ ﺍﻟﻄﻮﻕ ﻣﻦ ﺧﺸﺐ ﺗﻮﺿﻊ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻋﻠﻴﻪ ﻭﻳﻜﻮﻥ ﺍﳌﻘﺪﺭ ﻏﻄﺎﺀ ﻣﻦ ﺧﺸﺐ ﻣﻨﻘﻮﺩ ﰲ ﻭﺳﻄﻪ ﺑﻘﺪﺭ ﺳﻌﺔ ﺧﻠﻖ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ،ﻭﻳﻜﻮﻥ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﻐﻄﺎﺀ ﻗﻄﻌﺘﲔ ﺣﱴ ،ﺇﺫﺍ ﻭﺿﻌﺖ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﰲ ﺍﻟﻘﺪﺭ ،ﲨﻊ ﻧﺼﻔﻰ ﺍﻟﻐﻄﺎﺀ ﻋﻠﻰ ﻋﻨﻖ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ،ﻓﻴﺒﻘﻰ ﺍﻷﻧﺒﻴﻖ ﺧﺎﺭﺟﺎ ﻣﻦ ﻏﻄﺎﺀ ﺍﻟﻘﺪﺭ ،ﰒ ﺗﻮﺿﻊ ﺍﻟﻘﺎﺑﻠﺔ ﰲ ﻃﺮﻑ ﺍﻹﺣﻠﻴﻞ ﻓﻴﻬﺎ ﻭﻳﻜﻮﻥ ﻗﺪﺭ ﺍﳌﺎﺀ ﻳﻌﻠﻢ ﻣﺎ ﳚﻌﻞ ﻓﻴﻬﺎ. ﻭﻫﺬﻩ ﺍﻟﺼﻮﺭﺓ ﻭﺇﻥ ﻛﺎﻧﺖ ﺍﻟﻘﺪﺭ ﻭﺇﻥ ﺃﺭﺩﺕ ﺃﻥ ﺗﻌﻠﻖ ﻓﻴﻬﺎ ﺃﺭﺑﻊ ﻗﺮﻋﺎﺕ ﺃﻭ ﺃﻛﺜﺮ ﺃﻭ ﺃﻗ ﹼﻞ ﻓﺎﻟﻌﻤﻞ ﻭﺍﺣﺪ .ﻭﺇﻥ ﻧﻘﺺ ﺍﳌﺎﺀ ﺍﻟﺬﻱ ﰲ ﺍﻟﻘﺪﺭ ﺣﱴ ﻳﻘﺼﺮ ﻋﻨﻪ ﺃﻥ ﻳﻐﻄﻰ ﻣﺎ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻗﺒﻞ ﺃﻥ ﻳﻨﻔﺬ ﲨﻴﻊ ﺍﳌﺎﺀ ﺍﻟﺬﻱ ﻳﻘﻄﺮ ﻓﻴﻬﺎ ،ﻓﺰﺩ ﰲ ﺍﻟﻘﺪﺭ ﻣﺎ ًﺀ ﻻ ﻳﻜﻮﻥ ﺑﺎﺭﺩﺍ ،ﻓﻴﺼﻴﺐ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻓﻴﻜﺴﺮﻫﺎ ﺃﻭ ﻳﱪﺩ ﺍﳌﺎﺀ ﺍﻟﺬﻱ ﰲ ﺍﻟﻘﺪﺭ ﻓﻴﻨﻘﻄﻊ ﺍﻟﻌﻄﺮ .ﺑﻠﻰ ﻳﻜﻮﻥ ﺍﳌﺎﺀ ﺍﻟﺬﻱ ﺗﺼﺒﻪ ﰲ ﺍﻟﻘﺪﺭ ﻣﺎﺀ ﺣﺎﺭﺍ ﺗﺼﺒﻪ ﻣﻦ ﺟﺎﻧﺐ ﺍﻟﻘﺪﺭ ﻻ ﻳﺼﻴﺐ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﰲ ﺣﺎﻝ ﺻﺒﻚ ﻟﻪ ﺍﻟﺒﺘﺔ .ﻓﻬﺬﺍ ﺻﻔﺔ ﺍﻟﺘﺼﻌﻴﺪ ﰲ ﺍﻟﺮﻃﻮﺑﺔ .ﻭﺃﻣﺎ ﺇﺫﺍ ﺃﺭﺩﺕ ﺃﻥ ﺗﺼﺎﻋﺪ ﰲ ﺍﻟﻴﺒﺲ ﻓﻠﺘﻜﻦ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻣﻄﻴﻨﺔ ﺑﻄﲔ ﻗﺪ ﺧﻠﻂ ﻓﻴﻪ ﺯﺑﻞ ﻳﺎﺑﺲ ﻣﻨﺨﻮﻝ ﻭﺷﻌﺮ ﺍﻟﻨﺎﺱ ﻣﻘﺮﺽ ﺻﻐﺎﺭ ﳜﻤﺮ ﻳﻮﻣﲔ ﺍﻭ ﺛﻠﺜﺔ ﻭﻃﻴﻦ ﺑﻪ ﺑﻌﺪ .ﻭﻳﻜﻮﻥ ﻏﻠﻆ ﺍﻟﻄﲔ ﺃﺻﺒﻊ ،ﻭﺗﺒﲎ ﻟﻪ ﻫﺬﺍ ﺍﳌﻮﻗﺪ ،ﻓﺈﻧﻪ ﺃﺟﻮﺩ ﻣﺎ ﺻﻮﻋﺪ ﻓﻴﻪ ،ﻭﻟﺘﻜﻦ ﻧﺎﺭﻩ ﻧﺎﺭ ﻓﺤﻢ ﻣﻌﺘﺪﻟﺔ ﺧﻔﻴﻔﺔ ﻷ ﹼﻥ ﺍﻟﻨﺎﺭ ﺍﳊﺎﻣﻴﺔ ﲢﺮﻗﻪ ﻭﺗﺸﻴﻄﻪ ﻭﺗﻔﺴﺪ ﻗﻮﺗﻪ ﻭﺭﳛﻪ ﻭﻃﻌﻤﻪ .ﻭﻫﺬﻩ ﺻﻮﺭﺗﻪ ﻭﻫﻴﺌﺘﻪ ﻭﻫﻜﺬﺍ ﻳﺼﺎﻋﺪ ﺍﻟﻨﺒﻴﺬ ﰲ ﺍﻟﺮﻃﻮﺑﺔ ،ﻓﻴﺨﺮﺝ ﻋﻠﻰ ﻟﻮﻥ ﺍﳌﺎﻭﺭﺩ .ﻭﻛﺬﻟﻚ ﻳﺼﺎﻋﺪ ﺍﳊﻞ ﺃﻳﻀﺎ ﰲ ﺍﻟﺮﻃﻮﺑﺔ ،ﻓﻴﺨﺮﺝ ﻋﻠﻰ ﻟﻮﻥ ﺍﳌﺎﻭﺭﺩ .ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﳌﺮﻯ ﻳﺼﺎﻋﺪ ﻓﻴﺨﺮﺝ ﻋﻠﻰ ﻟﻮﻥ ﺍﳌﺎﻭﺭﺩ ﺇﻻ ﺃ ﹼﻥ ﻣﻠﻮﺣﺘﻪ ﻳﺬﻫﺐ ﻋﻨﻪ .ﻓﺄﻟﻖ ﻋﻠﻴﻪ ﻣﻠﺤﺎ ﻭﺍﺳﺘﻌﻤﻠﻪ.
37
ﻭﺗﺼﻌﻴﺪ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻓﻬﻮ ﻳﺼﻌﺪ ﻋﻠﻰ ﻭﺟﻬﲔ ﺍﺣﺪﳘﺎ ﻳﻌﻤﻞ ﺑﺎﻟﺒﺼﺮﺓ ﻭﻫﻮ ﺍﻟﺬﻱ ﻳﺴﻤﻰ ﺍﻟﺴﻜﺮ ﻭﻫﻮ ﺍﳉﻴﺪ ﺍﻟﺒﺎﻟﻎ ﺍﻟﺬﻱ ﻻ ﻏﺶ ﻓﻴﻪ ﻳﺆﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﺍﻟﺮﺑﺎﻋﻲ ﺍﳉﻴﺪ ﻣﻦ ﺩﻗﺎﻗﻪ ﻣﺴﺤﻮﻕ ﻧﻌﻤﺎ .ﰒ ﻳﺼﲑ ﰲ ﻗﺪﺡ ﻋﻠﻰ ﺧﻠﻘﺔ ﺍﻟﺒﺎﻃﻴﺔ ﻣﺪﻭﺭ ﺍﻷﺳﻔﻞ ،ﻭﻳﻄﲔ ﺃﻳﻀﺎ ﺑﺎﻟﻄﲔ ﺍﻟﺬﻱ ﻭﺻﻔﻨﺎﻩ .ﻭﻳﺮﻛﺐ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﻋﻠﻰ ﺑﺮﺑﺦ ﻣﻦ ﻃﲔ ﻃﻮﻟﻪ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺷﺒﺎﺭ ،ﻭﻳﻄﺒﻖ ﺣﻮﺍﱃ ﺗﺮﺍﺱ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﻣﻊ ﺭﺃﺱ ﺍﻟﱪﺑﺦ .ﻭﻳﻜﻮﻥ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﻣﻌﻠﻘﺎ ﰲ ﺍﻟﱪﺑﺦ ﻛﻤﺎ ﺗﺮﺍﻩ ﰲ ﺍﻟﺼﻮﺭﺓ .ﰒ ﺗﺼﲑ ﰲ ﺑﺎﻃﻦ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﺍﳌﺴﺤﻮﻕ ،ﻭﻳﻜﻮﻥ ﻋﻴﺎﺭﻩ ﲬﺴﺔ ﻣﺜﺎﻗﻴﻞ ﻓﻘﻂ ،ﻓﻬﺬﺍ ﺃﻛﺜﺮﻩ ﻭﺃﻗﻠﹼﻪ ﺛﻠﺜﺔ ﻣﺜﺎﻗﻴﻞ .ﰒ ﻳﻄﻴﻖ ﻋﻠﻰ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﺟﺎﻡ ﻗﻮﺍﺭﻳﺮ ﺷﺒﻴﻪ ﺑﺎﳌﻘﺒﺐ ﻗﻠﻴﻼ ﻭﻳﻜﻮﻥ ﺍﻟﺘﻘﺒﻴﺐ ﺍﱃ ﺃﺳﻔﻞ ﻋﻠﻰ ﻫﺬﻩ ﺍﻟﺼﻮﺭﺓ ﻭﻳﻄﲔ ﻭﺻﻞ ﺍﳉﺎﻡ ﻣﻊ ﺷﻘﺔ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﻭﻳﻮﺿﻊ ﰲ ﺃﺳﻔﻞ ﺍﻟﱪﺑﺦ ﻧﺎﺭ ﻓﺤﻢ ﻟﻴﻨﺔ ﻳﻜﻮﻥ ﻗﺪﺭﺍ ﻭﺍﺣﺪﺍ .ﻓﺈﻧﻪ ﻳﺮﺗﻔﻊ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻭﻳﻠﺼﻖ ﰲ ﺃﺳﻔﻞ ﺍﳉﺎﻡ ﻛﺄﻧﻪ ﺳﻜﺮﺓ ﺑﻴﻀﺎﺀ ،ﻳﺒﻘﻰ ﺛﻘﺎﻟﺘﻪ ﺃﺳﻔﻞ .ﻭﺇﳕﺎ ﻳﺼﺎﻋﺪ ﳍﺬﺍ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻣﺎ ﻛﺎﻥ ﺃﺳﻮﺩ ﻭﺃﲰﺮ ﺃﻭ ﻛﻤﺪ ﺍﻟﻠﻮﻥ ﻭﺃﻣﺎ ﺍﻟﺘﺼﻌﻴﺪﺍﺕ ﺍﻷﺧﺮ ﻓﻬﻮ ﺍﳌﻐﺸﻮﺵ ﻭﻫﻮ ﺍﻟﺬﻱ ﲞﺮﻁ ﻣﻨﻪ ﺍﻟﺒﻴﺾ ﻭﺍﻵﻧﻴﺔ ﻳﺆﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﺍﳉﻴﺪ ﺟﺰﺀ ﻭﻣﻦ ﲢﺖ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺟﺰﺍﺀ ﻭﻳﺆﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﺘﻨﻜﺎﺭ ﺍﳌﺒﻴﺾ ﺍﻟﺬﻱ ﻭﺻﻔﻨﺎ ﻋﻤﻠﻪ ﰲ ﺃﻭﻝ ﻛﺘﺎﺑﻨﺎ ﻫﺬﺍ ﰲ ﻋﻤﻞ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﺟﺰﺀ ،ﻓﺬﻟﻚ ﲬﺴﺔ ﺃﺟﺰﺍﺀ ﻳﺴﺤﻖ ﻛﻞ ﻭﺍﺣﺪ ﻭﳜﻠﻂ ﺍﻟﻜﻞ ﺑﺎﻟﺴﺤﻖ ﺃﻳﻀﺎ .ﰒ ﻳﺘﺨﺬ ﻟﻪ ﻣﺜﻞ ﻫﺬﺍ ﺍﳌﺴﺘﻮﻗﺪ ﺍﻟﺬﻱ ﻭﺻﻔﻨﺎﻩ ﺍﻻ ﺃﻧﻪ ﺃﻭﺳﻊ ﻣﻦ ﻫﺬﺍ ﻭﺃﻗﺼﺮ ﲰﻜﺎ ﻋﻠﻰ ﺍﻟﻨﺼﻒ ﻣﻦ ﻫﺬﺍ ،ﺷﺒﻴﻪ ﺍﻟﺘﻨﻮﺭ ،ﻭﻳﺮﻛﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﺃﻳﻀﺎ ﻗﺪﺣﺎ ﻣﺜﻞ ﺍﻷﻭﻝ ﺇﻻ ﺃﻧﻪ ﺃﻭﺳﻊ ﻭﺃﺳﻔﻠﻪ ﻣﺴﻄﻮﺡ .ﰒ ﻳﺼﲑ ﰲ ﻭﺳﻂ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﻗﺪﺡ ﺻﻐﲑ ﻳﻜﺎﺩ ﺭﺃﺳﻪ ﺇﺫﺍ ﻭﺿﻊ ﰲ ﻭﺳﻂ ﻫﺬﺍ ﻛﺎﺩ ﺃﻥ ﻳﻨﺎﻝ ﺭﺃﺱ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﺍﻟﻜﺒﲑ .ﰒ ﻳﺼﲑ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﺍﳌﺪﺑﺮ ﺣﻮﻝ ﻫﺬﺍ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﺍﻟﺼﻐﲑ ﰲ ﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﺟﺎﻡ ﻋﻠﻰ ﺧﻠﻘﺔ ﻧﺼﻒ ﺍﻟﻜﺮﺓ ﻭﻳﻜﻮﻥ ﺟﻮﻑ ﺃﺭﺽ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﺍﻟﻜﺒﲑ ﻛﻤﺎ ﻗﻠﻨﺎ ،ﻭﻳﺸ ﺪ ﺍﻟﻮﺻﻞ ﻭﻳﻜ ﺣﺪﺑﺘﻪ ﺍﱃ ﺃﺳﻔﻞ ﻭﻳﻄﲔ ﺃﻳﻀﺎ ﻭﺻﻠﻬﻤﺎ ﻭﻫﺬﻩ ﺻﻮﺭﺗﻪ ﻭﻣﺜﺎﻟﻪ ﰒ ﺗﻮﺿﻊ ﲢﺘﻪ ﻧﺎﺭ ﻓﺤﻢ ﻗﻮﻳﺔ ﻣﻦ ﻏﺪﻭﺓ ﺍﱃ ﻧﺼﻒ ﺍﻟﻨﻬﺎﺭ ،ﻓﺈﻧﻪ ﻳﺼﻌﺪ ﻭﻳﱰﻝ ﺍﱃ ﺍﻟﻘﺪﺡ ﻭﻳﺘﻌﻘﺪ ﰲ ﺟﻮﻓﻪ ﻛﺎﻟﺒﻴﻀﺔ .ﰒ ﺇﺫﺍ ﻓﺮﻍ ﺑﺮﺩﻩ ﻓﺎﺧﺮﺟﻪ ﻭﺍﺧﺮﻃﻪ ﻣﺎ ﺷﺌﺖ.
38
ﺻﻨﻌﺔ ﺩﻫﻦ ﺍﻟﺸﺎﻫﺴﻔﺮﻡ ﻳﻨﻘﻊ ﻟﻮﺟﻊ ﺍﳌﻔﺎﺻﻞ ﺗﻌﻤﺪ ﺍﱃ ﺍﻟﺸﺎﻫﺴﻔﺮﻡ ﻓﺘﺴﻘﻴﻪ ﺍﳌﺎﺀ ﻣﻦ ﺍﻟﻠﻴﻞ .ﻓﺈﺫﺍ ﺃﺻﺒﺤﺖ ﺟﺮﺭﺗﻪ ،ﰒ ﺧﺮﻃﺖ ﺍﻟﻮﺭﻕ ﻣﻦ ﺍﻟﻌﻴﺪﺍﻥ ﻭﺩﻗﻘﺘﻪ ﻭﻋﺼﺮﺗﻪ ﻭﺃﺧﺬﺕ ﻣﺎﺀﻩ ﰒ ﺗﻌﻤﺪ ﺍﱃ ﺍﻟﺴﻤﺴﻢ ﺍﳌﻘﺸﺮ ﺍﻷﺑﻴﺾ ﺍﻟﺬﻱ ﱂ ﻳﺼﺒﻪ ﻓﻴﻄﺤﻦ ﻭﳜﺮﺝ ﺩﻫﻨﻪ .ﰒ ﺗﺄﺧﺬ ﻟﻜﻞ ﻋﺸﺮﺓ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﻦ ﺩﻫﻦ ﺍﻟﺴﻤﺴﻢ ﻭﻳﺼﺐ ﰲ ﺇﻧﺎﺀ ﻭﻳﻮﻗﺪ ﲢﺘﻪ ﺑﻨﺎﺭ ﻟﻴﻨﺔ ﺣﱴ ﻳﺬﻫﺐ ﺍﳌﺎﺀ ﻭﻳﺒﻘﻰ ﺍﻟﺪﻫﻦ .ﰒ ﻳﺼﻔﻰ ﻭﻳﺮﻓﻊ ﰲ ﺯﺟﺎﺟﺔ ﻭﻟﻜﻞ ﺭﻳﺦ ﰲ ﺍﳉﺴﺪ ﻣﺒﺎﺭﻙ ﳎﺮﺏ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ. ﺃﺑﻮﺍﺏ ﻋﻤﻞ ﺍﻟﺘﺼﻌﻴﺪﺍﺕ ﻣﻦ ﺃﻧﻮﺍﻉ ﺍﻟﻄﻴﺐ ﻭﻏﲑ ﺫﻟﻚ ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﺍﻟﺸﻌﺮ ﻣﺎ ﺷﺌﺖ ﻭﺻﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﻟﻜﻞ ﺃﻭﻗﻴﺔ ﺍﺭﺑﻌﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﺑﺎﻟﺒﻐﺪﺍﺩﻱ ﻣﺎ ًﺀ ﻓﺈﺫﺍ ﺃﺭﺩﺗﻪ ﺃﺟﻮﺩ ﻣﺎ ﻳﻜﻮﻥ ﻓﻴﻜﻮﻥ ﺍﳌﺎﺀ ﻣﺎﺀ ﻭﺭﺩ ﻳﻨﻘﻌﻪ ﻓﻴﻪ ﻣﻦ ﺍﻟﻠﻴﻞ .ﻓﺈﺫﺍ ﻛﺎﻥ ﻣﻦ ﺍﻟﻐﺪ ﺻﲑﺗﺔ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺻﺎﻋﺪﺗﻪ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ .ﳜﺮﺝ ﻛﻠﻪ ﻣﺎﺀ ﻭﺭﺩ ﰲ ﻟﻮﻧﻪ ،ﻭﺭﺍﺋﺤﺘﻪ ﺭﺍﺋﺤﺔ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﺍﳌﺘﻔﺘﻖ ﻋﺠﺐ ﻃﻴﺐ ﺟﺪﺍ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﺃﺧﺮ ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﺍﳌﺴﺤﻮﻕ ﺃﻭﻗﻴﺔ ﻳﻜﻮﻥ ﻣﻦ ﺟﻴﺪﻩ ،ﻭﺗﺄﺧﺬ ﺃﺭﺑﻊ ﺃﻭﺍﻑ ﻋﺴﻞ ﺭﻗﻴﻖ ﺻﺎﰱ ﻭﻣﺜﻞ ﺍﻟﻜﻞ ﻣﺮﺗﲔ ﻣﺎﺀ ﻭﺭﺩ ﻭﻫﻮ ﻋﺸﺮﺓ ﺃﻭﺍﻕ ،ﲣﻠﻂ ﺍﻟﻜﻞ ﻭﻳﺼﺎﻋﺪ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ،ﳜﺮﺝ ﻋﺠﺐ ﰲ ؟ ﻭﻃﻴﺒﻪ ﻛﻠﻮﻥ ﺍﳌﺎﺭﻭﺩ.
ﺗﺼﻌﻴﺪ ﺁﺧﺮ ﻃﺮﻳﻒ ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﺍﳌﺴﺤﻮﻕ ﻣﺎ ﺷﺌﺖ ﻓﺘﻨﺪﻳﻪ ﻣﻦ ﺍﻟﻠﻴﻞ ﺑﺎﳌﺎﺀ ﻭﺗﻐﻤﻪ ،ﰒ ﳜﺮﺟﻪ ﻣﻦ ﺍﻟﻐﺪ ﻭﻫﻮ ﻧﺪﻯ. ﻓﻴﺼﲑﻩ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ .ﳜﺮﺝ ﺭﻳﺢ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﳏﺾ ﻭﻟﻮﻧﻪ ﺃﺑﻴﺾ.
39
ﺗﺼﻌﻴﺪ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﺁﺧﺮ ﺗﺄﺧﺬ ﺭﻃﻞ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﺷﻌﺮ ﺟﻴﺪ ﻭﺗﺼﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﺭﻃﻞ ﻭﻧﺼﻒ ﻣﺎﺀ ﻭﺗﺪﻋﻪ ﻳﻮﻣﻪ ﻭﻟﻴﻠﺘﻪ ﰲ ﺍﳌﺎﺀ ﻭﻳﻜﻮﻥ ﻣﻐﻤﻮﻣﺎ .ﰒ ﺍﻋﻤﺪ ﺇﻟﻴﻪ ﻣﻦ ﺍﻟﻐﺪ ﻓﺎﺩﻟﻜﻪ ﺑﻴﺪﻙ ﻧﻌﻤﺎ ﰒ ﺻﲑﻩ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﻭﺻﻌﺪﻩ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ﳚﺊ ﻋﺠﺒﺎ ﺟﺪﺍ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﲢﻤﻞ ﻋﻠﻰ ﻛﻞ ﺃﻭﻗﻴﺘﲔ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﻣﻨﺎ ﻭﺛﻠﺚ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﻭﻧﺼﻒ ﻣﺜﻘﺎﻝ ﻛﺎﻓﻮﺭ .ﰒ ﺗﺼﲑﻩ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ﳜﺮﺝ ﻋﺠﺒﺎ ﺟﻴﺪﺍ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﺛﺮﻳﺎ ﺑﺎﳌﺴﻚ ﻳﺆﺧﺬ ﺍﳌﺴﻚ ﻓﻴﻔﺮﺵ ﰲ ﺟﺎﻡ ﻗﻮﺍﺭﻳﺮ ،ﻭﻳﺼﲑ ﻓﻮﻗﻪ ﺧﺮﻗﺔ ﺭﻗﻴﻘﺔ .ﰒ ﻳﻔﺮﺵ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﻓﻮﻕ ﺍﳋﺮﻗﺔ ،ﰒ ﻳﺼﲑ ﻓﻮﻕ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﺧﺮﻗﺔ ﺃﺧﺮﻯ ﻭﻳﻐﻢ .ﻭﺇﻥ ﻛﺎﻥ ﺍﻟﻌﻤﻞ ﻛﺜﲑﺍ ﻓﻴﻨﺘﺎﻕ ﻣﺴﻚ ﻓﻮﻗﻪ ﺧﺮﻗﺔ ﻓﻮﻗﻬﺎ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﻭﺧﺮﻗﺔ ﻓﻮﻗﻪ ﻭﻓﻮﻗﻬﺎ ﻣﺴﻚ ﻭﻓﻮﻗﻪ ﺧﺮﻗﺔ ﻓﻮﻗﻬﺎ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ .ﰒ ﻳﻐﻢ ﻣﻦ ﻓﻮﻕ ﺫﻟﻚ ﻛﻠﻪ ﻭﻳﺘﺮﻙ ﺣﱴ ﻳﺄﺧﺬ ﺭﺍﺋﺤﺔ ﺍﳌﺴﻚ ﺟﻴﺪﺍ .ﻓﺈﺫﺍ ﺻﺎﺭ ﻛﺬﻟﻚ ﲨﻴﻊ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﻛﻠﻪ ﰲ ﺇﻧﺎﺀ ﻭﺻﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﺷﻲﺀ ﻣﻦ ﻣﻄﺒﻮﺥ ﺭﳛﺎﱐ ﻻ ﻣﺮﺍﺭﺓ ﻓﻴﻪ ﻭﻣﺎﻭﺭﺩ ﺟﻮﺭﻯ :ﻣﻦ ﺍﳌﻄﺒﻮﺥ ﻭﺍﺣﺪ ﻭﻣﻦ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺍﺛﻨﲔ ﻭﻳﺘﺮﻙ ﻓﻴﻪ ﻗﺪﺭ ﺛﻠﺚ ﺳﺎﻋﺎﺕ .ﰒ ﻳﺼﲑ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﻭﻳﺼﺎﻋﺪ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ .ﳜﺮﺝ ﻣﺎﺀ ﻟﻮﻧﻪ ﻟﻮﻥ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﻭﺭﳛﻪ ﺭﻳﺢ ﺍﳌﺴﻚ ﺍﻷﺫﻓﺮ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﳌﺴﻚ ﻭﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻭﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﳐﺘﻠﻂ ﺑﻌﻀﻪ ﺑﺒﻌﺾ
40
ﺗﺄﺧﺬ ﻣﺜﻘﺎﻟﲔ ﻣﺴﻚ ﻭﻣﺜﻘﺎﻝ ﻛﺎﻓﻮﺭ ﻭﺃﻭﻗﻴﺔ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﻣﺴﺤﻮﻕ ،ﻭﺍﺧﻠﻂ ﺍﳉﻤﻴﻊ ﺑﺎﻟﺴﺤﻖ ،ﰒ ﺧﺬ ﲬﺴﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﺑﺎﻟﺒﻐﺪﺍﺩﻱ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﺟﻮﺭﻱ ﺧﺎﻟﺺ ﻭﺍﺧﻠﻂ ﺍﻷﺧﻼﻁ ﺑﻪ ﻭﺍﺗﺮﻛﻪ ﺛﻠﺜﺔ ﺳﺎﻋﺎﺕ .ﰒ ﺻﲑﻩ ﺍﱃ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﻭﺻﺎﻋﺪ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ﳜﺮﺝ ﺃﺟﻮﺩ ﻣﺎ ﻋﻤﻞ ﻣﻦ ﺍﻟﻄﻴﺐ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﳌﺴﻚ ﻭﺣﺪﻩ ﻋﻴﺎﺭﻩ :ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﳌﺴﻚ ﺍﻟﺼﻐﺪﻯ ﺍﳉﻴﺪ ﺍﻟﺒﺎﻟﻎ ﺩﺍﻧﻖ ﻭﻣﻦ ﺍﳌﺎﻭﺭﺩ ﺍﳉﻮﺭﻯ ﺍﳉﻴﺪ ﺭﻃﻞ ﺑﺎﻟﺒﻐﺪﺍﺩﻱ ﳜﻠﻂ ﺍﳌﺴﻚ ﺑﺎﳌﺎﻭﺭﺩ ﻭﻳﻌﺰﻝ ﺳﺎﻋﺘﲔ ﰒ ﻳﺼﲑ ﺍﱃ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﻭﻳﺼﺎﻋﺪ ﰲ ﺭﻃﻮﻧﺔ .ﳜﺮﺝ ﻣﺎﺀ ﻣﺴﻚ ﺧﺎﻟﺺ ﻋﺠﻴﺐ ﺟﺪﺍ. ﻋﻴﺎﺭ ﺁﺧﺮ ﻣﻦ ﺗﺼﻌﻴﺪ ﺍﳌﺴﻚ ﺗﺄﺧﺬ ﻣﺜﻘﺎﻟﲔ ﻣﺴﻚ ﺟﻴﺪ ﺑﺎﻟﻎ ﻣﺴﺤﻮﻕ ،ﺗﺪﻳﻔﻪ ﰲ ﻣﻨﺎ ﻭﺛﻠﺚ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﺟﻮﺭﻯ ؟ ﰒ ﺗﺼﲑﻩ ﺍﱃ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﻛﺎﻻﻭﻝ ﳚﻰ ﻋﺠﺒﺎ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻏﺎﻳﺔ ﻳﺆﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﺍﻟﺮﺑﺎﺣﻲ ﻣﺜﻘﺎﻝ ﻓﻴﺴﺨﻖ ،ﻭﻳﺆﺧﺬ ﻣﻦ ﲢﺖ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﺃﻭﻗﻴﺔ ﻓﻴﺴﺤﻖ ﻭﳜﻠﻂ ﻣﻊ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻭﻳﺆﺧﺬ ﻣﻦ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺍﳉﻴﺪ ﻣﻨﺎ ﻭﺛﻠﺚ ﺑﺎﻟﺒﻐﺪﺍﺩﻱ ﻭﻳﺪﺍﻑ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻓﻴﻪ ﻳﺼﲑ ﺍﱃ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﻳﺼﺎﻋﺪ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ﳜﺮﺝ ﻣﺎﺀ ﻛﺎﻓﻮﺭ ﻋﺠﺒﺎ.
ﺗﺼﻌﻴﺪ ﺍﳋﻠﻮﻕ ﺍﳉﻴﺪ ﳎﺮﺏ
41
ﺗﺄﺧﺬ ﺧﻠﻮﻗﺎ ﻣﻌﺠﻮﻧﺎ ﻣﻔﺮﻭﻏﺎ ﻣﻨﻪ ﻟﻴﺲ ﻓﻴﻪ ﺩﻫﻦ ﺍﻟﺒﺘﺔ ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻨﻪ ﺃﻭﻗﻴﺔ ﻓﺘﺤﻠﻬﺎ ﰲ ﺃﺭﺑﻌﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﺧﺎﻟﺺ .ﰒ ﲡﻌﻠﻪ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ،ﳜﺮﺝ ﺧﻠﻮﻗﺎ ﰲ ﺭﺍﺋﺤﺔ ﻭﻣﺎﻭﺭﺩ ﰲ ﻟﻮﻧﻪ .ﰒ ﺃﺧﺮﺝ ﺍﻟﺜﻔﻞ ﻭﺻﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﺃﻳﻀﺎ ﻗﺪﺭ ﻧﺼﻒ ﻷﻭﻝ ﻭﺍﺧﻠﻂ ﺑﻪ .ﰒ ﺻﺎﻋﺪﻩ ﺃﻳﻀﺎ ﻓﺈﻧﻪ ﳜﺮﺝ ﻃﻴﺒﺎ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﳋﻠﻮﻕ ﺑﺎﻷﻓﻮﺍﻩ ﻳﺆﺧﺬ ﻗﺮﻧﻔﻞ ﺟﺰﺀ ﻭﺻﻨﺪﻝ ﺟﺰﺀ ﻭﻛﺎﻓﻮﺭ ﺭﺑﺎﺣﻰ ﻧﺼﻒ ﺟﺰﺀ ﻭﺳﻨﺒﻞ ﻧﺼﻒ ﺟﺰﺀ ﻭﻣﻴﻌﺔ ﺭﻃﺒﺔ ﻧﺼﻒ ﺟﺰﺀ ﻭﻟﻜﻞ ﺃﻭﻗﻴﺔ ﻣﻦ ﲨﻴﻌﻬﺎ ﻣﺜﻘﺎﻝ ﻋﻮﺩ ﻫﻨﺪﻱ ﻭﺳﺪﺱ ﻣﺜﻘﺎﻝ ﻣﺴﻚ ﻳﺪﻕ ﺍﻷﻓﻮﺍﻩ ﻭﻳﻨﺨﻞ ﻭﻗﺪ ﺻﲑ ﻣﻌﻬﺎ ﺑﺴﺒﺎﺳﺔ ﺟﺰﺀ ﻭﺟﻮﺯﺑﻮﺍ ﺟﺰﺀ ﻭﻗﺎﻗﻠﺔ ﺟﺰﺀ ﻭﳏﻠﺐ ﻣﻘﺸﺮ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺟﺰﺍﺀ ﻭﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﺻﺤﻴﺢ ﺟﺰﺀ ﻳﺴﺤﻖ ﺍﶈﻠﺐ ﻭﺍﳌﺴﻚ ﻭﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻛﻞ ﻭﺍﺣﺪ ﻭﺣﺪﻩ .ﰒ ﳚﻤﻊ ﺍﻟﻜﻞ ﰒ ﻳﺒﻞ ﲟﻨﺎ ﻭﺛﻠﺚ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﺟﻮﺭﻱ .ﰒ ﻳﺼﲑ ﰲ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﻳﺼﺎﻋﺪ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ .ﳜﺮﺝ ﻋﺠﺒﺎ ﻻ ﻳﺪﺭﻯ ﻣﺎ ﻫﻮ ﻣﻦ ﻃﻴﺒﻪ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻘﺮﻧﻔﻞ ﺟﻴﺪ ﺗﺄﺧﺬ ﺃﻭﻗﻴﺘﲔ ﻗﺮﻧﻔﻞ ﺻﺤﻴﺢ ،ﻻ ﻳﻜﻮﻥ ﻋﺮﻕ ،ﻣﺪﻗﻮﻕ ﻣﻨﺨﻮﻝ ﻭﻭﺯﻥ ﺩﺍﻧﻖ ﻛﺎﻓﻮﺭ ﻣﺴﺤﻮﻕ .ﰒ ﻳﺬﺍﺏ ﰲ ﻣﻨﺎ ﻭﺛﻠﺚ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﺟﻴﺪ ﻭﻳﺬﺭ ﺍﻟﻜﺎﻓﻮﺭ ﻓﻮﻗﻪ ،ﰒ ﻳﺘﺮﻙ ﻳﻮﻣﻪ ﻭﻟﻴﻠﺘﻪ .ﻓﺎﺫﺍ ؟ ﻣﻦ ﺍﻟﻐﺪ ﺻﻮﻋﺪ ﻣﺜﻞ ﺍﻷﻭﻝ، ﳜﺮﺝ ﻣﺎﺀ ﻗﺮﻧﻔﻞ ﻋﺠﻴﺐ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ. ﻋﻴﺎﺭ ﺁﺧﺮ ﻳﺆﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﻘﺮﻧﻔﻞ ﺍﳉﻴﺔ ﺃﻭﻗﻴﺪ ﻭﻳﻀﺮﺏ ﰲ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﺟﻴﺪ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﻛﻤﺎ ﺫﻛﺮﻧﺎ ﰲ ﺍﻷﻭﻝ. ﳜﺮﺝ ﺟﻴﺪﺍ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻘﺮﻧﻔﻞ ﺁﺧﺮ ﻋﺠﻴﺐ
42
ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﻘﺮﻧﻔﻞ ﺍﳉﻴﺪ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺪﻗﻮﻕ ﺃﻭ ﺻﺤﻴﺢ ﻳﺼﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺎﺀ ﻋﺬﺏ ﻭﺗﻌﻤﻪ ﻟﻴﻠﺘﻪ. ﻓﺎﺫﺍ ﻛﺎﻥ ﻣﻦ ﺍﻟﻐﺪ ﻣﺮﺳﺘﻪ ﻭﻋﺼﺮﺗﻪ ﻭﺻﻔﻴﺘﻪ .ﰒ ﺻﺎﻋﺪﺕ ﺫﺍﻙ ﺍﳌﺎﺀ ﻛﻤﺎ ﻭﺻﻔﻨﺎ ،ﳜﺮﺝ ﻏﺎﻳﺔ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﺍﻟﻘﺮﻓﺔ ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﻟﻘﺮﻓﺔ ﺗﺄﺧﺬﻫﺎ ﻓﺘﻔﻌﻞ ﺎ ﻛﻤﺎ ﻓﻌﻠﺖ ﺑﺎﻟﻘﺮﻧﻔﻞ ﻭﻋﻠﻰ ﻋﻴﺎﺭﻩ ﺳﻮﺍﺀ. ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﻟﻘﺮﻓﺔ ﺍﻟﺪﻗﻴﻘﺔ ﻋﻠﻰ ﻋﻤﻞ ﺍﻟﻘﺮﻧﻔﻞ ﺳﻮﺍﺀ ﺍﻻ ﺃﻧﻚ ﺗﻐﻤﻬﺎ ﻳﻮﻣﲔ ﰒ ﺗﺼﺎﻋﺪﻫﺎ ﳚﺊ ﻏﺎﻳﺔ ﻋﺠﺒﺎ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﺴﻨﺒﻞ ﳚﺊ ﻏﺎﻳﺔ ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﺴﻨﺒﻞ ﺍﳌﻨﻘﻰ ﺍﳉﻴﺪ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺪﻗﻮﻕ ﺃﻭ ﻏﲑ ﻣﺪﻗﻮﻕ ﻭﳛﻤﻞ ﻋﻠﻴﻪ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺎﺀ ﻋﺬﺑﺎ ﻭﺗﻐﻤﻪ ﻳﻮﻣﺎ ﻭﻟﻴﻠﺔ .ﰒ ﲤﺮﺳﻪ ﻭﺗﺼﻔﻰ ﺍﳌﺎﺀ ﻭﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﻛﻤﺎ ﻭﺻﻔﻨﺎ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻌﻮﺩ ﲏ ﺃﻭﻗﻴﺔ ﻣﺪﻗﻮﻗﺔ ﻭﺩﺍﻧﻘﲔ ﻣﺴﻚ ﻭﺛﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺎﻭﺭﺩ .ﳜﻠﻂ ﺍﻟﻜﻞ ﻭﻳﺪﻳﺮ ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﻌﻮﺩ ﺍﳍﻨﺪﻱ ﺍﳉﻴﺪ ﺍﻟ ﻣﺜﻞ ﺃﺻﺤﺎﺑﻪ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﺼﻨﺪﻝ ﻳﺆﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﺼﻨﺪﻝ ﺍﻷﺻﻔﺮ ﺍﳉﻴﺪ ﺍﳌﺴﺤﻮﻕ ﺃﻭﻗﻴﺔ ﻳﺬﺍﺏ ﺑﺜﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﻭﺍﻟﺘﺪﺑﲑ ﻭﺍﺣﺪ.
43
ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺍﳉﻴﺪ ﺗﺄﺧﺬ ﻣﻦ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺍﻷﲪﺮ ﻣﺎ ﺃﺭﺩﺕ ﻓﺘﱰﻉ ﺃﻗﻤﺎﻋﻪ ﺃﻋﲎ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺍﻷﲪﺮ ﺍﻟﻐﺾ ﺍﻟﻄﺮﻯ ،ﻭﺍﺳﻂ ﻭﺭﻗﺔ ﻭﺍﺗﺮﻛﻪ ﻗﻠﻴﻼ .ﰒ ﺍﺣﺶ ﺑﻪ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﺍﱃ ﻋﻨﻘﻬﺎ ﻭﺭﻛﺐ ﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﻭﺻﺎﻋﺪﻩ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ .ﻓﺈﻥ ﺃﺭﺩﺕ ﺃﻥ ﻳﻜﻮﻥ ﻣﺎﻭﺭﺩﻙ ﻫﺬﺍ ،ﺍﻟﺬﻱ ﻳﱰﻝ ﻣﻦ ﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ،ﺃﲪﺮ ﻛﻠﻮﻥ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﻓﺈﺫﺍ ﺻﺒﺒﺘﻪ ﻋﻠﻰ ﺍﻻﻧﺴﺎﻥ ،ﺻﺒﻎ ﺛﻮﺑﻪ ،ﻓﻜﻠﻤﺎ ﺟﻒ ﺫﻫﺒﺖ ﺍﳊﻤﺮﺓ ﻣﻦ ﺍﻟﺜﻮﺏ ﺣﱴ ﺇﺫﺍ ﺟﻒ ﻛﻠﻪ ﺃﲨﻊ ﺫﻫﺐ ﺍﻟﻠﻮﻥ ﺍﻷﲪﺮ ﻛﻠﻪ ﻣﻦ ﺍﻟﺜﻮﺏ ﻭﻋﺎﺩ ﺍﻟﺜﻮﺏ ﺍﻷﺑﻴﺾ ﺍﱃ ﺣﺎﻟﻪ ﻛﻤﺎ ﻛﺎﻥ ﻭﺑﻘﻴﺖ ﺭﺍﺋﺤﺘﻪ ﰲ ﺍﻟﺜﻮﺏ؛ ﻓﺈﺫﺍ ﺣﺸﻮﺕ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻣﻦ ﻭﺭﻕ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﻓﺎﺣﺶ ﺟﻴﺪ ﻭﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﺃﻳﻀﺎ ﺑﻮﺭﻕ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﻭﺭﻛﺒﻪ ﻋﻠﻰ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﰒ ﺻﺎﻋﺪﻩ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ .ﻓﺈﻧﻪ ﻳﱰﻝ ﻣﺎﺀ ﺃﲪﺮ ﻛﻤﺎ ﻭﺻﻔﻨﺎ .ﻭﻗﺪ ﻋﻤﻠﻨﺎﻩ ﻏﲑ ﻣﺮﺓ .ﻭﺇﻥ ﺃﺭﺩﺕ ﺃﻥ ﲢﻤﺮﻩ ﺑﻠﻮﻥ ﻛﺪﻡ ﺍﻟﻐﺰﺍﻝ ﻓﺨﺬ ﻋﻮﺩﺍ ﻣﻦ ﺍﻟﻌﺎﻗﺮ ﲰﻘﺎ ﻭﻫﻮ ﺍﻟﺴﻨﻜﺎﺭ ﻭﻳﻜﻮﻥ ﺟﻴﺪ ﻏﲑ ﻋﻔﻦ ﻓﺒﻠﻪ ﺑﺎﳌﺎﺀ ﺳﺎﻋﺔ ،ﰒ ﻟﻔﻪ ﰲ ﻗﻄﻨﺔ ﻭﺃﺩﺧﻞ ﺍﻟﻘﻄﻨﺔ ﻣﻦ ﺩﺍﺧﻞ ﰲ ﺇﺣﻠﻴﻞ ﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﻭﻫﻮ ﺑﻠﺒﻠﺘﻪ ﻭﻻ ﺗﺸﺪ ﺇﻳﻼﺝ ﺍﻟﻘﻄﻨﺔ .ﰒ ﺭﻛﺐ ﺍﻻﻧﺒﻴﻖ ﻋﻠﻰ ﺍﻟﻘﺮﻋﺔ ﻭﺻﺎﻋﺪﻩ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ﻛﻤﺎ ﻗﻠﻨﺎ. ﻓﺈﻥ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺇﺫﺍ ﻣﺮﺓ ﺬﻩ ﺍﻟﻘﻄﻨﺔ ﻗﺒﻞ ﻟﻮﻥ ﺍﻟﺼﺒﻎ ﺍﻻﲪﺮ ﻣﻨﻬﺎ ﻭﻧﺰﻝ ﻣﺎﻭﺭﺩ ﺃﲪﺮ ،ﻭﻓﻌﻠﻪ ﰲ ﺍﻟﺜﻮﺏ ﺇﺫﺍ ﺻﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﻣﺜﻞ ﺍﻻﻭﻝ ﺳﻮﺍﺀ .ﻭﺇﻥ ﻟﻔﻔﺖ ﰲ ﻫﺬﻩ ﺍﻟﻘﻄﻨﺔ ﻗﻄﻌﺔ ﻣﻦ ﺟﻮﻑ ﺍﳊﺸﻴﺸﺔ ﺍﻟﱵ ﺗﺴﻤﻰ ﺑﺴﺘﺎﻥ ﺍﻳﺮﻭﺯ ﻓﻌﻞ ﺫﻟﻚ ﺍﻟﻔﻌﻞ ﻣﻦ ﺍﳊﻤﺮﺓ ﻭﺇﻥ ﺟﻌﻠﺖ ﰲ ﻫﺬﻩ ﺍﻟﻘﻄﻨﺔ ﺷﻌﺮﺍﺕ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﺧﺮﺝ ﺍﳌﺎﺀ ﺃﺻﻔﺮ .ﻭﺇﻥ ﺟﻌﻠﺖ ﰲ ﻫﺬﻩ ﺍﻟﻘﻄﻨﺔ ﻣﻦ ﻭﺭﻕ ﺍﻟﺮﻃﺒﺔ ﻫﺪﻗﻮﻗﺔ ﺧﺮﺝ ﺍﳌﺎﺀ ﺃﺧﻀﺮ ﻭﻓﻌﻞ ﰲ ﺍﻟﺜﻮﺏ ﻣﺜﻞ ﺍﻷﲪﺮ ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺍﻷﺻﻔﺮ ﺃﻳﻀﺎ .ﻓﻬﺬﻩ ﺃﺑﻮﺍﺏ ﻣﻦ ﻋﻤﻞ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﻇﺮﻓﻴﺔ ﺟﺪﺍ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﻣﺎﺀ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺍﻟﻴﺎﺑﺲ ﺗﺄﺧﺬ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻭﺭﺩ ﻳﺎﺑﺲ ﺃﲪﺮ ﺗﻨﻘﻴﻪ ﻣﻦ ﺃﻗﻤﺎﻋﻪ ﰒ ﺗﺼﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺎﺀ ﻭﺗﺘﺮﻛﻪ ﺛﻠﺜﺔ ﺃﻳﺎﻡ .ﰒ ﺗﺪﻟﻜﻪ ﺑﻴﺪﻙ ﻧﻌﻤﺎ ﺣﱴ ﳜﺮﺝ ﻃﻌﻤﻪ ﻛﻠﻪ .ﰒ ﺗﺼﻔﻴﻪ ﰒ ﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﻛﻤﺎ ﻗﻠﻨﺎ ﻗﺒﻞ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ،ﳚﺊ ﺟﻴﺪ. ﺗﺼﻌﻴﺪ ﺍﻟﻴﺎﲰﲔ
44
ﺃﳝﺎ ﺷﺌﺖ ﻓﻨﺸﺮﻩ ﻗﻠﻴﻼ .ﰒ ﺗﺼﲑ ﻣﻨﻪ ﺍﱃ ﺛﻠﺜﻲ ﺍﻟﻘﺪﻋﺔ ﰒ ﺗﺼﺎﻋﺪﻩ ﰲ ﺭﻃﻮﺑﺔ ﻛﻤﺎ ﻗﻠﻨﺎﻩ ﺃﻭﻻ ،ﳚﺊ ﺟﻴﺪﺍ. ﻭﻛﺬﻟﻚ ﺗﺪﻳﺮ ﺍﻟﻨﺴﺮﻳﻦ .ﻳﻘﻠﻊ ﺃﻗﻤﺎﻋﻪ ﻣﺜﻞ ﺍﻟﻮﺭﺩ ﺳﻮﺍﺀ ﺍﻟﻌﻤﻞ ﻭﺍﺣﺪ ﻣﺜﻞ ﺍﻷﻭﻝ ،ﻭﺗﺘﺮﻙ ﺑﻘﻴﺔ ﻳﻮﻣﻪ ﻭﻟﻴﻠﺘﻪ. ﻓﺈﺫﺍ ﺃﺻﺒﺤﺖ ﻣﻦ ﺍﻟﻐﺪ ﻓﺼﻔﻪ ﰲ ﺍﻟﻘﻮﺍﺭﻳﺮ ﳜﺮﺝ ﻋﺠﻴﺒﺎ ﺟﺪﺍ. ﺻﻨﻌﺔ ﺩﻫﻦ ﺃﺧﺮ ﻋﺠﻴﺐ ﺟﺪﺍ ﺗﺄﺧﺬ ﺍﺭﺑﻌﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﻣﺎﺀ ﻓﺘﺠﻌﻠﻪ ﰲ ﻗﺪﺭ ﺑﺮﺍﻡ ﻧﻈﻴﻔﺔ .ﰒ ﺗﻮﻗﺪ ﻋﻠﻴﻪ ﺑﻨﺎﺭ ﻟﻴﻨﺔ .ﻓﺈﺫﺍ ﻏﻠﻰ ﺛﻠﺚ ﻏﻠﻴﺎﺕ ﻓﺼﺐ ﻋﻠﻴﻪ ﺃﺭﺑﻌﺔ ﺃﺭﻃﺎﻝ ﺩﻫﻦ ﺣﻞ ﻃﺮﻯ .ﰒ ﻳﻐﻠﻰ ﻏﻠﻴﺘﲔ ﺃﻭ ﺛﻠﺚ ﺑﻨﺎﺭ ﻟﻴﻨﺔ ،ﰒ ﻳﺼﻔﻰ ﻋﻦ ﺍﳌﺎﺀ ﺇﱃ ﺇﻧﺎﺀ ﻧﻈﻴﻒ ،ﰒ ﻳﺮﺩﻩ ﺃﻋﲎ ﺍﻟﺪﻫﻦ ﺍﱃ ﺍﻟﻘﺪﺭ ،ﻭﺗﺪﻕ ﺛﻠﺚ ﺃﻭﺍﻕ ﺣﺐ ﳏﻠﺐ ﻣﻘﺸﺮ ﻭﺛﻠﺚ ﺃﻭﺍﻕ ﻗﺮﻓﺔ ﻭﺛﻠﺜﺔ ﻣﺜﺎﻗﻴﻞ ﻗﺮﻧﻔﻞ ﺃﻭ ﺍﻗﻞ ﻭﻧﺼﻒ ﻣﺜﻘﺎﻝ ﺯﻋﻔﺮﺍﻥ ﻭﻣﺜﻠﻪ ﻭﺭﺱ ،ﻳﺪﻕ ﺍﻟﺰﻋﻔﺮﺍﻥ ﺎﻭﻥ ﻧﻌﻤﺎ .ﰒ ﳚﻌﻞ ﻣﻊ ﺍﻟﺪﻫﻦ ﻭﻳﻘﻄﻊ ﺍﻟﻨﺎﺭ ﻭﻳﻜﻮﻥ ﺍﻟﻘﺪﺭ ﻋﻠﻰ ﺍﳉﻤﺮ ،ﰒ ﲢﺮﻙ ﻓﺎﺫﺍ ﻋﻠﻰ ﺛﻠﺚ ﻏﻠﻴﺎﺕ ﻓﺄﻟﻖ ﻓﻴﻪ ﻣﺜﻘﺎﻝ ﻟﺒﲎ ﺟﻴﺪﺓ ﺑﺎﻟﻐﺔ ﻭﺫﻟﻚ ﻗﺒﻞ ﺃﻥ ﺗﺮﻓﻌﻪ ﻣﻦ ﺍﻟﻨﺎﺭ ﰒ ﺍﺭﻓﻌﻪ ﻋﻨﻬﺎ .ﰒ ﺑﺮﺩﻩ ﻭﺻﻔﻪ ﻭﺍﺧﻠﻂ ﻓﻴﻪ ﺛﻠﺚ ﺃﻭﺍﻕ ﺩﻫﻦ ﺯﻧﺒﻖ ﺟﻴﺪ ﺑﺎﻟﻎ .ﰒ ﺍﺭﻓﻌﻪ ﻓﺈﻧﻪ ﳜﺮﺝ ﻃﻴﺐ ﺇﻥ ﺷﺎﺀ ﺍﷲ ﻋﺰ ﻭﺟﻞ .ﰒ ﺍﻟﻜﺘﺎﺏ ﻭﺍﳊﻤﺪ ﷲ ﻛﺜﲑﺍ ﻭﺻﻠﻰ ﺍﷲ ﻋﻠﻰ ﳏﻤﺪ ﻭﺁﻟﻪ ﻭﺳﻠﻢ ﺗﺴﻠﻴﻤﺎ .ﻋﻮﺭﺽ ﺑﻪ ﻭﺍﷲ ﻧﺴﺘﻌﲔ. ﻭﻓﺮﻍ ﻣﻦ ﺍﳌﻌﺎﺭﺿﺔ ﻳﻮﻡ ﺍﻟﺜﻠﺜﺎﺀ ﺭﺍﺑﻊ ﻋﺸﺮ ﲨﺎﺩﻯ ﺍﻻﻭﱃ ﰲ ﺳﻨﺔ ﲬﺲ ﻭﺍﺭﺑﻊ ﻣﺎﺋﺔ ﻭﺍﻟﺼﻠﻮﺓ ﻋﻠﻰ ﳏﻤﺪ ﻭﺁﻟﻪ.
45
Al-Kind†
Libro della chimica dei profumi e della distillazione [...]
La distillazione dell’olio di limone Si sbucciano i limoni, siano gialli o verdi, e si spreme la buccia in una tazza, si pone nella cucurbita e si distilla come abbiamo spiegato.79 L’olio di limone che ne deriva è molto buono.
La distillazione dell’acqua di mela Prendi delle mele di Siria, le tagli, butti il nocciolo, le sminuzzi in una tazza e distilli. Il procedimento è sempre lo stesso.
La distillazione dell’acqua di mirto Prendi dei rami di mirto giovane, separi le foglie dal ramo, le pesti in una tazza vi aspergi sopra dell’acqua e distilli come spiegato. L’acqua di mirto che ne deriva è buona, se Dio vuole. Si può anche separare della maggiorana dalle sue parti lignee, la si pesta, la si bagna con acqua e la si distilla. Lo stesso procedimento vale per il timo, il marm…²™z,80 il garofano e le violette esattamente come per le rose, il lillà, il narciso. Per quanto riguarda le bacche di b…n, le more e altri, coglili non ancora maturi, schiacciali, cospargili di acqua, schiacciali nuovamente, togli l’acqua e distillali come descritto. Oppure schiaccia qualunque bacca tu desideri, cospargila d’acqua, lascia riposare una notte al coperto e distilla il giorno seguente. Il procedimento è lo stesso.
L’arte della distillazione a umido e altro; l’arte della cucurbita e dell’alambicco e i loro disegni Quando hai posto nella cucurbita quanto vuoi di ciò che abbiamo citato poni l’alambicco sulla cucurbita e legali saldamente con uno straccio che sia largo due o tre dita; ponivi sopra uno strato spesso di bismalva (|itm†), avvolgi lo straccio nel punto di contatto tra cucurbita e alambicco e lascia riposare un po’, fino a che non sia asciutto. Poi prendi una pentola di pietra o di coccio la cui grandezza sia uguale alla lunghezza della cucurbita e versavi dell’acqua. Sul fondo della pentola si trova una sorta di anello di legno, sul quale viene appoggiata la cucurbita e la pentola ha un coperchio di legno, che al centro è intagliato della stessa 79 80
In realtà prima della presente ricetta nel testo non si parla di distillazione. Per alcuni si tratta di una qualità di menta, pianta con la quale veniva spesso sotituita.
46
ampiezza e forma della cucurbita. Questo coperchio è formato da due parti, in modo che quando la cucurbita viene posta nel recipiente, le due metà del coperchio possano venir messe intorno al collo della stessa. L’alambicco viene a questo punto estratto dal coperchio del recipiente. Si pone quindi al termine del cannulo il pallone di raccolta che conduce in esso e si sa così quanta acqua si deve versare nel recipiente. Se invece vuoi appendere nel recipente quattro cucurbite o anche meno, il procedimento rimane lo stesso. Se l’acqua che è nel recipiente diventa troppo poca, cosicché non è sufficiente per coprire il contenuto della cucurbita, prima che l’acqua che distilla nel pallone di raccolta sia terminata versa dell’acqua nel recipiente che non sia fredda; potrebbe venire a contatto con la cucurbita e romperla; fai lo stesso se l’acqua che si trova nel recipiente si raffredda e la produzione del profumo viene interrotta. Dunque l’acqua che aggiungi nel recipiente deve essere acqua bollente che verserai a lato del recipiente, senza che tocchi la cucurbita mentre la mescoli. Questa dunque era la descrizione della distillazione in bagno d’acqua (a umido). Se vuoi eseguire la distillazione a secco allora la cucurbita dev’essere coperta con argilla, nella quale devono essere mescolati sterco setacciato e capelli umani sminuzzati e che è stata lasciata a inacidire due o tre giorni e con la quale si realizza la copertura di argilla. Lo spessore dell’argilla dev’essere di un dito. Poi prepari il fuoco come segue, ed è il migliore con il quale si può distillare. Il fuoco dev’essere un fuoco di carbone leggero perché quello troppo alto incendia e brucia la sostanza e ne blocca il profumo e il gusto così come la forza. Questa è l’immagine, e in questo modo si distilla il vino a umido; che risulta del colore dell’acqua di rose. Similmente così si distilla a umido l’olio di sesamo che risulta del colore dell’acqua di rose. Ancora si distilla il murri81 che risulta del colore dell’acqua di rose, solamente il suo gusto salato scompare. Lo sali e lo utilizzi.
La distillazione della canfora La canfora si distilla in due modi, il primo viene utilizzato a Ba¡ra ed è quello che dà come risultato il cosiddetto zucchero, ed è il migliore, non contraffatto. Si prende un po’ di canfora rib…|† di buona qualità e la si polverizza per bene. Si mette in un contenitore che abbia la forma di una chiave, sia circolare nella parte inferiore e che viene chiuso con l’argilla che abbiamo descritto. Questo contenitore viene posto su un tubo di argilla lungo tre spanne come su una sella. Il bordo del recipiente viene ricoperto tutto intorno con la testa del tubo. Il recipiente viene appeso sul tubo come vedi in figur. Poi, all’internodel recipiente poni la canfora polverizzata. La sua massa dev’essere al massimo di cinque miÅq…l, e come minimo 81
Preparato realizzato con frumento, orzo, pesce macerato e foglie di fico, sale e acqua, utilizzato per esaltare il sapore delle carni. Per le spiegazioni dei termini che seguono in nota abbiamo fatto riferimento a E. W. Lane, an Arabic-English Lexicon, op. cit., e a ‘Abd al-Razzaq al-ßaz…’ir†, Kašf alrum™z, un trattato di materia medica araba che abbiamo potuto consultare presso la Biblioteca Nazionale di Algeri grazie all’interessamento di Ibrah†m ‹…š†, responsabile della sezione manoscritti, durante un soggiorno dal 23 al 30 giugno 2007.
47
tre miÅq…l. Sul recipiente viene posto un supporto per le cucurbite che somiglia un po’a una cupola e la cui bombatura è volta verso il basso come nella figura, il punto di congiunzione della parte inferiore viene unito tramite argilla al bordo del bicchiere e sotto ai tubi sta un fuoco di carbone leggero. La canfora sale e rimane sulla superficie del supporto, come se fosse uno zucchero bianco, e le sue componenti pesanti restano in basso. Questa canfora viene distillata quando è nera, bruna o in genere di colore scuro. Per quanto riguarda l’altro metodo di distillazione si tratta della canfora falsa, cioè quella dalla quale vengono tornite uova e recipienti. Si prende una parte di canfora migliore e tre parti di residuo della canfora e una parte di borace sbiancata il cui procedimento abbiamo descritto all’inizio del nostro libro nella descrizione della produzione della canfora, cosicché si polverizzano queste cinque parti, si mescolano con altre polveri, si prende un mustawqad come abbiamo descritto solo che dev’essere più ampio di quello e profondo la metà, simile a un tann™r e vi si pone sopra un coppa come il precedente, ma più ampio e con la base piatta. In mezzo a questo calice se ne pone uno più piccolo il cui bordo, una volta messo nel mezzo sia quasi della stessa circonferenza del calice. [...] Poi si accede al di sotto un fuoco vivace di carbone dal mattino a metà giornata. La polvere sale in alto nel calice e si solidifica al centro a forma di un uovo. Non appena si è raffreddato estrailo e torniscilo a forma di ciò che ti pare.
Ricetta per olio di Š…hsifaram, utile per dolori alle giunture Prendi lo š…hsifaram82 e immergilo la notte nell’acqua. Il giorno dopo lo estrai, togli le foglie dalle parti di legno, lo sbatti, lo spremi e ne estrai l’acqua. Poi si prende del sesamo bianco pelato che non sia stato ancorra salato, lo si pressa e se ne estrae l’olio, si prendono dieci ratl di olio di sesamo e si versa il tutto in un recipiente, si accende al di sotto un fuoco leggero finché l’acqua non evapora e rimane l’olio. Ora lo si filtra e lo si conserva in un contenitore di vetro. Se ne prendono poi da due a cinque dirham83 e con esso si spalma chi soffre di dolori alle articolazioni; è ricco di proprietà lenitive e utile per ogni debolezza del corpo se Dio vuole.
Capitolo sul procedimento di distillazione dei profumi e d’altro Distillazione dell’acqua di zafferano 82 83
Qualità di basilico. (15,625 g).
48
Prendi quanti stimmi di zafferano vuoi e versa su ognuno quattro ratl di acqua al modo di BaÐd…d. Se desideri che sia particolarmente buona, allora l’acqua dev’essere acqua di rose nella quale avrai lasciato a macerare lo zafferano per una notte. Il giorno dopo poni il tutto in una cucurbita e distilla a bagno maria. Quel che ne deriva ha il colore dell’acqua di rose e il suo odore è quello dello zafferano esaltato. È meraviglioso e molto buono.
Un’altra distillazione dell’acqua di zafferano Prendi una ™qiyya84 di zafferano in polvere della migliore qualità. Prendi quattro ™qiyya di miele scuro puro e il doppio di tutto, cioè dieci ™qiyya di acqua di rose e mescola il tutto. Lo si distilla a bagno maria: Ne esce di un meraviglioso colore e profumo, come l’acqua di rose.
Un’altra distillazione Si prende a piacere dello zafferano in polvere della migliore qualità, lo si inumidisce per una notte con acqua e lo si lascia al coperto. Il giorno dopo lo si estrae umido com’è, lo si pone nella cucurbita e lo si distilla a bagno maria. Il profumo dello zafferano esce non mescolato e il il colore è bianco.
Altra distillazione dello zafferano Prendi un ratl di fili di zafferano migliore, versa un ratl e mezzo di acqua sopra e lascia riposare un giorno e una notte nell’acqua coperto. Poi il giorno dopo liscialo con cura con la mano, ponilo nella cucurbita e nell’alambicco e distillalo a bagno maria, è molto buono.
Distillazione di acqua di zafferano Prendi due ™qiyya di zafferano, un man…85 e un terzodi acqua di rose e mezzo miÅq…l di canfora. Poni quindi nella cucurbita e alambicco. Distilla a bagno maria. Ne esce meraviglioso.
Distillazione di acqua di zafferano arricchita di misk Si prende il misk 86e lo si stende su un piano. Al di sopra si pone un telo scuro. Quindi si stende lo zafferano sopra il telo. Sopra lo zafferano si pone un altro telo che lo copra 84 85
La ™qiyya corrisponde a un dodicesimo di ratl, ossia 33,85 grammi circa. Il man… è pari a ventiquattro ™qiyya, cioè 812,40 grammi circa.
49
completamente. Quando il procedimento è stato ripetuto diverse volte, si termina con il misk, al di sopra un telo, poi lo zafferano, poi un telo, poi misk, poi un telo, poi zafferano. Quindi si copre il tutto dall’alto e lo si lascia riposare finché lo zafferano non si è ben impregnato del profumo del misk. Una volta che ciò è successo si pone tutto lo zafferano in un recipiente e vi si versa sopra un po’ di absud87 profumato nel quale non vi sia nulla di amaro e dell’acqua di rose di giara: una parte di ma¥b™²88 e due di acqua di rose. Lo si lascia così per tre ore. Poi si mette il tutto nella cucurbita e alambicco e si distilla a bagno maria. Ne deriva un’acqua del colore dell’acqua di rose e del profumo del misk intensamente profumata.
La distillazione di acqua di misk, zafferano e canfora mescolati Prendi due miÅq…l di misk, uno di canfora e una ™qiyya di zafferano in polvere. Mescola tutto fino a polverizzarli. Poi prendi cinque ratl di BaÐd…d di acqua di rose, mescola gli ingredienti e lascia riposare per tre ore. Metti quindi in cucurbita e almbicco e distilla a bagno maria, ne deriva il meglio che si possa fare se Dio vuole.
Distillazione di acqua di misk Procedimento: prendi un d…niq89 del misk migliore di Sogdiana e un ratl di BaÐd…d di acqua di rose. Il misk viene mescolato con l’acqua di rose e si lascia riposare per due ore. Poi si pone nella cucurbita e alambicco e si distilla a bagno maria. Ne deriva un’acqua di misk pura e meravigliosa.
Un altro procedimento per la distillazione del misk Prendi due miÅq…l del misk in polvere migliore, mescolalo a un terzo di man… di acqua di rose pura, metti il tutto nella cucurbita e distilla come nel caso precedente. Il risultato è ottimo.
La distillazione di un’ottima acqua di canfora Si prende un miÅq…l di canfora, la si povlerizza e da sotto la canfora si prende una ™qiyya, la si polverizza, la si mescola con la canfora, si prende un man… di BaÐd…d e un terzo della
86 Ghiandola pineale di montone o gazzella che, polverizzata e unita ad altri ingredienti fornisce un profumo molto utilizzato. Per l’identificazione dell’animale da cui proviene si cfr. E. W. Lane, An Arabic-English Lexicon, op. cit., vol. IV, p. 2324. 87 Sciroppo d’uva. 88 Letteralmente “cotto”, sinonimo di absud. 89 Il d…niq corrisponde all’incirca a un sesto di dirham, cioè 0,52 grammi.
50
migliore acqua di rose, vi si mescola la canfora, si pone nella cucurbita e si distilla a bagno maria. Ne risulta un’acqua di canfora eccellente.
Una distillazione del ²al™q migliore Prendi del ²al™q90 già impastato nel quale non vi sia olio nella quantità di un’™qiyya e lo sciogli in quattro ratl di acqua di rose pura. Poi poni questo nella cucurbta e distilli a bagno maria. Ne risulta un prodotto del colore dell’acqua di rose e dell’odore del ²al™q. Poi estrai quanto avanzato, vi versi ancora sopra dell’acqua di rose, metà di quanta ne hai versata prima, mescoli e distilli di nuovo, Il risultato è buono.
Una distillazione di acqua di ²al™q con droghe aromatiche Si prende una parte di garofano, una di legno di sandalo, mezza parte di canfora, mezza di nardo, mezza di di storace fresca e per ogni ™qiyya del tutto un miÅq…l di olio di aloe indiano, nonché un sesto di miÅq…l di misk. Si pestano le droghe, le si setaccia e si aggiunge una parte di basb…sa91 e una di noce moscata, una di cardamomo, tre parti di mal…b92 e una di zafferano puro. Il mal…b, il misk e la canfora vengono polverizzati singolarmente. Poi si unisce il tutto e lo si asperge con una parte e un terzo di man… di acqua di rose, si pone nella cucurbita e si distilla a bagno maria. Il risultato è eccellente, non si sa perché.
Distillazione di un’ottima acqua di garofano Prendi due ™qiyya di chiodi di garofano senza difetti, asciutti, pestati e setacciati e lo stesso peso di un d…niq di canfora in polvere. Poi mescola con un man… e un terzo dell’acqua di rose migliore, polverizza sopra la canfora e lascia riposare un giorno e una notte. Il giorno dopo distilla come descritto in precedenza: Ne risulta un acqua di chiodi di garofano eccellente se Dio vuole.
Un altro procedimento Si prende una ™qiyya dei migliori chiodi di garofano, la si mischia con tre ratl della migliore acqua di rose e si distilla, cone descritto nel procedimento precedente. Il risultato è buono se Dio vuole. 90
Profumo molto intenso di colore giallo, presumibilmente a base di zafferano.
91
Macis, tegumento che riveste la noce moscata.
92
Secondo Lane (op. cit., vol. IV, p. 2677), si tratta di un profumo simile al ²al™q o allo zafferano.
51
Distillazione di un’altra eccellente acqua di chiodi di garofano Si prendono tre ratl dei migliori chiodi di garofano, interi o pestati, vi si versano sopra tre ratl di acqua dolce e si copre per una notte. Il giorno dopo si schiacciano i chiodi, li si spreme e si filtra l’acqua. Poi si distilla questa acqua come descritto. Il risultato è ottimo se Dio vuole.
Distillazione della cannella Si prende della cannella e si procede come descritto per i chiodi di garofano.
Lo stesso per la cannella spezzata Si procede come per la cannella, solo che si lascia a riposare per due giorni, e poi si distilla. Il risultato è ottimo e splendido se Dio vuole.
Distillazione di un’ottima acqua di nardo Si prendono tre ratl del miglior nardo, ben pulito, pestato o no, si versano sopra tre ratl di acqua dolce, lo si lascia coperto per un giorno e una notte poi lo si strizza, si filtra l’acqua e si distilla come descritto sopra.
Distillazione dell’acqua di legno di aloe indiano Si prene una ™qiyya del miglior legno di aloe indiano pestato, due d…niq di misk e tre ratl di acqua di rose, si mescola il tutto e si prepara come per le altre acque.
Distillazione dell’acqua di legno di sandalo Si prende una ™qiyya del miglior legno di sandalo giallo in polvere e lo si stempera in tre ratl di acqua di rose. Il procedimento è lo stesso.
Distillazione della miglior acqua di rose Prendi quante rose rosse vuoi e separale dal calice. Ho in mente le giovani, fresce rose rosse. Stendi i petali e lasciali riposare un po’. Poi riempi con essi la cucurbita fino all’orlo, ponivi sopra l’alambicco e distilla a bagno maria. Se vuoi che questa sia la tua acqua di rose, rossa come il colore delle rose, in modo che, quando la versi su un essere umano, essa colora il suo
52
abito e il rosso ogni volta scomapre quando si asciuga, in modo che quando il tutto è asciutto, il colore rosso è scomparso dall’abito e l’abito bianco è tornato al suo stato precedente com’era, e sull’abito rimane solamente l’odore dell’acqua di rose; se vuoi così, quando hai riempito la cucurbita con i petali di rosa riempi anche il collo e l’alambicco con i petali e ponili sulla cucurbita; poi distilla a bagno maria. Ne risulta acqua rossa. L’abbiamo preparata più di una volta. Se invece la vuoi del colore rosso come il sangue della gazzella, prendi un pezzo di legno di ‘aq…r samq… cioè il sink…r;93 dev’essere buono e non difettoso, lascialo per un’ora nell’acqua, avvolgilo poi in un panno di cotone e metti il panno dall’interno nella cannula dell’alambicco, precisamente nella cannula d’uscita, senza forzare troppo. Poi poni l’alambicco sulla cucurbita e distilla a bagno maria, come abbiamo detto. Quando l’acqua di rose passa attraverso il panno di cotone prende il colore rosso e ne esce come acqua di rose rossa e la sua azione sugli abiti quando vi viene versata è come la precedente. Se nel panno di cotone avvolgi un pezzo dell’interno del crauto che chiamiamo bust…n apr™z,94 ottieni lo stesso risultato di “arrossamento”. Se nel panno di cotone metti stimmi di zafferano, l’acqua di rose risulterà gialla. Se ci metti foglie spezzettate di lucerna l’acqua risulterà verde e sugli abiti agirà come il rosso e il giallo. Questi sono capitoli sulla realizzazione dell’acqua di rose eccellente.
Distillazione di acqua di rose da rose secche Prendi tre ratl di rose rosse secche, separale dal calice, versavi sopra tre ratl di acqua e lascia riposare per tre giorni. Poi stendile con cura con la mano in modo che ne esca il succo, filtra l’acqua e distilla a bagno maria come abbiamo spiegato in precedenza. Il risultato è buono.
Distillazione del gelsomino Prendi il tipo che desideri e distendilo un po’. Poi lo poni nella cucurbita fino a due terzi del suo contenuto e distilli a bagno maria come abbamo descritto in precedenza. Il risultato è molto buono. Lo stesso si fa con la rosa canina. Si stacca il calice come per le rose. Il procedimento è lo stesso, lasci il distillato riposare per il resto del giorno e della notte. Il giorno seguente lo filtri nelle bottiglie. Il risultato è molto buono.
Procedimento per un altro olio molto buono Si prendono quattro ratl di acqua, la si mette in una pentola di pietra e si accende un fuoco leggero al di sotto. Dopo che per tre volte sarà arrivata a bollore si versano quattro ratl di olio 93 94
Anchusa tinctoria, pianta della famiglia delle borraginacee ad alto potere colorante. Amaranthus tricolor, pianta della famiglia delle amarantacee.
53
di sesamo fresco. Dopo che per altre due o tre volte sarà giunta a bollore la si versa in un recipiente pulito, separandolo dall’acqua, poi si rimette l’olio nella pentola. Si spezzano tre ™qiyya di noccioli di mal…b pelati, tre ™qiyya di cannella, tre miÅq…l di chiodi di garofano o anche meno, mezzo miÅq…l di zafferano e altrettanto di wars.95 Lo zafferano si pesta bene in un mortaio. Poi si unisce il tutto all’olio e si spegne la fiamma, e la pentola viene posta direttamente sui carboni ardenti, si mescola. Dopo che per tre volte sarà giunta a bollore si versa un miÅq…l di lubnà96 del migliore e questo proprio prima di toglierla dal fuoco. Poi lo si toglie dalla pentola, si lascia raffreddare e si mescola con tre ™qiyya dell’olio di gelsomino migliore. Vedrai che è molto buono. Così è la volontà di Dio onipotente. Qui termina il libro. Sia lode immensa a Dio. Benedica Mu|ammad e la sua famiglia. Il testo è stato confrontato con l’originale ed è corretto. Chiediamo aiuto a Dio. Terminato nel giorno di martedì, 14 ºum…dà al-™là nell’anno 405. Benedetti siano Mu|ammad e la sua famiglia.97
95
Specie di curcuma dalle proprietà coloranti.
96
Styrax officinalis.
97
La traduzione del presente testo è stata condotta sul testo arabo così come pubblicato in Al-Kindi, J.,
Kit…b k†myia’ al-‘i¥r wat-ta¡’id…t. Buch über die Chemie des Parfums und die Destillationen, Brockhaus, Lepzig 1948, pp. 1-59, limitatamente alle pp. 48-59.
54
LA DISTILLAZIONE DEL VINO Generalmente si sostiene che gli arabi non conoscessero la distillazione degli alcolici in generale e del vino a motivo della proibizione del consumo di bevande inebrianti imposto dall’Isl…m. Tale almeno è, ad esempio, l’opinione di Forbes, che afferma trattando dei diversi autori che analizza: “Poiché nessuno di essi menziona mai l’alcol è praticamente certo che questa sostanza era sconosciuta al mondo arabo fino al XIII secolo. In seguito lo troviamo menzionato non come alcol, bensì come “aithale, sudore” o “al-raqa” (cioè il sudore) e a volte con il vocaolo arak. Questo termine viene utilizzato inizialmente per qualunque distillato in genere. Solo molto dopo troviamo espressioni come “rûh-al-hamr” (spirito del vino) o “rûh-al-araq” (spirito del raki). Questo cambiamento avviene contemporaneamente all’introduzione di un nuovo tipo occidentale di apparecchio per la distillazione, che permette al chimico di eseguire distillazioni a basse temperature”98. La proibizione tuttavia, non significa che gli Arabi non conoscessero o non consumassero il vino, basti far riferimento alla vastissima produzione poetica che canta il nettare d’uva, o che gli alchimisti arabi non lo distillassero. I testi consultati e citati inprecedenza fanno riferimento al vino e alla sua distillazione in alcuni punti, senza tuttavia fornire ricette o descrizioni per la sua distillazione. In particolare, al-Kind† fa un fugace riferimento quando afferma, trattando del procedimento della distillazione in generale “in questo modo si distilla il vino a umido, che risulta del colore dell’acqua di rose”.99 Anche nel Libro dell’agricoltura di Ibn al-‘Aww…m troviamo diversi riferimenti non solo alla coltivazione della vite ma anche, nello stesso capitolo dedicato alla distillazione dell’acqua di rose, riferimenti alla preparazione del “vino dolce” o speziato, che partono dal mosto,100 ma che tuttavia non implicano un processo di distillazione, quanto piuttosto una fermentazione al calore del sole. Altri riferimenti alla distillazione dell’alcol e del vino sono reperibili in alcuni trattati militari per la preparazione di bottiglie incendiarie. Un esempio è il Kit…b i²r…º m… f† al-quwwa ilà alfi‘l (Libro dell’estrazione di ciò che ha forza per il suo utilizzo) di ß…bir, nel quale si tratta di “fuoco che brucia sul collo delle bottiglie grazie a vino e sale bolliti, e cose simili [...]”.101
98 J. Forbes, op. cit., p. 46. Si veda anche R. Multhauf, The Origins of Chemistry, London 1966, pp. 204-206. 99 Si veda a p. 50 del presente volume. 100 Si veda Ibn Al-‘Aww…m, Le Livre de l’Agricolture , op. cit., pp. 812-816. 101 Citato in A. Y. al-Hassan, Alcohol and the Distillation of Wine in Arabic Science, articolo pubblicato in internet, p. 1.
55
Figura 7 Testo di ß…bir nel quale si tratta del “fuoco che brucia”
Per quanto riguarda la terminlogia utilizzata, citata anche da Forbes, il vino distillato veniva detto ‘araq, che letteralmente significa “sudore”. Questo perché le goccioline di distillato che si condensano sulle pareti della cucurbita somigliano a gocce di sudore. L’espressione r™| al²amr, “spirito del vino”, invece, risale molto indietro nel tempo, se il poeta Ab™ Nuw…s (VIII/IX secolo) può citare in una sua nota poesia lo “spirito” della botte: A trar con dolcezza durai dalla giara lo spirito (r™|) suggendone il sangue, senza ferita cattiva, finché me n’andai, con due spirti (r™|…n) che in corpo mi stavano, e la giara lasciai corpo inerte, di spirito (r™|) priva.102 Il procedimento di distillazione del vino dunque, si da’ per scontato, e ne possiamo leggere le qualità e gli effetti solo in letteratura.103 102
La poesia, che riportiamo nella pregevole traduzione di Michele Vallaro è tratta da Ab™ Nuw…s, La vergine nella coppa, Istituto per l’Oriente, Roma 1992, p. 27. Altre poesie che fanno riferimento al vino possono essere reperite in diverse antologie, quali a puro titolo di esempo, F. Gabrieli, Al-Walîd ibn Yazîd. Il califfo e il poeta, in Rivista degli studi Orientali, XV, I, 1934, pp. 1-64; F. Gabrieli-V. Vacca, Antologia della letteratura araba, Sansoni Accademia, Milano 1976; Hafez, Il libro del coppiere, Luni, Milano 1998 (trattasi, in quest’ultimo caso, di un autore persiano). 103 Il vino ha dato vita a un genere poetico specifico, quello delle ²amriyy…t (poesia bacchica), breve componimento i cui temi sono la celebrazione dell’ubriachezza e la descrizione dei maº…lis al-²amr, sessioni dedicate alla consumazione ritualizzata di vino, e l’evocazione di bevande inebrianti. V’è da notare che prima dell’Isl…m il rapporto col vino era del tutto differente, non esistendo interdizione; tuttavia nella Penisola Arabica erano presenti i cristiani, che producevano vino, soprattutto nei conventi. Tra questi e la corte si instaura un sistema di scambio con i conventi che aprono taverne all’interno o nei pressi dei conventi stessi, dando vita a quella che verrà chiamata “poesia conventuale” (al-d…’iriyy…t) e forse questo può essere uno dei motivi per cui non abbiamo molti riferimenti alla
56
Tuttavia, fin dall’antichità, gli arabi non erano certo noti quali grandi consumatori di vino: “Nel 194 d.C. i soldati romani di Gaio Pescennio Nigro, governatore della Siria e antagonista di Settimio Severo, vengono sconfitti dagli Arabi. Rimproverati dal loro condottiero, essi si giustificarono dicendo che in Arabia non avevano avuto la loro solita razione di vino, al che Pescennio Nigro rispose: “Vergogna! Quelli che vi hanno sconfitto bevono soltanto acqua!”. La notizia ora riferita ci viene da Elio Sparziano, ma anche lo scrittore Ammiano Marcellino racconta in un passo della sua opera come gli Arabi da lui visti fossero per la maggior parte vini penitus ignorantes, non conoscessero cioè il vino”.104 In conclusione, riportiamo quanto affermato da Bert L. Valee in relazione alla storia dell’alcol in Occidente che si pone in controtendenza con quanto asserito ad esempio, da Forbes e altri. Quale che sia la verità, resta il fatto che la scienza araba e, nel nostro caso, l’alchimia “applicata”, hanno contribuito allo sviluppo della distillazione moderna. “Developed in about A.D. 700-750 by Arab alchemists (for whom "al kohl" signified any material’s basic essence), distillation brought about the first significant change in the mode and magnitude of human alcohol consumption since the beginning of Western civilization. Although yeasts produce alcohol, they can tolerate concentrations of only about 16 percent. Fermented beverages therefore had a natural maximum proof. Distillation circumvents nature’s limit by taking advantage of alcohol’s 78 degree Celsius (172 degrees Fahrenheit) boiling point, compared with 100 degrees C for water (212 degrees F). Boiling a wateralcohol mixture puts more of the mix’s volatile alcohol than its water in the vapour. Condensing the vapour yields liquid with a much higher alcohol level than that of the starting liquid. The Arab method - the custom of abstinence had not yet been adopted by Islam - spread to Europe, and distillation of wine to produce spirits commenced on the Continent in about A.D. 1100. The venue was the medical school at Salerno, Italy, an important centre for the transfer of medical and chemical theory and methods from Asia Minor to the West. Joining the traditional alcoholic drinks of beer and wine, which had low alcohol concentration and positive nutritional benefit, were beverages with sufficient alcohol levels to cause the widespread problems still with us today. The era of distilled spirits had begun.”105
distillazione del vino, poiché la sua produzione rimaneva confinata in ambito cristiano. Questa fase dura fino a circa la metà del IX secolo; a poco a poco il divieto viene integrato nella società. Tra il IX e il XIII secolo la poesia bacchica e il divieto diventano elementi a carattere molto più simbolico, e i temi bacchici vengono progressivamente recuperati dai poeti mistici. 104 A. Borruso, “Vino e fermenti nella cultura arabo-islamica” in Islam, storia e civiltà, 42 (1993), p. 5. 105 B. L. Valee, “Alcohol in the Western World: A History” in Scientific America, June 1988, pp. 1218, p. 14.
57
Jolanda Guardi
58
Figura 6 Un alchimista distilla secondo il procedimento arabo
59
BIBLIOGRAFIA
Nella bibliografia abbiamo citato solamente i testi effettivamente consultati.
MANOSCRITTI Biblioteca Ambrosiana di Milano
Manoscritto 8c42 sup. ar. Anonimo Catalogato in O. Lögfren-R. Traini, Catalogue of the Arabic Manuscripts in the Biblioteca Ambrosiana, 3 voll. Neri Pozza, Vicenza 1975 (vol. I), p. 92, CLXIX.
Manoscritto C12arIV Anonimo, Ricette alchemiche in 20 b…b numerate Catalogato in O. Lögfren-R. Traini, Catalogue of the Arabic Manuscripts in the Biblioteca Ambrosiana, 3 voll. Neri Pozza, Vicenza 1981 (vol. II), p. 132,. Bibliothèque nationale de France Manoscritto Arabe 2187 AL-DIMAŠQ‡, ‘Ab™ ‘Abd Allah Mu|ammad ibn Ab† ¦…lib al-An¡…r† al-Ÿ™f†, Kit…b nu²b…t
al-dahr f† a‘º…’ib al-barr wa al-ba|r Catalogato in Manuscrits occidentaux, Arabe 2187 Cutier, R71634, 14.04.1987: 9,5 LE Universitätsbibliothek Leipzig Manoscritto Ms B. or. 215 AL-RƒZ‡ Ab™ Bakr Mu|ammad ibn Zakariyy…’, Kit…b sirr al-asr…r Sezione Sondersammlungen. Catalogato con il numero Ms B. or. 215: Kitab sirr al-asrar. DIZIONARI E OPERE DI RIFERIMENTO GENERALE AL-FAYR•ZƒBƒD‡, al-Q…m™s al-mu|†¥, D…r al-kutub al-‘ilmiyya, Bayr™t 1995. LANE E. W., An Arabic-English Lexicon, Libriarie du Liban, Beirut 1968. Encyclopédie de l’Islam, versione cd-rom, Brill, Leiden 2002 e seguenti. IBN MAN®•R, Lis…n al-‘arab, D…r i|y…’ aÅ-Åal…Å al-‘arab†, Bayr™t s.d. TRAINI R., Vocabolario arabo-italiano, Istituto per l’Oriente, Roma 1966.
60
ALCHIMIA, DISTILLAZIONE E SCIENZA AHMAD M., “A Persian Translation of the Eleventh Century Arabic Alchemical Treatise ‘Ayn As-sana‘h wa‘aun as-sana‘h” in Memories of the Asiatic Society in Bengal, vol. VIII, 1922-29, pp. 418-460. ANAWATI, G. C., “Arabic Alchemy” in R. Rashed, a cura di, Encyclopedia of the history of Arabic Science, volume 3, pp. 853-885. BERTHELOT M., a cura di, Introduction à l’étude de la chimie des anciens et du Moyen Age, Steinheil, Paris 1889. La Chimie Au Moyen Age, Vol. I : M. Berthelot, Essai sur la transmission de la science antique au Moyen Age, Philo Press, Amsterdam 1967 (Réimpression de l’édition de 1893). ------, a cura di, La Chimie au Moyen Age, Vol. II : P. R. Duval, L’alchimie syriaque au Moyen Age, Philo Press, Amsterdam 1967 (Réimpression de l’édition de 1893). ------, a cura di, La Chimie au Moyen Age, Vol. III : O. Houdas, L’alchimie arabe au Moyen Age, Philo Press, Amsterdam 1967 (Réimpression de l’édition de 1893). ------, Les origines de l’alchimie, Librairie des sciences et des arts, Paris 1938. BIARD J., a cura di, Langage, science, philosophie au XII. siècle: actes de la table ronde
internationale organisée les 25 et 26 mars 1998 par le centre d’histoire des sciences et des philosophes arabes et médiévales, Librairie philosophique J. Vrin, Paris 1999. CORBIN H., L’Alchimie comme art hiératique, L’Herne, Paris 1986. CRISCIANI C.-PARRAVICINI BAGLIANI A., Alchimia e Medicina nel Medioevo, SismelEdizioni del Galluzzo, Firenze 2003. AL-DIMAŠQ‡ A., Manuel de la cosmographie du moyen-age par al-Dimašqî (Kit…b nu²…t aldahr f† ‘aº…’ib al-barr wa al-ba|r), a cura di A.F.M. Mehern, Kopenhagen 1874. FORBES R. J., A short History of the Art of Distillation from the Beginnings up to the Death of Cellier Blumenthal, Brill, Leiden 1948. GARBERS K.-WEYER J., Quellengeschichtliches Lesebuch zur Chemie und Alchemie der Araber im Mittelalter, Helmut Buske, Hamburg 1980. GUARDI J., La medicina araba, Xenia, Milano 1999. HALLEUX R., “The Reception of Arabic Alchemy in the West” in R. Rashed, a cura di, Encyclopedia of the history of Arabic Science, volume 3, pp. 886-902. AL-HASSAN A. Y.-HILL D. R., Islamic Technology: an Illustrated History, Cambridge University Press, Unesco and Cambridge, Paris 1986. HILL D. R., Islamic Science and Engineering, Edinburgh University Press, Edinburgh 1993.
61
-----, “The Literature of Arabic Alchemy” in M. J. L. Young-J.D. Latham-R. B. Serjeant, Religion, Learning and Science in the Abbasid Period, Cambridge University Press, Cambridge 1990, pp. 328-341. INGOLF V., Studien zum ältesten alchemistischen Schrifttum. Auf der Grundlage zweier erstmal edierter arabischer Hermetica, Klaus Schwarz Verlag, Berlin 1992. AL-KINDI, J., Kit…b k†myia’ al-‘i¥r wat-ta¡’id…t. Buch über die Chemie des Parfums und die Destillationen, Brockhaus, Lepzig 1948. KRAUS P., Jabir ibn Hayyan: contribution à l’histoire des idées scientifiques dans l’Islam, Imprimerie de l’Institut français d’archéologie orientale, Le Caire s.d. LÖGFREN O.-TRAINI R., Catalogue of the Arabic Manuscripts in the Biblioteca Ambrosiana, Neri Pozza, Vicenza, vol. I, 1975. ------, Catalogue of the Arabic Manuscripts in the Biblioteca Ambrosiana, Neri Pozza, Vicenza, vol. II, 1981. ------, Catalogue of the Arabic Manuscripts in the Biblioteca Ambrosiana, Neri Pozza, Vicenza, vol. III, 1995. LORY P., a cura di, Alchimie et mystique en terre d’islam, Verdier, Lagrasse 1989. ------, L’élaboration de l’élixir suprême: quatorze traités de Gabir Ibn Hayyan sur le grand œuvre alchimique, Institut Français de Damas, damas 1988. ------, a cura di, Dix traités d’alchimie: les dix premiers traités du Livre des Soixante-dix de Jabir ibn Hayyan, Sindbad, Paris 1983. MARQUET Y., La philosophie des alchimistes et l’alchimie des philosophes: Jabir ibn Hayyan et les “Frères de la Purete”, Maisonneuve et Larose, Paris 1988. MIELI A., La science arabe et son rôle dans l’évolution scientifique mondiale, E. J. Brill, Leiden 1938. NAUMANN, E. W. R., Catalogus librorum manoscriptorum qui in Bibliotheca Senatoria curtatis Lipsiensis assuravantur, ed. Aemilius Guilelmus Robertus Naumann, Codices orientalium linguarum descripserunt Henricus Orthobius Fleischer et Franciscus Delitzsch. Grumma, Gebhard 1838, XXIV, enthält ausserdem: Codices Arabici Persici turcici/Henricus Orthobius Fleischer 1840. Manoscritto B. Or. 215. NEEDHAM J., “The Elixir Concept and Chemical Medicine in east and West” in Journal of the Chinese University of Hong Kong, vol. 2, 1974. NEWMANN W. R., The Summa Perfectionis of Pseudo-Geber: a critical edition, translation and study, E. J. Brill, Leiden 1991. NOUMANUL HAQ S., Names, Natures and Things: The Alchemist Jabir ibn Hayyan and his Kitab al-Ahjar (Book of Stones), Kluwer Academic Publishers, Dordrecht 1994. RASHED R., Histoire des sciences arabes, Seuil, Paris 1997. RUSKA J. von, Arabischen Alchemisten, H.H. Wohlwend, Vaduz s.d. ------, “Chemie in Iraq und Persien in zehnten Jahrhundert nach Christ”in Der Islam, Band 17, Heft 3-4, 1928, pp. 280-293.
62
------, “Der Zusammenbruch des Dsch…bir-Legende“ in Forschungs-Institut für Geschichte der Naturwissenschaften in Berlin. Dritter Jahresbericht, Verlagsbuchhandlung Julius Springer, Berlin 1930, pp. 3-42. ------, “Die Alchemie ar-R…z†’s” in Der Islam, 22 (1935), pp. 283-286. ------, Al-R…z†’s Buch Geheimnis des Geheimnisse. Mit Einleitung und Erläuterungen in deutscher Übersetzung, Quellen und Studien zur Geschichte der Naturwissenschaften und der Medizin, Band 6, Verlag von Julius Springe, Berlin 1937. ------, Studien zur Geschichte der Chemie, Verlag von Julius Springer, Berlin 1927. ------, Turba philosophorum: Ein Beitrag zur Geschichte der Alchemie, Springer, New York 1970. ------, “Über die Quellen von Gabris Chemischem Wissen” in Archivio di Storia della Scienza, Vol. 7, n. 3, Leonardo da Vinci, Roma 1926, pp. 267-276. SAVAGE-SMITH E., “Glass alchemical Equipment” in F. Maddison and E. Savage-Smith, Science, Tools and Magic, The Nasser D. Khalili Coll. of Islamic Art, vol. XII, Azimuth Editions and Oxford University Press, Oxford/London 1997, pp. 48-57. SEZGIN F., a cura di, Chemistry and Alchemy. Texts and Studies Collected and Reprinted, 9 voll., Institut für Geschichte der Arabisch-Islamichen Wissenschaften, Frankfurt am Main 2001-2002 (contiene numerosissimi articoli sull’alchimia e la chimica arabe). ------, a cura di, Jâbir ibn Hayyân. Texts and Studies Collected and Reprinted, 3 voll., Institut für Geschichte der Arabisch-Islamichen Wissenschaften, Frankfurt am Main 2002. SIGGEL A., Das Buch der Gifte des Gabir Ibn Hayyan, Steiner, Wiesbaden 1958. ------, Decknamen in der arabischen alchemistischen Literatur, Deutschenakademie der Wissenschaft zu Berlin, Berlin 1951. ------, a cura di, Katalog der arabischen alchemistischen Handschriften Deutschlands: Handschriften der ehemals herzoglichen Bibliothek zu Gotha, Deutschenakademie der Wissenschaft zu Berlin, Berlin 1950. STAPLETON H. E.-AZO R. F., “Alchemical Equipment of the eleventh century A. D.” in Memoirs of the Asiatic Society of Bengal, vol. I, 1907, pp. 30-47. -----, “An alchemical compilation of the thirteenth century A. D. “ in Memoirs of the Asiatic Society of Bengal, vol. III, 1910, pp. 57-94. STAPLETON H. E.-HUSAIN M. H., “Chemistry in Iraq and Iran in the tenth century A. D.” in Memoirs of the Asiatic Society of Bengal, vol. VIII, 1922/1929, pp. 317-417. ULLMAN M., Katalog der arabischen alchemistischen Handschriften der Chester Beatty Library, Harrassowitz, Wiesbaden, 2 voll., 1974-1976. -----, La médecine islamique, Presses Universitaires de France, paris 1995.
63