Il Canto Di Calipso

  • July 2020
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INDICE ABSTRACT - UN NUOVO PARADIGMA DEL SUBLIME:L'INTERPRETANZA DI GIVONE DI AB-GRUND ED ANGOSCIA INTRODUZIONE - IL CANTO DI KALIPSO:DEA DEL SUBLIME CAP. 1- LO SFONDO ABISSALE: NIETZSCHE-GRASSI-PAREYSON CAP. 2 – I SENTIERI INTERROTTI TRA MORFOGENESI E COMPLESSITA: LEIBNIZ E THOM CAP. 3 – CONTEMPLANZE DEL SUBLIME:ANASSIMANDRO- BURKE-KANTARISTOTELE- HEIDEGGER-LONGINO- HÖLDERLN-SCHELLING-FRIEDRICH CAP. 4 – MUSICA E FILOSOFIA:LA BELLEZZA SUBLIME CAP. 5 – SUBLIMITÀ ED ESTETICA MUSICALE: MOZART- EULERO- LEIBNIZ LA MUSICA SUBLIME. CAP. 6 – UNA NASCENTE ONTOLOGIA DELL’OPERA D’ARTE CAP.-LA DYNAMIS,IL NULLA SUBLIME:ERACLITO,HOLDERLIN,PLATONE, ARISTOTELE,ANASSAGORA CAP.- LEIBNIZ-PLOTINO E LA SUBLATIO SUBLIME CAP. - PLATONE E ARISTOTELE CAP. -IL MOVIMENTO SUBLIME CAP.- LA BELLEZZA E LA DYNAMIS SUBLIME:LEIBNIZ CAP.–ARISTOTELE SULLA TRAGEDIA E UN NUOVO PARADIGMA: L’ONTOPOLOGIA DELLA LIBERTÀ CAP.-ANALITICA DELLA BELLEZZA E DEL SUBLIME

RETROCOPERTINA Lo sfondo abissale del sublime, presente in Nietzsche e ripreso da Grassi e Pareyson ,viene esemplificato dal canto di Calipso inedita dea del sublime. L'interpretazione dell'estetica kantiana,presente nella poetica narrativa,nei testi e nelle lezioni di Givone dispiegano e il tema dell'abissalità delineando un nuovo paradigma del sublime:si è in presenza di una singolarità nell'intepretazione del sublime. Quando si è di fronte al Sublime ,si è di fronte ad un'Ek-stasi ma anche ad un Ab-grund,un Abisso quindi ad un non-Ente,Niente,Nulla. Ciò comporta non solo paura,timore,piacere,dispiacere ma,come dice Heidegger,il senso dell'Angoscia. Perchè di fronte al Sublime è assentemente presente il Nulla, il non-Fondamento. Il sublime si svela solo nell'infinito o nell'abisso. La lettura di Givone getta, nel pensiero della mondità,l'eventuarsi dell'abissalità. Le contemplanze del sublime a partire dalla classicità Anassimandro- Burke-KantAristotele- Heidegger-Longino- Hölderlin-Schelling-Friedrich Un vasto excursus sul tema della bellezza sublime longiniana, plotiniana, burkeiana o sublime-bellezza heideggeriana fino Pareyson che disvelò l’intenzionalità estetica del sublime enigmatico quale bellezza sublime della esteticità nulla,quasi fosse sublazione superiore della conoscenza epistemica.e nell'interpretanza givoniana l’indicazione del sentiero per intraprendere un'ermeneutica ed un'interpretazione ontologica e non solo un analitica della bellezza e del sublime. Si delinea una gestell o struttura dell'opera sul sentiero di un'analitica dell'esserci,assentemen te presente in Kant,per un analitica della bellezza e del sublime ed una nascente ontologia dell’opera d’arte. La Sublimità e l'estetica musicale sono cadenzate nelle figure di Mozart, Eulero e Leibniz. I sentieri interrotti tra morfogenesi e complessita’ Leibniz eThom

ERACLITO,HOLDERLIN LA DYNAMIS DEL VUOTO, DEL NULLA SUBLIME Perché c’è il sublime e non piuttosto l'ideale bellezza fenomenica, o noumenica epistemica, o il niente o il nulla? O perchè si dà l'evento della sublatione sublime dell'aldilà: solo per decostruire la bellezza ideale fenomenica e superarla? Perchè c'è il nulla sublime o il sublime nulla o il nulla afenomenico, anoumenico, aepistemico, aermeneutico? Perchè c'è l’angoscia sublime o la sublime angoscia del nulla? Esistono eventi sublimi, o anche fenomeni originali, che sfuggono alla comprensione categoriale, o analitica dell’esserci o del niente o del nulla. Le categorie sono adeguate solo per la bellezza fenomenica dell’entità mondana, non per l’esserci sublime o il nulla sublime afenomenico, anoumenico, aepistemico, aermeneutico. L’essere sublime del nulla sublime è sempre un evento sublime e giammai un fenomeno o un moumeno, è l’eventuarsi sublime del Sich-Ereignen. Solo quella sublatione abissale sublime consente all’esserci di ergersi aldilà, oltre la bellezza ideale fenomenica dell’entità. Non si è più nella vivenza sublimi, bensì è il sublime che c'è nella vivenza ad eventuare la sublatione sublime, è il sublime che c'è nel nulla che si eventua quale nichilismo o decostruzione o sublatione sublime della bellezza ideale fenomenica. Hölderlin ideò l'interpretanza sublime:eventuò il sublime nel mito o sublime poesia tragica per la disvelanza ontopologica o Sublime transpoiesis tragica nel mythos, quale cura della verità o sublime in latenza della verità : nel mito sublime tragico si è stabilito o vi abita poeticamente l’esserci del Sublime o dell’abisso tragico. Hölderlin non disvelò più principi o idee della bellezza o priorità o fenomena o noumeni epistemici ermeneutici quali paradigmi dell' essere, ma l'esserci sublime stesso quale eventuarsi sublime dell’essere, o il suo movimento nel mostrarsi sublime, o sottrarsi o annientarsi o annichilirsi nella sublime differenza ontopologica. Hölderlin eventuò l’apparenza dell’essere sublime, la sua progettanza che non solo si dà sempre in sorgenza sublime, ma cura e custodisce la sublatione sublime nella sua stabilità sublime:essere sublime è l'eventuarsi della stabilità strutturale sublime. Hölderlin è l'archegete dallo sguardo più profondo e abissale che si getta excstaticamente nell’abisso dell’essere sublime, o nella tragedia sublime dell’essere, lì il principio è la fine, la bellezza è il sublime. L’essere sublime si eventua nella bellezza ideale fenomenica e quella sublatione sublime è l’evento sublime o il mostrarsi, o l'abnegarsi o il manifestarsi della transpoiesis sublime, quale pensiero poetante del sublime o poesia pensante del sublime o tragedia sublime, o instabilità strutturale abissale o indeterminatezza.

Hölderlin è l'archegete ontopologico che apre e si apre al sublime,è l'epigenesi del pensiero poetante sublime,è l'archegete della sublime transontologia della differenza. Di quale evento sublime ontopologico si tratta? La verità sublime è il mostrarsi, abnegarsi, manifestarsi dell'excstasi della finitezza dell’essere. Hölderlin è l'archegeta dell' eristica ontopologica sublime dell'ontopologia sublime della dea Eris che si eventua quale non-fondamento o fondatezza abissale del sublime, l’essere sublime nel nulla sublime afenomenico, anoumenico, aepistemico. aermeneutico. Il sublime si eventua anche nel nulla, sull’abissale fondatezza, anzi il sublime è il nullo fondamento dell'essersi o la dismisura del nulla o del niente quale eventuanza del sublime. Perciò c'è il sublime piuttosto che il nulla, quale differenza ontopologica che si dà al di là di tutte le differenze del niente, o della bellezza ideale fenomenica o noumenica epistemica, tale da eclissare tutti i fenomena. Per Hölderlin l’essere è la sublime dinamica della differenza ontopologica sublime: l’essere eventuanza sprofonda nell'Essere sublime, l’essere è il dispiegarsi della differenza sublime nel pensiero poetante sublime. Eraclito eventuò in priorità l’essere sublime, poi la dynamis sublime. Eraclito fonda la transdinamica sublime dell'eventuarsi dell’essere nel nulla. Il pensiero sublime di Eraclito è ancora poetante ma nello stesso tempo è anche la prima singolarità sublime della sublatione sublime eristica: vi è l'abnegarsi della dynamis sublime. La dynon-sublime è la dea sublime dell'esserci sublime, lì la singolarità sublime è completezza e si dà, si eventua quale differenza dell'ontodynamica della physis sublime. Lì c'è l'abissalità sublime dell'essere nell'endente o l'evento sublime dell'essere nell'endentità mondane, c'è il kryptarsi dell'essere nelle singolarità della physis sublime, c' è l'insorgenza senza eclisse dell'astrophysis che dà luce e si dà alla luce senza tramontare. Non c'è orbita o gravità ma solo il soggiornare sublime senza fine, o il sorgere della purezza della transcendenza della physis sublime in relatività con la disvelatezza sublime e l'oblio. L’idea è la dynamis sublime dell’essere stesso in sé e per sé, come ciò che è aletheia o disvelatezza sublime o verità aristocratica e sacerdotale, nobiltà sublime. Eraclito evocò la sibilla dalla bocca delirante e senza sorriso, nè seducenza né profumata,svelò l’oracolo in Delfi senza parole e senza latenze, ma pro-gettò la sublatione sublime:tutto quel che si contempla e apprende si lascia lì, tutto quello che non si vede o che è indicibile o inaudito lo si porta via giacchè è sublime.

L'eventuanza di Eraclito si svelò con una sacralità pensante, fu la rivelazione della sublatione sublime. Eraclito svelò la verità sublime nell'endelogos, benché la verità sublime eterna, non la si comprenda mai, né prima di udirla né dopo: così è il mondo, giacchè si è ignari da svegli, come nei sogni sublimi, tale verità riflette la physis sublime in ogni endente,ma non c'è risonanza anche se si ascolta, sì è presenti, ma assenti. Eraclito ideò la endinamica sublime dell'eristica in accordo o in discordanze discordi, quale bellissima estetica e sublime armonia, concorde pur discorde: armonia sublime della transonanza. Come nell’arco e nella lira, questi infatti trasformandosi sono quelli, e quelli a loro volta, trasformandosi, sono la dynamis sublime, concorde e discorde, armonica e disarmonica. La via in su e la via in giù sono identiche o invarianti nella dynamis sublime ontopologica, così com' è invarianza sia il principio sia la fine nella transfera. Quella dynamis sublime del mondo è la completezza per tutti, non c'è né una per gli dei né una per gli esseri animati o inanimati, ma c'è sempre stata ed è e sarà fuoco vivo in eterno, che al tempo sublime si accenda e al tempo si spenga. Dinamica sublime in sublatione di tutti i fenomena col fuoco e del fuoco, con tutti i fenomena con l’oro e dell’oro. Mutamenti sublimi dinamici del fuoco: prioritario oceano, del mare una metà terra, l’altra soffio kosmico della dynamis o cosmogonia della physis sublime. Eraclito disvelò gli inesauribili movimenti dell'essere dell'endente, quale dynamis della physis sublime cosmica, quale struttura ontopologica della bellezza-sublime della divinità o assolutezza dell'armonia interpretata nell'enderistica della dynamis sublime: le fanciulle, lungo la via della divinità, con la desideranza sublime in sè si inoltrano nella Notte sublime verso la transplendenza. Alla porta dei sentieri della Notte sublime e del Giorno le fanciulle persuadono Dikê nel consentire l'eventuarsi del sublime, per la strada maestra che conduce e seduce, infine, verso la sublime dea o Verità sublime, la quale svela la sublatione sublime: o sublime che giungi, rallegrati, poiché la destinanza sublime ti svelò il sentiero della sublatione sublime. La dea è e si manifesta, si dà o si eventua nella dynamis sublime. Essere è pensare la dinamica sublime: quali siano le vie di ricerca sublimi, l’una è e non è possibile che non sia, è il sentiero della Persuasione, perché svela la dynamis sublime della Verità, l’altra non è e non sia, è un sentiero ove nulla si apprende, non si può conoscere ciò che non è, né esprimerlo. Infatti la stessa dynamis sublime è pensare ed essere.

Essere la dynamis sublime o essere la verità sublime dinamica della disvelatezza disvela sia l’endente, ciò che è, sia tutto ciò che è immutabile, senza fine, eterno, quale transtabile physis sublime, assentemente presenti, l’essere è pro-posto come lo sfondo che accoglie, sublima tutte le endentità, la dinamica sublime si dà quale molteplice delle endenti presenti e assenti. Ma il sublime è l’occhio che non veda, l’orecchio che non senta le risonanze o la lingua che non parli, ma con la purezza excstatica della sublatione sublime dinamicamente disvela l' ontopologia sublime. Eraclito eventuò l'enderistica dinamica della physis sublime che si dà nella transplendenza, e si disvela quale dea aleteia dell’essere sublime: è l’essere sublime, senza fine, singolarità dinamica della sublatione sublime. Mondo e physis sono sempre in dinamica transeristica, nella dynamis sublime di illuminazione e nascondimento. Nel corso della dynamica, ha luogo la singolarità sublime dynamica o dynamis armonica sublime. Quell’armonia è il sublime fondamentale con cui la physis si dispiega e disvela la dynamis degli eventi sublimi della physis, la singolarità quale enderistica della Verità sublime. La dynamis sublime, quale disvelatezza dynamica della singolarità sublime, eventua il mondo;ciò in cui la dynamis si sottrae è l'abnegarsi sublime. Eraclito ideò la dynamis quale sublime e più potente armonia nascosta di quella che appare nei fenomeni ideali noumenici. L’Ereignis sublime è l’evento della dynamis con cui l’Ereignis si disvela o ritorna: lo svelarsi e il ritrarsi, cioè la disvelatezza e la velatezza della Physis, dell’Aletheia, dell’essere e della verità. Quella natura dynamica è la Physis, che si eventua sull’Eriegnis dell' archegete dal quale la Dynamis si eleva in sublatione sublime. Così l’Ereignis-dynamis si eventua nella Lichtung-dynamis dove da sempre Eraclito la contemplò quale dynamis sublime dell'alterezza, instabile equilibrio fra interagenze enderistiche della dynamys disvelata. Eraclito svelò l'ontopologia della dynamis, giacchè dispiegò l'ontopologia della physis dynamis indicibile, inaudita:la fisica sublime della Dynamis vuota. Il vuoto, quel nulla sublime della dynamis, è la sublatione sublime della dynamis ma nel Vuoto Dynamis o in ciò che non c’è, quale instabile dynamica del vuoto o increspatura della dynamis del vuoto, del nulla sublime. Il vuoto dynamico si dà quale sublatione sublime della dynamis, quale instabile e dynamico movimento del vuoto dynamico della physis: è l’eccedenza della natura che genera e distrugge la sublime potenza della dynamis. Ogni singolarità è smisurata:lo smisurato si dà in discontinuità, o rottura dynamica o della dismisura sublime della physis,la perfezione dynamica dell’essere nel movimento dynamico: lì ogni evento sublime è l’origine dynamica perché contiene in sé tutto il movimento, è sempre in se stessa dynamis.

L'eventuarsi è il caos-dynamis, lì si struttura la dismisura dynamica e la misura Smisurata; smisurate giacchè senza fondatezza o abissalmente fondate nella physis dynamica eccedente, incommensurabile, ontopologia della dynamis. La dynamis è misura dello smisurato, è lo sfondo della singolarità dynamica è incommensurabile:la dynamis dell'infinitezza, il sentirsi nulla di fronte alla Dynamis sublime, quale singolarità del nulla sublime, o nulla dynamico e smisurato, quale nulla dynamico. Non c'è una misura della Dynamis sublime, non si afferra mai, si inabissa e si disperde in un labirinto Dynamico nel transapeiron sublime. L'ontopologia della dynamis è l'infondatezza, dal suo nulla sublime dynamis si dà, si eventua è sullo sfondo della sua infondatezza, è anche sullo sfondo della sua dynamis. Il senza-fondamento della dynamis è l'evento dynamis della physis.

ERACLITO-PLATONE-ARISTOTELE-ANASSAGORA Ma cos’è il mondo? Lì è ove si eventuano le dinamiche sublimi della dynamis. Da lì si può interpretare il mondo che non sia già aperto, ma che invece si apra a partire da un fondo che sia costantemente chiuso, mondo e astrophysis sono diversi l’uno dall’altro e tuttavia mai separati. Cioè il mondo si fonda sull'astrophysis e l'astrophysis sorge attraverso il mondo, c'è un chiasma sublime. Mai il mondo potrebbe disvelarsi se non dal richiudersi o abnegarsi dell'astrophysis. La transplendenza nella quale le dinamiche si elevano in sublatione sublime negli eventi. Nella transdynamis la sublatione sublime innalza l’alterità al di sopra di sè. Mondo e astrophysis sono sempre in dinamica sublime transeristica, poiché come tali si eventuano nella dynamis in abnegarsi ed eventuarsi, illuminazione e nascondimento nel corso della dynamica, si dà la singolarità dynamica che è contrasto che concorda e dalla dynamis l’armonia più bella è sublime, quell’armonia è la sublatione fondamentale con cui la physis si dispiega e disveli la dynamis degli eventi. Analogamente la sublatione sublime seduce e at-trae le singolarità, quale transeristica della Verità tra rivelazione e nascondimento: la dynamis sublime della sublatione della disvelatezza dynamica della singolarità eventua il mondo, ma l’eventuarsi del mondo è solo uno degli eventi fondamentali dell’essere dynamis sublime, nell'abnegarsi la dynamis si ritira e nel sottrarsi e ritirarsi si dà o emerge l'astrophysis. Eraclito pensò la dynamis sublime quale più potente armonia nascosta di quella che si dia nei fenomeni, quale sublimità degli eventi. L’Ereignis sublime è l’evento della dynamis, l'eventuarsi dell’Ereignis si disvela o si cela nell'abneganza: lo svelarsi e il ritrarsi, la disvelatezza e la velatezza della Physis, dell’Aletheia sublime, dell’essere e della verità sublime. Quella sublime dynamica è la Physis, che si eventua quale sublatione dell’Ereignis sublime dal quale la Dynamis sublime si eleva, si sublima per imprimere il suo movimento sublime.

Dynamis sublime dell’esserci è la sublatione sublime, Dynamis è l'evento del sublime, è l’Ereignis sublime del mutamento della transdynamis sublime. Il mutamento della sublatione sublime dynamizza gli eventi e i fenomeni, è Aperta all’Aperto, si eventua nell'abnegarsi nei fenomena, si manifesta e si mostra nel mondo quale Ereignis sublime della dynamis. Allora l’essere dynamico archegete è l’Ereignis-dynamis, è l’Ereignis-dynamis sublime dell’essere dynamico: l’Ereignis-dynamis della sublatione sublime si eventua nella Lichtung-dynamis, nell'ontopologia della silente ferma calma dove da sempre Eraclito la contemplò quale dynamis dell'alterezza, dell'insorgenza che mai tramonta, o è metabolica o in mutamento dynamico, o fluire e trasformarsi di tutti gli eventi e fenomena. La quiete che si da nei fenomena, non è altro che un instabile equilibrio fra forze e interagenze eristiche della dynamys disvelata. La verità sublime che la dynamis eventua è che nei endefenomena vi è una dynamis che li sovrasta. Eraclito svelò per primo l'ontopologia della dynamis, giacchè Eraclito ideò l'ontopologia della physis, prima di lui la dynamis sublime è indicibile, inaudita, incredibile, mitologica poietica, indicibilità e innominabilità fisica e metafisica, ermeneutica certamente non-epistemica e non-metafisica, è intraducibile e difficile da comprendere. Dopo l'eventuarsi può essere pensata già come sublatione sublime della Dynamis sublime vuota. Il vuoto, o nulla sublime della dynamis, è la dynamis del Vuoto sublime Dynamis o l'evento che non c’è, quale instabile o transtabile dynamica sublime del vuoto o increspatura della dynamis del vuoto, del nulla sublime. Il vuoto dynamico non esiste: esiste solo ciò che è. Ma ciò che è esiste solo in quanto viene dal vuoto sublime dynamico. Il vuoto della dynamis non esiste, non può essere in alcun modo afferrato, però si dà quale essere dynamis o evento della dynamis sublime dell’essere, quale instabile e dynamico movimento del vuoto dynamico della physis sublime, è l’eccedenza della natura che genera e distrugge, è in gioco o scende in campo la sublatione della sublime potenza della dynamis.

Ogni singolarità si eventua quale dismisura o smisurato o il sublime dynamico. Negli eventi sublimi la dismisura, lo smisurato si eventuano nella discontinuità o rottura dynamica, o della dismisura sublime o physis, l’essere nel fui, l’essere già da sempre ciò che è, la perfezione dynamica sublime dell’essere, il già da sempre completezza nel movimento dynamico. Non ha inizio, e ogni evento sublime si dà in quell'origine in-principiata, è l’origine dynamica perché conprende in sé tutto il movimento, è sempre in se stessa dynamis sublime. L’eventuanza è il caos-dynamis, configura il caos come lo spalancarsi, aprirsi, è nella dynamis della sublatione sublime; quindi l’origine è intemporale. Dentro il kaos si struttura stabilmente la dismisura dynamica e la misura, ma l’apertura originaria è originaria nel senso che non c'è tempo, si è sempre lì. Eraclito ideò la dynamis sublime del kaos come physis sublime senza misura, autosufficiente in sé, smisurata giacchè senza fondatezza o abissalmente fondata nella physis dynamica eccedente, incommensurabile aldilà di un possibile modello epistemico:una ontopologia della dynamis o sublime ontopologia dell'essere dynamis quale misura dello smisurato. La dynamis è misura di tutti i fenomena ma è misura dello smisurato nel senso che definisce la misura, è lo sfondo del meson aristotelico, perché il kaos è l'apertura, nel suo dispiegarsi, manifesta, mostra i fenomena in sublatione sublime. La singolarità sublime dynamica è incommensurabile, è misura dello smisurato, misura i fenomena ne riconosce la dispieganza, il ritmo, la scansione,il kairos-dynamis, il movimento dynamico sublime. Aristotele ideò il kairos-dynamis stabile nelle dinamiche della physis o cosmesi: l'anelito infinito, la dynamis infinita, il sentirsi nulla di fronte alla Dynamis sublime, quale singolarità del nulla, o nulla dynamico e smisurato o dismisurato, quale nulla dynamico. Non c'è misura nella potenza della Dynamis: non si afferra mai e se la si trova, si inabissa e si disperde nel labirinto Dynamico silenzioso e disperante, nel transapeiron.

La dismisurata dynamis è la misura della sublatione sublime della physis, si dà dall'ontopologia della dynamis sublime, dall'infondatezza. L'ontopologia della dynamis sublime è l'infondatezza di quel nulla sublime ove si eventuò la dynamis del mondo, si svelò, si eventuò sullo sfondo della infondatezza, è sul transfondale della dynamis sublime. La grande formula leibniziana, perché c'è l'essere dynamis sublime piuttosto che niente, è la formula ontopologica che eventua anche la dynamis degli eventi sublimi e dei fenomena, oltre la mathesis sublime o la matematica sublime. Per svelare quel movimento non si sublima più dall’iniziale impulso, ma dall’assoluta quiete o dell’assoluto movimento della dynamis. Cos’è il virtuale sublime, se non Dynamis? Dynamis sublime sarà allora la curvatura spaziotemporale della virtualità cosmica ontopologica della dismisura. Il senza-fondamento della dynamis è l'evento della sublatione sublime per i fenomena, o curvatura spazio-temporale, dynamis della physis. La dynamis sublime è la transfondatezza dell’archegete della curvatura dello spaziotempo dei fenomena, di ogni evento o fenomeno ontopologico, o la sublatione sublime della struttura dinamica sublime degli eventi. La struttura ontopologica della dinamica sublime è la purezza della transcendenza dal non-essere all'essere, o dall'essere al non-essere sublime ontopologico. Dynamis sublime che includa il movimento dell'essere e del non-essere, o la dynamica dell'essere-non-essere ontopologica. Nell'essere esiste il movimento, l'essere è, ma il non-essere non è una sorta di nulla che aleggi là per là nel vago, anzi la stessa struttura ontopologica dell'essere dynamis include l'alterità o la sublatione sublime. Non solo il non-essere è, il non-essere è l'altro, è la sublatione sublime. Dynamis sublime è l'alterità o l'insorgenza del non-ente che mai tramonta. Il non-essere è l'alterezza sublime-dynamis.

Platone ideò l'essere del non-essere quale dynamis, anche solo ideale o eidos del non-essere, figura del non-essere, dynamis immaginaria senza la presenza dell'entità. L'essere è il non-essere quale dynamis sublime dell'alterità, così il movimento della dynamis dell'essere e del non-essere. Per Aristotele invece la dynamis tra l'essere e il non-essere ontologica, o metafisica di essere dynamis, si converte in epistemica o fenomenica. Aristotele ideò la dynamis quale movimento, trasformazione, cambiamento o movimento della physis mobile: là c'è qualcuno o qualcosa che si muove dall'essere al non-essere; ma chi si muove dynamicamente? Aristotele pensò all'esserci della potenza, dynamis, o essere alterità. E' lì che il movimento è l'essere-in-atto, quale momento dell'essere e momento del non-essere, dynamis, potenza della physica metafisica o fisica dell'esserci, è una struttura ontologica; una struttura ontologica dinamica, o metafisica dinamica o teoria dell'atto e della potenza. La potenza o dynamis è la possibilità, la potenzialità che ha la dynamis di un mutamento della physis-sublime dell'archegete Eraclito, poiché il fuoco non è staticità, ma sublatione mutevole ideò la dinamica sublime dell’essere fondatezza degli eventi e dei fenomena: un continuo flusso, panta rei, o essere sublatione sublime, volto nascosto della Natura transmicromacroscopica. Anassagora ideò l'ilemorfia infinitamente divisibile,sia nello spazio che nel tempo, ma quella divisione generò un sistema infinito, ulteriormente divisibile all’infinito, quale infinita varietà di tutti i fenomena. Solo l’equilibrio disvelò un cosmo ordinato, ma con equilibrio instabile, per cui ci fu il continuo cambiamento, mutamento e movimento dei fenomena; l’archè dei fenomena si inscrisse nei numeri, intesi quali punti geometrici, raffigurabili spazialmente, esistenze quasi fisiche, con precise figure geometriche. Lo spazio, che contenga in sé sia gli stazionari che i fenomena in movimento, può essere sia pieno che vuoto, ma la physis è il primo manifestarsi dell’essere nella Metafisica.

LEIBNIZ,PLOTINO E LA SUBLATIO SUBLIME Leibniz o Plotino eventuarono la sublatio sublime del non-ente, del niente, del nulla sublime abissale cuspidale, quale interspazio del finito ove abita l'infinito o transapeiron nell'archè ove si dà l'infinita transtemporalità. Quella si eventua in ontopologia della sublatione sublime qualitativa, e lì si eventua l'endemonade leibniziana o il Syntagma Philosophico della kronotopiadynamica. Leibniz immaginò fosse possibile una ontodinamica sublime transinfinita in uno spaziotempo finito o definito in endemonade, quale transapeiron nell'apriori o Spaziotemporalità sublime. L'idea che la relatività possa essere una teoria geometrica dello spazio tempo sublime è una disvelanza dell'ontologia della verità sublime Le transvarietà , quali endemonadi del spaziotempo ontopologico, è già presente in Leibniz nel suo paradigmatico Tempo-Evento nello spazioTempo-Immaginario, quale nonlineare ontopologia dell'evento sublime dell'endemonade. Leibniz svelò l'infinito o l'infinitesimo nell'evento sublime della sublatione sublime della dynamis temporale finita, quale spaziotemporalità ontopologica dell'evento sublime dell'esserci ontodynamico denso di transinfinite dimensioni, non solo quelle immaginate o quantiche della compresente m-theory, anzi quella non è altro che una singolarità della pl-theory. La non-lineare chaotica ontodynamica lì trovò la sua ontogenesi fino al Lorenz-model, ove c'è lo strange-attractor della celebre butterfly: eventi infinitesimi posso creare ontodinamiche imprevedibili ed indicibili. Lorenz modellò i suoi paradigmi sulla pltheory o pl-Ontology dei creodi sublimi delle Monadi. Il sublyme è la gestell dell’essere-nella-physis,ed eventua la sublatione della aletheia-delladis-invelatezza-dell’essere, quale verità-dis-ascosta dell’essere-sublyme, giacchè il sublyme ama la disinvelatezza, ma ama anche la dis-ascosità della disvelatezza dell’aletheia dell’esseRe. Prima di Leibniz non esisteva una fondatezza del sublime: nihil est sine sublime, niente è senza sublime, ovvero nessun endente può esistere senza una fondatezza sublime, senza la sublatione sublime. Ma quando si eventua la sublatione sublime, si dà l' oltrepassamento della metafisica ideale fenomenica quale differenza ontopologica del nihil est sine sublime leibniziano. E' la sublatione sublime della dynamis che si eventua in biforcazione: nella dynamis sublime c'è biforcazione o differenza ontopologica, quale transonanza sublime della dynamis dell'endente e l'eristica quale endinamica, dis-cordia dell'eventuanza ed abneganza dell'endentità. Dynamis è la sublatione sublime dell’in sé. La physis è la transplendenza sublime che illumina ciò su cui e ciò in cui l’esserci archegete fonda l'abitare poetante sublime. In ciò che sorge è dispiegata la physis, quale nascondente proteggente o abneganza o eventuanza sublime.

Sulla sublatione sublime l’esserci archegete fonda l'abitare sublime nel mondo.

PLATONE E ARISTOTELE Platone è matematico sublime, Aristotele invece è fisico, non mitico, ma dynamico sublime, dove il dynamaion equivalga al pensiero. Il dynamaion è ciò che di per sé non è niente, è ciò che ancora non è, ma nello stesso tempo è il paradigma che non può essere emerso dal niente, e perciò generò autodynamicamente i Titani: Oceano, Yperìon, Divina, Fluente, Norma, Memoria, Ispirazione e Cronos, è il fenomeno mitologico del tempo in Cronos che odiò i suoi figli giganti e non consentì loro di venire alla luce. Le gocce del suo sangue sono ontodynamiche nel senso che eventuano le Erinni, i Giganti e le Ninfe, dalla schiuma del suo mare sgorgò e si eventuò Afrodite la dea dell'estetica excstatica, e le stelle quale corona del Cielo, Atlante offrì transtabilità alla volta stellata, e soffrì scosso dai colpi di Zeus contro i Titani, Zeus si scagliò dal Cielo per colpire i Titani, gettò la luce della transplendenza per annichilire i miti della preesistenza, Zeus divorò o ingoiò Metis, così evitò d' essere detronizzato o annihilito a sua volta dinamicamente. Cronos conquistò il mondo divorando e kryptando, in dinamica abneganza. Il figlio Zeus non venne divorato o annichilito o annientato per la genialità sublime della madre Fluente, nessuno fu estraneo alla dynamis sublime mitica, che annichilì perfino il Caos genesi della dynamis eterna e senza fine , indistruttibile e kaos-cosmo, antico, principio di tutto e di tutto fine, cosmo-archè, che si avvolge come transfera, dimora degli dei beati, che cammina con vortici di rombo, custode celeste e terrestre che tutto circonda, che ha nel seno sublime l’intollerabile sublatione della Natura, scura, indomita, svariata, cangiante, sublime transvedenza che tutto vede, che si dà quale Cronos-dynamis, beato, demone supremo dell'instabilità del tempontopologico trascendente e fenomenico. L’elevazione o sublatione sublime excstatica della temporalità si eventuò sublime dynamica da sé, tale che fu transvedenza con l’occhio dell’anima della bellezza sublime. La via è una fuga da singolarità a Singolarità, la sublatione sublime verso la contemplanza excstatica grazie alla immensa potenza dell’Essere dynamis. L' inconoscibilità e l'indicibilità non consentirono né discorso né scienza, nè epistemica nè ermeneutica, ma solo una contemplanza che si dà al di là delle categorie della comprensione, giacchè la dynamis sublime è in-formale, cioè, si trova al di là, oltre e al di sopra nell'essere ontopologico;ogni esserci che si trovi nell’universo è in bellezza sublime ontopologica, capace di contemplare la visione della splendenza sublime. L'apeiron illimitato, infinito, indeterminato, senza fine, privo di limiti, qualitativi e quantitativi o dynamis del caos o differenza sublime tra archê ontopologica e translogica, o dynamis ontopologica, è la sublatione sublime della Fisica o l'infinito quale transarkè, poiché non è possibile né che esista invano, né che convenga un'altra potenza o dynamis.

Dell'infinito non vi è principio, perché altrimenti avrebbe un limite, è ingenerabile, poiché il generato ha una fine, è la dynamis dell'infinito: non vi è priorità, ma pare essere l'archè d’ogni fenomeno e comprenda in sé tutti i fenomena all'infuori dell'infinito. Alla illimitata potenza o dynamis è consentita una infinita ed eterna virtualità di movimento infinito: nell'infinito sublime, o moto eterno, sono possibili innumerevoli micromacrocosmi o l’eternità del movimento, per cui si eventua la transformazione della physis:che cosa è l’essere-dynamis della physis? Dioniso-Zagreus frantumato in infiniti astrophysis dai Titani ri-sorge autodynamicamente, dalle ceneri, portando in sé, nell’oscura dynamis propria dell’involucro corporeo i Titani quali forze telluriche o sismiche dynamiche: la sua luce dynamica, immortale daimon si inabissò nell'esserci quale entousyasmos ontodynamico. Da lì l'ontodynamis si eventuò quale eventuanza e fenomena delle muse armoniche dell'aritmos: poiché si vedeva che le note e gli accordi musicali consistessero nei numeri e tutti i fenomena si dimostrono loro a immagine dei numeri, e che i numeri fossero ciò che è priorità in tutta quanta la realtà, pensarono che i fenomena dei numeri fossero fenomena degli eventi della mondità e quindi il cielo fosse armonia della bellezza sublime nel numero. La sibilla in excstatica deliranza eventuò la sublatione sublime dell'archegete in deliranza dynamica sublime, l'archegete in Delfi non nascose, ma eventuò la dynamis sublime della physis-archê o del kosmos-dynamis o della dynamis-armonica ontopologica o essere dynamicamente nel cosmo. E'la dynamis cosmica dell’esserci che si nasconde,si krypta e si dekrypta,si eventua nell'abneganza astro-fisica del kosmos interagenza con la potenza o dynamis cosmica. La dynamis sublime ontopologica svela l' ontopologia della physis e si dissipa nel tramonto o nell'abneganza, nel klynamen, nell'insorgenza o dissolvenza o divengenza o mutare continuamente, così sempre sono invarianze immobili durante il ciclo dynamico della physis cosmica, l’apeiron-dynamis è l’alternarsi lineare al ciclo cosmico e l’introduzione di una forza-dynamis o apeiron-dynamis, o un vortice-dynamis d'infiniti fenomena eterni nello spazio vuoto. Che cos' ideò il dio o la dea della dynamis? che cosa nasconse quell’enigma? Pseudès dòxa? La dynamis sublime è impronunciabile, indicibile, non può esserci né discorso, nè pensiero? Il bello è un fenomeno che è di ciò che bello non è? Per nulla. I confini del sublime non si trovano, qualora si cercassero, talmente sono profondi, abissali, dismisurati, transinfiniti: la dynamis contiene in sé la bellezza in sé, màthesis della dynamis o dynamis physis. Ogni màthesis dynamizza una conoscenza preesistente:ogni fenomeno fisico può essere dynamico o potenza con in sé il principio di ogni mutamento, di ogni moto e priorità di mutamenti.

IL MOVIMENTO SUBLIME Platone ideò il movimento come un non-essere, perché differente da quell’essere, la cui immutabilità è sempre e ovunque presente il mondo delle strutture immutabili quali numeri sublimi, o la misura dell' armonia o ordine e bellezza o l’Eventuanza del sublime movimento dynamico. Il movimento sublime non è, semplicemente, un non-essere-qui. Ma non è neanche solo un essere-qui. Infatti se il movimento si dà è insieme qualcosa che è qui e non è più qui: sono le aporie della sublatione sublime o del muoversi o dynamis o matematica e fisica sublime. Platone ideò la purezza ideale dei fenomena della dynamis sublime, l’universo non è che movimento incessante pensiero del pensiero dynamico: poiché l’essere dynamis sublime si dà o si eventua in transinfinitezza e il suo essere sublime si dà in una pluralità di eventi connessi, è transinfinita dynamis sublime transapeiron, illimitato, giacchè se avesse limiti, allora avrebbe qualcosa fuori di sé o il non-essere-in-sè. Tutta la physis è sublatione sublime, è mobilità, anzi è l’attuanza della dynamis sublime. L'equilibrio dinamico fra sublatione sublime e transinfinitezza nella spazialità vuota si dà quale evento di uno spazio-tempo tangente a curvatura nulla. La distanza cronotopica fra due eventi è una geodetica dello spazio-tempo. Lo spazio-tempo curvo è un evento sublime spazio-temporale delle varietà differenziabili o dynamis-physis. La fisica sublime è una dynamis sublime o movimento di una potenza, il cambiamento è una sublatione dal non essere all’essere oppure dall’essere al non essere. Il tempo e lo spazio sono grandezze continue quindi anche il movimento è continuo, movimenti, spazi e tempi sono divisibili all’infinito: in mezzo agli istanti c’è sempre un tempo. Esistono infiniti transinfiniti, Infinito in atto e infinito in potenza: è Leibniz,l'archegete della physis sublime, a disvelarlo. La sublime fisica dinamica ontopologica,ove l'essere sublime dynamico è l'essere sublime matematico,è la struttura dell'Essere dynamis che eventua la transvarietà dell'Essere, qualitativo, mobile, nobile e variabile. Non c'è una matematica sublime della qualità, neanche un sublime del movimento. Non vi è movimento sublime né numeri sublimi transinfiniti: è impossibile dare una deduzione matematica della qualità dinamica, non c'è una adaequatio della dynamis. Platone ideò un universo sferico sorretto dal niente, dal nulla sublime o una potenza dynamica. Ciò-che-si-muove-da-sè si muove secondo impetus imaginatio, o dynamis sublime.

La priorità ideale fenomenica è immaginata sferica, o dynamis immaginarie vertiginose o dinamica del moto nel sublime essere,o essere nello spazio-tempo. Che cos’è il sublime movimento? Il movimento sublime è il movimento dell'essere Dynamis o dinamica sublime. Nel Sofista Platone ideò la dynamis sublime, o la natura di ciò che è in movimento dal nulla sublime all'essere. Aristotele fu rapsodico, non sistematico nell’elaborare che cosa sia l’essere? L’essere è virtualità sublime o dynamis, la dynamis è archè tes metabolès, l'eccedenza della potenza dinamica, la potenza che si transforma in attuanza o è l'immagine del sublime. Platone ideò l'essere quale dynamis della sublatione sublime: ciò che è, è ciò che ha potenza di esserci, dynamis ontopologica fondamentale, d y n a m i s che è atto, o fondamento della fisica sublime o l a p o t e n z a c h e a t t r a v e r s a e pervade o g n i a t t o della physis. L’essere dynamis è la purezza dell' essere, fulminea, abbagliante transvisione della dynamis ontopologica d' essere evento della sublatione sublime, indeterminatezza nella transpaziotemporalità sublime. Priorità ontopologica della dynamis sublime quale fondatezza dell' essere dynamis. Essere sublime è l'essere costante e continuo, che continuamente è, continuamente è presente, presenza. La dynamis è fenomenica trascendentale o ontologia fondamentale. L'ontologia è fondamentale perché lì c'è l'eventuarsi dell' Essere dynamis sublime. Il problema per la fenomenica è come catturare il movimento di forma, da potenziale ad attuale, o movimento ontologico nell'Essere, di un movimento dynamico-essere-sé o Ontologia della Fenomenica Dinamis o movimento eterno, ove il tempo sia il movimento, il suo essere misurabile, cioè numerabile il movimento. L'infinito del tempo si dà tanto verso il passato quanto verso il futuro. Per Platone il mondo è intriso di divino, mosso dall' invisibile e la struttura del cosmo è eterna: il tempo non esiste, il passato perché non c'è più, il futuro perché non c'è ancora, il presente non è nel tempo perché separa ciò che è passato da ciò che è futuro, il tempo non è nell'istante, perché l'istante è dynamis sublime. Il futuro e il passato sono sublimità del presente. Il Timeo di Platone, lì la vera dimensione ontologica del mondo è quella dell'eterno sublime; è solo la dimensione del cosmo e dell'essere fisico sublime. Se c'è un movimento sublime c'è dynamis sublime o ontodinamica dell'essere dell'endente, quale cronodinamica sublime dell'essere con struttura ontopologica infinitamente divisibile, c'è una aporia, il passato è presenza di transinfinità sublimi, gli eventi sublimi del passato sono l' essere transinfinito, transapeiron, essere senza limiti, senza la fine o abisso cuspidale sublime.

Il tempo sublime è la sublatione dell'essere, niente è misurabile se non dalla transmente, niente è misurabile se non c' è la transmente dell'esserci sublime. C'è sublime asimmetria tra passato e futuro:l' asimmetria metafisica fondò la metafisica della struttura fisica del mondo, o l'eventuarsi di transinfiniti transinfinitesimi sublimi. Leibniz ideò la dynamis sublime dell'essere dell'endente in una temporalità sublime extatica plotiniana, quale disvelatezza della verità sublime o aletheia, o ontodinamica sublime della kronodinamica dell' endemonade.

LA BELLEZZA E LA DYNAMIS SUBLIME: LEIBNIZ Leibniz ideò l'epigenesi: nulla c'è senza il sublime matematico, o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella archemonade quali singolarità o punto métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere. Per Leibniz non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza,giacchè la sublatione si eventua nella transmonade afenomenica nella sigolarità sublime della bellezza, non dopo o nel futuro, ma sempre nella priorità transinfinitezza della sua essenza. La sublazione è la sublimanza della bellezza,la sublazione leibniziana è la sublimanza dell'esserci,del dasein, dell'intenzionalità sublime nella bellezza estetica. L' up-sollevamento o Aufhebung è solo la sublation ideale dell' entità o superentità o ontica. Dopo l'idea della natura attiva, Leibniz svelò anche la sublatione dinamica o dynamis sublation del sublime dinamico, lì lo slancio è la gettanza della sublimanza o della sublazione dell'essere. Quella è la caratteristica fondamentale della monade in sublazione,quale struttura ontologica dello slancio della sublimanza. La transmonade ontologica non deve essere intesa come una speciale forza dello spirito, ma in una modalità ontologicamente strutturale:la monade non è anima,al contrario l'anima è una possibile morfogenesi della monade.

I ARISTOTELE SULLA TRAGEDIA

UN NUOVO PARADIGMA: L'ONTOPOLOGIA DELLA LIBERTÀ. Il sublime dilata le transmittenze del cuore in sistole e diastole, eventuanza e abneganza, si concentra nell'attenzione della transtabilità ontopologica. È stancante: è la transestetica sublime. La bellezza discioglie la transpurezza dell'anima:si percepisce una differenza o una incongruenza nella transestetica, presente nell'epigenesi longiniana del sublime, ma non ancora una differenza noumenica nel sublime. Qui il sentimento sublime consiste in una vibrazione o alternanza rapida dei sensi,o alterità o alterezza o splendezza dell'esserci. Il dinamicamente sublime o dynon o phyon o splendezza sublime è simile alla transpotenza transdinamica in natura irresistibile e terribile, ma se si è al sicuro, si rimane disinteressati e perciò non c'è più un ob-getto o gegenstand che incuti paure. Dio è terribile ma l'uomo non ha paura. Anzi solo la dea del sublime, quale ultima Dea o ultima degli dei, ci può salvare, o solo il sublime salverà il mondo. La natura è sublime perché eleva, innalza l'evidenza ideale all'esposizione eccelsa là ove l' esserci è l'unico capace di comprendere la sublimità, anche al di sopra della stessa natura. Tale libertà è l'eventuanza al di là della natura: interagenza intima tra il sublime o il dinamicamente sublime,è l'ontopologia della libertà. C'è sublime quale libertà che trascende la natura. Il sublime dell'evento sublime, il dinamicamente sublime è sempre in interagenza o transagenza con la libertà. E' la problematica della transdifferenza tra il matematico sublime e il dinamicamente sublime, o della differenza analitica tra la transbellezza e il sublime:entrambi esigono l'inclinazione o il klinamen e la transensibilità del piacevole. Il sublime invece si trova di fronte un gegenstand,sempre non-ente o transente infinito o transentità abissale senza-fine, senza fondo, un ni-ente, un nulla afenomenico, anoumenico, aepistemico, aermeneutico.

Infinitezza sublime che si dà oltre o al di là della bellezza ideale fenomenica, lì la verità sublime si dà al di là quale eventuanza dell'essere sublime ontopologica. L'eccedenza dell'evento sublime è la verità nella sua infinitezza o è la paradossalità sublime dell'essere. Schelling ideò una transcendenza sublime al di là dello spazio e del tempo, quale sublatione sublime della bellezza fenomenica. Quale analisi della tragedia nella Poetica, in transalienze della tragedia, come nell'esperienza di paure e compassioni che si concentrano in catarsi delle emozioni. Aristotele appare ob-scuro nello svelare la transevidenza catartica. La differenza tra le due estremità, o meglio la differenza tra i due spazi ontopologici che si incontrano come in un nastro di Mo@bius, svela l'analitica della transbellezza dell'esserci: se un fiore, un tramonto, un poema, un dipinto, o un brano musicale: qualsiasi bellezza possa essere transvisibile anche come bellezza sublime. Il differenziale nel continuo è evidente nella consapevolezza dell'analitica transfenomenica del sublime, nella bellezza,nel sublime, quale evento sublime della splendenza. L'analitica della transestetica del sublime si evidenzia o emerge come una più complessa ermeneutica della transbellezza. Quella interpretanza dell'analisi della transbellezza connessa con i commenti di Aristotele sulla tragedia possono delineare l'emergere di un nuovo paradigma. Nell'Analitica si distingue il sublime dalla bellezza transfenomenica: è bella la bellezza modello in un ob-getto, quale evidenza ideale o principio di pensiero nell'ob-getto, senza che l'ob-getto stesso abbia utilità. Qualcosa è nella sua evidenza ideale bella, in contrastanza ad utile, ma l'obgetto in sè è inutile, è disinteressante categoricamente, mentre dà il piacere. Un fiore è bello per la sua evidente organicità, la sua simmetria i suoi colori come evidenze ideali utili in un transente, ma la transentità è essenzialmente inutile: così si pensò la transbellezza senza telos.

Già nel concetto aristotelico di physis c'è in essere il sublime dinamico, quale dynon o evento che si inabissa o si sottrae senza fine e si sublima nel transinfinito. Che cosa sono i physei onta? Sono quegli enti che hanno in sé il principio del movimento o la dynamis sublime, o physei onta che si sublimano dinamicamente, quale eterna presenza o evidenza ideale della transmonade in epigenesi del movimento. Nullo fondamento di una nullità sublime incompatibile con la bellezza ideale fenomenica, incongruente come il più grande quasi infinito, apparirà così il sublime quale grande terrore e stupore. Ecco una parola che non svelò alcun particolare della bellezza; nulla o alcuna evidenza ideale della personalità; nessuno ha detto una parola in evidenza ideale o immagina brillanti colori, o immagina la fragranza di una rosa o l' origine della sublymanza, nel senso della sublyme-bellezza:. Il costruire un tempio di Zeus, il portare-in-elevatezza una statua di Apollo quale ontopologia dell'archegete, o il portare in scena una tragedia sublime, non è soltanto l’alterezza di una splendezza: è mitopoiesis o transpoiesis sublime. Consacrare per l'archegete è mitopoiesis sublime nel senso che nell’offerenza del sublyme il sacro viene svelato in splendenza o ciò che è sacro è il Dio che viene cercato nella svelatezza della sua vivenza, dentro la disvelatezza della sua presenza. Ogni evidenza ideale nel senso dell’alterezza mitopoietica è sempre ab-scissa eventuata,quale modalità di evidenza adeguata nel progetto o situarsi e mostrarsi nell' imago-statua, dicibile e decidibile nel translogos. Si evidenzia il sublime da erigere, da disporre, che possieda già in sé il modello essenziale del disporre, sia cioè se stesso, in ciò che sia la sua transonanza sublime.

L ANALITICA DELLA BELLEZZA ANALITICA DEL SUBLIME L'Analitica della bellezza, ma soprattutto l'analitica del sublime, svela un'immagine estetica-ontopologica della dimensione profonda dell'ontopologia della libertà: una nuova prospettiva capace di estendere l'ontologia del fenomeno nell'estetica è una dimensione del fenomeno che può rivelarsi solo al di fuori dell'epistemico conoscitivo, quale singolarità in trascendenza dell'ente o estensione quantitativa e qualitativa che si coniuga con la bellezza della forma, quale esistenza e aderenza nel gegenstand ontologico della ontologia del soprasensibile. L' estetica svela il paradigma di un evento della tanscendenza o ereignis del sublime: eventuanza che non è né natura né libertà e che si presenta come un fondamento indeterminato, è la transcendenza-sublyme ontopologica della libertà sublime. Fenomenica e Razionalismo sono inadeguati per l'eventuarsi della trascendenza-sublime ontopologica della sublatione sublime. La transpazialità dell'esserci nell'analytik-dasein, o l'immagine quale singolarità sublime in transcendenza, è sublatione sublime nell' intenzionalità: è l'origine della dinamica sublime della transcendenza ontopologica quale dispieganza della sublimità transpaziale. Lo spazio sublime può essere un campo di transestetica ove gli eventi sublimi sono presenti nella transcendenza transtemporale e transpaziale, ma possono essere transcendenze fenomeniche come un fenomeno ontico, o ontopologico della singolarità in transcendenza quale transcendenza della libertà ontopologica. La libertà sublime è l'essere-in-un-mondo sublatione sublime della libertà.

per essere la transcendenza, o la

Se l’esserci-sublyme è transpazio-tempo-sublime, lo è perché è una sublatione sublime transpazio-temporale, come eventuarsi sublime dell’essere dell'esserci sublime, quale transtemporalità o transpazialità sublyme abissale ove si teme di perdere il senso dell'essersi.

La qualità del sublime consiste nell'essere transestetica excstatica della sublatione dell'eventuanza sublime, al di là dello stesso tempo ideale fenomenico noumenico, è l' illimitata transpazialità dell'evento sublime dell'essere transplendenza sublime. Ma l'eventuarsi transestetico dell' essere sublatione sublime è la transinfinitezza illimitata del dinamicamente sublime nella natura, è la transphysis dinamicamente sublime. Se la natura è la sublatione del dinamicamente sublime, deve essere più attraente del fenomeno ideale della sua bellezza, l'infinito stesso è più seducente del finito o dell'adeguatezza aderente fenomenica; giacchè essere sublime transinfitezza dispiega eventi sublimi al di sopra della natura,al di là dell'estetica fenomenica ideale noumenica. Ma essere il fondamento dell'evento sublime transestetico è la sublatione sublime che dà la più sublime transexcstasi estetica della sublimità del nulla sublime dell' Essere nulla, al di là di se stessa in transinfinito, che è sublime abisso. Le fondamenta sublimi dell'archegete sono le sublationi sublimi del fondamento sublime della transbellezza sublime transinfinita. La sublatione sublime non consiste soltanto nel rapporto di esporre la stima del servizio del ragionevole nella presentanza della natura, per una possibile supersensible situanza. Lo stupore,il terrore, il timore o le miriadi emozioni che assalgono nella salienza o nel salire al cielo,o nell'abnegarsi negli abissi di gole profonde e rapide torrenziali di uragani in-furia, o inoltrarsi nei silenti meandri in ombra profonda, o soli con la propria malinconia: tutto ciò, quando si è in sicurezza esistenziale, non è nulla che incuta paura, è piuttosto l'intenzionalità sublime d' essere superiore al naturale, per disvelare una migliore sublatione della sensazione della bellezza del ben-essere. Per la fantasia l'adeguatezza con la ragione è la bellezza estetica, ma paradossalmente anche l'inadeguatezza della fantasia, giacchè lì c'è ancora l'idea della limitatezza finita del sublime, o non s'mmagina la transinfinitezza della sublimità.

Nulla di più grande può esserci e nulla è impossibile: l'entusiasmo dell'archegete è il sublime, perché è una intenzionalità della sublatione sublime, o una gettanza sublime o uno slancio di misura più forte e più duratura oltre ogni ragionevole possibilità fenomenica,ideale, noumenica. Tale sublime intenzionalità dell'archegete è nobile alterezza o sublatione sublime transestetica excstatica, è l'estetica sublime dell'archegete, è l' Essere Sublime al di là dell'ideale e fenomenica bellezza noumenica, quale sublimità Impetuosa, tensione dell' immaginazione nell' essere sollevati in sublatione sublime excstatica. La transVisione al di là di tutti i limiti della sensibilità ideale fenomenica, noumenica consente all'archegete di affondare, naufragare e fondarsi in sublatione sublime o in transplendenza entusiasmante o transmania. La gioia nel sublime è sempre sublime, sia nella singolarità che nella mondità o mondanità, perchè lì la dimensione è transinfinita e transinfinitesima, aldilà del translogos fenomenico, ideale, frattale dell'arithmos. Burke ideò il delizioso orrore, o la tranquillità nel terrore, quali ossimori fenomenici esistenziali dell'intenzionalità sublime nel ben-essere-sublime dell’esserci: nel sublime c'è l'apprensività, l'intuizione e la comprensione dell'intenzionalità sublime della curvatura dello spazio-tempo cosmico e kaosmico, cronologico irreversibile e kairologico reversibile nel mikro e nel macro transinfinito e transinfinitesimo. Forse chi per primo eventuò la differenza tra spazio tempo endemonade in supersimmetria con lo spazio tempo della mondità, disvelò il sublime leibniziano. Meglio,la domanda leibniziana risuona:perchè esiste il sublime piuttosto che il nulla, perchè c'è la bellezza piuttosto che il niente,perchè si dà il sublime piuttosto che la bellezza, perchè c'è l'evento del sublime,perchè c'è l'excstasy sublime, perchè c'è la fenomenica sublime o la noumenica sublime o la metafisica del sublime o l'analitica del sublime o l'ermeneutica del sublime o la mitologia del sublime o l'ontoteologia o l'ontica del sublime?

Quando si svelino quelle domande si è di fronte all'eventuanza leibniziana del sublime immaginario. Leibniz ideò nell'apocatastasi, Apokatastasis sublime, dei salti, dei varchi, dei momenti di sospensione, ed è lí che si nasconde Dio, con il suo disegno lungimirante. Ciò che sembra un continuum in realtà è un discretum, l'apparente ripetizione dell'identico non impedisce lo sviluppo di transinfinitesime virtualità nascoste. Ma c'è anche il nulla sublime ed il nulla è il nulla nell'endemonade divina o della mondità o dell'esserci, quale nulla abissalità sublime dell'essere che c'è, si eventua, si dà quale nulla sublime afenomenico, aideale, anoumenico, aermeneutico, aepistemico o essere sublime dell'archegete che si getta nel fondamento, nel fondo dell'essere quasi ci fosse una specie di doppiofondo, una bistabilità abissale che si eventua dal nulla sublime liberamente. E' l'eventuarsi del mondo dal nulla sublime in modo perfettamente razionale e legittimo, quale doppiofondo. Fondamento della ragion d'essere dell'archegete. Ma fondamento del fondamento è la libertà sublime, il mondo è fondato sulla libertà sublime della purezza dell' evento sublime, paradossale eventuanza quale variante leibniziana dell' onpotologia del nulla sublime: s'est trouvé tout inventé dans l'entendement divin avec une infinité d'autres, parce que cette suite d'evenements non è verità sublime? Ed è la libertà sublime, priva di crepe e fratture entro cui spira il vento del sublime transinfinito della libertà sublime del transtempo, o l'oggetto infinito quale gegenstand transinfinito o ob-getto sublime di Ricoeur. Declinato secondo paradigmi e stilemi sublimi, o essere l'esistenza temporale sublime dell'excstasi dell'apokatastasy leibniziana, o di Agostino il quale nei suoi celebri paradossi sulla temporalità sublime disvelò l'esistenza di un oggetto sublime quale infinito sublime paradoxale. Il tempo sublime non è mai quello che è, non è presente quando è presente, non è passato quando è passato, e quindi pretendere di misurarlo è come pretendere di misurare ciò che si sottrae a qualsiasi misura, giacchè si svela sempre quale dismisura sublime paradoxale.

Aristotele nella Poetica ideò: l'imitazione è anzitutto imitazione di azioni che per loro natura scorrono lungo l'asse del tempo, ma azioni il cui contenuto è il mito sublime, la mitologia sublime della musa Kalypso, giacchè fondata sul gegestand infinito o con possibili interpretanza transinfinite. La poetica-sublime e la physis-sublime si svelano ontopologicamente separate, distinte e incongruenti, ma in un chiasma moebiusiano: la poetica-sublime svela eventi che sono per l'esserci sensibilità e destinanza, la physis-sublime invece si dà quale tempo o misura del movimento nello spazio o dynamis sublime. Perciò la differenza è fenomenologica o ontica, ma non ontologica nel senso della dynamis dell'essere dell'endente, quali eventi del sublime, eventi che disvelano una struttura ontopologica: sono ontopologia della disvelatezza della transplendenza quale ermeneutica della differenza, per cui il senso si mostra negli opposti come altro da sé, inesauribile, eventuanza dell' abnegarsi. Eventuarsi sublime che si eventua, nient'altro che evento, evento sublime che differisce da qualsiasi altro evento l'abbia preceduto quale fenomenico ideale noumenico. C'è verità sublime là ove si sostenga che il mondo sia sensato e sensibile, e c'è verità sublime là dove si sostenga che il mondo non abbia sensibilità ma solo il fenomeno ideale noumenico, o la metafisica della verità epistemica: non si pensa l'essere sublime che è e insieme l'essere che non è. Parmenide ideò così la metafisica della verità, o il pensiero ideale dell'essere: è la metafisica della verità che pensa l'essere epistemico e mai l'excstasy sublime dell'essere abissale, endepigenesi del nihilismo, quali phenomena della sublime disvelatezza. I phenomena sublimi degli eventi sublimi, quali endemorfie nella spazialità transinfinita, si disvelano sempre irrudicibili al pensiero calcolante epistemico. Anzi la loro disvelanza è una continua decostruzione della endedynamis sublime: sia quale cronocromodinamica quantica, sia quale ontodinamica sublime del non-ente, del nulla afenomenico, aideale, anoumenico, aermeneutico, aepistemico.

I phenomena degli eventi nihilisti sono sempre endefenomeni sublimi del non-ente, dell' endeniente, del nulla, comprensibili senza gli strumenti dell' endelogos o della sensibilità o della congruenza intuitiva, giacchè lì l'endentità non c'è, anzi lì si disvela solo l'abissalità excstatica dell'esseresublyme quale Essenza e essenziale Ontogenesi del Nihilismo. Heidegger gettò il nulla sublime quale excstatica progettanza dell'essere: il Nothing sublime si dà, si eventua quale evento dell' endenulla sublime. Anzi solo il nulla sublime getta la profondità abissale sublime, quale absenza delle endentità spazio-temporali sensibili o endepistemiche della metafisica della endeverità o dell'endelogos. I phenomena degli eventi nihilisti sublimi ex-sistono quale pro-gettanza-regettata presentemente assente dal nulla abissale sublime. Heidegger pensò così all' endenulla quale evento abissale della sublatione sublyme dell'ontodynamis. La rosa è senza perchè, fiorisce perché fiorisce, quale auto-manifestarsi endentità dell'excstasy temporale o exstatica della transcendenza, in una danza cosmica che libera la luminosità intrinseca o auto-organizzazione, o Ereignis sublime o kronotopodynamica nella physis sublime o endedinamica sublime della endemondità. Perché c'è l'essere sublime quale eventuanza del Nulla sublime? Nulla evento afenomenico aideale anoumenico? Perché c'è l' essere sublime quale eventuarsi della sublatione sublime del Nulla? Per Heidegger lo spazio accade, l’ek-sistere si dà nella transcendenza sublime del transpazio in vista dell' endemondo sublime, è la continuità e differenza ontopologica fra l’analitica esistenziale e l’ontopologia del sublyme. Ma che cos’è il disvelarsi in excstasy della sublatione sublime dell’esseresublyme? Cos’è l'ende-gettanza della splendenza dell’essere-sublyme nel sublime? È la gettatezza-della-verità della destinanza dell’essere nell’aletheia sublime fondale, grund sublime ed abgrund sublime, del sublyme che si dà, si getta nell' endemondità.

L’essere sublatione sublime si eventua nel sublyme quale aletheia, disvelatezza dell’ontopologia dell’essere, dell’esserci, dell’essere dell'endentità mondane. Endevarietà compresenti nella gettatezza-del-sublyme quale aletheia sublime ontopologica dell’essere ontoikona, ontoimagine, ontoimago, ontopoiesis sublimi. Il sublime delle endevarietà ontopologiche della endeverità dell’essere si danno, si eventuano, si gettano quale fondale o fondamenta dell'archegete della sublatione sublime. Lì l'archegete è sempre in-essere-in-vista-della transcendenza sublime. Come mai solo la sublatione sublyme riesce a transcendere, o ad essere-invista-della-transcendenza dell'essere, o ad essere-in-vista-dell'essere dell'esserci quale dasein-analytik, quindi a transcendere sempre il corso della transtemporalità o dell’ontocronia? Tra le tante ipotesi quella più ontopologica è la messa in cura della endeverità dell’essere quale contemplanza della curvatura dello spaziotempo del passato, memoria, del presente, relatività o interagenza, del futuro, eterno ritorno della sublatione sublime. Solo nel sublyme l’aletheia ontopologica si cura, si getta, si eventua, si fonda quale archegete: giacchè l'endintenzionalità sublime si dà, si eventua quale transcendenza dell'essere-sempre-in-vista-dell'essere o transvedenza dell'esserci o del non ente o dell'endeniente o del nulla o dell'abisso, ma si dà anche quale paradoxa, giacchè l'intenzionalità del nulla è niente o meglio è il sublyme, quale transcendenza dell'endintenzionalità dell' endeniente o dell'abisso o della singolarità abissale presente, passata e futura. L’essere nella gettatezza-della-sublymanza o della sublatione sublime cura da sé l’essere-sublyme, senza la cura ontocronica. Anzi: si cura senza l'endefenomenica, endideale, endenoumenica. Endepistemica, endermeneutica; getta la sua cura della sua verità sublime da sé quale transplendenza transontopica che abita poeticamente il vuoto cosmico,quale endegettanza dell'essere-in-vista-dell'essere-sublyme.

È la sublatione sublyme della transvedenza sublime dell'essere-sempre-in-vistadell'essere che viene-incontro in enderistica sublime, che si disvela per essere contemplata quale fondatezza dell'archegete, così si dà, si cura nella sua futuraanteriorità-gìà-stata e sempre ontopologicamente presentemente assente o sempre in-vista-della-transcendenza-sublime. Nel suo essere già-stata si getta nella transontokronia anche quale gegenstand sublime,controistanza fondale sublime che si getta nello sguardo sempre di fronte, quale endegettanza della endeverità sublime dell’archegete che si dà quale evento sublime dell'essere-in-vista-dell'essere sublime o transvedenza. Il sublyme, la gettanza fondale della aletheia-sublime si dà e si cura da sé quale essere-sublyme o essere-gettatezza della sublatione sublyme, si eventua sempre quale ontopologia dell’evento-verità, aldilà di tutte le interpretanze infinite, giacchè nel sublyme si getta, si dà, si cura l’evento della verità ontopologica della transplendenza o dell’essere sublime dell’aletheia o dell’essere-sublyme-della-verità-nella-physis. Anche quando l'erhabene non è più una endentità mondana ontoteologica, o quando si è abbandonati all’oblio dalla mondanità, anche allora la bellezzasublyme si dà alla contemplanza, giacché la sua destinanza si getta e si cura da sé, si eventua nella physis-sublyme quale evento sublime dell'essere-in-vistadell'essere-sublyme nell'endeverità ontopologica. È la gestell-erhabene dell'archegete che si dà e si cura e si getta da sé; l’alterezza poietica nella transradura della physis eventua l’evento sublime della verità dell’essere-sublyme, ma discopre e dispiega nello stesso tempo la destinanza sublime dell’aletheia della sublatione sublyme: è la gestell sublime dell’esserenella-physis, è l’alterezza della destinanza dell’evento sublime della verità ontopologica nella transradura fondale:ove l’archegete possa abitare poeticamente nel sublime. Anzi l’essere sublime in excstasy disvela la libertà d’essere al sublyme, ma nel contempo nell'essere-in-vista-dell'essere dispiega libertà d’essere al mondo, lascia liberi gli dei di fuggire senza perdere la sua originalità, libera il nihilismo della tecnica nel clonarsi senza decostruirsi nella sua gestell, nella sua struttura ontopologica, libera l'endemondanità e il suo tramonto, giacchè l’evento sublime della libertà si getta e si cura quale libertà ontopologica dell’esseresublyme della verità-destinanza che si eventua nella physis-sublyme per la splendezza libera della physis di esserci, giacchè c'è lì sempre l'essere-in-vistadell'essere-sublyme.

Kalypso,musa mitika del sublyme si dà sempre quale miraggio o aurora boreale iperborea. La sua sublatione sublyme è l'eventuanza degli spazi liberi, abitati solo dall’Essere sublime che ci viene in-contro, quale sublyme senza-la-fine, mai nullità, e nel contempo eristika excstatica:Essere sublime che si incontra nell’essere che si getta ed abita l’Essere poetante. Le varietà degli eventi del venire incontro in sublatione sublime dell’Essere sono transinfinite, indicibili, senza-fine, senza eclissi: perché gli eventi del sublyme sfuggono alla classificazione dell’imperativo kategorico del rigore razionale o della metafisica ideale fenomenica.

da controllare Pareyson disvelò l’intenzionalità estetica del sublime enigmatico quale Bellezza sublime della esteticità nulla, quasi fosse l'analisi topologico-transcendentale dell’esteticità sublime o sublazione superiore della conoscenza epistemica. È l' esteticità sublime di Friedrich che si dà nell'imago nel fondersi abissale quale esteticità che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi in sublime imago. DA CONTROLLARE

L'EPIGENESI DELLA DYNAMIS SUBLIME O TRANSDYNAMICA Dal non-essere o dal nulla sublime non è consentito né dirlo né pensarlo, perché non è possibile né dire né pensare che non sia la dynamis della sublatione sublime dell'esserci. E' dall’essere dynamis della sublatione sublime che si eventuerà la transplendenza soggiornante senza fine e senza eclisse, in relatività con la disvelatezza e l'oblio, l'abneganza e l'eventuanza: l’essere si eventua con l’essere, è senza principio e senza fine. L’essere nel quale si eventua la sublatione sublime è il pensare:nient’altro o è o sarà all’infuori dell’essere, la dynamis sublime dell'esserci è nascere e perire, essere e non-essere, o insorgere o soggiornare nel sublime o kronodinamica o endynamis sublime, o endapeiron sublime. L’essere sublime è senza fine, non si eventua più il nulla, né c'è l'abnegarsi nel nulla in presenza della transtabilità della sublatione sublime; è singolarità dinamica sublime in transplendenza, disvelanza della dea della disvelatezza sublime. Tra l’essere e il nulla non c'è che un sentiero dinamico disvelante la physis sublime o la transphysis dell’esserci sublatione sublime. La transdynamis sublime c'è , si dà, si eventua: come può non-essere ciò che è?

L’eventuanza della dynamis sublime non si svela che nell'abissalità sublime: ex nihilo nihil , l’eventuarsi della transgenesi sublime del nulla dal nulla sublime si eventua quale tramonto dell’essere sublime. Ma l'esserci sublatione sublime che mai tramonta, che soggiorna è la dynamis della sublatione sublime della transplendenza della physis sublime, quale svelatezza della dea sublime o la sua sublime verità. L’essere sublime soggiorna nel vuoto della physis sublime dinamica, stabilmente senza fine, atemporale, con la sua dynamis della sublatione sublime, endicona del sublime, imago sublime della dynamis, immagine sublime: l’essere della physis sublime o dynamis sublime disvelante, o abnegante, occultante,accadente esserci nella physis sublime quale sublatione sublime dell’essere sublime. L’essere è sublime eventuanza. La dea sublime della verità non trema e si dà nell'evento della sublatione sublime. Il transmythos della dea sublime si dà in splendezza nell'archè-physis, quale transcendenza della ontopologia sublime, quali eventi sublimi dinamici: il sublime è l'eventuarsi dell’esserci della dynamis della sublatione sublime in relatività e in transequilibrio transtabile con la transphysis dell’essere Aletheia sublime: verità sublime dinamica, sempre in splendenza e senza tramonto, senza fine, quale alternarsi di luce e notte sublime, quale eventuarsi sublime ontopologica della sublimità della Physis Sublime. Il sublime della Physis sublime è l'ontopologia della sublimità dell’abisso cuspidale, della fondatezza, dell’aldilà ontodynamica sublime, è la radura dell’Essere sublime, dell’Essere libero d’Essere nell’abisso sublime, senza nulla, senza niente, senza fine, senza tramonto, senza eclisse: è la sublime dynamis d’Essere. DA CONTROLLARE Quale fondamento della verità dell’Essere dynamico sublime la sublatione si dà invisibile,indicibile, inaudita, l’unica che possa salvare o curare dell’aldilà, della dynamis sublime. L'ontopologia dell’Essere sublatione sublime della trascendenza dell’Esserci, è l’Essere sublime ontopologico dynamico.

Quell' ontovarietà dispiega la complessità della fondatezza dell’Essere sublatione sublime nella Physis-dynamis transexcstatica. Nell’Essere sublime, l’Essere sublime non si adegua, in verità né all’Esserci, né all’Essere ontologico o dynamico. Nel sublime non si ritrova mai l’adeguatezza metafisica, epistemica, razionale, dynamica, estetica con il mondo dell’Esserci, né con l’Essere nel mondo cosmico. Ma quella differenza ontopologica dell’adeguatezza non trascura l’ortogonalità della volontà di potenza metafisica del sublime, anzi dà senso, identità e trascendenza. L’Essere sublime, quale essere nel mondo sublime è la misura di tutto,è anzi l’unico evento gravità che dà senso, transtabilità e soprattutto e per lo più dà il transimpianto, la sublatione, la transGestell sublime dell’Esserci, dell’Essere qui e aldilà. L'ontopologia del sublime, quale sublatione sublime della Physis sublime è la Gestellsublime del mondo e dell’Essere, quale Esserci che ci si viene in-contro nella sua morfogenesi d' Essere sublatione sublime. Giacchè solo l’Essere è il sublime della physis che ci potrà salvare, o curare, o consolare nella destinanza sublime della sublatione. DA CONTROLLARE La sublatione del sublime dynamico è l’immagine dell’Essere sublime che ci si in-contra di fronte, immagine transdynamis. Il sublime è la dynamis dell’abisso cuspidale che ci sta sempre di fronte, ci transabita e che ci si in-contra quale aldilà. Ma il dynamico del sublime si dà quale metastabilità, struttura ontopologica, in qualità di salvezza, cura, pensiero poetante dynamico della Physis sublime dell’Essere sublatione sublime: nella sua transvarietà di dynamis, di transimmagine dell’Essere sublime. Anzi il dynamico del sublime, con la sua dynamis, si disvela sempre dalla metastabilità dell’abisso cuspidale, dell’invisibile, dell’indicibile, dell’inaudito,i quali si eventuano di fronte, davanti, alla mondanità, e si eventuano nella sua transfondatezza senza essere mai fondati. Il sublime non è stato, e non sarà mai una nuova metafisica, se mai è la Teontologia, senza essere ontologica: si transeventua invece quale alterità, senza essere differenza, e quale relatività senza essere dispiegamento. Il dynamico del sublime è la transradura ove si eventua e si incontra sempre di fronte l’evento dell’immagine dell’Essere sublime. La sublatione del sublime è l'eventuarsi dell’immagine dell’Essere sublime che si dispiega dall’abisso cuspidale,dall’invisibile, dall’indicibile, dall’inaudito: che decostruisce l’immagine del mondo, dell’Esserci. DA CONTROLLARE L'essere dinamica sublime degli eventi nella dynamis è la transvisione di Platone che dalla non presenza si dà nella presenza, è transpoiesis della dynamis. Anzi la physis sublime, il sorgere di per sé, è una dynamis sublime, è transpoiesis sublime. La physis sublime è anzi dynamis nel senso più alto e nobile e sublime.

E' il disvelamento dynamico dell' aletheia, verità della dynamis quale sublatione sublime, o verità in dynamica aletheia. Giacché nella disvelanza si fonda ogni dynamica, c'è il fondersi del sublime. L’evento della dynamis dispiega il suo essere nella sublatione ove c'è l' accadenza dell'abneganza e disvelatezza, ove accade la verità sublime della transdynamis. Ma il disvelamento della dynamis non si dispiega in evidenza, bensì è transtabilità kriptata nella kronotopia dinamica per eventuarsi, custodito in un altro disvelamento o Gestell sublime, l’abnegarsi ed eventuarsi della dynamis nella physis come disvelatezza dell'evento della dynamis, o costellazione in cui accada la sublatione sublime dell’essere verità della transdynamis. Holderlin ideò che là ove c’è il pericolo là c'è la dynamis sublime che salva, nel pericolo si mostra, si dà, si eventua l’essere sublatione sublime, l'eventuanza sublime che ci salva non si dà al di fuori della dynamis. Anzi, si fonda nella sua eventuanza, quale soggiornare senza tramonto o dynamis: là ove la verità sublime si dà come aletheia, come svelatezza della dynamis, là ove già da tempo soggiorna la dynamis e l’apertura alla transdynamis, si fonda la sublatione della dynamica; lì il grande sentiero non ha porte, miriadi di strade vi sboccano, quando si attraversa quella porta senza porta, si cammina liberamente tra cielo e terra. Si eventua nel mondo la transdynamis sublime, quale esserci di una relatività tra la transinfinitezza e l' aletheia della dynamis del cuore che non trema, della disvelatezza di quella radura della transplendenza, o dynamica luminosa non-dicibile del soggiornare nel mondo senza eclisse e senza fondatezza in naufraganza sublime. Come ci si può nascondere davanti all'eventuanza che mai tramonta o dynamis, evento sublime che sorge, emerge? Eraclito ideò la dynamis della physis o insorgenza, il sempre perdurare disvelamento in contrastanza eristica dell’occulto. Ma il mai tramontante disvelò sia la disvelatezza che il nascondersi, o abnegarsi o eventuarsi. La physis ama nascondersi,eventuarsi,abnegarsi,ama la transdynamis della sublatione sublime del nascondersi e del disvelarsi: non-nascondimento e occultamento sono in relatività transdinamica spazio-temporale. La physis è l'emergere è metamorfosi metabolica o katabolica dell'eventuarsi e dell'abnegarsi, il sorgere è altrettale già sempre incline al chiudersi. Disvelamento e Nascondimento non sono pensati come due eventi distinti o differenti, bensì come una sola e medesima transdynamis, nella loro irriducibile differenza ontopologica, la dynamis di astrophysis, quale transdynamis della physis. La physis è la transplendenza sublime dell'ontopolgia ove l’esserci archegete fonda l' abitare poetante. In ciò sorge e si eventua la physis nascondente e proteggente. Sublatione sublime ove l’esserci fonda l'abitare poetante nel mondo.

CAPP. 4-5

Pherecydes svelò la differenza ontoteologica o mitologica del Chronos sublime e la Chthonie o Ground o grund,o meglio ab-grund che spazeggi ontoteologica o mitopoietica sublime. Anaximandro disvelò l'apeiron che spazitempeggia quale physis che infiniteggi senza fine, infiniteggia sublime e dynameggia, mentre Diodorus e Democritus differenziarono l'apeiron e l'archè che cosmeggi, quale cosmesi o kalousia o bellezza finita dell'infinito sublime anaximandreo: delicate membrane spazeggiano ontopologiche, quali varietà sferiche o phenomena, quali imago dell'ecstasità eonyka che platoneggi o eidousia, o ideale Cronotopia della Physis Ontopologica. Lo spazio è la libertà che situeggi, spazeggi, trascendeggi, ondeggi, campeggi il deieggiare, là ove gli dei sono fuggiti, gli spazi lì sublimeggiano. Lo spazio è la libertà che sublimeggi. Nello spazio il sublime disvela eventi, transcenteggia sublime. Cos'è lo spazio che sublimeggi? La natura di quell'evento è il sublime. Ma qual è il sublime? Che cosa ne è del vuoto che spazeggi? Il vuoto è sublime ondeggiare. Il vuoto non è più nulla, nulleggia. Né è l'evento che decostrueggi, è un' eventità che sublimeggi, decostrueggia la sublime differenza. L'evento della differenza è il movimento che disvela le differenze sublimi e sublimeggi o transcendeggi, è la differenza ontopologica heideggeriana quale struttura ontopologica che eventeggi l'esserità dell'entità in parausia o sublime parousia, è la parausia sublime dell' esserità che decostrueggi e fenomeggi, esserità della purezza della presenza sublime che spazeggi, quale spazità indecidibile dell'evento che decostrueggi. E' in decostruzione là l'ontopologia, cioè l'ontopologia sublime che transcendeggi sublime ontopologico essere-parausia stabile della spazità dell'eidousia o entità ideale spaziale, ontologia e topologia transcendeggiano l'eventità sublime, la struttura ontopologica del sublime:evento che spazeggi l'Ontopology Dasein. Luogo o Chora che sublimeggi,è l' eventità, l'eventeggiare della verità che dà la fondatezza al mondeggiare. La verità che sublimeggi è excstasità, nell'excstasità sublime della verità quale eventità dell'esserità. Nell'arte sublime che sublimeggi l'esserità dell'entità nella libertà. L'arte è la spazità sublime che sublimeggi. Heidegger ricordò l'ondeggiare metafisico aristotelico dello spazio come insieme di luoghi finiti in grandezza e qualità, lì lo spazeggiare è pura estensione omogenea, uniforme, calcolata-parcellizzata, per trasformarsi con Kant in forma prioritaria intuitiva. E' qui che Tecneggi la filosofica.

Se la Tecnica spazieggia, l'arte atarasseggia, epocheggia o sublimeggia: ondeggia sublime la spazità dell'essere, sublimeggia al di là della sua determinarezza calcolante; cos'è la spazità sublime che sublimeggi? E' lo spazeggiare dell'esserità sublime, o Dasein che sublimeggi, essercità o esserità che transcendeggi. Quale spazità che spazeggi. Raum raumt:lo spazio spazeggi, così come Welt weltet, il mondo mondeggi, spazeggiare la libertà, sfoltire, diradare, ondeggiare eventi, eventità, transcendeggia l'Esserità e tempità, già s'in-spaziano: ein-räumen, la Lichtung che sublimeggi, la radura ove abiti poeticamente la verità o poeteggi, o poieseggi o poeticheggi intesa come chiasma che chiasmeggi, ontopologia che splendeggi e nascondi, evidenzi e custodisca in sé il mistero. In “L'arte e lo spazio” ondeggia lo spazio, spazeggia, è libertà dispiegante luoghi e la scultura un ondeggiare dei luoghi. Vuoto ontopologico, ciò-che-dà-spazio, Einräumende che sublimeggi, che raccolga, la chora sublime del Timeo che platoneggi risonante in Aristotele nella Fisica come topos, o luogo. In ontopologia sublime della radura sublime ove si possa fondare l'archè dell'architettura, la sua origine sublime fondata dall'archegete, è il celebre saggio heideggeriano:costruire, abitare, pensare il sublime. Se lo spazio spazeggia quale vivenza, erlebniz che soggiorni e tempeggi nel mondeggiare, è l'ondeggiare del luogo, o contrada, ondeggiare che spazeggi in libertà, arcifigura, forma originaria della libertà che spazeggi libera del movimento che transcendeggi l'esserità sublime o singolarità che spazeggi, varia, incurveggi nello spazeggiare: lo spazio spazeggia nella sua libertà e curveggia o echeggia, ondeggia in contrade ove l'esserità vi abiti poeticamente, o poeteggi il curveggiare. Più filosofica della scienza e più rigorosa, più vicina all'Essenza della Cosa stessa, è l'arte sublime. L'arte è lo spazio o sublime che spazeggi o incurveggi spazitempi. Dasein sublime che sublimeggi o l’essere exstasità o esser-fuori-da, l’esserità dell’esserci è l’e-stasità che incurveggi spazitempi sublimi: esserità che e-staseggi il sublime. Spazio sublime del sublime che e-staseggi e incurveggi l’esserità sublime che spazeggi:essere che transcenteggi e incurveggi Esserità che spazitempeggi, quale essercità che sublimeggi. E' l’essercità che sublimeggi l' essere-la-radura-sublime,Lichtung-sein-sublime che spazeggi il sublime, la radura sublime che sublimeggi e incurveggi esserità sublime, non una qualità tra le altre, ma la fondamentale dell’essercità sublime che spazeggi nella radura sublime o Lichtung sublime che incurveggi l’esserità. Nel pensiero poetante heideggeriano l’esserità si dà sublime, sublimeggia, transcendeggia sublime nella verità dell’esserità sublime, è nella verità o eventità che incurveggi spazitempi. Heidegger spazeggia l’esserità e estaseggia il sublime o transcendeggia l’esserità nella verità, l’esserità si dà e può darsi soltanto là ove si spazeggia quale sublime svelarsi che sublimeggi e incurveggi esserità, non c'è senza spazeggiare l’essercità sublime che sublimeggi.

I tigli del castello-giardino e lo sguardo oltre il muro splendono in brillanza e curveggia nel tempo la Pasqua, o dietro la collina il prossimo Natale. Dal campo chiasmeggia e curveggia verso la foresta il sublime. Poi c'è il curveggiare e si saluta in alto. Eventeggiano sul banchetto alcuni grandi pensieri poetanti, da interpretare. Ogni volta è un enigma o eventità, ma il curveggiare è in vista, là nel campo della radura sublime ove spazeggia l'essercità, lì incurveggia il piede sull'estensione della diradanza che risplendeggi. Tempeggia lì l'essercità, ondeggia l'eventità che curveggi, nei pensieri poetanti curveggia e ondeggia sul sentiero sublime ove il sentiero interrotto incurveggia. Il sentiero sublime dell'esserità ondeggia al curveggiare del pensante poetante come a quello dell'albeggiare. Con il lungo passare degli anni il curveggiare spesso riecheggia reminiscenze di gioco e di scelte,quando si è sotto il colpo d' ascia lì nella radura del bosco, lì si curveggia attraverso boschi e radure sublimi. Qui ondeggia il tempo, la tempità incurveggia. La Risonanza è nascosta, è invisibile quale splendezza del curveggiare. E' la cura sublime. Nel corso del tempo curveggia la distesa dei cieli, si radica nelle tenebre dell'abisso sublime, curveggia nei più alti cieli elevati e sublimi. Ancora una volta incurveggia per ciascuno che passeggi in ogni stagione, con una prossimità curveggiante. Se sulle Alpi al di sopra della foresta il crepuscolo serale nel corso di un crinale collinare è saliente in estate e curveggia nell'albeggiare, se il vento da Est aleggia, se giorno dopo giorno la nebbia ondeggia la tristezza sui campi il mondeggiare è l'enigma sublime dello spazio che tempeggi, o del tempo che spazeggi e ondeggi in un lungo periodo di tempo. La distesa dell' abitare sublime dà l'eventità che mondeggi. È solo Dio, è Dio, è il sublime. Sono lì la loro origine. Il pericolo minaccia. Il Campo sublime percorso riecheggia una vivenza che ama curveggiare, e spazeggiare in eventità sublimi, è Kuinzige o essercità sublime invisibile. Nessun curveggiare della tempesta d'inverno emoziona di primavera. Ma in un'unica armonia, lì echeggia silente il sublime, ondeggia sereno. Il sapere è serenità sublime che transcendeggi. L' enigma splendeggia nel sublime. Dietro il castello torreggia S. Martin. Lentamente undici colpi di ore svaniscono nella notte. Il campanile trema sotto i colpi dell'ora di martello, la cui risonanza nessuno dimentica. Il silenzio è più silente. È l'anima? È il mondo? È Dio? E' il sublime. Tempeggia il sentirsi a casa, lì ondeggia l'invisibile sublime o sublime poetante che

sublimeggi.

Heidegger disvelò così la Gestell sublime che poieteggi o tempeggi o spazeggi. Gestell sublime del Dasein che spazitempeggi. Dasein è l'excstasità sublime tempità che spazeggi: è l'eventità che spazeggi per Heidegger, invisibile poiesis, è l'invisibile-esserità-sublime, è spazità-sublime che sublimeggi o vuotità sublime che spazeggi. E' spazità che consenta la risonanza o il Kuinzige o la Gelassenheit sublime, è la stabilità ontopologica che spazitempeggi, è la verità dell'eventità, è la Gelassenheit l'abnegarsi sublime che sublimeggi. Gelassenheit è l'abneganza sublime che spazeggi, la sublime nullità che nulleggi, lì nulleggia o nienteggia la kronotopia sublime, la verità della sublime Gelassenheit, veritas sublime che incurveggi o abnegheggi, sublimi eventità. Eckhart svelò l'idea di Gelassenheit sublime che nulleggi. Gelassenheit quale Esserità che transcendeggi o nulleggi o nienteggi nell'abissalità sublime, esserità che spazeggi o vuoteggi o nulleggi nell'Esserità sublime. Eckhart vuoteggia o vuota la spazità che nulleggi, o tempeggia nella nullità sublime. Eckhart svelò Il Gelassenheit sublime che sublimeggi o spazeggi nella nullità che vuoteggi, o nella nientità che transcendeggi. Il Gelassenheit di Eckhart è il sublime curveggiare che nulleggi. Eckhart è l'archegete della sublime indifferenza che spazeggi nell'aletheia sublime, eventità del Gelassenheit. Lì curveggia la sublime Gelassenheit che poeteggi l'eventità. Dasein sublime che nulleggi o Esserità-spazità del sublime che spazeggi, o spazitempeggi nell'esserità risonanza che risoneggi. Esserità sublime che sublimeggi o nulleggi quale Gelassenheit dell'eventità sublime. Quale sublime Gelassenheit che annienteggi. Gelassenheit che animeggi la sublime Esserità che sublimeggi. Heidegger svelò il chiasmepochè del Gelassenheit-Kuinzige che spazeggi, o il GelassenheitKuinzige che chiasmeggi nella sublime abneganza che nulleggi. La Gelassenheit che nulleggi o nihileggi il sublime poetante? Gelassenheit che nulleggi quale sublime che poeteggi? Gelassenheit che spazeggi quale sublime che nihileggi? Sublime poetante che nulleggi nella spazitempità dell'Esserità Gelassenheit. Esserità Stabile che spazeggi e incurveggi sublime. Heidegger disvelò il sublime poetante che nulleggi, è Gelassenheit che spazeggi, o spazitempeggi e incurveggi l'eventità sublime che transcendeggi il sublime. Heidegger svelò con l'ontopologia del Gelassenheit l'abnegarsi del sublime, o l'abissalità che nulleggi il sublime che nihileggi? Gestell sublime che spazeggi l'abneganza che nulleggi. La filosofia di Heidegger è qui per spazeggiare il fascino sublime onteologico del sublimeggiare ontopologico, quale ontologousia sublime. Ge-Stell-sublime che spazeggi l'ontopologia sublime. La sublime abneganza che nulleggi è l'Esserità Sublime dell'Essere che spazeggi.

Gli eventi del sublime che nulleggi è il pensiero poetante del sublime che poeteggi o spazitempeggi nella nullità che nulleggi, o nella nientità che nienteggi o nihileggi nella stabilità che spazeggi l' ontopologia sublime. La differenza ontopologica del Sublime poetante che nulleggi la spazitempità, è la Gestellgelassenheit sublime che spazeggi ontopologicamente. Gestell ontopologica del sublime che sublimeggi. Gestell sublime che spazeggi in Gelassenheit che sublimeggi la Gelassenheit poetante. Sublime ontopologia che spazeggi sublime, dal fascino sublime della Ge-Stell Sublime dell' Esserità. Gli eventi sublimi spazeggiano la nullità sublime che nulleggi, ma nella stessa spazitempità che incurveggi il Sublime del dio che ci può salvare o abnegare in Gelassenheit sublime. L'Ereignis spazeggia il sublime che sublimeggi nell'Ereignis: sublime che spazitempeggi sublime l' esserità. L’esserità sublime spazeggia quale essere in luce e abita nel sublime dell’essercità: ontopologia che sublimeggi come fondamento-abisso del sublime. La verità del pensiero poetante dell’esserità sublimeggia già nella Chora che spazeggi il sublime spaziale. Gegenstand Sublime Dasein o l'esser-ci Sublime Dasein ontopology, essere-Dasein nell'esserità-sublime quale esserità-per-la-spazialità o Dasein dell'essere lì che spazeggi, al di là del semplice tempeggiare, per essere spazio-che-tempeggi-in-excstasità transinfinita. Chora è lo spazio sublime che spazeggia o Platoneggia, il più abissale sublime che sublimeggi. Nietzsche o il sublime Zarathustra inondeggiarono quel curveggiare. Così parlò Zarathustra il sublime che sublimeggi Nietzsche-Zarathustra: fondeggiare sublime dell'ondeggiare che curveggi. Schelling o Leibniz o la frattalità kronotopica che apeironeggi di Anaximandro, o i frammenti dell'archè di Anaximandro consentirono all'Ontopologia degli spazitempi di Anaximandro di dispiegarsi nella vuotità o nullità sublime, lì transcendeggiò la Philosophydella temporalità nel Timeus Platonico: lì il modello paradigmatico svelò il curveggiare che Platoneggi e Cosmeggi quale adeguatezza della verità Platonica paradigmatica. E' l'universo paradigma degli spazitempi Platonici quale estasità exstatica del curveggiare, o paradigma della physis che transcendeggi e si dà quale fenomeggiare visibile dell'idealeggiare invisibile, ma intuibile con la metafisica della verità o logousia animata. Solo così è possibile percepire le differenze spazitemporali dei phora o dei periodos o delle periphoras o dei kykleseos: ondeggiare del curveggiare paradigmatico pitagorico dell'identità tra aritmos e curveggiare degli spazitempi, in un sublime armoneggiare o cosmeggiare e mousikeggiare, quale perfeggiare o idealeggiare dell'eterno sphereggiare incurveggiante platonico.

Si dà così l'ondeggiare degli spazitempi in dinamicheggiare sublime e infinito apeironeggiare sublime, ma fenomeggia quale discreto e finito, anzi aritmos, senza ritmo, in stasi inerziale o contrastanza o gegenstand, attimeggiare, atteggiare, o essere il curveggiare, o fenomeggiare nell'esserci del discreto quale singoralità temporale della parousia, o apriorità dell'archè della kronotopia infinita. E' la differenza nella temporalità che si dà quale aritmos della parousia per curveggiare la transcendenza ed eventuare il curveggiare che futureggi, o futuro anteriore, o eterno curveggiare o apokatastasy sublime. Finito ed infinito non sono possibili nella stessa frazione di tempo: l'apeironeggiare dovrà essere frammentato ed i suoi frattali fondare la rigorosità e l'esattezza, altrimenti la divisibilità o l'analitica o la dyairesis o la chiasmepochè infinite possono creare dei paradoxa spazitemporali infiniti. Aristotele inventò così le distanze discrete irriducibili nella temporalità, memore delle omeomerie anaxagoriane, ma sempre nella dynamis dell'essere nella parousia e di essere nel futuro o nel futuro anteriore. Leibniz svelò una Philosophy ontoteologica degli spazitempi quale relatività leibniziana della simultaneità degli eventi: Gödel si ispirò a quel paradigma per incurveggiare l'apokatastasy kaosmika sublime o monadeggiare sublime. Leibniz curveggiò la relatività della simultaneità degli eventi nella monade dynamica sublime. Leibniz con la sua ontoteologia della monade incurveggiò la verità che si eventui sia nei fenomena, sia nelle verità nascoste o kryptate o non ancora in dis-oblio nell'ondeggiare sublime ed infinita: è la Leibniz-Theory della Tempità Ontoteologica che transcendeggi e si dà curveggiante Leibniz-Theory degli spazitempi, giacchè nella struttura ontopologica della monade non c'è più differenza sia nell'endogeno che nell'extramonade, che mondeggi, o incurveggi sublime ed infinita. Leibniz curveggia la struttura ontopologica degli eventi simultanei degli spazitempi che dynameggi sublime le endemonadi, o le extramonadi in sistole e dyastole o quali intermittenze sublimi della struttura ontopologica della monade: è il curveggiare della tempità o degli spazitempi sublimi, quali eventi virtuali nella monade sublime o chiasmonade o eventi dynamici sublimi che noumeggino o noeteggino nel pensiero pensante. Axiomi degli eventi che dinameggino nelle monadi: lì eventueggiano una cronodinamicità della Philosophy del Tempo, entità imaginarie o entità metafisiche immateriali e virtuali, parodossi curveggianti giacchè le entità nell'immaginaririo non ci sonoo lateggiano o krypteggiano nella monade sublime che incurveggi. Leibniz pensò quegli assiomi virtuosi e virtuali come paradigmi epistemici o metaontologie o ontoteologie matematiche, quali axiomi della mathematica della physis e quindi degli spazitempi sublimi: è il sublime che spazitempeggi o transcendeggi sublime.

Leibniz curveggiò quel paradigma nell' Analysis Situs, o Geometrya della Situatione emotiva o cronodinameggiare della monadea, lì gli axiomi della Geometrya Euclidea si disvelano quali assiomi della metafisica delle verità fenomeniche e virtuali e perciò assiomi di una geometria immaginaria senza entità ilemorfiche, quale ondeggiare che incurveggi l'ontoteologia topologica o metaphysica topologica o geometrica o metamatematica o ontologia della mathesis della monadea o ontopologia sublime. Leibniz curveggiò le quantità come se fosse il chiasmepochè o l'apokatastasy della qualità spaziale e simbolica: l'infinito simboleggiò qualità di logousia virtuale e così l'infinitesimo, o lo zero della mathesis. Quantità e adeguatezza degli eventi curveggiano nella qualità della monadea, quale ondeggiante Philosophya del Tempo che spazitempeggi il sublime che incurveggi la classica Philosophya che da Aristotele dominò l' Europa, una versione del Mythos Rhapsodico di Chronos: quale movimento o dinameggiare immaginario dell'ondeggiante ontokronia che incurveggi sublime la monadea che transcendeggi. Leibniz plotineggiò quasi presago di una virtuale relativity-theory. Plotino disvelò l'estasità dei tempi dell'essere-purezza che spazitempeggi sublime, quale autoevento dell'essercità che ondeggi l'essercità-monadea che sublimeggi. Plotino decostruì sia l'ilemorfica interpretanza del tempo sia l'idealeggiare o armoneggiare o cosmeggiare platonica per curveggiare una paradigmatica e ab-stracta interpretanza della tempità sublime: curveggiò una philosophya del tempo immaginaria, cioè senza l'entità ilemorfica. Leibniz dispiegò quella intuizione per curveggiare l'eventità immaginaria nell'endextramonade virtuale, quale struttura ontopologica o gestell sublime degli spazitempi immaginari o metalogica matematica immaginaria, come entità immaginaria sublime. Plotino curveggiò l’Esserità-purezza-transInfinita in eventità sublime estasità, o singolarità sublime, quale Abissità vertiginosa sublime, l’Esserità sublime nella nullità che nulleggi. L’abissità dell’Esserità purezza è il sublime che sublimeggi e incurveggi più stabile quando c'è Abissità e Silenzio o transInfinità dell'estasità, o singolarità sublime e vertiginosa Abissità che abisseggi Sublime, l’Infinità in sè vuotità che vuoteggi: transcendenza sublime dell'esserepurezza, pensiero pensante sublime, oltre c’è l’abisso sublime che curveggi. Esserità sublime o abissità transinfinita dell’essere-purezza in Essere che incurveggi l'Infinito sublime. Platone curveggiò il sublime che sublimeggiò in Plotino quale esserepurezza che incurveggi nientità: quale nullità che nulleggi il sublime nell’essere infinito che spazeggi. Infinito che infiniteggi: l’Infinito sublime che sublimeggi nell’Esserità purezza curveggiò e plotineggiò in Leibniz, o nella monade-purezza: il sublime plotineggiò l'estasità degli spazitempi sublimi in estasità-purezza, fuori di sé, plotineggiò estasità sublime dell'aldilà, dell'atemporalità, della sopra-temporalità, o della pre-temporalità della flussità, dinameggiò il curveggiare con la durata spaziale o spazitemporale negli spazitempi che transcendeggino nell'ondeggiante fluxità sublime eraclitea.

Così in ogni ondeggiare è custodito, curato, sigillato il curveggiare che epocheggi relazioni temporali di anteriorità e posteriorità in sé: il tempo è un fenomeno sublime che fenomeggi. I fenomeni flusseggiano in ondeggianti singolarità dell'eventità monadi e disvelano l'estasità che transcendeggi sublime. L'intenzionalità longitudinale o ab-scissa si differenzia dall'intenzionalità transversale o transfinita spazitemporale che intenzioneggi: le due intenzionalità, longitudinale e trasversale, sono inscindibilmente intrecciate, sono chiasmepochè che curveggino, ondeggianti fluxità che dynameggino scorrimenti, allungamenti, dilatanze, distensioni nel tempo come un fenomeno dinamico temporale o intratemporale. Platone e Aristotele hanno pensato il tempo-metabolè che tempeggi: qui c'è il rifiuto di fare dell'anima il sito originario che tempeggi o atarasseggi; senza l'anima che numera e che conti il tempo, il numero del movimento non c'è; il tempo, per essere, ha da essere animato; senza l'anima, il tempo esisterebbe solo in potenza, perché ha la sua origine nei movimenti dimamici. È aderenza al movimento dinamico e non inerenza animata. Aristotele pensò il movimento dinamico interno dell'anima come se ondeggiasse in altri movimenti del mondo. Plotino immaginò il tempo movimento o dynamico curveggiare l'anima che mondeggi. Il tempo non può essere il movimento, perché il movimento è spazitempeggiare dell'intenzioneggiare. Plotino incurveggiò il tempo con il movimento della verità o meglio con la disvelatezza, o alètheia che aletheggi, dell'anima che animeggi nel mondeggiare. Ma che cosa è il tempo che spazitempeggi nel sublime che sublimeggi? Non è niente altro che il movimento dynamico del curveggiare animato, ma l'anima non è nel tempo, è sempre nell'epochiasma che aterasseggi . Così l'anima ondeggia nel tempo e spazeggia nell'epocheggiare: movimento dell'anima che spazeggi l'ondeggiare sublime che transcendeggi e si dà tempeggiante excstasità sublime che sublimeggi: è movimento sublime degli spazitempi che spazeggi l'atarassità. L'anima spazitempeggia il tempo dell'epocheggiare, è l'eternità curveggiante che ondeggi: il tempo è nell’anima che animeggi il mondeggiare, o monadeggi sublime. Plotineggia la sublimità nel corso del tempo che spazeggi. Il tempo è sublime che sublimeggi l'estasità che estaseggi: l'attesa, l'attenzione, la memoria che spazitempeggi l'estasità sublime o spazitempo-estasità che plotineggi, o estasità sublime che sublimeggi. La tempità sublime si spazitempeggia, il tempo non passa né dimora, ma sublimeggia. La sublime estasità della spazitempità transcendeggia, si dà in spazio che spazeggi il sublime che sublimeggi spazitempi.

La sublime spazitempità è fondata nella sublime estasità spazitempità del Dasein-sublime che sublimeggi:l'attesa, la parousia e la cura che spazitempeggi nel sublime che sublimeggi, esserità-in-attesa, custodire e presenziare sono proprio l'esserità-in-attesa o sublime spazeggiare del tempo, ontopologica spazialità sublime che sublimeggi o Dasein, è il Daseinsublime che transcendeggi, dà il tempo o spazitempeggi la transcendenza che transcendeggi in ondeggiante fluxità dynamica eraclitea sublime. Il tempo è lo spazio che spazeggi sublime è il sublimeggiare dynamico che transcendeggi. Quella spazitempità estatica è il sublime che sublimeggi o ontopologia del sublime che spazeggi. Il tempo ondeggia e curveggia dinamicamente o spazitempeggi fra essercità e mondeggiare. Mentre per Aristotele lo spazio è finito in estensione ma continuo e quindi divisibile all'infinito, il tempo è un numero, anzi il tempo è il numero del movimento dinamico secondo il prima e il dopo, è l'infinito dinamico. La singolarità dynamica è l’essere sublime che sublimeggi lo spazio che spazieggi. Il sublime che sublimeggi ama svelarsi o disvelarsi quale sublime che Eracliteggi o sublimeessercità che spazeggi, o struttura ontopologica del sublime che transcendeggi. L'esserità sublime che eventeggi: è ondeggiare dalla non presenza che transcendeggi e si dà nella parousia, è sublime poiesis dello spazio che spazeggi. Anche la physis-sublime, l'ondeggiare per sé, è sublime che spazeggi, è poiesis che sublimeggi. La physis è nobile ondeggiare sublime spazitempo che spazeggi nel transcendeggiare. E' il disvelamento sublime dell' aletheia che aletheggi, verità del sublime che sublimeggi quale disvelamento, o verità sublime che spazeggi l'aletheia che transcendeggi. Giacché nel disvelamento si fonda ogni spazitempo che spazeggi sublime. L’evento sublime che spazeggi disvela, dispiega il suo essere sublime nell’ondeggiare lì ove incurveggia disveleggiare e disvelatezza, dove curveggi la verità del sublime che transcendeggi. Ma il disvelamento del sublime non si dispiega in evidenza, bensì ondeggi kriptato nella kronotopia che spazeggi sublime o nel chiasmepochè che curveggi per eventuarsi custodito e curato in un altro disvelamento o Gestell sublime degli spazitempi che spazeggino il sublime nella physis, come disvelatezza dell'evento del sublime che sublimeggi l’esserità della verità sublime. Holderlin pensò che là dove c’è il pericolo là c'è anche il sublime che salva o che sublimeggi, quale soggiornare senza tramonteggiare, è dynameggiare, là dove si dà come aletheia che aletheggi, ondeggiante svelatezza della dynamis, là dove già da tempo soggiorni la dynamis che transcendeggi. Aletheggia l' aletheia della dynamis del cuore che non trema della disvelatezza in quella radura sublime, o dynamica radura indicibile del soggiornare nel mondeggiare senza eclisse e senza fondità.

Come può nascondersi davanti a ciò che mai tramonteggi e dynameggi, quello che mai tramonteggi, quello che sorge, emerge,ondeggia, curveggia Eracliteggia la dynamis della physis o incurveggia, il disvelarsi in alterità dell’ondeggiare. Mai tramontante significa disvelatezza e nascondità: la physis ama nascondersi, la physis ama la dynamis del nascondersi e del disvelarsi, in relatività dinamica spazitempità che spazeggi il sublime che sublimeggi. La physis ondeggia e curveggia è metamofosi metabolica o katabolica, è come tale già sempre epocheggia. Disvelatezza e Nascondità della nullità che nulleggi. In quell‘esserità sublime si eventua l‘ontopologia del sublyme che sublimeggi o la sua epigenesi. Esserità che spazeggi il sublime che transcendeggi lì e si sveli nell‘ontopologia della poiesis, o dell’ontopoiesis o della transpoiesis. Tale ontopologia ondeggia e curveggia l‘esserità nel mondeggiare la gestell sublime, o essere solo per la morte della nullità che nulleggi, quale arte della poiesis sublyme. Quell’ermeneutica eventua l'ontopologia della transcendenza o ontopologia dell‘immagine dell‘esserità-nel-mondeggiare. Ma che cos’è l'estasità dell’esserità-sublyme che sublimeggi? Anzi che cos’è l'ondeggiare dell’esserità-sublyme nel sublime che sublimeggi? È la gettatezza-della-verità dell’esserità nell’aletheia fondale che aletheggi, grund ed abgrund, del sublyme che sublimeggi e si dà, si getta nella mondità ontokronotopica quale spazeggiare che sublimeggi. L’esserità si eventua nel sublyme che sublimeggi quale aletheia che aletheggi, disvelatezza dell’ontopologia dell’esserità sublime, dell’essercità sublime, dell’essere entità sublimi: varietà nella gettatezza-del-sublyme quale aletheia che aletheggi l'ontopologica dell’essere ondeggiare sublime, ontimagine sublime, ontimago sublime, ontopoiesis sublime. Il sublime che sublimeggi delle varietà ontopologiche della verità dell’esserità sublime transcendeggiano, si eventuano, si gettano quale fondità anche quando gli dei fuggono e il tramonto dell’occidente si secolarizza, per sempre il sublyme curveggia e intenzioneggia per essere ondeggiante esserci: mai la verità tramonta, è sempre parousia sublyme che sublymeggi aldilà dell'agatousia, aldilà delle entità mondeggianti. Come mai solo il sublyme transcendeggi il corso dello spazitempeggiare o dell’ontocronia che sublimeggi? Tra le tante ipotesi quella più ontopologica è la cura ondeggiante della verità dell’esserità che sublimeggi. Solo nel sublyme l’aletheia aletheggia ontopologica e si cura da sé, ondeggia e curveggia da sè, fondeggia e si cura senza gli dei fuggitivi. L’esserità sublime incurveggia la cura da sé l’esserità-sublyme, senza la cura ontocronica o ermeneutica, anzi si cura senza l’epistemica ermeneutica, ondeggia la cura della verità da sé, spazeggia il sublime.

È sublyme aletheia che aletheggi si dà e transcendeggi, si cura da sé quale esserità-sublyme o esserità dell’evento-verità, giacchè nel sublyme è in ekstasità e ondeggi, si dà, si cura l’evento della verità ontopologica dell'esserità sublime o dell’esserità dell’aletheia sublime o dell’esserità-sublyme-della-verità-nella-physis. La spazialità del sublyme si fonda sulla spazitempità sublime della libertà:la spazialità sublime del sublyme è la spazitempità sublyme della libertà d’Essere dell’Esserità sublime che sublimeggi. Il sublyme c’è quando l’Esserità si dà, transcendeggia nella radura sublime, nell' ontopologia dell’Esserità, quale ontopologia dell’Esserità poetante che si eventua nella gettatezza sublime che curveggi, è la radura poetante che custodisce, kripteggia, lateggia, ondeggia la cura dell’Esserità sublime che sublimeggi. I luoghi del sublyme sono spazitempi che spazeggiano l’essercità sublime nel mondeggiare, o mondaneggiare, o tramonteggiare o eclisseggiare, sublime che sublimeggi l’Essere abitato poeticamente dall’orizzonte e dall’Esserità sublime-senza-fine, senza declineggiare, senza tramonteggiare, senza eclisseggiare, quale eterneggiare della risonanza dell’Esserità-sublyme che sublimeggi. Solo così si eventua l’epocheggiare della sublymanza che sublimeggi la spazialità che spazieggi la sublymità della Physis. Lì l’Esserità-sublyme non eclisseggia, o tramonteggia. Nel sublyme che sublimeggi c’è l’ondeggiare differenza ontopologica tra il fenomeno sublime e l'evento sublime: non la nullità o la nientità, ma l’Esserità sublime che ondeggi in-contro, l’Esserità sublime che curveggi, per abitare l’Essere sublime che incurveggi la radura sublyme che sublimeggi. La spazità sublime della sublymanza è la spazitempità della differenza che si eventua nell’ontopologia poetante, che abiti il luogo kaosmico o spazio che spazeggi il sublime. La spazità sublime del sublyme che sublimeggi è la spazitempità dell’Esserità che curveggi l’essere sublime che incurveggi la parousia della radura, ove non ha mai abitato né l’entità, né l’Esserci, né la mondità, né la metafisica, né la teocrazia, ma solo la transonanza dell’Esserità sublime che ondeggi in-contro, quale curveggiare sublyme che transcenteggi. La spazità che spazeggi sublyme è la spazitempità sublyme,o dell'abitare sublime dei luoghi sublimi che sublimeggino il sublyme, lì incurveggia la transonanza dell' Esserità-sublyme, o Esserità che sublimeggi curveggiante, Esserità che abiti l’Essere sublime, Esserità che spazeggi il sublime e ondeggi l’Esserità sublyme della diradanza sublyme che sublimeggi. L'ontopologia, il luogo ove l’Esserità sublime ondeggia in-contro e ci abiti è il sublyme che spazeggi l'ontopologia del sublyme, è la sublyme ontopologia della spazitempità sublyme: solo nell'ontopologia sublyme la spazitempità si eventua quale spazeggiare sublyme, giacchè solo lì è libera di curveggiare e di spazeggiare sublyme.

I luoghi ove il sublyme ondeggi incontro, o dove l’essere curveggi l’esserità sublime che si eventua ed abiti la spazità del pensiero poetante, sono i luoghi del sublyme che spazeggi il curveggiare, perché l'ondeggiare dell’esserità sublime con la sua ikona sublime getteggi la parousia e la abiti è sublyme, nell'ondeggiare indicibile inauditeggia, atarasseggia, epocheggia, chiasmeggia sublime. La spazità sublyme è spazeggiare gli spazitempi liberi, abitati solo dall’Esserità sublime che ondeggi in-contro, quale sublyme senza-la-fine, o nullità che nulleggi: Esserità sublime che incurveggi nell’essere che getteggi ed abiti l’Esserità poetante sublime. Le varietà dell'ondeggiare-Esserità-sublime infiniteggiano, indicibili, senza-fine, senza eclisseggiare: perché i luoghi del sublyme sfuggono ondeggianti. Gli eventi del sublyme che transcendeggi in relatività con gli eventi e le ontovarietà dell’Esserità sublime si eventeggiano quale libertà ontopologica:lì ondeggia l’Esserità sublime,s'incurveggia la libertà d’essere sublime che sublimeggi. I luoghi del sublyme sono gli spazitempi ontopologici ove l’Esserità sublime dispone il curveggiare, l’ascolto, la visione poetante dell’Esserità sublime ondeggiante, dinnanzi, davanti che curveggi incontro, nella sublymanza che sublimeggi. La spazità sublyme è la radura sublime che vuoteggi o l'ontopologia della sublymità, ove l’esserità sublime si eventui per essere curvatura e per abitare poeticamente l’essere sublime che ondeggi, oltre che abitare poeticamente il mondeggiare, Physeggiare, kosmeggiare della kosmesi o della kalousia-agatousia. Quando un luogo, una radura, una vuotità sono abitate poeticamente dall’Esserità sublime che curveggi sublime e che ondeggi in-contro all’Esserità sublime, si eventua il sublyme che spazeggi quale spazitempità sublyme del sublime abitare poeticamente l’Esserità poetante, in libertà, in verità, incurveggiante Esserità-sublyme che sublimeggi. L’Esserità sublime che ondeggi incontro per abitare poeticamente, non solo il mondeggiare, ma il curveggiare sublime dell’Esserità, la spazità dell’Esserità sublime che sublimeggi, l’Esserità poetante, l’Esserità ontopologica che spazeggi l’Esserità-sublyme. Si eventua il curveggiare nella spazità che spazeggi nella tempità che mondeggi la differenza ontopologica del sublime: parousia ontopologia dell’Esserità-sublyme, di là e di qua dell'ontopologia fluttuante e mondeggiante dell’Essercità ondeggiante virtuale, del mondeggiare immaginario, del mondeggiare ontopologico, del mondeggiare poetante. Il mondeggiare dell’Esserità-sublyme ondeggia il mondeggiare quale mondeggiare sublime, mondeggiare caotico, mondeggiare cosmico, estatico. Quale fondeggiare sublime della verità dell’Esserità-sublyme dà senso al kaos, all’invisibile, all’indicibile, all’inaudito, all’assenza presente che spazeggi: l’unica che ci possa salvare o curare nel mondeggiare dell’aldilà.

L'onTopologia dell’esserità-sublyme è l'ontopologia che ondeggi l’Esserità che transcendeggi l’Essercità, o l’Esserità ontopologica poetante. Quelle ontovarietà dispiegano il fondeggiare dell’Esserità-sublyme nel mondeggiare virtuale che curveggi l'ontopologia sublime nella spazità sublime che sublymeggi l’Esserità-sublyme chiasmepochè della spazità dell’Essercità. Nell’Esserità-sublyme l’Esserità che ondeggi non si adegua, in verità né all’Esserci, né all’Essere ontopologico o poetante. Nel mondeggiare sublyme il mondeggiare non ritrova più l’adeguatezza metafisica estetica con il mondeggiare dell’Esserci, né con l’Essere nel mondeggiare cosmico, immaginario, virtuale, kaosmico. Ma quella differenza ontopologica dell’adeguatezza non trascura l’ortogonalità del sublyme, anzi dà senso, identità e trascendenza. L’Esserità sublyme quale essere che ondeggi il mondeggiare sublime è la misura che spazieggi: del kosmeggiare che c’è e del mondeggiare che non c’è, o è invisibile, indicibile, inaudito, estatico. L’Esserità sublime è anzi l’unica spazitempità che incurveggi e dà senso, transtabilità e soprattutto e per lo più dà l’impianto, la Gestell del sublime mondeggiare dell’Essercità, dell’Esserità sublime qui, dell’Esserità sublime là, dell’Esserità che sublimeggi aldilà. L'ontopologia del sublyme spazeggia sublyme, è la Gestell-sublyme del mondeggiare e dell’Esserità che ondeggi quale Essercità che curveggi in-contro nella sua morfogenesi sublyme d' Essere che spazieggi il sublime. Giacchè solo quell’Esserità è sublymanza della physis che ci potrà salvare, o curare, o curveggiare ondeggiante della spazità sublyme. L'onTopologia dell’Esserità sublyme è la bistabilità che spazeggi nei sentieri che si biforcano: c’è la superficie della Gestell-sublyme che fondeggi il mondeggiare dell’Essercità che transcendeggi, c'è lo spazeggiare dell’Esserità sublime che ondeggi incontro nella vuotità ontopologica, nella radura sublime libera dal nihil, nella singolarità kaosmica della nullità che nulleggi, quale Gestell-sublyme che spazeggi l'Essere, Esserità sublime che incurveggi e ondeggi, getteggi l’Essere sublime nell’Essercità che sublimeggi, per abitarvi con il senso del sublyme o dell’Esserità che transcendeggi. La spazità del sublyme è stata, ed è,sempre ontopologica nel senso di onTopologia del sublyme dell’Esserità è parousia nella plessità, o nel chiasmepochè della Gestell sublyme dell’Essercità, dell’Esserità-sublyme che ci in-contra, che ondeggi in-contro, quale transonanza dell’Esserità sublime nell’aldiqua dall’aldilà. La gestell-ikona sarà per sempre l’essere sublime ikona dell’esserità struttura ontopologica ontopoietica dell’imagine dell’esseRità sublime che sublimeggi.

Ma che curveggi l' ikona che spazeggi la gestell del sublyme? È l’ontopologia che vuoteggi, radura sublime della vuotità o l’ikona della radura sublyme che sublimeggi l'essere-in-estasità della nullità che nulleggi o della nientità che nienteggi, quale ontopologia sublime. Solo il sublime che spazeggi consente all’essere d’abitare poeticamente la radura-gestellontopologica: là l’imagine dell’esserità sublime si disvela libera mondeggiare ontocronotopica. Qui si discopre l’ontopologica gestell-sublime o struttura ontopologica sublime dell’ikona dell’esserità, della spazitempità o sublime-ontocronica. Solo la gestell-sublime disvela il curveggiare della singolarità che si eventua nel sentiero ininterrotto nella radura sublime-gestell. Lì l’aletheia sublime della gestell che spazeggi o la verità della struttura ontopologica consente all’ikona d’essere-sublyme, e consente alla verità di disvelarsi nella sublymanza quale eventità della verità, o eventità dell’aletheia o eventità della disvelatezza della sublimegestell dell’esseRità che transcenteggi. La sublymità è la verità o meglio l’essere-sublyme è l’aletheia della sublime-gestell del curveggiare dell’esseRità che sublimeggi la verità del sublyme e disveli l’esserità gestellaletheia sublime, o la radura ove possa abitare poeticamente l’esserità ed ove possa aleggiare l’eventità dell’aletheia-sublime, è la sublymanza della verità dell’ikona dell’abissità sublime, dell’abgrund sublime dell’esserità: la sublimità è innanzi tutto l’ontopologia della gestell sublime dell’abissità dell’esseRità che sublimeggi una differenza ontopologica della verità sublime. L’esserità-sublyme eventua l’aletheia sublime ontopologica quale sublymanza dell’esserità nel sublyme che sublimeggi o dell’essere ontopologia sublime. Anzi solo la verità-sublyme discopre l’ontopologia dell’essere sublyme dell’esseRità che spazeggi il sublime. Ma che cos’è il sublymeggiare dell’esserità-sublyme? Anzi che cosa getteggi l’esserità-sublyme nella sublymanza? È la gettatezza-della-verità sublime dell’esserità nell’aletheia sublime, grund ed abgrund del sublyme che si dà, ondeggi la mondità ontokronotopica sublime. L’esserità si eventua nel sublyme quale aletheia che aletheggi,disvelatezza dell’ontopologia dell’esserità sublime,dell’essercità sublime:tutte varietà compresenti nella gettatezza-delsublyme quale aletheia ontopologica dell’esserità ontikona, ontimagine, ontimago, ontopoiesis, autevento, mitevento, onteventità del sublime che sublimeggi. Sublyme-estasità delle varietà ontopologiche della verità sublime dell’esserità si dà, eventeggia, ondeggia quale fondità o fondeggiare nel corso del sublymeggiare senza mai disertare, anche quando gli dei fuggono o tramonteggino, il sublyme ondeggia o intenzioneggia per essere il sublime che transcendeggi: mai la verità tramonteggia, è presente nel sublyme che sublimeggi al di là.

Come mai solo il sublime transcendeggi la spazitempità o l’ontocronia? Tra le tante ipotesi quella più ontopologica è la cura della verità sublime dell’esserità. Solo nel sublyme l’aletheia ontopologica si cura da sé, ondeggia, curveggia, fondeggia e si cura senza gli dei fuggenti. L’esserità ondeggia-la-sublyme-cura-da-sé che sublimeggi l’essere-sublyme, ondeggia la cura della verità sublime da sé quale ontopologica che abiti poeticamente la vuotità o la radura sublime ontopologica ontokronotopica. È l’esserità sublyme che ondeggi-incontro, che si disvela, si dà, si cura nella futura-anteriorità sempre ontopologicamente presentemente assente. Nel suo essere già-stata ondeggia e curveggia l’ontokronia quale sublime che transcendeggi, gegenstand sublime che ondeggi lo sguardo sempre di fronte quale gettanza della verità sublime. Il sublyme spazeggia la gettanza fondale della aletheia-sublime si dà e si cura da sé quale essere-sublyme o essere-gettità-del-sublyme e si eventua sempre quale ontopologia dell’eventità-verità, aldilà, giacchè nel sublyme ondeggia, si dà, si cura l’eventità della verità ontopologica del sublime o dell’esserità dell’aletheia sublime o dell’esserità-sublyme-dellaverità-nella-physis. Anche quando gli dei fuggono si eventua nella physis il sublimeggiare, quale eventità della verità sublime ontopologica. È la gestell del sublyme che si dà e si cura e ondeggia da sé: spazeggia e poieteggia nella radura sublime della physis, eventeggia l’eventità della verità dell’essere-sublyme, incurveggia e dispiega l’aletheia sublyme, è la gestell che sublimeggi l’esserità-nella-physis, è lo spazeggiare dell’eventità della verità ontopologica nella radura sublime che fondeggi e ove possa abitare e poieteggiare il sublime. Anzi l’esserità sublymeggia e ondeggia la libertà d’essere sublyme, incurveggia la libertà d’essere mondeggiare, ondeggia la libertà degli dei fuggenti, curveggia la libertà del nihil tecneggiante senza decostrueggiare nella gestell, nella struttura ontopologica, incurveggia la libertà di mondeggiare o tramonteggiare, giacchè l’eventità della libertà ondeggia e si cura quale libertà ontopologica dell’esserità-sublyme-della-verità-curveggiante che eventeggi la physis per ondeggiare libera physis di esserci anche quando gli dei fuggono. L’esserità-sublyme dell’abissità, dell’ab-grund eventeggia l’ikona della radura ontopologica quale ontopologia dell’esserità inenarrabile, inaudita, indicibile, indecidibile. Per gli eventi dell’esserità abissità ontopologica della physis c’è l’essere sublyme in ekstasità incurveggiante, in interagenza tra l’essere e la sua radura vuota ontopologica. Solo il sublyme, l'ekstasità dell’esserità del sublyme consente l’ascolto del sublyme che ondeggi nell’abisso della radura ontopologica le fondità del fondale dell’esserità-sublyme, quale ikona della physis ontopologica.

Ma quella ikona si disvela solo nel suo essere: solo al sublime che spazeggi e che consenta all’eventità dell’essere abissale di gettarsi nell’ekstasità dell’aletheia dell’esserità sublyme. Solo il sublime che spazeggi disvela il mistero o l’enigma del sublyme-in-ekstasità: la sublymanza ama nascondersi o essere sempre ondeggiante incurveggiante, l’esserità-sublyme ama disvelarsi, ama discoprire la radura abissale, la physis ontopologica, la gestell sublime ontokronokairoslogica o ontokairostopica. Solo così l’esserità-sublyme si dispiega all’infinito nell’apeiron, nel senza-limiti, nel sub-lime, nel senza-fine, quale autevento o ontevento sublime, ma la gettanza fondeggia il fondale ontopologico, ontochiasmepochè ontocronotopico, si dà per raccogliersi-in-un-confine, ondeggia per eventuare la gestell sublime, la struttura ontopologica che spazeggi la physis: incurveggia la spazità del sentiero ininterrotto dell’essere sublime radura ontopologica ove l’esserità sublime possa abitare e poieteggiare. Solo con l’esserità-sublyme si eventua il curveggiare dell’aletheia sublime che aletheggi, mai adeguata, ma sempre sottratta all’evidenza del mondeggiare, ma visibile, inaudita ma udibile echeggiante, paradossale o eristica sublime che sublimeggi. Lì la verità stessa è trans-latente, anzi l’aletheia si disvlela quale trans-verità o essere sublymanza della trans-aletheia dell’essere-sublyme, si discopre gestell-sublyme o struttura ontopologica della trans-verità sublyme. La verità nel sublyme è l'aletheia-dell’esserità, o verità-trans-latente dell’esserità-sublyme, giacchè il sublyme ama la disvelatezza dell’aletheia sublime dell’esseRità. Nell' eristica sublime che spazeggi nel curveggiare e disvelarsi la dislatenza della verità dell’esserità-sublyme ondeggia nella radura le fondamenta del sentiero dell'ontokronotopica, quale gestell sublime dell’esserità-sublymanza del sublyme-in-ekstasità o meglio nell’esseritàsublymanza è in ekstasy sublyme la verirà trans-latente del sublime spazeggiare, o che nell’esserità-sublymanza vi è custodita e curata l’aletheia-trans-latente del sublime che spazeggi l’esserità-sublyme. Quando l’inaudito aleggia nell’essercità è assentemente presente la verità trans-latente dello spazeggiare dell’esserità-sublyme, ed è quell’aletheia che si disvela nella radura vuota e che curveggia il sentiero ininterrotto sublime che sublimeggi. L’eristica di quella verità-trans-latente ondeggia le fondamenta del chiasmepochè sublime dell’immagine della sua bellezza o kalousia agatousia:la bellezza-sublime è, sarà, fu la varietà della verità-trans-latente custodita e curata nell’essere-sublyme che sublimeggi. Lì si dà il sublyme che spazeggi o la sublymanza che transcendeggi si dà quale sublyme: l’origine o l’originalità del sublyme è il sublyme della verità trans-latente dell’essere-sublyme, custodita e curata nella radura ove si disveli il sublime che spazieggi. Spazeggia quella transtabilità sublyme della verità ontopologica che consenta l’interagenza con l’esserità-sublyme della verità quale sublymanza dell’essere che eventeggi l’esseritàsublyme.

L’esserità-sublyme eventeggia l’ontopologica dell’eventità della aletheia-trans-latente, quale gestell sublime dell’esserità-sublyme che spazeggi l’esserci nella radura vuota e senza limiti, la radura sublime del fondale ove l’esserità sublime possa soggiornare poeticamente con l’eventità della verità-disvelatezza-trans-aletheia. Qui nell' ontopologica verità si discopre ondeggiante aletheia che aletheggi, in velatezza e disvelatezza indicibile ma sempre sublymanza dell’esserità-sublyme physis. Solo quando l’esserità-sublyme curveggia e cura l’aletheia, eventeggia la seducenza verso l’esserità-sublyme, anzi è la verità che seduce l’esserci, è l’aletheia che curveggia il sentiero ininterrotto della sublyme-esserità. Ontopologia dell’esserità-sublyme o già la spazitempità quale ikona dinamica che ondeggi, o ikona ontodinamica che apeironeggi sublime o ikona ontodinamica del trans-apeiron sublime, del trans-infinito-sublime, della trans-gestell dell’esserità-sublyme. Lì l’ontodinamica ikoneggia nell’essere-infinito sublime curveggia quale imago ontodinamica dell’essere-sublyme, o quale immagine ontodinamica dell’apeiron sublime del pensiero poetante sottratto alla mitopoiesis. Ma in origine l’ikona ontodinamica ontokronotopica si svela senza differenza ontopologica, quale sublyme della mitopoiesis dell’apeiron trans-infinita, ove l’ikona del kairos spazeggi l’imagine della kronotopia transinfinita sublime che sublimeggi. Solo l’essere-sublyme dell’esserci sottrae all’eternità l’ikona dell’ontodinamica kronotopica sublime. La frattalità dell’ikona ontodinamica della spazitempità platoneggia e si differenzia ontopologicamente in-essere-sublyme dall’esserci, ma in origine ci fu una ontopologia della gestell sublime ove si eventuò l’ ontopologica dell’esserità-sublyme. O l’esserità-sublymanza dell’infinito ontodinamica cronologica della frattalitàspazitemporale, quell’evento inaugural’oblio dell’essere-sublymità-dall’essere quale sublyme dell’essere per essere solo sublime che tecneggi, ove l’ontodinamica infinita dell’ikona si è dissipata, dissolta, oblieggiò: è l’oblieggiare dell’essere-sublymità-dall’essere che si dà quale fondatezza. Nel corso del tempo l’essere-sublymità dall’essere non scompare, ma per fortuna disoblieggia: ondeggia nel tecneggiare per eventuarsi solo nell’ontopologia che sublymeggil’essere. È il dis-oblio della verità che si sottrae dal nihil che tecneggi per gettarsi ancora quale transmittenza intermittente della sublymanza della verità ontopologica dell’essere-sublymeesserità. Quella trans-mittenza ama nascondersi nell’essere-sublymanza quale sublymeggiare che sottrae l’aletheia dall’oblio tecneggiante, per disvelare l'abissità dell’esserità-sublyme, essere ikona ontodinamicheggiante dell’ontokronotopia trans-infinita.

È lì che l’esserità-sublyme disoblieggia e ondeggi l’esserità aletheia ontologica aldilà dell’oblio tecneggiante. Qui eventeggia la differenza ontopologica dell’esserità: nella transcendenza dell’esseritàsublyme si dà, ondeggia, eventeggia, incurveggia la verità dell’esserità, aletheggia l’esserità, struttureggia l'ontopologia sublyme della radura, del kairos, poiesis, ontopoiesis, ikona. Anzi il sublyme della verità incurveggia le fondamenta del sublymeggiare dell’esserità, quale sentiero ininterrotto dell’essere che eventeggi l'ekstasità della gestell e della gegenstand, la physis del grund e dell’abgrund sublime che sublimeggi. Quell’eventità trans-abissa aldilà del tecneggiare giacché dis-oblieggia il sublyme, si eventua l’esserità-sublyme che staglieggia o curveggia giacchè si sottrae all’ontocronia del dicibile: si dà alla physis inaudito, misterico, indicibile; l’esserità del sublyme curveggia, disvela la verità, trans-abissa l'aletheia, dis-oblieggia la radura, nel vuoto che vuoteggi, nella nullità che nulleggi, quell‘enigma è vivenza nell‘essere-per-la-morte del sublime che sublimeggi. O essere-il-sublymeggiare-della-morte. In quell‘esserità ondeggia l‘ontopologia del sublyme, lì si svela l‘ontopologia della poiesis che sublimeggi l‘esserità-abissale o l‘esserità-nell‘abisso, abgrund che ondeggi le fondamente e curveggi quale fondatezza dell‘esserità o del sublyme che sublimeggi? Forse ci può salvare l‘essere nel mito della sublime-bellezza-kalousia quale misura che salverà il mondeggiare dell‘essercità. L'esserità curveggia il sublime o l'essere-per-il-sublyme-che-transcendeggi. Solo l'esserità sublime ci può salvare, ondeggiante sublime. O ci salverà nella spazità che spazeggi il sublyme-che-sublymeggi:essere per la salvezza dell'essere significa essere per la salvezza del sublyme. Solo il curveggiare del sublyme può disvelare l’immagine del mondeggiare quale ontopologia dello spazitempo immaginario da abitare poeticamente, quale ontopoiesis del sublyme dell’essercità o dell’ontopologia poetante del sublyme, quale disvelatezza dell’ontopoiesis o nel pensiero-poetante-pensante dell’essere metastabilità nella struttura ontopologica. L’evento dell’essere sublime si dà alla luce e dà luce al sentiero ontopologico dell’esserità sublime che spazeggi. Quale radura vuota che vuoteggi e ondeggi libera, sgombra, incurveggia l‘ontopologia sublime-in-estasità, si dis-oblieggia. Il sublime è l'evento dell’essere? Nell’evento del sublyme l’ontopologia degli eventi della physis disvela l’indeterminatezza dei paradigmi. Già aleggia nell’ontopologia l’evento sublyme quale aletheia della radura ove si possa abitare poeticamente, con la cura del sublime assentemente sempre parousia.

La differenza ontopologica eventeggia l’essere che spazeggi per la verità o il curveggiare dell’esserità nella verità o essere per l’aletheia o essere nell’aletheia, o essere-per-il-sublyme o essere-nel-sublyme. È l’increspatura curveggiante ontopologica della diradanza che disveli l’essere sublime dall’oblio, dall'essere curveggiante essere-nel-nulla o un essere-nel-niente, o meglio l’essere ondeggiante essere-del-nulla o essere-del-niente per essere sublime che spazeggi il sublime. L’ondeggiante essere sublime dis-oblieggia dal suo essere-del-nihil, o essere del nihil che nihileggi, o essere per il nihil per curveggiare e spazeggiare quale essere-nel-sublimedell’esserità. La luce dell’essere sublime disvela per dis-oblieggiare luce dell’essere sublime, non del niente o del non-ente o dell’entità ontoteologica. È la singolarità della luce sublime della diradanza che dis-oblieggia: l'ondeggiante vuova diradanza si dà, curveggia quale luce misterica dell’esserità-sublyme, quale immagine dell’esserità-sublyme che spazeggia il sublime oltre il nulla, oltre il niente, oltre il non-ente, oltre l’entità, oltre la morte dell’esserci, oltre il nihil tecneggiante, al di là del tempo, essere aldilà, essere l’aldilà, essere nell’aldilà, essere per l’aldilà: essere la poiesis sublime che sublimeggi, essere nella poiesis del sublime. Solo così l’essere che spazeggi il sublime non è più una delle tante estetiche del nulla o del niente o del non-ente, ma si disvela quale evento che spazeggi l’esserità-sublyme ad immagine dell’essere, o dell’immaginario dell’essere quale ontopologia sublime che spazeggia il sublime, aldilà del vuoto ontologico. È il dis-oblio dell’esserità sublime che spazeggi? Leibniz curveggiò lo spazeggiare nel pensiero ontopologico eventuante la presenza strutturante l'ontopologia che spazeggi il sublime. Là ove l’esserità è la sublime ontopologia della Gestell sublime, dell’impianto della struttura ontopologica fluttuante e ondeggiante sublime. Nella struttura ontopologica dello spazitempo sublime si svela la struttura ontopologica dell’esserci sublime dell’eventità sublime. La struttura ontopologica transfinita sublime si disvela nella tempità ontopologica nel tempo vuoto virtuale transfinito, o vuoto ontopologico che sublimeggi. L’ontopologia delle singolarità sublimi eventeggia nella Gestell che sublimeggi l'ontopologia fluttuante e ondeggiante delle singolarità dei sentieri spazeggianti il sublime. C’è l’ontopologia dei sentieri sublimi nella Gestell sublime che spazeggia la differenza tra l’ontopologia sublime delle tempità: è l’ontopologia dell’infinitesimo sublime che dà increspature al vuoto e ondeggi lì sublime nel sentiero dell’essere sublime ontopologico transfinito, è la differenza quale evento sublime della tempità mondeggiante.

La differenza ontopologica sublime dello spazitempo curveggia sul campo diverse ontocronie, o un sentiero sublime ove si eventui il transfinito sublime, isteresi sublime dell’indeterminatezza sublime che sublimeggi. Lì i creodi ontopologici curveggiano e disvelano l’ontocronia del sublime che spazeggi ed eventuano così lo spazitempo ontopologico che transcendeggi. Il sentiero curveggia nel campo della Gestell sublime il creodo dell’ontocronia fluttuante e ondeggiante tra le differenti spazitempità: sublime spazitempo transinfinito che transcendeggi nell'ontopologia sublime che sublimeggi. E’ l’ontopologia dello spazitempo sublime che transcendeggi oltre l' ortogonalità e si sveli quale ondeggire immaginario, transinfinito che transcendeggi nel sublime. L’ontopologia dello spazitempo sublime incurveggia nel campo della Gestell sublime l’ontopoiesi dei sublimi,le singolarità sublimi trascendenti nel transinfinito sublime,singolarità ontopologiche ondeggiano lo spazitempo prima che sia spazitempo che mondeggi quale spazitempo dell’esserci sublime, o spazitempo dell’essere sublime nella mondità, o spazitempo nel tempo sublime che mondaneggi. Nel campo della Gestell sublime, o struttura ontopologica sublime, oltre agli eventi ontopologici curveggiano le eventità sublimi transinfinite del sublime che transcendeggi: è l’eventità sublime dei sentieri ininterrotti che curveggi quale ontopologia fluttuante e ondeggiante dell’ontopoiesis del sublime che sublimeggi nel campo della Gestell transinfinita che transcendeggi il sublime. La Gestell sublime o struttura ontopologica dei sentieri sublimi incurveggia l’essere sublime transinfinito della physis sublime nella sua indeterminatezza transinfinita: è l’impianto, la struttura ontopologica del sublime, la montatura che incurveggi nel campo sublime la Gestell sublime che sublimeggi le dimensioni transinfinitesime e consenta l’eventuarsi delle icone sublimi transinfinite. I modelli ontopologici sublimi delle icone consentono d’eventuare l'ondeggiare sublime transinfinito che curveggiano nel campo della Gestell il sublime e disvelano gli attanti ontopoietici della spazitempità che sublimeggi, o vuoteggi il sublime ontopologico dello spazitempo sublime metastabile che transcendeggi. L' icona sublime è una varietà ontopologica sublime che ondeggi di fronte dinnanzi, sempre davanti, è sempre nel futuro. Nella Gestell sublime o struttura ontopologica le icone sublimi dei sentieri che sublimeggiano si eventuano nel vuoto ontopologico ora quali singolarità sublimi, o monadi sublimi leibniziane, ora in qualità di singolarità immaginarie ontogeniche di varietà sublimi cuspidali, ellittiche, o entità sublimi immaginarie quali lo spazio sublime o il tempo sublime. Nell’isteresi degli eventi sublimi della Gestell sublime, o struttura ontopologica sublime, le varietà sublimi ondeggiano e si disvelano quali ikone sublimi del vuoto ontopoietico fluttuante e dispiegante singolarità transinfinite.

L' eventuarsi del sublime è il curveggiare delle parousie kaosmiche, sia in micro che in macro o mega, giacchè i sentieri sublimi incurveggiano nel campo transinfinito:ogni infinitesimo sublime s'eventua quale singolarità sublime transinfinita. Giacchè lì la spazitempità si svela in transcendenza sublime ontopoietica, disvela la differenza ontopologica attraverso le increspature metastabili che curveggiano i sentieri sublimi nello spazitempo dell’esserci sublime o nella Gestell sublime, o struttura ontopologica sublime che sublimeggi: nel disvelare le singolarità sublimi della spazitempità transinfinita dei sentieri sublimi. Lì nella Gestell-sublime si eventuano nella gettatezza sublime della transinfinitezza. Il modello ontopologico consente di eventuare l’oltre sublime,lì ove echeggia e incurveggia la cromodinamica sublime che disvelerà la transonanza quale singolarità sublime dell’indeterminatezza nell’intermittenza sublime della Gestell sublime che transinfiniteggi il sublime:è la singolarità intermittente della Gestell sublime dell’indeterminatezza quale creodo sublime ontopologico. Getti sublimi instabili sublimeggiano il nulla sublime che nulleggi o dal niente che nienteggi o dal nihil sublime che nihileggi sublime nella transinfinitezza: singolarità-sublime dell'infinito spazitempo sublime,o cronotopie del sublime? Il chiasma sublime che chiasmeggi può essere il chiasmepochè sublime stabile e statico o sublime instabile e sublime estasità, o sublime struttura stabile estasità. L'evento sublime curveggia lo spazitempo-sublime che si inabissa sublime in singolarità sublimi transinfinite: tali da creare un curveggiare sublime che sublimeggi una superstringa infinitesima sublime. La superficie s’increspa o curveggia fino a disvelare lo spazitempo soggiacente, le subsidenze che ondeggiano, lì s’inabisserà sublime nella cronotopia sublime. Si eventuerà un chiasma spaziale sublime, eventità del sublime che transcendeggi. Là si disvela il sublime che s’eventua sublime dalla nullità, o dal nihil quale chiasma che chiasmeggi il sublime transinfinito. Sarà quella cronotopia sublime estasità o chiasmepochè ove s’inabissano le instabili ed ekstatiche sublimità ontopologiche, quale singolarità del chiasma ontopologico sublime che sublimeggi la singolarità spazitemporale o cronotopia sublime tempospaziale in macro o nel micro o monade sublime. Sarà cronotopia sublime disvelata dall'ontopologia sublime. Ma quella spazitempità è transinfinita con eventi sublimi de-liranti, o nel delirio che delireggi sublime o sub-limen, cioè di curveggiare oltre la linea dell'orizzonte e quindi in un altro mondeggiare sublime. Il sublime fenomeggia indecidibile quando si sveli nel chiasmepochè ontopologica ondeggiante spazitempi, lì ove gli eventi sublimi dell' ontopologia della monade sublime leibniziana quale microsfera transinfinita sublime.

L'arte del sublime è l'evento sublime che mondeggi. La verità sublime ondeggia quale verità dell'essere sublime. Nell'arte sublime curveggia l'essere sublime, è lì sublime l'aletheia che aletheggi: l'ondeggiante svelatezza sublime dell'essere dell'entità nella libertà Spazitemporale. O sublime arte-spazitemporale. L'arte sublime Spazeggia la Lichtung sublime, la radura sublime o Vuoto sublime o chora che incurveggi, è l'arte del sublime? E' l'ondeggiante aletheia sublime? La verità sublime dell'esserità è transinfinita. Heidegger ondeggiò lo spazio come il curveggiare dell'evento sublime, è l'essere che c’è nello spazio del sublime. Lo spazio sublime è in Heidegger presente sin da Essere e Tempo, lì Tecneggia come senso dell’essere dell’esserci. Heidegger curveggiò la spazialità sublime della spazialità dell'essere sublime. In Essere e tempo c'è la differenza ontopologica tra mondeggiare e spazeggiare sublime: l’esserci sublime è nel mondo che sublimeggi. L’esserci sublime è nello spazitempo sublime che sublimeggi l'esserità-nel-mondeggiaresublime. Heidegger ondeggiò la spazità sublime dell'esserità sublime: l’essercità sublime è un mondeggiare sublime che sublimeggi e curveggi la spazità sublime. L'ontopologia sublime svela l'esserità sublime che spazeggi l’esserità la tempità sublime che sublimeggi la spazità o Lichtung sublime, la radura sublime splendente o sublime radura dell'esserità: spazità diradante ove si possa abitare e poieteggiare l'estasità sublime. Lo spazio sublime heideggeriano non è altro che l’abitare poetante sublime, o chiasmepochè che chiasmeggi o curveggi in sè una simmetria, rigorosità, completezza cosmica che, nella sua essenza, al suo interno ondeggi e sveli a-simetrie e dissoneggi il sublime, ove soggiorneggi lo spazio del sublime. Ma lo spazio ed il tempo possono svelare differenze ontopologiche: il tempo della kosmesi, la bellezza cosmica si eventua in una spazio sublime, e la kalousia spaziale si disveli nell'ecxstasità temporale sublime che transcendeggi la kalousia sublime. In principio il sublime incurveggia ontopologicamente eventi dello spazitempo sublime. Il tempo o dimensione non spaziale del moto è infinito. Kant intuì il tempo ideale della sensibilità interna, introducendo così il dualismo tra il tempo psichico, della sensibilità interna, e il tempo fenomenico categorico: è il tempo astratto, ma c'è il tempo ontologico e pre-metrico, giacchè il futuro non è mai un' entità. Il tempo o lo spazitempo è il curveggiare. Da dove ha avuto origine la differenza ontopologica tra presente, passato e futuro? Perché si ricorda il passato ma non il futuro?

L'evento sublime dell'Esserità sullo spazitempo abisseggia, dà la visione dell’Esserità sublime dall’invisibile, dà ascolto al silenzio inaudito, dà senso al sublyme: curveggia i sentieri dell’essere sublime nell’Abgrund-sublyme, nel senza fondo che fondeggi l’Esserità; il campo sublyme è la Gestell-sublyme dell’Abgrund-sublyme, incurveggia nei sentieri dell’abisso sublime. Lo spazitempo del sublyme è l'ontopologia dell’esserità sublime, è la Gestell sublime dell’abissità, dell’Abgrund-sublyme, radura sublime dell’invisibile, sublime indicibile. Il sublyme è la transonanza dell’Esserità che ondeggi nello spazitempo il sublyme. Il sublime è la Gestell nell’Abgrund-sublyme, senza fondo nell’aldilà, oltre l’orizzonte, oltre il tramonto, oltre la fine e il fine, oltre l’eclisse. Il sublyme che spazeggi la Gestell-sublyme, l’impianto sublime ove l’Esserità sublime curveggia, ondeggi dall’aldilà in-contro e si incontra nella sublyme spazitempità, quale Esserità aldilà che ondeggi, davanti, dinnanzi quale intervolto, dell’invisibile, indicibile, inaudito del sublyme. Il sublyme-spaziale è parousia ondeggiante aldilà: eventità che incurveggi nei sentieri della gettatezza quale Abgrund-sublyme dell’Esserità abissale che ondeggi nella radura ontopologica, nel vuoto ontopologico, nelle singolarità della cronotopia sublime. La differenza ontopologica tra il sublime e la sublyme spazità che eventeggi nella differenza tra l’Essercità sublime dell'onTopologia dell’Esserità sublime che ondeggi incontro, che si incontra, di fronte quale sublymanza dell’aldilà, dell’abisso, quale curveggiante Gestell dell’Abgrund-sublyme. La sublyme spazità dell’Esserità che ondeggi di fronte: è la sublyme abissità che curveggi sempre di fronte, ci abita e che curveggi quale aldilà. Ma il sublyme è parousia della struttura ontopologica, cura, pensiero poetante del sublyme. La sublyme spazità è l’Esserità-sublyme:curveggiare dell’abisso sublime, dell’invisibile, dell’indicibile, dell’inaudito, dell’aldilà, è libertà ondeggiante, è più libertà, sublyme è la libertà dell’Esserità-sublyme che transcendeggi. Il sublyme è la radura ove incurveggia e ondeggia l’eventità dell’Esserità sublime. La spazitempità sublyme è il curveggiare della parousia dell’Esserità sublime che incurveggi dall’abisso, dall’aldilà, dall’invisibile, dall’indicibile, dall’inaudito: decostrueggia il tempo dell’Essercità, o il sublyme spazio ondeggia l'Abgrund-sublyme, dà fondatezza o Grundsublyme, incurveggia in relatività, quale Esserità che sublimeggi l’Essercità, o la Physis, Ikona sublyme del pensiero poetante della Physis-sublyme, è la differenza dell’Esserità sublime che curveggi la Physis dell’Esserità che eventua l' Esserità dell’Abgrund-sublyme dell’Essercità, o dell’Esserità che mondeggi la Physis-sublyme-ontopologica. Lì la transonanza dell’Esserità sublime ondeggia, dà senso all’ontopologia poetante della Physis-sublyme. Ma il campo della Physis-sublyme-ontopologica è l'onTopologia:immagine dell’abisso dell’Esserità o dell’Esserità abissale che curveggi il sublyme che sublimeggi il grund-sublyme o gestell-sublyme, ikona-sublyme della struttura ontopologica ove incurveggia l’Esseritàsublyme dell’Essercità Physis-sublyme: si eventua quale essere-sublyme dall’abisso

dell’Esserità o Physis-sublyme o struttura ontopologica.

E’ l’Esserità-sublyme quale eventità che ondeggi nel chiasma-sublyme dell’Esserità ontopologica e eventeggia la Physis o koinè, disvela la differenza ontopologica della Topologia dell’Esserità sublime: Essercità nell’Essere-sè e nell’Essere al di là dal sé, senza-fine-sublyme transinfinitezza della Physis. Una dissonanza sublime cronologica o chronotopia che dissoneggia o cronotopia sublime. Bachtin mutuò la cronotopia dall'episteme della physis sublime, è lo spazitempo. Bachtin ondeggia la cronotopia della narrativa letteraria, il romanzo greco, lì la narrazione è chiasma del chronos-topos o chiasmepochè della cronotopia estetica sublime che ondeggi sublime nel tempo e nello spazio. Il sublime poetante della cronotopia è la relatività del chiasma tra tempo e spazio sublime. Il tempo ondeggia visibile, lo spaziotempo incurveggia visibile nel tempospazio ed ondeggia quale cronotopia del romanzo. Nella cronotopia sublime la dimensione temporale ondeggia visibile nella cronotopia che incurveggi. È l’interagenza del chiasma sublime cronotopia nel mondeggiare curveggiante in interazione. È spazitempo della Physis sublyme che spazeggi l'ondeggiare dell’ indeterminatezza, dell’invisibile, dell’infinitesimale, dell’indicibile, dell’inaudibile, della kalousia, aldilà dell'agatousia, aldilà del mondeggiare e del nulleggiare, aldilà del tempo e dello spazio sublime, Esserità sublyme, Esserità in relatività con l’Essere aldilà. L’ontopologia del sublyme è la spazialità dell’essere nella physis, o della physis dell’essere sublime che transcendeggi. Il disvelarsi dell’aletheia ontopologica è l'ondeggiare,il curveggiare la luce, la gettanza che si dà alla luce nella radura sublime vuota e libera della spazitempità sublime della physis dell’essere sublime. Il curveggiare della disvelatezza discopre la spazitempità della physis sublime ontopologica esserità. È la spazitempità della radura sublime vuota, dello spazeggiare ove abita sublime e ondeggia l’essere che disvela physis o aletheia dell’esserità, quale ontopologia poetante, o ontopoiesis sublime dell’esserità nella physis. È lo spazio che spazeggi l’esserità che ondeggi le fondamenta, s'incurveggi e decostrueggi la radura sublime della physis e eventeggi in spazitempi della physis dell’essere e si disveli quale gegenstand sublime, che transcendeggi l'ontopologia dell’esserità. L’ondeggiare ama disvelarsi nella radura luminosa della physis dell’essere sublymanza dell’esseRità, o essere l’aletheia dell’esserità, eventità sublyme. L'ondeggiare ama nascondersi nel sublyme dell’esserità ontykona della physis per eventuarsi quale svelatezza nel gegenstand dell'ontopologia sublime dell’immagine dell’esserità. Ma perché l’ontykona ondeggia quale sublyme dell’esserità che transcendeggi la nullità che nulleggi, o del niente che nienteggi? Ma perché la differenza ontopologica incurveggia l’aletheia della physis dell’esserità sublime

ikonica della topologia ontologica dell’esserità.

È la physis sublime che si eventua quale sublymanza sia nella ontocronia che nella ontokairosia o cronotopia sublime che transcendeggi: nell’ontocronia dell’essere dell’entità, nella ontokairosia dell’esserità eventità della singolarità sublyme. Spesso ondeggia sia l’ontocronia della physis della mondità che l’ontokairosa singolarità dell’esserità, o meglio nel sublyme è assentemente presente l’una o presentemente assente l’altra nella stessa radura luminosa dell’ontopologia dell’esserità sublymanza o ontopologiadel-sublyme, ontopologia dell’ikona o dell’imago dell’esserità o topologia ontologica dell’ontikontopia sublime. È quella la differenza ontopologica della tempità sublyme: mentre l' ontocronia incurveggia nella physis mondana o dell’esserci, l’ontokairosia si dà, si eventua nell’esserità-sublyme. La sublimità per esserci ondeggia l’ontopologia. Lì l’esserità sublimità ondeggia nell’oblio o nascosta nella physis mondeggiante, o nell’esserci. Ma l’ontopologia dell’ontikona si sottrae dalla ontokronia per abitare poeticamente la radura luminosa della sublime ontokairosa esserità-sublyme-per-l’essere che ondeggi nella physis o mondità, ma che si differenzia nell'interpretanza infinita, quale ermeneutica ontologica dell’essere sublyme per l’esseRità. Qui l’impianto, la ge-stell dell’ontopologia del sublyme si eventua quale sublime ontikona ontopologica ontopoietica, anzi la gestell, la struttura ontopologica, è l’ontikona dell’esserità sublyme dell’esseRe, di più è ontopoiesis dell’ikona nella radura vuota ontopologica. L’ontopologia dell’esserità-sublyme si disvela nell’essere-la-radura, lichthung-sublime, quale gestell della radura sublime dell’esserità: lì nella spazità vuota la struttura ontopologica dell’esserità-sublyme soggiorna poeticamente quale ikona sublime della ontokairosia. L’essere-la-radura sublime del grund sia dell’abgrund dell’esserità-sublyme, sia fondamento sia abissità dell’ontopologia del sublyme: lì l'eristica sublime si eventua ikona dell’aldiqua e dell’aldilà. Solo così l’ontopologia dell’esserità-sublyme curveggia l’interagenza tra ontokronia e ontokronotopia: nell’essere-sublyme si eventua l’esserità della ontopologia kronotopica ikonica che dispiega l’ontocronia iconica già assentemente presente nell’ontocronotopia. Nella physis sublime c’è l’esserità gestell-ontokronotopica ed ondeggia sia nella gestellontopologica, sia nell’ontopologica gestell-grund o gestell-abgrund, alla gestell-abissale, alla struttura ontopologica dell’esserità-sublyme nella gestell che transcendeggi. Ma perché? Forse l’ontopologia dell’esserità-sublyme eventua la gestell-ontokronotopica della gestellikona nell’esserità sublymanza dell’essere oltre che ondeggi l’esserci. Già c'è l’interagenza del tempospazio o cronotopia,l’ontopologia dell’imagine-spaziotempo sublime nella gestell-poetante-pensante dell’essere-sublyme-ekstasità.

Lì l’ikona-tempo si disvela nell'ikona-spazio-tempo, quale ikona spaziotemporale dell’aletheia-tempo o dell’aletheia-spazitempo curveggiante la gestell-aletheia o gestell-verità o struttura ontopologica della gestell-sublime, quale gestell-poiesis o gestell-ontopoiesis della gestell-ikona dell’esserità-sublime dell’ontokronotopia. È la gestell dell’ontopologia dell’esserità-sublyme che ondeggi quale sublymanza che transcendeggi, dell’essercità che cura nella radura ontopologica l’eventuarsi della gestellontopoietica. L’esserità-sublyme è l'ondeggiare del mondeggiare, dell’essercità, della parousia assentemente-presente, dell’esserità che mondeggia sublime, dell’immagine dell’esserità mondeggiante, dell’imago dell’esserità, dell’ikona dell’esserità, della gestell della sublymanza, della struttura ontopologica del sublyme. L’esserità-sublyme è il curveggiare ontokronotopico della struttura ontopologica dell’esserità, dell’essercità quale gestell-imago, della gestell-imagine, della gestell-ikona della gestellpoetante-pensante. È la prova ontopologica dell’esistenza del sublyme o meglio la prova ontopologica dell’esistenza della gestell-sublyme, della struttuta ontopologica dell’esserità-sublyme. Non quale prova ontopologica dell’esistenza del sublime, o quale prova ontopologica della sublimità, giacchè l’essercità mondeggia nella sublimità è già parousia nell’ontocronotopia mondeggiante, quale parousia ontokairosa della gestell-sublime dell’esseRità: la sublymanza è l'ex-stasità ontopologica o estasità che risoneggi o echeggi o ondeggi quando gli dei sono in fuga dalla physis e dall’aldilà, dalla spazialità e dall’ontocrontopia. Lì ondeggia l’esserità estasità dell’essere, quale ontopologia dell’estasità dell’esserità-sublime dell’estasità-sublime-dell’esserità. È l’ondeggiare dalla nullità, dalla radura vuota e libera, dalla diradanza curveggiante estatica sub-lime che ondeggi dopo essere stata kriptata nel nulla, nel niente, nel non-ente, nelle entità, nelle superentità ontoteologiche. Fin allora l’essere fu assentemente presente quale niente o quale nulla ove abita l’essere kriptato e obliato: il nulla quale esserci kriptato, il nulla quale evento kriptato dell’esserità. Il dis-oblio dell’esserità-sublyme ondeggia quale eventità dell’estasità dell’esserità-in-esseritàsublime che transcendeggi la singolarità che incurveggi o previene o avviene o perviene, si dà, ondeggia, si dis-abissa, si dis-oblia quale sublyme in esserirità, si decostrueggia nel nulla, niente-oblio: lì ove l’esserità si kripta lì si dekripta, lì ove la verità dell’essere kripteggia, lì decripteggia quale esserità-in-verità o essere-la-verità-dell’essere-sublyme, o essere-ladisvelatezza-dell’essere-sublyme-che-si-dà quale sublyme-che-si-eventui dall’essere che ondeggi la verità dell’esserità e incurveggi l'esserità-sublyme. Nel curveggiare sublyme l’esserità ondeggia la disvelatezza dell’aletheia della physis-sublyme, vivenza nell‘esserità-per-il-sublyme. Hölderlin o Leopardi, Friedrich o Turner ondeggiano o disobliano il sublime dell' esserità estetica, le sublime est mort, vive le sublime! il sublime ondeggia nell'esserità, è dissonanza sublime poetante mondeggiante.

Cos’è il sublime che sublimeggi? Kant pensò nella completezza l' essere sublime nell'immensità della natura o l’infinità stessa nella natura sublime. Kant ideò un sublime transcendente. Il sublime è sublime che ondeggia il sublime della trascendenza sublime. Sublime ideale del sublime quale adeguatezza della verità sublime o sublimità immensa del sublime che mondeggi sublime lucreziano. Il sublime di Lucrezio è il sublimeggiare della physis sublime. Il sublime di Lucrezio è la physis-sublime del sublime. Sublime ondeggiante il sublime che spazeggi il sublime kronotopico della sublimità o l'intenzionalità del sublime di Lucrezio-sublime o sublime lucreziano, o infinità della natura, o della physis cronotopica che sublimeggi il sublime Poetante. Il sublime di Lucrezio è il sublime che spazeggi la physis sublime che curveggi il sublime mondeggiante la verità sublime: Der Mönch am Meer di Casper David Friedrich è la sublime cronotopia della physis. Friedrich o Turner sono il sublime lucreziano del sublime che spazeggi la physis dell’esserità. Lucrezio è l'instabilità della physis sublime. O essere-per-il-sublyme-della-morte-nella-physis o essere per la morte del sublyme o essere per il sublyme della morte, quale morte della nullità o morte della nullità che nulleggi. In quell‘esserità curveggia l'ontopologia del sublyme che sublimeggi la kronotopia sublime. E lì incurveggia l'ontopologia che curveggi il sublime o l’ontopoiesis che ondeggi il sublime dell‘esserità mondeggiante o gestell dell‘essere solo per la morte, o nullità che nulleggi quale sublyme poiesis o della poiesis della morte del sublyme che transcendeggi. Quell’evento ontopologico della transcendenza ontopologia dell‘esserità-nel-mondo, incurveggia l‘esserità-nihil o esserità nihil che nihileggi nel sublime. Può l'esserità fondarsi sull‘esserità-nel-mondo che nulleggi? E il sublyme fondarsi sulla sublymanza che ekstaseggi o la poiesis sulla poiesis che ondeggi, o sul nulla che nulleggi o sul niente, o sulla katarsy sublyme o sulla gestell-sublime o grund sublime, o radura sublime o lichtung sublime, può l‘esserità essere fondata dall' esseritàabissale o dall‘essere-nell‘abissità sublime, abgrund che curveggi le fondamenta e ondeggi quale fondatezza dell‘esserità sublime o del sublyme che sublimeggi o della sublyme ekstasità d‘essere l‘ikona dell‘esserità-nella-mondità o della sublymanza dell'ikona o della imago sublime? E‘ l‘esserità sublime che ondeggi le fondamenta dell‘essercità e curveggi l‘esserità gettata nell'essere per la morte sublyme: l‘esserità-per-il-sublyme può salvare il sublyme nel suo declino verso l‘essere per la morte. Solo così l‘esserità ci può salvare, ci salverà dall‘angoscia per la morte del sublime o della sublimità per la morte o dell‘essere per la morte, o dall'esserci per la morte. O ci salverà dall‘essere-nella-tempità-della-morte-sublime o morte del nulla-niente che nulleggi, nella spazità-che-spazeggi il sublime o la cronotopia del sublime, evento

dell'ekstasità o ontoevento della mondità.

Dasein che ondeggi nella radura ove si eventuò poetante l’esserità, l'erranza nel sublyme curveggia nel tempo della sublime struttura ontopologica dell’ontopoiesis che transcendeggi sublime. L’evento sublime lì curveggia la radura quale ikona dell’esserità che ondeggi e dà alla luce e dà luce al sentiero ontopologico dell’essere sublime che spazeggi la kronotopia sublime. Quale radura vuota e libera, sgombrata dalle tempità, si disvelerà nell’autopoiesis ontopologica, l’esserità fonda e ondeggia e dà senso al sublyme, quale curveggiare sublime estasità del pensiero-pensante dell'ontopologia fluttuante; l’oblio si dis-oblia curveggiante il sentiero interrotto e ascolta la visione che parla tra gli interstizi dell’intermittenza dell’esserepoetante sublime. Il sentiero curveggia l’essere verso la radura e ama kriptarsi ondeggiante nel sublyme: l’evento dell’esserità sublyme incurveggia la verità ontopologica ed eventui verità sublimi? Nell’eventità sublyme l’atetheia con intenzionalità ontopologica degli eventi della physis disvela l’indeterminatezza infinitesima e prossima alla vuota nullità, lì curveggia l’ontopologia del sublyme prima dell’eventità. Già aleggia nell’ontopologia l’eventità della physis sublyme, lì ondeggia quale aletheia della physis che non trema di fronte alla fuga degli dei. La verità ontopologica incurveggia fondità della radura Sublyme dell’esserità o differenza ontopologica della physis nell’essere-sublyme che transcendeggi. La differenza ontopologica curveggiò l’eristica, o l’isteresi ondeggiò quale erranza del sublyme, lì si eventuò quale esserità dell’essercità, giacchè anche gli dei sono fuggenti. Si disvelò il curveggiare dell’erranza dell’esserità nell’essere-sublyme, ma quell’evento ondeggiò la diradanza dell’esserità, dell’essere vuota nullità che nulleggi, o vuota radura ove si possa abitare poeticamente o disvelatezza delle risonanze sublimi. Lì nella diradanza della radura si cura l’abisso dell’essere diradanza ontopologica dell’esseresublyme-che-transcendeggi. In quell’esserità nella diradanza dell’essere ondeggiò l’ontopologia dell’essere per la verità dell’essere nella verità sublime, o essere per l’aletheia sublime o essere nell’aletheia sublime, o essere-per-il-sublyme o essere-nel-sublyme. È l’increspatura che curveggi l'ontopologica diradanza che ondeggi l’essere dall’oblio, dal suo essere stato un essere-nel nulla o un essere-nel-niente, o meglio l’essere stato compreso quale essere-del-nulla o essere-del-niente o solo essere dell’entità. L’ikona dell’esserità sublime si dis-oblia dall'essere-del-nihil o essere del nihilismo o essere per il nihilismo per ondeggiare quale ikona dell’essere-nella-physis-sublime dell’esserità, dell’essere sublyme esserità. La luce dell’essere ondeggiò dal dis-oblio per essere divelanza della luce dell’esserità ontopologica dell’essere nella radura sublime, o l’ikona dell’essere nella diradanza quale imago dell’essere-radura sublime dell’essere-diradanza-sublime.

Quella gestell sublime o struttura ontopologica si dis-oblia per essere nella physis sublime, per essere sublime della physis quale essere sublyme dell’essere che curveggi l'ontopologia d’essere mondità. È la singolarità della luce sublime della diradanza che si dis-oblia o si dis-abissa quale ontopologia dell’ikona dell’essere-sublyme della physis, dell’essere-physis-sublyme, quale curveggiare in essere dell’imagine dell’essere sublyme, quale ondeggiare dell'esser oltre il nulla, oltre il niente, oltre il non-ente, oltre l’entità, oltre la morte dell’esserci, oltre il nihil, al di là del tempo, essere aldilà, essere l’aldilà, essere nell’aldilà, essere per l’aldilà: essere la poiesis, essere nella poiesis, essere della poiesis sublime che transcendeggi. Solo così l’esserità è l’essere-sublyme-dell’esserità ondeggiante l'ontopologia. È il dis-oblio dell’essere poetante che disvela la physis poetante, il sublyme poetante della verità poetante o dell'aletheia poetante sublime,l’esserità-sublyme quale intermittenza dell’esserità sublime o ex-stasità ontopologica o estasità che risoneggi anche quando gli dei sono in fuga dalla physis e dall’aldilà, dalla spazità e dall’ontocronia. E' l’essere estasità dell’esserità, quale ontopologia dell’estasità dell’essere-sublime dell’estasità-sublime-dell’esserità. È il curveggiare dal nulla, dalla radura vuota e libera, dalla diradanza estatica sub-lime dell’essere-sublyme-dell’esserità. Il dis-oblio dell’esserità-sublyme ondeggia l'estasità dell’essere-in-esserità, si dis-abissa, si disoblia quale sublyme essere nel sublyme che incurveggi l’essere-in-estasità, il sublyme è l’estasità ex-statica dell’esserità, l’essere che curveggi l’estasità dell’esserità. La tempità quale ikona dinamica dell’eternità o ikona ontodinamica dell’apeiron o ikona ontodinamica dell'infinito, la gestell dell’esserità sublyme discopre l’essere sublyme quale imagine dell’apeiron del pensiero sublyme dell’apeiron kairos o della kronotopia infinita. Solo la kronotopia sublyme dell’esserci curveggia l’eternità o la kronotopica ontopologica sublime. È il dis-oblio della verità che incurveggia dal nihil. È lì che l’essere-sublyme-ontopologia si eventua all’interno dell'ontologia dell’essere sublyme ekstasità ontopologica del sublyme. L’essere-sublime staglieggia l' eventità ontocronopica dicibile: si dà alla physis quale estasitàphysis-sublyme, l’esserità del sublime-abissità, ontopologia del sublime. E lì incurveggia l‘ontopologia dell'estasità-poiesis o ontopologia dell‘ikona dell‘essere mondità o trascendenza ontopologia dell‘immagine dell‘essere-mondità, o estasità nella lichtungabissità o essere-nell‘abisso, abgrund che incurveggia le fondamenta dell‘essere sublyme?

L‘essere è estasità sublime: l‘essere-per-il-sublyme è l'estasità-sublyme. Solo così l‘essere estasità ci salverà, ekstasità-sublime che ondeggi l’essere o l’esserci sublyme, si dà sublime e dà sublyme la fondatezza dell’esserità ekstasità dell’essere-mondità:ondeggia l' ontopologia dello spazio-tempo da abitare poeticamente quale ontopoiesis-estasità o essere sublyme dell’essere sentiero ininterrotto dell’ontopologia poetante del sublyme. L’evento della radura estasità ondeggia alla luce e dà luce al sentiero ontopologico dell’essere radura vuota e libera, sgombra, lì curveggerà l‘ontopologia dell'estasità, quale sublime estasità. Il sentiero o la radura sublyme ondeggia verità-dell'estasità ontopologica che transcendeggi sublyme. Ma l’ontopologia degli eventi della physis curveggia l’estasità infinitesime prossime al vuoto o in prossimità del nulla o quale transcendenza della mathesis-physis, o ontopologia che transcendeggi mathesis-physis-estasità del sublyme. Già aleggia nell’ontopologia del sublyme l'estasità-evento della physis sublyme: giacchè lì ondeggia l’ontovisione dell’esserità, la visione ontopologica dell’essere-sublyme, la transonanza ontopologica dell’aletheia dell’esserità curveggiante l’ontosonanza sublyme, nell’esserità-sublyme-estasità. L’esserità si getta, si dà, ondeggia nella mondità sublyme o l'estasità sublime dell’ontosonanza che curveggi l’ontopologia dell’essere estasità sublyme. È aldilà che trascendeggi l'estasità sublyme dell’essere sublyme. È l’essere-sublyme dell'estasità: lì nell’abissità della spazità vuota ove l’essere ondeggia per abitare la mondità, quale essere-sublyme dell’esserità, aletheia della sublymanza dell’esseresublyme della sublymità dell’essere estasità. Anche quando la sublymanza decostrueggia ondeggia estasità. L’ontopologia del sublyme è la monade sublime che estaseggia il sublime, è la transcendenza transinfinita ontopologica:Esserità della transcendenza della mathesis che incurveggi sublime l'estasità della monade sublime che transcendeggi sublime. Lindemann dimostrò che P-greco, oltre ad essere un numero irrazionale, è anche trascendente: non è soluzione di alcuna equazione algebrica a coefficienti razionali: è una monade sublime, è la monade che ondeggi in sé una polarità interna che tempeggi sublime: interiorità-tempità dell' essere la monade fenomenica trascendentale, incurveggia in evidenza e decostrueggia l’epoché fenomenica, è la monade sublime dell'estasità che transcendeggi l'estasità della monade in estasi? E la fenomenologia dell’essere trascendentale? La monade dell'estasità lì incurveggia, lì ondeggia, lì nel vuoto, lì nella radura sublime si dà gestell-sublyme, lì cura e krypta l’indicibile sublyme, svela l’evento dell’essere-sublyme o all’essere-che-resta-invisibile o all’essere-che-resta-inaudito o all’essere-che-resta-indicibile o

che fin allora era-invisibile, era-inaudito, era-indicibile, e che si disveli lì ed aldilà in essere che si eventui nell’ontosonanza e ontovisione dell’ikona-essere-sublyme.

Lì in quell’essere-per-la-fine o in quell’essere-per-la-fine-dell’essere che è ancora invisibileinaudito-indicibile-abissale si disveli l’evento dell’essere per la fine della morte, o dell’essere per la fine della morte-del-sublyme, quale ikonapoetante dell’essere per la vivenza dell’essere o dell’essere per la vivenza dell’essere-sublyme, o dell’essere per la vivenza del sublyme o dell’essere per la vivenza della verità nella sublymanza dell’essere sublymità dell’essere. Lì ondeggia l’evento dell’essere-verità-del sublyme, lì curveggia il pro-getto ontopologico dell’essere-sublyme-della-verità-dell’essere, dell’essere-sublyme-dell’aletheia-dell’essere, dell’essere-sublyme-della-disvelanza-dell’essere. È il curveggiare ontopologico dell’essere che si eventui lì nell’ondeggiante essere la disvelatezza del sublyme, per essere solo sublymanza dell’essere e mai più solo sublyme. Lì l’essere in diradanza vuota, in radura-diradanza s’eventua ontopologico dell’essere sublyme esserità: il sublyme consente l'ontopologia del sublyme dell’essere-che-mai-non-c’è, ma che c’è sempre e sempre ci sarà quale sublyme dell’Esserità: quale Ontopologia dell'estasità. È il dis-oblio dell’Esserità Poetante che disveli la Physis in estasi sublyme della Verità-Aletheia poetanti, Pensiero Poetante dell’Esserità-sublyme dell’Esserità Ontopologia o ex-stasità ontologica o estasità della Physis, della spazità-Ontocronia. Si disvela così l’essere in estasità dell’essere. Il sublyme è l’estasità ex-statica dell’Essere come Essere-del-sublyme. Nel sublyme, l’Essere è l’ondeggiare dell’Essere-Aletheia, o è l’Ontopologia o Lichtung sublyme, Essere-sublyme che incurveggi dal Nulla, dal Non-Ente, dalla vuota Radura dell’Essere. Così il sublyme ondeggia la verità e l’Aletheia curveggia il sublyme, l’Essere-sublyme disvela lo spazio libero dell’Essere, spazio della Radura sublyme. Struttura Ontopologica dell’Essere-sublyme-Verità. Evento della Gestell dell’Essere che curveggi sublyme, che ondeggi la luce o dà all’essere-laluce o si dà quale Essere-nella-luce-dell’Essere-sublyme Esserità. Ekstasità del sublyme. Ekstasità dell’Essere-sublyme. Solo con il curveggiare dell’Essere-sublyme è consentita la sublymanza dell’Esserità sublyme. Ontopologia sublyme della transcendenza spazitemporale della Verità-Esserità sublyme. Ontopologia della sublyme ontocronia in transcendenza sublyme: è sublime RaduraOntopologica o Ontopologia dell’Esserità-Eventità dell’Essere. La tempità estetica della musica ondeggia nella sublimità o ontopologia musicale in estasità sublime, quale tempità interna o ontogenica della musica sublime. La tempità endogenica della musica sublime incurveggia nella tempità sublime o ontopologia della tempità, si dà nel tempo, quale ontopologia della musica dell’esserità. La tempità della musica è il curveggiare della verità dell'esserità, la musica sublime della

tempità.

Dasein musicale del sublime è sublimeggiare nel tempo, essere enigma sublime. La musica non pensa, così come la tempità, è il Dasein del sublime che ondeggi incontro, è parousia sublime, in accordo coi tempi. Dasein sublime musicale è l'evento che transcendeggi. La musica è sublime verità che tempeggi nel tempo. La musica è l'esserità che tempeggi. La musica è l'esserità che ondeggi nel tempo dell'essere sublime pensante pensato al di fuori della tempità musicale? Sublime tempità musicale. L’estetica della tempità sublime. L’estetica della monade sublime della cronotopia o kairousia, l’estetica degli eventi sublimi, degli eventi temporali, degli eventi che transcendeggino il sublime. Gli eventi del sublime sono eventi dell'esserità o l' evento dello spazitempo. Tempo degli eventi sublimi è l'eventuarsi dell' esserità nella verità, è l'essere la verità. Leopardi ondeggiò l'infinità dell’essere. Parmenide curveggiò l’essere eterno e trascendente. La struttura stabile della struttura trascendente è la verità sublime. Leopardi incurveggiò la nullità infinita. Leopardi è il pensiero pensante della nullità, il suo essere poetante è l'essere pensante. L’interpretanza del Sublime nel pensiero-poetante di Leopardi è l'interpretanza infinita della nullità. Leopardi ondeggiò il nulla, Leopardi disvelò la nullità sublime infinita,curveggiò la verità del nulla. Nell' essere Leopardi ondeggiò la parousia sublime infinita della nullità, l’essere nulla di Nietzsche, nulla sublime dell'essere, verità dell'essere nientità, l’essere è nulla: l’essere sublime è il nulla, Leopardi è il poeta del nulla sublime, è il Poeta dell'infinito sublime: l’essere è il non-essere? Poiesis Sublime è la verità dell’esserità: l’essere è il nulla. Ma è l’essere sublime, è l’esserità dell’essere:sublime nulla. Dasein sublime dell’esserità dell’essere Sublime. Sublime essere Sublime della Nullità. Nihil sublime nell’essere il nulla. Sublime è il curveggiare dell’essere:l’essere è nulla, è l’essere il nulla, l’essere ondeggia nel sublime nulla, il curveggiare dell’essere è tempo del nulla, è il tramonto della verità dell’essere, della tempità: l’essere è il nulla curveggiante. Aristotele ondeggiò l’essere che non è, quando non è, non è altro che l’essere nulla, l’essere è nulla. L’essere non è, l’essere è il nulla, il tempo incurveggia il nulla dell’essere, l’essere è sia il nulla sublime sia l'ontopologia della verità dell’essere, l’essere è l’essere che è e non è, è il nulla ondeggiante, essere il curveggiante non-essere.

Il curveggiante essere sublime è la tempità.

L’essere nel tempo è il non essere, l’essere nel tempo è e non è. Sublime è il curveggiare della verità intramontabile dell’esserità sia dell’essere parousia nell’essere nulla. L’essere Sublime è l’essere della transcendenza che è fuori dal tempo. Platone ideò l’essere e il non-essere. L’essere nell’essere, l’essere è e ondeggia non-essere. La differenza dell’essere sublime è l’esserità, è e non è, è l’esserità Sublime curveggiante l’essere. Dasein sublime del nihil è il suo essere nihil ondeggiante. Essere l’essere che si dà al niente, è niente, l’essere è niente. E' il nihil sublime:è nulla,è niente. Sublime niente è nulla assoluto, il nulla dell’ente. Plotino e Heidegger ondeggiarono il nulla sublime dell' essere: l’essere è il nulla, perché è il sublime. Dasein sublime del nulla: l’essere è il curveggiante non-essere. Sublime libertà infinita dell'essere il nulla. È l’essere sublime. L’essere sublime è l'ondeggiante nullità. La sublime esserità dell'evento del nulla: l’essere è l'evento sublime del nulla, verità del nulla e curveggia dal nulla, è l'evento sublime che incurveggi il nulla. Tal essere-nihil-ondeggiante. Aristotele ideò la transcendenza dal non essere all’essere dell'evento sublime dell’essere, l’essere è l'equilibrio stabile dell'evento sublime dell'esserità. L'angoscia sublime o l’angoscia dell'esserci è l’angoscia del nulla. L’angoscia ondeggia in sé il niente. Il sublime infinito tra essere e niente è l’angoscia: l’angoscia del nulla, è il tempo del niente infinito: è ni-ente. Nietzsche curveggiò l’essere Nihil-poíesis, nihil, nulla. Sublime nulla che incurveggi il nulla, è curveggiante nulla. Il niente è niente, esserci il niente-essere, non-essere, Nihil non-essere. Platone ideò l' Armonia tra essere e il nulla-essere. L'estasità abissale del nulla platoneggia: l’armonia che Pitagoreggi è nulla abissale. È armonia dissonante del tragico Dionisiaco, il quale mostra l’orrore dell’essere oltre. È l’orrore originario del mythos tragico sublime, è sublime dionisiaco. Platone è orfico-pitagorico, l’entusiasmo sublime, o essere nel dio, o essere fuori di sé in estasità sublime: è la sublime estasità che transcendeggi. O estatica dionisiaca sublime tragicità. Qui l’entusiasmo sublime è essere ondeggiante sublime, è l'evento del sublime nell’evento sublime del tempo dell' esserità.

È plotineggiare l’ontopologia platonica del sublime. Platoneggiare la sublime ontopologia di Parmenide: l’essere è sublime curveggiare dell’esserità. Platone ondeggiò l'essere sublime dal nulla, l’essere curveggiò in sublime ontopologia. L’essere è verità sublime che trascendeggi e ondeggi nel nulla, o essere incurveggiante il nulla. Il Sublime dell'essere Nulla. Heidegger ondeggiò il nulla nell’essere che incurveggi il nulla come verità sublime dell'esserità. Nietzsche curveggiò il nulla sublime che incurveggi la tempità. Il pensiero poetante della singolarità sublime Tempeggia e incurveggia il sublime. Eraclito al di là di Nietzsche ondeggiò l'ontopologia sublime che curveggi lo spazitempo. Essere arche´che curveggi la kronotopia sublime. L’infinito è l’infinito sublime degli spazitempi infiniti. L’infinito essere sublime infinito è l’infinito sublime:essere infinito sublime dell’infinitità, l’infinita naufraganza è dolcezza della dissolvenza infinita, infinito è nulla, è essere ondeggiante infinito nulla. Essere nell’angoscia della nullità,l’angoscia curveggiante dalla visione della nullità poetante. La verità è nullità. Sublime dell’Esserità che transcendeggi l’essere nihil, è il ni-ente Sublime. Parmenide ondeggiò l’essere sublime, è lì l'evento curveggiante del sublime. Ondeggia lì l’essere sublime che transcendeggi; l’essere è il sublime dell'evento o esserci per sé nell'evento del sublime. Sublime evento dell'essere è l'essere che è sublime, l’essere è la struttura ontopologica del sublime, è il fondamento dell’essere sublime, è l'evento. L’essere è l'eventuarsi del sublime, la struttura ontopologica dell’esserità, è la struttura ontopologica dell'evento sublime. L’essere è il suo non-essere. Il suo essere che transcendeggi sublime nel non essere. Platone ondeggiò l’essere curveggiante nella tempità, l’essere nel tempo è nulla: è sublime nullità. L’essere che non è quando non è, non è altro che l’essere nulla, l’essere è nulla che transcendeggi sublime. L’essere è sublime transcendenza dell’essere nulla, è l’essere transcendenza sublime dell'evento dell’essere che non è, è al di là del nihil, l’essere è sublime transcendenza dell’essere che non è il nulla, l’essere è sublime transcendenza del nulla, l’essere è l’essere che non è il non-essere.

L’essere è sublime nullità. Sublime che non è nulla, non è nullità sublime, è sublime nulla, è evento del nulla sublime. E' il nulla sublime che transcendeggi e incurveggi il nulla nell’essere nulla, l’essere è la transcendenza sublime del nulla, l’essere sublime è il nulla. Heidegger ondeggiò la differenza tra l’essere sublime e l’essere niente. Nella differenza ontopologica l’essere sublime è l’esserità. La verità dell’essere sublime è, ed è impossibile che non sia, l’essere è sublime. Tutto l’essere infinito è sublime. La verità del sublime è essere. L’esserità sublime è l’essere ontopologia sublime. Heidegger curveggiò il sublime essere-evento della transcendenza ontopologica che curveggi sublime e transcendeggi in verità dell’essere. L’essere curveggia la verità sublime dell’essere evento del sublime infinito. Monade sublime infinita nell’infinità sublime, è sublime infinito. Il sublime infinito dell’essere curveggia l'infinito dell’essere sublime. Il sentiero dell' essere sublime verità dell’essere è sublime essere della verità, è il disvelamento del sublime, è la struttura ontopologica del sublime. Il pensiero Sublime dell’essere è la verità dell’essere. Nella verità sublime dell’essere sublime la differenza ontopologica è il che cosa è, è il che è verità dell’essere o il plesso o la struttura ontopologica. La verità dell’essere sublime è la verità sublime dell’essere. Ma la verità dell’essere sublime incurveggia la struttura ontopologica del sublime, è l'eventuarsi del sublime dal nulla. La verità dell’essere sublime ondeggia dalla nullità, la struttura ontopologica dell’esserità. Sublime essere nulla. L’essere sublime incurveggia l' essere quale struttura ontopologica dell’essere singolarità dell'evento sublime. La struttura ontopologica è la fondatezza del sublime, perché è il fondamento poetante del sublime, è il sublime evento dell' essere-nulla, sublime estasità della transcendenza ex nihilo. ChiasMa-plesso del sublime che ondeggi nella verità dell’essere poietante, la struttura ontopologica dell’essere quale fondatezza sublime, è l’esserità sublime. Sublime nulla che nulleggi poietante. Nietzsche ondeggiò il curveggiare della tempità dal nulla sublime, il curveggiare dell’essere abissità dal nulla, essere che incurveggi dall'abisso sublime dell'essere, curveggia lì lo spazitempo dal nulla, essere sublime che incurveggi la kronotopia, nulla che curveggi il nulla:essere-la-verità che curveggi il nulla e decostrueggi il nulla, ma curveggiare il nulla è l'estasità sublime della struttura ontopologica dell’essere estasità che curveggi il sublime, è l' essere che curveggi l'estasità dello spazitempo sublime.

Plesso o chiasma ontopologico che curveggi lo spazitempo della singolarità sublime: la musica sublime. Ogni singolarità è un chiasma sublime, ogni accordo, ogni melodia, tema, variazione, è la musica sublime che curveggi nello spazitempo, è l'evento che curveggi il sublime. La musica sublime è il flusso che curveggia lo spazitempo sublime, echeggia e risuona il curveggiare dello spazitempo sublime. Ogni suono è il curveggiare dal nulla, in cui le stesse note risuonano, echeggiano e ondeggiano, risuonano i suoni sublimi del curveggiare ondeggiante poetante, perché la musica è l'estasità del sublime che curveggi lo spazitempo, è il chiasma sublime del suono e silenzio infinito, indivisibile. Schopenhauer riecheggiò l’idea e platoneggiò l’idea nella musica della kalousia. La musica è la struttura ontopologica del curveggiare dello spazitempo nella musica sublime-kalousia, la struttura ontopologica della natura sublime o physis sublime, è il fondamento del curveggiare dello spazitempo sublime: nei suoni dell’armonia i suoni acuti, più mobili e più fuggitivi, ondeggiano da vibrazioni che curveggino lo spazitempo del suono fondamentale, e risuona poetante il curveggiare dello spazitempo. C’è qui fra toni superiori e le note più vicine un ondeggiare echeggiante che curveggi lo spazitempo. Gli intervalli sono paralleli, la melodia, ondeggiante dalla voce principale, dalla voce alta, dalla voce cantante ondeggi libera e capricciosa, conservando sempre, dal principio alla fine, la connessione organica e significativa di un pensiero poetante sublime. Riecheggia nella struttura ontopologia armonica della musica la curvatura dello spazitempo sublime, quale ondeggiare della struttura ontopologica della natura che curveggi o physis sublime. Ondeggiante spazitempo in tendenza infinita, o essere il curveggiare infinito del sublime, è curveggiare sublime senza perché. È tendenza sublime infinita oltre la tendenza infinita per essere transinfinità sublime, ondeggiante infinitità senza perché, senza fine, è La musica sublime che curveggi lo spazitempo, la struttura ontopologica dell' Esserità sublime, è la struttura ontopologica della musica sublime: perché è la musica infinita che curveggi lo spazitempo, tendenza infinita ondeggiante la musica transinfinita. Ondeggiante consonanza e dissonanza curveggianti spazitempi, la musica poetante pensante è consonanza della kalousia e dissonanza o chiasmepochè dell'essere e nulla. La musica è l’esserci curveggiante del sublime, la musica è l'ondeggiare della verità dell’essere. La musica pensante è la musica poetante della verità sublime dell’essere sublime, nella verità dell’essere curveggià da sempre e per sempre il sublime.

C’è la verità sublime che curveggi spazitempi dell' esserci, o del nulla, incurveggia dal nulla quale increspatura ondeggiante dell'estasità dello spazitempo dell’essere. Ondeggiante singolarità sublime del suono eterno curveggia gli spazitempi sonori del silenzio, o accordo, o melodia, è l'ondeggiare del curveggiare dello spazitempo. La struttura ontopologica dell’essere Sublime è l’esserità. Heidegger ondeggiò il pensiero dell’essere Sublime. Lì la verità dell’essere sublime è verità dell’essere-verità-sublime. La dis-velatezza è il sublime. Heidegger disobliò la sublime verità dell’essere, del dis-velamento sublime dell’essere, l’essere è il sublime che si eventui quale struttura ontopologica della verità dell’essere. L’essere ondeggia nel sublime, è il curveggiare nella tempità sublime, è l’essere che transcendeggi sublime. Heidegger ondeggiò la spazitempità dis-velante sublime, la Lichtung sublime, la radura sublime. L’essere sublime heideggeriano ondeggia, si dà, Es gibt, sublime-Lichtung, radura-sublime, è il diradarsi che sublimeggi l’essere diradandosi: sublime al di là dell’entità, qui ondeggia sublime Alterità. C’è Lichtung-sublime. L’essere sublime incurveggia la Lichtung-Sublime che transcendeggi la Lichtung. La Lichtung è il sublime che sublimeggi la Lichtung, la radura sublime è la diradanza spazitemporale libera che transcendeggi la radura, o Lichtung-sublime. La radura sublime è la radura dell'aletheia sublime. La radura sublime è l'ontopologia sublime delLa Lichtung, la radura è l’esserità del sublime, è curveggiante spazitempo, il diradarsi sublime che transcendeggi il diradarsi dell’essere, è l' essere alterità: l’essere è l’ondeggiare sublime, è differenza ontopologica sublime dell’essere. Heidegger ondeggiò nel sublime la verità dell’essere. Eraclito amò il nascondersi del sublime nell'esserità visibile invisibile. La spazitempità incurveggia il sublime abitare nella risonanza dell’essere che echeggi il curveggiare sublime nella disvelatezza. L' essere è spazitempo sublime o l’essere risplendezza sublime che ondeggi la disvelatezza dell’essere. L’essere incurveggia l'elevarsi sublime al di sopra in estatica verità spazitemporale. È il disvelarsi sublime. Lichtung dello spazitempo sublime. Il sublime ondeggia la Gestalt dell’essere Sublime-ontopologica-Lichtung. L’essere sublime è niente, l’essere sublime è nihil, è ni-ente, non ente. La Lichtung sublime dirada l’essere, l’essere è l’essere sublime, è il nulla che nulleggi sublime, è nulla sublime nell’essere: il curveggiare dell'essere sublime dall'Abgrund, o abisso sublime.

L’essere sublime è Ab-grund, Lichtung abissale sublime senza perché. L’essere sublime è Ab-grund che sublimeggi il curveggiare nella Lichtung, sublime Ereignis dell’essere che incurveggi l'Ereignis spazitemporale dell’essere, è Ab-grund-sublime. Nell’essere sublime curveggia la Lichtung, la radura sublime che ondeggi spazitempi, è la radura Sublime della verità dell’essere, è l’evento sublime che ondeggi il curveggiante spazitempo della verità dell’essere. Ab-grund sublime è essere nulla visibile invisibile spazitempo, è l'evento del sublime che transcendeggi l’essere evento sublime dall' Ab-grund sublime. E' sublime evento spazitempo, è evento che incurveggi la kronotopia sublime, è sublime evento che sublimeggi l'Ereignis-Sublime. L’evento sublime abissale eventeggia senza perché, è senza perché Sublime dell’essere spazitempo. L’evento dello spazitempo sublime che transcendeggi la verità dell’essere evento sublime.

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